Nunzia Zambardi – Video poesie di Bruno Mancini

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Nunzia Zambardi – Video singole poesie di Bruno Mancini

Nunzia Zambardi – Video

Nunzia Zambardi legge la poesia “La frana e noi” scritta da Bruno Mancini

Nunzia Zambardi – Premio “Nelle bugie dei sogni” –  Legge le poesie “Ignazia – La tempesta” e “Un saldo-Un rogo” scritte da Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie “La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014):
Ignazia – La tempesta

Un altro giorno si allontana,
è vero, ma tornerà
se solo avvolgo il mulinello
dei miei ricordi senza nome
stretti in capitoli numerici.
Passivi segreti serbati da una pass
di sette lettere e di cinque numeri.

Dopo tre anni avanza una tempesta
sento correnti di aria fresca
lambirmi le caviglie
e vedo, immagino, vedo
legioni di zanzare volare verso ricetto d’alberi
e vado, immagino, vado,
da Lei che mai non fugge in cerca di un riparo.

Ho voglia di nudarmi
uscire per mezzora
a cielo aperto
e poi vociare a muso duro
“Fulminami, io sono il tuo bersaglio,
colpisci al basso ventre, creando un rombo – tu –
che scuota gli assonnati”.

Soffro dilemma tra luce e buio,
Ignazia-La tempesta.
Avanza e smuove il casco di banane
sospeso alla trave del terrazzo.
Procede, variando ombre
intorno alle pareti della stanza
per l’oscillare dei lampioni sulla strada.

Nemmeno il tempo di capire l’attimo:
fenomeni aumentano d’intensità.
Se solo avessi modo d’incontrarla
“Bagnami!”
“Affrontami!”
“Tu passerai io resto,
oppure sarò vento di tempesta”.

Rimbomba, rombando lontano,
in deviazione verso la valle degli uomini
– ottusi – che non sapevano competere.
Eppure
Cenerentola perse scarpetta di cristallo
in fuga verso casa a mezzanotte
lasciando traccia al principe dei sogni.

Dalla raccolta di poesie “La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014):
Un saldo-Un rogo

Si tenta e si ritenta
si prova e si riprova.
Si gira e si rigira
si volta e si rivolta:
volteggio rivoluzione.

E viene il giorno in cui si pensa
– l’accavallarsi delle lancette:
orologio a cucù con cassa in legno –
spero davvero che sia oppresso d’altri impegni.
Amanti e mogli,
peccati e giuramenti
baldracche e sante,
un saldo un rogo,
amici in fuga dai problemi
e vizi costanti nei bisogni
lasciano i grattacieli puntati in alto
nessuno è giunto al centro della terra.

TG 2014 Nunzia Zambardi legge le poesie “I tuoi occhi” e “Ignazia – La tempesta” scritte da Bruno Mancini

Dalla raccolta di poesie “Segni”
(1964 – 1987):
I tuoi occhi

I tuoi occhi
sono rupi.
La tua pelle è
liscia come ghiaccio.
Capelli
nebulose.
Il tuo orecchio ricorda la scia di un motoscafo concentrica in un
lago calmo alpino e limpido.
Le tue ciglia
cipressi.
Il tuo braccio e la tua spalla
un cavallo, una cavalla.
Formiche
le tue unghie.
I tuoi occhi
sono rupi
le tue ciglia
cipressi
Le tue dita mi ricordano il differenziale una tastiera di pianoforte di fisarmonica le tue dita mi sembrano le leve che fanno suonare clarini e sassofoni.
Bacio il tuo
petto
la guancia
come premute di arancia siciliana.
Questa luce di lanterna
questo cuscino
questo muro che ti tocca
questi libri intorno
questa luce
di lanterna
rossa
attutita da una stoffa
questa aria
tutta nostra
già respirata
già sudata
ti bacio
gli occhi
capelli
nebulose.
La tua gola
è la ruota di una carrozzella, la tua gola sono i raggi di una ruota di carrozzella, la tua gola è una bottiglia.
la tua fronte
è una marina
i tuoi denti
sono teste di cerini
il tuo labbro sai
il tuo labbro
è curvo come un arco
e il tuo naso
è la freccia
bella
la tua fronte
è una marina.
Il tuo cuore
lo sai
non è tuo
Il tuo cuore
non è tuo
il tuo cuore.
I tuoi occhi
sono rupi
le tue ciglia
cipressi.
Ancora non cantano le prime voci dell’alba
tu canti una nuova canzone
tu guardi e sorridi
tu cerchi le mani
tu cerchi i pensieri
questa luce
di lanterna
attutita da una stoffa
gli affetti più densi
gli amori più enormi
più calmi
più belli.
I tuoi occhi
sono rupi
le tue ciglia
cipressi
la tua fronte
è una marina.

Video poesie di Bruno Mancini

DILA

Premi Otto milioni

Bruno Mancini

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