GISELA JOSEFINA MONTILLA LÓPEZ

GISELA – LA PERSONA

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Donna caratterizzata da una cospicua varietà e pluralità d’interessi, nonché da eccezionali abilità.
Questa, sinteticamente, è l’incantevole Gisela Josefina Montilla López.
Cantante e lei stessa autrice dei suoi testi, danzatrice, annunciatrice, poetessa, scrittrice.
Personaggio eclettico dall’animo idealista, sentimentale, caloroso.
Talora una striatura di velata tristezza, flebilmente, struggentemente, intarsia il suo viso.
Chissà, il rimpianto per ciò che è trascorso e lontano, per le sue orgogliose radici, per la madrepatria, per il suo Venezuela.
Il rapporto sentimentale con le sue tradizioni natie è assai consistente, ben radicato, estremamente palese.
In realtà è un amore, un sentimento incommensurabile.
Il soffio vitale di Gisela profuma di emotiva sensibilità, intenso impulso amoroso, riguardosa considerazione per la vita, serena tolleranza.
Ipersensibile, non di rado le capita di sciogliersi in lacrime al cospetto della bellezza del Creato, di un’opera d’Arte, di un bambino che soffre.
Ovunque passi, Josefina lascia spumeggianti scie d’Amore.
Questa encomiabile Donna è un perpetuum mobile, non sta mai ferma.
È indefessamente impegnata nella Cultura, nel sociale, nella solidarietà, in tutto ciò che possa agevolare l’amicizia, la comprensione fra i popoli.
Il suo bon ton, coeso con la sua armonia e il suo dolce sorriso, è un istintivo passe-partout, vincente nei rapporti umani.
Gisela è una fucina di genialità, di creatività.
Lei ama l’esistenza e la sua incrollabile fede le ha permesso, le permette di superare i momenti più foschi.
La Venezuelana confida decisamente nelle virtù umane, in assenza delle quali non è dato esigere dal prossimo né amore né considerazione.
Spontaneità e senso della vita sono sostanziali per lei.
È idealista, riformatrice, innamorata dell’onestà e generosa.
La Montilla Lopez, incomparabile ed emancipata, predilige essere interprete della ribalta, tuttavia incessantemente indipendente.
Ha una forma mentis estesa, equilibrata, innovatrice, imparziale.

GISELA IN POESIA

Per Gisela la poesia è un elisir di lunga vita.
È la panacea universale quando il suo cuore stilla rosso dolore, un dolore terebrante inciso dalle parole che dilaniano, dagli oblii che centrifugano alla volta del baratro.
L’Artista venezuelana ha un intimo sole, ogni volta un sorriso avvincente, desiderio di una società migliore, di un’umanità più fiorente che mai, con le sue passionalità, festosità e serenità.
Lei è una creativa fuori dall’ordinario che riesce a convertire in poesia qualsiasi cosa che vede e reputa stimolante, come il riflusso di un’onda, le stelle, la linea del tramonto.
Nella sua poetica infonde amore, audacia.
La Caraibica si aderge di frequente nell’universo delle sue idee, e si riscatta in evoluzioni mentali, proiettando aneliti intensi e, ciononostante, ciò che la delinea travolgente e ottimista, è il ritorno sulla terraferma, tra gli Umani.
Ed eccola lì, a spargere tracce, nel modo in cui, dentro di lei, il tempo andato ha cesellato icastiche orme che nessuno potrà, in nessun caso, più eliminare.
Josefina è poetessa dall’espressione ultraterrena, ardente, emotiva, avvincente e affascinante, come lo sguardo delle donne del suo Venezuela, di quelle donne che sono l’autentico brand della gradevolezza, della festosità, della gentilezza.
La Lopez è la poetessa dell’inquietudine, del desiderio non compiuto, rimasto immobile, brumoso, come lei stessa versifica ne “L’universo siamo noi”, laddove comunica che la sua anima ancestrale transita su tutto il suo corpo, blandendo l’aria che respira, quando afferma, romanticamente e utopisticamente, che un arcobaleno possa inglobare un intero universo.
Le sue mani, prosegue, sono le impronte di una storia che fu.
Mare, Terra, Aria, sono una congiunzione fatale che colpisce con lo stiletto del desiderio appannato, per comprendere tutto ciò che le gravita all’intorno ed essere in grado di andare oltre quel che fu, che è e che sarà.
Gisela intuisce, auspicabilmente in un transitorio nichilismo, l’inefficacia della contesa (patente è il riferimento all’attuale situazione politica in Venezuela), poiché il vulnus resterà eternamente nella sua mente celeste, che la lambirà, ogni volta, per elargirle un po’ d’amore, buon senso e fantasioso tormento.
La poesia, per Gisela, è anche un potente strumento di denuncia della violenza sulla donna, troppo spesso martire di menti aberranti.

“MI HA VIOLATO”

Canta, o dea, l’ira d’Achille Pelide,
rovinosa, che infiniti dolori inflisse agli Achei,
gettò in preda all’Ade molte vite gagliarde d’eroi,
ne fece bottino dei cani, di tutti gli uccelli
– consiglio di Zeus si compiva – da quando prima si divisero
contendendo l’Atride signore d’eroi e Achille glorioso.
Ma chi fra gli dèi li fece lottare in contesa?

È l’invocazione con cui il poeta Omero chiede a Calliope di dargli la forza per narrare i fatti raccontati nel poema.
Calliope, la musa ispiratrice della poesia epica.
Poesia epica, ovvero dell’epos, della narrazione poetica di gesta eroiche.
E si direbbe che sia proprio la musa Calliope a dare la forza a Gisela Josefina, per concepire, per scrivere, per narrare il doloroso eroismo della protagonista della poesia:

“MI HA VIOLATO”

Allontanati da me, lasciami respirare.
Sei la fine di un orizzonte,
sei un destino senza futuro,
sei un tunnel senza uscita.

Esci da me.
Amore falso e ambiguo, parole che feriscono.
Un colpo, uno e un altro.
Manipolazione delle parole.

Esci da me.
Sei la spada che trafigge il futuro,
sei una pietra che fa male senza pietà.
Sei inconscio, sei immaturo,
sei la morte a guardarti in faccia.

Esci da me.
Un colpo, un altro e un altro.
Le preghiere sono congelate,
i sogni non si realizzano,
le speranze sono svanite.
Un colpo, uno e un altro.
Io non esisto per te.
La mia anima sanguina,
davanti al dolore impresso sul mio corpo.

Esci da me.
Le mie cicatrici parlano da sole.
Guardo il futuro, guardo il mio corpo nudo.
Ogni parte di me ha un dolore disegnato.
Cerco di nascondere le prove, truccandomi.

Esci da me.
Fingi spudoratamente
falsità di parole intelligenti.
Esci da me.
Oggi la mia voce vuole gridare: basta, basta…
ma non possono sentirmi,
perché piangono intorno a me.

È una commovente lirica di censura della violenza sessuale.
Versi che espongono un argomento che attualmente assilla e amareggia la società:
gli abusi sulle donne, martiri inermi di brutali follie.
La donna è un essere meraviglioso, naturalmente ben disposta ad amare.
La donna dà l’impressione di essere fragile, ma è perseverante, particolarmente in amore.
Questa creatura non dovrebbe in nessun caso essere sottoposta ad abuso, segnatamente dalla persona che ama, da quel soggetto con cui tutto condivide, in cui qualsiasi sogno ha riposto.
Violarla è l’andare in pezzi di quei sogni, è il trapasso di qualsiasi aspettativa, è gioia sbriciolata in angoscia, è amarezza.
Nondimeno lei persevera nel nutrire emozioni favorevoli nei confronti del suo aguzzino, fino all’afflato finale.
È questa una poesia epifanica del conflitto intimo della vittima, il suo crudele, umano dolore, il suo tormento.
La Musa dei Caraibi raggiunge con delicatezza e nitidezza le trepidazioni umane più impenetrabili e dilanianti, la reclusione e la sensazione di vacuità dell’anima della vittima.
Gisela conduce il lettore nelle tortuosità di uno degli aspetti più complessi del malessere della società attuale.
“MI HA VIOLATO” produce un’eco per tutte quelle donne che sperimentano un patimento analogo.
La poetessa padroneggia una tecnica espressiva in cui cadenza e armonia si amalgamano a meraviglia, tanto da delineare versi scanditi ed elegantemente musicali.
Versi scanditi sui battiti del cuore.

GISELA NELLA PROSA

Nel presente testo la letterata venezuelana, Gisela Josefina Mantilla Lopez, con istintiva, irriflessa disinvoltura, esterna incondizionatamente, assolutamente, la propria, intima emotività nei confronti di quei martiri, escludendo qualsiasi distinzione di sesso, che hanno subito abusi, efferatezze, tanto nelle facoltà intellettive quanto nella sovranità del proprio corpo.
Gisela definisce questa storia “una piccola storia”, dal momento che raccoglie, in forma sintetica, un avvenimento a tal punto intollerabile per un essere umano, che la facoltà di giudizio e la sensibilità dell’autrice hanno preferito cassare qualsiasi minuta circostanza che fosse stata in grado di provocare un profondo turbamento nell’emozionalità del pubblico.
Questa “piccola storia” assume successivamente la forma, la struttura di una “grande storia”, considerando che è una hot topic che, epocalmente, persiste nella falcidia di vittime, che crescono in numero ogni giorno, con una deturpazione spirituale, con un oltraggio psichico che non consentono loro di sopravvivere.
Tanti individui (uomini, donne e bambini) hanno lasciato questa vita in assenza di qualsiasi loro dichiarazione di validità giuridica o storica in merito, un quid appropriato ad attenuare ad memoriam questo loro dolore, ma eternamente catturato dall’oblio.
L’autrice mette in inchiostro, comunica con radicale, eccezionale franchezza, identificandosi in quella ragazzina ferinamente depredata del suo candido giglio, delle sue fantasie che ancor non conoscono il male, dei suoi balocchi.
E ancora, l’autrice si identifica in quella ragazzina che adesso alza il tono della voce per farsi sentire, per denunciare la sua turpe vicenda.
La scrittrice amorevolmente, sensibilmente auspica che qualcosa prenda l’aire e raggiunga l’emotività del genere umano, a volte ignaro, a volte dolosamente, ignobilmente sordo.
Gisela anela appassionatamente che alcune cose migliorino nelle persone, sotto l’aspetto morale e spirituale, fino a consentire ai cuori di aprirsi alla solidarietà e all’ottimismo, abiurando il tassello empio del mosaico umano e lasciandolo cadere, irrevocabilmente, nell’insondabile oblio di quelle tenebre in cui, per nessuno, sia più possibile recuperarlo.
“Sono stata violentata” di Gisela Josefina Montilla Lopez, è una storia che si distingue per la sua essenziale chiarezza, originalità, attenzione e intensità.
La scrittura è fluente e definita, la psicologia è esauriente, qualsiasi vocabolo è ben collocato, l’insieme è narrato con eleganza emotiva, efficace e possente.
È una storia vibrante, intimamente impressionante che non può e non deve lasciare indifferenti.

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Maurizio Olivieri, presso l’Associazione Il Valore del Femminile presenta per CineEmozioni il film “Caos Calmo”

Maurizio Olivieri presenta il film, diretto da Antonello Grimaldi, nell’ambito dei giovedì di Cultura Evolutiva presso la sede dell’Associazione a Roma in Piazzale delle Provincie 8, il 17 novembre alle ore 21.00. Un film per riflettere sul dolore in seguito ad una grande perdita

L’attesa, quale processo di preparazione in cui iniziare ad elaborare una perdita, può rappresentare un iter necessario dove lasciare che la confusione interiore e lo smarrimento dovuti alla mancanza, lascino il posto ad uno stadio di calma apparente. È in questa calma apparente che si trova il protagonista del film Caos Calmo diretto da Antonello Grimaldi, nell’iniziare ad elaborare il proprio dolore per la morte inaspettata e improvvisa della moglie avvenuta in sua assenza. Tratto dal romanzo omonimo di Sandro Veronesi, edito da Bompiani e vincitore del Premio Strega nel 2006, il film, che nel cast vede Nanni Moretti, Valeria Golino e Isabella Ferrari, scandaglia la vicenda di Pietro, manager affermato, il quale subito dopo la grave perdita della moglie, sceglie di trascorrere gran parte delle giornate in un luogo neutrale, distaccato dai ritmi quotidiani e precisamente su una panchina all’interno dello spazio alberato sito di fronte la scuola frequentata dalla figlia. Una scelta per lui necessaria per poi iniziare un processo di elaborazione del lutto.

Maurizio Olivieri

Il “come reagiamo di fronte ad un grande dolore per una perdita” è il tema che accompagna l’incontro sulle Cinemozioni condotto da Maurizio Olivieri Counselor professionista, scrittore e musicista, dedicato alla visione del film Caos Calmo presso la sede dell’Associazione Il Valore del Femminile di cui è Presidente Virginia Vandini, ideatrice e fondatrice di Henosis Counseling e Formazione. Docente presso Henosis, Virginia Vandini è Sociologa, Supervisor trainer Counselor professionista, Costellatrice evolutiva e spirituale con i Nat, Custode del Mantra Madre.

L’incontro con Maurizio Olivieri, in programma nell’ambito dei giovedì di Cultura Evolutiva promossi dall’Associazione il Valore del Femminile in programma il 17 novembre alle ore 21.00 presso la sede della stessa Associazione (in Piazzale delle Provincie 8 Roma) invita a riflettere sul tema della perdita, del lutto prendendone in parte le distanze e giungere ad una sua elaborazione tra dolore e spiragli di luce, alienazione e apertura.

Il titolo già suggerisce come il protagonista nel cercare una sorta di conforto assuma un comportamento passivo e leggero insieme, ma non del tutto statico. Egli entra in una sorta di calma paradossale che lo porta a trascorrere molte ore delle giornate su una panchina in attesa che la figlia esca da scuola. In questa nuova condizione non rifiuta il contatto con le persone, anzi ascolta le loro storie mantenendo un certo distacco, storie che lo portano a guardare alla realtà con altri occhi e contattare il proprio dolore per accoglierlo.

Silvana Lazzarino

 

Il Valore del femminile

presenta per i giovedì di Cultura evolutiva

la proiezione del film “Caos Calmo”

conduce Maurizio Olivieri

presso la sede dell’Associazione Il Valore del Femminile

Piazzale delle Provincie, 8- Roma

Giovedì 17 novembre 2022 ore 21.00

Ingresso libero

con offerta volontaria

Per info: info@ilvaloredelfemminile.org

 

Alcuni articoli di silvana Lazzarino usciti su Emmegiischia e Il Dispari

Emmegiischia: Silvana Lazzarino partecipa al convegno “Le donne raccontano”

Emmegiischia: Roberta Damiata-prima-donna

Emmegiischia: La solitudine nei film di Philip Groening

Emmegiischia: Gli scatti di Llisetta Carmi documentano il senso della vita

 

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Dima Book Festival: grande successo per la Fiera del libro più lunga d’Europa a Roma

Dima Book Festival. La manifestazione si svolge nella Capitale al centro commerciale Dima Shopping di via della Bufalotta 548

Il viaggio dell’uomo tra dubbi e speranze, nostalgie e attese entro storie ed esperienze ordinarie e straordinarie che investono diversi aspetti culturali sociali e ambientali restituiscono un nuovo ascolto di sé e di quanto intorno guardando ai cambiamenti di una società sempre più in corsa contro il tempo e  chiamata in questi ultimi decenni a rimettere in campo quei valori dove al centro è la persona da  accogliere e valorizzare con la sua specificità e unicità.

Ad accompagnare verso storie ed esperienze vicine e lontane, del presente e ancorate al passato, ma anche al sogno e proiettate verso un ipotetico futuro, in cui ritrovarsi o da cui trarre nutrimento per il proprio bagaglio emozionale, sono gli appuntamenti letterari e artistici proposti dal Dima Book Festival, la Fiera del libro  più lunga d’Europa in corso a Roma presso il centro commerciale Dima Shopping di via della Bufalotta 548.

Il festival iniziato lo scorso 1 ottobre e della durata di 50 giorni, sta sempre più coinvolgendo i cittadini romani e non solo in un percorso artistico letterario in cui riscoprire il piacere di leggere un libro, che si tratti di romanzo, saggio o raccolta poetica, ma anche di lasciarsi affascinare dalle forme e dai colori di un’opera d’arte. Il Dima Book Festival da quando ha aperto i battenti propone eventi librari e artistici, con la partecipazione di scrittrici e scrittori, mostre d’arte e numerosi ospiti, unitamente a momenti di solidarietà.

Nella hall centrale di questa location sempre più frequentata, sono esposti i libri degli autori aderenti, unitamente a mostre personali e collettive di numerosi artisti. Entro questi spazi espositivi aperti ogni giorno per l’intera durata del Festival   accanto a presentazioni di libri, si svolgono conferenze su argomenti di vario interesse quali: il giornalismo, la narrazione del mondo odierno e nel post-Covid, la struttura del romanzo, la didattica digitale, le ragioni sociali dello sport, la riqualificazione delle metropoli, il coaching e la leadership; oltre a corsi di scrittura creativa per grandi e piccoli.

Durante i weekend sono diverse le iniziative volte ad arricchire il cartellone: tra quelle passate accanto alla presentazione del libro del giornalista RAI Stefano ButtafuocoIl bambino 23. La storia e i sogni di Brando che ha visto come testimonial ila conduttrice tv e radio Manila Nazzaro, con l’Asta di beneficienza per l’Associazione UNICI fondata dallo stesso giornalista Buttafuoco a sostegno della cura contro le malattie genetiche rare, citiamo la conferenza dal titolo “Dopo il Covid-19 il futuro della letteratura moderna” con la presentazione del libro “La notte più buia. Cronache di una generazione” di Roberto Gramiccia e ospiti d’onore Ennio Calabria, Ida Mitrano e Rita Pedonesi.

In programma il 6 novembre alle ore 16.00 la Conferenza La riqualificazione delle metropoli italiane a cura del Dott. Donato Bonanni per l’Associazione Ripensiamo Roma, mentre il 9 novembre si aprirà alle ore 16.00 la mostra di pittura “REUNION” cui partecipano con un’opera a testa tutti gli artisti delle mostre precedenti. Da non perdere il 12 novembre la conferenza del Professor Meldolesi Presidente della Fondazione NEURONE che presenterà il libroPanico, ossessioni e fobie: psicologia dell’ansia il 19 novembre alle ore 17,00.

Questa interessante iniziativa il “Dima Book Festival” ideata dalla Galleria Arte Sempione, dall’Associazione Officine Culturali Romane, dalla Collana Orofino (edita da Pathos Edizioni) e dal gruppo Facebook Segnalazioni Letterarie, intende mettere al servizio del territorio e dei suoi abitanti una proficua occasione di confronto e di crescita, dando un’ulteriore dimostrazione di come la cultura possa trovare i propri spunti d’espressione in contesti periferici sempre più vivaci.

Silvana Lazzarino

“Dima Book Festival”

la Fiera del libro più lunga d’Europa

centro commerciale Dima Shopping

via della Bufalotta 548.Roma

1°ottobre – 20 novembre2022

 

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In Principio- “Io ti vedo. Come l’uomo vedeva, quando era uno con Dio”

L’appuntamento nell’ambito degli incontri sul tema del Principio condotto da Elisabetta Nistri è online su Zoom il 21 ottobre dalle ore 20.30 alle 21.10

In senso di paura e sempre più solitudine potate dalla pandemia da Covid-19, il conflitto bellico che vive l’Europa, l’incertezza rispetto al futuro anche rapportato alla crisi economica che probabilmente tenderà sempre più a colpire la maggior parte della popolazione mondiale, rappresentano segnali di come l’umanità, almeno molta parte di essa, si sia sempre più allontanata da quei principi basati su collaborazione, sostegno e condivisione, per  mettere al primo posto il potere, il successo entro un’ideologia che si nutre di materialismo e apparenza. Come ritrovare un nuovo modo per essere in armonia con sé e gli altri, come lasciare che la visione egocentrica divenga solo un ricordo per ritrovare quell’oramai dimenticato e distante legame in cui si era in perfetta sintonia con quanto intorno e con l’universo? A questo ritorno con cui ricontattare l’appartenenza con la parte più autentica di sé in relazione con il divino guida l’incontro In Principio- “Io ti vedo” Come l’uomo vedeva, quando era uno con Dio organizzato da Elisabetta Nistri che si svolge in modalità online su Zoom il 21 ottobre 2022 dalle ore 20.30 alle 21.10.

Realizzato in collaborazione con la Federazione Famiglie per la Pace questo, del 21 ottobre è il 5 di una serie di appuntamenti online sul Principio Divino. Elisabetta Nistri Presidente della WFWP Italia in questo appuntamento parlerà della dimensione ultraterrena, cercando di rispondere ad alcune domande quali: Esiste veramente l’aldilà? Quanto influenza o condiziona la nostra vita? Esiste la vita dopo la morte? Come possiamo condurre una vita serena nonostante le sfide che incontriamo quotidianamente? Quello che di concreto si può osservare è che l’esistenza pur tra prove e difficoltà, tra dubbi e certezze, delusioni e gioie. va vista quale dono attraverso cui scoprire ogni giorno un aspetto in più del proprio microcosmo emozionale aprendosi agli altri. Inoltre l’esistenza, nel suo processo di ripetizione e ciclicità con tutte le possibili luci e ombre, si lega alla dualità di principio e fine come l’alba e il tramonto poiché ogni volta si nasce e si muore, per rinascere ancora.

Silvana Lazzarino

 

In Principio- “Io ti vedo. Come l’uomo vedeva, quando era uno con Dio”

5 incontro il 21 ottobre 2022 ore 20.30 – 21.10

link sulla piattaforma Zooom

   https://us02web.zoom.us/j/89742749428?pwd=STdRdU1pRWxDVVRUVUk1UVNVWkZEdz09

Zoom ID: 897 4274 9428

Passcode: 113 343

 

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“Dicono di lei…” l’atteso spettacolo ideato e condotto da Silvia Cozzi e Paolo Buzzacconi presso la Galleria Arte Sempione a Roma

L’evento  tra recitazione, musica e parole, che si svolge sabato 30 aprile 2022 alle ore 18.30  è dedicato alla figura della donna

Nell’ambito degli appuntamenti Iplac (Circolo Iplac- Associazione culturale Insieme per la Cultura) di cui è Presidente Maria Rizzi nota scrittrice di gialli, da non perdere quello riferito allo spettacolo Dicono di lei… Storie di donne” realizzato in collaborazione con la Galleria Arte Sempione, con l’accompagnamento musicale del Maestro Maurizio Albano, che va in scena a Roma presso la Galleria Arte Sempione (in Corso Sempione,8) il 30 aprile 2022 alle ore 18.30.

Ideato e condotto dalla poetessa Silvia Cozzi segreteria e Consigliera Iplac e Paolo Buzzacconi, anch’egli poeta, nonché Consigliere Iplac, lo spettacolo, che si sviluppa tra poesia, musica e recitazione, restituisce nuovo spessore ai sentimenti delicati e forti, che investono  l’esistenza della figura femminile, tra ricordi e momenti presenti, desiderio di rinnovamento e libertà,

Attraverso la fascinazione dello sguardo, la dinamica della gestualità e della parola, sono messi in luce i diversi volti di donna: ora incerta e ritrosa, ora decisa e coraggiosa nella sua quotidianità tra realtà e sogno dove non manca quella capacità di ironizzare e mettersi in gioco. Ad emergere è l’immagine di una femminilità senza tempo e misteriosa. La donna ha trovato sempre e continuerà a trovare nuovi modi per essere se stessa e gestire al meglio ogni situazione anche giocando con ironia sui suoi punti deboli e valorizzando quelli vincenti, per lasciare che a parlare sia quel  fascino nascosto che traspare anche da un semplice geto o sguardo da cui si viene catturati come per magia, senza conoscerne il motivo.

All’evento possono partecipare tutti i presenti con aforismi e poesie dedicate alla donna. I proventi della serata saranno devoluti alla Casa delle Case di Monterotondo organizzazione di Volontariato.

Silvia Cozzi, non solo ha scritto e scrive componimenti in metrica, ma anche liberi da strutture precostituite, attraverso cui svela il suo percorso emozionale descritto con profonda autenticità e spontaneità. L’evento si svolge nel rispetto delle vigenti normative anticontagio. Per quanti desiderino partecipare è gradita la prenotazione all’indirizzo mail: artesempione@gmail.com, o contattando il numero di cellulare: 3208787559. Uno spettacolo da non perdere.

Silvia Cozzi, attraverso i suoi testi di poesia ha saputo restituire nuova voce alle emozioni della vita tra passato e presente dove si intrecciano nostalgie e gioie, delusioni e speranze, Autrice di testi poetici di grande spessore tra cui citiamo “Padrona di giochi di luce” (2018), “Pentagrammi di-versi“ (Controluna 2019) Silvia Cozzi ha sempre voluto dare forma a nuove alchimie emozionali dove porre attenzione ad ogni aspetto dell’individuo visto nella sua interezza di  corpo, mente e spirito, per raccontare ogni sfumatura di un vissuto dove abitano ricordi e attese, nostalgie e speranze.

Nella foto Silvia Cozzi,

Silvana Lazzarino

Pr la Rassegna Iplac,

in collaborazione con la Galleria Arte Sempione

lo spettacolo “Dicono di lei”… Storie di donne

ideato da Silvia Cozzi e Paolo Buzzacconi

sabato 30 aprile 2022alle ore 18,30

presso la Galleria Arte Sempione,

Corso Sempione 8 – Roma

per le prenotazioni scrivere a artesempione@gmail.com,

o contattare il seguente numero di cellulare: 3208787559

 

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