Il Dispari 2017-02-20

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Il Dispari 2017-02-20

Il Dispari 2017-02-20Il Dispari 20170220 1 - Comp
INTERVISTA A ROBERTO PRANDIN

Compositore italiano che vive a Perugia.
Ha scritto molta musica di taglio classico-moderno, non appartenente al mondo dello sperimentalismo. Ha una propria concezione estetica che porta avanti giorno dopo giorno, scrivendo musica per tanti esecutori italiani ed esteri. Per Ischia ha in serbo delle sorprese.

Con Bruno Mancini ha da poco scritto due pezzi per voce e pianoforte.
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D- Cosa rappresenta per te la composizione?

R- È un mezzo espressivo a cui non riesco e non posso rinunciare.
Il motivo è dato dal fatto che gli studi di composizione si fanno in giovane età.
Nel mio caso tra i 15 ed i 25.
Ovviamente si continua a studiare anche in età avanzata, ma come un po’ in tutte le discipline di tipo formativo, quando si intraprende uno studio sistematico e profondo, poi uno se lo porta appresso sino all’ultimo giorno della propria vita.

D- Si può parlare di specializzazione nel campo della composizione?

R- Direi proprio di sì.
Io per esempio scrivo musica classica contemporanea.
Già questa definizione rimane un poco generica.
Meglio sarebbe dire quale sia lo stile compositivo e quale l’estetica a cui ci si rifà.

D- E qui, nel caso tuo specifico?

R- Non faccio parte dell’avanguardia.
Per certi versi sono un conservatore.
Mi riallaccio molto volentieri all’estetica del primo Novecento fino al 1970.
Anno più anno meno.

D- E il mondo contemporaneo vero e proprio?

R- Difficile dare una risposta esaudiente, specie in poche righe.
La metterei cosi: Tra il 1950 e il 2000, si annovera una produzione d’avanguardia e di ricerca molto, molto interessante, che conosco, anche per averla eseguita prima come flautista e poi come direttore d’orchestra. Voglio però sottolineare che non me la sono sentita di percorrere strade come quella dello sperimentalismo. Come detto sono legato in parte all’impressionismo ed all’espressionismo.

D- Compositori di riferimento?

R- Debussy, Ravel, Puccini, Stravinsky, Prokofiev.

D- Quanta musica hai scritto?

R- Negli ultimi 6-7 anni circa 120 pezzi completi.
In genere quando inizio un brano, lo porto a termine.
L’80% sono brani da camera (3-4 strumenti), il rimanente per orchestra: archi e orchestra classica e cioè quartetto d’archi più quartetto o quintetto a fiati.

D- Mi risulta che hai scritto delle cose per Ischia. Che rapporto hai con questa realtà?

R- Recentemente ho scritto due pezzi per voce e pianoforte: una ballata su testo di Liga Sarah Lapiska liberamente tradotto da Bruno Mancini “La porta, aperta dal vento” Op 35 Nr 1 e una romanza, sempre per voce e pianoforte su poesia di Bruno Mancini: “Tra eutanasia e ghigliottina” Op. 35 Nr2.

D- Esiste un criterio per la scelta del poeta o del genere poetico?

R- Ti dirò che non sono romantico (nel senso estetico) ma realista d’inizio secolo per tanto cerco opere che si distanzino da un’espressività che si rifaccia all’Ottocento romantico e post romantico.
Trovo l’opera di Mancini, almeno in parte sia molto stimolante sul piano dei contenuti e della struttura ritmica che esula dalla tradizione ottocentesca, la sua poetica mi stimola sul piano della fantasia, sa scrivere.

D- Immagino che tale scelta complichi un po’ le cose all’atto della messa in musica del testo.

R- Sì. L’aspetto ritmico ed accentuativo pone delle condizioni e cioè di trovare formule melodiche compiute, e non lo dico a caso, che forzatamente non siano nella tradizione ma che comunque non si inoltrino troppo nel mondo dello sperimentale.

D- È discorso tecnico difficile da comprendere, dacci qualche spiegazione aggiuntiva.

R- Cercherò.
Il problema è che tutta l’estetica contemporanea esce dai binari della tradizione.
Dovendo scrivere nel 2017 io cerco di recuperare parte del Belcanto rivestendolo di armonia spesso moderatamente dissonante che a volta fa uso di armonia tradizionale.
Insomma, è una via di mezzo.
Come detto, l’avanguardia tout-court non fa parte del mio DNA.
In particolare quando scrivo per voce umana, non vado più in là del necessario.

D- Non c’è il rischio di essere considerato un passatista?

R- Si, c’è, ma io sono convinto della scelta fatta, che è stata lungamente ponderata (decenni).
La mia musica ha una struttura ben definita.
Nelle mie composizioni la si individua.
Certo, il rischio di non essere considerato “contemporaneo al 100%” esiste, non lo nego.

D- È possibile parlare allora di differenza di trattamento tra musica vocale e strumentale?

R- Sì, nella musica strumentale si osa di più poiché si sa che gli artisti esecutori sono in grado di eseguire con perizia musiche per niente tonali, anzi ben lontano da tale estetica.
A volte scrivo proprio a tonale, ma tratto le parabole musicali in modo tale che vi sia sempre una logica compositiva intelligibile.

D-Domanda sibillina: ma allora come la mettiamo con l’opera contemporanea?

R- È veramente un problema al momento insuperato.
Il linguaggio che viene usato dai compositori contemporanei di musica teatrale, a mio avviso, non rispecchia il rapporto-testo musica.
Inoltre esiste un grande problema da risolvere ed è l’esecuzione vera e propria, spesso difficilissima e che necessita di grandi specialisti.
È chiaro che dopo il 1950, l’opera lirica si sia fermata.
In proposito, riporto un’interessante osservazione di Pierre Boulez, direttore d’orchestra e compositore in un’intervista rilasciata 3 anni or sono a La Repubblica: a suo dire, ci vorrebbe qualcuno in grado di rinnovare il linguaggio dell’opera lirica, un po’ come fece Richard Wagner.
La riflessione di Boulez è d’attualità e piuttosto stimolante, inoltre pone le basi per un approfondimento più che auspicabile.
Il suo non è un pessimismo totale, come precisato nell’intervista al quotidiano, visto che c’è anche la speranza che la cultura non venga intaccata ulteriormente dalla crisi economica.
La riflessione di Boulez è piuttosto interessante e consente di approfondire un argomento di cui non si parla poi così tanto: l’opera lirica è ancora viva?
E se lo è chi sono i compositori più rappresentativi di cui ci si potrà ricordare in futuro, come si fa oggi con Verdi, Puccini,Bellini e Donizetti?

D– E quindi, cosa ci si aspetta per il futuro lirico-teatrale?

R- Una rivoluzione musicale vera e propria.
Ma ho l’impressione che al momento non ci siano all’orizzonte soluzioni nuove.
Attendiamo.

D- Restando nel tema: non hai mai pensato di scrivere un’opera lirica?

R- Si, tre i problemi di fondo: trovare un libretto contemporaneo veramente interessante sia sul piano dei contenuti, sia sul piano poetico.
E poi l’aspetto “messa in scena”.
Il rischio è che uno scriva per un anno di seguito, in pratica tutti i giorni in stretta collaborazione con il poeta-librettista che non può essere d’estrazione romantica, dopo di che l’opera rimanga nel cassetto poiché nessun direttore artistico di teatro si prende il rischio di un flop di pubblico ed anche economico.
Voglio anche dire che i pezzi che scrivo per voce e pianoforte hanno un taglio teatrale pur rimanendo in ambito cameristico.
Il tutto potrebbe partire da tale ambito.

D-Tornando ad Ischia, un giorno mi hai accennato ad una sinfonia per orchestra espressamente scritta per Ischia. A che punto sono i lavori?

R- Ne ho scritto per 20 minuti, in pratica i primi due tempi.
La formazione è quella dell’orchestra classica.
Ora sto abbozzando i secondi due.
La sinfonia è in forma di Balletto contemporaneo ed è basato su una storia di estrazione popolare avvenuta nel 1300 a Ischia.
Mi riservo di dare ulteriori particolari tra qualche mese.
Comunque, per pura curiosità dirò che è lo storia triste di Polindorfo e Numella vissuti attorno al 1370.
Non fatemi dire di più.

D- Altre novità?

R- Lo scorso 21 gennaio, a Berlino, la flautista italiana Rita D’Arcangelo ha proposto in prima esecuzione assoluta il pezzo “Tizzy” per flauto solo che lei mi ha commissionato. Lo sta registrando in questo mese, sempre a Berlino, e sarà incluso in un CD per flauto solo con tutti brani che vari compositori contemporanei hanno scritto per l’artista italiana residente a Berlino.
Per la cronaca, Rita d’Arcangelo è una solista di livello internazionale: tiene spesso concerti negli Stati Uniti, in Giappone, in Europa e collabora sistematicamente con musicisti della Filarmonica di Berlino e della Deutsche Oper.

D- Ti ringrazio molto anche a nome di Bruno Mancini e di Gaetano Di Meglio Direttore del quotidiano “Il Dispari” nella cui pagina culturale verrà presto pubblicata questa intervista esclusiva ed interessante. Ti aspettiamo a Ischia.

R- Ringrazio voi tutti per l’attenzione verso la mia arte e sono convinto che molto presto potrò avere il piacere di essere a Ischia per la prima esecuzione della mia sinfonia dedicata alla vostra stupenda isola.

Silvana Lazzarino

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Il Dispari 2017-02-13

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Editoriale

Nella prefazione alla raccolta di liriche “Emozioni al guinzaglio” pubblicata da Massimo Natalucci, Antonio Maddamma ha centrato in maniera egregia alcune caratteristiche della poetica del nostro Autore, scrivendo:
«L’ottava raccolta di Massimo Natalucci conferma appieno la sua maturità poetica.
Non inganni il titolo Emozioni al guinzaglio falsamente naif.

Le emozioni, nella poetica di Natalucci, sono da sempre in raccordo –ecco il significato di guinzaglio- con il pensiero, come già espresso nella sua raccolta Estremi bagliori: “Affiorano i pensieri infranti / strani frammenti / nel torrente agitato delle emozioni”.

Di fatto, ad animare la sua poetica è sempre presente la metafisica bergsoniana, filtrata attraverso i migliori autori del primo Novecento, con il suo sforzo autentico di indagine della realtà e ricerca della verità.

Tale slancio percorre infatti tutta la raccolta dalla lirica di apertura […].
Interessante appare anche la riflessione sulla Natura -sulla quale agisce sotto traccia il retaggio leopardiano- ribaltata dal poeta in “madre affettuosa”[…] , che sono piuttosto gli uomini a far soffrire […] salvo poi condannarsi a vivere in un deserto […]».

Se a ciò aggiungiamo

che le 48 pagine del volume sono corredate da accattivanti immagini pittoriche dai colori emotivamente adeguati ai temi trattati, e precisiamo che tutte le copie sono datate, numerate e firmate dall’autore, allora risulta evidente la preziosità del libro ricevuto in dono da parte di Massimo Natalucci quale segno di compiacimento per gli eventi ischitani ai quali egli ha partecipato su invito ricevuto dalla nostra Associazione DILA.
Grazie Massimo, amico della cultura Made in Ischia!

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Per rivolgere ad Alberto Ghirardini, Socio Fondatore dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, un enorme benvenuto nella redazione di questa pagina abbiamo scelto una foto DOC scattata nel 1939 a Folgaria in provincia di Trento.
Foto proveniente dal suo archivio che sappiamo (e lo vedrete) ricco di antiche fotografie ma anche di stampe dal grande valore storico.
“Meglio vivere un giorno da leone che cento anni da pecora” lo scriveva sulla parete della casupola… forse un pastore!

……….°°°°°°°°°°………..

Dalla mia raccolta
Erotismo, sì
Il brivido più lungo

Ti vedo seduta ogni giorno.
Una mano gingilla tra i riccioli
accarezzandoti la gola.
Il cavalletto attende le curve le tinte le forme.
A volte una coda di auto rallenta il percorso del bus.
Ed io ti guardo fremere per un attimo più lungo.

Ti voglio sdraiata una notte.
Una mano gingilla sul mio petto
accarezzandomi innocente.
Il calice attende le bollicine dello sballo.
A volte un sorriso ferma del tutto il tempo,
ed io ti guardo nuda, prima del brindisi più lungo.

Tunnel dietro la curva.
Un attimo  e tu già mostri
avvinto il prima con il dopo.
Il buio mescolerà per noi il sogno e la realtà.
A volte, stavolta, vincente è la passione,
e tu m’inviterai al brivido più lungo.

Bruno Mancini

3 Erotismo sì! cop ant Liga OK OK

Alberto Ghirardini

Copertina Natalucci

Il Dispari 2017-02-13

“ART WALK” 2017

PATRIZIA CANOLA E ALBA GONZALESA PALAZZO ZENOBIO, VENEZIA
TRA VISIONE ED EMOZIONE

In occasione del Carnevale a Venezia da non perdere ART WALK 2017 Mostra d’arte Contemporanea allestita nella splendida cornice di Palazzo Zenobio, sede degli eventi della Biennale.
Curata da Loredana Trestin e organizzata da Anna Rita Boccolini, la prestigiosa rassegna che si inaugura il prossimo 18 febbraio 2017 e che vede quale direttore artistico il Prof. Alfredo Pasolino, nasce dalla collaborazione artistica di due realtà culturali: Divulgarti Consulting di Genova e Associazione Artistica ”I2colli” di Terni.

Attraverso personali e bi-personali dove si possono ammirare opere di pittura, scultura, installazioni, i visitatori avranno modo di guardare con gli occhi e la mente la vita attraverso sinergie fatte di colori, ritmi di linee, luci e ombre restituite attraverso i diversi linguaggi dell’arte che svela e nasconde, esplora e mimetizza.

In particolare nell’ambito degli eventi di “Art Walk 2017” suggeriamo di visitare la bi-personale delle artiste ALBA GONZALES e PATRIZIA CANOLA, protagoniste di fama internazionale
per la capacità di raccontare le emozioni della vita attraverso i ritmi infiniti della storia dell’uomo tra mistero e sogno, passione e sentimento.

Con eleganza e originalità

nell’espressione di stili e contenuti, in modi diversi, Alba Gonzales e Patrizia Canola rispettivamente scultrice e pittrice – che espongono nella stessa sala-regalano immagini che recuperano le possibili contaminazioni tra passato e presente, visibile e invisibile, dove si susseguono scenari di bellezza e armonia, ma anche illusione e incertezza.

Al fantastico e all’onirico tra storia e mito dove si rincorrono inganno e gelosia, tradimenti e passioni, propri del vissuto dell’uomo, fanno riferimento le sculture eleganti e vibranti di vita di Alba Gonzales, scultrice con 40 anni di carriera costellati da successi e importanti riconoscimenti a livello internazionale.

Accanto al gruppo scultoreo di “Amori e Miti” dove si evince il fascino della mitologia classica e della cultura del Mediteranno, è quello di “Sfingi e Chimere” in cui prevalgono rappresentazioni quasi fantastiche dove affiorano elementi erotico onirici.
Mondi umani e divini, tra realtà e visione, metafora e mistero dove sono presenti elementi classici e dove dominano temi quali il dramma, la passione e l’ironia: in particolare citiamo “Il dubbio di Narciso”, “Seduta sul suo tesoro”, “Il Volo, Paolo e Francesca” e “Le avevo in pugno”.

Alla natura

e al suo essere un tutt’uno con l’uomo che ad essa appartiene, ma che innanzi al suo cospetto talora avverte quel sentimento del sublime che lo frena e lo attrae allo stesso tempo, si rivolge lo sguardo sensibile e attento di Patrizia Canola che della stessa natura coglie il profondo lirismo dentro lo spazio fisico in cui avvertire luci di infinito in sintonia con quanto sovrasta il pensiero, libero di sognare e sperare.

Avvolgenti nelle diversificate sinfonie di luci i dipinti di Patrizia Canola regalano un nuovo modo di sentire le emozioni della vita, soffermandosi sulle atmosfere dense di poesia e bellezza, mistero e armonia proprie della natura.

Natura che mostra i suoi volti ora solari e vibranti, ora cupi e malinconici invitando l’individuo ad interrogarsi sul suo esistere, regalando attimi di sospensione dove ritrovare se stesso andando incontro a quel senso di infinito che si nasconde nel vibrare delle spighe di grano al soffio del vento, o nelle trasparenze delle acque cristalline di un torrente, o ancora nelle rarefatte visioni di un bosco dove l’occhio si perde.

Il colore è protagonista di ogni scorcio e angolo della natura: così, alle variazioni di blu che tracciano stilizzati profili di alberi a suggerire la via del bosco in “Sensazioni”, si contrappone la gamma di colori autunnali delle foglie cadute in terra di “Luci d’autunno” dove l’albero quasi sfoglio si lascia attraversare da una luce diffusa sullo sfondo.

Senza dimenticare le bionde spighe mosse dal vento di “Campo di grano” che creano ponti di luce tra la terra e il cielo e il candore lucente delle “Calle” esaltate dallo sfondo blu.
Bellezza e armonia in sintonia con gli scenari di Ischia che aspetta le due artiste molto presto presenti in una mostra al Museo Etnografico del Mare.

Silvana Lazzarino

seduta sul suo tesoro di ALBA GONZALES

Locandina Venezia 1

Art Meet

Art Meet

Il Dispari 2017-02-13

Corriamo troppo

Siamo malati nello spirito, è una malattia grave perché non ci consente di essere, ma di apparire soltanto.
La facciata è quella che usiamo di più, ci mostriamo sempre diversi, lontani dalla verità, da come siamo e da come dovremmo essere, con i nostri reali difetti e pregi.

È cambiata la nostra vita, corriamo troppo, andiamo sempre più in fretta, lontano dalla verità, lontano dagli affetti, lontano dalla solidarietà, lontano dal mettersi in gioco, con tutti i pericoli che comporta la vita e con tutti i vantaggi che si potrebbero avere per un maggiore arricchimento dello spirito.

Certo è difficile rallentare, ma si può.

La parte migliore di noi l’abbiamo offesa, l’abbiamo quasi ignorata.
Noi dobbiamo apparire meno ed essere più, per migliorare noi stessi, per recuperare un contatto umano più profondo e per ritrovare l’essenza spirituale di ognuno di noi.

Per ottenere questo bisogna fare delle rinunce, essere meno computer, meno cellulare, meno macchina, pensare il più possibile con il nostro cervello e comunicare di più con gli altri; bisogna essere meno indifferenti e guardare di più gli altri negli occhi per rafforzare la nostra sensibilità e il nostro amore per il prossimo.

E’ necessario rimettersi in gioco e riflettere sempre sui difetti, che ognuno di noi ha e che possono compromettere il percorso della nostra vita e quella degli altri.
Per migliorare bisognerebbe essere più umani, usare il meno possibile i mezzi meccanici, ragionare sempre di più con il nostro cervello, per non diventare macchina.
Noi dobbiamo conservare sempre il dono dell’umanità per non essere travolti da un falso progresso.

Napoli, Dicembre 2016

Adolfo Giuliani

Bruno oggi parliamo di eventi culturali

Il Dispari 2017-02-06

Il Dispari 2017-02-06

Editoriale

Il Dispari 2017-02-06

Una folta presenza di Artisti dalle varie nazionalità sta sempre più configurando i progetti Made in Ischia, organizzati con l’etichetta dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, come attività recepite in maniera positiva a livello internazionale.

Ciò grazie anche alla costante disponibilità di questa pagina culturale voluta e vitalizzata dalla felice intuizione del Direttore Gaetano Di Meglio.

Infatti, dopo solo pochi giorni dalla pubblicazione del regolamento d’iscrizione alla seconda edizione del premio di arti grafiche, ci sono pervenute decine e decine di opere tra le quali spiccano, per qualità e per maestria, quelle di Antonio Molina Vasconselos, Sergey Kyrychenko, Heino Blum, Ajub Ibragimov, Janis Drozdovs, Sebastiano Grasso, Liga Sarah Lapinska, Pēteris Grūb, Miguel Pinero, Pēteris Grūb, Valdis Jaunskungs, Eva Strazdiņa, Alvils Cedriņš, Vera Roķe, Didzis Laidins, Anna Rancàne,  Yuri Serebryakov.

Possiamo quindi già comunicare

che alcune opere dei suddetti Artisti faranno parte del gruppo

delle opere finaliste della seconda edizione del premio di arti grafiche per la realizzazione delle copertine dell’antologia “Penna, note, matite” abbinata alla sesta edizione del premio internazionale “Otto milioni”edizione 2017”.

Questa sesta edizione del premio “Otto milioni”prevede quattro sezioni: Poesia, Arti grafiche, Musica, Recensione.

In precedenza abbiamo già pubblicato i bandi relativi al premio di poesia e quello relativo al premio di arti grafiche ed oggi continuiamo nel processo d’informazione pubblicando il bando relativo all’elaborazione della recensione di una delle cinque antologie della serie “Otto milioni”già pubblicate, con l’auspicio ciò che possa indurre alla partecipazione molti lettori di questa pagina.

Sono freschi di stampa,

ma ne scriveremo tra qualche settimana, due preziosi scrigni di poesie per i quali rivolgiamo convinti complimenti a Maria Bigazzi per la sua raccolta di opere pittoriche e di poesie dal titolo “Poesie dipinte”(Grafiline – Firenze Dicembre 2016); ed a Massimo Natalucci (del quale ricordiamo con ammirazione le sue partecipazioni al Museo Etnografico del Mare di Ischia ed al Bookcity di Milano) per la silloge poetica dal titolo “Emozioni al guinzaglio”edita, nello corso mese di Dicembre, a cura dell’Associazione culturale “SENA NOVA” di Senigallia.

 Bruno Mancini

Il Dispari 2017-02-06

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L’OPERA DEL MAESTRO ANDREA TRISCIUZZI,

Il Dispari 2017-02-06

IN MOSTRA A ROMA ALLA SALA DA FELTRE- OPEN ART, RACCONTA I RITMI E LE ARMONIE DELLE EMOZIONI

Scultore e pittore dalle rare qualità, capace come pochi di catturare le emozioni della vita tra gioia e dolore, serenità e angoscia, ANDREA TRISCIUZZI, pone al centro del suo discorso artistico  l’uomo, visto nella sua costante ricerca di risposte ai diversi interrogativi sul senso della vita dove sempre più avverte la propria fragilità nel constatare alienazione e indifferenza.

Nato a Roma nel 1959, dopo aver studiato presso il Liceo Artistico Istituto Rinascimento di Roma, si accosta all’arte prima formandosi a Pietrasanta e poi sotto la guida del professor Ferruccio Vezzoni, insegnante presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, grazie al quale fa propri i segreti dell’arte del modellare approfondendo gli studi della tradizione scultorea.

A partire dal 1984 inizia ad esporre prendendo parte a mostre collettive anche in ambito internazionale dove le sue opere di arte sacra e contemporanea ottengono successo e riconoscimenti.

Ad Andrea Trisciuzzi,

le cui opere sono presenti in tutto il mondo dall’Europa all’Australia dall’Africa agli Stati Uniti fino al Giappone, è dedicata la mostra che inaugura l’11 febbraio 2017 a Roma presso la sede della Sala da Feltre nello spazio OPEN ART (Via Benedetto Musolino, 7) alle ore 18.30.

L’esposizione RITMI E ARMONIE DELLE EMOZIONI Mostra personale di Andrea Trisciuzzi a cura di Sabrina Consolini, attraverso una trentina di opere tra dipinti materici e sculture in bronzo e resina, fa emergere la forza descrittiva dell’orizzonte visivo e creativo dell’artista svelando la spontaneità delle emozioni entro questo tempo che accoglie e rifiuta, imprigiona e libera, per preparare a quanto accadrà dopo.

Il percorso, allestito con la supervisione dello stesso Trisciuzzi, rivela i temi portanti con cui egli si è confrontato nel corso della sua carriera: l’amore e la religione, la rinascita e la libertà.

Tra i dipinti materici

si segnalano in particolare “Esplosione” e “Tempoperso”: due modi diversi con cui sentire la vita e le emozioni che essa rivela. Esplosione è un rincorressi di sensazioni che presto spariranno, Tempoperso rivela una linea del tempo ideale, ossia un tempo inesistente dove non esistono più minuti, ore, giorni a scandire gesti e azioni.

Lineari ed essenziali sono le sculture riferite agli sport- dal ciclismo alla ginnastica, dalla maratona al tennis- dove spicca il senso di libertà reso dal movimento come in “La donna in bicicletta”, “Famiglia in bicicletta” e “La ginnasta”, ma anche altre legate ai sentimenti dell’uomo come “GliAmanti” stretti in un abbraccio avvolgente.

Più ricercate nella lavorazione

sono le suggestive sculture in legno e resina dove protagonista è la figura femminile come “Maternità universale” a simboleggiare la rinascita e il dono che la donna fa della vita.

E ancora il corpo della donna è al centro della straordinaria scultura “Donna con le Ali” in resina bianca: un corpo visto come prigione troppo spesso violentato e vittima di pregiudizi e di cui la donna deve liberarsi, cui si contrappone la sua vera natura ossia quella di essere fonte di vita.

Andrea Triscuizzi

è anche un eccellente ritrattista, raffinato ed elegante nel restituire a volti e sguardi ogni dettaglio, caratterizzando ogni espressione del viso.

Tra i ritratti a personaggi famosi vanno citati quelli di Mike Buongiorno, (in mostra), Patrick Slim e Charlie Chaplin.

Si può ammirare anche la famosa “Croce Astile” in filoresina bronzata: opera a carattere sacro realizzata nel 2001 e benedetta da Papa Giovanni Paolo II, portata al Polo Nord, al Polo Sud e a San Pietroburgo.

Della Croce Astile altri esemplari sono stati collocati in diversi luoghi del nostro Paese tra cui il Monte Bianco e il Monte Amiata.

“La croce Astile”

rappresenta il viaggio dell’uomo in questa esistenza: essa è un invito ad una rinascita che si evince dalle nove figure nel loro salire a fatica verso la cima.

All’uomo è data la possibilità di ritrovare la bellezza della vita, ma tutto questo attraverso un percorso di dolore espresso nei tratti e nei lineamenti sofferenti delle prime tre figure nella loro scalata verso il punto più alto della Croce.

In anteprima possiamo riferire che Andrea Triscuzzi con piacere esporrà al Museo Etnografico del Mare di Ischia, insieme alla collega Patrizia Canola ed ad altri artisti locali, in una mostra che si terrà nella prossima primavera-estate organizzata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Silvana Lazzarino

RITMI E ARMONIE DELLE EMOZIONI
Mostra personale di Andrea Trisciuzzi
c/o OPEN ART- Sala da Feltre
Via Benedetto Musolino, 7 Roma
11 febbraio – 11 marzo 2017
Orario: dal lunedì al venerdì 9-13/14-17
Inaugurazione sabato 11 febbraio 2017 ore 18,30

LOCANDINAbis 31_1_17 ufficiale mostra ANDREA TRISCIUZZI Sala da Feltre Open Art

LOCANDINA.P2. 31_1_17 verso 2 mostra A TRISCIUZZI Sala da Fetlre Open Art

la donna con le Ali 1

Il Dispari 20170206 tutto ridim

Premio internazionale di recensione “Otto milioni”

REGOLAMENTO prima edizione 2017

Premio per la migliore recensione di una delle cinque Antologie della serie “Otto milioni”

L’iscrizione al Premio è completamente gratuita per TUTTI.

  1. Una Commissione nominata da Bruno Mancini provvederà a selezionare le recensioni che parteciperanno alla fase finale del Premio
  1. Gli Associati all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscrivere UNA loro recensione direttamente nel gruppo delle finaliste, purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento. Sono esclusi da questa opportunità i Soci DILA che saranno, eventualmente, inseriti nelle Giurie del Premio.
  1. Gli Autori che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini (vedi elenco Autori partecipanti alle Antologie) sono equiparati agli Associati DILA.

  1. Autori italiani e stranieri potranno partecipare al Premio con una o con più recensioni, purché ciascuna di esse faccia riferimento ad una diversa antologia tra le cinque della serie “Otto milioni”.
  1. Le recensioni iscritte al Premio dovranno essere: a) inedite; b) scritte in formato word; c) di lunghezza compresa tra un minimo di 3.000 e un massimo di 8.000 battute spazi e titoli inclusi.
  1. A richiesta degli Autori, i testi di TUTTE le recensioni selezionate come finaliste potranno essere pubblicati nel volume antologico “Penne Note Matite”. Tale loro pubblicazione sarà subordinata all’ordine di acquisto di almeno due copie dell’antologia per ognuna delle pagine impegnate per la stampa. L’antologia sarà regolarmente provvista di un codice ISBN. Il prezzo di copertina del volume sarà di 22.00 € e la stampa avverrà entro il mese di Settembre 2017.
  1. L’Autore per partecipare al Premio dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa in calce a questo regolamento e dovrà inviarla, debitamente firmata, insieme al file word della recensione proposta..
  1. La votazione conclusiva che designerà la recensione vincitrice, avverrà sommando i punti ricevuti mediante: a) link ai siti web che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 1 punto); b) coupon inseriti nelle testate giornalistiche che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 10 punti); c) voti espressi da giurie nominate da DILA e dagli sponsor del Premio. L’opera vincitrice sarà utilizzata come recensione ufficiale dei premi “Otto milioni” edizione 2017.
  1. Le recensione per partecipare al Premio dovranno pervenire, nella loro stesura finale, a emmegiischia@gmail.com entro e non oltre il 20 FEBBRAIO 2016

  1. I nomi dei finalisti saranno annunciati entro il 10 Marzo 2016.
  1. La classifica finale sarà annunciata entro il 10 Aprile 2016
  1. La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 20 Ottobre e il 31 Dicembre 2017. La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.
  1. Trattandosi di un Premio ad iscrizione COMPLETAMENTE GRATUITA, Bruno Mancini si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Autori, inviando i propri testi, ne prendono atto in maniera definitiva.

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Il Dispari 2017-01-30

Il Dispari 2017-01-30

I romanzi di Andrea Esposito alla Biblioteca Antoniana d’Ischia

Quale sia stata la genesi e quali i percorsi che hanno portato alla ribalta nazionale lo scrittore foriano Andrea Esposito ce l’ha detto nella Biblioteca comunale Antoniana di Ischia, sabato 28 Gennaio 2017, Gaetano Di Meglio, Direttore del quotidianoIl Dispari, durante la presentazione del nuovo volume “Graticola” scritto appunto da Andrea Esposito.

“Il fenomeno Andrea Esposito – da detto Gaetano Di Meglio – va visto alla luce dell’ultimo libro, perché GRATICOLA per Andrea, e per quelli che seguono questo autore, rappresenta un po’ il passaggio importante. Rappresenta lo step che era necessario: fino a poco fa lui era l’autore sotto faro di Forio che scriveva di Forio, poi con Graticola, invece, cambia editore, cambia soggetto, e diventa un autore nazionale.

Ci diventa dopo un percorso prettamente meritorio.

Il mondo dell’editoria, soprattutto quello del libro, è particolare.
Oggi vediamo come negli ultimi quattro cinque anni il mondo si è evoluto (da quando è terminata l’era dell’intermediario tra il singolo e il grande pubblico e con l’avvento dei social, ma con l’avvento soprattutto di quella che è la distribuzione social e l’apertura del mondo social al mondo reale) ed ha un po’ liquefatto i confini.

Oggi per un autore andare in edicola, organizzare un libro è facilissimo.
Quattro anni fa avevi bisogno di un editore, di qualcuno che prendeva il tuo manoscritto, lo leggeva, lo valutava e decideva di investire.
Oggi il tempo è cambiato, oggi il tempo non è più quello, oggi vai su internet, e si trovano tanti servizi on-line dove il signor nessuno può accedervi, caricare il suo testo, editare il suo testo e poi questo testo ha bisogno semplicemente di essere diffuso.

Con Andrea invece non è successo così.

Con Andrea c’è stata una produzione particolare.
Parliamo di uno stile letterario che è difficile perché è particolare.
Perché parliamo di uno stile letterario che non ha rispetto, uno stile letterario che racconta quello che è, dove non per forza ci sono i buoni, ma dove non per forza ci sono i cattivi, dove il buono e il cattivo o il cattivo e buono dipenda dal momento dalle circostanze, dove i confini non ci sono più.

Ed è un racconto reale, un racconto che diventa reale, dove è difficile emergere.
Più difficile perché raccontare il brutto, certe volte, diventa facile perché basta non farlo bene e ogni cosa diventa brutta.
Andrea invece è riuscito a raccontare bene qualcosa di brutto.”

Quando ho iniziato a crogiolarmi

nella velleità di diventare uno scrittore, e mi riferisco ad oltre mezzo secolo fa, avevo la ferma convinzione che l’ambiente, i paesaggi, i personaggi e tutto quanto ruotasse intorno alla vita reale dell’aspirante romanziere, fossero particolari ininfluenti per la stesura del racconto.
Infatti, mi stavo (stavano) formando su due filoni di letture per alcuni aspetti paralleli, ma in pratica estremamente distanti tra di loro.
Mi riferisco alle letture di Autori, classici come Dante, insite nei piani di studi obbligatori, e alle deviazioni, quasi carbonare, verso autori “moderni” come Dumas e Salgari.
Due filoni distanti per disposizioni accademiche ma paralleli in quanto riconducibili ad una stessa matrice ideologica e costruttiva: “La Fantasia”.

A me pareva ugualmente impossibile

che l’ambiente ecc. avessero potuto essere elementi determinanti per la scrittura di libri come la Divina Commedia o come Il Conte di Montecristo.
Con gli anni anche queste certezze hanno lasciato il campo ai dubbi che sono il lievito delle nostre convinzioni, fino a quando, fino ad ieri, credevo che l’ambiente, i paesaggi, i personaggi e tutto quanto ruoti intorno alla vita reale dell’aspirante romanziere possano esercitare un’influenza sulle apparenze proposte nei racconti, ma siano per nulla utilizzabili come prodromi di vicende altrove collocabili.

Ischia, per esempio –pensavo fino ad ieri-, in una costruzione letteraria potrebbe sì formare scenografia di eventi delittuosi ma non potrebbe mai essere traslitterata come covo di eventi criminali.

Cosa ha detto, invece, Andrea Esposito a tale proposito?

“Come sfondo c’è Ischia, perché Ischia non è altro che un microcosmo inteso nel senso più positivo e puro del termine.
Io uso spesso questa tipologia di luoghi nei miei racconti.
Il microcosmo non è il paesino idilliaco fatto tutto di rose e fiori profumati con le viuzze e le botteghine artigiane.
No il microcosmo può essere anche un paese travolto dall’ambiguità, dalla contrapposizione di determinati tipi di personalità di suoi paesani capaci di slanci di enorme altruismo e nello stesso tempo di meschino arrivismo.

Un po’ Ischia lo è.

Il microcosmo non è altro che la metafora di quello che può essere il mondo intero rapportato ad un piccolo paesino.
Quando dico Ischia è capace di contrapposizioni anche dal punto di vista negativo, quando dico che Ischia è capace di ambivalenza nella sua personalità non intendo connotare Ischia negativamente, anzi tutt’altro.

Io sono legato profondamente all’isola e al mio paese Forio.
La amo visceralmente, ma trovo che sia un esercizio banale e auto consolatorio, e soprattutto bugiardo, raccontare oggi Ischia raccontando le pietanze che si cucinano oggi nei ristoranti isolani.
Reputo un esercizio di una banalità estrema raccontare Ischia raccontando che si fa la pesca turistica non la barca a vela.
Bisogna raccontare Ischia a 360°.
Avere il coraggio di raccontarla tutta.
Raccontare la realtà così come è.”

E con questo ragionamento

Andrea Esposito mi ha convinto a leggere almeno la sua ultima opera letteraria.
Leggerò GRATICOLA e vi racconterò le impressioni che ne avrò ricavato, ma voi, intanto, perché non mi emulate e correte in edicola a comprare il libro così poi, dopo che l’avrete letto, ne potremo discutere con cognizione ed argomenti di prima mano?

Bruno Mancini

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Il Dispari 2017-01-30

LE FOTOGRAFIE DI GLORIA PASOTTI

RESTITUISCONO NUOVA VITA AD OGGETTI ORDINARI RENDENDOLI STRAORDINARI

Sugli assemblaggi, sulle associazione tra diverse forme legate all’arte dove ritrovare luoghi inattesi del quotidiano che difficilmente emergono nell’ordinario di un tempo sempre uguale, ruota l’interesse creativo di GLORIA PASOTTI (Brescia,1987), giovane fotografa e artista multimediale, già nota in Italia, Francia e in Svizzera per aver partecipato a diverse esposizioni personali e collettive di grande interesse.

Al suo lavoro, sempre proiettato alla ricerca di nuove possibilità espressive, attraverso cui restituisce un nuovo modo di osservare la realtà facendo affiorare il nuovo dall’abituale, è dedicata una mostra presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada” di San Gimignano aperta fino al 26 marzo 2016.

Su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di San Gimignano, la mostra 40 DAY DREAM, personale di Gloria Pasotti, a cura di Elio Grazioli, rientra nell’ambito del progetto Fenice Contemporanea, realizzato nell’ambito di TOSCANA INCONTEMPORANEA 2016.

L’obiettivo della galleria “Raffaele De Grada”

che in questi ultimi anni ha ospitato mostre di grandi maestri della fotografia come Elliot Erwitt, Franco Fontana e Robert Capa, è quello di dare spazio anche a giovani e bravi fotografi come Gloria Pasotti attenta, nel suo lavoro, al ruolo della luce naturale e artificiale, nel creare le giuste ombreggiature a caratterizzare giustapposizioni di piani e spazi dove gli oggetti si trasformano in altro da sé.

Nelle fotografie e installazioni realizzate da Gloria Pasotti emerge la ridefinizione degli spazi visti, frequentati e abitati riorganizzati secondo una visione insolita, talora spiazzante dove associa oggetti della sua vita quotidiana di diversi contesti di provenienza, riassemblandoli e restituendo ad essi una nuova funzione con cui da vita a scenari inattesi e ordini di forme sconosciuti.

Attraverso una nuova visione del reale viene dato spazio a nuove interazioni emotive dove oggetti e ambienti non usualmente associabili tra di loro, diventano possibili presenze con cui recuperare l’altra faccia di una realtà che troppo spesso fugge ad una prima e rapida occhiata.
“40 DayDream è un viaggio fotografico attorno alla mia casa” come affermato dall’artista: un viaggio quale esplorazione in diversi luoghi e direzioni all’interno di un ambiente – quello introno all’abitazione dell’artista- che diventa territorio privilegiato per riscoprire quante possibilità offra l’indagine dell’occhio fotografico capace di restituire nuovo respiro a quanto visto come appiattito e obsoleto.

Oggetti fuori scala riempiono lo spazio

sfidando la gravità a creare nuove composizioni per raccontare quanto siano infinite le possibilità con cui creare relazioni tra entità diverse e simili.
Un percorso che, mostrando immagini di diamanti deformati, nature morte in interni d’auto, nastri colorati legati a gambi di fiori, e ancora una biglia di vetro collocata nel cavo di un orecchio, apre a nuovi scenari del reale dove trovare le risposte agli interrogativi sul senso di questa vita in cui si consuma l’infinita dicotomia tra finzione e verità, apparire ed essere.
Dietro ogni oggetto si nasconde un’infinita potenzialità di situazioni in cui ricollocarlo e ridefinirlo.

Gli scatti di Robert Capa -prima ricordato- sono tra le immagini protagoniste della mostra “Sogno cose mai viste”, in collaborazione con la Robert Kennedy Foundation e l’Agenzia Contrasto, presentata ad Ischia a Villa Arbusto a Lacco Ameno nel 2013 in occasione della XXXIV edizione del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo organizzato dai fratelli Benedetto ed Elio Valentino.

Silvana Lazzarino

gloria09

Il Dispari 20170130 tutto ridim

TERRA BRUCIATA

Terra bruciata dal fuoco
cosparsa di sale,
nessun filo d’erba nascerà nel tuo cuore.
Un raggio di sole accarezza la mia pelle,
mi invita ad amarti cospargendoti di calore e
di acqua purificante.
Una voce mi sussurra:
Amalo, ha bisogno d’ardore!
La mia anima spera in un giorno migliore
di una vita che ci unisce nell’infinito sospesi
nel nulla come la fiducia che brilla nei cuori
della fratellanza senza barriere e colmi d’amore.

ANGELA MARIA TIBERI

Bruno oggi parliamo di eventi culturali

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Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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