18ar25 opera iscritta premio articoli otto milioni 2025

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18ar25 Valeria Paukova
Le avventure a bordo

Le Zhuzhe sono piccole creature, brave e gentili, però a volte durante i giochi dimenticano le regole e, guidate dalla fantasia, non ascoltano più i loro genitori.
Questo è quello che è successo oggi.
Svegliandosi, la mamma, come sempre, andò in cucina per preparare la colazione per tutti.
Papà era già seduto alla scrivania e stava scrivendo qualcosa per guadagnare soldi per una casa più grande con giardino, mentre entrambi le bambine giocavano.
Sul pavimento si trovò una grande coperta blu: un vero oceano.
I cuscini sparsi ovunque erano gli squali pericolosi.
Così il lettino di Melissa si trasformò in una nave.
Il tulle, legato al bordo del letto fungeva da vela, mentre il telo di plastica gialla diventava un volante.
Le bambine misero le perline di plastica, braccialetti e anelli giocattoli in un piccolo scrigno rosa: questo prezioso carico doveva essere consegnato all’isola.
Costruivano dei telescopi di carta e il loro insolito viaggio poté avere l ‘inizio.
-Vedo arrivare una tempesta! – Alice disse, guardando nel tubo di carta.
-Cosa faremo?- Melissa chiese.
-Tieni più stretto il volante!- ordinò la sorella maggiore.
Melissa strinse più forte la tavola e cominciò a muoversi tra le onde alte.
Ma fallì: la nave si inclinò bruscamente verso sinistra e lo scrigno del tesoro cadde dritto nell’oceano, dove brulicavano gli squali.
-Lo prendo io!- annunciò Alice e si gettò in acqua.
Lo squalo affamato sentì subito l’odore del cibo e cercò di attaccare Alice, mostrando i suoi denti affilati.
Tuttavia, Alice si rivelò non solo una ragazza coraggiosa, ma anche forte.
Afferrò lo squalo per la coda e lo gettò via, dall’altra parte dell’oceano.
Gli altri predatori, vedendo tutto ciò, si allontanarono spaventati e nessuno di loro osò più mostrare nemmeno i denti ad Alice.
Dopo aver preso lo scrigno del tesoro, le Zhuzhe sentivano che le forze le abbandonavano.
La tempesta diventò così forte che non fu più possibile affrontare la furia delle onde e raggiungere a nuoto la nave.
-Aiuto!- gridò Alice -Sto annegando!-
Melissa lasciò il volante sul ponte e si chiese come salvare la sorella, dato che non sapeva nuotare. Allora Melissa ebbe un’idea geniale: prese la cintura del vestito della madre, che serviva da cima per fissare l’ancora, e la gettò in acqua.
-Tieniti stretta alla corda, Alice!- urlò Melissa -Ti tiro fuori!-
Alice afferrò la corda e fu salvata.
Il mare si calmò subito, apparve il sole e le fanciulle nuotarono tranquille verso l’isola.
-Dobbiamo immortalare la nostra avventura e scattare una foto di come, tutte sane e salve, abbiamo consegnato lo scrigno!-
Detto questo, Alice prese la macchina fotografica della loro madre dal ripiano più alto dell’armadio.
Le bambine erano così assorte nel gioco che dimenticarono una delle regole principale della loro casa: non toccare la telecamera!
In nessuna circostanza!
Ma ora le piccole si trovavano su un’isola in mezzo a un oceano vasto, dimenticando le regole fondamentali.
-Sarò io a scattare la foto!- Melissa disse e tirò la tracolla della macchina fotografica.
-Perché proprio tu?- Alice diventò furiosa –Sono stata io a buttarmi in acqua e combattere contro gli squali!-
-Ma ti ho salvato!-
Le fanciulle puntarono ciascuna la telecamera verso il proprio lato.
Nessuna voleva arrendersi.
Le sorelle si arrabbiarono e non si accorsero che si stavano alzando lentamente.
Quando le loro teste quasi toccarono il soffitto, la telecamera scivolò loro dalle mani e cadde. Piccoli pezzi di plastica sparsi per la camera.
-Cosa sta succedendo qui?– La mamma entrò nella camera.
Osservò la camera delle bambine, ma non le vide.
-Alice! Melissa! Dove siete?-
Sia i frammenti di telecamera sparsi sul pavimento, sia l’assenza delle figlie indicavano che si stava profilando un conflitto spiacevole.
Le fanciulle, trattenendo il respiro e premendo la testa contro il soffitto, fissarono con orrore prima la macchina fotografica rotta, poi la madre, poi di nuovo i frammenti dell’apparecchio…
-Siamo qui- disse timidamente Alice.
La madre alzò lo sguardo e vide le sue due figlie sospese in aria.
-Avete rotto la mia macchina fotografica?- la mamma non riusciva a controllare il fastidio nella sua voce, però i suoi piedi toccavano ancora il pavimento.
-No- rispose Melissa -È caduta e si è rotta. La riparerai?-
La mamma raccolse la macchina fotografica rotta, i suoi pezzi e cercò di rimetterli insieme come i pezzi di un mosaico.
-Non potrò più aggiustarla- sospirò la mamma e cominciò ad arrampicarsi verso le sue bambine.
Prese in braccio entrambe e le strinse a sé.
-Questo mese non vi compreremo né giocattoli né dolciumi- affermò la mamma, rimettendo indietro a terra entrambe le figlie.
-Compreremo una nuova macchina fotografica per me.-
-Perdonaci. Non faremo più così- dissero entrambe, abbracciarono la madre e si librarono in aria insieme a lei, fino al soffitto.

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