Il freno e l’acceleratore

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Il freno e l’acceleratore

Per la serie Esopo news

La lingua italiana è di sicuro una lingua “ostica”, così come far correre i treni sulle rotaie non è un “lavoro” adatto a tutti, e allora perché non mettere le persone giuste al posto giusto?

La domanda è di per se stessa molto banale, in quanto tutti siamo concordi nell’auspicio che vadano ad occupare incarichi di addetti alle ferrovie persone che siano specializzate nelle problematiche connesse al movimento dei treni, e che vengano scelte persone acculturate nella lingua italiana per scrivere i comunicati relativi alle predette attività.

Però, se nelle comunicazioni ufficiali emesse dalla grande Azienda che gestisce il traffico ferroviario in percorrenza sulla nostra penisola viene vilipesa la lingua italiana, è lecito credere che, NON essendoci in questo settore le persone giuste al posto giusto, anche il resto delle maestranze possa avere gravi lacune nella conduzione dei treni?

Il freno e l’acceleratore

Scendendo nei dettagli bisogna innanzitutto chiarire che l‘apostrofo e l’accento non sono la stessa cosa ed essi, nella lingua italiana, vengono utilizzati per motivi completamente diversi.

Nell’enciclopedia Treccani, a proposito dell’accento si legge che “In italiano l’accento consiste nell’aumento dell’intensità con cui viene pronunciata una sillaba (detta sillaba tonica), che acquisisce così maggior rilievo rispetto alle altre sillabe della stessa parola.”, mentre l’apostrofo viene indicato come “Segno grafico in forma di virgoletta (’), che nell’ortografia italiana si adopera normalmente per indicare: a) l’elisione di una vocale finale (omissis); b) l’aferesi di una vocale iniziale seguita da consonante della stessa sillaba (omissis); c) le accorciature dei millesimi (omissis). Può essere inoltre segno di troncamento, ma limitatamente ad alcuni (omissis).”

Basta poi dare uno sguardo ad una qualsiasi grammatica in uso nelle scuole elementari per avere la nozione  che l’accento è obbligatorio:

  1. su tutte le parole di due o più sillabe, tronche in vocale, cioè che finiscono con vocale accentata: libertà, perché, finì, abbandonò, laggiù

  2. sui monosillabi terminanti con due vocali di cui la seconda ha suono tronco: chiù, ciò, diè, già, giù, piè, più, può, scià.

Quindi si scrive già e NON gia’.

Guardando qui di seguito l’immagine della comunicazione con la quale Trenitalia oltraggia la lingua italiana annunciando la lieta novella dell’immediata possibile utilizzazione della sua CARTAFRECCIA, non vi viene il dubbio che i manovratori dei treni che sfrecciano a 300 e più Km. orari possano non sapere distinguere il freno dall’acceleratore?

A me sì!

Bruno Mancini

Il freno e l’acceleratore

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