Sogni di un contadino – Recensione di Angela Maria Tiberi

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Sogni di un contadino – Recensione di Angela Maria Tiberi

Sogni di un contadino
Lucio Isabella
Poesie
Fa parte della collana “Storie d’amore e di vita nel Cilento”

L’autore nella sua prefazione mette in evidenza lo scopo della stesura del testo ricordare: i suoi amici e testimoniare i suoi ricordi, ringrazia la sua compagna di vita Raffaella, sua compagna di vita, sua Musa ispiratrice di tutte le sue poesie d’amore di ogni specie di relazione umana. orizzonti di vari sentimenti umani derivanti dalla forza del sacrificio e dell’amore.
Lucio ama la sua terra “Cilento” e “Lavinio” per la sua natalità e il suo lavoro durato quarant’anni alle porte della città eterna “Roma”.
Giuseppe Ripa (poeta, scrittore e giornalista) presenta il nostro amato Lucio Isabella come un dolce poeta che sa toccare la profondità dell’anima di ogni lettore senza differenza di età in quanto l’autore ha uno spessore elevato di spiritualità e di umanità.
Le opere di Lucio Isabella sono amate dagli adolescenti che lo sentono vicino alle loro problematiche capace di elevare la spiritualità di ogni lettore.
L’opera contiene versi sociali come l’abbandono di un neonato al cassonetto di nettezza urbana, animali, persone care scomparse, satira ai politici, poesie dialettali cilentano e tradotte in italiano, poesie sacre dedicate alla Madonna, poesia agli sposi. poesie campestri, poesie passionali, commoventi che toccano la sensibilità del lettore.
Fra tante ho scelto:
Il cassonetto della nettezza urbana
(Risponde il piccolo)
Non so chi sono, néperché sono qui.
Una donna bella con il pianto in viso,
mi ha baciato in fronte e mi ha messo qui,
dicendo: “Ti accolga Dio in Paradiso”.
Ricordo quando nel buio materno, sentivo il
pianto e il suo singhiozzo; dopo un lungo
tempo a me sembrato eterno,
alla fine, ho visto il suo bel volto.

Mi ha stretto al seno, mi ha abbracciato.
Mi ha prestato le prime cure.
Poi dal suo seno mi ha allontanato
e le sue pene sono diventate dure.
Poi parlando e piangendo in cuore, mi ha
stretto dentro questo sacchetto.
Piangendo forte e con grande dolore,
mi ha lasciato dentro questo cassonetto.
Povera donna, quanto ha sofferto,
per uno sbaglio d’amore di tanto tempo fa;
forse ha ceduto per un gesto d’affetto, ed ora
per questo io mi trovo qua.
Ora che rivedo di nuovo la luce
e nel mio cuore ritorna il respiro;
in gioia la pena or si traduce,
e sono tanto felice perché ancora io vivo.
Tu incredulo guardi il mio piccolo viso,
nei miei occhi vedi una nuova fiamma.
Io non voglio andare in paradiso.
Io vorrei vivere con la mia mamma.
No! Non guardarmi con quell’odio sul viso,
per una donna che mi ha abbandonato.
Noi non sappiamo perché lei ha deciso
di liberarsi del suo neonato.
Io parlo a te mio salvatore,
e ti ringrazio di questo dono.
A te devo la vita e ti ringrazio di cuore
e alla mia mamma concedo il perdono.

Angela Maria Tiberi

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