Il Dispari 20190211 – Redazione culturale

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Il Dispari 20190211 – Redazione culturale

Il Dispari 20190211

Editoriale

Invito alla lettura “Promo uno” di Bruno Mancini, copertina morbida con rilegatura termica, 50 pagine, prezzo € 6,00 (IVA esclusa), stampa in 3-5 giorni feriali, ISBN 9780244448769, copyright Bruno Mancini (licenza di copyright standard), prima edizione, pubblicato l’8 gennaio 2019, ID 23942055, acquistabile presso l’edicola in piazzetta San Girolamo a Ischia e al link http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/promo-uno/paperback/product-23942055.html, è un florilegio di poesie tratte dalle raccolte: Davanti al tempo; Agli angoli degli occhi; Segni; Sasquatch; La sagra del peccato; Incarto caramelle di uva passita; Non rubate la mia vita; Io fui mortale; La mia vita mai vissuta; Non sono un principe.

Tutte le poesie saranno pubblicate in questa pagina a partire dalla prossima settimana.

Antonio Gerardo D’Errico: “Ischia è la mia estate ideale”

Di Michela Zanarella Antonio Gerardo D’Errico è poeta, scrittore e sceneggiatore. Nato a Monteverde, un meraviglioso borgo in provincia di Avellino, vive da anni a Milano, ma è da sempre affascinato da Ischia. Premio Grinzane Pavese nel 1998 e nel 2000.

Ha scritto numerosi testi di argomento musicale.

Nel 2011 pubblica per Rizzoli la biografia di Eugenio Finardi, Spostare l’orizzonte, scritta insieme al cantautore milanese e, nel 2015, esce presso Mondadori con la biografia di Pino Daniele, Je sto vicino a te, scritta insieme a Nello Daniele, fratello di Pino. Il suo esordio nella letteratura di genere noir gli vede assegnare il terzo posto dalla giuria dei lettori al “Premio Scerbanenco, Courmayeur noir in festival”, con l’opera per ragazzi Il Discepolo, ispirato ai fatti di cronaca legati alla sette sataniche.

Successivamente dà alle stampe l’originale thriller sul mondo della scuola, La governante Tilde.

Con “Morte a Milano” ritorna al noir tematico di genere, dopo aver pubblicato da poco per Controluna edizioni la delicatissima silloge poetica dal titolo Amori trovati per strada.

Michela Zanarella:-

Antonio Gerardo D’Errico, il suo percorso letterario è segnato da tanti riconoscimenti e numerose pubblicazioni: dalla poesia, al noir, dai romanzi alle biografie di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Cosa rappresenta per lei la scrittura?

Antonio Gerardo D’Errico:-

È la vita, che ci rappresenta in ogni sua parte. Nella scrittura c’è la gente con i suoi tormenti, i suoi dolori, i suoi affanni, le sue delusioni in attesa che qualcuno si accorga che tutto questo esiste. In uno sguardo c’è l’essenza della meraviglia incontenibile dell’universo, c’è la gioia e la bellezza. A me è stato sempre chiaro che scrivere e vivere sono la stessa cosa; portano in sé la bellezza e il tormento del tempo che passa, della fatica di rendere verità ai giorni con le azioni e con i pensieri. È sempre un affanno, i sensi in tumulto, la presenza di qualcosa che sfugge che mi inducono a fare luce, a rendere chiarezza. È un esercizio fisico la scrittura, come la vita. È una passione che eleva e che atterra, come la vita. È il ricordo di un amore mai estinto, la perdita di una persona cara, l’idea che qualcosa di nuovo interverrà che ci fanno credere che tutto abbia un’origine e una permanenza. C’è chi scrive per essere qualcuno: questa è la vera sconfitta dell’arte. È la vita che ci rende qualcuno o nessuno: fa male o fa bene, è la vita che decide l’uno o l’altro sacrificio. La scrittura accomuna nel bene o nel male. La scrittura è incontro con gli altri: incontrarsi sempre e solo con se stessi è una noia prima che una follia.

Michela Zanarella:-

Recentemente ha pubblicato una raccolta di poesie “Amori trovati per strada” e un noir “Morte a Milano-Ernest”. Ce ne vuole parlare?

Antonio Gerardo D’Errico:-

La poesia è la ricerca di una verità che rende folli quando le parole mancano per sondare un universo che rimane inconosciuto. È un limite. Ma si fa elevazione non appena le immagini rappresentano un’idea che colpisce al cuore. Amori trovati per strada sono la descrizione di quell’euforia e quella bellezza sorprendenti e spasmodiche che ci toccano l’animo per un incontro imprevisto, rendendoci uomini in mezzo ad altri uomini. La poesia d’amore è una fiammella di speranza che riscalda o lascia atterriti, senza speranze. Io cerco sempre un approdo di bene nelle mie peregrinazioni vissute o solamente descritte. E questa mia ricerca viene spesso ripagata dalla quiete del corpo e della mente che dà pace e fiducia. Una breve poesia della raccolta mi dà il senso stesso dell’essere vivi e limitati in un angolo di universo, mentre il respiro si fa leggero come se un desiderio di eternità fosse arrivato per portare conforto: “Torneremo insieme/ a guardare i tramonti/ tenendoci per mano”. Morte a Milano, invece, è la mia ultima pubblicazione di genere noir. Anche in un genere così inseguo con l’immaginazione la follia, per poterla catturare e vincere, magari dopo aver fatto scorrere sulla carta volumi necessari di sangue malato. E alla fine della narrazione, si arriva, anche in questo in caso, alla quiete che lascia il respiro sereno. Cambiano le immagini, i moventi, i personaggi e gli incontri. Diversa è l’ambientazione. Ma l’esito della parola scritta sull’animo umano non cambia. La sua efficacia supera i generi, perché per chi sa accogliere i suoi suggerimenti si fa necessariamente pensiero oltre che distrazione.

Michela Zanarella:-

Lei è nato e cresciuto a Monteverde, un meraviglioso borgo in provincia di Avellino, Cosa le ricorda Ischia?

Antonio Gerardo D’Errico:-

Ischia per me è l’estate ideale. La consociamo tutti: è mare, sole, terme, spiagge naturali. È cordialità di un popolo tanto accogliente e laborioso. Negli ultimi tempi, spiacevolmente, la sua bellezza viene oltraggiata dai racconti mediatici, in cui si mescolano politica, legalità e quel solito tocco di pregiudizio, confondendo i diversi piani di giudizio. Sono sicuro che la gente dell’Isola, dal cuore grande, non è propensa a chiedere di chiudere un occhio per pura convenienza; ma reclamerà un confronto, perché quanto è anomalo venga normalizzato in maniera razionale. Non vado oltre in un argomento tanto offensivo per chi lo fa e chi lo subisce. Il cuore della gente dell’Isola è aperto alla verità, come hasempre dimostrato di essere. Ischia non ha bisogno di essere difesa, è la sua bellezza a difenderla, la cura e le attenzioni dei residenti che l’hanno preservata nelle sue bellezze naturali. I tramonti sulle scogliere di Casamicciola sono poesia, i suoi colori, i suoi profumi, sono benefici per lo spirito e per la mente. Abbagliano i colori del mare coi suoi flutti spumosi, i rumori del porto, le scogliere a picco sul mare. Il castello Aragonese di Ischia è un monumento di ingegno e di bellezza. Le colonne di roccia calcarea emergenti dall’acqua del mare di Lacco Ameno sono meravigliose, come le case del paese oltre la riva e le colline verdeggianti in alto. A Ischia si arriva e si dimora tra la bellezza e l’accoglienza. Questa è la verità che mi affascina più di ogni altra cosa.

Le poesie di Angela Maria Tiberi

Queste poesie sono dedicate dalla Prof.ssa Angela Maria Tiberi, (Opinionista di questo giornale, Presidente delegata Regione Lazio Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”; Presidente delegata Regione Lazio Accademia “Arte e Cultura” di Michelangelo Angrisani; Presidente delegata Regione Lazio Associazione internazionale “La pulce letteraria”; Ambasciatrice Associazione internazionale “Magna Grecia Latina-New York”; Membro speciale “A.L.I.A.S” Melburne; con profonda stima e ammirazione ai Professori della Clinica Annunziatella di Roma: MASSIMILIANO BRUGNOLO (Specialista in Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva e del Dolore). Bellissimo uomo dagli occhi profondi che toccano l’anima del paziente e donano fiducia all’equipe della sala operatoria. Dolcemente ci addormentiamo con la fede di estirpare il male che affligge il nostro corpo umano. Sa amare chi gli tende la mano donando il suo cuore umano. LUIGI DE SANTIS (Specialista in Chirurgia Generale chirurgia tradizionale e mini-invasiva; laparoscopia e robotica). Meraviglioso chirurgo dalla profonda umanità con dolci mani come ali di farfalla operi con magnificenza e altissima maestria lasciando nell’anima del paziente gioia ed allegria, estirpando la parte ammalata doni ristoro al disperso nel deserto della sofferenza. Ti amiamo e siamo grati al SIGNORE di aver conosciuto un uomo stupendo di rare virtù. Poeticamente ci sentiamo vicini e la distanza del LEI non sentiamo perché profondamente ci sentiamo uniti come le acque del cielo e dell’amorevole Terra a cui noi apparteniamo. GIANCARLO STAZI (Specialista in Cardiologia e Terapia intensiva, Geriatria e Medicina interna). Ammirevole professionista dal cuore di un’immensa umanità come l’Universo a cui noi apparteniamo, ci incoraggi tenendoci per mano con semplicità i tuoi occhi sono dolcissimi come il miele appena raccolto dandoci coraggio e riattivando la nostra vitalità appassita e indebolita dai mali fisici. Uomo di profonda cultura e pioniere di nuove tecniche cardiologiche insegni con umiltà e illuminante genialità. Ti amiamo e dolcemente ci incamminiamo insieme verso i valori profondi della vita che rendono eterni il nostro passaggio in questa società.

Il Dispari 20190204

Il Dispari 20190204 – Redazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: premiazione vincitori “Otto milioni” costituzione della “Cooperativa uniti si vince – CUSIV” Accolti dalla premurosa e cortese ospitalità di Riccardo Leonini, Presidente dell’Associazione “Sinergie Solidali”, lo scorso 27 gennaio, nella sede sociale dell’Associazione romana, DILA ha effettuata la cerimonia di premiazione dei vincitori delle cinque sezioni (musica, arti grafiche, giornalismo, narrativa, poesia) del premio internazionale “Otto milioni” edizione 2018. L’incontro culturale è stata presentato da Mariapia Ciaghi nella duplice veste di titolare della casa Editrice “Il Sextante” che ha stampata l’antologia “Una pagina, un’emozione” (nella quale sono state pubblicate tutte le opere finaliste del premio), e di Direttrice del magazine “Eudonna” ove è presente una rubrica del made in Ischia la cui redazione è affidata al sottoscritto. Caterina Guttadauro La Brasca, opinionista di questa pagina nonché vincitrice del premio di narrativa “Otto milioni” edizione 2018, insieme a Milena Petrarca, vincitrice del premio di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017 realizzatrice delle splendide decorazioni che hanno impreziosito le pergamene consegnate ai vincitori, hanno condotto l’incontro con tanta ma tanta simpatia e professionalità. Angela Maria Tiberi, presidente della sede operativa DILA del Lazio, purtroppo assente per motivi di salute, non ha fatto mancare la sua vicinanza inviando, tramite la vicepresidente Flora Rucco, un affettuoso messaggio rivolto a tutta l’organizzazione e a tutti i partecipanti all’evento. Silvana Lazzarino, Giuseppe Vultaggio, Dalila Boukhalfa, Josep Barcelò, Milena Petrarca, Mariapia Ciaghi e Felice Maria Corticchia hanno ritirato personalmente le pergamene loro assegnate.

L’elenco di tutti i premiati è già stato precedentemente pubblicato in questa pagina.

Oggi abbiamo il piacere di proporre in anteprima alcune immagini particolarmente evocative dell’incontro che si è dipanato attraverso personaggi provenienti non solo dall’Italia ma anche da altre nazioni bagnate dal mar Mediterraneo. Dalila Boukhalfa dall’Algeria, Manal Serry dall’Egitto, Joan Jos Josep Barcelò I Bauçà dalla Catalogna, più che un semplice saluto hanno scambiato simboli e sentimenti di amicizia e di collaborazione con tutti i premiati, con gli organizzatori e con tutti i delegati delle associazioni che seguono con interesse i progetti made in Ischia realizzati dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Costituzione della “Cooperativa uniti si vince – CUSIV”

L’incontro, iniziato nel primo pomeriggio, è proseguito fino a tarda sera in seguito all’effettuazione di una riunione atta a creare le premesse per la fondazione di una cooperativa di Associazioni legalmente costituite aventi come comune scopo statutario la realizzazione di attività di carattere artistico e/o culturale e/o sociale. Da tutti i delegati delle Associazione qui di seguito in elenco, all’unanimità, è stata messa a verbale l’intenzione comune di giungere all’obiettivo fissato attraverso alcuni passaggi che dovranno favorire la coesione e la collaborazione necessarie affinché CUSIV (questo è il nome che verrà dato alla “Cooperativa Uniti Si Vince”) nasca su basi solide di stima e di rispetto reciproco nel nome della pace, dell’arte, della cultura e della solidarietà sociale. Fermo restando che ogni Associazione sarà autonoma nel decidere se aderire o meno a tutti i futuri sviluppi che si articoleranno fino alla costituzione della Cooperativa, e stabilito che le eventuali richieste di adesione provenienti da altre realtà associative dovranno essere singolarmente valutate, la riunione si è conclusa affidando ad Angela Maria Tiberi e al sottoscritto il compito di creare un gruppo di lavoro che si attivi per concretizzare quanto prima le intese raggiunte. Hanno sottoscritto tale intesa i 31 delegati di: A.L.I.A.S. ACCADEMINA ITALIA AUSTRALIA SCRITTORI PRESIDENTE GIOVANNA GUZZARDI ACCADEMIA ARTE E CULTURA DI MICHELANGELO ANGRISANI ANCI LAZIO PRESIDENTE NICOLA MARINI ARCHEO CLUB DI SERMONETA PRESIDENTE SONIA TESTA ASSOCIAZIONE BEETHOVEN PRESIDENTE LUCA HOTI VICE PRESIDENTE ASSUNTA GNEO ASSOCIAZIONE CULTURALE DA ISCHIA L’ARTE – DILA PRESIDENTE ROBERTA PANIZZA ASSOCIAZIONE CULTURALE LATINA MUSICA CLASSICA DIRETTORE FRANCA POMIPILI ASSOCIAZIONE GABRIELE DE IULIS PRESIDENTE GABRIELE DE JULIS ASSOCIAZIONE IL CONVIVIO PRESIDENTE ANGELO MANITTA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ALTIRPINIA PRESIDENTE AUGUSTO VERDEROSA ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE LA PULCE LETTERARIA PRESIDENTE ANGELA DIBUONO ASSOCIAZIONE MAGGIO SERMONETANO PRESIDENTE MASSIMO GENTILE ASSOCIAZIONE MAGNA GRECIA LATINA NEW YORK PRESIDENTE MILENA PETRARCA ASSOCIAZIONE NEDIMEO PRESIDENTE LUIGI COSTANTINI ASSOCIAZIONE NUOVA IMMAGINE PRESIDENTE FRANCO BORRETTI ASSOCIAZIONE PF PRESIDENTE UGO DE ANGELIS BANCA MEDIOLANUM TOP GLOBAL FAMILY BANKER RENATO PALOMBI CASA EDITRICE IL SEXTANTE DI MARIAPIA CIAGHI CENACOLO ACCADEMICO EUROPEO POETI NELLA SOCIETA’ PRESIDENTE PASQUALE FRANCISCHETTI CIRCOLO IPLAC PRESIDENTE MARIA RIZZI CONSULTA DELLE DONNE COMUNE DI NORMA PRESIDENTE LIDANO LUCIANA F.I.D.A.P.A. PRESIDENTE MARIA CICCARELLI FEDERAZIONE ROM PRESIDENTE SANTINO SPINELLI FONDAZIONE FRANCESCO TERRONE PRESIDENTE FRANCESCO TERRONE FONDAZIONE INTERNAZIONALE SILVANA ARBIA PER I BAMBINI SOLDATO DEI GRANDI LAGHI AFRICANI GIORNALE QUOTIDIANO IL DISPARI DI GAETANO DI MEGLIO IBEDART PEACE PACE PRESIDENTE MANAL SERRY MAGAZINE EUDONNA DIRETTO DA MARIAPIA CIAGHI MUSEO DELLA MUSICA DIRETTORE CLAUDIO PARADISO MUSEO DELLA TERRA PONTINA DIRETTORE FRANCESCA FRANCESCONI NUOVO CENACOLO DELLA POESIA PRESIDENTE VINCENZO CACCAMO INFO: emmegiischia@gmail.com – Tel 3914830355 (tutti i giorni dalle ore 12 alle ore 23) Bruno Mancini Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

LAMENTO DI UN CRISTIANO

Sig.r Ministro, sono Francesco Terrone, un ingegnere ma prima di tutto un lavoratore come tanta altra gente! Mi alzo la mattina di buon’ora e lavoro per 15 ore tentando di creare condizioni di benefici non solo per me e la mia famiglia, ma anche per i miei collaboratori e dipendenti. Sono un poeta: la poesia mi ribolle nel cuore come un magma fino a considerarla la mia ragione di vita e con i miei versi cerco di accarezzare il cuore della gente, di tutti quelli che sono più affranti dalla vita: bambini, anziani, poveri, donne e uomini abbandonati alla miseria. Sig.r Ministro, non sono un politico di appartenenza; non sono né di destra, né di sinistra, né mi sento piantato al centro! Sono un uomo che ama la politica nel suo senso più originale: arte che riguarda la polis, tecnica che attiene alla città, alla società. Ho delle idee e cerco di condividerle con gli altri. Da anni cerco di riscattare il mio Sud, la gente della mia terra e lo faccio con fatica ma determinazione perché non ho mai permesso e non consentirò mai che i miei conterranei possano essere considerati degli sfaticati o perditempo; la gente del Sud getta il sangue, ma ancora oggi non viene apprezzata! Sig.r Ministro, circa trent’anni fa ho subito una grave discriminazione da parte di un certo tipo di Nord, da parte di alcuni brianzoli senza dignità e rispetto verso il prossimo, fomentatori di odio e rabbia, distruttori di quei valori cristiani di cui la nostra cultura dovrebbe essere intessuta, di cui la nostra pelle dovrebbe essere imbevuta.

E invece no!

Un certo professore Miglio già allora cominciava a far serpeggiare quell’ideologia fatta propria e accentuata da Bossi che ha usato la bandiera italiana come strumento non di rispetto e dignità per la nostra amata Italia, ma come elemento per issare in alto principi e valori che speravo non potessero mai entrare a far parte del bagaglio sociale, culturale, valoriale di noi popolo italiano. E pensai bene di sottolineargli che la bandiera italiana in mani sue non doveva essere considerata un lurido gioco. La bandiera è la nostra identità e le 501 rose verdi, bianche e rosse che gli inviai, vollero essere un fine omaggio per gridargli il mio far parte dell’intera Italia, la mia appartenenza non in maniera chiusa e semplicemente patriottica, ma sempre con una apertura non solo verso tutti i cittadini italiani ma con uno spiraglio anche oltre i confini territoriali; gli volevo comunicare che le differenze, soprattutto all’interno di una nazione, non sono una ricchezza ma una inutile chiusura. Oltretutto già sapere che l’Italia è circondata per la gran parte dal mare, induce a pensare inevitabilmente ad un paese capace di grandi slanci, di importanti incontri, di un continuo approssimarsi di popoli e culture sempre dialoganti. Sig.r Ministro, il verde originale con cui da sempre si è colorato il suo partito, imbavagliato in colletti bianchi stretti da cravatte verdi, vorrebbe dare l’impressione che, negli ultimi tempi, abbia cambiato la sua natura, la sua primitiva originalità.

Niente affatto: la Lega è sempre la stessa!

Sig.r Ministro, non amo ingerenze da parte di prepotenti nazioni che vorrebbero padroneggiare nella nostra amata Italia ma non ho mai temuto la possibilità di aprire dialoghi anche con chi avrebbe la pretesa di voler entrare in Italia e fare i proprio comodi. La pluralità appartiene ad ogni essere dotato di intelligenza e solo dalla capacità di aprirsi al confronto è possibile crescere, capire, arricchirsi. Ed ecco perché, nel mio piccolo, sto lavorando ad un progetto di dialogo interreligioso e lo sto facendo tramite una nobile arte: la poesia. Sono autore di Meditationes De JesuChristi Passione A.D. MMXII-Via Crucis, le mie riflessioni sulla passione di Gesù Cristo la cui lettura sta avvicinando tutti, tutte le diverse religioni per capire quali sono le differenze che ci appartengono e, soprattutto, cosa ci rende uguali. Io sono vicino a tutti: a chi è ricco, a chi è povero, a chi soffre, a chi si dispera per vivere, a chi con la forza si arrampica alla vita; il mio cuore è sempre aperto anche verso chi, disperato, lascia la propria terra e spera di poter navigare in alto mare per giorni, mesi con la speranza sempre viva di poter approdare ad una costa che lo accolga. Soccorrere in mare, ricevere chi viene portato dal mare,è un dovere morale perché l’unica razza che io conosco è quella umana. Siamo un popolo di cristiani che ha dimenticato l’essenza della cristianità; siamo un popolo di cristiani che non ricorda più i valori di cui il Vangelo è impregnato; siamo un popolo di cristiani che in silenzio sta andando verso un baratro irreversibile; neppure alcuni autorevoli uomini di Chiesa sanno più cosa significa aprire il proprio cuore e la propria terra all’altro perdendosi dietro elucubrazioni teologiche. Siamo uomini capaci di coccolare e curare all’ennesima potenza gli animali fino ad umanizzarli, nutrendoli anche con cibi prodotti da chef pluristellati, ma paradossalmente siamo uomini incapaci di porgere la propria mano e donare aiuto all’essere umano che veramente ha bisogno.

Sig. Ministro, non perda un solo istante.

Accanto al tempo impiegato per ideare ed organizzare politiche di assistenza e di sviluppo per l’Italia egli italiani, si crei la possibilità e lo spinga la voglia di andare ad abbracciare quegli uomini anche dalla pelle nera ma col sangue sempre rosso. Potrebbero essere una ricchezza per il nostro paese che, pur possedendo bellezze, capacità creativa, comunicativa, di reazione,di saper usare belle parole di comodo, ha la pecca di non avere alcuna risorsa naturaleche possa creare sviluppo industriale ed economico. L’Africa, al contrario, pur essendo oggi un paese divorato dalle multinazionali e dai grandi padroni (anche paesi europei)che si arricchiscono sulla debolezza degli altri stati, potrebbe avere tutte le potenzialità di espansione perché è il loro territorio ad essere giacimento di risorse naturali (petrolio, oro, diamanti, carbone). Pertanto ritengo che il futuro del mondo, e questo già lo hanno capito i cinesi, sia l’Africa! Sig.r Ministro, lei che è il Ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio dia l’esempio; convinca il presidente Conte ad organizzare politiche di accoglienza, condivise dal resto d’Europa, per riuscire a far sì che questo prezioso dono che giunge dal mare possa diventare un patrimonio che possa fruttare, da cui far nascere possibilità di crescita, di costruire ponti e non barriere per evitare che, domani, gli stessi africani possano chiuderci la porta in faccia nel caso avessimo bisogno.

Sig.r Ministro, il Mediterraneo non ha bisogno di poliziotti, ma di mediatori, di chi sa costruire e non distruggere.

Ci è necessaria non la propaganda politica, ma una politica di tolleranza, collaborazione, di strategie economiche e sociali. Sig.r Ministro, io sono un cittadino, mi presto alla filosofia ma uso i numeri per lavorare mantenendo certa la necessità di far quadrare i conti e sono sicuro che con i giusti calcoli e le adeguate analisi si trovi sempre la migliore soluzione. Sig.r ministro, spero che le mie parole possano raggiungere la sua sensibilità quanto meno per sperare di far nascere in lei la volontà di fermarsi e cominciare a riflettere.

SOFFIO

Nasciamo con un respiro e moriamo con un sospiro. Vento forte, che riempi la mia vita, fa in modo di colmare il mio cuore di Via, Verità e Vita tanto da poter aiutare chi ha fame, chi soffre e chi muore in galere prive di luce 30 gennaio 2019

Francesco Terrone Ordine dei giornalisti della Campania

 

Il Dispari 20190128

Il Dispari 20190128 – Redazione culturale

Editoriale

Due capitoli iniziali del mio racconto “Così fu” tratto dalla raccolta “Per Aurora volume quinto”.

PARTE 1 – Capitolo 1

Ieri. Soltanto ieri. Finalmente, ho carpito dalle grinfie avide dei mercenari acquattati in ogni dove al soldo d’invadenti multinazionali, i tempi ed i modi per una voluta prigionia, ed ho serrato le porte nell’attesa di muovermi verso i luoghi delle mie origini. Metaforicamente, praticamente, completamente. L’assalto continuo, attraverso proposte indicanti modi d’essere adeguati agli inutili prodotti che i padroni universali del commercio e dei servizi inviano a pioggia di grappoli dai contorni impalpabili come foschia estiva di primo mattino, assume virulenze epidemiche una volta giunto a contatto con le blande aspirazioni di tranquillità e di serena assuefazione al ritmo quotidiano proprie di esistenze vissute senza sprechi e prive di inutili orpelli. Semplici, essenziali, autonome. Le menzogne ballerine, create ad immagine di lusinghe dai loro maghi prezzolati, saltellano allegramente ben oltre ogni perdonabile entusiasmo, frattanto che abbattono ostacoli a forma di evanescenti birilli ed ideologie di carta straccia, male, o per niente, supportate da nervose manovre atte a ripristinare condivisibili pretese di libertà individuali. Senza ritrosie, in ragione della forza amorale ricevuta dalle loro strutture interdipendenti, superano, con vigliacca disinvoltura gli specifici spessori delle singole vite incontrate lungo le vie che percorrono. Ne deriva una complessa organizzazione della socialità immemore dei suoi stessi scopi istitutivi. Mentre srotola piacevolezze esistenziali frammiste ad essenziali bisogni cognitivi ed impellenti necessità comunicative, essa, la falsa dignità universale – quella degli uomini invisibili oltre le cortine delle organizzazioni finanziarie, quella degli innominabili padroni del vizio e della schiavitù dei deboli, quella dei tizi in doppio petto sproloquianti in pubblico senza cuori brucianti all’interno del torace per giustizia ed uguaglianza, quella di tutti gli uomini animali da sé stessi assurti a mortificanti auto glorificazioni, quella dei nuovi Dei, meschini e blasfemi – essa la falsa dignità universale accaparra, tutto intero, senza pentimenti, l’indivisibile legame tra le vite ed i singoli uomini. Non ero convinto che fosse sufficiente, ma limitare il raggio di azione dei miei giorni futuri nel perimetro, orto compreso, di una vecchia casa colonica, mi era apparso il sistema più agevole per tentare la metempsicosi spirituale che intendevo costruire tra il mio passato ed il mio futuro.

PARTE 1 – Capitolo 2

Ieri. Soltanto ieri è stato il mio presente. «Va bene, ci sarò». Così risposi all’invito del Notaio Tramontore che si era premurato di notiziarmi del giorno e dell’ora in cui avrebbe dato lettura di un lascito in cui, a suo dire, io ero annoverato tra i beneficiari. Ricordo bene, fu lo scorso venerdì pomeriggio alle undici di mattina e per la ressa delle incombenze del fine settimana non tentai neppure di proseguire il colloquio chiedendogli da parte di chi provenisse il bene o informandomi di quale natura fosse il dono. «Va bene, ci sarò.» Appuntamento per il mercoledì successivo – ieri -, alle 18,30 in via Nuova Cartaromana ad Ischia. Lasciai l’appunto a Geltrude, smisi di pensarci e ripresi a sublimarmi ai confini dei sermoni laici, e ad impegnarmi per rendere ragionevoli gli eccessi comportamentali di frotte di miei assistiti, in parte piagnucolanti, urlanti, irritati per non gradire improvvise o temute truffe economiche provenienti da loro clienti – fornitori – enti – amici e personaggi comunque orbitanti intorno agli affari di cui si occupavano, ed in parte, questa ultima di gran lunga, maggioritaria, composta da storici frequentatori sollazzanti in ragione dei buon esiti previsti per le rivendicazioni che avevano affidato alla professionalità del mio studio legale. Certo idealizzavo, ma senza smettere, con intensità e concretezze molteplici e dissomiglianti, in momenti differenti dei giorni che seguirono, di volere il mio tempo e di dubitare. “E se non fosse questo?” mi chiedevo dapprima, e poi proseguivo traendone valutazioni simili a: “Dovrei scorrere le clessidre ateniesi romane egiziane cretesi micenee etrusche cinesi spartane. Babilonesi. L’America dei guappi dal pugno di ferro. L’Europa dei sudditi del pozzo pieno. Le folle africane prive dei nostri rimedi, ma vittime delle nostre opulenze. Arabi affaticati dal rispetto per gli insegnamenti scritti nei versetti dei loro libri sacri e dalla concomitante caccia agli infedeli.” Oppure continuando amareggiato: “Non è questo il mio mondo. Questo è solo un mondo di pazzi che impone, sottomette ed infine costringe falde enormi dell’umanità a scannarsi – dovrebbe essere incredibile – non solo per la necessaria sopravvivenza proveniente da un tozzo di pane, non solo per il superfluo benessere ottenibile da un litro di petrolio, ma finanche, anzi con maggiore cruenza, nella guerra senza regole battagliata per accumulare patrimoni che nessuno riuscirebbe mai a godere neppure in infinitesima parte (tante ville, tanti soldi, tanto tutto) da vivo o da morto su questa terra. Se non fossimo folli, useremmo i poteri per altri obiettivi. I neri valgono come i bianchi ed i bianchi valgono come i neri è un’affermazione quasi accettata, anche a prezzo di dolorosi stoici sacrifici ed amare sconfitte, da tutti i neri e da tutti i bianchi, ma non si ottiene lo stesso consenso se si afferma che i ricchi e i figli dei ricchi hanno gli stessi diritti dei poveri e dei figli dei poveri.” E quasi sempre concludendo con certezze e domande di arrendevole impotenza: ”Occorreranno nuovi secoli e nuove religioni e nuovi eroi. Se neppure in chimerica lontananza si avvista il freno capace di modificare le penose situazioni di disuguaglianze sociali, economiche e culturali che ci pervadono impregnando di egoismi i nostri atti, e se non è stata ancora assolutamente scalfita da moltitudini ribelli neanche l’apparentemente non eludibile «globalizzazione» – malvagia nelle intenzioni e perversa nei risultati-, fino a quando i Caino continueranno ad uccidere gli Abele?” Bruno Mancini Copertina morbida, 109 Pagine Prezzo € 11,06 (IVA esclusa). Stampa in 3-5 giorni feriali – ISBN 9781409281849 – Copyright Bruno Mancini (Licenza di copyright standard). Editore Bruno Mancini Pubblicato il 25 ottobre 2011 Pagine 109 Rilegatura Copertina morbida con rilegatura termica

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-quinto/paperback/product-4636773.html

 

Adriana Iftimie Ceroli.

Dalla sua raccolta inedita “Cantico del cigno”, pubblichiamo in anteprima esclusiva la poesia: Amante   Non tocco il pullulare pagano trasudando di sventure tra pensiero e realtà, tra barlumi che vacillano nel vuoto esistenziale. Io sono ai margini dei reati amorosi, esiliata dai sognatori che vorrebbero spiarmi, buffoni! Andate a fare i giullari, questo è il mio indugio, toglietemi di dosso ogni inciucio della comune volgarità!

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