Ambiguità

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Bruno Mancini è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia dall’età di tre anni.Bruno Mancini 1

A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:

“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.

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AMBIGUITA

Capitolo 10°

Come sarebbe più facile il mestiere dello scrittore se egli potesse scrollare dalla penna il peso del “verosimile”, se potesse inventare, se potesse identificarsi con un poeta.

Roba da poco!

Riflettere sul tema anche banale di un fatto accaduto e fletterlo con molta delicatezza fino ad ottenerne anse vibranti ed in grado di coinvolgere almeno i sogni di qualche lettore.

Come un poeta, fuori dal tunnel dell’Essenziale, per solo confine l’emozione, al di là della coerenza. Lei diceva al crepuscolo… (non poteva farlo perché…); lui soffriva il profumo della solitudine che… (è presto, non ci sono le premesse, potrebbe accadere al prossimo capitolo).

Eppure a questo punto, a discapito della compatibilità con le radici del mio tentativo -oltre che a detrimento di una chiarezza espositiva non sempre ottenuta -, dovrei proseguire con volute e spirali di immagini tra loro incrociate ed in continua osmosi, bivalenti, concatenate ma infine distanti più di quanto appaia, sole, e, cercando più nell’intimo, uniche; perché dovrei lasciare inascoltato il motivo che -fatto di poche parole- si è piazzato via via più evidentemente al centro di ogni analisi indicandomi l’uscita.

Un’idea semplice e piena di suggestioni che non si è lasciata sbiadire dalla mancanza di attenzione suscitata alle prime apparizioni, né ha preteso di essere palesemente espressa quando ormai aveva già forma piena.

A questo punto dovrei proseguire con Antonella che espose le labbra (o forse era Clara ?) (o forse eri tu ?) -con chi?-, ma mi accorgo che senza aver cercato, ho trovato il mio equilibrio, e che esso vuole la rinunzia a continuare nel tentativo di costruire un senso per l’amore,

E smettila di essere bufera
su questo cielo
di primo meriggio
tracciato dal volo dei passeri
-di tanto è capace settembre-.

e che essa vale l’illusione di credere che:
“Forse le storie d’amore sono tutte uguali, come i cinesi: miliardi di individui somaticamente uguali. Stessi occhi, stessa statura, stesso modo di porgere, stesso incedere.

Eppure gestiscono, con comportamenti del tutto analoghi ai nostri, i rapporti e le individualità. Si riconoscono.

Le storie d’amore sono tutte uguali da Elena a Giulietta, dal Principe Azzurro a Dante, uguali nel tema comune dell’irrinunciabile, uguali alla infinita determinazione del “non conta altro” della gente comune, anonima, in grado di generare, e di rado, solo brevi trombe d’aria che muovono di poco l’atmosfera sopita di famiglie, di piccole comunità, di cronache di fondo pagina.

Le storie d’amore sono tutte uguali nel linguaggio e nella gestualità -come i cinesi- eppure ciascuno di noi ripete e riconosce le proprie.

Ho detto:

-Voglio che sia la mia donna-

Ha detto:

-Voglio che sia la mia amante-

Ho detto:

-Ti amo-

Ha detto:

-Non chiedermi amore-.

Ciascuno riconosce la sua. Per sfumature in teneri acquarelli, per contrasti di toni in opere corpose, per forme di linee in immagini astratte e cerebrali.

Storie tenere, corpose, cerebrali: la storia di Clara e Gino.”

Adesso ci sono.
Si stemperano blù oltremare
in verdi di sottoboschi
eccetera eccetera
e ci guardiamo in faccia.
-“Credi alla luna ?”
-“Cerco l’inferno !”
-“Viaggi per nuvole ?”
-“No, sul cadmio”.
Cavalli di suoni e di parole.
Macchie di tinte e di colori.

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Bruno Mancini

Bruno Mancini scrittore

Bruno Mancini Presidente DILA APS

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