Pianeta Azzurro: “Alba Gonzales and Firends” tra musica e poesia

PIANETA AZZURRO  IL PREMIO  “I PROTAGONISTI” XVI Edizione CON ALBA GONZALES

Tra poesia e mito, verità e bellezza lungo le emozioni del tempo dove il ricordo riaffiora in tutta la sua purezza e forza, conduce l’arte di ALBA GONZALES scultrice di fama internazionale, tra le più apprezzate, che a Fregene, cittadina di mare vicino Roma, entro i suggestivi spazi del suo PIANETA AZZURRO Centro Internazionale di Scultura Contemporanea il 13 settembre 2017 darà spazio alla mostra “L’EMOZIONE SI FA MATERIA. ALBA GONZALES and FRIENDS unitamente alla XVI Edizione del “PREMIO IL PIANETA AZZURRO. I PROTAGONISTI 2017”.

Sarà la musica con il suo linguaggio universale, unitamente alla poesia a fare da cornice alla serata dove protagoniste sono le straordinarie sculture monumentali di Alba Gonzales che in questa sede, unica nel suo genere, saranno affiancate da altre opere intense e raffinate di scultori di spicco internazionale quali: Sergio Capellini, Giorgio Conta, Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi e Davide Raddi. Attraverso le sue sculture dove si intrecciano dramma, passione ed ironia, ALBA GONZALES, ha esplorato l’orizzonte umano entrando nella storia tra mito arcaico e modernità, amore e bellezza, dando risalto alla figura femminile che nelle valenze antropomorfe acquista nuova vita con rimandi alla storia e al mito, alle passioni e ai misteri presenti nel cammino dell’uomo.

Premio Pianeta Azzurro e mostra al Museo di Alba Gonzales

Le sue sculture in marmo e bronzo, eleganti e piene di vita, raccontano dell’uomo e dell’infinito, dell’angoscia e della serenità, della bellezza e del mistero racchiuso nel sottile filo della vita. Figure di donne alate, con i corpi che diventano un tutt’uno con la natura, con riferimenti alla mitologia e alle allegorie, e ancora volti che si svelano poco a poco, o che si sdoppiano, risvegliano i luoghi più segreti dell’inconscio ponendo interrogativi sull’esistenza e sul rapporto tra gli spazi del mondo perduto e sognato e quelli delle emozioni. Al centro della ricerca di Alba Gonzales è l’individuo uomo terreno e spirituale, avvolto dall’enigma del suo essere perché il suo nascere e morire resta un mistero, il mistero della vita. Così accanto al motivo della figurazione antropomorfica indagata nella categoria di sculture “Uomini e Totem” dove privilegia il rapporto tra mito arcaico e modernità, è il fascino della mitologia classica e della cultura del mediterraneo con “Amori e Miti”; e ancora il lato istintivo e il mistero che aleggia nell’essere umano nel suo divenire “altro” reso da rappresentazioni quasi fantastiche in cui si affacciano elementi erotico e onirici propri della serie “Sfingi e Chimere”.

Premio Pianeta Azzurro
scultura Sensualità Potere di Alba goonzales

L’immagine della donna nella sua bellezza e purezza, forza e coraggio, appartiene al percorso della Gonzales dalle Sfingi alle Centaure, figure cariche di ironia in cui si cela una vena drammatica a scandire come il viaggio dell’uomo sia aspro e costellato di misteri e mete da raggiungere. Il dramma legato alla sfera della donna è presente ad esempio in “L’uomo nero”, ma ancor più in “Le avevo in pugno”. L’ironia affiora poi in “Cin Cin” dove da una coppa sgorga una figura femminile e in “Le nuove Grazie” dove si avverte il mutamento della figura femminile nel contemplare come il corpo possa trasformarsi per essere altro da se’; per non dimenticare “Io me ne vado” dove con l’eleganza propria di una donna dell’alta società, la figura femminile è rappresentata nell’atto di salutare sottolineato dal passo leggero e dal posare il cappellino sulla testa.

Pianeta Azzurro
La Giustizia di Alba Gonzales

 

A cogliere l’emozione della materia accanto ad Alba Gonzales sono i suoi colleghi scultori: Sergio Capellini, Giorgio e Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi, Davide Raddi che si muovono con disinvoltura entro un linguaggio figurativo, semplice ed essenziale, ma intenso e avvolgente per energia e forza espressiva nel lavorare bronzo e marmo. Si tratta di due generazioni di scultori capaci di coinvolgere il visitatore proiettandolo entro storie reali e immaginate dove ritrovare ciascuno un proprio pensiero o una parte di sé. Riguardo la figurazione legata alle rappresentazioni di questi eccellenti artisti Stefania Severi, storica, critica d’arte e curatrice di importanti esposizioni,  così sottolinea nell’introduzione al Catalogo “…si parla di una figurazione assolutamente contemporanea, che tiene conto degli esiti dell’astrazione e, pertanto, non è mai legata né al naturalismo né al realismo in senso stretto. Per tutti questi artisti la figura è un valore perché in grado di provocare emozioni, grazie all’inevitabile rispecchiamento che si produce nell’animo di chi guarda”.

Se Sergio Capellini di origini bolognesi restituisce il senso del movimento nelle sue sculture qui esposte di dichiarato richiamo liberty e Decò: “Barbara sullo sgabello” (1982-4) e “E io non morirò” (1977), Giorgio Conta, giovane artista attivo in Trentino, ma conosciuto a livello internazionale,  raggiunge un perfetto equilibrio di forme nel gruppo statuario “Walking Together” (2016), mentre. Livio Conta, grande ritrattista fa riferimento alla nuova umanità bionica con “Metamorfosi” (2000) e al bisogno di evasione con l’altra opera “Libertà”. Armonia ed equilibrio emergono in modo particolare nei movimenti delle figure realizzate da Sabrina Ferrari con “In a hurry”. Di grande effetto i bronzi di Leonardo Lucchi orafo e scultore: “Martina dopo il bagno” e “l’Altalena” dove spicca il senso della gravità e dell’equilibrio restituito alle due figure femminili nonostante le loro posizioni quasi impossibili. A chiudere il percorso espositivo è Davide Raddi specializzato nella lavorazione della ceramica e nel marmo con le opere ’Invidia” e “Avarizia” rispettivamente in marmo rosso e nero a rappresentare i vizi capitali.

A guidare lo sguardo del pubblico entro questo spazio dove l’arte trionfa sono la poesia e la musica  con un programma di letture poetiche con l’attrice Barbara Amodio, e la partecipazione di concertisti di fama internazionale quali Kasja Chojnacka (pianoforte) e Carmelo Iorio (sassofonista jazz) e della soprano Silvia Pietrantonio.

Silvia Pietrantonio Soprano e compositrice

La XVI edizione del Premio PIANETA AZZURRO in linea con la tradizione delle passate edizioni vedrà assegnati gli splendidi bronzi del Premio “Pianeta Azzurro- I Protagonisti” a personalità di rilievo nel panorama nazionale e internazionale nell’ambito della cultura e dello spettacolo, dell’arte, del cinema del teatro,  del giornalismo e della letteratura. Dieci i premiati che saliranno sul palco del Teatro dello Spazio Open del Centro – Museo. introdotti da Marta Iacopini, Accanto a Luca Barbareschi, Elena Bonelli, Luca Bracali, e Cristian Contini, affermato critico e gallerista a livello internazionale, saranno premiati la pittrice Grazia Cucco, il filosofo e sociologo Derrick de Kerckhove, e il fotografo di teatro  Tommaso Le Pera. E ancora, Gabriele Simongini storico dell’arte, saggista  e critico d’arte, Andrea Sarubbi giornalista politico e Cinzia Tani, scrittrice e giornalista TV.

Seguirà poi un programma dove protagoniste saranno musica e poesia dove alle letture poetiche dedicate alla luna interpretate dall’attrice Barbara Amodio, si alterneranno classica e lirica con nomi di fama internazionale come i concertisti Kasja Chojnacka e Carmelo Iorio rispettivamente pianista e sassofonista jazz e la soprano Silvia Pietrantonio. Insieme a Carmelo Iorio la pianista Kasja Chojnacka eseguirà con arrangiamenti: “Preludio n.1 Do Maggiore” e  “Suite N° 3 in Re Maggiore secondo movimento”  di J.S. Bach, mentre al pianoforte interpreterà, individualmente, musiche di Chopin (“Notturno in do diesis minore”, “Fantasie Impromptu in Do diesis minore, op. 48 N. 1”) e di L. Van Beethoven (Adagio dalla Sonata per pianoforte n. 14, opera 27 n. 2 “Quasi una fantasia”, meglio nota come “Sonata al Chiar di Luna”). Alla soprano e compositrice Silvia Pietrantonio dalla voce vellutata e intensa, accompagnata dalla pianista Kasja Chojnacka, saranno affidati brani quali: “Casta Diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, “Io son l’umile ancella” dalla Adriana Lecovreur di Francesco Cilea attraverso cui si potrà ammirare la sua padronanza tecnica e virtuosismo vocale.

Silvana Lazzarino

 

L’EMOZIONE SI FA MATERIA. “ALBA GONZALES and FRIENDS

CERIMONIA PREMIO “PIANETA AZZURRO- I PROTAGONISTI” XVI edizione

Testo critico al catalogo a cura di Stefania Severi

Centro Internazionale di Scultura Contemporanea PIANETA AZZURRO

Lungomare di Ponente 66/A FREGENE (RM)

Mercoledì’ 13 settembre 2017 dalle ore 18:00

Spazio Open- Teatro del Museo ore 19.00

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ESPANSIONE DELLA MATERIA CON LE OPERE DI APORTONE

ESPANSIONE: ENERGIA E STATO DELLA MATERIA IN DIVENIRE

IN UN INCONTRO E MOSTRA DELLE OPERE DI ANTONIO APORTONE

Alla base del concetto di Espansione sono principi di energia che muovono masse e materie in costante trasformazione. Flussi energetici che influenzano e condizionano cicli di mutazioni cui sono legate le condizioni umane e le loro collocazioni spazio temporali. Questo principio di concentrazione di energie in costante espansione che crea trasformazioni e movimento condiziona anche i rapporti tra “materia chiara” e “materia oscura” che si associano e dissociano nel continuo fluttuare entro gli spazi determinati e indeterminati a creare sensate configurazioni. Le dinamiche espansive cui partecipa l’uomo investono le sue energie mentali e fisiche: energie mentali in espansione viste in chiave positiva, diversamente da quelle fisico territoriali e economiche percepite in senso spesso problematico. Se la fisica teorica studia la ragione e i principi che sono alla base dell’estensione delle materie, la filosofia, l’arte e anche la musica sono proiettate verso analisi più legate alle motivazioni inerenti a possibili visioni antropiche.

mostra trasmirazione

Espansione Trasmutazioni e Trasmigrazioni opere di Aportone

All’espansione derivante da presupposti energetici dove si definiscono processi trasformativi, dinamici e ininterrotti che investono in un movimento vitale ogni aspetto visibile e invisibile della realtà, è dedicato un interessante incontro Conversazione sul concetto di ESPANSIONE in programma domenica 13 novembre 2016 alle ore 10.30 a Roma presso il Museo delle Mura nell’ambito della mostra di ANTONIO APORTONE in corso al Museo fino al 20 novembre 2016. All’incontro partecipano: Catalina.O.Curceanu (fisico-INFN-LNF Frascati), Amedeo Balbi (fisico-Univ.Tor Vergata), Paolo Balmas (storico dell’arte- Univ. La Sapienza-Roma ), Irmela Heimbächer (musicologa – Pres.Fondaz. Isabella Scelsi ), Anselmo Aportone (docente di Filosofia- Univ. Tor Vergata-Roma).

L’esposizione “Trasmutazioni & Trasmigrazioni”. Opere di Antonio Aportone – AP.or.T1 a cura di Paolo Balmas, ripercorre il concetto di espansione attraverso opere con richiami e rimandi allo spazio espositivo. Frutto di un percorso di riflessione volto ad analizzare i fenomeni trasformativi ininterrotti che coinvolgono in un movimento vitale materie ed energie, la mostra, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale di Roma–Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, presenta una serie di opere in sintonia con lo spazio espositivo che attraverso immagini dal carattere concettuale rimandano a quei rapporti associativi e dissociativi tra “materia chiara” e “materia oscura” in costante movimento ed estensione negli spazi. “Estensione delle materie” è infatti il tema centrale che accomuna i lavori di Antonio Aportone distribuiti nelle tre sale del secondo livello del Museo e che rimandammo alle riflessioni poste dalla fisica teorica e alle possibilità espresse dall’arte a partire da un discorso che lega l’uomo alla sua percezione del cosmo. Mentre alcuni dei primi lavori dell’artista sono caratterizzati da linee e segni che creano tensioni filamentose, vortici e ondulazioni, quelli più recenti descrivono le trasmigrazioni delle materie attraverso espansioni di frammenti in riconfigurazione e le trasmutazioni ad opera di emerge chiare ed oscure attraverso mutamenti energetici. Sono espresse le energie che individuano la trasformazione cercando di restituire quell’attimo rendendolo meno infinito o duraturo, come sospeso tra “Inconsistenza” e “Durata”, tra il “non è ancora” ed il “non è più”, mentre le fasi di transito non sono comprensibili proprio perché gli eventi non si fermano.

Un viaggio tra visibile e invisibile, rappresentato e ipotizzato, visto entro una ricerca di compensazione tra il lato spirituale e quello scientifico. Ad accompagnare questi lavori in cui si cerca di comprendere l’effetto dell’Espansione della materia nel suo divenire e come questa influisca sullo stato dei diversi eventi, comprese le situazioni dell’uomo, sono le estensioni sonore di Giacinto Scelsi (autorizzate dalla Fondazione Scelsi) e le immagini di personaggi storici tra cui J.Beuys, V.Guerin, R.Parks, A.San-Suu-Ky, P.Soleri e R.Steiner, che hanno contribuito in diversi ambiti a ricercare una mutazione collettiva. L’artista incontrerà i visitatori durante i fine settimana per interagire sulla “interpretazione” e la dimensione “fisico-concettuale” delle opere.

Silvana Lazzarino

Trasmutazioni & Trasmigrazioni

Opere di Antonio Aportone – AP.or.T1

a cura di Paolo Balmas

Museo delle Mura

Via di Porta San Sebastiano, 18 – Roma

da martedì a domenica ore 09.00 – 14.00 (ingresso consentito fino alle 13.30).

fino al 20 novembre 2016

Ingresso gratuito

Informazioni; tel 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)

www.museodellemuraroma.it

 Conversazione sul concetto di ESPANSIONE

Via di Porta San Sebastiano, 18 – Roma

domenica 13 novembre 2016 ore 10.30

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DISGUIDI DEL POSSIBILE A.T. ANGHELOPOULOS

DISGUIDI DEL POSSIBILE

A.T. ANGHELOPOULOS RACCONTA DELLE CONTRADDIZIONI DELLA VITA

Sensibilità, creatività e una rara capacità di far vibrare il colore attraverso la materia per raccontare l’imprevedibilità della vita e le fragilità dell’uomo, spesso in bilico nelle sue scelte, ma sempre pronto a sperare e provare a rimettersi in discussione, appartengono all’arte di A.T. ANGHELOPOULOS capace come pochi di far vibrare il colore attraverso la materia per dare voce a verità nascoste che svelano nuove realtà possibili.

Disguidi del possibile A T ANGHELOPOULOS

Disguidi del possibile
A T ANGHELOPOULOS

In occasione della settimana dell’Arte a Roma la Sala Da Feltre insieme con il World Ripa Hotel

ha organizzato una suggestiva mostra dedicata ad ANGHELOPOULOS, artista di fama internazionale e di successo che ha esposto non solo in Italia, ma anche all0estero (Londra e Bruxelles). Tra le esposizioni più recenti accanto alla personale di Firenze presso la Libreria Galerie Clichy e la collettiva a Spoleto curata da Vittorio Sgarbi presso lo storico Palazzo Leti Sansi, è la collettiva “Meeting e Arte a Trastevere” sempre presso il nuovo spazio OPERN ART della Sala da Feltre. Nuovamente in questo spazio Anghelopoulos torna ad esporre nelle serate della settimana dell’arte del 28 e 29 ottobre 2016 dalle ore 18.00 alle ore 23.00 e fino all’11 novembre,  regalando al

DOSGUIDI DEL POSSIBILE A T ANGHELOPOULOS

DOSGUIDI DEL POSSIBILE
A T ANGHELOPOULOS Inner Sky

visitatore la possibilità di immergersi in un percorso visivo ed emotivo carico di emozioni attraverso la personale DISGUIDI DEL POSSIBILE. A.T. Anghelopoulos, che racconta con le diverse opere i palpiti dell’esistenza dove l’individuo è sospeso costantemente tra ragione e sentimento, consuetudine e cambiamento. Proiettata ad indagare i luoghi dell’ascolto interiore a partire da quanto accade nella realtà di oggi troppo spesso chiusa e distaccata, l’arte di Anghelopoulos rivela quanto sia sempre più difficile costruire legami interpersonali autentici e come sia necessario guardare oltre i meccanismi precostituiti, recuperando la possibilità di essere  se stessi, liberi da luoghi comuni e convenzioni imposte da una società fondata sull’apparire  e sulla convenienza..

Colori intensi e avvolgenti, ma anche quasi eterei, segni forti e materici, l’uso di superfici monocrome e forme in movimento diventano filtri attraverso cui egli indaga i luoghi metafisici della mente e le zone d’ombra del pensiero dove si annidano dubbi, interrogativi volti alla ricerca di una verità su questa esistenza spesso precaria eticamente, dove i legami umani e sociali si vanno perdendo per cedere il passo a chiusure e egoismi.

DISGUIDI DEL POSSIBILE A T ANGHELOPOULOS God-disegagment

DISGUIDI DEL POSSIBILE
A T ANGHELOPOULOS
God-disegagment

Ad introdurre il percorso sono due installazioni provocatorie Appendere la Divisa-Hang the Uniforme in cui l’uniforme da cui ci si deve ogni tanto discostare rappresenta l’appartenenza ad una devozione ad un partito ad un’idea dominante che non permette di ragionare e sentirsi liberi di fare scelte autonome e non condizionate. A descrivere cieli che si aprono perché esistono altri mondi è la serie dei Planisferi che rappresentano una superficie terrestre ogni volta differente o la profondità del cosmo dove subentrano altri mondi per indicare come l’universo non  presenti confini. Da qui la necessità dell’uomo di riflettere sul bisogno di abbattere quei “muri” che spesso pone tra se e gli altri.

Accanto ai superbi sfumati della serie Passages che invitano a guardare oltre la superficie delle cose rievocando l’immagine di spazi che si aprono oltre porte, varchi e, passaggi, sono i Cieli materici dei cicli Dense Sky e Inner Sky attraverso cui recuperare quegli orizzonti interiori che aiutano a vivere. E poi gli ori materici della serie God Disengagement, dove l’oro, caro all’arte del passato e all’arte bizantina, disposto a larghi strati o in filigrana,  suggerisce l’esistenza di una possibile dimensione ultraterrena distante dal materialismo terreno.

Il colore da quello più forte e intenso a quello più caldo e avvolgente è espressione immaginata e desiderata, ipotizzata e anelata di un altro mondo possibile; colore che ora attraversato da fratture , ora fuoriuscendo quasi dalla materia dei dipinti, sembra voler prima sfidare e poi catturare e avvolgere lo spettatore/ visitatore in un abbraccio colmo di speranza dove si fa strada una possibile via di comunicazione con ul mondo , dove si perde e si vince, si ha paura e si trova coraggio per aprirsi al cambiamento, finalmente possibile.

disguidi del possibile A T Anghelopoulos

disguidi del possibile
A T Anghelopoulos

 

 

Gli strumenti che oggi mette a disposizione la tecnologia e l’informatica sempre più perfetti nel creare una comunicazione assente e piatta seppur immediata. se usati oltre misura rischiano di allontanare l’aspetto umano della relazione tra individui e come sottolinea Sabrina Consolini storica dell’arte, “Anghelopoulos individua nell’imponente e mal gestito progresso tecnologico il rischio di omologazione e di arretramento culturale, dei linguaggi, dei comportamenti”; e prosegue “”.Il Nido, la serie dei Planisferi e dei Passages propongono una meditazione su quelli che il poeta Eugenio Montale ha definito “disguidi del possibile”, quegli istanti in cui l’impossibile si realizza, l’imprevedibile diventa realtà”.

Poetici e materici i dipinti eleganti e raffinati di Anghelopoulos esprimono energia e mistero per immettere lo sguardo e la mente alla ricerca di quella possibile verità che si nasconde oltre il confine che unisce terra e cielo. L’arte di Anghelopoulos diventa luogo dell’ascolto interiore a partire da quanto si manifesta nel mondo visibile e immaginato, concreto e ipotizzato per parlare dell’uomo punto di partenza e di arrivo di questo viaggio di cui è protagonista.

A completare la mostra è un Video dove si susseguono brani di poesie (Montale, Baudelaire, Cardarelli e Szymborska) e pezzi di film famosi come “8 e ½” di Federico Fellini, Ingmar Bergman scena da “Luci d’inverno” e “Human” di Yann Arthus-Bertrand, “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, accompagnati da musiche ricche di suggestione unitamente alle  immagini delle opere dello stesso Anghelopoulos. Un percorso intenso e ricco di spunti per riflettere sulla realtà di oggi dove trovare  la percezione del bello e del vero attraverso le emozioni.

Silvana Lazzarino.

 

A.T. ANGHELOPOULOS

DISGUIDI DEL POSSIBILE

OPEN ART- SALA da FELTRE:

serate settimana dell’Arte a Roma 28 e 29 ottobre ore 18.00-24.00 (ingresso libero)

Sala da Feltre-OPEN ART, Via Benedetto Musolino, 7, Roma

la mostra proseguirà fino all’11 novembre 2016 (ingresso libero)

Per informazioni: www.saladafeltre.it e-mail: info@saladafeltre.it; tel. 06/585205251-280

organizzazione eventi e ufficio stampa: Sabrina Consolini, s.consolini@saleconvegniroma.it

 

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ANDREA PINCHI, “ARTISTI IN LIBRERIA”

ANDREA PINCHI ESPONE PRESSO LA GALLERIA CLICHY A FIRENZE

L’essenza della materia rielaborata attraverso nuove forme in cui ritrovare parti e stralci di storie cui si è legati si respirano nelle atmosfere ricreate dall’opera di Andrea Pinchi (Foligno 1967), artista che parte dalla semplicità di un oggetto, un elemento per amplificarne le potenzialità in un costante divenire di rimandi tra astratto e concreto, verità e immaginazione. Figlio di costruttori di organi a canne Pinchi ha saputo riadattare ogni elemento in disuso di questi strumenti per creare nuove combinazioni in cui ritrovare segni e riferimenti alla quotidianità, alla storia passata e presente dove si rincorrono ansie, attese, paure, desiderio di liberà. Materiali tra cui pelli, stoffe, lastre metalliche, le stesse canne degli organi usurate si incontrano per richiamare, attraverso il colore e la forma e un sottile gioco di interazioni, emozioni vicine e lontane che fanno parte dell’essere. Sarà Andrea Pinchi, artista di fama internazionale a dare il via il 5

ANDREA PINCHI Rassegna d'arte Artisti in Libreria Firenze

ANDREA PINCHI
Rassegna d’arte
Artisti in Libreria
Firenze

maggio 2016  con una sua  personale alla rassegna d’arte ARTISTI IN LIBRERIA presso la Galerie Clichy di Firenze, spazio che gli editori della Clichy Edizioni hanno messo a disposizione degli artisti nella sede della loro libreria. .Tale rassegna prevede l’accostamento dell’arte alla letteratura, attraverso una serie di mostre in cui artisti di fama internazionale sono invitati ad esporre opere a partire da un testo letterario dalle cui letture e scritti hanno tratto ispirazione.  Andrea Pinchi,  A. T. Angelopoulos,  Livio Ceschin,  Pablo Echaurren,  Luigi Serafini e Alessandro Kokocinski per i loro lavori tra sculture, dipinti, installazioni, che saranno esposti nei prossimi mesi nella “galleria d’arte” Galerie Clichy, hanno tratto spunto da tesi e scritti di protagonisti dello scenario letterario e umanistico internazionale come Herman Hesse, Italo Calvino, Sigmund Freud, Charles Bukowski, Dante, Antonio Pennacchi, Eraclito, Mordecai Richler.

 Andrea Pinchi negli spazi della Galleria Clichy a Firenze, dal 5 maggio 2016, presenta opere del tutto nuove tra quadri e sculture visibili fino al 5 giugno 2016. Si tratta di sedici dipinti su tavola con inserti di piombo vergine del Seicento, lacerti di pelle d’agnello del Settecento, carta da musica dell’Ottocento. Le quattro sculture sono in legno di noce quattrocentesco, consumato, rugoso, tarlato e reso vivo dall’acrilico rosso che l’artista ha fatto assorbire da tutti i pori. Ciascun materiale nel suo rigenerarsi e dare forma in combinazione con gli altri elementi all’opera, apre ad interrogativi sul senso della vita, sul suo mistero che affonda le radici nel passato che appartiene all’uomo e al suo bisogno di riscoprire le proprie radici.

Dalla materia ora duttile, ora resistente Pinchi sa tirare fuori un’energia inattesa a creare suggestive rappresentazioni di verità non dette, di idee ipotizzate, di simboli che sembrano voler guidare lo sguardo del visitatore verso un viaggio a solcare le possibili forme dell’universo visto e immaginato. Equilibrio e armonia tra parti più levigate e altre più ruvide della materia sono attraversati da una luce che ne esalta colore e semplicità. Semplicità ed essenzialità da cui partire per esplorare le molteplici espressioni della natura e dell’universo fuori e poi dentro se stessi, per provare a riflettere su quel limite che separa il visibile dall’ invisibile, il finito dall’ infinito.

Lauretta Colonnelli, che è anche l’animatrice della serie ha ideato un Catalogo molto interessante e particolare in cui ad ogni dipinto o scultura dell’autore viene abbinato il testo da cui ha tratto ispirazione. Sono presenti brani tratti da opere di  Herman Hesse, Italo Calvino, Sigmund Freud, Charles Bukowski, Dante, Antonio Pennacchi, Eraclito, Mordecai Richler. Dopo l’esposizione di Andrea Pinchi, a giugno sarà la volta di A. T. Anghelopoulos artista che con i suoi dipinti materici dai segni fitti e armoniosi, ci proietta nel viaggio interiore dell’uomo tra tormenti e speranze attraverso lo sguardo sul mondo dove si delinea quel confine tra materia e spirito oltre il quale si cela la verità sulla stessa esistenza..

Il Catalogo, per questa sua particolarità nell’associare scritti letterari ad opere d’arte, sarà distribuito in tutte le librerie italiane.

Silvana Lazzarino

Artisti in libreria

ANDREA PINCHI

La Galleria Clichy

Firenze, Via Maggio 13r,

Orario: dal Martedì al Venerdì: 10,00 / 13,30 – 15,30 / 20,00

Sabato: 10,00 / 20,00 – Domenica: 11,00 / 19,00 – Giorno di chiusura: Lunedì

inaugurazione giovedì 5 maggio 2016 ore 17.30.

Per informazioni: telefono: 055/2646025

dal 5 maggio al 5 giugno 2016

Ingresso libero

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Alessandro Roma

L’IMMAGINAZIONE SI FERMA NELLE OPERE DI ALESSANDRO ROMA

Il vissuto esistenziale tra visione ed emozione dove i pensieri si confondono a cercare quell’indefinito nascosto dietro il luoghi della natura, il sottile confine tra memoria e immaginazione che apre a nuove possibili evasioni dove il tempo sembra fermarsi, si riflettono nell’arte di ALESSANDRO ROMA, artista di gran talento e sensibilità che con creatività e un’originale sperimentazione del segno e della forma capace di evocare nuove percezioni visive, racconta dell’uomo e dei suoi percorsi fatti di sogni e veglia, dove l’invisibile diventa visibile. A questo artista nato nel 1977 a Milano, attivo a Londra con alle spalle diverse esposizioni di successo in Italia e all’estero, che racconta attraverso l’assemblaggio di diverse immagini e

mostra su Alessandro Roma

mostra su Alessandro Roma

l’uso del collage il paesaggio nel suo aspetto fantastico e irreale dove confluiscono memorie letterarie e spunti reali, la z20 Sara Zanin Gallery di Roma fino al 16 aprile 2016 dedica una personale centrata sulla tematica dell’immaginario e dell’onirico quali elementi per ripensare il viaggio della vita. L’esposizione One foot in the world and the other in the stillness la prima dell’artista presso la galleria, presenta

composizioni e sovrapposizioni pittoriche con innesti di illustrazioni e reperti anche fotografici, in cui entra in gioco lo sguardo capace di cogliere oltre il visibile, proprio attraverso il susseguirsi delle frammentazioni di elementi che trovano nel risultato finale una visione di insieme pronta a rivelare la percezione dell’indefinito. Questo a partire da una rilettura della tradizionale composizione del paesaggio classico da cui l’artista attinge alcuni aspetti tematici per poi ridefinire una nuova visione dello stesso dove immaginare nuove strutture di elementi e forme come fosse un contesto magico.

Attraverso la forza descrittiva di un colore che alterna tonalità intense ad altre pastello, dove malinconia e mistero si alternano, affiorano le emozioni della vita nel suo scorrere in un tempo immaginato dove ripensare alle possibilità del destino sospeso tra verità e immaginazione, finito e indefinito.

mostra su Alessandro Roma

mostra su Alessandro Roma

L’arte di Alessandro Roma legando colore, materia racconta dei luoghi ed elementi appartenenti alla natura talora non immediatamente riconoscibili lasciando spazio all’immaginazione, costante attraverso cui cercare possibili riferimenti all’universo interiore nel suo rapportarsi alla realtà vicina e lontana, presente e passata. La visone si trasforma regalando una nuova percezione tra presenza e assenza, detto e non detto; lo sguardo si perde, liberando le tensioni e inducendo lo spettatore/ visitatore ad immergersi nel suo vissuto interiore dove si nascondono silenziosi ricordi, riferimenti e suggestioni. Entro questo tempo sospeso dove scenari naturali e ideali, tra la terra e il cielo parlano di vita, di esperienza vissuta si avverte come una condizione tra sonno e veglia molto simile al trasognamento. E’ questa dimensione inconscia che, a partire da frammenti di vita, di storie passate, proietta verso orizzonti infiniti per scivolare nelle nostalgie e lasciarsi catturare da quanto è oltre il ricordo per poi superarlo e ripensare quanto sottile sia il confine tra la memoria e il tempo,

Silvana Lazzarino

 

ALESSANDRO ROMA

ONE FOOT IN THE WORLD AND THE OTHER IN THE STILLNESS

z2o Sara Zanin Gallery

Via della Vetrina 21, 00186 Roma

Orario; da martedì a sabato dalle ore 12.00 alle 19,00

Fino al 16 aprile 2016

Ingresso libero

Per informazioni telefono 06 70452261; info@z2ogalleria.it

 

ESPOSIZIONI DI ALESSANDRO ROMA

Alessandro Roma (Milano, 1977) vive e lavora a Londra.

Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali: Locus Amoenus (Sobering Gallery, Parigi, 2014); Coburn Projects (Londra, 2015); Enclosure (Paradise Row Gallery, Londra, 2013); Il sole mi costrinse ad abbandonare il giardino (Brand New Gallery, Milano, 2012); Humus (Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Rovereto, 2011); Sites of action (Scaramouche Gallery, New York, 2011); Alessandro Roma (Marabini Gallery, Bologna, 2005). Tra le recenti mostre collettive: Drawing (z2o Sara Zanin Gallery, Roma, 2014); Drawing Biennial 2015 (Drawing Room, Londra); Le stanze d’Aragona (Palermo, 2015); Everything is About to Happen. An ongoing archive of artists’ books selected by Gregorio Magnani (Corvi Mora, Londra, 2014); Drawing Biennial 2013 (Drawing Room, Londra, 2013); Lucie Fontaine: Estate (Marianne Boesky Gallery, New York, 2012); Never before a girl done so much with so little (The Suburbans Gallery, Chicago, 2012); Lacune (a cura di Laura Lanteri, Museo Archeologico Eno Bellis, Oderzo, Treviso, 2012).

Nel 2007 ha vinto la quarta edizione dell’International Painting Prize Diputación de Castellón della Fine Arts Academy di Castellón, Spagna. Dal 2008 al 2009 é stato artista in residenza presso la Künstlerhäuser Worpswede.

 

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