07ar25 opera iscritta premio articoli otto milioni 2025

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07ar25 Ingrīda Zaķe
Una pipa fatta d’ambra.
Acqua. Tu.

Tuo nonno era, proprio, immerso nel mito.
Là, in questa America lontana.
Ecco perché io non l’ho mai incontrato.
Si dice che lui desiderava compiere grandi imprese, come dovrebbe fare un uomo forte.
Si sputò sulle sue mani e salpò per l’America.
La mia nonna l’ha aspettato.
Come la pioggia di ghiande a novembre, i giorni sono cambiati, e lei ha aspettato così, a lungo.

Infine, quando, nel terzo anno consecutivo, le chiome dei larici si stagliarono, proprio come le barbe dei vecchietti, frusciando nel vento, la nonna smise di aspettare.

Appassita come una dalia dopo la mattinata gelida.
E se n’è andata via… completamente…
Hai terso con mano la pipa di tuo nonno, che egli aveva affidato a tua nonna, perché desiderava che lei la conservasse quando sarebbe già morto.
Questa pipa ha la trasparenza di una goccia di resina, pura e gialla.
È fatta tutta di ambra.
Esposta alla luce del sole, l’ambra brilla e luccica.
Qualche tempo fa l’ambra era liquida.
Si tratta delle resine indurite, ricavate dai pini.
Da bambino credevi che fosse una pipa magica.
Ti è stato raccontato che, se le avessi dato fuoco, l’ambra si sarebbe sciolta e sarebbe tornata alla resina liquida, sarebbe fluita di nuovo al suo pino, lì, sul fondo del mare, dove le acque del fiume Eridano l’avrebbero trasportata fino al delta, in tempi antichi.
Nel delta, la resina si trasformò in ambra, nel corso di milioni degli anni.
Chiunque la fumasse porterebbe con sé la resina nelle profondità.
Forse, per questa ragione la pipa è nuova di zecca, mai usata.
È per la paura di precipitare nel fondo.
Adesso, essa è la tua.
Ti trovi davanti alla vetrina di un grande negozio e i tuoi occhi sono come incollati alla stessa cosa, mille volte leggendo lo stesso: “Stiamo comprando ambra. A prezzo costoso”.
Fai oscillare la pipa tra le tue mani.
La luce brillante del pomeriggio fende il cannello della pipa e disperde il riflesso del fuoco nel vento.
Talvolta sembrano come gli occhi di lupo, a volte come i capelli d’oro, angelici.
Vendere o non vendere?
Se ti giri indietro e torni a casa, sulla porta troverai un uomo in giacca con cravatta, arrotolato nella coscienza del potere come un secchio d’acqua.
Con una motosega in mano e con una maschera da hockey sul volto.
Non entri più in casa.
Non hai più la casa.
Entrando nel negozio, si respira l’aria polverosa degli oggetti d’antiquariato e si rimane sopraffatti dal forte fascino del passato.
Passeggerai tra scricchiolanti orologi a cucù, sedie antiche e sgabelli riccamente decorati. Inciamperai sui grammofoni e sui pouf.
E dovrai rispondere alla domanda: qual è il tuo prezzo?
Quanto costa la vita?
Quanto costano tua moglie e i tuoi figli, quanto costa la tua vita?
Eri intrappolato nel tuo cespuglio di lillà, nella tua cuccia, nel tuo melo storto.
Senza renderti conto che non sono più nemmeno tuoi.
L’altra gente ti ha aperto gli occhi, finché hai capito cosa stava succedendo e hai lottato.
Hai afferrato l’ascia e hai scagliato una pesante pietra al confine, facendo schizzare scintille.
Ogni tuo colpo risuonava in tutte le direzioni.
Ma l’eco tornò sempre indietro con la forza sette volte superiore e ti fece cadere a terra.
Ti aggrappi al telaio della finestra di casa e non lasci che questo uomo, vestito in giacca e cravatta si avvicini a te.
Ma lui sta aspettando lì.
Aspetterà e non se ne andrà più.
Il nonno saprebbe meglio cosa fare.
Devo andare subito da mio nonno.
Dobbiamo attraversare insieme l’oceano.
Sopra il suo fondo.
Su, prendi i fiammiferi e accendi la pipa.
Le fiamme blu e fumose sciolgono gradualmente l’ambra e con essa anche te.
Anche il tuo corpo si scioglie e viene trascinato nel mare insieme alla resina.
L’acqua è fresca e rinfrescante.
La carezza impetuosa del mare ti attira sempre più nell’abisso.
Gradualmente unisci con la materia liquida, le piccole lumache, le luccicanti scaglie dei pesci.
Diventi acqua.
Le tue mani finalmente lasciano andare il telaio della finestra che ti teneva legato alla vita.

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