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20250619 DILA APS IL DISPARI professionisti
20250619 DILA APS IL DISPARI professionisti
Bruno Mancini | L’imponente eredità civile che ci ha lasciato CHICCO CECCHI – sesta puntata
“Ischia, un’antologia”
APPUNTI PER ITINERARI TURISTICI
NELL’ISOLA D’ISCHIA
PER CONTO DELL’ENTE VALORIZZAZIONE ISCHIA.
Di GIOVAN GIUSEPPE CERVERA
Pag. 55
Io sono colui che spirò fuori la forma.
Io spinsi avanti questo nobile
dio che riempie il cielo colla sua bellezza .
(75, tes, delle Pir)
Da siffatti presupposti indiscussi, da questa fonte perenne di vita l’estensore di un Piano regolatore dell’Isola d’Ischia dovrebbe pigliar le mosse per impostare seriamente il suo lavoro. Ed essa rimane ancora l’unica via: il riconoscimento, la salvaguardia, e il potenziamento di questo enorme carico di ricchezze naturali, incapaci, fino a questo momento, di esplodere in tutta la loro forza di rigenerazione e di vita.
Il compito, perciò, che mi s’apre davanti, anche per il presente lavoro di semplice indicazione, resta arduo, e, forse, la sua realizzazione lo è di più: ma chi non vede che accingersi a realizzare tutto questo riesce, come dell’amore, tanto più soddisfacente, quanto maggiore studio e dedizione siano stati richiesti?
Via Tresta e via Ombrasco,
la prima dopo aver percorso l’abitato Tresta e la seconda partendo dalla Cala Ombrasco – che Jasolino addita come la ricchezza genuina dell’isola d’Ischia – si congiungono là dove generano:
Via Fasaniello. Il turista è sopra Cava Fasaniello e ne ammira la ricchezza, perché la natura, come da una sua piena mammella riversa le mirabili acque. Intanto ecco la cascata del Tamburo nella Cava omonima.
A questo punto la strada e si bivia: Via Acqua Piccola, che va ad incrociare Via Campo Manno, e via Buceto.
Chi viole continuare sul ciglio di cava Fasaniello e passare a Cava del Bubù, nei cui fondo l’acqua sulfurea gli fa sentire e vedere il proprio monotono ribollire che ha fatto derivare dalla stessa il nome onomatopeico, chi vuole conoscere le sorgenti dei Arvaniello vigilate da un secolare castagno, chi vuole soffermarsi nelle piccole grotte foderate di issopo di Acqua Piccola, deve prendere la prima.
Chi, invece, volesse scavalcare la collina Tresta e camminare sul ciglio di cava del Malandrino per gustare le meraviglie di questa Cava sempre franante, della Cava di Brusomonte, della Cava di Lecce, fino ad adagiarsi su i due ripiani soffici di “palieri” e di felci di cava Conserva, o, se mai, raggiungere Piano San Paolo, deve imboccare la seconda, cioè Via Buceto.
Ma fin da questo bivio si può rassicurare il turista che nessuna delle due strade gli sarà sgradita.
Ebbene, per un distorto malinteso del bisogno, queste Cave sono diventate ricetto delle immondizie urbane. Il cittadino di Casamicciola, coprendo coi suoi rifiuti l’incomparabile ricchezza che la natura gli ha gratuitamente elargito, sta anteponendo l’idea di bisogno a quella di valore, sta commettendo una vergogna per coprire la quale non basterebbero tutte le foglie di fico del mondo, sta perpetrando un delitto che, in caso di malaugurata alluvione, si ritorcerebbe grottescamente e fatidicamente contro di lui, sommergendolo sotto l’immenso strato di immondizie da lui stesso accumulate.
20250612 DILA APS IL DISPARI professionisti
Bruno Mancini | L’imponente eredità civile che ci ha lasciato CHICCO CECCHI – quinta puntata
“Ischia, un’antologia”APPUNTI PER ITINERARI TURISTICINELL’ISOLA D’ISCHIAPER CONTO DELL’ENTE VALORIZZAZIONE ISCHIA.Di GIOVAN GIUSEPPE CERVERA
Pag. 54
Via Piano – Via fuori il Ralo. Partendo dalla Via Regina Elena, mette anch’essa sulla Scarrupata nella parte più sud presso la non mai tanto segnalata Guardiola, oggi lasciata in abbandono. Il golfo sottostante prende il nome di Fèlice. Indicare Via Piano e, dove questa si biforca, precisare Via Fuori il Rale. E’ questo il ramo che acquista particolarità rilevanti, infossata com’è tra l’umido “maschione”, proprio verso il ripiano dove si consiglia porre la scritta “temine”.
CALA DI OMBRASCO – CASCATELLA DEL TAMBURO – CAVA DEL BUBU’
SORGENTI DI ARVANIELLO
FUMAROLE DEL CACCIUTTO – FONDO D’OGLIO – PIETRA DEL VOIA
La vita di Casamicciola svolgentesi essenzialmente lungo la fascia costiera non lascia intravedere al turista le meraviglie delle sue zone collinose. Eppure queste, una volta venute a conoscenza, difficilmente si lasciano dimenticare: riescono, infatti, a suggerire nel visitatore tal senso di amore per questa terra e ad infondere tanta voglia di rivederle, che non sempre chi le ha visitate può evitare un ritorno in Ischia.
Fondo d’Oglio, Cretaio, Tresta, Ombrasco, Paravisiello, Piccolo Paradiso, Campo Manno, Pera, Cràtica, Ciufano per l’isolano distratto e per il turista che dà uno sguardo sommario alla cartina geografica dell’Isola rappresentano nomi vuoti, privi di significato e senza una gloria di bellezza, ma a chi ha visitato questi posti, non possono non riaprire un cofano di ricordi, di sentimenti, di propositi, non possono non ricordargli le autentiche gioie che la terra, passo passo, gli offriva a ricompensa della piccola fatica.
Lasciare che queste bellezze restino solitarie, ignote al mondo turistico rappresenta una colpevolezza che rasenta il delitto.
Basterebbe una opportuna segnaletica, solo a titolo di compagna e guida, anche lasciando al turista la gioia di scoprire da sé le segrete bellezze dell’isola, rimettendo tutto nelle sue capacità di intendere e amare la natura.
Sarebbe già questo non piccolo conforto nella solitudine di questi sentieri che portano a contatto diretto colle Cave, con le fonti, con le Fumarole, con le Ventarole, con la terra cresciuta col sovrapporsi delle colate eruttive, con le vestigia d’un passato cui si ricollega la nostra esistenza, con il delicato odore dei castagni – odore della nostra terra -, con la visuale aperta, allargantesi colla salita, del nostro mondo la cui componente essenziale e vivificatrice resterà sempre il suo valore estetico:
Io sono colui che spirò fuori la forma.
Io spinsi avanti questo nobile
dio che riempie il cielo colla sua bellezza .
(75, tes, delle Pir)