Berlusconi

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.. e anche per liberarci dall’omuncolo che ci chiamò coglioni abbiamo copiato gli americani. Dobbiamo sempre copiare dall’America:-)

Alphonse Gabriel Capone, più noto come Al Capone,
Il 6 ottobre 1931 Capone si presentò in un tribunale federale per l’inizio del suo processo; i suoi sodali avevano procurato l’elenco dei potenziali giurati popolari e cominciarono a corromperli con ogni mezzo possibile, ma all’ultimo momento la giuria fu sostituita da una completamente nuova, che venne messa sotto protezione. Il 17 ottobre la nuova giuria giudicò Capone colpevole solo di una parte delle imputazioni per evasione fiscale, condannandolo comunque a undici anni di carcere e ad una pesante multa di 50.000 dollari

ROMA (Reuters) – La Cassazione ha confermato la condanna per frode fiscale a 4 anni di reclusione, di cui 3 condonati dall’indulto, per Silvio Berlusconi e ha invece annullato con rinvio ad altra sezione della corte d’appello di Milano la sentenza per quel che riguarda la pena interdittiva.

Al termine del processo di secondo grado sulla compravendita di diritti tv Mediaset, l’ex premier era stato condannato alla pena accessoria di cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.

La decisione della Suprema corte segna la prima condanna definitiva per il Cavaliere e può scuotere il governo di larghe intese del democratico Enrico Letta.

Respinto, quindi, il ricorso della difesa dell’ex premier che aveva chiesto l’annullamento della condanna o in subordine l’annullamento con rinvio in Appello per la derubricazione di reato e pena.

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È attesa per domani pomeriggio la sentenza del processo Mediaset. Domani, intorno a mezzogiorno, il collegio tornerà a riunirsi in camera di consiglio dopo aver tenuto una breve udienza, alle ore 10, per altre cause già fissate. Questa sera termineranno le arringhe dei difensori. Lo si è appreso da fonti della Cassazione. Nel processo l’ex premier Silvio Berlusconi è stato condannato a 4 anni di reclusione (3 condonati) e a 5 di interdizione dai pubblici uffici.

Coppi: non c’è reato. «Chiedo che la sentenza venga annullata perchè il fatto così come prospettato in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva non è reato, è penalmente irrilevante» ha detto Franco Coppi, legale di Silvio Berlusconi nell’arringa in Cassazione al processo Mediaset.

Coppi ha fatto esplicito riferimento a pronunciamenti della Cassazione Civile e della Cassazione Penale per circoscrivere un punto, e cioè se ci si trovi o meno di fronte ad una condotta penalmente rilevante. «Questo – ha detto – è un quesito che rimetto alla Corte. Se manca il contrasto con una disposizione antielusiva, l’abuso è penalmente irrilevante – ha spiegato l’avvocato -. Potrà anche esserci un’elusione gigantesca, ma non siamo nell’ambito dell’illecito penale», ma di fronte ad un illecito «di tipo amministrativo e tributario».

Ghedini: manca la prova. «Manca nel tessuto della sentenza un elemento probatorio che Berlusconi possa aver partecipato al reato proprio». Lo ha detto uno dei legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, nella sua arringa in Cassazione nel corso dell’udienza per il processo Mediaset.

«Il procuratore generale – ha affermato Ghedini, che sta passando in rassegna i rilievi mossi ieri dal rappresentante dell’accusa, il sostituto procuratore generale Antonio Mura – ha detto che per Berlusconi ci sarebbero state attività ulteriori oltre alla fatturazione. Quindi mi sarei aspettato dal pg delle integrazioni rispetto alle motivazioni della Corte di Appello, in cui non c’è nulla a riguardo. Integrazioni che non ci sono state perchè non ci sono attività ulteriori oltre la fatturazione».

«Questo processo è diventato ormai un incubo notturno» ha detto Ghedini nel corso dell’arringa. Ghedini nel suo intervento ha contestato l’impostazione secondo cui si può ascrivere a Berlusconi una «responsabilità soggettiva» e ha lamentato una «prepotenza argomentativa della Corte d’appello di Milano rispetto alle nostre motivazioni» nel momento in cui afferma che Berlusconi «non poteva non avvedersi che i prezzi erano gonfiati».

L’avvocato, inoltre, ha mosso una serie di contestazioni rispetto all’iter che ha condotto alla sentenza impugnata. Tra queste, il fatto di non aver acquisito i verbali dell’avvocato inglese David Mills («per sentirlo di sarebbe voluta una rogatoria in Inghilterra – ha fatto notare Ghedini – per acquisire i verbali no»). E soprattutto di non avere ammesso una serie di testimonianze chieste dalla difesa perchè, «considerate lontane dal nucleo centrale della questione», ha riferito il legale, riportando la sentenza d’appello. «Mills era lontano dal nucleo centrale della questione? – è la domanda che Ghedini ha rivolto alla Corte – Lo erano i dipendenti di Mediaset che si erano occupati degli ammortamenti?».

Anche riguardo al ruolo della società Ims, società di diritto maltese che si occupava dell’acquisto dei diritti tv, «la società era consolidata e ha versato i suoi utili alla capogruppo Mediaset – ha ricordato Ghedini – utili su cui sono state pagate le tasse. Noi abbiamo tra l’altro prodotto un allegato con il prospetto informativo della società» depositato al momento della quotazione in Borsa di Mediaset. «Ma se una società è fittizia – ha osservato Ghedini – faccio fatica a capire perchè se ne sia spiegato il funzionamento».

L’udienza è ripresa stamani, puntualmente come da tabella di marcia. Il primo legale che ha preso la parola è stato l’avvocato Luca Mucci, difensore dell’ex manager Mediaset, Daniele Lorenzano. Per ultimo ha parlato il legale dell’ex premier, Franco Coppi.

Il sostituto procuratore generale Antonello Mura ieri ha definito Berlusconi «l’ideatore del meccanismo delle frode fiscali» e ha chiesto di confermare la condanna a quattro anni di carcere (come stabilito in primo e secondo grado), di cui tre coperti dall’indulto, e di ridurre da cinque a tre anni l’interdizione dei pubblici uffici. Nella sua requisitoria di il sostituto procuratore ha ritenuto «non legittima la pena accessoria di cinque anni e solo questo aspetto la procura generale ha censurato» della sentenza Mediaset emessa lo scorso 8 maggio dalla corte d’appello di Milano, ha precisato oggi il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, circoscrivendo così la richiesta di ieri del pg Mura di ridurre da cinque a tre anni la pena accessoria dell’interdizione inflitta all’ex premier.

Mediaset, nel giorno del verdetto, cede quasi il 2% a Piazza Affari. Una sentenza attesa anche dai mercati per le ripercussioni che una condanna definitiva potrebbe avere sulla tenuta del governo Letta. Ieri il titolo Mediaset aveva guadagnato invece il 3,3%, portando a +40% i guadagni realizzati in un mese circa, dalla chiusura del 24 giugno.

Mercoledì 31 Luglio 2013 – 13:19
Ultimo aggiornamento: 20:34
Il Messaggero.it

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