Miramare 22 Luglio 2010

Benvenuti

Progetto culturale La nostra isola
Presentazione antologia poetica
“Ischia, un’isola di…

Il testo dell’intervento con il quale ieri, giovedì 22 Luglio, la curatrice dell’opera, la professoressa trentina Roberta Panizza, ha dato inizio alla serata.

Gentili ospiti dell’isola d’Ischia, gentili Signore e signori, amici,
facendo seguito alla carrellata di ringraziamenti iniziata lunedì nel ricordo di Domenico per il suo determinante apporto in favore dello sviluppo del progetto culturale “La mia isola” ideato da Bruno Mancini, e proseguita ieri mediante l’omaggio a Katia Massaro, Valerio Biancardi, Gaetano Colella, Umberto Maselli, e Giovanni Monti in rappresentanza degli Alberghi Miramare e Castello e Mareblu che ci ospitano per il secondo anno consecutivo, e mercoledi con il nostro saluto e ringraziamento a tutto lo staff di tele Ischia a partire dal titolare Enrico Buono e poi a Mirna Mancini e Carmen Cuomo, oggi saremo un attimo monotoni elencando alcune delle innumerevoli voci internet che accompagnano con assiduità le nostre iniziative:
Radio invisibili (http://ilclubdegliinvisibili.com/)
Radio Antorva )
Radio Sonora (http://www.radiosonora.it/)
Vivicentro (http://www.vivicentro.org/)
Altri eroi invisibili )
Madrenapoli (http://www.madrenapoli.com/)
IschiaBlog (http://www.ischiablog.it/)
Arcipelago Campano (http://www.arcipelagocampano.com/)
Arte in linea con i tempi )
Poesia e dintorni (http://www.poesiaedintorni.it/)
Partecipiamo (http://www.partecipiamo.it/)
Emmegiischia (https://www.emmegiischia.com/)
Un nostro particolare ringraziamento –sempre- va a tutti gli amici del quotidiano “Il Golfo” e del settimanale “Il corriere dell’isola” che seguono con assiduità ogni progetto che proponiamo.
Per chi non era presente alle precedenti serate ricordiamo che il progetto culturale “La mia isola”, motore di questa manifestazione, ha come obiettivo primario la diffusione della poesia, dell’arte e della cultura in generale e si avvale, data la frequente latitanza delle istituzioni che spesso lasciano la cultura in balia di sé stessa e dei propri mezzi, del supporto di sponsor e della loro pubblicità in generale.
Idea forse ardita, ma perseguita con decisione data l’importanza dei fini che ci prefiggiamo.
Un cenno ora alla struttura della serata che, come le altre della manifestazione, è divisa in due parti:: nella prima parte si procederà alla lettura delle poesie di alcuni autori inseriti nell’antologia che presentiamo “Ischia, un’isola di…” ed a seguire Antonio Mencarini ci intratterrà con una sua sorpresa.
Nella seconda parte, un nuovo illustre rappresentate della cultura e della società aggiungerà al suo saluto di buon auspicio per i nostri progetti, l’invito alla cooperazione da parte di tutte le realtà culturali, turistiche, sociali e perché no, anche politiche operanti sul territorio.
Infine, dopo un altro piacevole stacco musicale, chiuderemo sperando di offrire ancora emozioni mediante i particolari allestimenti con cui Antonio Mencarini presenterà alcune poesie mie e di Bruno Mancini.

oggi ci piace particolarmente formulare un cenno di saluto e di ringraziamento a tutto lo staff di TeleIschia ed in particolare a Enrico Buono, titolate dell’emittente televisiva, che, mediante la collaborazione di Mirna Mancini e Carmen Cuomo, ha seguito i nostri progetti , dandone ampia informazione anche attraverso l’allestimento di puntate dedicate alle nostre antologie e proponendo interviste, dibatti e comunicati stampa.
Un nostro particolare ringraziamento –sempre- va a tutti gli amici del quotidiano “Il Golfo” e del settimanale “Il corriere dell’isola” che seguono con assiduità ogni progetto che proponiamo.
Per chi non era presente alle precedenti serate ricordiamo che il progetto culturale “La mia isola”, motore di questa manifestazione, ha come obiettivo primario la diffusione della poesia, dell’arte e della cultura in generale e si avvale, data la frequente latitanza delle istituzioni che spesso lasciano la cultura in balia di sé stessa e dei propri mezzi, del supporto di sponsor e della loro pubblicità in generale.
Idea forse ardita, ma perseguita con decisione data l’importanza dei fini che ci prefiggiamo.
Un cenno ora alla struttura della serata che, come le altre della manifestazione, è divisa in due parti: nella prima parte si procederà, con la conduzione di Antonio Mencarini alla presentazione e lettura delle poesie di alcuni autori inseriti nell’antologia che presentiamo “Ischia, un’isola di…”, ed a seguire ci sarà un piacevole stacco musicale proposto da abili esecutori.
Nella seconda parte, un nuovo illustre rappresentate della cultura e della società aggiungerà al suo saluto di buon auspicio per i nostri progetti, l’invito alla cooperazione da parte di tutte le realtà culturali, turistiche, sociali e perché no, anche politiche operanti sul territorio.
Infine, dopo un altro piacevole stacco musicale, chiuderemo sperando di offrire ancora emozioni mediante i particolari allestimenti con cui Antonio Mencarini presenterà alcune poesie mie e di Bruno Mancini.


Il MITO

arnoldo foà

ARNOLDO FOA’,

ALLA PRESENZA DI

BRUNO MANCINI, ROBERTA PANIZZA E ANTONIO MENCARINI,

SULLA TERRAZZA A MARE

DELL’HOTEL MIRAMARE E CASTELLO DI ISCHIA,

DURANTE IL MEETING DEDICATO ALLA PRESENTAZIONE AL PUBBLICO ED ALLA STAMPA

DELL’ANTOLOGIA POETICA

“ISCHIA,UN’ISOLA DI…”,

NE HA ACCETTATO UNA COPIA CON DEDICA, NE HA LETTE ALCUNE POESIE ED HA VOLUTO FIRMARNE E DEDICARNE TRE COPIE:

UNA A BRUNO MANCINI, UNA A ROBERTA PANIZZA ED UNA A TUTTO IL GRUPPO DI ARTISTI CHE NE FANNO PARTE,

COPIA, QUEST’ULTIMA CHE ABBIAMO CONSEGNATO CON MOLTO PIACERE AD ANTONIO MENCARINI.

Presentazione antologia poetica
Ischia, un’isola di…” a cura di
Roberta Panizza e di Bruno Mancini
Meeting Hotel Miramare e Castello

22 Luglio 2010 PRIMA PARTE

studente di lingue e letterature straniere all’università degli Studi di Pavia è appassionato di poesia, traduzione e critica letteraria ed oltre a scrivere versi si occupa di poesia presso un giornalino universitario con distribuzione a Pavia (“Caleidoscopio”).
Della poesia scrive: “Il mio rapporto con la poesia può considerarsi scisso in due fasi: una prima era caratterizzata da un ripiegamento in sé, dall’esigenza o dall’ottusità di comunicare solo con me stesso, salvo la lettura e l’imitazione dei poeti da me amati, Montale in primis.
Dai 19 anni in poi invece, l’immissione nell’ambiente universitario, la conoscenza di alcuni coetanei e il confronto anche con poeti conosciuti nel virtuale, mi hanno permesso di guardare in modo nuovo alla poesia: a qualcosa che fa crescere anche parlandone, che finisce per toccarci interamente anche dopo che l’atto creativo è consumato; mi hanno portato all’abbandono di una concezione elitaria e al sentire che la poesia – questa volta intesa più precisamente come testo – può essere modellata da altri, perché dal momento che la scriviamo non ci appartiene più totalmente: la lettura la consegna ad altre sensibilità che di rimando, se c’è dialogo e confronto, arricchiscono la nostra”.
Le poesie proposte fanno parte della raccolta “Per ogni frazione” in corso di stampa da parte dell’Editore Campanotto.

Congedo

Quasi dovessero animarsi, non ho risparmiato
di una carezza
ringhiere e corrimani, le spine dorsali di supporto
per chi invecchia di tenerezza lasciando un luogo.

Ecco, ci si fa sentimentali per poco (ma per poco)
solo osservassi che la loro costituzione
è robusta, di vertebre incorruttibili
ma illiberale verso, per dirne una, i monchi o i nani.

Non basta, e avanza pietà a prezzo basso.

Si sono visti
musei gratuitamente, collezioni private
cui seguiranno le proprie: asciugamani
con rughe impresse dai corpi, bottiglie, abbracci,
me sul punto di cambiarli
con un mio qualcosa
che non saprei.

Via i numeri recenti
già vecchi
ora che domani smette di valere
un giorno; ora che, inflazionato,
pretende ad anticiparlo
un
indeterminativo.

Ci si fa sentimentali, e l’esempio
è della cabina da cui
si stenterà – e non sarà dei codici la colpa –
a dire «soy yo, hace cuánto tiempo».

Marginale

Sei lì, il corpicino di vetro,
a conca, ricevi
una vita – senza maiuscole
perché si avvera in voci, e mani
come ora, giù in strada. Ti riconosce
chi accetta la ferita che gli offri,
piccola
scheggia tra i distacchi
e i depositi di porto: spicca
ruvida, così, la tua grazia.

Prima o dopo qualcuno senz’altro
che se stesso
ti ha offeso con la scarpa,
ti ha detto marginale.

A Monreale

e altrove ed eccetera un mio stare,
uno stare e perciò essere

disancorato.

Potesse l’umore di un luogo,
il colore costante
che affaccia alle superfici, premendo
da una profondità di radice
toccarmi allo scoperto,
scoprirmi con la stessa
schiettezza di un altorilievo…
– e uno intanto l’ho trascorso
con dita piane e la mente
a quel colore mancato.

(Va-e-vieni sul sagrato, dicerie,
portone – inciso – di cattedrale:
eccola, eccovela qua vostro malgrado
la matrice
l’altra faccia
la materia cacciata).

Dissociata
1
È un prato, l’acqua verde
del Po lungo l’insonnia olimpica di Torino,
e alberi in fioritura le fontane
alzate per l’evento.
(Sulla banchina, fra i turisti, c’è cicaleccio
di hamburger che friggono, di immondizie non rimosse).

Eri, gioco d’accordi, una solitudine
con sguardi sul bitume e feritoie nessuna;
ero là a sostenerti, teso
a quel letto negato dal flusso in paralisi…
…prato acqua verde…

«ma che stai sparando?».

Così, leggere, indisturbate per un soffio,
le ombre definite nei miei pressi
buttano voci, giù in gola e a piombo me le spingono.

È che il prato è prato il fiume è fiume l’accordo è dissociare
per voi

(ma l’ho omesso
ho sparato a salve
abortito la risacca sul fondale).

2
Lo dice così il suo unificarsi,
l’incomprensione della riva:
da coro non corale.
È troppo integralmente altra
l’unità che può comporre l’infinito
variare
in una sola voce.

Ti si vorrebbe radice, terra musicata,
verbo coniugato alla terra
e invece
ti svesti in un dissidio inerte,
poesia; e io troppo presto
sono dalla parte loro, da una parte comunque.

Marta Zemgune
Vive in Lettonia, a detta sua una delle migliori zone del Nord Europa.
Nata a Riga nel 1985 ha però vissuto a Jelgava, dove attualmente abita, una confortevole città immersa nel verde nella quale svolge le sue attività quotidiane.
Nel tempo libero ama scrivere poesie e dipingere, è infatti cresciuta tra matite, colori e fogli da disegno, nel tentativo di progettare il mondo attorno a se stessa e racchiuderlo nei confini di una pagina scritta.
Ha quindi in seguito effettuato studi sulla tecnica del disegno e della pittura che l’hanno portata, nella prima parte della sua vita ha dato libero sfogo alla sua creatività con queste arti, ma con il tempo ha scoperto nella poesia un altro modo di espressione.

Le sue opere, che siano disegni o poesie, sono solo un tentativo di rappresentare il suo grande piccolo mondo interiore in modo da renderlo più reale, meglio visibile.
Ritiene che l’arte sia un modo per entrare in contatto più intimo con l’Universo e che ci si debba abbandonare a questo istinto di creare e di voler conoscere sempre più.

Cade il velo e gli occhi si schiudono.
Come è facile perdere
ciò che mai si è posseduto.
Il destino misura i nostri passi
in manciate di secondi.
Misura e sorride.
Guarda il reale e vi scorge
qualità e falsità.
Sulla terra l’amore è breve
immortale su Marte.
Con gli occhi serrati
possiamo ancora credere ai sogni,
e tutto resta in un solo attimo
(Priekškari krīt un atveras acis, libera interpretazione di Roberta Panizza)

Qualcosa tra
esistere ed essere.
-L’aria? Per respirarla.
-Il quartiere? Per attraversarlo.
-Le pareti? Dove rifugiarmi.
-L’eternita? Per superarla.
Solo un’emozione
che si può avere con le stelle sorgenti
guidare tra archi di cancelli al crepuscolo
e custodire dai venti vagabondi.

Prendere la mano e non lasciarla
fino al mattino.

In qualche luogo tra Te e Me
fino al tramonto della notte.
Per un granello di nuovo giorno,
in cui è cosi facile per me smarrirmi.
(Kaut kur starp, libera interpretazione di Bruno Mancini)

Vorrei afferrare il tempo
per le frange del suo vestito
forte forte, senza lasciare,
stringere mandarini arancioni
come soli al tramonto
tenere i cuori di pan di zenzero
sulla lingua
lasciandoli sciogliere come neve.
Tenerti e ancora averti
nel solstizio d’inverno
senza lasciare, per un attimo.
(Gribētos satvert laiku aiz stērbelēm, libera interpretazione di Roberta Panizza)

Ascolta la mia unica moralità,
ascoltami e credimi se dico
che la mia vita mi costa
come una donnaccia lussioriosa,
mentre sono ricoperta di cenci come una vecchia vagabonda.

Le regole.

Le banconote fuoriescono dalla mia borsa,
per lei che chiede balsami e Chanel
o meglio ancora le Canarie
gli spiccioli arruginiti restano…
e tu perché ti meravigli?

Poi guarda lì sull’angolo
ci sono altre come me,
o vecchie pelli.
Parodia a buon mercato
presa in giro senza limiti.

Però, insomma, ci curiamo della vita
non dei tormenti
con le mani tutte bolle per il duro lavoro.
(Morāle viena – dzīve ir dārga, libera interpretazione di Bruno Mancini)

Umberto Maselli

http://www.youtube.com/watch?v=7K-VOYUF0mkProgetto culturale “La nostra isola” ideato da Bruno ManciniIschia 19-24 Luglio 2010 – Sala congressi Hotel Miramare e Castello
– Presentazione dell’Antologia poetica “Ischia, un’isola di… a” a cura di Roberta Panizza e di Bruno ManciniAntonio Mencarini presenta Umberto Maselli e legge tutte le sue poesie più la poesia di Roberta Panizza “Fantasmi” e la poesia di Bruno Mancini “Conversazione solitaria” -.Meeting Hotel Miramare e Castello Ischia 22 Luglio 2010

Ha strillato per la prima volta di fronte al mare di Mergellina il 6 maggio del 1961.
Ha messo mano alla scrittura, non essendo scrittore né poeta, a partire dal 1980.
Vive ad Ischia dal 1988 dopo un peregrinare comune alla sua generazione.
I suoi riferimenti per la poesia sono il mistico Dschelal Ad Din Rumi, Calderon de la Barca Reiner Maria Rilke , Hermann Hesse
Sogna di tradurre dall’inglese l’ultima opera di Sri Aurobindo (circa 24000 versi, basilare per chi si interessi di Yoga ma anche di concentrazione e di meditazione così come di spiritualità e misticismo).

Il fato ed il destino

Poco prima che tutto sarà finito
sarò una stella, come te, mio amato.
E sarò immutabile nell’oscurità.

Dietro a noi la materia,
luce blu non visibile
come niente e tutto sarà per noi.

Sei il mio fluido divino,
aspro, amaro e dolce
come la vita seppe essere.

Non sei stato, né sarai.
Saremo, nel nulla,
introvabili, solo breve ricordo.

Senza essere visto

Come luce che per sempre, lentamente,
si spegne nell’ oblio di occhi cechi
di un amore non voluto vedere,
di un messaggio non compreso
perché scritto dentro un inaccettabile profondo.

Come marea che si ritira e scopre
intimità che si pensava di ignorare,
e di poter dipingere su un unico piano;
perché importanza nulla
possiede chi sé ad altri vuole figurare.

Hai supplicato in ginocchio,
hai pregato cantando,
hai tirato fuori le cose non dette.

Io torno indietro:
vieni ti porto a casa
vieni fuori sui miei mari.
No. Siamo persi.
Siamo suoni che si ripetono.

Regalo

Che potrei regalarti per il genetliaco?
Una musica celeste, ma che mai ascolterai?
Delle parole scritte?
Servirebbero solo all’arte del dire,
ma le tue parole non sono le mie parole.
Io penserò che le leggerai,
ma tu non penserai a quelle parole.
Il caro ricordo?
O meglio: l’oblio di noi?
Abbiamo dimenticato cosa c’era da ricordare.
La cosa rarissima, la preziosità?
La cosa che io avevo riservato solo per te
è forse la stessa cosa che tu avevi riservato solo per me?
La poetica del tempo invisibile?
L’essere, il vuoto, la fine?
Forse posso regalarti
di non ricordarti che già un anno è passato
dal tuo compleanno,
ma questo è un regalo troppo difficile.

La Paura del Vuoto

Nella immensa solitudine,
nel silenzio di chi avrebbe voluto dire tanto,
in piedi, su quel molo,
ultimo piccolo lembo di una terra
che si è pronti a lasciare.
Pochi al mio fianco guardano in me.
Un me che vorrebbero attaccato all’abbandono,
un ego che continui una mia parte in ogni loro proiezione.

Solo.

Dalla fitta nebbia delle oscurità della mente,
scaturisce una energia
simulata come passione,
come dolore intenso da condividere
e come ricordo ancestrale di gioie.
Gioie mai esistite, perché solo veloci attimi
a cui si aggrappa la mente del ricordo.

Diviso, separato, alienato a me stesso.

Solo

ROBERTA PANIZZA

Fantasmi

Bastasse l’ombra
di esistenze prossime al contatto
-ma schive in rimbalzi di orizzonti –
a donare certezze di vita!

Si scivolano prossimi accanto
con effetti-pensiero di seta cinese
ma anch’io spesso non me ne curo
e ondeggio di lato -con precauzione-
al primo vento che mi scuote le catene.

BRUNO MANCINI

A Lina D’Onofrio.

Conversazione solitaria

Un mostro sacro s’aggira
sfiorendo
i teneri baccelli di versi smarriti
nel simplex
futileggiante click
di chi distrugge il proprio tempo,
nemmeno molto,
magari tutto,
contro smodato non svelare il sesto senso,
mai ultimo e mai senza tormento,
per chi Poeta nasce e muore.

PUREZZA

Il mio “magone” io non lo porgo
a peso,
affumicato,
a scaglie,
dorato,
in pillole,
stracciato tra due servi ed un padrone.

SEVIZIA

Diario di giorni non vissuti
smaltati con lacche giapponesi
io soffio
in torride fornaci
dove gl’impasti
catturano fanghi e detriti
– magmatici anacronistici
un giorno ancora
e sarà maggio allora
“il mese delle rose o dei traslochi!” –
e i miei bizzarri
sparire in sabbie mobili
che… attenta… sembrano miele
intanto che mi tolgono respiro e forze.

SECONDA PARTE

ROBERTA PANIZZA

Oro bianco i tuoi giorni, prima
senza inferni dolci e truci paradisi
su orbite previste
all’ombra di brezze tiepide e incolori.

Le tue corse vive a perdifiato
cadevano su brevi ferite
e presto le ginocchia ti rialzavano
da lacrime volatili al domani.

I tuoi passi calcavano
giovani pianure
e non capivi la parola amore.

ORA

Portami dunque
dove cade l’orizzonte
nel dopo che si svolge
tra sogni e incerto desiderio.

Esplode di tavolozze il cielo
e non vedo più confini
in questo giorno
che chiude scivolando
tra musiche dolci ed imprecise ore.

Leggimi ti prego ancora
i tuoi spartiti d’arpe
che con mano sapiente percorri
sui miei arcobaleni di passione.

BRUNO MANCINI

Scriverò di te innocente – giovane Apaches –
dalla lunga chioma di grappoli
di grappoli d’uva rossigna,
tra le fiamme dei tronchi
dei tronchi ardenti sfavillanti
una notte di cielo deserto,
deserto, nel cuore del deserto.

Penserò alla tua malinconia – giovane Apaches –
d’attesa e di passioni con occhi memorie
memorie affastellate,
sopra i fumi dei tronchi
dei tronchi assopiti
nelle notti di cielo deserto,
deserto, come il cuore del deserto.

Amerò gli sguardi squillanti – giovane Apaches –
per la felice follia di silenziosi sorrisi
sorrisi all’ombra di tante chimere,
dentro profumi dei tronchi
dei tronchi spenti dalla mia ombra
ogni notte di cielo deserto,
deserta, più del cuore del deserto.

Io fui mortale.

Macroscopiche assoluzioni
per chiodi infissi nella mia coscienza,
Padre,
con benna estirpo ad una ad una
tra scricchiolanti cantilene,
e strascico avvolti
in folti fogli fitti di poesie,
Madre,
nel nostro tempo d’inutili menzogne.

Né sia truce in questi occhi non più asprigni
lo sguardo austero dei tuoi decreti,
Padre,
nel banno affisso sul muro di gomma
impiastricciato dalle mie storie fascinose,
dov’io m’illudo
in voglie e volti in veglie,
Madre,
fra dolci inganni che non sono tradimenti.

Ci sia indulgenza se non perdono
per la mano che respinge i miei sorrisi
per la mano che raccoglie le mie lacrime.

Io fui mortale.

Arnoldo Foà firma l'antologia - Ischia, un'isola di...
PREMIO POESIA PED- IL GOLFO

MIRAMARE 2010 – LULU

MIRAMARE 2010 – LOCANDINA

MIRAMARE 2010 – Il Golfo inaugurazione Prima pagina

MIRAMARE 19 LUGLIO 2010

MIRAMARE 20 LUGLIO 2010

MIRAMARE 21 LUGLIO 2010

MIRAMARE 22 LUGLIO 2010

MIRAMARE 23 LUGLIO 2010

MIRAMARE 24 LUGLIO 2010
Grazie all’attenzione con la quale Lucia Annicelli, Direttrice della Biblioteca Comunale Ischitana “Antoniana” segue i processi artistici che sono proposti nella nostra isola, la nostra Antologia Poetica “Ischia, un’isola di…” è stata inserita tra le opere presenti negli scaffali della biblioteca stessa.
Un tale importante riconoscimento non può fare altro che stimolare tutti noi Autori ed organizzatori ad impegnarci sempre più per raggiungere lo scopo di posizionare la Poesia nel palco di primo piano che le compete nell’attuale società italiana.

L'antologia - Ischia, un'isola di.. è nella biblioteca comunale

C O N T A T T A C I emmegiischia@gmail.com

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Nuovo amico del progetto culturale “La nostra isola”

 


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DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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