Aldo Caponi in arte
è un nuovo amico del progetto culturale
Chi non conosce Don Backy?
Don Backy: uno degli indiscussi idoli musicali di intere generazioni a partire dall’inizio degli anni ’60 fino ai giorni nostri.
In questa pagina
ci presenta la valenza poetica delle sue composizioni musicali, mentre vorrei spendere due parole per illustrare ciò che Don Backy si appresta a proporre nell’ambito dei progetti culturali made in Ischia.
Lui, da sempre amante della nostra isola fin da quando nel 1966 esordì al Castello de Aragona gestito dal mitico Sandro Petti, accettando l’invito a collaborare con la nostra tribù allo scopo di “… collocare la poesia sul palco di primo piano che le competre nell’atuale società italiana“ sarà un
“testimonial” d’eccezione, leggendo e musicando i nostri testi, mettendo i suoi versi a disposizione dei nostri lettori per la realizzazione di video con immagini pittoriche di Artisti ischitani, offrendoci ricordi, testimonianze, foto ed articoli della sua vita artistica con particolare riferimento ai sui incontri con la nostra isola, iscrivendo una sua poesia nel premio
sponsorizzato
dall’Istituto Agostino Lauro
ed anche da questo settimanale Il Dispari…
Lui, Don Backy, sarà dunque un “testimonial” di grande impatto artistico e mediatico per la Poesia, per gli Artisti ischitani e per l’immagine culturale della nostra isola.
Benvenuto Don Backy!
DON BACKY E LA POESIA
Penso che un fiore può far rima con amore
Sono una convinta sostenitrice della tesi secondo la quale le canzoni non sono altro che poesie musicate.
Questo se si considera la poesia per quello che a mio giudizio è: un vestire di parole le realtà e le altrimenti sfocate visioni interiori che in questo modo prendono forma e, uscendo dal buio dell’irrazionalità, tolgono forza e potenza ai mostri che si nascondono al di sotto della nostra coscienza. Ecco quindi attuata in questo modo la cosiddetta catarsi, tanto agognata dai poeti, i quali cantano anche e soprattutto dei loro o degli universali patimenti e struggimenti d’amore, temi che certamente coinvolgono e interessano la maggior parte degli abitanti di questa terra.
Chi si accinge ad ascoltare canzoni, non fa altro quindi che soddisfare l’innato bisogno di poesia che risiede, consapevolmente o meno, in ognuno di noi. E tanto più si soddisfa questo bisogno se si ascoltano le canzoni di un affermato cantautore italiano che ha attraversato il mezzo secolo appena trascorso calamitando attorno ai propri motivi ascoltatori di varie generazioni.
L’amore cantato da Don Backy è infatti l’amore di tutti, fatto di delusioni, di desideri insoddisfatti, di intense emozioni, di estasi eteree e di tutto ciò in cui ognuno può e vuole identificarsi.
“Se non fosse perché sei così
per la luce che splende di te
per le mani che stringono il sole
e per l’aria che vive di te…”
“… col tuo respiro mi regali il vento
con il tuo corpo mi regali il mondo
hai nel tuo volto tutto ciò che vive
amo la vita quando amo te…”
“… Quando dormi e l’infinito
ti cammina nella mente
senza peso e senza tempo
io non posso dire niente
io non so che cosa senti
io non so che cosa sogni
un tormento sei per me
Nulla so del mondo che ti ha rapita
anche se tu mi sei vicina
ti allontani da me
Ora sei padrona dell’infinito
vorrei solo poter entrare
nei tuoi sogni con te…”
“… Il sole si affoga nel mare e mi toglie il suo assedio
la notte si sdraia sul mondo con l’abito nero
nella mia mente, c’è solo il sonno
ed il volto rosa di un sogno, che chiude i miei occhi
Un angelo di un altro cielo mi viene vicino
e poi dolcemente mi sfiora le labbra ma è vano…”
Questi sono solo alcuni dei molteplici e poetici versi di Don Backy distribuiti in decine e decine di canzoni che vanno dagli anni sessanta fino ai giorni nostri.
Aldo Caponi, vero nome dell’autore che in questa pagina vogliamo omaggiare, ha reso davvero un notevole contributo alla fame di poesia di chi lo ascoltava e lo ascolta.
E’ facile comprendere come i giovani, ma anche i meno giovani, dal periodo della contestazione fino ad oggi abbiano potuto e possano trovare in queste pagine musicali immagini familiari ai propri sentimenti e a tutto ciò che si annida nel profondo di ogni animo sensibile.
Don Backy, che ha saputo fissare la propria impronta nella storia della musica non è però solo portavoce di infiniti palpiti d’amore, ma sa spingersi nell’introspezione:
“… Canto fuori dalla partitura,
canto fuori anche dal coro
batto quattro e parto con l’inciso
quando penso che sia il caso…
Non sono al servizio di nessuno
del partito più opportuno
ma non sono certo un qualunquista
tanto meno un conformista… “
o nell’analisi dei più vari stati d’animo e situazioni interiori che coinvolgono l’umano:
“Gli alberghi sono luoghi piuttosto misteriosi,
ci si svolgono riti e culti fantasiosi.
Ognuno ci si chiude con le proprie bugie
le proprie solitudini, e le malinconie…
… S’impara molto in queste, tristi ed opache stanze
fuori siamo lustrini, pajette e tenui danze.
Ingenuamente dentro, in questi strani posti
teniamo i nostri scheletri, ché siano ben nascosti.”
fino ad inoltrarsi in temi sociali:
“Da un gran balcone i bimbi / Vanno a guardare sulla terra
la nostra storia sanno, sete d’oro e di potere, lo sterminio con la guerra
O terra decadente / Già segnata è la tua sorte
rifugio di formiche che si gonfiano di boria sotto il piede della morte… “
Don Backy in una sua canzone afferma: “Penso che un fiore può far rima con amore” e certamente lo stile dei suoi testi rispecchia in generale questa sua visione dello scrivere e del comporre canzoni, ma è anche certo che egli desideri andare più in profondità nel sondare gli accadimenti dell’animo umano.
L’impulso artistico teso a rappresentare in molteplici modi la realtà è in lui così vivo da averlo spinto inoltre a cimentarsi in altre forme d’arte quali la pittura, con pregevoli risultati.
Stiamo parlando di un personaggio che cimentandosi anche come attore, come scrittore, come autore di testi per illustri colleghi cantanti e in tanto altro, va preso come esempio della più fervida fecondità artistica ed intellettuale.
Il Dispari 2012 04 12 – Pagina completa
Il Dispari 2012 03 29 – Pagina completa
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