Divieto di sedersi

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Divieto di sedersi

Per la serie Esopo news

Ho ricevuto e pubblico.

Gentile Signor Mancini, seguo con una certa piacevole assiduità ciò che lei scrive in alcuni gruppi di fb e spesso, trovandomi in sintonia con le sue denunce, sono stata tentata dall’aggiungere al pragmatico “mi piace” un mio commento. Finora non l’ho mai fatto principalmente perché, lo confesso, ho preferito non impegnarmi in discussioni delle quali non avevo conoscenza diretta delle ragioni espresse dalle diverse parti in causa.
Tale autocritica ritengo sia la giusta premessa per dichiarare che non riterrò una scortesia l’ipotesi che lei voglia cestinare questa mia allegata “lettera aperta” indirizzata ai cittadini di Ischia.

Tuttavia, a corredo della “lettera aperta”, sappia, Signor Mancini, che poggio i piedi sull’isola da quando avevo le treccine e “lo scoglio” era un paradiso terrestre.

«Gentili abitanti dell’Isola d’Ischia,

un personaggio, piuttosto informato delle “vicende” edilizie verificatesi nel comune di Ischia, smanacciando nelle sue tavole dei ricordi, mi ha mostrato alcune costruzioni realizzate ABUSIVAMENTE sul suolo pubblico (in parte o in toto).
La scalinata che vi mostro in fotografia NON è stata certamente realizzata da Michelangelo Buonarroti, NON è composta dai preziosissimi materiali (a meno che non si considerino tali i volgari ed indefiniti agglomerati cementizi), NON è ricoperta da polveri antiche di inestimabile valore ma da moderna sporcizia mai rimossa, e, ma sarà certamente un caso, la scalinata che vi mostro in fotografia è molto simile ad un manufatto abusivo realizzato su suolo pubblico presente nell’archivio del Tizio informato delle “vicende” edilizie verificatesi nel comune di Ischia.

Presentata la scena, vengo ad esprimere le mie considerazioni: il cartello “Divieto di sedersi” è il massimo dello squallore da parte dell’estensore, è il top della mortificazione per la civile comunità ischitana, è la super vergogna per l’inettitudine delle istituzioni, è il peggiore sistema per ambire ad essere una località protesa verso l’accoglienza turistica.
La grettezza di certa gente sarebbe degna di gogna pubblica ed isolamento dalla società civile.»

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Bruno Mancini

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