Il Dispari 2012 03 29

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Errore 3:

stupidi silenzi d’infelici pseudo rappresentanti del popolo

Nei mesi scorsi alcuni lettori di questo settimanale hanno sottoscritto

Errore1

“Errore2” ,

primi tentativi per stanare i cosiddetti rappresentanti del popolo dalle loro paleolitiche caverne adornate dai mille simboli dei loro mille privilegi e da scaffali desolatamente vuoti di libri di Poesia (ma gravati per i faldoni delle inchieste giudiziarie che li vedono coinvolti), ed altri lettori ci hanno inviate alcune loro riflessioni sul tema della pessima gestione con la quale è gestito il mondo culturale italiano.

Abbiamo stralciato gli scritti maggiormente indicativi della situazione ischitana e li proporremo a voi lettori ed ai nostri amministratori… in piccole dosi a partire da questo stesso numero.

Ho portato ad esempio la Poesia, indicando la mancata attenzione, conoscenza e valutazione delle sue opere moderne, non certamente per farle assumere un ruolo di primo piano o, peggio, di unica vittima nell’ambito artistico complessivo soggiacente alle strutture amministrative rette per lo più da professionisti dell’asservimento clientelare dei cittadini, ma l’ho fatto in ragione di una evidente realtà assolutamente incontestabile.

Infatti, mentre molte Aziende, per esempio nel campo musicale, sono propense a tentare l’avventura di lanciare uno/a sconosciuto, stimolate dalla speranza dei lauti guadagni che riceverebbero dal successo dell’impresa commerciale, NESSUNA Casa Editrice propone nei suoi cataloghi nemmeno UNA sola opera poetica i cui costi di produzione non siano già stati preventivamente ammortizzati.

Ciò vuole dimostrare il fatto che la nascita di una star musicale, come nell’esempio, può valere il rischio della sua sponsorizzazione per migliaia di euro, mentre, per la Poesia, nessun imprenditore editoriale ha convenienza ad investire nemmeno le poche centinaia di euro che costa la stampa di una piccola monografia.

Quindi.

Quindi la Poesia, e solo la Poesia, mancherà dagli scaffali di tutti coloro che affidano alle lobby affaristiche e commerciali la delega per la propria cultura artistica.

è socialmente avvilente, ma non tutto il male viene per nuocere così che la desolante realtà degli scaffali privi di opere poetiche fa sì che la Poesia continui a mantenere una sua autonomia espressiva grazie a sparuti ma competenti gruppi di appassionati – scrittori, lettori ed Artisti TENACI, TESTARDI e LOQUACI – capaci di contrastare gli stupidi silenzi d’infelici pseudo rappresentanti del popolo, più correttamente definibili GUITTI PIVELLI CIECHI SORDI E MUTI che non amministratori della nostra società civile.

Prima o poi anche le pietre si accorgeranno che

LENOIS

è uno di questi gruppi di TENACI, TESTARDI e LOQUACI .

Bruno Mancini

Salvatore Mazzella – Candidato Sindaco Ischia

Oggi parliamo di...

C O N T A T T A C I emmegiischia@gmail.com

Santolo Abbattista

Nuovo amico del progetto culturale

LENOIS -Le nostre isole, ideato da

Bruno Mancini

http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ischia-unisola-di/11280350?showPreview

Antologie Poetiche a cura di

Roberta Panizza e Bruno Mancini

LENOIS

accoglie interrogativi e rivelazioni del

Maestro Santolo Abbattista.

L’immaginario del Maestro Santolo Abbattista rivela la realtà come non si è mai vista.
Osservando la sua pittura ci abbandoniamo per un momento a quell’immaginario di forme che il nostro sentire quotidiano tenta di avvicinare, nell’intento di voler spezzare una corda troppo stretta, che è la vita!
Ed è proprio questo il “viaggio” dell’Artista, riuscire a cambiare il punto di vista delle cose, scorporare ogni elemento dalla stasi, così da renderlo protagonista per tutti coloro che vogliono credere che la speranza è la migliore cura morale.
Prendono così campo libero nei dipinti del Maestro, grandi spazi interrogativi talvolta “irruenti ” che immancabilmente vengono smorzati dall’immediata sensazione di certezze, offerte dal naturale ottimismo dell’Artista, capace di suggestive e personali visioni.
Dagli episodi naturalistici a quelli psicologici in cui possiamo immaginare l’evoluzione dell’uomo attraverso la vita che verrà, attraverso
un “gioco” surreale ed emozionale, che lascia alla ragione il compito di ricomporre i frammenti di quel vissuto, successivamente raccontato attraverso il suo “viaggio dell’anima”.
Tutto ciò è parte di una ricerca continua e accurata, un tempo Artistico – Umano i cui valori ed insegnamenti sono stati trasformati ed elaborati in un linguaggio originale e personalissimo, nel quale è riuscito a fondere riferimenti religiosi, modelli culturali, memorie e percezioni, in uno spazio che non ha confini.
Il gusto della ricerca certamente dettata innanzitutto dalla spiritualità fortemente vissuta, gli hanno permesso di realizzare opere ricche di elementi simbolici che sanno arginare e guidare verso la realtà temporale, privando ogni desiderio di sconfinare nell’eresia.
è così che il progetto LENOIS “Le nostre isole” vuole accogliere gli interrogativi e le rivelazioni dello stimato Maestro Santolo Abbattista.

Emanuela Di Stefano

Salvatore Mazzella – Candidato Sindaco Ischia

Oggi parliamo di...

C O N T A T T A C I emmegiischia@gmail.com

Genoveffa Morganella

Nuovo amica del progetto culturale

LENOIS -Le nostre isole, ideato da

Bruno Mancini

http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/ischia-unisola-di/11280350?showPreview

Antologie Poetiche a cura di

Roberta Panizza e Bruno Mancini

POESIA DELLA SETTIMANA a cura di

Roberta Panizza

IL TUO UNICO FIORE

di Genoveffa Morganella

Il tuo unico fiore

hai offerto a queste mani

Luce del tuo pensiero su di me

nell’abbraccio della luna

Congiunzione pungente

della nuda tua anima

ritrovata nel punto di fuoco

di un bacio

Incontro di nuvole vaghe

verso la marea del cielo

Freccia a due punte Noi

in un battito di cuore

PRESENTAZIONE

Genoveffa Morganella è nata a Capua nel 1971 e vive in provincia di Caserta.

Ha conseguito la maturità linguistica e magistrale e l’abilitazione in Scienze della Formazione Primaria.
Insegnante di Scuola Primaria,ha frequentato numerosi stage inerenti la musica e il canto che sono diventati i suoi hobby preferiti, ma predilige la lettura e la scrittura al di sopra di tutto.
Pratica yoga meditativo: Shaja Yoga, e condivide le tradizioni e i costumi della cultura hindi che danno un tocco di originalità alla sua quotidianità; si dichiara a favore della diffusione di una nuova identità culturale europea volta alla multiculturalità. È madre di due splendidi bambini.
Scrive da sempre, esplorando mondi a lei ignoti; adora in particolare la poesia, nella quale si immerge come una goccia nell’oceano infinito.


Salvatore Mazzella – Candidato Sindaco Ischia

ooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

Che i grandi temi sociali, le rivoluzioni epocali

dei costumi e dei rapporti tra cittadini, gli spostamenti degli assi portanti sui quali si è stratificata per secoli la morale pubblica, non siano mai stati affrontati direttamente dalla classe politica, ma si siano sviluppati attraverso una serie più o meno lunga di aggiustamenti annodati con piccoli passi, spesso imposti dalla Magistratura attraverso sentenze che hanno richiamato nel loro oggetto la “convenienza” e “l’omologazione” a situazioni di generale accettazione, non è certamente un motivo di vanto per la rappresentaza politica alla quale il popolo sovrano ha delegato il compito di legiferare in maniera chiara, decisa e condivisa.
Non è stato il legislatore a sancire la fine dell’indissolubilità del matrimonio, ma è stato il popolo attraverso un referendum osteggiato da chi in quel momento gestiva il potere in suo nome; non è mai stato, né lo è tuttora, il legislatore a provvedere ad una precisa definizione di tutto il malsano sistema che regolava i comportamenti in pubblico dei cittadini affidandone la competenza all’evanescenza e all’ipocrisia di uno pseudo concetto al quale veniva dato l’appellativo di “morale pubblica”, ma sono state le centinaia di sentenze della magistratura che da oltre 50 anni ne stanno spostando il punto critico verso comportamenti lesivi dei diritti e non delle morali altrui; non è stato il legislatore a farsi, fino ad ora, carico di capire l’evoluzione della spiritualità che si va imponendo in maniera sempre più dialettica nella nostra società, e, quindi, non è accaduto né avverrà in futuro, che si approccino riforme organiche tali da far sì che lo Stato italiano sia equiparato ad uno Stato laico.
Historia magistra est!
Ed appunto, la storia scritta da tutte le classi politiche che hanno governato il nostrto Paese dal dopoguerra fino ad oggi è la storia di legioni di Amministratori pubblici, determinati fino all’eccesso ogni qual volta si sia trattato di spendere i nostri soldi, ma divenute tenere mammolette di fronte ai venti di cambiamenti dei costuni e della morale.
Non poteva essere diversamente nei confronti delle spinte internazionali del popolo dei GAY.
Ecco quindi che, le castagne dal fuoco, le tolgono ancora una volta i Giudici, anche se nel farlo gettano tra i piedi degli addetti ai lavori tizzoni ardenti che provocheranno infinite discussioni… finalmente del tutto inutili.
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 4184 ha stabilito il principio che le coppie gay, come i coniugi, hanno il diritto ad una “vita familiare” e ad esigere, e a far valere per questo diritto, un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.

Quanto più una località sia permeata da flussi sociali provenienti da regioni maggiormente opulente economicamente, tanto più grande sarà la spinta emulativa dei suoi abitanti nel conformarsi agli usi e costumi della comunità con la quale essi siano venuti in contatto ricavandone specifici paragoni.

Il sillogismo “Hanno più soldi, il loro sistema di vita è migliore”, pur essendo molto opinabile in via teorica e spesso falso sul piano pratico, possiede un fascino che “almeno” induce a non ritenere deprecabili a priore i comportamenti che contraddistinguono quella diversa realtà sociale.
Così, si è assistito al paradosso di elegiache vocazioni turistiche ed artistiche, in grado di competere con tutte le realtà del mondo, trasformate in trucide vergogne:
Bagnoli – Italside
Ischia – Cemento.
Due livelli di prostituzione sociale di difficile emulazione e forse mai più eguagliabili.
Tuttavia, al di là di quesata iattura, Ischia ha beneficiato, grazie ad una osmosi con il mondo esterno che vi si è recato in vacansa, del gagliardo influsso di nuovi indirizzi artistici e di una concezione della vita sessuale capace di mettere in difficoltà, ad esempio, il sistema educativo inculcato ai ragazzi della generazione post bellica.
Il concetto di (e la pratica) di rapporti sessuali non condizionati obbligatoriamente da innamoramenti e/o promesse di fedeltà eterna, arrivò sulla nostra isola non attraverso articoli di dotta sociologia o di volgare pornografia, ma direttamente dalle proposte-offerte formulate da giovani ed attempate “vestali” del nord Europa.

Praticamente, all’inizio del boom turistico, fu generale la sorpresa dei maschi locali nel vedere le tante “lei” che non imponevano, ma anzi mostravano di non desiderare, che il “sigillo” sessuale assumesse un significato diverso dal soddisfacimento di un momento di profonda intensità emotiva.
All’impostazione autoctona che continuava a dare valore determinante a:
“Senza amore non esiste sesso!
“Un giuramento per sempre!”
“Non prima di sposarci!”,
loro, donne e maschi dei paesi nordici opponevano
“Non c’entra l’amore.”
“Niente è eterno!”
“Ora sei tu che voglio!”
Con il passre degli anni, sulla spinta di tali imput, la nostra isola, come è naturale che sia, ha sviluppato al suo interno una comunità che si riconosce nelle nuove frontire sessuali.
La nostra è una comunità che ormai, in maniera quasi generale, non dogmatizza più una sessualità esclusivamente etero, ed è una comunità nella quale esistono numerose coppie le quali, in maniera più o meno palese, hanno vissuto e vivono tuttora nella condizione di rapporti non omologati.
Fino alla suddetta sentenza, per le coppie gay (vedremo ampiamente in altra parte del giornale che la sentenza, in fondo, non ha modificato solo la loro situazione, ma ha coinvolto praticamente tutto il “sistema” Italia) sussisteva il disagio della “clandestinità” aggiunto ad una serie di diritti negati in seguito al disconoscimento del rapporto interpersonale che avevano prediletto, con questi articoli, elaborati tra l’inchiesta e il sondaggio, vorremmo capire quali erano, nella nostra isola d’Ischia, i disagi prima della sentenza, quali sono le speranze da ora in avanti, e quali saranno i possibili scenari previsti dal movimento Arcigay.

Bruno Mancini



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