ART08 Mauro Paolo Montacchiesi

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ART08 Mauro Paolo Montacchiesi

AGLI ANGOLI DEGLI OCCHI di Bruno Mancini

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile.

AGLI ANGOLI
Gli angoli sono le fondamenta di un edificio, che collegano e consolidano due muri al loro luogo d’incontro, tuttavia si incontrano persino sul vertice, in cui perfezionano l’edificio e contemporaneamente lo tengono unito.
Gli angoli sono, per similitudine, l’alfa e l’omega, il principio e la fine.
Essi sono l’Uomo, in questo caso l’Uomo Poeta Bruno Mancini, che aspira a trasformarsi, a proiettarsi sulla scala macrocosmica dell’Universo.

DEGLI OCCHI
“Animi est enim omnis actio et imago animi vultus, indices oculi.”
Ogni azione parte dall’anima e il volto è l’immagine dell’anima, gli occhi ne sono gli indici.
(Cicerone).
Gli occhi sono gli indici rivelatori dell’anima del Poeta, gli angoli ne sono l’Alfa e L’Omega, l’anelito di abbandonare il microcosmo (l’IO) e di proiettarsi nel macrocosmo (il NOI).

SOTTO PIGRIZIE AMICHE
Amiche, perché la pigrizia (le pigrizie) può essere un illusorio stato di quiete, di rilassatezza, ma, invero, è una fase di diminuzione della fiducia in sé stessi, un nichilistico, manicheo odi et amo nei confronti del successo totale.

PREPARA A MORTE NOSTALGIA.
La nostalgia (gr. νόστος = ritorno e άλγος = dolore), il dolore del ritorno al passato, il desiderio di tornare a vivere ciò che è stato, prepara a morte, alla trasformazione in divenire.

La nostalgia (l’IO), un’ancora del passato che inutilmente tenta di frenare, di rallentare, di impedire l’ineluttabile morte, la metamorfosi nel NOI.

PASSA PIÙ PARTI
LAMPO DI TEMPO INDIETRO
INDIETRO SECOLI
E SEMPRE COME SEMPRE.
Rapidamente appaiono e scompaiono, ripetutamente flashback, rievocazioni di un passato ormai cristallizzato.

CAMBIA
SE NON ADESSO
A MORTE.
Essere o non essere. Cambiare o non cambiare.
è questo il momento di decidere se cambiare oppure no.

ALLA VIOLA NASCE IL PENSIERO
E POSSO ANCORA MUOVERMI
VENIRTI ACCANTO
E SENTI LA CORTECCIA
VECCHIA E INUTILE.
La Viola del pensiero, chiamata anche Viola tricolor, è un’ affascinante pianta da fiore, nota in tutto il mondo quale emblema di amore profondo, dal momento che, conformemente al mito, una freccia di Cupido finì su questo fiore.
L’amore profondo del Poeta può ancora muoversi, andarle accanto.
La copertina del libro, con la sua policromia, con il suo modellato, è riflesso d’inquietudine interiore.

Il Poeta si sente una corteccia vecchia e inutile.
La corteccia, gli indurimenti della vita, l’apparenza che non permette di penetrare nella sostanza delle cose, del Poeta.
è un momento esistenziale e lei vedrà veramente una corteccia vecchia e inutile?

Il cuore dice che il suo amore riuscirà a penetrare l’essenza delle cose, del Poeta.
Post nubila Phoebus/Dopo la pioggia c’è il sole.

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

I seguenti dodici link portano agli articoli che esprimono una manifestazione di interesse operata da DILA tra tutte le pubblicazioni che sono state effettuate sulla pagina culturale del quotidiano IL DISPARI affidata alla Redazione dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Potranno essere votati nelle pagine che sono state loro dedicate su questo sito.
Poi, a fine novembre, se sarà confermata la nostra partecipazione al prossimo BookCity, verrà comunicata una classifica finale frutto della somma dei voti web e di un particolare sistema di votazione affidato ad una Giuria designata da DILA.
Complimenti e in bocca al lupo a tutti.

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“A Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso.”

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Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

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ART07 Luciana Capece

NAPOLI PUNTA DI DIAMANTE

Il trascorso di Napoli come città, si basa sulla storia antica, che vede la sua espansione sotto i riflettori di una civiltà proveniente da popoli diversi.
Essa ha subìto variegate pressioni, guerre bizantine e malattie, apportando periodi di declino economico, con riprese graduali nel tempo.
Più volte sottoposta al tremore del risveglio vulcanico colosso dal respiro pulsante.
Una vera attrazione fotografica mondiale.

Napoli, come una medaglia appesa al petto, ostenta il (Palazzo Reale di BORBONE) in magna Piazza Plebiscito, dove ancora oggi arredi, tendaggi, oggettistica, quadri, porcellane e dediche, narrano la vita politica, svoltasi alla fase epocale del < Regno Delle Due Sicilie > e non solo!

Il suo riuscire nelle imprese è dato nel renderla una perla di nicchia nel mondo, dovuto alla ferrea costanza dei cittadini che, senza tradirne le abitudini, con secretato amore, serbano l’attuale linguaggio partenopeo cui l’idioma secolare nè attesta l’originalità!
E nonostante il sequenziale cambiamento di nuovi modelli espressi con stile artistico, si vuole distinguere nella sostanza dei suoi valori.

Indiscutibile l’Arte che la circonda, Monumenti e Basiliche dedite al progresso delle epopee che furono, segnano episodi di materialismo palese.

L’Università al presente FEDERICO II° è il cardine della sublimata CULTURA E LETTERATURA ove, mio Marito con fierezza tributò il suo onorato servizio dal 1987 al 1989.
Imponente (Maschio Angioino) fortezza con bastioni e torretta circolare domina la città e nè campeggia il vero Primato!

Con S. Gennaro e votive edicole nei quartieri, si fonde l’unione tra misticità e tradizione.
La Galleria Principe Umberto, prezioso portico dedicato al Re D’ Italia, con i suoi decori a rilievo orna i centri commerciali ospitati all’interno, affiancata da scalinate che nè denotano l’entrata e l’uscita.

Napoli esprime una bellezza coinvolgente, richiama Artisti planetari bensì nè abbia generato di idilliaca celebrità.

I Commediografi Attori di spessore, Eduardo e Peppino De Filippo, il Mitico Totò, i Super Cantautori Roberto Murolo, Renato Carosone, Sergio Bruni, il Grande Tenore Enrico Caruso, etc. hanno reso magica la loro voce nella soavità del firmamento.

“O SOLE MIO”, l’Inno alla città più baciata dai raggi solari, conferma quella bellavista meravigliosa nell’insieme che è LA COSTIERA AMALFITANA e incornicia una cartolina dai colori unici nella geografia italiana.

Napoli, città ospitale a me cara vissuta nel periodo vacanziero, ha suggellato nel mio cuore, una pagina culturale senza fine.

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

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Potranno essere votati nelle pagine che sono state loro dedicate su questo sito.
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LA POETICA DI BRUNO MANCINI

La poetica di Bruno Mancini sprigiona luminose scintille di feconda creatività, intona squillanti acuti di ardente pathos, raggiunge floridi apici di effervescente vivacità.

Un dettato lirico il suo, che, con una certa frequenza, indugia su questa naturale realtà immanente, perché esclusivamente spingendosi in profondità del suo senso, concedendole sensibile accoglienza nella mente, si può raggiungere lo scopo di un maggiore sentimento di solidarietà umana, di comprensione e di indulgenza verso gli altri.

Bruno è un vate, ovvero un profeta lirico, d’intensa, d’idealistica illuminazione, che, con rilevante magistero, con consistente ritmo, con intenso fervore, nell’universo circostante irradia la sua energia totalizzante, la sua veracità istintiva.

I sentimenti dell’Artista estrosamente si amalgamano nella loro più elativa concezione lirica, in uno scenario sublime che considera l’umano sentire.

Bruno Mancini è il regista di una rappresentazione scenica in soluzione romantica, ora idealista ora sentimentale, in cui si alternano gioie e dolori, che il regista-poeta denuncia e filma in immagini che si propagano nelle eco di confessioni, di emozioni in divenire.

L’estetica versificatoria di questo poeta è lessicalmente, idiomaticamente policroma, eclettica, un fantasmagorico caleidoscopio di emozioni.

Bruno è un funambolo che, con accattivante brio, si esalta nei virtuosismi di appassionanti parole.

La sua genialità consiste nel dare forza e senso ai suoi afflati, tanto da veicolarli, emotivamente, vividamente, come onde radio ad alta frequenza.

Il suo repertorio poetico è un sentiero intarsiato di gemme eterocromatiche, un divenire che trascende il tempo.

L’Ischitano di frequente ricorre alla riproposizione verbale, onde apportare ai suoi versi maggiore armonia, come pure per metterne in evidenza, con eleganza, la valenza semantica.

Valenza di frequente distinta, in considerazioni dissimili, poetando non esclusivamente con contenuti autoreferenziali, bensì innalzando sé stesso a grande nobiltà di spirito, in virtù delle sue analisi e delle sue meditazioni relative a variegate, oggettive rappresentazioni tematiche.

L’estetica manciniana è trapunta di orfismo, di ricami magicamente, evocativamente lirici.

Da una lettura psicologica della poetica di Bruno Mancini, si può ipotizzare che sia stato molto autonomo e allo stesso tempo amichevole con tutti, escludendo qualsiasi preconcetto e con una decisa concezione di equità sociale.

Per questa ragione è stato alquanto idiosincratico verso gli schemi dettati dalla società.

Con considerevole energia egli ha sempre aspirato a reificare le convinzioni riformiste che ha acquisito in gioventù.

Una necessità congenita d’indipendenza potrebbe tuttora arrecargli qualche complicazione relazionale in generale.

ESTDEUS IN NOBIS, AGITANTE CALESCIMUS ILLO
C’É UN DIO DENTRO DI NOI E CI SCALDIAMO PE
RCHÉ EGLI CI AGITA
(Ovidio-Fasti-VI-5)

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

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Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

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Tributo all’Artista Milena Petrarca – IL TRIONFO

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ART05 Alberto Liguoro

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Cerimonia ad Acerra per il 25 APRILE 2022 con la partecipazione del Capo dello Stato.

Siamo al Castello dei Conti, sede prescelta per l’evento.
Si entra superando un largo ponte sull’antico fossato. Nell’androne è situata la lapide che ricorda la motivazione della medaglia d’oro al valor civile riconosciuta ad Acerra nel 1999 (56 ANNI dopo i fatti), con l’elenco delle oltre 90 vittime civili, tra cui molti bambini, anche piccolissimi, provocate dall’esercito tedesco ai primi di ottobre del 1943.

Presenti alla cerimonia, Rappresentanti delle Istituzioni e Autorità Civili e Religiose, e qualificati Studiosi della Resistenza.
Menziono, per la qualità dei loro interventi, oltre al Presidente della Repubblica, il Sindaco di Napoli Manfredi, il Governatore della Regione Campania De Luca, la professoressa di Storia della Resistenza, Isabella Insolvibile.

Davvero eccellente l’intervento di quest’ultima, dotata di grande conoscenza della materia e capacità comunicativa; non a caso, citata nel suo discorso dal Presidente Mattarella.
Ha collegato con grande forza argomentativa tutte le stragi che ci sono state in Campania nel settembre del ’43 (compresa quella di Nola, diversa perché la prima contro MILITARI ITALIANI, che sono stati decimati e dispersi, per cui, successivamente, la Wermacht ha avuto CAMPO LIBERO nel massacrare i CIVILI, che pure si sono coraggiosamente difesi e hanno contrastato e ritardato le azioni di guerra dei Tedeschi).

Il Sindaco di Napoli ha tratto le fila di questo discorso, già analogamente trattato altre volte, sottolineando come le 4 Giornate di Napoli furono l’evento conclusivo; il successo della cacciata dei nazisti, a coronamento di tutto quello che era accaduto prima.
Equilibrato e vicino ai sentimenti popolari, l’intervento di Mattarella che, nel paragonare la Resistenza di allora, a quello che sta accadendo oggi in Ucraina, non poteva spingersi molto nella terra di nessuno della diatriba sull’inviare o non inviare armi ai combattenti di Zelensky, senza invadere, impropriamente il campo delle scelte politiche, e sull’argomento che si è affacciato della questione di Acerra, località di riferimento della c.d.“Terra dei Fuochi”, ha dovuto glissare, stante la presenza di De Luca, al quale più competeva l’argomento.
Questo ha comportato qualche cedimento nella spontaneità e generosità tradizionalmente presenti nelle sue parole.

Apertamente contestato dai cittadini, in larga misura, e dal Vescovo di Acerra, l’intervento di De Luca che ha inopinatamente NEGATO l’attualità della “Terra dei Fuochi” che sarebbe ormai solo un ricordo, stante il capillare e continuo monitoraggio del territorio, laddove le opere di bonifica sono ancora palesemente carenti e il numero elevato di tumori dovuti all’inquinamento tossico, chimico e industriale diffuso nell’aria, nell’acqua e nella terra, soprattutto con riferimento ai bambini è assolutamente inaccettabile e per lo più, ancora irrisolto.
RESISTENZA è anche quella del POPOLO ACERRANO contro questa piaga che non viene compresa, o viene ignorata, da quegli stessi SOGGETTI PUBBLICI che dovrebbero affrontarla.

Prendo spunto qui per sottolineare l’interessante distinzione che nei dibattiti sugli eventi commemorativi della LIBERAZIONE, ad Acerra, come a Saviano, dove mi sono, nel pomeriggio, recato perché, nella locale sede ANPI è stato proiettato il documentario di Felice Ceparano sulla strage di Nola, avvenuta alcuni giorni prima di quella di Acerra,
Tra RESISTENZA e GUERRA di LIBERAZIONE.

La PRIMA nasce nella coscienza popolare già al momento in cui essa è FERITA; ad esempio le famiglie che nel 1938, quando furono varate in Italia le leggi razziali, aiutavano o nascondevano gli ebrei, facevano in tal modo RESISTENZA alle inique leggi del REGIME.
La SECONDA nasce dalla LOTTA di un POPOLO contro un ESERCITO STRANIERO che lo invade e lo opprime, e si intreccia in genere con la PRIMA (questo accade oggi in Ucraina e accadde in Italia dopo l’8 settembre del ’43).
Evento tipico quello delle 4 GIORNATE di NAPOLI.
Ma non fu l’UNICO: tutte o quasi le CITTA’ ITALIANE, sull’esempio di ciò che accadde a Napoli, si liberarono e furono aiutate dai PARTIGIANI prima ancora che sopraggiungessero gli ALLEATI.
Lasciatemi concludere con le parole che spontanee mi affiorano nella mente:
W L’ITALIA LIBERATA dal NAZIFASCISMO;
W L’UCRAINA non ancora LIBERATA DALL’INVASIONE RUSSA;
W LA TERRA DEI FUOCHI non ancora LIBERATA, per l’INDIFFERENZA dell’OPINIONE PUBBLICA, la NEGAZIONE e l’INCAPACITÀ di Governanti, Amministratori ed altri Responsabili, dall’INQUINAMENTO AMBIENTALE creato dall’INCURIA e dall’EGOISMO degli Uomini.

Premio RECITAZIONE 2022 Otto milioni

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ART04 Adriana Iftimie Ceroli

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Il cervo è stato spesso paragonato all’albero della vita perché ha le corna che si rigenerano periodicamente.
Simbolo della fecondità, del ritmo della crescita e della rinascita.

Questi valori si riconoscono sia nelle decorazioni dei battisteri cristiani, ma anche nelle tradizioni musulmane, maya, pueblo ecc.

Allo stesso modo, il cervo è l’annunciatore della luce e fa vedere il sentiero verso la luce del giorno.

In alcune civiltà, questa caratteristica prenderà un’ampiezza cosmica e spirituale.

Il cervo diventa un mediatore tra il cielo e la terra, come simbolo del sole che risorge e si alza sul cielo infinito.

Più tardi, raffigurato con una croce sulla fronte, diverrà l’immagine di Cristo.

Messaggero del divino, esso rappresenta alla serie di simboli associati: albero della vita, le corna e la croce.

Nell’iconografia mitologica greco-romana i cervi vengono messi a guidare il carro della dea Diana, dea della caccia.

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