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21ar25 opera iscritta premio articoli otto milioni 2025
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21ar25 Claudia Minenna e Arturo Bevilacqua
Gli INCIPIT scelti da Chiara Pavoni
“XX – XY / Donne e uomini nella danza erotica della mente e del corpo”
“Venni rapito dai suoi occhi o dal contorno distratto e imperfetto della matita nera che la faceva sembrare un cerbiatto, fu il suo sguardo deciso a colpirmi nell’anima…”.
Emette un sospiro e si passa la mano sulla fronte coprendo una parte del volto.
Con l’altro occhio lasciato libero mi guarda, forse si aspetta che gli dica qualcosa, che gli faccia qualche domanda, ma preferisco tacere e fare in modo che sia lui a condurmi nel fluire dei suoi pensieri, dei ricordi di odori, sentimenti ed emozioni.
“Da allora non sono più riuscito a farne a meno. Dei suoi occhi, di lei. Nessuna donna mi aveva mai guardato così. Allora ero sposato, con la seconda moglie, e avevo Luca, di cinque anni appena compiuti. Pensavo avessi superato quegli anni giovanili in cui vivevo tutto senza freni seguivo il richiamo delle donne, i loro profumi, come un cane da tartufo. Ero uno studente universitario, di ragazze ne conoscevo tante, e buona parte di loro finiva nel mio letto dopo qualche uscita serale o un paio di carinerie. Quando mi assentavo per diverse ore e poi tornavo al bar della facoltà, incontravo i soliti quattro scapestrati e iniziavo così: – poi ho preferito continuare la nostra conoscenza a casa –.
Due pacche sulla spalla e sorrisi aperti, e il mio ego straripava, mi sentivo un dio. Avevo dei bei capelli folti e vestivo alla moda. Ero un ragazzo galante con le donne; sapevo come prenderle: le sfioravo con un sorriso e con una mano sulla spalla. Dalla spalla più giù verso il braccio, a volte sulla schiena, solo sfiorandola, senza premere forte. Sentivo i loro brividi di paura, di stupore, e di eccitazione. Mi piaceva sorprenderle. Poche donne, allora, sapevano quello che volevano da loro stesse o dal sesso, e così, anche quando avevo poco tempo a disposizione, riuscivo a confonderle con complimenti e smancerie e a portarle a casa ebbre di attenzioni. Molte volte non ne ricordavo il nome, chi fossero o come fossero capitate nel mio letto. Mi svegliavo e trovavo per terra preservativi usati, resti di sigaretta, bottiglie sparse, avanzi di pizza incollati sul pavimento e piatti unti e incrostati sparsi in giro. Alcol, sesso, a volte anche marjuana. Sembrava un cimitero di atti orribili, peccaminosi, dai quali vorrei, ora come ora, che mio figlio si tenesse alla larga dimostrandomi, invece, di avere la testa sulle spalle. Non so se queste mie preghiere possano davvero funzionare, visto che io ho avuto una vita sessuale molto vivace sin dalla pubertà e che ho conosciuto la mia prima moglie proprio in una di queste serate a casa mia.
Mi sono innamorato di lei o, comunque, ho perso la testa per lei e l’ho scelta fra le altre, – le sembrerò davvero poco romantico o forse il mio romanticismo è sempre stato solo di facciata –, perché a differenza delle altre, quando eravamo a letto, a lei piaceva scivolare all’altezza del pube in modo unico, delicato, fissandomi come se fosse un puma che avanza piano fra le fronde. E mi guardava negli occhi per sentire dentro di sé tutta la mia eccitazione. Con una mano mi accarezzava la gamba, con l’altra quell’unica parte di me che in quel momento le interessava, e mi guardava profondamente. Allora mi è sembrato di impazzire.
Sono diventato veramente pazzo di lei. Del suo essere puma: sensuale, elegante, decisa. All’inizio facevamo solo sesso, poi ci siamo innamorati e abbiamo deciso di stare insieme. Il mio puma è però mutato dopo la nascita del nostro primo bambino e la nostra vita di coppia è cambiata tanto. Avevamo smesso gradatamente di fare l’amore, di cercarci. Non dormivamo più nudi come prima. Così, dopo un po’, abbiamo divorziato.