Per Aurora – volume quarto – Agosto

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Per Aurora – volume quarto – Agosto

Agosto

Agosto…

PARTE PRIMA

Bruno: -«Mia cara Aurora, Petrus, amici, oggi tenterò, una volta ancora, di convincervi che alcune situazioni apparentemente “normali” covano invece, prorompenti,

“Le belle storie d’amore”.

In questo luogo, ove nessuna falsità ottiene ascolto, in questo vostro regno di giustizia ed uguaglianza, alla presenza della mia amica Signora Aurora, Donna Guascona eterna dispensatrice d’imparziali decisioni, qui, come in alcun altro lembo dell’esistente, si dissolve la miopia dei semplici per quanto essa attenda ad annettere in ciascun catalogo compartimentale solo elementi rispondenti a criteri di scelta elencati nei relativi rigidi formulari.
Con ciò mi riferisco, tra l’altro, alla moltitudine di qualificazioni riconducibili, sia nell’ambito della moralità sociale, e sia alla sfera dei sentimenti universali.
Sei onesto se:
1) non rubi le caramelle ai bambini
2) non rubi le caramelle
3) non rubi.
1) non butti i soldi dalla finestra
2) non butti i soldi
3) non butti.
Io credo che non tutti coloro che non rubano le caramelle ai bambini siano onesti, né, tanto meno, sia piacevole essere giudicati avari per il solo fatto di non buttare i soldi dalla finestra.
Ci vorranno ancora millenni per capire se Adamo abbia amato Eva, e viceversa.

“Le belle storie d’amore”.

Come i temporali estivi: tuoni fulmini venti onde frane annegamenti dispersi, trombe d’aria, nuvole nere, ombrelloni volanti, tende strappate, antenne divelte, luci spente, strade allagate, auto in panne, pescatori allarmati, il buon odore di terra bagnata, l’arcobaleno immenso tra Punta Caruso e Piano Liguori, il pulito dell’aria rinfrescata, la luna rossa come mai prima.

“Le belle storie d’amore”.

Come un giorno di sole a gennaio: Bologna imbiancata, gli spala neve, le auto brillanti come cristalli di ghiaccio, pedoni all’angolo del Pavalione, piadine, pizzette, ripieni di carne e ricotta, Venezia, un’ombretta di rosso rubino a mezzogiorno, le calle allagate, gli scafi fermi alle banchine, i colombi in voli brevi e beccate interminabili.
Ci vorranno ancora tempi indefiniti per capire se gli zingari amino una terra e se una terra ami gli zingari.

“Le belle storie d’amore”.

Appaiono tutte somiglianti, ma solo se vengono prese in considerazione per la rispondenza ai canoni catalogati.

“Le belle storie d’amore”.

In vero, nessuna è, non dico identica, ma neppure simile ad un’altra.
Esse sono tra di loro uguali, così come lo sono, fisicamente, i cinesi:
“Miliardi d’individui dai tratti identici: stessi occhi, stessa statura, stesso modo di porgere, stesso incedere.
Eppure gestiscono, con comportamenti del tutto analoghi ai nostri, i rapporti e le individualità.
Si riconoscono.
Le storie d’amore sono tutte uguali.
Io non sono né Gino né Lelio, e tu non sei Clara e neppure Antonella. Da Elena a Giulietta, dal Principe Azzurro a Dante, le vicende degli innamorati s’identificano, nel tema comune dell’irrinunciabile, perfino con la infinita determinazione Per me non conta altro della gente comune.
Ed allora io sono Gino, divento Lelio sono… tu sei….
La passione universale ed eterna del mito Medea è identica alla testarda ostinazione che in ogni attimo rende moltitudini di persone anonime, protagoniste di trombe d’aria tanto brevi, impercettibili e disattese, da smuovere a stento l’atmosfera sopita come quella delle loro famiglie, o quella delle piccole comunità nelle quali articolano l’intimità della loro vita, e, solo eccezionalmente, nei casi brutali più eclatanti, i venti delle loro vicende divengono elementi di curiose pruderie e pettegolezzi per le cronache da fondo pagina di giornali locali.
Le storie d’amore sono tutte fotocopie nel linguaggio e nella gestualità -come i cinesi-, eppure ciascuno di noi ripete e riconosce le proprie.
Io sono Clara, sono te, sono Antonella, tu sei me e Gino e Lelio.”

Forse in un’altra parte delle mie scorribande letterarie avevo già detto qualcosa di simile, forse sono ancora convinto di questa idea, forse vorrei avervi alleati nel superamento di ogni barriera convenzionale, borghese, indiscutibile, dogmatica.
La libertà di decidere con proprie convinzioni quando, come, se e perché, ammiccare riconoscendo

“Le belle storie d’amore”.
Certo il mio tentativo non sarà agevole, però conto almeno sulla vostra attenzione.
Vi ringrazio anticipatamente, e prego il buon Petrus di stappare per noi l’Aglianico migliore.
A volontà per un brindisi augurale.
Prima di introdurre la gentile partecipazione di Edoardo, Edith, Tom (ed alcune altre voci anonime) a voi ben noti, ed ai quali porgo un sentito sentimento di profondo affetto… grazie per l’applauso, credo sia determinante ed opportuno spiegare che, per dare precisa concretezza e specifica visibilità alle azioni successive al furto della foto di Maradona (questo infatti sarà alla base dell’argomento trattato), ho effettuato alcuni stralci dalle pagine del diario in cui avevo annotato le mie personali considerazioni sull’argomento. Esatto.
Vi verranno proposti i giorni nella loro naturale successione, e, per rendere incisiva la rappresentazione anche dei valori morali espressi, tralascerò, sbiadendoli ed accantonandoli, tutti gli elementi che non abbiano un nesso con i tempi ed i fatti in narrazione o che non ne siano stati diretta conseguenza.
Un grande sforzo di immedesimazione, alla fine, spero, premierà la vostra disponibilità.
Voglio aggiungere che ho inteso compiere una trascrizione in formato teatrale degli appunti inseriti nelle pagine dell’agenda-diario per non appesantire una lettura, la quale, altrimenti, avrebbe avuto necessità di molteplici interruzioni, sia per spiegazioni relative alle fonti, e sia per chiarimenti in ordine alla successione cronologica degli eventi.
Ascolterete, dalle voci dei nostri amici, le annotazioni che avevo scritto nella foga degli incalzanti episodi. Integrali, disarticolate, senza censure né aggiunte.
Nei termini esatti con i quali descrivevo, a me stesso, i fatti e le sensazioni di quei giorni.
Mi sono concesso una civetteria?
Non credo.
Anzi, voglio sperare che in conclusione sarà chiaro l’intento di spersonalizzare gli eventi per ricondurli ad una oggettività che ne qualifichi i significati.

Edoardo sarà la mia voce. La voce dell’autore del diario.

Tom effettuerà un unico intervento, nel finale, ma non sarà di poca importanza.

Edith… la mia cara Edith saltellerà tra note di diverso timbro, con la sua incredibile bravura, proponendoci differenti figure inserite nel contesto del racconto: uomini e donne, di dialetti e culture, oserei dire, variegate.

Ho avuto necessità di distinguere alcuni interventi, ed a tale scopo mi sono avvalso di voci anonime, che non compariranno fisicamente.

Per il momento è tutto.
Buon ascolto.
A dopo.
Grazie.»

TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Dedica

Il furto della foto

PARTE PRIMA

Agosto

PARTE SECONDA

Primo giorno

Secondo giorno

Terzo giorno

Quarto giorno

Quinto giorno

Sesto giorno

Settimo giorno

Ottavo giorno

Nono giorno

Decimo giorno

Undicesimo giorno

PARTE TERZA

CAPITOLO PRIMO

CAPITOLO SECONDO

CAPITOLO TERZO

CAPITOLO QUARTO

PARTE QUARTA

Poesie dei sogni

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Per Aurora volume quarto di Bruno Mancini

seconda edizione

ID 4wwn72

ISBN 9781471072789


Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-7278-9
Versione 2 | ID 4wwn72
Creato: 28 ago 2022
Modificato: 29 ago 2022
Libro, 89 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm)
Standard Bianco e nero, 60# Bianco
Libro a copertina morbida
Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 14.00


Informazioni sul copyright
Revisiona le informazioni sul copyright
Titolo Il furto della foto di Maradona
Sottotitolo Per Aurora volume quarto
Collaboratori Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-7278-9
Marchio editoriale Lulu.com
Edizione Originale digitale
Seconda edizione
Licenza Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Anno del copyright 2022

Descrizione
Fatti e misfatti realmente accaduti, ma un po’ romanzati
Note sui collaboratori (1454 / 2500)
Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”

Per Aurora volume quarto

seconda edizione

Racconti
Il furto della foto.
Poesie dei sogni

Per Aurora – volume quarto – TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Per Aurora volume quarto

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
emmegiischia@gmail.com

 

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Bruno Mancini

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