Il cranio del Mosasaurus di Novafeltria

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Il cranio del Mosasaurus di Novafeltria

È il più grande rettile fossile mai trovato in Italia e una delle più straordinarie scoperte paleontologiche degli ultimi anni
Rinvenuto nell’ottobre 2010 in una cava del riminese, dopo anni di studio e un accurato restauro, il cranio del Mosasaurus di Novafeltria, gigante dei mari di 75 milioni di anni fa, sarà esposto in via definitiva dal 18 ottobre al Museo Geologico Giovanni Capellini di Bologna, grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna

È il più grande rettile fossile mai trovato in Italia e dal 18 ottobre 2015, grazie a un accordo tra Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna e Alma Mater Studiorum, sarà esposto in via definitiva nel Museo Geologico Giovanni Capellini di Bologna, diretto dal Prof. Gian Battista Vai.
A pochi anni della scoperta casuale di questo reperto eccezionale in una cava di Novafeltria, il team di ricercatori dell’Università di Bologna è riuscito a dargli un nome e un’età: si tratta del fossile di un mosasaurus risalente alla fine del periodo Cretaceo, dunque all’incirca a 75 milioni di anni fa.
Il cranio del Mosasaurus sarà esposto in via definitiva nella grande sala del Diplodocus in occasione della giornata d’apertura della ‘Settimana del Pianeta Terra’, iniziativa a cui il Museo Capellini partecipa da anni con eventi destinati al grande pubblico.

Il mosasauro di cui è stato rinvenuto il cranio a Novafeltria era un animale gigantesco: lungo dalla punta del muso alla fine della coda più di 11 metri e con una testa lunga un metro e mezzo. È il più grande rettile fossile rinvenuto in Italia.
Ciò che cattura l’attenzione sono i denti possenti, lunghi fino a 10 centimetri: quelli del mosasauro di Novafeltria mostrano i segni di usura tipici dei grandi predatori e confermano che questo animale era in grado con il suo morso di provocare profonde ferite e frantumare le ossa delle sue prede.
Per giungere all’identificazione del rettile, il team composto da Federico Fanti, Andrea Cau e Alessandra Negri, ha unito le diverse competenze per capire sia la successione sedimentaria da cui è stato estratto il reperto, sia di che animale si trattasse.
Lo studio dei microfossili contenuti nelle rocce ha permesso ad Alessandra Negri di datare il fossile mentre le analisi di Federico Fanti ed Andrea Cau hanno identificato il reperto come la parte anteriore del cranio di un grosso rettile, per la precisione un mosasauro.
I mosasauri erano grandi rettili marini, lontani parenti dei serpenti e delle lucertole, comparsi 100 milioni di anni fa ed estinti –assieme ai dinosauri– 65 milioni di anni fa. I mosasauri erano “tornati” a vivere in mare, adattando il loro corpo all’ambiente acquatico. Per molti aspetti, il loro stile di vita ricorda quello delle balene e delle orche, e come queste ultime erano feroci predatori armati di denti molto robusti. Dopo i dinosauri, i mosasauri sono i più grandi rettili vissuti sulla Terra, con alcune specie lunghe una dozzina di metri e pesanti fino a 10 tonnellate.

In Italia i resti di mosasauro sono relativamente pochi, rinvenuti per lo più in Veneto.
Il merito della scoperta di Novafeltria va al signor Paolo Giordani, cercatore amatoriale di fossili, che alla fine del 2010 si imbatté, in una cava in località Secchiano, in un grande blocco da cui spuntavano imponenti denti fossilizzati.
Dopo una prima segnalazione al geologo Loris Bagli e a Maria Luisa Stoppioni, del Museo della Regina di Cattolica, il reperto è stato consegnato alla Soprintendenza Archeologia dell’ Emilia-Romagna, competente per la tutela, che a sua volta lo ha affidato ai ricercatori del Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Alma Mater di Bologna, Federico Fanti, Andrea Cau e Alessandra Negri che hanno curato anche la pubblicazione scientifica di questo ritrovamento nella rivista Cretaceous Research.

Redattore: CARLA CONTI
Data Inizio: 18 ottobre 2015

Permanente
Costo del biglietto:
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Bologna, Museo Geologico Giovanni Capellini, Sala del ‘Diplodocus’
Telefono: 051 2094555
E-mail: gigliola.bacci@unibo.it
Sito web: http://www.museocapellini.it
Museo Geologico Giovanni Capellini, Sala del ‘Diplodocus’
Città: Bologna
Indirizzo: Via Zamboni, 63
Provincia: BO
Regione: Emilia-Romagna

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