Poesie Bruno Mancini

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Poesie Bruno Mancini

Bruno Mancini

Bruno Mancini

Bruno Mancini – Berenice – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – BERENICE – TESTO

Bruno Mancini – Agli angoli degli occhi – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – AGLI ANGOLI DEGLI OCCHI

Bruno Mancini – Un taglio – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – UN TAGLIO

Bruno Mancini – Sono quella cornice vuota- Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – SONO QUELLA CORNICE VUOTA

Bruno Mancini – Sembri – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – SEMBRI

Bruno Mancini – Quel giorno – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – QUEL GIORNO

Bruno Mancini – Non posso – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – NON POSSO

Bruno Mancini – L’inganno di Ignazio – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – L’INGANNO D’IGNAZIO

Bruno Mancini – Brulichio di tante palline – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – BRULICHIO DI TANTE PALLINE

Bruno Mancini – Non rubate la mia vita – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – NON RUBATE LA MIA VITA

Bruno Mancini – Io resto – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – IO RESTO

Bruno Mancini – I tuoi occhi – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – I TUOI OCCHI

Bruno Mancini – Davanti al tempo – Legge Antonio Mencarini

BRUNO MANCINI – DAVANTI AL TEMPO

ROBERTA PANIZZA – Proxima Centauri
BRUNO MANCINI – Eppure se tu fossi stata violata


Proxima Centauri

E neppure saprò mai

chi ci vestì di questa assurda vicinanza

prossimo abisso del non sentire

del non vedere del non sapere chi

chi sono chi sei che senso ha il cielo

dal quale ci scrutiamo in fisse orbite-pensiero.

Mi giunge fioco un lamento della tua luce.

Il resto si perde coi miei, nel buio infinto.

BRUNO MANCINI

Eppure se tu fossi stata violata

– il vicino di casa maledetto -,

se nel fatato mondo d’innocenza

tu

come madre fanciulla del figlio di nessuno

tu fossi stata

come vergine immolata nel tempio d’Efeso,

tu fossi stata violata

come gazzella indifesa dal branco di lupi,

tu fossi stata violata nella grotta pollaio

come una preda soggiogata dall’amico di famiglia,

tu saresti rinata

tra le mie braccia

di pescatore d’emozioni,

incubata in un tenero affetto

oltre ogni possibile attesa,

alitata dal vento del sud che cancella le orme

– maledette –

dei tanti vigliacchi stupratori

… e non potresti perdermi.

Io sono vento

io sono forza

io sono crudo esempio di follia.

Spingimi nei tuoi dilemmi

di lupa insoddisfatta,

nessuno avrà il tuo scalpo.

Modifica il tuo stato

rimuovi l’occupato,

e vieni al sole.

ROBERTA PANIZZA – NOTTE DI DESERTI

BRUNO MANCINI – NON POSSO

BRUNO MANCINI – BRULICHIO


http://www.youtube.com/watch?v=Um38-O0cPaI&feature=player_embedded

ROBERTA PANIZZA

NOTTE DI DESERTI

Che gelido crepuscolo di sogni
in questa notte d’ombre senza luna!

Scivola il suo canto antico
il vento su dune di pensieri
lasciati bianchi ad aspettare.

Qui c’era il sole!

Ed è un sussurro di silenzi
in lenta ascesa il tepore lieve
su questo inerte fiume d’onde.

La terra calda ancora sorride
se solo ancora durerà il ricordo.

BRUNO MANCINI

NON POSSO

Quando sarò pensiero
su cigli di visioni
dagli orizzonti nitidi
verso stele di mie antiche iscrizioni,
oppure anche
il tempo in cui sarò passione
nel buio ottuso
per lunghi sguardi amorosi
lasciati illanguidire dalle mie tristezze,
di certo o forse
il giorno che sarò ricordo
tra vociare arruffato
di vecchi amici alticci
sulle note matte delle mie sortite,
non posso, voglio,
quando sarò pensiero,
quando sarò pensiero
la docile coerenza
strappata a mani unite
dai cesti di delizie
per gli epigrammi delle tue certezze,
non posso, voglio,
il tempo in cui sarò passione,
il tempo in cui sarò passione
la mascherata tenerezza
oltre effimere apparenze
di abbracci mafiosi
interrata sotto il magna del tuo vulcano,
non posso, voglio,
il giorno che sarò ricordo,
il giorno che sarò ricordo
il giorno voglio
il nostro giorno voglio
intero
dal primo all’ultimo minuto
dal primo all’ultimo sorriso
dal primo all’ultimo tuo bacio.

BRUNO MANCINI

BRULICHIO

Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.
Come fai a parlarmi?
Quel fiore che vive una notte
per ogni
cent’anni.
Come fai a parlarmi?
Ricordarmi qualcosa.
A quest’ora. A quest’ora.
La pelle ubbriacata
come s’io stessi ancora
ad ungerla di gin
nell’ombelico vuoto piccola coppa,
e a grande mano
stendessi al seno,
al collo.
Girati.
Tutta la schiena
e natiche.
Piuma.
Sulle montagne
un forte vento di neve
ha ricoperto gli alberi.
Come fai a parlarmi?
Quella tua lunga verginità
presa in due ore
su un letto di tovaglie.
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.

ROBERTA PANIZZA

Ti cerco

Mischia i cuori la sorte-destino

e li getta sul tappeto morbido dei sogni

prato di steli curvi di rugiada

che nello sciogliere dell’indaco

ancora non credono al mattino.

E’ fragore di luce al magnesio questo giorno

e nulla dice ai passi confusi sul selciato.

Ma io ti cerco

in faccia alle intelligenze del creato

che sanno forse i miei ti voglio

certezza e senso ancora

nella pallida sequela dei tramonti.

BRUNO MANCINI
“Ristoro”

“Ristoro”

chiese il viandante ad una palma ombrosa.

Rispose:

“Inseguimi ”

nel moto rotatorio di un satellite.

Viandante Ignazio

mostrò l’arma a forma di pistillo

e udì il perenne urlo

“Abbattimi”

detto alla lama che la spaccava in due.

“Ristoro”

“Relief”

“Relief”

asked the traveller to the shady palm – tree.

The Palm answered:

”Run after me”

turning around in a satellite movement.

Traveller Ignazio

drew out his pistil-shape sword

hearing at the everlasting shout

”Fell me”

said the palm to the splitting blade.

(Traduzione poetica di Antonio Mencarini)

ROBERTA PANIZZA
TU POESIA

BRUNO MANCINI
IL VOLO VERTICALE


http://www.youtube.com/watch?v=qR2R5lHuL5E
ROBERTA PANIZZA

TU POESIA

Tu, sul ciglio del mio baratro
aliti umori di sottofondi e mare
-salmastro che emerge nelle notti-
e spingi a guardare ciò che dentro
muove l’urlo in pieno petto.

No, non posso con gli occhi toccare
a lungo il tuo volto che mi fa pietra
in faccia al ghigno delle serpi destino
e mi racconto spiandomi di sbieco
a te, definizione dell’esistere senza.

Mai spesso lascio che il tuo magnesio
mi dilani di luce dentro
fingendomi sempre che sia tu a non volere.

BRUNO MANCINI
IL VOLO VERTICALE

Il volo verticale di un elicottero
distinguo
il fumo di un battello
si spande innocuo.
Profeta eccomi.
Vicino ai miei bagliori.
Brucio superfici senza suoni
piuttosto che patire suoni di seghe.
Ricordo il crepitio di una mitraglia
sotto gli archi scuri di un portone
addosso ai cani uomini
il piombo dei proiettili.
E le piante pesanti di corpi
ed i fiori sparsi per terra:
quel grido di pianto di bimba.
Mentre c’erano scarpe chiodate.
Ricordo la cella bassa
e il sapore di aria viziata
– alle volte
sporche
ignobili croci
affannano –
il brusio.
Mentre c’erano scarpe chiodate.
Sua madre sporca di sangue
accoccolata
tra luci ed ombre di ferro.
E lì pensammo di bene e di male,
di male di male e di bene.
E poi capimmo
pietà
che, sola, eri triste.

strong>ROBERTA PANIZZA
PROFEZIE

BRUNO MANCINI
Nel buio, donna.


BRUNO MANCINI

Come l’acqua


http://www.youtube.com/watch?v=n9KjbBMTd4U
Progetto culturale “La nostra isola” ideato daBruno ManciniIschia 19-24 Luglio 2010 – Sala congressi Hotel Miramare e Castello – Presentazione dell’Antologia poetica “Ischia, un’isola di… a” a cura diRoberta Panizza e di Bruno Mancini – Antonio mecarini legge la poesia di Roberta Panizza “Profezie” e due poesie di Bruno Mancini “Nel buio, donna” “Come l’acqua”

ROBERTA PANIZZA
PROFEZIE

Lo dice l’aria
se porta venti dal calore greve
scivolati da un futuro umido di gelo
sulle braci forti di ieri
se pesante nebbia agli occhi cade
e non ti vedo.

Lontananza
è un sentimento di invalicabili perché
-orogenesi tra noi-
che svuota di universi il cuore.

BRUNO MANCINI

Nel buio, donna.

Stregone e mago
come nei giochi di me bambino
-di notte-
preparo ampolle
-con i ricordi-
di fogli strani
-abbandonati-.

Nel sole, donna:
sul filo un colpo
di telefono,
sul libro un velo
di colori,
al cuore un laccio.

Le bambole sul letto
le foto alle pareti
i ciondoli
non temono distacchi.

Nel buio, donna:
sul labbro un colpo
di rossetto,
sul corpo un velo
opaco,
ai piedi un laccio.

Le bambole sul letto
le foto alle pareti
i ciondoli
non vedono distacchi.

Uno scrigno per te,
profumo intenso di malizia.


BRUNO MANCINI

Come l’acqua

L’ultima rivista in voga
patinata
impazza i consensi
ai deserti colli delle modelle
in mostra.

La mia vamp scatena uno schianto
appariscente.

I cani barboni randagi
meticci
sguazzano musi annusanti
tra frasche e frattaglie
nei prati.

La mia fata maliarda mi segue
condiscendente.

Una fonte zampilla in rivoli lenti
limpidi
nel fresco profumo di mare
e pertiche e rocce
sui miei sensi.

La mia maga è avvolta in torrida estate
interamente.

Tu mostri ed appari
come il tempo dei sogni.
Tu scruti ed annusi
come ingenua preda.
Tu scorri e rimani
come l’acqua e la vita

Roberta Panizza “Fantasmi”
Bruno Mancini “Conversazione solitaria”


http://www.youtube.com/watch?v=7K-VOYUF0mk Progetto culturale “La nostra isola” ideato da Bruno ManciniIschia 19-24 Luglio 2010 – Sala congressi Hotel Miramare e Castello – Presentazione dell’Antologia poetica “Ischia, un’isola di… a” a cura di Roberta Panizza e di Bruno ManciniAntonio Mencarini presenta Umberto Maselli e legge tutte le sue poesie più la poesia di Roberta Panizza “Fantasmi” e la poesia di Bruno Mancini “Conversazione solitaria” -.Meeting Hotel Miramare e Castello Ischia 22 Luglio 2010

ROBERTA PANIZZA

Fantasmi

Bastasse l’ombra
di esistenze prossime al contatto
-ma schive in rimbalzi di orizzonti –
a donare certezze di vita!

Si scivolano prossimi accanto
con effetti-pensiero di seta cinese
ma anch’io spesso non me ne curo
e ondeggio di lato -con precauzione-
al primo vento che mi scuote le catene.


BRUNO MANCINI

A Lina D’Onofrio.

Conversazione solitaria

Un mostro sacro s’aggira
sfiorendo
i teneri baccelli di versi smarriti
nel simplex
futileggiante click
di chi distrugge il proprio tempo,
nemmeno molto,
magari tutto,
contro smodato non svelare il sesto senso,
mai ultimo e mai senza tormento,
per chi Poeta nasce e muore.

PUREZZA

Il mio “magone” io non lo porgo
a peso,
affumicato,
a scaglie,
dorato,
in pillole,
stracciato tra due servi ed un padrone.

SEVIZIA

Diario di giorni non vissuti
smaltati con lacche giapponesi
io soffio
in torride fornaci
dove gl’impasti
catturano fanghi e detriti
– magmatici anacronistici
un giorno ancora
e sarà maggio allora
“il mese delle rose o dei traslochi!” –
e i miei bizzarri
sparire in sabbie mobili
che… attenta… sembrano miele
intanto che mi tolgono respiro e forze.

Oggi parliamo di...

C O N T A T T A C I emmegiischia@gmail.com

Roberta Panizza

Nuovo amico del progetto culturale “La mia isola” ideato da Bruno Mancini

http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ischia-unisola-di/11280350?showPreview

PREMIO POESIA PED- IL GOLFO

MIRAMARE 2010 – LULU

MIRAMARE 2010 – LOCANDINA

MIRAMARE 2010 – Il Golfo inaugurazione Prima pagina

MIRAMARE 19 LUGLIO 2010

MIRAMARE 20 LUGLIO 2010

MIRAMARE 21 LUGLIO 2010

MIRAMARE 22 LUGLIO 2010

MIRAMARE 23 LUGLIO 2010

MIRAMARE 24 LUGLIO 2010

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Bruno Mancini

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