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20250508 DILA APS IL DISPARI professionisti
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LUCIANO SOMMA | MANCATE ISPEZIONI SIAE
MANCATI DIRITTI DI AUTORE
Ritorno sull’argomento trattato in precedenza per evidenziare un’altra gravissima lacuna d’una Società che dovrebbe avere a cuore gli interessi di TUTTI gli iscritti ed invece fa orecchi da mercante.
La S.I.A.E.
A chi scrive loro, come risposta arriva l’invio d’un modulo dove l’autore che non ha percepito diritti di autori su molti titoli dovrebbe elencare: nome del locale, giorno ed ora della esecuzione, nome delle canzoni presentate.
ASSURDO!
Non basterebbero i tanti occhi di ARGO.
I locali in Italia sono decine di migliaia.
E purtroppo gli ispettori non effettuano tutti i controlli necessari per impartire sanzioni e chiusura dei locali di coloro che, facendo i furbi, fregano sia la SIAE stessa sia chi produce musica che viene largamente diffusa in maniera scorretta nelle festività tipo matrimoni, cresime, comunioni, compleanni, onomastici.
Alcuni proprietari di locali, che incassano decine di migliaia di euro per i vari banchetti, lesinano qualche centinaio di euro per i diritti sacrosanti d’autore e gli Autori si debbono accontentare troppo spesso di qualche decina di euro, tanto che la maggior parte di loro deve pagare per differenza la quota sociale, della quale, infatti, sono esenti solo coloro che hanno meno di 30 anni o più di 80, oltre naturalmente ai disabili.
Tra le tante cose che non funzionano anche in altri campi questa è una questione ormai diventata anzianissima, come pure la modalità d’iscrizione.
Ai miei tempi, anni 60, bisognava fare degli esami sia per la qualifica di paroliere che di compositore, oggi si può iscrivere chiunque versano la quota stabilita.
Così ci tocca ascoltare ragazzini minorenni che stampano CD o inseriscono nei social decine di canzoni firmate da loro.
Possibile che TUTTI siano parolieri e musicisti a 15-16 anni?
Alla SIAE la cosa non interessa, basta incassare, chi sta ai vertici ed al comando se ne frega altamente di questo argomento tanto la “pappa” loro è assicurata e molto ben pagata.
Speriamo nel futuro che si presenta abbastanza duro, comunque ai posteri l’ardua sentenza!
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LUCIANO SOMMA: SUCCEDE ANCHE QUESTO IN CAMPO MUSICALE
Tempi duri per gli autori di canzoni, quelli che non hanno scritto per grossi nomi ma per cantanti magari alle prime armi.
Questi ultimi utilizzano i brani, magari partecipano a concorsi musicali, ma, guarda un po’, “DIMENTICANO” di segnare il titolo della canzone eseguita negli appositi borderò, quando esiste, unico modo per far introitare qualche spicciolo di diritto di autore.
E già perché di centesimi di euro ad ogni esecuzione si tratta se non si ha la fortuna di avere qualche passaggio televisivo su reti nazionali televisive o radiofoniche che pagano fior di quattrini per i diritti, nulla invece si riceve dalle emittenti libere che mandano in onda i bran, poiché questi pagano una cifra forfettaria che certamente diventa indivisibile per le decine di migliaia di canzoni trasmette nell’arco dell’anno.
A chi “figli e a chi figliastri” dunque, anche per quanto riguarda i diritti che dovrebbero pagare YOU TUBE e SPOTFY, per canzoni che hanno avuto oltre due milioni di ascolti alla fine danno agli autori ed editori qualche centesimo di euro!
Quake Ente bisogna interpellare a tale proposito?
A chi comunicare questa diversità di trattamento?
D’altro canto i Big e le Star che scrivono canzoni non badano tanto ai diritti, poiché loro sono pagatissimi ad ogni esibizione canora con decine di migliaia di spettatori paganti cifre da capogiro ad ogni concerto.
Aggiungo che da moltissimi locali, provare per credere, la SIAE è completamente ignorata e se il cantante chiede il borderò si sentirà dire che se insiste nella richiesta non si esibirà più in quella località…
Questa à la pura verità, questo succede oggi anno 2025, la situazione, colpa del Covid è peggiorata dal 2020 già ai primi sintomi della pandemia.
Si spera in qualche disegno di legge che possa dare agli autori ed editori minori ciò che spetta loro di diritto per ciò che producono, ma campa cavallo che l’erba cresce… e si tira “alla meno peggio” a campà!
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