Il Dispari 20220815– Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220815 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220815

BRUNO MANCINI |Per Aurora volume primo

L’APPUNTAMENTO

CAPITOLO QUARTO

L’isola era un frutto acerbo nel contesto dei luoghi limitrofi.

Nata dal botto di un novello dio vulcano, mostrava, in ogni aspetto, segni evidenti della sua natura. Le colline tondeggianti e prive di asperità, le spiagge formate da sabbie a grana doppia che neppure aderivano alla pelle, sulla riva del mare scogli sporgenti dal classico colore scuro del magma solidificato.

Trine di anse e picchi e grotte, e dirupi e bordi di intagli di volute e di plaghe, formavano la parte sottostante al cono capovolto del vulcano che si ergeva con cime frastagliate a forma di una cresta. Vista dal mare ricordava la linea tracciata tra la testa e la coda di un dromedario.

Non appena si lasciava la fascia costiera modellata dall’erosione marina, il poco terreno sedimentato appariva ingabbiato da muri di pietre scure sovrapposte che non avevano subito deformazioni evidenti con il passare degli anni.

Limoni, mandorli, alberi da frutta, e poi pini, oleandri, mimose, a formare un vasto campionario di vegetazione mediterranea.

Oltre il gradino del vecchio cancello, la villa per anni abbandonata, successivamente era diventata splendido ritrovo per personaggi in attesa di definitiva gloria.

[…]

-«Quel giorno era un pomeriggio del mese di marzo od aprile: gli alberi proiettavano le ombre lunghe delle ultime ore sul prato già umido, poco curato e frammezzato a sassi squadrati in modo empirico da uno dei vari custodi che si erano succeduti nel tempo.

Pasqua era passata da pochi giorni.

Da allora ogni volta le immagini, scorrendo a ritroso, si fermano un attimo sulla cintura in cuoio grezzo del mio blue jeans con la borchia rettangolare di ottone scuro rappresentante il “lazo” in volo verso una preda invisibile.

Aveva intorno la scritta a rilievo “I AM”.

Perché?

Poi inquadrano l’orizzonte, minimizzato dal muro di cinta, sagomato tra i tronchi rugosi dei pini e gli arabeschi mediterranei dei ferri battuti che orlano l’imponente cancello, ed esso appare per niente mortificato, bensì sgargiante nei contrasti di toni rosso–azzurro, anzi finanche sfacciato nell’irrispettoso insinuarsi tra il vuoto di un arco e lo slargo di una colonna.

Sempre le luci si bloccano sul volto di lei, ancora acerbo, spigoloso, spaurito, stupito; sui suoi occhi increduli, incredibili, innocenti; sulla bocca, carnosa, carnale, candida.

Quella sera di marzo o forse di aprile, sul prato bagnato, sotto i tronchi dei pini, con l’orizzonte limitato a pochi squarci e la mia cintura lontana dal suo viso e dai suoi occhi, la sua bocca giurava. Giurava il nostro appuntamento.»

ISBN9781445237534

Per Aurora volume primo di Bruno Mancini

Liga Sarah Lapinska | Twitterone

Per conto dell’Associazione culturale

“Da Ischia L’Arte – DILA” ho preso contatto con i seguenti Artisti.

1) Irina Befa, notoria pittrice che vive e lavora in Germania, ha ricevuto per conto di DILA, con entusiasmo e piacere, una dalle nostre antologie “Da Ischia l’Arte” e anche alcune copie dei giornali “Il Dispari”.
Molto spesso lei, che è finalista del nostro concorso di Arti grafiche “Otto milioni – 2022”, organizzava mostre pittoriche insieme ai suoi amici Artisti.
Nella fotografia Irina, elegantissima, e il suo dipinto “La leggenda giapponese”.
Buona fortuna a lei !

2) Rita Vectirāne, la vice Sindaco di Jelgava (Lettonia) ha ricevuto con piacere due dalle nostre antologie, “Penne Note Matite” e “Sinfonia con l’Africa”.
Lei ha ricevuto anche alcune copie del giornale quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio..
Questa signora ha tanta fiducia nel campo della cultura, e sostiene in Jelgava i progetti che sviluppano i musei e gli eventi commemorativi.
Forza e buona salute a lei, una fragile dama tra tanti uomini con i quali lavora nel Comune di Jelgava

3) La professoressa Baiba Rivža per il conto di DILA ha ricevuto, con piacere, il mio dipinto “Isis and Osiris” e l’antologia “Arte Altrove”.

Grazie a lei e ai suoi amici veri è stato possibile organizzare una nostra mostra nella casa di moda “Tēma”, Jelgava, Lettonia.
È abituata a perseguire l’essenziale. Scrive anche saggi di cultura artistica.
Forza a buona creatività a lei !

4) Svetlana Gnevanova, nostra amica già da tanti anni, business women che ha il suo caffè nel mercato di Jelgava, ha ricevuto la nostra antologia “Penne Note Matite”.
Lei stessa, pur non essendo un’Artista, ha buon gusto se si tratta di arte.
Così, Svetlana ha pubblicizzato le mie opere d’arte verso persone che prima non avevano tante esperienze e tanto tempo libero né per i nostri dipinti, né per i nostri scritti.
Svetlana ama gli animali, sia cani, sia gatti.
Ha visitato Verona, Milano e alcune montagne.
Ripete spesso che, secondo lei, l’Italia è bellissima.
Le auguriamo tanti anni di proficuo lavoro, riposando di più e viaggiando di nuovo verso la sua amata Italia.

5) Iveta Koško, è Artista nel suo tempo libero.

Manifestando grande piacere ha ricevuto la nostra antologia di Arti varie “Una pagina, un’emozione”.

6) Viesturs Āboliņš, anche lui è uno scrittore e partecipa al nostro Premio “Otto milioni”.

Un uomo di buon con gusto.
Ha ricevuto con molto interesse, ancora una volta, sia le nostre antologie, sia alcune mie opere d’Arte e anche la nostra antologia di arti varie “Sinfonia con l’Africa – 2”.

7) Il pittore Abu Pashaev ha ricevuto la nostra antologia più recente.
Lui è un vero entusiasta e partecipa a tutti i nostri progetti Made in Ischia.

8) La poetessa traduttrice Eva Mārtuža, donna davvero molto attiva, si è fatta fotografare con la nostra antologia più recente e una dalle mie opere d’arte.

9) Ingrīda Zaķe, consueta partecipante ai nostri progetti in qualità di poetessa, adesso si trova in Germania ed è stata contenta di posare con la nostra antologia più recente e con i suoi libri.
Lei ha un gusto eccellente e il coraggio di essere decisa.

10) Kristīne Lapiņa – Liepiņa ha partecipato alla nostra antologia più recente ed ora si è fatta fotografare volentieri con sua figlia mostrando la mia opera “Like a Bird”.

Irina Befa,

11) Il meraviglioso pittore Ajub Ibragimov ha ricevuto e si è fatto fotografare con la nostra antologia più recente, invitandoci, intensamente, ad essere artisti e non perdere l’ottimismo.

Il Dispari 20220808

Il Dispari 20220808 – Redazione culturale DILA

BRUNO MANCINI | Dal mio racconto “Vasco e Medea”

 https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/560419/vasco-e-medea-2/

Quantunque quel giorno la traversata marina che lo portava un paio di volte al mese nella sua isola fosse stata allietata da un mare piatto a perdita d’occhio, al primo impatto con i lastroni di lava vulcanica che pavimentavano il bordo terminale della banchina di ormeggio, per un attimo barcollò come un birillo con il fondo appesantito per un giocattolo infantile.

I grossi lastroni di lava grigia levigati dai passi di migliaia di persone, contornavano un tratto minimo dello spiazzo destinato alle manovre di attracco; subito accanto, una macchia bruttura di asfalto sconnesso adduceva a diverse stradine, queste sì, già dal primo impatto, coreografiche, quasi personalizzate dagli abitanti e dalle attività annesse.

Scelse il viottolo a tratti in leggera pendenza incassato tra pareti di tufo verde chiazzate da prepotenti arbusti di gialle ginestre (ginestra, fiore amato dalla mia donna).

Su in cima, oltre filari di limoni ed oleandri carichi di frutti e di fiori, giunse ad un gruppo di vecchie costruzioni tinteggiate con impasti di calce dai colori pastello, chiari, luminosi; prive di un ordine apparente e senza segni esterni identificativi che non fossero gerani rosso fuoco ai balconi, glicini appiccicati alle pareti.

Due pini e due palme tutti ultra centenari, quasi cingevano come baluardi il più vecchio palazzo, al cui ingresso un alto cancello di ferro battuto, adornato da volute arabesche, mostrava, in fondo ad un viale polveroso, tratti sconnessi di un muro di cinta, in parte crollato, formato da pietre grigie semplicemente sovrapposte, che ostruiva, spezzava, limitava, la fitta boscaglia e le piante di alto fusto subito accanto predominanti.

Una strada di recente costruzione, sgradevole, sgraziata, stonata, si immetteva in quella minima piazzola, dal lato opposto rispetto alla direzione del suo arrivo, a sinistra del cancello, completando il suo percorso in una specie di slargo appositamente adibito a deposito di rifiuti.

Assurdo.
Criminali.
La vecchia villa sfregiata.
Pazzi.
Stronzi.

L’incanto accecato.

Rimase confuso tra ginestre (ginestra, fiore amato dalla mia donna) e pattume, con i sentimenti oltraggiati, tentando di capire se profanare è una vendetta o una maledizione, se il male sopravvive a se stesso per debolezza del suo antagonista oppure per sciocchi abbagli di clemenza.

Mai un silenzio l’aveva visto così indifeso.

-«Maledetti.

Siate maledetti.»

Fu lì che lo rivide.


Il Dispari 20220808 – Redazione culturale DILA

 Poesia inedita dedicata a Ischia

Durante il suo ultimo soggiorno ischitano, avvenuto in occasione della sua partecipazione all’evento culturale proposto il 5 luglio dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” nel salone della Biblioteca Antoniana di Ischia, la scrittrice e poetessa Lucia Fusco ha scritto una poesia dedicata alla nostra Isola d’Ischia che ha voluto offrire in anteprima assoluta al lettori di questa pagina culturale.

Ringraziandola per la deliziosa primizia di questo poema, e ricordando con enorme piacere il suo intervento e le letture delle sue poesie ascoltate live in biblioteca, auguriamo a Lucia Fusco tutti i successi che merita, nella certezza di poterla applaudire ancora molte altre volte quale portatrice di arte, non solo poetica, sulla nostra isola.

CANTO DI TE, ISCHIA

Di Lucia Fusco

Canto di te, Ischia,
isola mai sola,
incoronata tra perle mediterranee:
genti di mare e di stelle di Arturo,
Ischia bella, verde di boschi, alghe e rocce,
Azzurra di acque, cieli e nuvole,
torno a te con la valigia lasca,
i piedi impolverati nei sandali leggeri,
l’abito bianco di stupore e di poesia.

Qui Nestore antico invita a libare
vino e baci come granelli
di polvere lavica scura, piccoli e fugaci.
Qui la Sirena Partenope echeggia
tra le onde, tra l’eternità del fumo
delle fumarole, delle acque talasse e salse,
creatura invisibile agli umani
ormai senza più coraggio né sogni.

E nel bosco di Zaro trovo
la Santa Madre, somma di tutte le divinità.
Qui Maria sposa Madre Natura,
creatura divina che sempre dà
vita, anima, eternità.

O Ischia, a me lontana dagli occhi
e dalle membra ma mai dal battito
del cuore, il ricordo mi porta sempre a te,
terra di brillanti, al mio tempo fanciullo,
agli oleandri del porto, alle canzoni
dei marinarielli, ai profumi d’alga,
di limone e mirto, alle agavi. Quando a te
giungo, sento il piacere di un tempo
di paradiso e già la nostalgia della partenza.
Mia bella patria eletta, come una madeleine
il tuo sapore mi rapisce fino
alla giovinezza, allo splendore,
quando come Venere mi bagnavo
nelle acque di Sant’Angelo,
dei Maronti, della Spiaggia degli Inglesi,
di Sorgeto, dove tra sassi viscidi e neri
comprendevo con la lingua del cuore
il sorriso di genti straniere.
E a Nitrodi dove acque e fango fanno bella
la mia senile femminilità e mi danno
vigore, piacere e consolazione.

E sul Monte Epomeo il vento suona
su vigneti millenari, sugli orti e sui giardini,
santuari dello spirito e
scompiglia i miei capelli canuti.
Tace la porta di Agartha,
dove i suoi spiriti ribelli, santi e alti
celano l’uscio invisibile a noi materialisti
e masticatori, senza pentimento.
Qui mi assalgono sentimenti in salita,
ma non ho più paura dell’inverno:
qui un giorno sarò spino di fico d’India,
srò fiore, sarò mora di rovo.

A te sempre ritornerò Ischia cara,
come anima, energia, e una lucciola
avrò per compagnia, da te
che assali amanti vecchi e nuovi.
Qui è nata la bellezza all’origine del mondo.
Dio ti ha forgiata tra fuoco, acqua e vento.
Le parole cantanti di dialetto tondo e liquido
rivelano mare, amore, viole e sole,
e sono sempre belle, brutte, dolci e amare.

Genti accoglienti e operose,
figlie del Castello Aragonese,
tra case accostate a vincere freddo,
vento, solitudini resistono millenarie.
Qli viaggiatori dell’Ottocento
stupiti e innamorati della tua vita,
qui da tutto il mondo, anonimi
e famosi si amano,
ritrovano braccia e bocca
al tuo richiamo eterno, all’eco del tuo amore
che mai si spegne, sale dal magma
e accende il desiderio della carne.

E la Mortella, la Colombaia,
la Madonna del Soccorso che saluta
le genti emigranti, Lacco Ameno
che accoglie Santa Restituta e
nasconde nel suo ventre il tuo
passato lontano… e mille altri
luoghi che tengo come tesori,
qui canto la giovinezza,
gli affetti più cari, i giorni più sereni.
Ischia, che i cuori rapisci,
che custodisci salute e gioventù
e bellezza… io ti amo…

Il Dispari 20220808 – Redazione culturale DILA

Il Professore Fabio Ricci, Specialista in Ginecologia-Ostetricia e in Oncologia, Responsabile Unità Operativa di Senologia Azienda USL Ospedale S. M. Goretti, Latina è un nuovo “Amico” dei progetti culturali Made in Ischia dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA“.

Di lui, e delle sue encomiabili attività sociali e culturali, vi parleremo con dovizia di particolari già a partire dalle prossime settimane.

Il Dispari 20220808 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220801

Il Dispari 20220801 – Redazione culturale DILA

Carmine Covello, dall’America entra nel gruppo degli Amici DILA

Una iniziativa molto pregevole per l’affermazione della validità dei progetti culturali Made in Ischia messi in campo dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ha visto protagonista Carmine Covello, cittadino italiano residente in America.
Si tratta dell’acquisto di un notevole gruppo di libri che fanno riferimento, appunto, alle attività realizzate da DILA, e già questo sarebbe un punto di merito, donato alla Biblioteca comunale di San Vincenzo La Costa, località calabrese natale di Carmine Covello.
Oggi, ringraziando immensamente Carmine Covello per avere scelto i nostri libri come segno di preferenza e di indirizzo del suo apprezzamento per la produzione letteraria italiana, ed auspicando che i fruitori del servizio bibliotecario di San Vincenzo La Costa abbiamo un impatto positivo con i contenuti dei suddetti libri e possano avviare proficui contatti con tutti gli Artisti di Arti Varie presenti nei volumi, vi documentiamo la fase finale di tale iniziativa, aggiungendo qualche foto del nostro nuovo amico e qualche succinta informazione sulla località calabrese destinataria della sua donazione.
Al Gregorio Iannotta, Sindaco di San Vincenzo La Costa, offriamo la nostra totale disponibilità per realizzare nel suo Comune eventi culturali (mostre, reading, concerti ecc.) ove mai Egli decidesse di dare, tramite la nostra Associazione, un seguito popolare alla bella donazione di Carmine Covello.

Il Dispari 20220801 – Redazione culturale DILA

Al Sig. Sindaco Gregorio Iannotta
del Comune di di San Vincenzo la Costa – Cosenza

Egr. Sig. Sindaco
abbiamo ricevuto da Carmine Covello, nato il 15 dicembre 1940, residente a Oak Ridge, New Jersey – U.S.A.

https://www.facebook.com/carmine.covello.5/

il gradito incarico di provvedere alla donazione, tramite Lei, di questi volumi

Sinfonia con l’Africa 2 – Bruno Mancini e Dalila Boukhalfa
Promo uno – Bruno Mancini
Per Aurora tutti i racconti – Bruno Mancini
Non sono un principe – Bruno Mancini
Erotismo, sì! – Bruno Mancini
Alla ricerca dei percome – Bruno Mancini
2¢x1 poesia – Bruno Mancini
Poesia e Dintorni –Roberta Panizza
Il club degli autori – Santa Vetturi & AAVV
Gioco d’amore a Sermoneta – Angela Maria Tiberi
Come i cinesi volume primo – Bruno Mancini

al Comune di San Vincenzo la Costa – Cosenza.

Sarà gradito un cenno di ricezione.
Molto cordialmente, distinti saluti
Ischia, 31 maggio 2022
Bruno Mancini Presidente DILA

Il Dispari 20220801 – Redazione culturale DILA

Dal Comune di San Vincenzo La Costa
Provincia di Cosenza

San Vincenzo la Costa lì 29 Luglio 2022 – prot. n. 2755
Egregio Signor Carmine Covello
New Jersey U.S.A.

Spett.le DILA (Da Ischia L’Arte)
via email emmegiischia@gmail.com

Riscontro la Vostra del 25 07 2022 per confermare che i libri inviati sono stati correttamente ricevuti.

Purtroppo il pacco è pervenuto presso gli uffici comunali proprio nei giorni delle elezioni e, dunque, non avevo ancora avuto modo di verificare il contenuto.

Sarà cura consegnare in comodato d’uso i volumi alla Biblioteca Pubblica di San Vincenzo La costa, presso la quale potranno essere catalogati e consegnati e consultati agevolmente.

Al Signor Carmine Covello giunga il più vivo ringraziamento a nome mio e dell’intera Comunità per il gesto di generosità nei confronti del suo paese natio, testimoniato, altresì, dalla Sua presenza costante sulle pagine Social Istituzionali, che dimostra attenzione e rispetto delle sue radici e ci gratifica per tutto l’impegno che quotidianamente profondiamo per il miglioramento del nostro paese.

Con i migliori saluti
Il Sindaco Gregorio Iannotta

Carmine Covello e moglie Rita, da sinistra figli Carmine jr,. Paolo, genero joseph, figlia Maria, Jennifer moglie Paolo, Cindy moglie Carmine J

 

San Vincenzo La Costa – Notizie tratte da Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/San_Vincenzo_La_Costa#Storia

San Vincenzo La Costa è un comune italiano di 2.164 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria.
Faceva parte della Comunità Montana Media Valle Crati.
Fanno parte del comune di San Vincenzo La Costa, due frazioni: Gesuiti (m 567 s.l.m.) e San Sisto dei Valdesi (m 432 s.l.m.) e le seguenti contrade: Cicala, Greco, Maglie e Prioli.
Nonostante le origini siano medioevali, e il centro sia citato in un documento datato 1113, conservato presso l’archivio Vaticano, nel territorio a Piano Capone è stato rinvenuto nel 1957 un ripostiglio di 107 monete in bronzo delle zecche: lucana, brettia, di Siracusa, punica e di Rom, oggi conservato al Museo Nazionale di Reggio Calabria.
Inizialmente S. Vincenzo sorgeva come piccolo monastero, che veniva gestito dai diversi feudatari, in base alle diverse vicissitudini del periodo storico.
Nel 1855 diviene comune autonomo con le frazioni di S. Sisto e Gesuiti.
L’economia si basa sull’agricoltura precisamente nella produzione olivicola e sull’artigianato, sulla lavorazione del legname, ma esistono anche ottime prospettive per l’agriturismo.

Gesuiti conta circa 400 abitanti è adagiata sul fianco del Monte Luta a circa 600 metri sul livello del mare e domina tutta la Valle del Crati.
La storia di questo paesino, immerso tra i castagneti e uliveti pregiati, comincia durante la seconda metà del Cinquecento quando durante la persecuzione dei Valdesi furono inviati i Gesuiti per contrastare quella che era considerata un’eresia.
A testimonianza del passato resta un antico borgo, che oggi è di proprietà privata, chiamato “il Cortiglio”, in cui aveva sede un monastero che anticamente si chiamava “Villa Expulsorum” (dal latino “villa degli espulsi”, nome che ha comunque un’origine ancora incerta).
Gesuiti dista circa 40 minuti di auto da Camigliatello Silano, una delle località montane più rinomate della Sila, ed è posta a circa 11 km dal Passo Crocetta, meta di appassionati della natura e appassionati di ciclismo.

San Sisto dei Valdesi è situata su una collina a circa 450 metri sul livello del mare, circondata da querce e da campi coltivati.
Intorno al 1200 inizia ad ospitare una vasta comunità di emigrati Valdesi provenienti dal Piemonte, che lavoravano come manovali e agricoltori nascondendo la loro credenza religiosa, cosa che riuscirono a fare fino alla metà del Cinquecento, finché il 29 maggio 1561 i soldati di Marino Caracciolo, capitano del Viceregno di Napoli, devastarono il borgo, bruciando le case e uccidendo centinaia di sansistesi.
Di rilevante importanza architettonica e storica, è il Palazzo Vercillo, conosciuto anche come “Palazzotto”, costruzione nobiliare risalente al XVI secolo.

Due poesie di Bruno Mancini

inserite nella raccolta inedita “… Parlo alle cose”

 

Alla marina

Dopo due anni
ho
riabbracciato la mia
spumeggiante
risacca marina.

Ha finto di non riconoscermi
nel lento andare
avviluppate,
da uno scoglio all’altro,
maliziose,
ciuffetti in onde,
alghe sensuali.

Ha finto nel tempo
del certo immerso:
mia forza d’intesa
mia trama di storia
mia voce d’amore.

“Domani torno”
“Domani ti aspetterò”.

———–°°°°————
Fischiettando

 
A piedi scalzi
sabbia di sole incorporata
mi sfida
nel ritorno dai lunghi
due anni.

E sono io a stendermi
nel gesto di un abbraccio
desiderato,
mai perso
nell’infida sfida
tra la vita e la morte.

La sabbia ardente
modellata in tiepida conca
fischiettando per la fuga dei fantasmi
accoglie il mio incantesimo.

Il Dispari 20220801 – Redazione culturale DILA

DILA

NUSIV

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ART12 Liga Sarah Lapinska

ART12 Liga Sarah Lapinska


ART12 Liga Sarah Lapinska

intervista la pittrice Irina Befa

D: -Nei tuoi dipinti racconti la storia della tua vita?
R: -Sono nata in Kazakistan nella città di Kizil – Orda, ho vissuto diversi momenti difficili, proprio come tutti noi. Sono arrivata in Germania nel 2003 e sei mesi dopo ho perso la mia figlia maggiore, Ludmila, in un incidente d’auto. Aveva 15 anni. In quel momento io sono morta spiritualmente. La vita è diventata priva di significato per me. Ma per l’altra mia figlia più giovane, mi sono imposta di combattere per la vita, e quindi ho deciso di dipingere in modo che Ludmila, in paradiso, fosse orgogliosa di sua madre. Dipingo quando ho ispirazione e uno stato mentale creativo, insomma dipingo con cuore, anima ed emozioni.
Amo questo mondo e il mondo dell’arte, ammiro la rugiada che riflette il sole in tanti colori, la pioggia, l’arcobaleno che sorge dopo la pioggia, i fiocchi di neve tutti unici e irripetibili.
Le astrazioni sono il mio stile. I miei dipinti non possono essere ripetuti, come la natura. Potrei dipingere per interi giorni.
I miei primi dipinti erano neri. Erano come il mio dolore e la mia tristezza per la figlia perduta. Dipingere è stata la mia salvezza: il ritorno alla vita. Ringrazio le persone che mi hanno supportata.
Sono grata al mio destino che mi ha dato l’opportunità di incontrare il grande personaggio e pittore Ajub Ibragimov che, vedendo le mie opere, creduto in me. Ajub mi ha aiutato molto. Ha anche lui incontrato molte difficoltà. Non è facile a 40 anni ricominciare la vita da zero. Poi il destino mi ha fatto un altro regalo facendomi conoscere te, Liga Sarah, che sei una meravigliosa giornalista dall’anima grande e pura.

D:- C’è forza interiore e speranza nei tuoi dipinti ed anche tragedia. Assomigliano alla musica. Cosa ti ispira?
R: -Sì, paragono i miei dipinti alla musica. Con sinfonie e suite. Quando dipingo, ascolto musica. Secondo il diverso umore. Ascolto Bach, Beethoven, Bellini, Lara Fabian, Alice. A volte canto mentre dipingo, imparando le lingue nello stesso tempo.
I miei dipinti sono unici, il tema è l’universo, ecco perché piacciano. Amo la natura e spesso dipingo nella natura quando splende il sole. Dipingo e mi rilasso.

D: -Dipingi solo?
R: -No, sto scrivendo anche un libro. O meglio, saranno diversi libri. Della la mia vita. Non ne rivelerò il contenuto per mantenere l’intrigo. Sono anche fotografa e come tale preferisco ritrarre gli anziani e le vedute.

D: -Sei stata in Italia?
R: – Non sono stata in Italia, ma sogno di andare anche nella vostra bella isola d’Ischia. Mia figlia è stata lì e si è innamorata di questa terra. Voglio innamorarmi anch’io dell’Italia. Perché c’è tanto sole in Italia e persone divertenti e reattive. Bella architettura, molti pittori, grandi cantanti e compositori.

D: – Come vivi in Germania?
R: – Cerco di realizzarmi come artista. Nel 2021 ho partecipato alla mostra internazionale di Zurigo. La mostra si è svolta nonostante i problemi della pandemia. Ha avuto luogo anche la mia prima mostra personale. Ho una piccola galleria, Kunst Schtube. Nel salone di bellezza, Bella Luna Thalasso Institut, non solo si ha l’opportunità di indossare una maschera, ma anche di godere e apprezzare l’arte.

D: -Hai nostalgia per i luoghi nativi?
R: -Sì, sono molto nostalgica della terra in cui sono nata. La mia infanzia è stato il periodo più importante della mia vita, quello in cui si forma il carattere e si sviluppa l’idea di come reagire in una situazione o nell’altra. Ma, soprattutto, è importante per l’amore che ricevi. È poi capire cosa significa amare e rispettare le persone. E un’altra fase della vita in cui ami tutti, ma in modo già diverso.

D: – Un tuo desiderio per noi tutti?
R: -Amatevi uno per l’altro perché la vita è breve. La pace sulla terra è fondamentale.

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

I seguenti dodici link portano agli articoli che esprimono una manifestazione di interesse operata da DILA tra tutte le pubblicazioni che sono state effettuate sulla pagina culturale del quotidiano IL DISPARI affidata alla Redazione dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Potranno essere votati nelle pagine che sono state loro dedicate su questo sito.
Poi, a fine novembre, se sarà confermata la nostra partecipazione al prossimo BookCity, verrà comunicata una classifica finale frutto della somma dei voti web e di un particolare sistema di votazione affidato ad una Giuria designata da DILA.
Complimenti e in bocca al lupo a tutti.

ART12 Liga Sarah Lapinska

Art01 Angela Maria Tiberi
LA VOCE DI CIRCE:
“A Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso.”

ART02 Luciano Somma
Michela Zanarella torna in libreria con
“Recupero dell’essenziale” – Interno Libri

ART03 Flora Rucco
In ricordo di Paola Occhi

ART04 Adriana Iftimie Ceroli
SIMBOLICAMANTE IL CERVO

ART05 Alberto Liguoro
Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

ART06 Mauro Paolo Montacchiesi
LA POETICA DI BRUNO MANCINI

ART07 Luciana Capece
NAPOLI PUNTA DI DIAMANTE

ART08 Mauro Paolo Montacchiesi
AGLI ANGOLI DEGLI OCCHI di Bruno Mancini

ART09 Nicola Pantalone
Mi racconto ad Angela Maria Tiberi

ART10 Mauro Paolo Montacchiesi
La poesia “A Casablanca” di Bruno Mancini

ART 11 Luciana Capece
Tributo all’Artista Milena Petrarca – IL TRIONFO

ART12 Liga Sarah Lapinska
intervista la pittrice Irina Befa

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ART11 Luciana Capece

ART 11 Luciana Capece


ART 11 Luciana Capece

Tributo all’Artista Milena Petrarca – IL TRIONFO

La Pittrice-Scultrice-Poetessa-Presidente dell’Associazione Magna Grecia Latina-New York e di alcune sedi operative dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, MILENA PETRARCA, nata a Pozzuoli, è un versante di poliedrica emozione.
Un vulcano attivo dell’Arte, sempre sul piedistallo delle riflessioni importanti, che vanno a ritmo progressivo nel veloce tempo.

Accoglie la complessità dell’immenso con respiro infinito, mentre sulla tela immacolata, la sua nobile impronta, calca toni di colori accesi e delicati come il sole e la terra che nè generò il suo potenziale talento manifesto.

Le mani, strumento ben creativo, in sinergica meditazione mentale, collocano negli appositi spazi Artistici, le sue Opere, intersecate di Simmetriche e Allegoriche tematiche.
Poste magistralmente con una tavolozza di spiccato eroismo, per oculata e corale gioia, verso un pubblico attento ad apprezzarne i validi contenuti.

La penna della Poetessa MILENA PETRARCA è interprete dei sentimenti più veritieri, ove il mistero profondo non è un blocco ma un accesso all’intimo per forgiature di Ideali Culturali, con dei componimenti dalla cromatura analitica… che porta a quel mondo conservatore di successo, soprattutto nella disciplina filosofica della vita.

L’Artista da Grande Osservatrice è sovente al centro delle iniziative sociali cui colma quell’emancipazione progettuale, con simbiotica alleanza globale per costruire ponti di ramificata PACE, senza traversie d’ombre che apportano a scadenze ma a risolutorie situazioni, al fine della LIBERTÀ ARTISTICA utilitaria al mondo!
Il suo Operato Scultoreo-Pitturale e Letterario è cementato da un atavico insegnamento dottrinale.

Oltre agli studi conseguiti, Essa è figlia d’arte di fama internazionale dell’amatissima mamma MARIA PANETTI PETRARCA… Drammaturga e Autrice di testi teatrali e di canzoni napoletane, nonché, Insegnante di scuola formativa per giovani talentuosi: super promotrice della Cultura del mezzogiorno.
A Ella, nella città di Pozzuoli è dedicata “Villetta Maria Panetti in Petrarca”.

La Prof.ssa partenopea MILENA PETRARCA pluripremiata con plauso di critici, vanta il titolo di: IDEATRICE per l’alta Moda per il Messico, con le sue OPERE Pittoriche su capi esclusivi in passerella a New York- Roma e in varie località Mondiali.
Un curriculum degno di Lode!

Straordinari i Mitici Dipinti: FARFALLA DI FUOCO – DONNA DELLA PACE – L’ AUTUNNO -FANCIULLA DI NUOVA PRIMAVERA – MARILYN – IL CARRO DELLA FELICITÀ – FRIDA KHALO – RUFOLF MUREYEV – MARGOT FONTEIN – AMORE A VENEZIA, straordinario dipinto esposto in anteprima assoluta nella Biblioteca Comunale Ischitana Antoniana mirabilmente diretta da Dottoressa Lucia Annicelli in occasione degli eventi internazionali proposti da DILA in collaborazione con la testata giornalistica IL DISPARI e l’Associazione ADA.

Nota anche la Scultura LA MASCHERA ROSSA DELLA SOFFERENZA e altre di cotale rilievo.
Insomma un Archivio d’Intelligenza per posteri vogliosi di convolare nel Tempio dell’ Arte.

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

I seguenti dodici link portano agli articoli che esprimono una manifestazione di interesse operata da DILA tra tutte le pubblicazioni che sono state effettuate sulla pagina culturale del quotidiano IL DISPARI affidata alla Redazione dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Potranno essere votati nelle pagine che sono state loro dedicate su questo sito.
Poi, a fine novembre, se sarà confermata la nostra partecipazione al prossimo BookCity, verrà comunicata una classifica finale frutto della somma dei voti web e di un particolare sistema di votazione affidato ad una Giuria designata da DILA.
Complimenti e in bocca al lupo a tutti.

ART 11 Luciana Capece

Art01 Angela Maria Tiberi
LA VOCE DI CIRCE:
“A Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso.”

ART02 Luciano Somma
Michela Zanarella torna in libreria con
“Recupero dell’essenziale” – Interno Libri

ART03 Flora Rucco
In ricordo di Paola Occhi

ART04 Adriana Iftimie Ceroli
SIMBOLICAMANTE IL CERVO

ART05 Alberto Liguoro
Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

ART06 Mauro Paolo Montacchiesi
LA POETICA DI BRUNO MANCINI

ART07 Luciana Capece
NAPOLI PUNTA DI DIAMANTE

ART08 Mauro Paolo Montacchiesi
AGLI ANGOLI DEGLI OCCHI di Bruno Mancini

ART09 Nicola Pantalone
Mi racconto ad Angela Maria Tiberi

ART10 Mauro Paolo Montacchiesi
La poesia “A Casablanca” di Bruno Mancini

ART 11 Luciana Capece
Tributo all’Artista Milena Petrarca – IL TRIONFO

ART12 Liga Sarah Lapinska
intervista la pittrice Irina Befa

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ART10 Mauro Paolo Montacchiesi

ART10 Mauro Paolo Montacchiesi


ART10 Mauro Paolo Montacchiesi

La poesia “A Casablanca” di Bruno Mancini

Dalla raccolta “Non sono un principe”
Poesie di Bruno Mancini

A CASABLANCA
Questa, di Bruno Mancini, è una lirica autobiografica, sintetica riflessione del suo universo in potenza.

Il costante incrociarsi di gradi d’individualità, con congetture e rappresentazioni allegoriche, dà l’impressione di blandire un desiderio distante, un’aspettativa che non sarà in nessun caso verità (APRO IL SIPARIO SUI MONDI PARALLELI …), un’illusione di paradiso che si consuma più in là della prospettiva fallace di un’esile realtà.

Per il vate, le farfalle, negli attuali giorni d’inerzia e di aspettative, appaiono come in controluce (istanza di tenerezza e passionalità) tra i cristalli di Murano.

Il suo buio si presenta angosciato da sopori lancinanti, da selvaggi ardori di mettere in moto la propria energia.
Le farfalle filigranate, i sopori lancinanti, i selvaggi ardori, questa la sintesi allegorica dei suoi giorni, delle sue notti.
ll di là da venire, il tempo andato, al momento non si arrestano, con intenso vigore propulsi all’esterno da struggenti afflati, da ciò che è in fieri.
Il cantore alza la cortina su universi convergenti, fatti di “PATATINE FRITTE (mancanza di comprensione da parte di …) E BIRRE POPOLARI (Gli amici)”.
E in quegli universi individua un’etera (una relazione sentimentale molto saltuaria) sprovvista di alterigia, alle spalle di un flat screen.
Come da un remotissimo creato, il suo tono metafisico vocalizza: “AMOR, AMOR…”.

Il cantore avvolge aspettative e disillusioni, in un piego piombato, il cui ricevente è la potenza misteriosa e invincibile del suo stesso fato.
Bagna superficialmente la linguella di cerniera, passa i confini in un convenzionale bollettino che dà il titolo che non c’è solennità a Casablanca.
A Casablanca, vale a dire transitoria, ma impellente necessità di considerazione che, verosimilmente, al momento non c’è.

I ricordi sono compressi, eccessivi.

L’ischitano non più luccica di fervori.
Si percepisce, si descrive sgradevole corsaro.
Le reminiscenze sono una masochistica crudeltà, una “RUOTA DELLA TORTURA” di manzoniana memoria:
Condotti al luogo del patibolo, le siano dal carnefice con una ruota ben ferrata spezzate a uno a uno tutte le ossa principali del corpo del cranio della testa in poi, …
– (I Promessi Sposi).

Il poeta postula un bilancio esistenziale tra passioni (sentimenti) e delusioni (frustrazioni), tra gemme (gioie), tempeste (gravi sconvolgimenti) e inganni (trame altrui a suo danno).

E continuerà a postulare quel bilancio esistenziale, con nichilistica emozione, fino a quando la folle apoteosi di una sua poesia si trasformerà in una farfalla incastonata sul girotondo (malinconia per i ricordi) opaco di una coppa.
La coppa, ovvero uno stato di coscienza in cui l’uomo, il vate, vuole tornare alla simbiosi con il cosmo.
È un sentimentalismo evanescente, permeato di velata tristezza, di commovente malinconia, provvisto di ragguardevole creatività.

Bruno Mancini è instancabilmente autentico, affascinante, incessantemente simbiotico al personalismo umano e umanistico dell’esclusivo periodo che vive, verosimilmente, nel momento della stesura del testo.

Dalla raccolta “Non sono un principe”
A Casablanca

Farfalle filigranate
in vetri di Murano
questi giorni di stasi e di attese
queste notti di sonni convulsi,
brutali desideri di muovere la vita.
E ancora non si fermano,
pensieri endecasillabi,
domani, ieri,
sbalzati fuori del presente.
Apro il sipario
sui mondi paralleli
tra patatine fritte e birre popolari,
scovo puttana priva di spocchia
dietro lo schermo piatto
-come da un altro mondo
la sua vocina aliena
sberleffa
“Amor, amor…”-,
accartoccio speranze e delusioni
in plico sigillato
destinatario “Il mio destino”,
umetto la linguella di chiusura
-sigillo gli fu negato-,
sconfino nel banale
lì dove un notiziario intitola
che non c’è festa a Casablanca.
Spiaccicata
scandalosa memoria,
non più brillo d’entusiasmi,
contro me stesso, trucido pirata,
incatenate anamnesi
alla ruota della tortura,
vorrò misura saldo
tra passioni e delusioni,
gemme
tempeste
inganni,
fin quando in sconveniente epilogo
folle apoteosi d’una mia poesia
sarà farfalla incastonata
-mosaico decorativo-
sul girotondo opaco di una coppa.

https://youtu.be/QLrhUhlt4hM

https://youtu.be/YdwAiV2Hrbo

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

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Complimenti e in bocca al lupo a tutti.

Art01 Angela Maria Tiberi

Art01 Angela Maria Tiberi
LA VOCE DI CIRCE:
“A Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso.”

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“Recupero dell’essenziale” – Interno Libri

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Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

ART06 Mauro Paolo Montacchiesi
LA POETICA DI BRUNO MANCINI

ART07 Luciana Capece
NAPOLI PUNTA DI DIAMANTE

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AGLI ANGOLI DEGLI OCCHI di Bruno Mancini

ART09 Nicola Pantalone
Mi racconto ad Angela Maria Tiberi

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La poesia “A Casablanca” di Bruno Mancini

ART 11 Luciana Capece
Tributo all’Artista Milena Petrarca – IL TRIONFO

ART12 Liga Sarah Lapinska
intervista la pittrice Irina Befa

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ART09 Nicola Pantalone

ART09 Nicola Pantalone


ART09 Nicola Pantalone

Mi racconto ad Angela Maria Tiberi

Salve, mi chiamo Nicola Pantalone e sono un musicante.
Qualcuno, all’inizio della mia avventura, scrisse Nick su un manifesto e questa abbreviazione del mio nome me la sono portata per tutta la vita, vuoi perché a pronunciarla era più facile per tutti, vuoi perché un nome americanizzato all’epoca era più affascinante.
La mia povera mamma non ne era felice perché, fino a quel
momento aveva associato questo nomignolo al cane, e allora temeva che mi avessero appunto chiamato come un cane dopo avermi sentito cantare.

A parte gli scherzi, considero di essere stato un uomo fortunato: sono nato a Napoli, sono da tanto tempo Cittadino di Ischia, questa isola meravigliosa, ho come Amico fraterno un uomo geniale, scrittore e poeta di valore che si chiama Bruno Mancini e, soprattutto, ho ricevuto nelle mie corde la possibilità di comunicare col resto del mondo con il linguaggio più armonizzante, più pacifico, più convincente e simpatico che esista: la Musica.

Tanti e tanti anni in musica mi hanno permesso di conoscere e di interpretare canzoni di tutto il mondo, ma il ritorno alle origini, alla mia napoletanità, mai perduta nonostante
ripetuti impegni musicali in giro per l’Italia e all’estero, mi ha regalato l’amore per la canzone napoletana, di cui spesso ho raccontato la storia, attraverso gli Autori e gli aneddoti riguardanti la loro vita.

Lo sapevate che Piedigrotta, la festa più amata dai napoletani, era già menzionata in un libro dello scrittore di Roma antica Petronio?
E che alla Piedigrotta venne affidata verso la metà dell’800 la prima rassegna di canzoni napoletane che, fino a quel momento, non avevano avuto una consacrazione nazionale o, addirittura, internazionale?

Lo sapevate che Libero Bovio, autore di alcune tra le più appassionate e belle canzoni napoletane, poeta sopraffino, soprannominato “‘o chiattone“ per la sua pinguedine
da ragazzino, non ebbe nessuna voglia di studiare, per cui costrinse sua madre, ormai vedova, a raccomandarlo per un posto di scrivano?

E qui avvenne la metamorfosi di Bovio, oggi tra gli autori più amati dai napoletani, che ogni anno, nel giorno in cui fanno visita ai loro cari defunti , lasciano un fiore sulla tomba del Poeta.

Ischia, anche prima di diventare meta esclusiva di turisti era già stata menzionata nelle classiche canzoni di Napoli.
Michelemmà, scritta tra il 500 e il 600, parla appunto di una ragazza d’Ischia “E’ ‘na scarola“, figlia di un notaio, che si era intrufolata nell’accampamento dei turchi invasori e, mentre dormivano, li aveva uccisi “a duie a duie”, salvando l’isola dalle future scorribande.

Ai primi del 900 l’isola è stata la location nella quale si svolse la storia, poi a lieto fine di Anna Rossi, figlia di un fornaio napoletano.

I matrimoni all’epoca erano combinati e, specie le famiglie più povere, non potevano opporsi a richieste di personaggi particolarmente in vista e per giunta ricchi.
Così Anna sposò Pompeo Corbera, ricco proprietario ischitano e albergatore di Ischia, molto più anziano di lei.
La giovane era triste, perché il suo amore era un coetaneo, il giornalista e poeta Eduardo Nicolardi, che disperatamente le aveva dedicato la canzone “Voce ‘e notte“.
Il signor Corbera, però, dopo poco tempo defunse, lasciando Anna ricca e libera di unirsi per tutto il resto della vita al suo Poeta.
L’uomo della canzone napoletana è quasi sempre un perdente: vive, sperando e disperandosi, il rapporto con la donna che ama.
Lo testimoniano decine e decine di canzoni, tra le quali una che rende particolarmente l’idea è la “Malafemmena“ di Totò.
Secondo me questa caratteristica conferisce una maggior teatralità a ogni storia.

L’osservazione di scene di vita quotidiana potrebbero infatti portare a pensare che il popolo napoletano è “anormale“.
La normalità è svegliarsi presto al mattino, prendere il bus, andare in ufficio e passare circa 7 ore seduto al computer a sbrigare pratiche.

A Napoli, chi si comporta così è una esigua minoranza.

Tutti gli altri cercano di trovare, o addirittura di inventarsi, lavori che permettano di stare in movimento, in mezzo alla gente e, anche inconsciamente, di esibirsi nella maniera più
semplice, ma con grande professionalità.

Ecco perché la mia, forse ingenua, riflessione, mi convince sempre più che Napoli è un enorme palcoscenico.

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Complimenti e in bocca al lupo a tutti.

ART09 Nicola Pantalone

Art01 Angela Maria Tiberi
LA VOCE DI CIRCE:
“A Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso.”

ART02 Luciano Somma
Michela Zanarella torna in libreria con
“Recupero dell’essenziale” – Interno Libri

ART03 Flora Rucco
In ricordo di Paola Occhi

ART04 Adriana Iftimie Ceroli
SIMBOLICAMANTE IL CERVO

ART05 Alberto Liguoro
Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

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LA POETICA DI BRUNO MANCINI

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