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Valle dell’Angelo, piccolo borgo, grande storia

Borgo più piccolo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, situato nella provincia di Salerno,Valle dell’Angelo si trova a 630 m di altitudine con 220 abitanti, di cui 100 solo nel centro storico.

Circondato a sud dal Monte Ausinito e affacciato sulla Valle del fiume Calore, questa cittadina prende il nome dalla presenza di una grotta dedicata a San Michele Arcangelo luogo di pellegrinaggio esito sacro legato al culto longobardo dell’Arcangelo Michele, la cui venerazione era fortemente sentita dai fedeli.

Denominato in precedenza Piaggine Sottane per distinguerlo da Piaggine Soprane l’attuale Piaggine, successivamente nel 1927 è stato ribattezzato per motivi religiosi con l’attuale nome.
Il borgo la cui origine risale intorno al X secolo d.C. fu rifugio dei monaci basiliani in fuga dalla Siria e dall’Epiro per via delle persecuzioni iconoclaste nell’Impero bizantino.

Essi rilanciarono l’agricoltura locale, coltivando vite, olivo e legumi.
Divenuto luogo di pellegrinaggio per la Grotta di San Michele, dopo varie vicende feudali nel 1799 fu protagonista nella Rivoluzione Napoletana e nelle rivolte contadine.

Attualmente borgo meno popolato tra i comuni di tutta la Campania, Valle dell’Angelo vive di turismo, per la bellezza naturale, i siti culturali e le attrazioni gastronomiche, offrendo ai visitatori paesaggi, cultura e tradizioni autentiche.

Ha visto una riqualificazione e una conversione della propria economia da agricolo pastorale a vocazione prettamente turistica.

Sede in passato di colonie montane per i più giovani, la cittadina negli anni ha ampliato i servizi rivolti al turismo anche con supporto infermieristico e con un bonus per soggiorni.

Seppur piccolo, il paese offre diversi siti da visitare, tra questi, la Chiesa di San Barbato del XVII secolo di origine longobarda con tre portali d’ingresso di cui uno importante in legno scolpito con raffigurati i simboli di S. Barbato: libro e mitria vescovile ed un imponente altare maggiore capolavoro di arte barocca con coro ligneo; la Chiesa settecentesca di Santa Barbara con un portale in pietra lavorato ed un elegante campanile.

Citiamo inoltre Palazzo Vertullo del XVII secolo esempio di architettura signorile del passato e tra i più antichi del borgo caratterizzato da un portale in pietra calcarea, e la Grotta di San Michele Arcangelo simbolo della religiosità cristiana dei Monti Alburni, santuario rupestre risalente al periodo longobardo, dove è custodita una piccola statua dell’Arcangelo Michele in atteggiamento di difesa.

Senza dimenticare la Sorgente del Festolaro a sud del paese, ubicata all’interno di una grotta carsica, alla quale si accede mediante una galleria artificiale di oltre 220 metri lungo il cuore della montagna.

Tra i piatti tipici di Valle dell’Angelo, e presenti nel Cilento: i cavatelli al ragù, i ravioli di ricotta, lagane e ceci, ciambotta, freselle con pomodori.

Nei dintorni di Valle dell’Angelo si trova il Museo Naturalistico degli Alburni dove è presente una ricca esposizione permanente di fauna europea con vertebrati e invertebrati, tra cui mammiferi, uccelli, crostacei e insetti.

Silvana Lazzarino e Dalila Boukhalfa

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San Giovanni a Piro tra storia, natura e tradizione

Tra i monti e il mare, immerso nel Parco Nazionale del Cilento, San Giovanni a Piro conquista per la sua storia millenaria, le meraviglie naturali e un patrimonio ricco di tradizioni.

La sua denominazione porta con sé un duplice riferimento: a San Giovanni Battista, figura venerata cui è stato dedicato un antico monastero basiliano sorto tra l’XI e il XII secolo, e al termine greco “pyros” alludendo a un posto di guardia o ad una località legata al fuoco, in riferimento forse alle torri di avvistamento che proteggevano la costa dalle incursioni saracene.

Arroccato sulle pendici del Monte Bulgheria il borgo offre una vista sulla costa tirrenica tra il blu intenso del Golfo di Policastro e le tonalità argentee degli ulivi secolari.

Tra invasioni saracene, dominio normanno e era borbonica pur tra momenti di ricchezza e difficoltà, la cittadina ha mantenuto viva sempre la propria identità.

Tra le testimonianze legate all’arte e alla spiritualità troviamo il Santuario di Maria SS. di Pietrasanta, edificato nel XVI secolo, noto per il suo portale in pietra e per la statua lignea della Vergine, che custodisce preziose opere d’arte tra affreschi seicenteschi e un altare maggiore finemente decorato a testimoniare il passaggio di artisti locali e la profonda fede popolare.

Gli uliveti e i sentieri che lo circondano lo rendono ancora più suggestivo, specie durante le celebrazioni religiose quando la comunità si ritrova in pellegrinaggio, creando un’atmosfera di intensa partecipazione.
Con la sua imponente facciata la Chiesa madre di San Giovanni Battista, esempio di architettura cilentana il cui corpo centrale è databile circa al XV secolo, presenta interni riccamente decorati.

Oltre a raffinati stucchi e dipinti che narrano episodi della vita del santo patrono, si trova una fonte battesimale in marmo di pregevole fattura e un organo a canne del XVIII secolo.

La chiesa è spesso teatro di eventi musicali e momenti di raccoglimento collettivo, consolidando il suo ruolo di punto di riferimento spirituale e sociale per tutta la comunità.
Tra i vicoli si incontrano palazzi storici, portali in pietra lavorata e antiche fontane che raccontano la vita quotidiana di un tempo.

La natura con i suoi profumi e colori restituisce scenari indimenticabili come la piccola frazione di Scario considerata la “Porta del Cilento” per la sua posizione privilegiata tra le acque cristalline e i boschi rigogliosi.
Anche la vista dal Monte Bulgheria alle spalle del paese offre scorci unici sull’intero Golfo di Policastro.

Decisi e intensi i sapori della tavola rispecchiano il carattere di questa terra generosa dalla cultura contadina consolidata nel tempo dove le ricette sono state tramandate di generazione in generazione: accanto a le “lagane e ceci”, semplice e gustosa pasta fatta a mano accompagnata da legumi locali, è la “ciambotta” ricco stufato di verdure di stagione.

La memoria collettiva e le radici sono sempre vive grazie anche ad eventi e manifestazioni come le feste tra cui quella in onore di Maria SS. di Pietrasanta con processioni, antiche melodie e spettacoli pirotecnici, che ogni anno richiama pellegrini e visitatori da tutta la regione.

Dalila Boukhalfa e Silvana Lazzarino

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