GIOVANNI FRANGI

GIOVANNI FRANGI: LA NATURA E IL VIAGGIO INTERIORE

CON L’OPERA “ANSEDONIA” ALLA GALLERIA POGGIALI E FORCONI

L’opera sperimentale e intuitiva di Giovanni Frangi (Milano 1959) artista di fama internazionale, eclettico e originale per il suo linguaggio espressivo e simbolico, si muove tra immaginazione e realtà attraverso segni ed elementi materici, restituendo i diversi aspetti della natura tra suggestioni visive ed emotive che aprono ad una ricerca interiore in cui l’individuo riscopre il proprio legame con la natura stessa, mettendosi in relazione con l’ambiente a lui circostante. Tra spazi interni ed esterni di ambienti visti e frequentati si apre la possibilità di ridefinire un nuovo percorso in cui rielaborare quei luoghi della natura tra foreste, boschi, ninfee e campagna ove ogni scorcio visto e sognato, diventa un viaggio interiore per dare consistenza a quei pensieri lasciati sedimentare per troppo tempo. Ogni spazio ricreato da Frangi diventa il luogo

Giovanni Frangi

Giovanni Frangi

privilegiato dell’apertura all’ascolto di sé e delle proprie emozioni tra smarrimento e sgomento, entusiasmo e ribellione. Un ritrovare quanto appartiene alla propria dimensione intima e più profonda, perché la forma espressiva di Frangi fatta di riferimenti e associazioni di idee, invita ad esprimere e rintracciare emozioni e stati d’animo per prenderne coscienza e allo stesso tempo liberarsene.

Diplomatosi all’Accademia di Brera nel 1982, l’anno successivo espone la sua prima mostra personale alla Galleria la Bussola di Torino. Presto Giovanni Frangi conquista la scena artistica internazionale esponendo in diverse città da Berna a Losanna, da Hong Kong a Marsiglia, da San Francisco a Los Angeles, per poi giungere a Pechino e poi Francoforte.

Giovanni Frangi "Ansedonia" galleria Poggiali e Forconi. Pietrasanta

Giovanni Frangi
“Ansedonia” galleria Poggiali e Forconi. Pietrasanta

A GIOVANNI FRANGI la Galleria Poggiali & Forconi presso la sede di Pietrasanta (Lucca) dedica una suggestiva mostra sul tema della natura proiettata entro un percorso che contempla gli effetti della stilizzazione con richiami all’astrazione.

GIOVANNI FRANGI. Ansedonia, questo il titolo dell’esposizione che inaugura il 16 luglio 2016, presenta un’immagine avvolgente dai colori ora intensi, ora più opachi che fanno riferimento a quei luoghi di una natura quasi mitica e avvolgente, inquietante e enigmatica dove il contatto con la stessa diventa spunto per ripensare e contemplare dentro se stessi. Si svelano innanzi agli occhi del visitatore tronchi protesi verso l’altro, intrecci di rami a definire il ritmo vitale che anima i boschi filtrati da pennellate corpose dove i contorni diventano stilizzati e tracce di segni all’interno rimandano all’astrazione, come se ogni elemento di quella vegetazione fosse in un costante divenire con i cambiamenti dello spazio naturale circostante.

Giovanni Frangi

Giovanni Frangi

I volti della natura che descrive Frangi provengono dalla dimensione dei sogni, da quella parte immaginaria con cui la mente si distacca per un attimo dalla realtà per ripensarla senza precise strutture o meccanismi precostruititi e dare voce all’onirico e a quanto silenziosamente nascosto nei labirinti di una memoria che non si spegne. Ma la foresta, la giungla tra formazioni arboree, rami e tronchi è come proiettata oltre questa dimensione, protesa tra la terra e il cielo, le origini e un ritorno alle stesse attraverso il buio e la luce, la notte e il giorno.

Un paesaggio di cui Frangi vuole far emergere l’aspetto poetico nel suo essere accogliente e avvolgente, restituendo quel senso di libertà che appartiene ad ogni essere umano con la sua capacità di aprirsi al mondo. Un linguaggio semplice incisivo per avvicinare l’uomo all’essenza della natura in cui ritrovare emozioni dimenticate, ma anche nuove e inaspettate

Silvana Lazzarino

Galleria Poggiali & Forconi

Presenta

GIOVANNI FRANGI

ANSEDONIA

Olio su tela

Galleria Poggiali e Forconi

Via Garibaldi, 8- Pietrasanta (Lucca)

Inaugurazione sabato 16 luglio 2016 dalle ore 19.00

Ingresso libero

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MESSER TULIPANO

Torino  con “Messer Tulipano” si colora con Il linguaggio dei fiori al Castello di Pralormo.

Secondo quanto viene tramandato dalle leggende popolari e dalla letteratura, il tulipano, fiore di origine turca da cui il nome “tullband” copricapo, turbante, con i suoi svariati colori, rappresenta il vero simbolo dell’amore perfetto, eterno e disinteressato, attributo quasi sempre alla rosa. Ad associare il tulipano all’amore sono anche le fiabe delle “Mille e una Notte” che raccontano di come il sultano lasciasse cadere un tulipano rosso ai piedi di una delle donne dell’harem per indicare loro quale fosse la prescelta. Inoltre stando ad un’antica leggenda persiana, sembra che il tulipano derivi dalle gocce di sangue di un giovane ragazzo suicidatosi in seguito ad una terribile delusione d’amore.

MESSER TULIPANO TORINO CASTELLO DI PRALORMO

MESSER TULIPANO
TORINO CASTELLO DI PRALORMO

Dalla forma particolare questo fiore, è particolarmente adatto per decorare parchi e giardini grazie ad una vasta varietà di colori e di ibridi.

Esistono più di cento specie di tulipani, e altrettante possono essere le sfumature. Tra quelli più classici il tulipano rosso, perfetto per una dichiarazione d’amore, il tulipano violetto simbolo di un sentimento più modesto, il tulipano giallo a suggerire un amore solare e caldo, il tulipano screziato caratterizzato da sfumature di brillanti colori ad indicare la dolcezza e il garbo.

Nel cuore del Piemonte a Torino presso il Castello medievale di Pralormo, dal 2000 si assiste alla straordinaria fioritura di oltre 75.000 tulipani e narcisi quale annuncio dell’arrivo della primavera. Si tratta dell’appuntamento con MESSER TULIPANO, in corso fino al 1 maggio 2016 a Torino giunto alla sua 17°

castello di Pralormo

castello di Pralormo

edizione, dedicato ai tulipani che vanno a decorare giardini, grandi prati, aiuole dalle forme sinuose e morbide, cui si affiancano narcisi, muscari tra gli alberi secolari e il sottobosco. Per questa edizione da sottolineare la selezione di alcune delle varietà di tulipani tra le più curiose da quelli neri come i Cafè Noir, Black Parrot, Queen of Night, ai nuovissimi tulipani “pop up” che sembrano coni gelato, dagli eleganti viridiflora ai frills con bordi sfrangiati, fino a quelli stellati.

Lungo il parco del castello medievale ogni anno specie e varietà diverse di tulipani creano un vero e proprio trionfo di magia e colori cui si associano forme d’arte tra pittura, incisioni, moda, design con il loro linguaggio originale e sempre innovativo.

Vengono proposti infatti di anno in anno, presso il parco storico, la serra ottocentesca e l’antica Orangerie

dipinti di Bruno Molinaro

dipinti di Bruno Molinaro

del castello, allestimenti e mostre sempre nuove che spaziano dall’arte, al flower design alla moda in linea con su tema scelto di volta in volta; per questa edizione l’argomento collaterale è il linguaggio dei fiorii.

Si procede con le artiste Luisa Valentini autrice dell’installazione “Due ninfe” sita nel parco, poi Maria Rita Stirpe e Magali’ de Maistre rispettivamente con “Acquerelli in fiore” e quadri a matita “Impalcatura di tulipani” sul tema della natura tra fiori, piante, alberi. A narrare i ritmi della natura e le stagioni nei loro diversi colori e profumi sono i tessuti lavorati dai Nancy Martin artista, tessile design americana che per l’evento ha realizzato una collezione di kimono di cui alcuni dell’era Taisho, attraverso cui approfondisce i significati poetici e simbolici racchiusi nei decori. Sempre ai tessuti è rivolto il lavoro di Fabrizia Morandi con la collezione di foulard “Le fate dei fiori” foulard in seta creati da Francesca Capalbi stilista e disegnatrice di moda e designer per tessuti di arredamento

Bruno Molinaro alla manifestazione Meesser Tulipano Torino

Bruno Molinaro
alla manifestazione Meesser Tulipano Torino

che ha unito composizioni di fiori a eterei volti femminili.

E poi l’architetto e paesaggista Mariolina Monge con il suo “orto giardino” e lo stilista Walter Dang che presenta una mostra di abiti ispirati ai fiori. Di grande spessore stilistico e contenutistico i dipinti “La luce accende i fiori” di Bruno Molinaro pittore di fama internazionale con importanti premi e riconoscimenti, raffinato ed intenso per la forza del colore e il contenuto poetico a creare armonie visive ed emotive, e poi le lezioni dimostrative di Dario Cornero. L’artista italo olandese Alfred Drago Rens propone installazioni fotografiche che giocano con la variazione di luce e visione, il giapponese Toshiro Yamaguchi con la sua installazione sita nel portico d’onore del castello “Pioggia di fiori- Ana no Ame” fa un omaggio alla storia della famiglia Beraudo di Pralormo: i 336 fiori da lui modellati simboleggiano la famiglia dall’anno dell’infeudazione da parte di Madame Reale ad oggi, mentre Osvaldo Moi presenta un’installazione che completa la mostra di abiti ispirati ai fiori dello stilista Walter Dang. Da sottolineare le Opere floreali della Scuola italiana Arte Floreale e poi Profumi di Sicilia percorso botanico offerto nella Serra Francese dedicato al Giardino dei Gelsomini Carruba di Giarre (CT). Lungo le

dipinto di Bruno Molinaro manifestazione Messer Tulipano Torino

dipinto di Bruno Molinaro
manifestazione Messer Tulipano Torino

pareti della serra la mostra fotografica “Profumo di donna” descrive l’epopea delle raccoglitrici di gelsomini siciliane che nel Novecento hanno contribuito a fornire la materia prima per la produzione dei più grandi profumi internazionali e ingrediente fondamentale del mitico Chanel N° 5.

Il percorso poi conduce lungo il parco storico del Castello che diventa come un giardino incantato. Si procede dal progetto curato dall’agronoma Isabella dalla Ragione FIORI DELLO ZODIACO giardino realizzato dall’Almanacco Barbanera dove le essenze floreali corrispondenti ad ogni segno zodiacale disegnano un gioco cromatico con le stesse figure dei segni realizzate in ferro battuto, mentre al centro del giardino le piante rappresentano gli astri principali Sole e Luna. L’ORTO GIARDINO di Mariolina Monge presenta una struttura a griglia realizzata con fiori e verdure ispirata al pittore Mondrian, in cui si alternano zone a prato, piccole vasche di piante acquatiche, ortaggi, frutteti in vaso. L’Istituto agrario Baldessano Roccati è autore del grande OROLOGIO FLOREALE ispirato alla meridiana botanica del naturalista svedese Carolus Linneo che aveva studiato un orologio floreale in ogni dettaglio affinché riuscisse a scandire il tempo grazie a dei fiori che

muscari

muscari

sbocciano nell’arco delle 24 ore. La manifestazione prevede anche un ricco calendario di appuntamenti tra cui vanno citati quello del 23 aprile che vede il team Arte Arborea, cui è affidata la manutenzione del parco, presentare dimostrazioni di tree climbing con tomografo sonico per l’analisi della stabilità degli alberi, e quello del.24 aprile dedicato al “linguaggio del bouquet” con dimostrazioni di arte floreale a cura di Erbavoglio e animazioni nel parco a cura del gruppo storico Historia Subalpina.

Inoltre ogni fine settimana per i più piccoli sono previsti lezioni pratiche di pittura naturalistica con Dario Cornero, dimostrazioni di intaglio del legno a cura del maestro Dino Negro; zona ludica curata da New Holland con utilizzo di trattorini a pedali e altre animazioni per i piccoli agricoltori.

Silvana Lazzarino

MESSER TULIPANO

CASTELLO DI PRALORMO Torino

Apertura: Tutti i giorni, orario:

dal lunedì al venerdì 10-18,

sabato, domenica e festivi 10-19

Ingresso:

– Intero adulti: € 8,00 a persona

– Ridotto Gruppi (più di 15 persone) E CONVENZIONI: € 6,5 a persona

– Ridotto bambini da 4 A 12 anni disabili: € 4 a persona

– Bambini fino a 4 anni e accompagnatore gruppi ingresso gratuito

Per informazioni: 011 884870 – 011 8140981, info@castellodipralormo.com

Fino al 1 Maggio 2016

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Alessandro Roma

L’IMMAGINAZIONE SI FERMA NELLE OPERE DI ALESSANDRO ROMA

Il vissuto esistenziale tra visione ed emozione dove i pensieri si confondono a cercare quell’indefinito nascosto dietro il luoghi della natura, il sottile confine tra memoria e immaginazione che apre a nuove possibili evasioni dove il tempo sembra fermarsi, si riflettono nell’arte di ALESSANDRO ROMA, artista di gran talento e sensibilità che con creatività e un’originale sperimentazione del segno e della forma capace di evocare nuove percezioni visive, racconta dell’uomo e dei suoi percorsi fatti di sogni e veglia, dove l’invisibile diventa visibile. A questo artista nato nel 1977 a Milano, attivo a Londra con alle spalle diverse esposizioni di successo in Italia e all’estero, che racconta attraverso l’assemblaggio di diverse immagini e

mostra su Alessandro Roma

mostra su Alessandro Roma

l’uso del collage il paesaggio nel suo aspetto fantastico e irreale dove confluiscono memorie letterarie e spunti reali, la z20 Sara Zanin Gallery di Roma fino al 16 aprile 2016 dedica una personale centrata sulla tematica dell’immaginario e dell’onirico quali elementi per ripensare il viaggio della vita. L’esposizione One foot in the world and the other in the stillness la prima dell’artista presso la galleria, presenta

composizioni e sovrapposizioni pittoriche con innesti di illustrazioni e reperti anche fotografici, in cui entra in gioco lo sguardo capace di cogliere oltre il visibile, proprio attraverso il susseguirsi delle frammentazioni di elementi che trovano nel risultato finale una visione di insieme pronta a rivelare la percezione dell’indefinito. Questo a partire da una rilettura della tradizionale composizione del paesaggio classico da cui l’artista attinge alcuni aspetti tematici per poi ridefinire una nuova visione dello stesso dove immaginare nuove strutture di elementi e forme come fosse un contesto magico.

Attraverso la forza descrittiva di un colore che alterna tonalità intense ad altre pastello, dove malinconia e mistero si alternano, affiorano le emozioni della vita nel suo scorrere in un tempo immaginato dove ripensare alle possibilità del destino sospeso tra verità e immaginazione, finito e indefinito.

mostra su Alessandro Roma

mostra su Alessandro Roma

L’arte di Alessandro Roma legando colore, materia racconta dei luoghi ed elementi appartenenti alla natura talora non immediatamente riconoscibili lasciando spazio all’immaginazione, costante attraverso cui cercare possibili riferimenti all’universo interiore nel suo rapportarsi alla realtà vicina e lontana, presente e passata. La visone si trasforma regalando una nuova percezione tra presenza e assenza, detto e non detto; lo sguardo si perde, liberando le tensioni e inducendo lo spettatore/ visitatore ad immergersi nel suo vissuto interiore dove si nascondono silenziosi ricordi, riferimenti e suggestioni. Entro questo tempo sospeso dove scenari naturali e ideali, tra la terra e il cielo parlano di vita, di esperienza vissuta si avverte come una condizione tra sonno e veglia molto simile al trasognamento. E’ questa dimensione inconscia che, a partire da frammenti di vita, di storie passate, proietta verso orizzonti infiniti per scivolare nelle nostalgie e lasciarsi catturare da quanto è oltre il ricordo per poi superarlo e ripensare quanto sottile sia il confine tra la memoria e il tempo,

Silvana Lazzarino

 

ALESSANDRO ROMA

ONE FOOT IN THE WORLD AND THE OTHER IN THE STILLNESS

z2o Sara Zanin Gallery

Via della Vetrina 21, 00186 Roma

Orario; da martedì a sabato dalle ore 12.00 alle 19,00

Fino al 16 aprile 2016

Ingresso libero

Per informazioni telefono 06 70452261; info@z2ogalleria.it

 

ESPOSIZIONI DI ALESSANDRO ROMA

Alessandro Roma (Milano, 1977) vive e lavora a Londra.

Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre personali: Locus Amoenus (Sobering Gallery, Parigi, 2014); Coburn Projects (Londra, 2015); Enclosure (Paradise Row Gallery, Londra, 2013); Il sole mi costrinse ad abbandonare il giardino (Brand New Gallery, Milano, 2012); Humus (Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea, Rovereto, 2011); Sites of action (Scaramouche Gallery, New York, 2011); Alessandro Roma (Marabini Gallery, Bologna, 2005). Tra le recenti mostre collettive: Drawing (z2o Sara Zanin Gallery, Roma, 2014); Drawing Biennial 2015 (Drawing Room, Londra); Le stanze d’Aragona (Palermo, 2015); Everything is About to Happen. An ongoing archive of artists’ books selected by Gregorio Magnani (Corvi Mora, Londra, 2014); Drawing Biennial 2013 (Drawing Room, Londra, 2013); Lucie Fontaine: Estate (Marianne Boesky Gallery, New York, 2012); Never before a girl done so much with so little (The Suburbans Gallery, Chicago, 2012); Lacune (a cura di Laura Lanteri, Museo Archeologico Eno Bellis, Oderzo, Treviso, 2012).

Nel 2007 ha vinto la quarta edizione dell’International Painting Prize Diputación de Castellón della Fine Arts Academy di Castellón, Spagna. Dal 2008 al 2009 é stato artista in residenza presso la Künstlerhäuser Worpswede.

 

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Ugolina Ravera

I COLORI IN DIVENIRE RACCONTANO I RITMI DELLA VITA

NELL’OPERA DI UGOLINA RAVERA

Il vissuto esistenziale tra visione ed emozione con i suoi profumi, suoni, colori che dalla frammentazione porta alla ricomposizione, fino alla rinascita, si riflette nell’arte di UGOLINA RAVERA, pittrice romana di gran talento e sensibilità che con originalità attraverso la sperimentazione di forme e colori, racconta dell’uomo e dei suoi percorsi fatti di sogni e speranze, gioie e nostalgie. Un percorso che passando per vicoli insidiosi e labirinti intricati porta verso un orizzonte di luce e libertà.

La sua arte che lega il colore alla vita nei suoi processi dal visibile all’invisibile, dal conosciuto a ciò che è da conoscere, è protagonista di una mostra in corso presso Le Carré Français, ristorante francese nel centro di Roma aperta fino al 1 marzo 2016.https://www.emmegiischia.com/wordpress/silvana-lazzarino-2/

La personale “La vie en rose”, curata da Giuseppe Ussani d’Escobar, attraverso rappresentazioni tra l’astratto e il figurativo di elementi e luoghi appartenenti alla natura in particolare fiori, animali parlano di libertà ed entusiasmo, guardando all’universo interiore nel suo rapportarsi alla realtà vicina e lontana, presente e immaginata.

Sono opere che attraverso scenari naturali e ideali, tra la terra e il cielo, parlano di vita, di esperienza vissuta dove il colore campeggia con le sue variazioni tonali. Un colore dominante che procede dal rosso e dalle gradazioni di rosa, al verde delle foglie degli alberi agli azzurri del cosmo e del cielo, per arrivare al bianco steso sugli sfondi quasi a proiettarsi verso la dimensione dell’ascolto dell’apertura verso l’alto in cerca di una spiritualità che in questi ultimi anni sembra diventare sempre più evanescente. All’energia del colore si associa la voglia di vivere che riaffiora solo dopo una fase di nostalgico abbandono verso i luoghi notturni della mente dove abitano silenziose le ombre che imprigionano e allontanano dalla magia del bello.

opera di Ugolina Ravera

opera di Ugolina Ravera

Il colore disposto a tratti, talora con risultati quasi materici nel suo risaltare sulla tela a simboleggiare i ritmi della natura, tra petali di fiori, profumi, fruscii del vento, introduce verso un sentiero che sa di primavera: stagione dove è dato spazio al risveglio delle emozioni lasciando dietro ogni pensiero cupo e malinconico. Da questi colori sale una nuova energia che avvicina l’uomo alla natura, lega il suo essere agli elementi della natura stessa di cui egli è parte integrante. I colori appartengono alla terra e al cielo e l’individuo avverte il suo essere attaccato alle proprie radici e il suo bisogno di protendersi verso l’alto a cercare ciò che sta oltre il semplice apparire. E da qui l’esigenza di mostrare come dalla scomposizione delle forme, dalla decostruzione della realtà si passi ad una rinascita dove anche le forme sembrano confluire a nuove dimensioni per rifiorire. Forme nuove di colori che sembrano danzare al ritmo di una melodia che invita a guardare oltre quel segno, quel disegno per entrare nei possibili significati della vita.

E’ qui il senso profondo dell’arte di Ugolina Ravera: la capacità di rinascere passando dalla terra alle vie dei cieli infiniti e immaginati. Fiori, petali agglomerati, staccati come in volo trasportati dal vento, fissi come cuciti sulla tela, fili d’erba invisibili, nei loro ritmi infondono gioia e un senso di energia positiva che invita a riflettere sul proprio percorso esistenziale e sul senso stesso della vita nel fiorire e sfiorire, nel suo procedere nella circolarità di un processo sempre uguale che si ripete. Gioia, serenità, entusiasmo un istante prima preceduti da dubbi e malinconie, mutevoli nel loro complesso evolversi.

Dipinti che poco a poco conducono ad un abbraccio avvolgente e rassicurante con la natura, mantenendo vivo il desiderio di scoprire cosa si celi nei suoi sconfinati suoni e volti. Un richiamo a suggellare quel legame tra l’individuo e la natura in quanto madre che rassicura e incanta; ma anche un’occasione per riappropriarsi di quelle perdute origini dove tutto ha inizio e intraprendere un nuovo viaggio, liberi di ripensare a sé scoprendo nuove emozioni in un tempo sospeso. Accanto al dipinto “Vie en Rose” dove campeggia il movimento delle rose nel loro aprirsi e chiedersi, è “L’Apres Midi d’un Faune”, dove si intravede appena il volto di un fauno quasi affiorare dalla fitta vegetazione, volto che sembra prendere vita dalla stessa natura per poi sparire riassorbito come in un sogno.

La gioia e l’entusiasmo di vivere sono al centro del percorso di Ugolina Ravera attenta nel trasmettere le emozioni tra concretezza e sogno percorrendo un cammino in cui recuperare la stessa vita con stupore e meraviglia sfiorando con l’immaginazione orizzonti onirici, quasi fiabeschi.

Silvana Lazzarino

Ugolina Ravera

LA VIE EN ROSE

Ristorante francese Le Carré Français

Via Vittoria Colonna 30, Roma

Orario dalle 10.00 alle 22.00

fino al 1 marzo 2016

Ingresso libero

 

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Pennacchini

https://www.emmegiischia.com/wordpress/silvana-lazzarino-2/NEI RITMI DEL TANGO TRA PASSIONE E VITA CON I DIPINTI DI MASSIMO PENNACCHINI

Poesia ed eleganza, musicalità e leggerezza si intrecciano nelle rappresentazioni coinvolgenti e comunicative di Massimo Pennacchini, artista contemporaneo di fama internazionale che ha esposto con successo non solo in Italia, ma anche in Europa fino a toccare Stati Uniti e Cina.

Massimo Pennacchini- mostra a Latina

Massimo Pennacchini- mostra a Latina

Tra le rassegne di cui è stato protagonista accanto alla XXX Biennale Nazionale d’arte città di Milano, Art Fair Londra e Forlì- Vernice Art Fair, sono “Un mondo di immagini per chi immagina il mondo” a cura di Massimo Duranti (2003) e “Nuovo surrealismo visionario e fantastico” a cura di Pino Purificato (2004). La partecipazione al programma “Alitalia per l’Arte” fa entrare la sua pittura negli aeroporti internazionali italiani ed esteri come il Milano Malpensa, il Marco Polo a Venezia, in occasione della 1 Roma Tango festival è invitato ad esporre presso il foyer del Teatro Capranica vicino Roma.

Nel 2007 è protagonista delle mostre d’arte moderna e contemporanea: VITARTE, SMERALDARTE e ARTE PADOVA. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private tra Italia, Europa e Stati Uniti, oltre che in Argentina, Brasile e Sud Africa.

Massimo Pennacchini- mostra a Latina

Il suo percorso artistico, volto alla pittura figurativa ha attraversato diverse fasi a partire da rappresentazioni legate allo studio della figura umana, fino alle nature morte e ai paesaggi, per poi passare agli ambienti di interni e raccontare con tocchi avvolgenti ed empatici le armonie della danza in particolare legata al tango. La pittura poetica e coinvolgente di Massimo Pennacchini, nato a Velletri (cittadina ricca di storia e tradizione vicino Roma) tocca le più alte espressioni visive ed emotive nelle descrizioni di questo ballo originario della regione del Rio della Plata..Entro il ritmo e le atmosfere del tango che vede la coppia rinascere ogni volta interpretando storie di passione e gelosia, ci introduce la suggestiva mostra dedicata a Pennacchini, in corso presso l’ARTime Gallery Galleria Pennacchi a Latina (RM) fino al 27 febbraio 2016. L’esposizione MASSIMO PENNACCHINI- L’anima del tango, a cura di Veturia Manni, offre un percorso che tocca le emozioni della vita dove passione, gelosia, nostalgia e delusione si intrecciano e rincorrono nei ritmi di una musica che sale e avvolge unendo e separando due sguardi, due anime. I dipinti nel descrivere coppie di ballerini che si stringono e si allontanano al ritmo ora lento, ora veloce di un tango che li lega in un gioco di sguardi e seduzione senza fine, sono occasione per riscoprire stati d’animo ed emozioni dell’individuo nel suo vivere con passionalità e fierezza le atmosfere accese e nostalgiche, di una danza che trascina entro un rispiro vitale che imprigiona e libera.

"Tango reale" di Massimo Pennacchini

“Tango reale” di Massimo Pennacchini

Due figure quella dell’uomo e della donna si sfiorano, si toccano decisi a vivere la magia del momento dove la musica detta le regole tra adagi e ritmi accelerati. Decisa e fragile, seduttrice e malinconica la donna si lascia guidare dall’uomo fiero del proprio ruolo di cavaliere e conquistatore che con maestria conduce il gioco delle parti dove a vincere si è sempre in due. Si è innanzi ad una sequenza di sguardi, gesti che seguendo il ritmo del ballo donano alle stesse figure armonia ed eleganza. Massimo Pennacchini invita lo spettatore a guardare con “altri occhi”, con stupore e meraviglia la bellezza di una danza sempre viva e immortale entrando in contatto con le emozioni che trapelano nell’incontro di due corpi, due spiriti: quello dell’uomo e della donna uniti nel ritmo di una melodia che cattura e avvolge. In una sorta di palcoscenico si possono ammirare coppie di ballerini di tango ripresi nei diversi movimenti, ma anche nell’attimo prima e dopo il ballo a cercare concentrazione e intimità. Pennacchini nel tango trova l’espressione più alta per

Massimo Pennacchini - mostra a Latina

Massimo Pennacchini – mostra a Latina

raccontare la passione e la gelosia, la forza e la delicatezza, l’inquietudine e l’abbandono. Accanto a braccia che si stringono a sottolineare la forza del sentimento della coppia che emerge dalla danza, è il passo leggero che tiene come sospesi i ballerini sulla pista e poi due volti di danzatori nell’atto di avvicinarsi e la coppia di “Dancing in the dark” che danza a notte fonda mentre il tempo sembra fermarsi.

L’uso di un colore intenso e vivace con prevalenza del rosso e del nero, la linea avvolgente infondono forza e ritmo alle scene, attraversate da una luce dal taglio deciso e soffuso che ne esalta i dettagli di sguardi e gesti. A sottolineare la magia di questo scenario è il perfetto equilibrio tra figure e spazio che privilegia il linguaggio dei corpi sospesi nel tempo indefinito di una danza che attrae nel suo richiamo senza fine.

Silvana Lazzarino

 

MASSIMO PENNACCHINI

L’anima del tango

a cura di Veturia Manni

ARTime Gallery

Latina- Corso Matteotti, 88 (Galleria Pennacchi)

Orario: 11.00-12.00; 17.00-19.00

Chiuso domenica e lunedì mattina

Fino al 27 febbraio 2016

Per informazioni: tel. 334/8618422; artimegallery@libero.it

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