Tarocchi per conoscere se stessi con Germano Fazio

Tarocchi.  Counselor Practitioner e studioso di Tarot Germano Fazio conduce il corso sui tarocchi tutti i giovedì dalle 18.30 alle 20,00. Ad ottobre nei giorni 1, 8, 15, 22 e 29,

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Spesso nel percorso esistenziale si è portati a scontrarsi con situazioni complesse, dove è richiesta la capacità di confrontarsi con un cambiamento rispetto ad abitudini, o inerente scelte importanti adattandosi a nuove situazioni anche scomode.  Se il cambiamento inizialmente può far emergere un sentimento di smarrimento e incertezza d fronte al nuovo che si manifesta, poi esso diventa stimolo per approfondire la conoscenza di sé attivando una trasformazione interiore a partire dallo stare in contatto con la dimensione emozionale e dando spazio alla parte più autentica di sé stessi. Di fronte al cambiamento si può essere passivi e quindi accettare gli eventi così come accadono, o attivi nel non perdere di vista il proprio obiettivo e creare nuovi punti di riferimento da cui ripartire. Nel cambiamento quale percorso per riscoprire sé stessi è inevitabile che si perda temporaneamente quel senso del sentirsi in equilibrio che verrà ritrovato in un piano più alto nel processo di un’evoluzione consapevole.

Per giungere ad una piena consapevolezza di sé, delle proprie emozioni al fine di gestirle con equilibrio, anche attraverso il cambiamento, per costruire relazioni di scambio e confronto con l’altro senza giudizio, sono necessarie l’ascolto e l’accoglienza, ma il primo ascolto deve avvenire dentro sé stessi. In questa società dove tutto corre troppo velocemente, dove regnano diffidenza e indifferenza si rischia di perdere di vista la bellezza delle relazioni, dell’incontro con l’altro a partire dall’amore per se’stessi e allo stesso tempo si dimenticano i veri obiettivi.

Questi aspetti, e molto altro sono al centro del lavoro di Virginia Vandini Sociologa Supervisor-Trainer Counselor e Costellatrice immaginale, Presidente dell’Associazione “Il Valore del Femminile”, fondatrice del modello educativo-pedagogico basato sulla riscoperta del principio femminile trattato nel libro “Amore. Ascolto. Accoglienza. Le risorse del femminile in ognuno di noi”, presentato l’8 Maggio 2015 presso L’Università “La Sapienza” di Roma in occasione dell’omonimo convegno.  Virginia Vandini direttore della “Scuola di Counseling Umanistico Centrata sulla Persona”, insieme al suo staff propone corsi, seminari, workshop per acquisire comprensione e consapevolezza di se’ stessi, verso una piena autorealizzazione.

Tra i corsi e seminari proposti dall’Associazione “Il Valore del Femminile” suggeriamo di seguire quello condotto con grande professionalità da Germano Fazio ounselor Practitioner e studioso di Tarot dedicato ai Tarocchi che si svolge ogni giovedì dalle 18.30 alle 20.00 (in questo mese di ottobre gli appuntamenti sono il 1, l’8, il 15, il 22 e il 29).

Nel corso “I Tarocchi: un viaggio esplorativo nell’anima”, Germano Fazio guida alla scoperta delle parti più silenti degli stati d’animo con i Tarocchi per un cammino verso l’evoluzione. Riguardo i Tarocchi essi sono stati ritenuti per secoli quale strumento per interpretare il futuro e prendere decisioni su come affrontare le situazioni che di volta in volta si presentano. Ma, in realtà, i Tarocchi sono simboli che richiamo agli Archetipi” come sostiene Germano Fazioche stanno a simboleggiare il nostro viaggio evolutivo in questa vita; attraverso essi è possibili capire qualcosa di più su noi stessi e comprendere quali risorse abbiamo; tutto questo porta ad una nuova consapevolezza di sé”.

Essi rappresentano dunque uno strumento per sostenere le persone a riconoscere le proprie capacità indirizzandole al meglio al fine di utilizzarle con consapevolezza nel gestire momenti difficili o stati di indecisione. Un percorso per un viaggio esplorativo verso una nuova consapevolezza di sé volta a sostenere la propria felicità. Un corso da non perdere poiché come afferma Germano Fazio: “impareremo a riscoprire queste figure ed abbinarle agli Archetipi che accompagnano anche il nostro viaggio, quello che viene definito ‘il viaggio dell’eroe’ “. Per questo corso sono utilizzati ii Tarocchi Marsigliesi di Jodorosky e verranno esaminati 22 Arcani Maggiori per imparare a comunicare con essi e entrare in contatto con il proprio io.

Ai partecipanti verranno rilasciate delle dispense e la registrazione audio degli incontri. Contributo: 80€ al mese (4 incontri).Per informazioni e iscrizioni: https://www.ilvaloredelfemminile.org/it/corsi-seminari-workshop/formazione-mnu/corso/corso-in-calendario/i-tarocchi-un-viaggio-esplorativo-nell-anima.html

Silvana Lazzarino

 

Il valore del femminile

I TAROCCHI: UN VIAGGIO ESPLORATIVO NELL’ANIMA

Con Germano Fazio

Counselor Practitioner e studioso di Tarot

Piazzale delle Provincie, 8 00162, Roma

Ogni giovedì dalle 18.30 alle 20.00

 ottobre 2020: 1, 8, 15, 22 e 29 

Per informazioni: cellulare+39 392 1074600 dalle 9:00 alle 20:00 – Lunedì/Venerdì

www.ilvaloredelfemminile.org

per iscriversi andare sul sito: https://www.ilvaloredelfemminile.org/it/corsi-seminari-workshop/formazione-mnu/corso/corso-in-calendario/i-tarocchi-un-viaggio-esplorativo-nell-anima.html

 

 

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Festival della scienza e della curiosità

Festival della scienza e della curiosità

CICAP FEST – EXTRA 2020

Festival della scienza e della curiosità

in digital edition

Festival della scienza e della curiosità

inaugura in live streaming a Padova

venerdì 25 settembre, alle 20.30,

con la keynote di Telmo Pievani

PANDEMIA 2020: UNA STORIA DARWINIANA

Intervengono Sergio Della Sala e Daniela Ovadia

Conduce Massimo Polidoro

CICAP FEST – EXTRA 2020 25 settembre – 18 ottobre

Festival della scienza e della curiosità

LA SFIDA È ADESSO

Ri-partire con la scienza affrontando il cambiamento, l’imprevisto e l’improbabile

Terza edizione

Programma completo su
https://www.cicapfest.it/programma

23 settembre 2020. L’edizione 2020 del CICAP Fest, il Festival della scienza e della curiosità (“La sfida è adesso. Ri-partire con la scienza affrontando il cambiamento, l’imprevisto e l’improbabile”), inaugurerà in live streaming venerdì 25 settembre alle ore 20.30, in diretta dall’Auditorium dell’Orto Botanico di Padova.

L’evento di apertura del Festival si intitola “Benvenuti al CICAP Fest Extra: la sfida è adesso!” e sarà condotto da Massimo Polidoro, divulgatore, Segretario del CICAP e Direttore del CICAP Fest, con la partecipazione di Daniela Ovadia, giornalista scientifica e coordinatrice scientifica del CICAP Fest, e Sergio Della Sala, professore di “Human Cognitive Neuroscience” all’Università di Edimburgo e Presidente del CICAP.

Dopo i saluti istituzionali di Rosario Rizzuto, Rettore dell’Università di Padova, del sindaco Sergio Giordani, dell’Assessore alla Cultura Andrea Colasio, del Presidente della Provincia Fabio Bui, del Presidente della Fondazione Cariparo Gilberto Muraro e del Presidente della Camera di Commercio di Padova Antonio Santocono, alle ore 21.00 Telmo Pievani, delegato del Rettore per la comunicazione istituzionale dell’Università di Padova, filosofo della scienza e grande divulgatore, inquadrerà il momento storico che stiamo vivendo in una prospettiva biologica ed evoluzionistica.

L’intervento di Telmo Pievani, “Pandemia 2020: una storia darwiniana”, riflette sull’opportunità di iniziare a guardare al Covid19 attraverso le lenti dell’evoluzione. La lezione darwiniana del coronavirus è chiara: siamo vulnerabili, siamo connessi al resto della natura, la distruzione dell’ambiente si rivolge contro la nostra salute. Le epidemie che si trasmettono con il salto di specie non spuntano dal nulla. Hanno cause ecologiche e ci sono attività umane specifiche che ne aumentano la probabilità: la deforestazione, il bracconaggio, il commercio illegale di specie animali protette… I virus sono entità biologiche molto più antiche di noi e hanno strategie evolutive basiche molto efficaci. Inoltre, otto miliardi di esseri umani sono diventati l’ospite perfetto per i virus, che viaggiano con noi in aereo. D’altro canto, i virus hanno quattro formidabili nemici: la ricerca scientifica (i vaccini, il Global Virome Project, l’atlante delle patogenesi), l’igiene, il progresso sociale e la protezione dell’ambiente. Per sconfiggere un simile nemico e comprenderlo razionalmente, dobbiamo assumere il suo punto di vista e cogliere la sua logica: una logica evolutiva.

Sarà possibile seguire la diretta streaming dell’inaugurazione – e tutti gli altri incontri del programma – sul sito www.cicapfest.it e sui social media dell’evento (Facebook, YouTube e Instagram). Dal giorno successivo, il programma vedrà appuntamenti ricorrenti a orari fissi, tutti online only, che resteranno comunque fruibili sui social del CICAP Fest e del CICAP anche dopo la chiusura del Festival.

Festival della scienza e della curiosità

Tra gli incontri: sabato 26 settembre alle ore 11.30 Silvio Garattini racconta al pubblico cosa l’emergenza inattesa del Coronavirus ci ha insegnato sulla globalizzazione e come possiamo metterlo a frutto; nell’ambito del format “Padova insolita e scientifica”, sabato 26 alle 14.00 e domenica 27 alle 14.15 il giornalista e scrittore Daniele Mont D’Arpizio e l’astronomo Leopoldo Benacchio accompagnano il pubblico a casa, rispettivamente, in una passeggiata presso alcuni dei luoghi che hanno segnato e ancora segnano la storia scientifica della città, e in un percorso fra astronomia, storia e arte alla scoperta del cielo dipinto, scolpito e “raccontato” che si trova tra portici e palazzi di Padova; alle 15.00, Federico Taddia ci presenta Valentina Sumini, che padroneggia paesaggi ostili e inabitati come quelli della Luna e di Marte per progettare le abitazioni di domani; alle 16.30, Paolo Attivissimo, tra i massimi esperti sull’argomento, risponde alle domande del pubblico a casa sul perché le bufale tecnologiche prosperano in un mondo pieno di tecnologia; alle 17.15, Antonella Viola e Adriana Albini, moderate da Daniela Ovadia, analizzano le cause del cosiddetto “soffitto di cristallo”, ossia la difficoltà delle donne a raggiungere i vertici dei laboratori di ricerca e nelle istituzioni accademiche; alle 18.30, Jim Al-Khalili, fisico teorico alla University of Surrey, in Gran Bretagna, dove ha anche una cattedra di Comunicazione scientifica, racconterà la fisica, forse la più radicale delle avventure intellettuali umane; alle 20.45, il sabato si chiude con un doppio intrattenimento: si parte con CIALTRONPEDIA! ovvero: aspettando quelli seri…, un’improbabile Enciclopedia che toccherà tutti i temi possibili (anche quelli che era meglio non toccare!) con la cialtroneria surreale di Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli degli Oblivion, accompagnati da Alberta Izzo e Lino Patrugno. E a seguire, alle 21.30… quelli seri, in questo caso Alessandro Barbero che ci racconterà come, per ripartire, è indispensabile servirsi delle conoscenze del passato, in modo da vivere il presente nel modo più sereno possibile.

Festival della scienza e della curiosità

Tra gli incontri di domenica 27 settembre, la rassegna stampa del CICAP Fest alle ore 10.00, una lettura critica delle notizie della settimana legate alla scienza, all’insolito al misterioso con i giornalisti di Focus Margherita Fronte e Marco Ferrari; alle 11.30, Raffaele De Caro e Francesco De Ceglia ripercorrono con Daniela Ovadia la storia dell’esposizione dei cadaveri dal Museo della Medicina (MUSME) di Padova e discutono sui problemi etici e di conservazione che i curatori delle moderne collezioni hanno dovuto risolvere; alle 15.30 uno dei podcast di intrattenimento scientifico in collaborazione con Audible: Marco Merola viaggerà attraverso le regioni italiane per raccontare le loro storie di adattamento ai cambiamenti climatici; alle 16.15, Paolo Vineis e Shaul Bassi, moderati da Roberta Villa, discutono di diseguaglianze e di “destini segnati”, affrontati con gli strumenti della scienza e della letteratura; alle 17.30 Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e divulgatore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi, risponde alle domande del pubblico sul modo in cui sia possibile conciliare un’alimentazione sana con la sostenibilità ambientale, moderata da Gianluca Dotti, in collaborazione con Confagricoltura Padova; chiudono la settimana, alle 18.30, le riflessioni del grande giornalista e divulgatore, oltre che presidente onorario del CICAP, Piero Angela, che in dialogo con Massimo Polidoro racconta com’è nato il CICAP.

Tra le tante iniziative di quest’anno, il CICAP Fest EXTRA presenterà anche eventi in partnership con Bergamo Scienza, Chiavi di volta, Food&Science Festival, Galassica-Festival dell’astronomia e Trieste Science+Fiction Festival, a conferma che, mai come ora, la collaborazione per una divulgazione di qualità è fondamentale per la crescita del nostro Paese.

Festival della scienza e della curiosità

Gli ospiti

Anche quest’anno il CICAP Fest coinvolgerà i più bei nomi della divulgazione, della scienza e del panorama culturale italiano e internazionale, come lo psicologo dell’Università di Bristol Stephan Lewandowsky, Naomi Oreskes, storica della scienza dell’Università di Harvard, Jim Al-Khalili, fisico teorico alla University of Surrey, in Gran Bretagna, dove ha anche una cattedra di Comunicazione scientifica, Charles Spence, psicologo sperimentale all’Università di Oxford, esperto di modalità sensoriali (in collaborazione con Food&Science Festival), e David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico statunitense (in collaborazione con Bergamo Scienza).

Tra gli italiani, oltre a Piero Angela, interverranno anche l’astronauta Paolo Nespoli; l’immunologa Antonella Viola; lo scienziato e farmacologo Silvio Garattini; lo storico Alessandro Barbero; la meteorologa Serena Giacomin; lo scrittore Marco Malvaldi; il regista premio Oscar Ralph Eggleston; il neuroscienziato e presidente del CICAP Sergio Della Sala; la giornalista e medico Roberta Villa; il genetista Guido Barbujani; lo storico sociale delle idee David Bidussa; l’epidemiologo Paolo Vineis; il futurologo Roberto Paura; il direttore dell’International Center for the Humanities and Social Change dell’Università Ca’ Foscari Shaul Bassi; l’attore e regista Pif; il filosofo Telmo Pievani; la prorettrice dell’Università di Padova Annalisa Oboe; il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini; i climatologi Filippo Giorgi ed Elisa Palazzi; l’economista Carlo Cottarelli; l’informatico Stefano Quintarelli; la nutrizionista Elisabetta Bernardi; lo psicologo sociale Lorenzo Montali; gli storici della scienza Marco Ciardi e Francesco de Ceglia, gli astrofisici Leopoldo Benacchio, Amedeo Balbi e Luca Perri; le fisiche Sandra Savaglio e Lucia Votano; il professore di teoria dell’argomentazione Adelino Cattani, il disegnatore Bruno Bozzetto; l’illusionista Raul Cremona e ancora i giornalisti e divulgatori Paolo Attivissimo, Barbascura X, Michele Bellone, Silvia Bencivelli, Barbara Bernardini, Piero Bianucci, Marco Boscolo, Manuela Perrone, Alfredo Castelli, Alex Dante, Cristina Da Rold, Riccardo Di Deo, Gianluca Dotti, Davide Coero Borga, Adrian Fartade, Margherita Fronte, Silvano Fuso, Giuliana Galati, Anna Rita Longo, Paolo Magliocco, Beatrice Mautino, Matteo Merzagora, Fabio Pagan, Edwige Pezzulli, David Puente, Simona Regina, Ruggero Rollini, Chiara Segré, Federico Taddia, Elisabetta Tola, Fabio Turone, gli artisti Diego Allegri, Davide Calabrese, Fabio Vagnarelli, Vanni de Luca, Hyde, Matteo Filippini, Alberta Izzo, Francesco Lancia, Mad Markson, Roberto Mercadini, Jack Nobile, Lino Patruno, Alex Rusconi, Francesco Scimemi e tantissimi altri.

Festival della scienza e della curiosità

Promotori e sostenitori

Il CICAP Fest è promosso dal CICAP in collaborazione con l’Università, il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio di Padova e Promex, con Regione del Veneto e con il riconoscimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Audible come Partner; Assindustria Venetocentro, Confagricoltura Padova, Istituto Mario Negri, Fondazione Umberto Veronesi, Fondazione AIRC, Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza, Orto botanico di Padova e Musme come partner istituzionali; Intesa Sanpaolo e Corvallis come sponsor, Circuito Zero come sponsor tecnico e con la media partnership di Focus, Il Mattino di Padova, Radio RAI, TV7, Focus Scuola, Il Bo Live e PLaNCK!

 

Festival della scienza e della curiosità

Il Comitato scientifico

Michele Bellone (giornalista scientifico e curatore editoriale per Codice), Francesco Paolo De Ceglia (professore di Storia della scienza all’Università di Bari), Sergio Della Sala (neuroscienziato e Presidente CICAP), Anna Rita Longo (comunicatrice della scienza, componente del board di SWIM – Science Writers in Italy e Socia effettiva CICAP), Arturo Lorenzoni (professore di Economia dell’Energia ed Electricity Market Economics all’Università di Padova), Lorenzo Montali (professore di Psicologia sociale all’Università di Milano-Bicocca e Vice-presidente CICAP), Annalisa Oboe (professoressa di Letteratura inglese e Prorettrice alle attività culturali, sociali e di genere dell’Università di Padova), Telmo Pievani (professore di Filosofia delle scienze biologiche e delegato del Rettore per la comunicazione istituzionale dell’Università di Padova), Luca Perri (astrofisico dell’Osservatorio di Merate e del Planetario di Milano e divulgatore per Rai Scuola), Antonio Scalari (giornalista scientifico, Valigia Blu), Elisabetta Tola (giornalista scientifica, Formicablu), Antonella Viola (professoressa di Patologia Generale presso l’Università di Padova e Direttrice Scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica “Città della Speranza”).

Festival della scienza e della curiosità

Che cosa è il CICAP

Il CICAP (Comitato italiano controllo affermazioni sulle pseudoscienze) è un’associazione educativa e pedagogica, fondata nel 1989 da Piero Angela e da altre personalità del mondo della scienza e della cultura tra cui Margherita Hack, Umberto Eco, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Umberto Veronesi, per favorire la diffusione di una mentalità scientifica e contrastare pseudoscienze, irrazionalità e superstizione. Il lavoro formativo del CICAP è riconosciuto dal Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.

Per informazioni

Sito: www.cicapfest.it

Facebook: facebook.com/CICAPfest

Instagram: instagram.com/cicap_fest

Ufficio Stampa Stilema – tel. 0115624259

Anna Gilardi

Roberta Canevari canevari@stilema-to.it – tel. 3356585866

Simona Oliva stampa@stilema-to.it – tel. 3894886947

Tutti i libri di Bruno Mancini

BRUNO MANCINI

DILA

NUSIV

VIRUSISCHIA

Visits: 201

Bruno Mancini libri cartacei lulu.com

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Bruno Mancini libri cartacei

LULU.COM

Bruno Mancini libri cartacei lulu.com

2 ¢ x 1 poesia

By Bruno Mancini

Bruno Mancini libri cartacei lulu.com
USD 19.53

Le oltre 500 poesie che compongono questo libro le ho scritte nei sessant’anni che vanno dal 1957 al 2017. Ossia da quando avevo 14 anni a quando ne avevo 74. Ciò implica, molto chiaramente, una diversità di temi, interessi, stilemi e via discorrendo che rendono piuttosto articolata la natura delle sensazioni e delle emozioni derivanti dalla loro lettura. Forse, come in un gioco a mosca cieca, potrete restare stupiti dalla lettura che vi trasporterà, nel breve spazio di una stessa pagina, da una poesia del giovane ragazzo innamorato dell’amore a quella del maturo cinquantenne stregato da una fata inarrivabile; oppure vi potrà intrigare leggere, una dopo l’altra, alcune poesie scritte nello stesso periodo ma con lirismo completamente differente tra loro. Sarà, questa, una proposta valida?

Details

Publication Date 2/3/2019
Language Italian
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 492
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Adotta una poesia

By Bruno Mancini

Bruno Mancini libri cartacei lulu.com
USD 23.77

«Molti di voi sanno che il progetto LENOIS “Le nostre isole” nasce dal desiderio di costruire una TRIBÙ di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc.) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, è il caso di internet ovviamente, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.

Details

Publication Date 20/5/2012
Language Italian
ISBN 9781471712098
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): bruno mancini

Specifications

Pages160 Binding
Paperback Interior Color
Black & White
Dimensions A4 (8.27 x 11.69 in / 210 x 297 mm)

Alla ricerca dei percome

By Bruno Mancini

Bruno Mancini libri cartacei lulu.com
USD 12.21

Una serie di articoli di denuncia sociale. Esopo news, ovvero un modo moderno di favoleggiare mettendo in luce le scellerate amministrazioni dei beni pubblici. E non solo.
Details
Publication Date 18/3/2016
Language Italian
ISBN 9781326600907
Category Fiction – General
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 132
Binding Paperback Interior ColorBlack & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Antologia 1956 – 2010

By Bruno Mancini

Bruno Mancini libri cartacei lulu.com
USD 27.95

Bruno Mancini a buon ragione può essere definito “pioniere” della cultura letteraria ischitana in un processo di rinascita che fa seguito ad un lungo letargo. Sembra quasi che la sensibilità emotiva di Bruno si sia incontrata/scontrata per anni con la lussureggiante natura ischitana, un connubio di spinte uguali e contrarie che si respingono, si annullano a vicenda, a volte fanno l’amore. Segni questi di un’autorialità che si fa sensuale e passionale senza mai scadere nella volgarità, emotività di un uomo che sa amare con distaccato cinismo ed al contempo con l’ingenuità di un ragazzino

Details

Publication Date 29/6/2011
Language Italian
ISBN 9781446710227
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 624
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions US Trade (6 x 9 in / 152 x 229 mm)

Canzoni ucraine

By Bruno Mancini


USD 11.25

Testi canzoni ucraine ed italiane, musicate da Valentina Gavrish

Details

Publication Date 30/12/2014
Language Ukrainian
ISBN 9781326137601<
Category Education & Language
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Valentina Gavrish

Specifications

Pages 48
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Da Ischia L’Arte

By Bruno Mancini

USD 23.76

L’Antologia, prevalentemente poetica, contiene le poesie finaliste della quarta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”. Il progetto culturale di cui essa è espressione è stato proposto, e quindi inserito, nel calendario dell’EXPO di Milano (n. 1724 dal 20 al 25 Ottobre 2015) riscuotendo l’interesse dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano che ne ha suggerito la presentazione in occasione del Bookcity organizzato dall’Assessorato stesso e dal Comitato promotore Bookcity composto dalle Fondazioni Corriere della Sera, Giangiacomo Feltrinelli, Arnoldo e Alberto Mondadori, e Umberto e Elisabetta Mauri, sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura, in collaborazione con AIE (Ass. Editori), con il sostegno di AIB (Ass. Biblioteche), ALI (Ass. librai Italiani) e LIM (Librerie Indipendenti Milano). Quindi, la presentazione di questa antologia è avvenuta nel Bookcity mediante il progetto (n. 723 autogestito denominato “Carro di Tespi”.

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Publication Date 10/1/2016
Language Italian
ISBN 9781326528829
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 160
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensionsm A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Da Ischia sempre poesia

By Bruno Mancini


USD 23.95

Progetto ideato da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza. Si compone di3 parti. Nella prima ci sono 33 poesie finaliste del Premio di Poesia “Otto milioni-2013” dedicato al Comm.A.Lauro. Nella seconda ci sono 7 Autori scelti d Roberta Panizza L’ultima è dedicata a Roberta Panizza e Bruno Mancini, Soci Fondatori di MONDIMANCINI. Alcune loro poesie sono state tradotte in inglese da P.A.Franz e da A.Mencarini. Prose,recensioni,immagini determinano una piacevole e serena lettura. Testi di,Alberto Liguoro,Roberta Panizza,Anna Alessandrino, Marina De Caro,Bruno Mancini,Liga Sarah Lapinska,Maria Bigazzi, Anna Maria Dall’Olio, Pietro Calise, Barbara Lo Fermo, Teodora Gandolfo, C.Michetti, Maria Teresa Manta, D.Ruggiero,D.Colacrai,A.Lubrano,F.Maccioni,F.Dono, J.Lapinskis,V.Roke,M.Andzans,N.Lavieri,M.De Rosa,L.Somma, A.Santacroce,G.Centofante.A.Pedicini.A.De Luca.C.Martino. L.Bolleri.G.Iorio.S.Simsone.M.Zemgune.S.Senatore.A.Fiore.A. Curci,V.Tesone.M.Bompadre.L.Maiese,T.Bruno,E.Di Stefano,C. Iengo

Details

Publication Dateb20/9/2013
Language Italian
ISBN 9781291457704
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 161
Binding Paperback Interior Color Black & White
A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Erotismo, sì!

Il mio libro a copertina morbida

By Bruno Mancini


USD 9.01

in un unico volume sono raggruppate una grande parte delle poesie e dei brani di raccanti maggiormente infusi di erotismo che Bruno Mancini ha pubblicato negli ultimi decenni. Pubblicando questo florilegio sul tema specifico dell’eros, Bruno Mancini dichiara di ambire a porre le basi utili affinché tale raccolta possa essere presa in considerazione per una traduzione in lingua inglese che ne amplierebbe di molto la diffusione. Nella sua introduzione, oltre a segnalare che lo sviluppo dei testi è stato realizzato in un arco di tempo pluridecennale, è stato precisato che la loro asincronia è tanto evidente quanto giustificata dalle differenti situazioni dei contesti nei quali sono stati inizialmente pubblicati. Infatti, libri come “La sagra del peccato” e “L’appuntamento”, pur non avendo tra loro nulla in comune né a livello di contenuti emotivi né a livello di forma letteraria, hanno contribuito alla formazione di questo libro.

Details

Publication Date 23/3/2016
Language Italian
ISBN 9781326605353
Category Fiction – Erotica
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License<
Contributors By (author): bruno mancini

Specifications

Pages 80
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Florilegio LENOIS – Le nostre isole

By Bruno Mancini


USD 20.60

Roberta Panizza, Nunzia Zambardi, Nicola Pantalone, Monticelli Pagone, Fulvia Marconi, Bruno Mancini, Dario Rustichelli, Francesco Ottobre, Nunzia Binetti, Enzo Boffelli, Emanuela Di Stefano, Luciano Somma, Gilberto Piccinini, Sacha Savastano, Gilberto Piccinini, Virginia Murru, Letizia Caiazzo, Liga Sarah Lapinska

Details

Publication Date 29/6/2011
Language Italian
ISBN 9781447763321
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 312
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions US Trade (6 x 9 in / 152 x 229 mm)

Game of love in Sermoneta

By Bruno Mancini


USD 50.25

Association “From Ischia The Art – DILA” GAME OF LOVE IN SERMONETA by ANGELA MARIA TIBERI Vice President of the Association New Cenacle of Poetry of Aprilia Translation of Liga Sarah Lapinska Entering in the world of the writer Angela Maria Tiberi and how to desecrate a tabernacle and lay bare her thoughts, her heart, her soul. Her world is inner made of dreamed and realistic relationships where passion and love intertwine to sciorination a great connection from she is lived and then lost in the street we do not know how and why. Her prose and her poems gather in a whirlwind of expressive desires that can never be reached for a great, timeless but unambiguous love. That is to say that the world you, the writer, makes it turn around and sing the praises and desires for a man who certainly was his de facto, but now is far, distant also with the heart. A very special love situation.

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Publication Date 1/1/2018
Languagen Italian
ISBN 9780244658618
Category Fiction – General
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Angela Maria Tiberi

Specifications

Pages148
Binding Paperback
Interior Color Color
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Gioco d’amore a Sermoneta

By Bruno Mancini

USD 11.96

La poetica di Angela Maria Tiberi non è consigliata a tutti coloro che abbiano freddo il cuore e scarso il senso dell’Amore. Non riuscendo a farla propria, riterrebbero, scioccamente, che si tratti di utopistiche trasposizioni in versi di ideali obsoleti, senza capire che i veri “vecchi” sono solo coloro che non sanno più credere all’amore. Bruno Mancini

Details

Publication Date 3/2/2017
Language Italian
ISBN 9781326925215
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Angela Maria Tiberi

Specifications

Pages 88
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Incarto caramelle di uva passita

By Bruno Mancini

USD 9.21

Poesie, disegni, storie, amore, Bruno Mancini, Ischia. Incarto caramelle di uva passita.

Details

Publication Date 16/7/2016
Language Italian
ISBN 9781326738006
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 58
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Io fui mortale

By Bruno Mancini


USD 7.87

Il sospiro poetico di Bruno Mancini è il tempo, che pur non mostrandosi con battiti d’ali improvvisi, s’incunea nella sua vita come un turbine entro il quale la sua anima si trova a fissare volti indefiniti, in antitesi ed in lotta contro ignoti mausolei, mentre, in assoluta autonomia, sentimenti irrefrenabili proseguono nella loro essenza, precisi e chiari, attenti a riempire ogni minimo attimo, quasi fossero regolati da un orologio svizzero.

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Publication Date 10/9/2016
Language Italian
ISBN 9781326785390
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): bruno mancini

Specifications

Pages 88
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Io Fui Mortale

By Bruno Mancini

USD 5.56

Il sospiro poetico di Bruno Mancini è il tempo, che pur non mostrandosi con battiti d’ali improvvisi, s’incunea nella sua vita come un turbine entro il quale la sua anima si trova a fissare volti indefiniti, in antitesi ed in lotta contro ignoti mausolei, mentre, in assoluta autonomia, sentimenti irrefrenabili proseguono nella loro essenza, precisi e chiari, attenti a riempire ogni minimo attimo, quasi fossero regolati da un orologio svizzero.

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Publication Date 7/3/2010
Language English
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

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Pages 100
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions US Trade (6 x 9 in / 152 x 229 mm)

Ischia, mare e poesia

By Bruno Mancini


USD 18.36

Poesie di Roberta Panizza, Bruno Mancini, Luciano Somma, Nunzia Binetti, Liga Sarah Lapinska, Umberto Maselli, Virginia Murru,,Clementina Petroni, Sacha Savastano, Alberto Liguoro, Franco Calise, Barbara Lo Fermo, Emanuela Di Stefano, Maria Calise, Antonio Spagnuolo, Michela Zanarella, Donatella Verde, Santa Vetturi, Fulvia Marconi, Felice Serino, Alessandro Monticelli, Inara Gale, Elen De Gori, Vera Roke, Paul Polansky, Antonio Mencarini. Immagini di, Liga Sarah Lapinska, Katia Massaro, Nunzia Zambardi, Clementina Petroni, Francesco Mattera, Vera Roke, Roberta Panizza, Bruno Mancini. Libere interpretazioni di poesie Lettoni proposte da Bruno Mancini, Roberta Panizza. Antonio Mencarini traduce Bruno Mancini, Roberta Panizza. Bruno Mancini “Il turismo ed Ischia” Albo d’oro Premio Ischia internazionale di giornalismo Bruno Mancini “Il cinema ad Ischia” Roberta Panizza “Scrivere di poesia ad Ischia” Bruno Mancini “La musica e l’isola d’Ischia” Informazioni Oceanomare-Delphis Onlus Copertine di Roberta Panizza

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Publication Date 6/4/2011
Language Italian
ISBN 9781447761761
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

Specifications

Pages 190
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm

Ischia, un’isola d’amore Miramare

By Bruno Mancini

Paperback USD 14.96

Quale migliore palcoscenico poteva scegliere la poesia per presentarsi a chi apprezza la scrittura in versi se non Ischia che da sempre accoglie generosa sulle sue sponde artisti delle più disparate arti? Ecco quindi che con questa Antologia, nella cornice della splendida isola tratteggiata nei suoi migliori contorni, si presentano ai lettori differenti e variegate voci poetiche che qui vivono o ad essa guardano come preziosa fonte di ispirazione.

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Publication Date 24/5/2009
Language Italian
ISBN 9781409285380
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): bruno mancini

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Pages 189
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions Pocket Book (4.25 x 6.875 in / 108 x 175 mm)

Ischia, un’isola di poesia Fruscio

By Bruno Mancini


USD 13.10

Cinque Autori e numerose gradevoli illustrazioni eseguite da Artisti dell’immagine, per una piacevole lettura nel ricordo degli sponsor del libro. LUCIANO SOMMA, del quale è impossibile elencare i premi ricevuti tra cui il “Pasquale Festa Campanile – Ischia 1995”; ELENA MANCINI le cui poesie d’incantevole fantasia, si mescolano a romantici incontri e crude realtà; ROBERTA PANIZZA annoverata fra i vincitori di “Habere Artem” indetto da Giuseppe Aletti Editore”; ITALO ZINGONI, Membro dell’ Accademia G. Marconi di Roma per “meriti poetici”; BRUNO MANCINI che è stato recensito come poeta nei cui componimenti“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”; sono i cinque poeti proposti nell’Antologia “Ischia, un’isola di poesia” curata da Roberta Panizza e Bruno Mancini.

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Publication Date 12/8/2008
Language Italian
ISBN 9781409279419
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributor By (author): Antologia nnn

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Pages 152
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions US Trade (6 x 9 in / 152 x 229 mm)

Ischia, un’isola di poesia Colella

By Bruno Mancini


USD 13.96

No description supplied

Details

Publication Date 13/5/2009
Language Italian
ISBN 9781409283232
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Antologia Panizza – Mancini

Specifications

Pages 169
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions US Trade (6 x 9 in / 152 x 229 mm)

Ischia, un’isola di… Miramare

By Bruno Mancini


USD 18.20

Sotto l’egida dell’Isola Verde, autori ormai pionieri dei nostri progetti e voci poetiche nuove, si incontrano ancora una volta tra le pagine di una raccolta che non a caso in questa occasione porta nel titolo tutta l’indeterminatezza di un viaggio non organizzato volendo, con esso e con i contenuti che preannuncia, stimolare il desiderio di scoperta e di ricerca insiti certo, più o meno marcatamente, in ognuno di noi: “Ischia, un’isola di…” lascia quindi spaziare liberamente il lettore, persino con la fantasia, nel percorso non solo poetico, ma anche geografico che si snoda tra versi multicolori e, parallelamente, tra lussureggianti paesaggi da ammirare nella loro maestosa e quieta bellezza.

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Publication Date 2/5/2010
Language Italian
ISBN 9781445761893
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

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Pages 192
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

Ischia, un’isola di….

By Bruno Mancini

Paperback USD 14.76

Ischia poesie, Bruno Mancini, Roberta Panizza, Luciano Somma

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Publication Date 11/2/2010
Language Italian
ISBN 9781445286174
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): bruno mancini

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Pages 185
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

La mia vita mai vissuta

By Bruno Mancini


USD 16.28

Un’altra emozione che mai mi lascia (e che è necessaria per me), leggendo le poesie di Bruno, è il pensiero del collegamento di tutto ciò che esiste in questo mondo e fuori da esso, rispetto, sia con i teoremi delle regole della scienza della natura, sia con le convinzioni degli astrologhi antichi. Ecco: il convincimento del collegamento tra il passato e il futuro; il collegamento tra noi tutti qui sulla terra, sotto e sopra; il ritmo ciclico secondo le regole della natura. Solo quando facciamo nostro questo collegamento, solo sapendo che non siamo in solitudine ma uniti e collegati, possiamo diventare, eventualmente, davvero liberi, e non solo nelle nostre illusioni. Il sentimento di legame, di unità, apre per noi i confini prima chiusi e, inoltre, non chiaramente conosciuti. È l’unico modo per sapere e vedere questi confini, dove loro iniziano, che cosa dividano e se davvero esistano

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Publication Date 14/11/2013
Language Italian
ISBN 9781291629972
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

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Pages 76
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

La sagra del peccato

By Bruno Mancini


USD 7.85

“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?” “Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche… ” “… sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.” “… a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.” “Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…” “… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.” “Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…” “Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica… ” “Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini… ” “Una voce nuova che chiama ad ascoltarla e a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”

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Publication Date 20/12/2016
Language Italian
ISBN 9781326896775
Category Poetry
Copyright All Rights Reserved – Standard Copyright License
Contributors By (author): Bruno Mancini

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Pages 86
Binding Paperback
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210 mm)

La sagra del peccato

By Bruno Mancini

USD 7.85

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Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

Il Dispari 20191209

Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

Editoriale | “L’appuntamento” al Bookcity 2019

Lo scorso 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM (Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri) di Milano, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha presentato l’evento “Otto milioni” il cui focus è stato l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.
Con cadenza settimanale li stiamo pubblicando tutti in questa pagina, augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Per Aurora volume primo

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-primo/paperback/product-18665923.html

IL RACCONTO
L’Appuntamento – Capitolo 4°

Non ricordo di averlo visto mai prima così bello e sicuro.

Non avrei potuto trovare una piega fuori posto allo smoking bianco senza sfumature, alla camicia sbottonata sul collo, alla barba tondeggiante, alle dita con l’inseparabile anello di rubino, alle mani poggiate sul bavero che inserivano all’occhiello una ginestra (ginestra fiore amato dalla mia donna).

Neppure le sue fantasticherie, le sue ostinazioni, i suoi dubbi, le sue speranze, se fossero venuti in superficie avrebbero tolto bellezza alla sfida che si accingeva ad accettare.

Verificare. In maniera definitiva. Senza alibi.
Senza veli.
Verificare.
Sapeva bene che andando all’appuntamento si sarebbe, in modo irreversibile, preclusa la possibilità di salire sull’ultimo battello in partenza dall’isola verso le certezze della sua vita.
Eppure mentre poggiava il piede sul primo gradino… non so, mi turba l’ennesima incertezza…

Bruno Mancini

Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

Stupiti dal reportage fotografico esclusivo di
Alberto Ghirardini dal “Fronte oceanico del Massachusetts”

A volte, dove meno te lo aspetti, ti capita di sbattere il muso contro realtà magnifiche che non avresti mai immaginato potessero essere, non dico realizzate, ma nemmeno semplicemente concepite in realtà sociali che gli stereotipi comuni ci inducono a credere propense alla “coltivazione” di ben altre colture, sì colture e non culture.

Un parco pubblico, donato ai cittadini da grossi e piccoli benefattori, che abbia come tema la poesia, sembra un vero e proprio anatema se collocato nella pragmatica vitalità dei discendenti di coloro che le terre americane hanno utilizzate, nei secoli, come pascoli o come pozzi petroliferi o come suoli per la costruzione di grattacieli!

Eppure, grazie al nostro singolare inviato specialissimo sul fronte oceanico del Massachusetts, Alberto Ghirardini, oggi dobbiamo stracciare cataste di pregiudizi alla vista delle foto con cui egli ci documenta che in Osterville esiste un meraviglioso parco denominato “GIARDINO DELLE POESIE” .

Lì, molte poesie sono proprio esposte fisicamente alla lettura del visitatore, all’aperto, su un tragitto a passerella.

Ne ha fotografate due: la prima è dedicata agli alberi “TREES” appunto e inizia dicendo che “Mai un poema potrà essere più bello di un albero…“, e la seconda dal titolo “THE ROSE” (che poi è stata messa in musica e cantata dolcemente da Bette Midler e la si può trovare e ascoltare su youtube) ha un finale dolce e malinconico quanto basta dicendo “Ricordati in inverno che sotto la neve amara, giace il seme che con l’amore del sole in primavera diventerà una rosa“!

Le passerelle portano i nomi dei singoli o delle famiglie dei donatori; il parco è di circa 10 acri, ha panchine qua e là, e si snoda tra sentieri con nomi e targhe dedicate a persone care; gli alberi portano le diciture latine e USA del nome botanico; si è immersi nel silenzio più totale.

Conoscendo la mia inclinazione ai versi o testi scritti, Alberto Ghirardini mi ha stupito con un regalo che mi fa piacere di condividere con tutti voi… e se qualcuno passerà da quelle parti ce ne mandi una sua considerazione.

Bruno Mancini

Il Dispari 20191209

Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

Il Dispari 20191209

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Il Dispari 20191209

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Il Dispari 20191209

TWITTERONE

1) Da Liga Sarah Lapinska

Per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ho regalato alcune mie opere pittoriche
a) “The Morning of Princess” all’attrice, giornalista e bella lady, Ilze Zeimule-Stepanova: una delle finaliste dei Premi Made in Ischia “Otto milioni”..
b) “The Meditation about the Peace” alla nostra stimata Anastasya Lide, omaggiandone
la saggezza e la cordialita.
c) “Our Rainbows” al mio amico Vilis Ļevčenoks, adesso molto occupato, che da tempo supporta le nostre attività.

2) Da Lucia Fusco

La vita ci insegna che bisogna volare alto” scriveva Alda Merini, ma la violenza spinge in basso l’umanità tutta.
La violenza cesserà solo quando gli esseri umani condanneranno nel cuore ogni tipo di violenza, contro persone, animali, cose, idee, popoli, ideali.

In occasione della Giornata Contro la Violenza sulle Donne, tra le tante belle ed emozionanti manifestazioni nel territorio lepino ha ottenuto grande risalto l’evento AMORE SICUREZZA DONNA organizzato dal Cif di Latina, Centro Italiano Femminile.
La Presidente Fiorella Mancini ha gentilmente ospitato presso la Casa del Combattente diverse voci.

Un pubblico numeroso ha potuto ricevere il saluto iniziale del sindaco Damiano Coletta e l’invito al rispetto tra tutti gli esseri umani, per poi godere dei contributi di Patrizia Ciccarelli, Assessore alle Politiche di Welfare; Veronica Manfrin, Psicologa; Marita Ricagni, Presidente Regionale del Cif.

I ragazzi della Vigormusic hanno letto diverse testimonianze di donne vittima della violenza domestica e presentato il corto “Donne Allegre” per condannare il dramma della prostituzione, sottolineando la prepotenza che a volte si fa indifferenza, l’uso e l’abuso della donna, la violenza fisica, verbale, metalinguistica.

La regista Donatella Cotesta ha recitato un brano dal film “La Ciociara” vibrante di dolore e orgoglio, passando in sala tra i presenti.

Il Maestro Francesco Molinari ha cantato accompagnandosi con la chitarra, come un moderno rapsodo.

La sala era adornata dei quadri maestosi e colorati della valentissima artista Milena Petrarca, Presidente Sede operativa della Regione Campania per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, vibranti di femminilità e bellezza.

Tra il pubblico Flora Rucco, artista e critica d’Arte; Angela Maria Tiberi, poetessa e Presidente DILA Nazione Italia; Abbè Laurent Kpogo, ViceVescovo di Lomè; Mileda Polizzi, Presidente Fidapa; Gianna Castellitto, Vice Presidente INR WHEEL; Carmen Milluzzo, Ispettrice Crocerossine; Eugenio Annino, Presidente Serra Club; Franco Federici, Presidente della Fedelissima Onlus; Giorgio Loddo di UCID; Franco e Laila Pitton del Rotary Club di Pomezia.

È la cultura, l’atteggiamento, il modo di esprimersi ogni giorno che va cambiato, che deve virare verso il Rispetto”, questo è il messaggio che, come un seme, rimane di questo bell’evento che si è concluso con un potente concerto del Gruppo Cantautorando.

3) Da Angela Maria Tiberi

“La Traviata” ha riscosso uno strepitoso successo al Teatro Moderno di Latina.
L’associazione Latina Lirica è stata premiata dal pubblico per lo spettacolo organizzato con tanta passione dalla famiglia Cappelli e un grande elogio va riconosciuto al Direttore Domenico Cappelli che sceglie i protagonisti tra i big della lirica, il quale ha dichiarato “L’Opera è l’unica arte completa, sintesi perfetta di tutte le altre“.

Il soprano Linda Campanella ha saputo interpretare magnificamente il personaggio di Violetta. tanto che l’ultimo saluto al suo amato ha commosso il pubblico riuscendo a toccare l’anima degli spettatori.

Giuseppe Varano ha interpretato superbamente il personaggio di Alfredo e molta commozione ha suscitato nel pubblico cantando le celebri arie dell’opera di Verdi.

Il Baritono Giorgio Gatti ha interpretato splendidamente il ruolo del Marchese Germont .
Grandioso è stato tutto il cast lirico.

In seguito avremo modo di parlare ampiamente degli Artisti che hanno resa indimenticabile questa produzione di musica lirica, senza escludere la possibilità che ciascuno di loro rilasci un’intervista esclusiva per le colonne di questa pagina culturale IL DISPARI alla quale ci onoriamo di poter dare un nostro piccolissimo contributo.

Il Dispari 20191209 – Redazione culturale

 

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale

Editoriale | “Il nodo” al Bookcity 2019

Lo scorso 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM (Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri) di Milano, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha presentato l’evento “Otto milioni” il cui focus è stato l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.
Alcuni li abbiamo già pubblicati, ed ora, con cadenza settimanale, pubblicheremo tutti gli altri in questa pagina, augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume secondo

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-secondo/paperback/product-470704.html

IL RACCONTO
Il nodo

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale
[…]
-“Perché lo fai?” diceva l’anima.

Il cervello, ben sapendo che prima o poi sarebbe venuto il momento di dare un seguito al precedente incontro -aveva infatti chiesto soltanto una pausa- e non ritenendo possibile eludere per sempre la necessità di presentarsi ad un faccia a faccia determinante, rispose alla domanda introducendo una delle innumerevoli considerazioni elaborate per accantonare il progetto:
-“Non riesco ad avere completamente sottomesso il corpo, a te sfuggono emozioni incontrollate.
Se voglio non dico eliminare, ma almeno attutire un dolore, se tu intendessi eludere manifestazioni di sentimenti, se io volessi fermare il sangue, affrettare il battito del cuore, isolare un organo, se tu ambissi piangere o ridere in situazioni di estremi opposti, credi potremmo? Come illuderci di interferire sul tutto, se ci manca la forza di farlo sui particolari?!”

Anima:
-“Da soli si perde, uniti si vince. È sempre stato così, e così (sarà questo il titolo del nostro stemma) si cambia. La stessa riproduzione nelle strutture evolute abbisogna di unioni. Maschi e femmine, da maschi e da femmine.

Cervello:
-“Per uno diverso da loro, d’accordo. Non certo per trasformare loro stessi in diversi.
Nulla e nessuno sarebbe in grado di farlo.
Tu vorresti la metempsicosi tra vivi, è differente, capisci, è inconcepibile.

L’Anima:
-“Tu sai cosa pensassero i primi esseri che si accoppiarono? Se ne avevano definito lo scopo, ed in caso affermativo se ne avessero valutata la fattibilità? O non supponi, più primitivamente, che ciascuno avesse per intento fagocitare l’altro?
Certo, l’ipotesi di un risultato quale quello realizzato sarebbe apparsa temeraria, logicamente improponibile, fantasiosa.
Noi, siamo, loro, noi siamo propaggini di loro azioni, noi dobbiamo tentare di andare oltre le convenzioni, le aspettative correnti e soporifere. Andare oltre l’azzardo.

-“Andare, come? Andare, dove?

-“Con te voglio andare oltre l’amore, come in una totale simbiosi.

Riusciva ancora una volta a confonderlo, utilizzando le peculiari risorse della sua natura. Lo poneva in un angolo di lusinghe e velleità. Ne ammansiva le difese con l’accorta tattica di fingersi inoffensiva, ne otteneva attenzione ed interesse stimolandogli visioni oniriche, partecipazione, avvicinandosi al suo ideale con abile e suadente serenità.
Una crepa era aperta.
Lo guardo deciso prolungato che le rivolse, per lei preludio di intesa, la vide pudicamente arrossire. Ingenuità? Tenerezza? Inganno?

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale

Bruno Mancini

 

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale

TWITTERONE

1) Da Liga Sarah Lapinska.

Ho regalato per conto di DILA

a) A Rita e Vjacheslav la mia opera d’arte “The Mistery of Power“, ispirata dalla mitologia e dalla storia egiziana, sperando che Vjscheslav avrà buona salute e la possibilità di aiutare Rita.
Questa donna, ancora giovane, ha gravi problemi di salute e, quindi, lei non può vivere da sola. Rita ascolta con tanto interesse i nostri racconti e le nostre poesie, ma non può apprezzare i nostri dipinti, e neppure l’opera che io ho regalato ad entrambi perché i suoi occhi da molto tempo non vedono neppure la luce del Sole.

b) A Svetlana Gnevanova la mia opera d’arte “Truly waiting“.
Svetlana ha un piccolo caffè situato nel mercato di Jelgava.
Questa giovane donna con un sorriso bello è amica di LENOIS-DILA da tanto tempo.
Ha i nostri libri e conosce bene l’arte.
Grazie a te, Svetlana, per la tua voglia di aiutarmi a vendere le mie opere d’arte, premiate in tanti concorsi.
Non tutti sanno come vendere o comprare.
Anche vendere e comprare onestamente è una forma di talento, proprio come cantare o predicare.

c) A Eižens Strautmanis la mia opera d’arte “The Maryam s Passion“.
Questo signore ha riparato più di una volta il mio piccolo computer, sempre paziente e gentile.
Chiunque scriva libri, specialmente se il suo lavoro consista nello scrivere e nel tradurre, sa quanto sia difficile farlo solo con il cellulare, correndo, inoltre, qua e là tra gli internet caffè come ho fatto io mentre le mie connessioni, sia internet, sia per il mio cellulare, erano bloccate da più di un anno per colpa di alcuni operatori che hanno agito con sistemi di persone crudeli.
Conosco persone oneste e dolci, capaci di fidarsi degli altri, capaci di sorridere come bambini, capaci di amare.
Grazie a te, Eižen!

d) A Olga Smirnova la mia opera d’arte “The Song of Songs“.
Olga non è un’artista, per quanto la conosco.
Lei lavora nel negozio “Herbs”, che si trova in Jelgavs, Lettonia, in cui si possono acquistare tante specie di diversi tea, diverse semine, diversi estratti, per curarsi con fitoterapia, omeopatia, aromaterapia ed in altri modi usati probabilmente quando sulla nostra terra hanno aperto i loro occhi le prime creature umane.
I primati, i cani, i gatti, tutti provano a curarsi con la natura, sapendo, che le più potenti farmacie si possono trovare nei prati, nei boschi, sulla riva del mare.
Grazia a te, Olga, per i consigli che rivolgi a coloro i quelli che non conoscono abbastanza le erbe e le erbacce.
Hai provato tu stessa questi prodotti, hai una ricca esperienza che dividi volentieri con altra gente.

e) A Natalya Rossijskaja la mia opera d’arte “The Southland Finias“, che lei ho ricevuto con tanto piacere.
Natalya, donna intelligente, vende libri e giornali non costosi e a volte regala alcuni pezzi di valore.
Durante il nostro ultimo incontro ho ricevuto da lei alcune riviste che preferisco.
Talvolta uso nelle mie grafiche e nei miei dipinti le immagini di riviste o giornali, perché nessun pittore ha abbastanza modelli pazienti da ritrarre e nessuno pittore può interpretare a modo suo sulla tela o sulla carta tutto ciò che vede e ricorda solo con la sua memoria, anche se essa fosse quasi perfetta.
Non parlando, poi della fantasie, dei simboli, degli ornamenti, molto spesso tanto differenti tra loro.
In una foto un ragno pericoloso tiene nelle sue zampine pelose la farfallina.
Vedendo questa fotografia, ho disegnato, con l’ansia nel cuore, una mia grafica nella quale questa farfallina, forse, si può salvare.
Ti ringrazio, Natalya!

2) Da Lucia Fusco.

Sabato 26/10/2019, nella bella sala dell’Auditorium San Michele Arcangelo, nel cuore antico di Sezze, ad un pubblico numeroso e attento, Vincenzo Faustinella ha presentato il suo corposo lavoro “Perché andate facendo tutto questo?
Il titolo cita le parole che la nonna dello scrittore rivolse alle SS che andavano cercando gli ebrei di Sezze per deportarli.

È un libro di ricerca storica e di memoria, di aneddoti della famiglia che Vincenzo ha voluto scrivere per lasciare testimonianza e custodia della memoria dei parenti Di Veroli morti ad Auschwitz.
La storia purtroppo è fatta di troppi silenzi che questo libro, ricco di dati, documenti, fotografie, articoli, interviste, ricordi vuole combattere.

Parte dalle vergognose leggi razziali del 1938 per arrivare al nascosto e serpeggiante antisemitismo moderno.

Molti e ardenti gli interventi: Quirino Briganti Presidente della Compagnia dei Lepini, Sergio Di Raimo Sindaco di Sezze, Giancarlo Onorati Presidente del Centro Studi Storici sul Lazio Meridionale, Laura Matilde Campoli Magistrato e Presidente di sezione Tribunale di Velletri discendente della famiglia Campoli-Fattorini, Ada Campoli che, con passione ha ricordato i suoi familiari e l’importanza della memoria, Francesco Tetro storico dell’Ebraismo, Giacomo Di Consiglio appartenente alla Comunità ebraica di Roma.

Ha concluso l’incontro il prof. Luigi Zaccheo che ha ricordato alcune persone dell’epoca, italiani e compaesani amati e rispettati da tutti; ha voluto sottolineare il valore della compaesana, ricordando che la popolazione di Sezze non volle aiutare i soldati tedeschi nel rastrellamento e che anzi protesse e nascose molte persone, nonostante il pericolo per la propria vita e per la propria famiglia.

Un pomeriggio di grande emozione con tanti partecipanti iscritti all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Il Dispari 20191202 – Redazione culturale

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Il Dispari 20191125

 

Chiara Pavoni prima classificata al premio di recitazione Otto milioni 2019

Il 16 novembre, a Milano, nell’Aula Magna della SIAM (Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri), per la manifestazione internazionale #BCM19 Bookcity, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha proposto l’evento Made in Ischia “Otto milioni 2019” abbinato all’omonimo Premio, nato nel 2012, le cui prime tre edizioni sono state dedicate al compianto Comm. Agostino Lauro.

Durante tale incontro con il pubblico milanese, Angela Maria Tiberi in sintonia con Maria Luisa Neri, Dalila Boukhalfa, Santina Amici, Domenico Umbro, Raffaele Pagliaruli, Alessandra Albo e i ragazzi componenti il gruppo musicale “Gli Archi della Donadoni”, hanno dato spettacolo esibendo le loro attitudini artistiche, ed hanno letto le classifiche finali delle sei sezioni dell’edizione 2019 del Premio “Otto milioni”.

Da oggi in poi vi presenteremo tutti i vincitori (primi tre classificati) e le loro opere, iniziando dalla sezione “Recitazione” che ha vista vincitrice l’attrice romana Chiara Pavoni con il video della poesia “Il brivido più lungo” tratta dalla raccolta “Erotismo, sì!”

Secondo classificato è stato Antonio Mencarini con il video della poesia “Il volo verticale” tratta dalla raccolta “Davanti al tempo”, e il terzo posto l’ha ottenuto la ben nota amica di questo giornale Katia Massaro con il video della poesia “In un carcere ammazzano un uomo” tratta dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”.

Chiara Pavoni

Donna vera, bella, esuberante, intraprendente, come sua attività tutto ci aspetteremmo tranne che leggesse le tristi malinconie di giovani autori o le turbolenti composizioni poetiche di autori poco noti.
Eppure, il mondo eterogeneo dell’Arte è così!
Chiara Pavoni è così.
Chiara Pavoni è un’Artista.

Abbiamo avuto modo di conoscerla durante la celebrazione della giornata mondiale della Poesia, presentata alla galleria Micro di Roma di Paola Valori per la perfetta organizzazione di Mariapia Ciaghi.
In quella occasioni, Chiara si fece apprezzare per l’intensità emotiva con la quale lesse alcune poesie degli autori di provenienza internazionale invitati all’evento, tra cui due poesie tratte dal volume “Promo uno”di Bruno Mancini.

Ora Chiara, nei ritagli di tempo che riesce a sottrarre ai sui numerosi impegni professionali, è impegnata nella preparazione di video che la vedono protagonista di letture di prose e di poesie selezionate dalla Presidenza di DILA.

Il curriculum professionale di Chiara Pavoni è ricchissimo di esperienze formative che vanno dallo studio della danza classica, contemporanea e jazz, allo studio delle percussioni, passando per la scuola di Teatro di Bologna, e per i corsi di arti sceniche e video presso l’Atelier della Costa Ovest di Castiglioncello.
Sono innumerevole le sue partecipazioni teatrali, come regista, coreografia, attrice e ballerina, sì come i reading in molte città d’Italia, le attività televisive come conduttrice e attrice e i corti e i videoclip inseriti in produzioni cinematografiche.

Questo è il link al video della poesia “Il brivido più lungo” (tratta dalla raccolta “Erotismo, sì!” di Bruno Mancini) con il quale Chiara Pavoni è risultata prima classificata nella sezione “Recitazione” dell’ottava edizione del Premio “Otto milioni” 2019

https://youtu.be/VtDmuWeB3gc

Il brivido più lungo

Ti vedo seduta ogni giorno.
Una mano gingilla tra i riccioli
accarezzandoti la gola.
Il cavalletto attende le curve le tinte le forme.
A volte una coda di auto rallenta il percorso del bus.
Ed io ti guardo fremere per un attimo più lungo.
Ti voglio sdraiata una notte.
Una mano gingilla sul mio petto
accarezzandomi innocente.
Il calice attende le bollicine dello sballo.
A volte un sorriso ferma del tutto il tempo,
ed io ti guardo nuda, prima del brindisi più lungo.
Tunnel dietro la curva.
Un attimo e tu già mostri
avvinto il prima con il dopo.
Il buio mescolerà per noi il sogno e la realtà.
A volte, stavolta, vincente è la passione,
e tu m’inviterai al brivido più lungo.

Antonio Mencarini

secondo classificato con la poesia “Il volo verticale” tratta dalla raccolta “Davanti al tempo” di Bruno Mancini.

https://youtu.be/OA7M0CZuvBk

Antonio Mencarini, nato a Napoli da famiglia di origine toscana ha vissuto tra Napoli, Roma – dove si è laureato in Giurisprudenza – e Monza.
È stato un dirigente di una delle più importante società di distribuzione italiana e il suo lavoro lo ha portato per lunghi anni in varie parti del mondo.

È stato ospite in numerose trasmissioni radiofoniche e televisive quale conoscitore di usi, costumi, arte e letteratura dei luoghi da lui frequentati.

Ha curato per circa 2 anni, ai microfoni di Radio Capri, la trasmissione “Caffè di notte”, proponendo poesia e musica napoletana, con la collaborazione di un noto cantante chitarrista napoletano, Carlo Missaglia con il quale ha curato come autore dei testi e voce narrante la serie Madre Napoli (poesie e canzoni dei più grandi autori partenopei) per la TV Canale 21 di Napoli.

Giunto in pensione, dopo una lungo periodo di lavoro, ha ripreso l’attività artistica, iniziata con passione da giovane e accantonata per le esigenze del copione della vita, mettendo in scena nel Teatro Maddalena di Monza insieme ad un autore e poeta anche egli napoletano, Elio Veltre, numerosi incontri di poesia e musica dedicati sia a Napoli, sia a Roma e sia a poeti e scrittori di tutto il mondo.

Insieme a Roberta Panizza e a Liga Sarah Lapinska, Antonio Mencarini è stato uno dei Pionieri dei progetti culturali Made in Ischia ideati da Bruno Mancini, comunicando, attraverso una tuttora ineguagliata emotività interpretativa, le migliori doti poetiche e narrative di decine e decine di Autori partecipanti al Premio “Otto milioni”.

Il volo verticale

Il volo verticale di un elicottero
distinguo
il fumo di un battello
si spande innocuo.
Profeta eccomi.
Vicino ai miei bagliori.
Brucio superfici senza suoni
piuttosto che patire suoni di seghe.
Ricordo il crepitio di una mitraglia
sotto gli archi scuri di un portone
addosso ai cani uomini
il piombo dei proiettili.
E le piante pesanti di corpi
ed i fiori sparsi per terra:
quel grido di pianto di bimba.
Mentre c’erano scarpe chiodate.
Ricordo la cella bassa
e il sapore di aria viziata
– alle volte
sporche
ignobili croci
affannano –
il brusio.
Mentre c’erano scarpe chiodate.
Sua madre sporca di sangue
accoccolata
tra luci ed ombre di ferro.
E lì pensammo di bene e di male,
di male di male e di bene.
E poi capimmo
pietà
che, sola, eri triste.

Katia Massaro

terzo posto con la poesia “In un carcere ammazzano un uomo” tratta dalla raccolta “Agli angoli degli occhi” di Bruno Mancini.

https://youtu.be/joKmihyO8W4

Katia Massaro, Pioniera di tutti i progetto culturali Made in Ischia ideati da Bruno Mancini, appassionata di delfini da sempre, dal 1994 al 2000 ha viaggiato in Australia per osservare la vita dei famosi tursiopi di Monkey Mia, nella Shark Bay ed in Egitto a Nuweiba.

In Israele a Eilat e ancora in Australia, al Dolphin Discovery Center di Bumbury (Perth) per verificare l’efficienza della delfinoterapia in acque libere.

Da sempre impegnata nel volontariato, nel 2001ha vinto il premio Isolaverde indetto dal quotidiano di Domenico Di Meglio per premiare gli isolani impegnati nel sociale.

Con una tale mirabile esperienza la socia fondatrice di “Delphis” non poteva che essere la più adeguata coordinatrice di una associazione che si occupa delle razze marine in via di estinzione e che si dedica all’educazione ambientale con tour organizzati e contatti con le scuole, oltre ad aver costituito a Villa Arbusto, Lacco Ameno, il Museo del delfino con una postazione per l’avvistamento dei cetacei in mare.

In un carcere ammazzano un uomo.

L’arco s’apre rotondo
lampade a coppe aeree
sbadigli:
avanza un uomo dal fondo.

Colonne reggono l’arco
passa guardiano
sbadigli:
prende il suo posto di un’ora.

Colonne reggono travi
s’alza e cammina.
Silenzio.

Conta le lampade
passando
pesta le colonne
con forza
misura l’arco
uscendo.

In un carcere ammazzano un uomo.

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Magari un’emozione testo completo

Magari un’emozione testo completo

Magari un’emozione

Magari un'emozione testo completo

Milena Petrarca
dedica questo libro al Grande Drammaturgo e Critico d’Arte
Mario Fratti
Presidente dell’Associazione “Magna Grecia”, laurea in Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari a Venezia, il suo primo dramma “Il nastro”, vinse il premio RAI.
Quando nel 1962 presentò al Festival di Spoleto il suo atto unico “Suicidio”, Lee Strasberg ne fu tanto ammirato da invitarlo a presentarlo all’Actor’s Studio di New York.
Giunto nel 1963 negli Stati Uniti, fu subito accolto con favore dalla critica.
Le sue opere sono state tradotte in 20 lingue e sono state rappresentate in oltre 600 teatri di tutto il mondo. Dalla sua commedia Nine, scritta nel 1981, è stato realizzato un musical di enorme successo, tanto di pubblico quanto di critica, fino a diventare un fenomeno teatrale collezionando oltre 2000 repliche. Di Nine si annoverano 36 produzioni negli USA, una a Londra, una a Parigi ed una a Tokyo. Sono oltre 100 le opere a firma di Mario Fratti. La sua eccelsa conoscenza della letteratura americana gli ha consentito d’insegnare a New York nella prestigiosa Columbia University e poi all’Hunter College.
Tra gli innumerevoli riconoscimenti che gli sono stati conferiti, desidero citare il premio Selezione O’ Neil, il Richard Rogers, l’Outer Critics, l’Heritage and Culture, l’Otto Drama Desk Awards e ben sette Tony Award, premio che nel teatro è come l’Oscar per il cinema.
A partire dal 2014 la società KIT – Kairos Italy Theatre e l’Istituto Italiano di Cultura di New York gli hanno intitolato il Premio Mario Fratti assegnato a un testo teatrale inedito di autore italiano.
Tra i vincitori Carlotta Corradi, Pier Lorenzo Pisano, Emanuele Aldrovandi, Paolo Bignami e la coppia Chiara Boscaro e Marco Di Stefano. Sono onorata di poter beneficiare della Sua amicizia e della Sua stima per l’Arte pittorica che esprimo, iniziate nel 1992 quando Mario Fratti mi diede l’onore di presentare la mia mostra personale “La donna come mito – L’evoluzione della figura femminile dall’antichità ai tempi moderni” allestita a New York con circa 50 dipinti di grandi dimensioni.

INTRODUZIONE

L’emotività è una delle caratteristiche individuate per dare concretezza alla realizzazione dell’idea ispiratrice di questa antologia.

Per nulla strutturata sotto il profilo simmetrico, la composizione delle varie sezioni in cui essa è organizzata viene proposta come una serie di tasselli selezionati in base all’unico criterio della emozione, in apparenza latente, ma poi subito scoppiettante agli occhi di chi ne sappia leggere i palpiti primitivi.

Poesia, narrativa, ed arti grafiche in prima linea, seguite da giornalismo, recitazione e musica si intrecciano e si sovrappongono, si amalgamano, infine, nella dinamica volutamente scomposta che articola le pagine di questo libro.

Tutto è cominciato nel 2007, quando vide la luce il primo volume realizzato con i pochi contributi messi a disposizione da Aziende locali e da uno sparuto nugolo di Artisti disposti ad impegnare qualche loro risorsa sull’accattivante idea di vedere pubblicata una loro opera.
Poi, una lunga storia, di piccoli ma continui successi, che ha costruite le premesse per le quali tutte le antologie degli ultimi quattro anni sono state gratificate dalla partecipazione alle edizioni Bookcity e, lo scorso anno, hanno avuto il privilegio di essere mostrate in pubblico nel big -stand allestito nel Castello Sforzesco di Milano, insieme ai nomi più altisonanti della letteratura mondiale, insieme alle collane più rinomate delle maggiori Case editrici internazionali e a disposizione di un pubblico numerosissimo composto da visitatori di provenienza cosmopolita “Magari un’emozione!”, edita dalla giovane competente e intraprendente Mariapia Ciaghi, proprietaria della Casa Editrice Il Sextante, sarà anche questa volta al centro di numerose iniziative artistiche e culturali che verranno proposte in biblioteche e luoghi di incontri pubblici, partendo, come sempre, appunto dal Bookcity di Milano 2019 #BCM19.

Noi sappiamo di aver avuto il coraggio di non sottomettere la nostra idealità ai compromessi di tipo commerciale e/o, peggio, di politica commerciale, e sappiamo che voi lettori sarete disposti a valutare favorevolmente le opere proposte dai tanti artisti presenti nel volume.

Bandite le pastoie accademiche che Ferdinando Martini contrastò, e che in precedenza Francesco De Sanctis e Pasquale Villari, pur provenendo dalla scuola di quello insigne giurista -ma straordinario seccatore- che fu il marchese Basilio Puoti, avevano condannato, le nostre attuali proposte si slanceranno verso un percorso di sicuro respiro con l’audacia dei poeti cui sorride l’ideale di un’Arte nuova, in questa epoca che si è dischiusa al mondo sotto il segno della globalizzazione.

Anche nella parte letteraria sono state aperte nuove vie, ma occorre certamente che tutti coloro cui ferve in seno il fuoco sacro siano incoraggiati a scendere in campo aperto e misurarsi come in un torneo ad armi cortesi.

Con tali intendimenti abbiamo voluto offrire alle nuove promesse delle Arti un mezzo per uscire dalla penombra o addirittura dal silenzio ed essere esposte alla viva luce della ribalta pubblicitaria, ove i migliori saranno facilmente individuati dal pubblico dei lettori che sa bene distinguere il grano dal loglio e che riconoscerà, in taluni dei novelli argonauti, ossia i protagonisti di non lontane affermazioni di indubbio valore.

Bruno Mancini

Opere finaliste della nona edizione del Premio di Poesia “Otto Milioni” 2019

PS01 Adriana Iftimie Ceroli – Poema 1

PS01 Adriana Iftimie Ceroli – Poema 1


PS02 Aldo Gallina Il – Pegno

PS02 Aldo Gallina – Il pegno


PS03 Flora Rucco – Neri

PS03 Flora Rucco – Neri


PS04 Adriana Iftimie Ceroli – La mia mente

PS04 Adriana Iftimie – La mia mente


PS05 Aleksandra Zavišjus – Fa veramente male

PS05 Aleksandra Zavišjus – Fa veramente male


PS06 Alessandro Corsi – Sola parola

PS06 Alessandro Corsi – Sola parola


PS07 Angela Maria Tiberi – Zoccola

PS07 Angela Maria Tiberi – Zoccola


PS08 Anita Zvaigzne – Il giorno grigio

PS08 Anita Zvaigzne Il giorno grigio


PS09 Anna Rancāne – Solo un singolo

PS09 Anna Rancāne – Solo un singolo


PS10 Antonio Fiore – Dove finisce il cielo

PS10 Antonio Fiore – Dove finisce il cielo


PS11 Antonio G D’Errico – Le parole che ci sono

PS11 Antonio G D’Errico – Le parole che ci sono mancate


PS12 Adriana Iftimie Ceroli – Il mio nome

PS12 Adriana Iftimie – Il mio nome


PS13 Antonio G D’Errico – Valzer

PS13 Antonio G D’Errico – Valzer


PS14 Assunta Gneo – Quando una mamma

PS14 Assunta Gneo – Quando una mamma


PS15 Broņislava Broņislava Dzene – Ho disegnato il tuo sorriso

PS15 Broņislava Dzene – Ho disegnato il tuo sorriso


PS16 Dante Ceccarini – Urla e silenzi

PS16 Dante Ceccarini – Urla e silenzi


PS17 Angela Maria Tiberi – Nicoletta Tartaglino

PS17 Angela Maria Tiberi – Nicoletta Tartaglino


PS18 Adriana Iftimie Ceroli – Andiamo via

PS18 Adriana Iftimie – Andiamo via


PS19 Elīna Zālīte – Benedetta

PS19 Elīna Zālīte – Benedetta


PS20 Angela Maria Tiberi – Aida

PS20 Angela Maria Tiberi – Aida


PS21 Lucia Fusco- Delusioni

PS21 Lucia Fusco – Delusioni


PS22 Casagni Enzo – Profumo e… amore

PS22 Casagni Enzo – Profumo e… amore


PS23 Dante Ceccarini – Manciate di terra

PS23 Dante Ceccarini – Manciate di terra


PS24 Casagni Enzo – I poeti

PS24 Casagni Enzo – I poeti


PS25 Eva Strazdiņa – Senti

PS25 Eva Strazdiņa – Senti


PS26 Antonio G D’Errico – Rifugi sotto la neve

PS26 Antonio G D’Errico – Rifugi sotto la neve


PS27 Flora Rucco – Figlia

PS27 Flora Rucco – Figlia


PS28 Franco Maccioni – Risveglio

PS28 Franco Maccioni – Risveglio


PS29 Giuseppe Ruotolo – Onda marina

PS29 Giuseppe Ruotolo – Onda marina


PS30 Ingvar El Voron – Il motivo

PS30 Ingvar El Voron – Il motivo


PS31 Ingrīda Zaķe – La gioia del vento

PS31 Ingrīda Zaķe – La gioia del vento


PS32 Ilze Zeimule Stepanova – Sotto i rami di salice

PS32 Ilze Zeimule Stepanova – Sotto i rami di salice


PS33 Janis Jan Zarins – Nel calore estivo

PS33 Janis Jan Zarins – Nel calore estivo


PS34 Liga Sarah Lapinska – Acque blu

PS34 Liga Sarah Lapinska – Acque blu


PS35 Lucia Fusco – Rimprovero

PS35 Lucia Fusco – Rimprovero


PS36 Ligija Kovaļevska – Permette di vivere cosi

PS36 Ligija Kovaļevska – Permette di vivere cosi


PS37 Gallina Aldo – Transumanesimo

PS37 Gallina Aldo – Transumanesimo


PS38 Lucia Fusco – Fiori recisi

PS38 Lucia Fusco – Fiori recisi


PS39 Liga Sarah Lapinska – Appena nati

PS39 Liga Sarah Lapinska – Appena nati


PS40 Aldo Gallina – Nella stanza di Chet

PS40 Aldo Gallina – Nella stanza di Chet


PS41 Modris Andžāns – L’ultimo viaggio

PS41 Modris Andžāns – L’ultimo viaggio


PS42 Nika Kolinz – Non con giusti

PS42 Nika Kolinz – Non con giusti


PS43 Sanita Simsone – In Memorium

PS43 Sanita Simsone – In Memorium


PS44 Silvana Lazzarino – Dove sussurra il vento

PS44 Silvana Lazzarino – Dove sussurra il vento


PS45 Ritirata
PS46 Vera Roķe – Sono

PS46 Vera Roķe – Sono


PS47 Angela Maria Tiberi – Cleopatra

PS47 Angela Maria Tiberi – Cleopatra


PS48 Giovanna Guzzardi – Il sole dall’aereo

PS48 Giovanna Guzzardi – Il sole dall’aereo


PS49 Milena Petrarca – Pensiero inesistente

PS49 Milena Petrarca – Pensiero inesistente


PS50 Mairita Ķērpe Dūze – Il mare

PS50 Mairita Ķērpe Dūze – Il mare


PS51 Milena Petrarca – Antico Tramonto

PS51 Milena Petrarca – Antico Tramonto


PS52 Anita Ķēķe – Barche dei lini

PS52 Anita Ķēķe – Barche dei lini


PS53 Eva Mārtuža – Gli uccelli gridano

PS53 Eva Mārtuža – Gli uccelli gridano


PS54 Eduards Aivars – Siamo passati sopra l’arcobaleno

PS54 Eduards Aivars- Siamo passati sopra l’arcobaleno


PS55 Marija Gadaldi – Oh, anima mia!

PS55 Marija Gadaldi – Oh, anima mia!


PS56 Elita Viškere – Oggi

PS56 Elita Viškere – Oggi

Liliana Manetti
Come bozzolo… (A Frida)

Come bozzolo
incustodito
mi sforzo di custodire
il mio dolore…
contengo le mie ferite più profonde
ma le mie nell’anima,
le tue nel corpo e nell’anima
scalfisco lì dove fa male
dipingo,
io con parole,
scolpisco
ma senza sublimare
mi osservo
mi accetto
rifletto luce
dal profondo dell’oscurità
vivo l’attimo che scorre…
assaporo, degusto
il cibo più prelibato…
come te:
comunque vivo!

Liliana Manetti
Autoritratto (A Frida)

Attendo…

Come in posa
per un artista
cerco la giusta angolazione…

Attendo…

Come figura di donna
cerco di trovare
la mia dimensione…

Mi accorgo
ferma nell’istante
di aver preparato
un autoritratto…

Ho aggiustato
lo sguardo
dipingendolo di azzurro mare
…nuvole gonfie nell’aria…
grandine brillante
di questa giornata uggiosa…

Vivo
così
cercando libertà da respirare….

Premio di poesia “Otto milioni” 2019
PS24 – Enzo Casagni – I poeti

I Poeti fioriscono da soli

I poeti fioriscono
da soli:
non necessita piantar
loro il seme,
sbocciano
così… semplicemente!
Non necessita coltivarli,
germogliano
così… semplicemente!

Il loro concime è
l’ascolto delle voci e…
delle bellezze del Creato
che li circondano!

Esprimono il loro profumo
nei versi colti dall’anima
che palpita in loro!

I poeti fioriscono
da soli,
amano, piangono,
soffrono, sperano
nella loro inevitabile
crescita!

Sono fiori solitari
di struggente bellezza!

Angela Maria Tiberi, Presidente della Sede Regione Lazio e Vicepresidente della Sede Nazione Messico dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA.”
Poetessa, è opinionista della testata giornalistica “Il Dispari”.Tra il 2007 e 2015, ha conseguito 240 premi e riconoscimenti da numerose Accademie ed Associazioni culturali nazionali ed internazionali.

Bozzetti con stima e con amicizia

Al Prof. Massimiliano Brugnolo, Specialista in Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva e del Dolore. Clinica Annunziatella di Roma. Con profonda stima e ammirazione.

Bellissimo uomo dagli occhi profondi che toccano l’anima del paziente e donano fiducia alla equipe della sala operatoria.
Dolcemente ci addormentiamo
con la fede di estirpare il male
che affligge il nostro corpo umano. Sa amare chi gli tende la mano donando il suo cuore umano.

Al Prof. Luigi De Santis,
Specialista in Chirurgia Generale chirurgia tradizionale e mini-invasiva laparoscopia e robotica. Con stima e profonda ammirazione.

Meraviglioso chirurgo dalla profonda umanità con dolci mani come ali di farfalla operi con magnificenza e altissima maestria lasciando nell’anima del paziente gioia ed allegria, estirpando la parte ammalata doni ristoro al disperso nel deserto della sofferenza. Ti amiamo e siamo grati al SIGNORE di aver conosciuto un uomo stupendo di rare virtù. Poeticamente ci sentiamo vicini e la distanza del LEI non sentiamo perché ci sentiamo profondamente uniti come le acque del cielo e della amorevole Terra a cui noi apparteniamo.

Al prof. Giancarlo Stazi,
Specialista in Cardiologia e Terapia intensiva, Geriatria e Medicina interna. Con stima.

Ammirevole professionista,
dal cuore di un’immensa umanità
come l’Universo a cui noi apparteniamo, ci incoraggi tenendoci per mano con semplicità. I tuoi occhi sono dolcissimi come il miele appena raccolto. Ci danno coraggio e riattivano la nostra vitalità
appassita e indebolita dai mali fisici. Uomo di profonda cultura e pioniere di nuove tecniche cardiologiche che insegni con umiltà e illuminante genialità.
Ti amiamo e dolcemente ci incamminiamo, insieme, verso i valori profondi della vita che rendono eterni il nostro passaggio in questa società.

Musa. Dedicata alla grande artista internazionale Milena Petrarca

Sei una grande Musa ispiratrice per noi, poveri mortali. Mi conduci nel viale dell’infinito.
Immenso è il tuo cuore.
Meravigliosamente ravvivi la mordace città, bianca e sterile,
incapace di comprendere gli artisti che donano l’armonia e la pace in questo immenso e travagliato mondo, pieno di rancori e di dolori. L’aurora splende sul tuo viso, donandomi bellezza femminile nella pittura e nei versi poetici, pieni di speranza per una Terra meravigliosa nell’attesa della Fratellanza umana senza barriere e sospiri.

Dedicata a Dalila Boukhalfa

Donna algerina che prendi con dolcezza il mio cuore, mi conduci nell’oasi del deserto del Sahara.
Appartengono a te i miei versi d’amore e di solidarietà. Cantiamo la fratellanza, apriamo i cuori di ferro dei ricchi europei, asiatici, africani e di tutto il mondo, che sono assenti
alla sofferenza umana. I diseredati del mondo aspettano
un nuovo mondo e gridano all’unisono: Pace, Pace e mai più guerre, solo l’amore può sconfiggere l’odio.

Dedicata a Vincenzo Caccamo
Presidente del Nuovo Cenacolo di Poesia

Sei arrivato dal lontano Pettineo (Me), cittadina che tu hai sempre amato ispirandoti per le tue prime poesie allo sbocciare del vento poetico che induce il cuore tuo ad amare anche i poeti dell’Agro Pontino. Lo zoom poetico dei tuoi versi è armonico ed esigente nel comunicare le sofferenze dell’emigrante. Ami i tuoi concittadini anche se i tuoi occhi, pieni di nostalgia, sono rivolti al tuo territorio natio.

Dedicata a Giusy Rosamilia Direttrice dell’Altirpinia

Bellezza emani nel mio cuore
tormentato da tanti dolori a causa dell’indifferenza e della violenza umana. Il tuo sorriso fa svanire ogni bruttezza dell’anima, invitandoci a sognare baie calde e pure come il tuo amore verso gli animali abbandonati dall’uomo ingrato verso chi lo ha amato.
Corriamo insieme nei prati,
l’aurora illumina il cielo. Come
la notte scompare, così la tua voce rallegra chi ha perso fiducia nel prossimo e nel bene che ha sempre vinto l’orrore e l’odio.
Fanciulla, il tuo candore mi avvince come l’edera che mi stringe il cuore invitandomi ad amare, dimenticando il sarcasmo e la perfidia.

Dedicata ad Andrea Del Buono, Medico Chirurgo professionale MMG – Specialista in Medicina Preventiva dei Lavoratori e Psicotecnica – Perfezionato in Fisiopatologia e Allergologia Respiratoria. Esperto in Nutrigenomica e Farmacogenomica. Professore a contratto presso “Università degli Studi Guglielmo Marconi”. Master di II livello di Oncologia Integrata. Dal 2006 ad oggi presta servizio presso l’U.O. Diabetologia di Cellole (Distretto Sanitario 14 – Asl Caserta). Attualmente riceve i suoi pazienti presso studi medici a Santa Maria Capua Vetere, Cellole, e a Sparanise.

Grande ricercatore sull’alimentazione e l’inquinamento della TERRA DEI FUOCHI, dal cuore nobile e generoso, riesci a dare speranza nel combattere le cause della malattia del secolo. I nostri cuori sono rivolti alla speranza di un mondo migliore che tu ci offri con il tuo profondo lavoro e siamo riconoscenti dei tuoi successi nel campo medico.
Meriti amore e stima da tutti noi mortali che stiamo qui a guardare come passerotti indifesi in attesa delle tue cure preziose.
Cav. Nicola Paone

Ingegnoso Presidente e fondatore del Premio “Tra le parole e l’infinito” che permette di far conoscere al mondo i grandi italiani che si sono distinti per la loro carriera nel divulgare il sapere, e i principi della giustizia, affrontando difficoltà e fatica al servizio della comunità per il progresso Socio Culturale della Nazione. Nel 2008 l’emerito Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, gli conferisce l’alto Onore di una medaglia d’argento rappresentativa. Nel 2009 riceve per la prima volta il Patrocinio del Consiglio Regionale della Campania, dei grandi eventi del Comune di Napoli, del Comune di Sulmona (AQ). Nella decima edizione dell’anno 2009, il Premio alla Carriera “Ad Haustum Doctrinarum”, si separa dal Premio Letterario, divenendo un Premio a sé. Nel 2010 dà vita a un nuovo Riconoscimento alla Carriera “Labore Civitatis”. Nel 2011 l’Emerito Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano gli conferisce l’alto onore della medaglia d’oro rappresentativa. Nel 2013 la Presidenza dell’Ass. Naz. Polizia di Stato, gli conferisce la nomina di Socio Onorario. Nel 2014 riceve l’Alto Onore del Patrocinio del Ministero della Giustizia e del Ministero e del Ministero per i beni e le attività culturali. Nel 2015 riceve l’ambito Patrocinio dell’Istituto Francese a Napoli, dell’Ispettorato Nazionale ANC e del Com. Loc. Napoli Nord Croce Rossa Italiana. Nell’anno 2017 gli viene conferito l’alto Onore del titolo di Ambasciatore Onorario per la Cultura in Europa dalla Organizzazione Internazionale Relazioni Diplomatiche di Roma. In occasione della serata di Gala della XIX edizione, nel Real Sito Monumentale di San Leucio (Caserta), gli viene conferito dalla Presidenza dell’U.N.A.C. Unione Nazionale Arma Carabinieri, l’Attestato di Benemerenza e la nomina di Socio Benemerito. Nello stesso anno riceve l’investitura a Cavaliere ad Honoris Guardiano di Pace dalla Confederazione Internazionale dei Cavalieri Crociati Assisi – Malta. Ringrazio il Cav. Nicola Paone di essere stata scelta tra i poeti nell’Albo d’oro dei venti anni del Premio, e ringrazio di aver avuto l’onore di essere stata accompagnata dal Dott. Andrea Del Buono, da sua moglie Marilù e dalla dott.ssa Giuliana Sorà, alla Accademia Aeronautica di Pozzuoli, istituto militare per la formazione degli ufficiali, che ha concesso il patrocinio, insieme ai partecipanti della Spagna, Grecia, Bolivia, Romania, Danimarca, Austria, San Marino, Messico, Montenegro, Francia, Turchia, Filippine, Bosnia, India, Taiwan e Portogallo. Mi sono emozionata nel salire sul palco e ricordare l’ing. Pasquale Petrarca, padre di Milena Petrarca, che ha progettata la costruzione dell’Accademia insieme all’arch. Amodio e ai loro operai.

Giuliana Sorà

Donna di profonda cultura e combattente nella lotta contro i tumori della TERRA DEI FUOCHI dove i bambini sono i più indifesi e soggetti a questa malattia del secolo dovuta all’avidità umana che non rispetta la natura e i valori di dignità. Ama la musica e ha collaborato con Pino Daniele e altri big della musica napoletana.
Candidata al Senato è riuscita a dare una grande impronta per la lotta dei diritti umani.

Un ruggito. Dedicata all’Illustre Giudice della Corte d’Appello di Milano, Silvana Arbia, scrittrice, cancelliere capo della Corte Penale Internazionale dell’AIA, Chief prosecutor, Tribunale ONU Ruanda.

Un ruggito squarcia il tempo, là, nell’orizzonte mondiale, si nota una luce da ammirare. Una donna amazzone, con un urlo simile al leone, combatte, senza stancarsi, le atrocità, le violenze, i genocidi della povera gente. Non importa il colore, ha un ruggito. Importante è il cuore. Tutti si risvegliano per il grande rumore: è nato il Tribunale Internazionale che combatte l’orrore da non dimenticare, Ruanda. La piccola donna è vicina al mio cuore ed emana tanto calore di Umanità, perché la giustizia umana esiste e vince sulla vasta infamità. Finalmente esiste la libertà e la giustizia per i dimenticati. Liberi sono da ogni atrocità!

Alfonso Gurreri

La tua creatività architettonica
va oltre la nostra amata città di Latina. Raggiungi per la tua grandiosità anche la Turchia,
dove gli attentati non mancano
fin dalle prime ore della mattina.
Ti sei salvato per un pelo dallo scoppio di una bomba. Senti ancora il suo boato. Sei vivo e ringrazi il SIGNORE per il miracolo ricevuto. Hai saputo rendere onore all’Agro Pontino nei paesi lontani oltre mare, tanto da essere annoverato fra i suoi eccelsi uomini.

Giovanni Rotunno

Uomo piccolo ma di bell’aspetto,
scrivi versi d’amor che ti escono dal petto. Cappello a quadretti blu e nero ti incorona la bianca chioma.Ripercorri con le rime i bei luoghi vissuti nell’Agro Pontino, ricordi miei trascorsi
nell’albeggiar dell’aurora.
Magnifici sono i tuoi versi
che toccano il cielo blu e rimangono impressi dentro di noi, come la gioventù che passa in fretta e non torna più.

Gianna Formato

Quanta bellezza emani dalle tue mani laboriose, mai stanche d’amare. Come un’edera avvinghi a te il tuo amato eroe
che pende dalle tue labbra piene di grazia e di ingegno per i versi melodiosi. Sei una donna fantastica e sincera amica. Appiani le rughe delle sofferenze riscaldandoci il cuore affranto da incomprensione ed incapacità d‘amare. Tu sei l’aurora che splende sull’Umanità impaziente di realizzare il mondo di fantasia dove il Bene trionfa e sconfigge il Male della sofferenza umana.

Pietrantonio Di Lucia

Critico d’arte, di parole che raggiungono il midollo osseo di chi osservi, sai parlare al cuore della gente e le tue osservazioni sono profonde e ricche di cultura.
Abbracciano il tempo e tutti gli emisferi esistenti divenendo capolavori eterni.

Assunta Gneo

Dolce chioma dai capelli neri
sai parlare e raccontare le storie dell’Agro Pontino e di una giovane donna chiamata Luce che è l’immagine di ciascuno di noi che vuole tirare dentro di sé le sue potenzialità per riscattarsi dalle avversità della vita diventando come leoni imbattibili
in una foresta umana che brucia
dall’avidità e dal rancore. A te rendiamo onore e ti staremo sempre vicini.

Roberta Cappuccilli

Maestra del coro di Pontinia,
amata da grandi e piccini, sai donare vigore ed unione al gruppo trasformandoli in un canto celestiale. Come un fabbro tu ceselli le loro voci. Continua ad amare Pontinia come la tua dolce madre che ha lasciato ricordi indimenticabili di gloria, e rendi a noi mortali quella gioia che solo i grandi musicisti italiani
hanno lasciato nel tempo con le loro opere divenute immortali.

Lucia Fusco
Doni allegria al cuore con i tuoi versi setini. Ami gli animali abbandonati e li curi dando crocchette per strada e minestre cucinate dalle tue preziose mani.
Amata dai bambini e dai grandi ci fai sognare quelle notti di un tempo quando si usava la candela e il lume a petrolio mentre si sentiva il suono di uccelli liberi
di respirare aria pulita senza catrame. A te dedico questi versi
rendendo immortale la nostra amata Sezze.

Elena

Il tuo nome è rimasto nella storia moderna di Sermoneta per la tua
bellezza e bontà infinita. Fiera delle tue preziose pietanze ricordate nella trattoria da Elena dai tuoi amati figli, amati come diamanti e cesellati di profonde virtù. Appartieni alla gloria italiana, a cui dedico i versi perché voglio renderti immortale, per diventare un esempio di sposa e di madre fra gli esseri umani nel tempo che hanno solcato le vie di questo paese medievale, bellissimo, Sermoneta, amato da noi ed a cui dedico l’amore. E tu resterai per sempre nel mio cuore finché vivrò.

Ugo De Angelis

Grande storico e profondo
romanziere dell’Agro Pontino,
hai saputo lasciare l’impronta
nel nostro tempo di una grande santa, Maria Goretti, valorizzandola come storia del nostro tempo e del femminicidio
che ogni giorno lascia il sangue di giovani e di madri sul selciato.
Senza parole restiamo a guardare
senza fermare la mano assassina.
Manuela Ranaldi

Dolce fanciulla dai capelli chiari
come i raggi di sole, tu emani calore al mio cuore stanco di aspettare un amore che mai arriverà ad abbracciarmi ed annullare l’odio e il rancore che distrugge ogni bellezza umana.
Il mio sogno si avvera
sorridendo ad un bambino a cui tendo la mano e mi incammino verso la senilità dove tutto pian piano sparirà nell’ombra dell’oblio…

Augusto Verderosa

Direttore di un grande giornale:
Altirpinia. Arriva a Latina, New York, Australia, Europa, Asia Argentina e Brasile. Uomo coraggioso ed umile, comprendi e trascrivi il mio stile, operando ad hoc come si tramuta l’uva in buon vino che si trova su ogni tavola imbandita da poveri e ricchi. Amati irpini di Lioni apprezzati nel mondo per le loro mani laboriose per sconfiggere la fame e le avversità, dando onore alla bella Italia con stile!

Angela. Dolce poesia dedicata a me da un amore sempre sognato e mai raggiunto in una notte primaverile.

Ero un sole buio, sordo, in una giornata grigia. Hai bussato.
Con lo sguardo dei miei occhi
all’esterno della mia corazza
eri brutta, arrabbiata e scontrosa.
Abbiamo trascorso un‘ora insieme ed abbiamo aperto tutti i nostri segreti e da quel giorno qualcosa è cambiato, sia in me che in te. Mi racconti e mi sveli e mi sussurri che tutto è cambiato in te: è cambiato il sorriso e la voglia di vivere. Ora colgo il senso. Sai cos’è? Forse è dolcezza, desiderio, o soltanto voglia di baciarti…

Beatrice Milani

Bella con i raggi di sole che escono dal tuo cuore riscaldi i sofferenti e chi non crede alla esistenza dell’amore. Mi parli dolcemente e mi riporti in quegli anni dove eri fanciulla e credevi in un mondo ideale dove ora combatti da mamma e da responsabile nell’ambito sociale
della nostra amata Pontinia.

Patrizia Sperlonga

Bellezza femminile e candore
emani alle nuove generazioni,
ricordi di un tempo lontano ma impressi nei disegni dell’Agro Pontino, raccolti nel Museo del MAP di Pontinia e nelle pagine dei libri storici pontini. I tuoi occhi brillanti mi ricordano
la bellezza contadina di mia madre nei campi quando mieteva
il grano insieme ai braccianti.
Il loro sudore campestre era accompagnato dal melodioso parlare e cantare mentre coltivavano i campi con le zappe
e gli strumenti rudimentali del secolo scorso. Ora questi sono rimasti nelle zone africane dove la fame regna sovrana e la malaria miete ancora vittime
come un tempo nella palude pontina. La tua purezza è fra i miei ricordi campestri e la gioia infinita nei cuori di quei volti appassiti ma indelebili, come il tramonto del sole dopo un giorno infuocato d’estate.

Liliana e Filippo

Sono due colombi e si tengano per mano stringendosi piano per ballare il lento come due ballerini di ribalta. Ci fate sognare e contare le stelle della volta del cielo. Asciugate le lacrime dei cuori solitari in cerca d’amore e di comprensione e mai vi stancate di ascoltare il gemito nascosto
in fondo all’anima di ognuno di noi che vi vediamo volteggiare come due uccellini innamorati.
Siete l’esempio dell’amore
senza vincolo di tempo, e per i giovani in cerca d’amore eterno.

Mafalda Cantarelli
Bella signora sermonetana, ami il sociale e la povera gente. Ti sei fermata a prestare soccorso ai bisognosi. Le tue mani laboriose sono sempre in opera per lenire le sofferenze. Ti amo perché, splendente come una stella, mi appari nella notte oscura di questa società dormiente ed apatica. Ti ascolto ben volentieri
e ti sto vicino anche nel silenzio
e nella lontananza che ci divide,
ma con il cuore pronto ad amare
chi ne ha bisogno.

Angelino Malandruccolo

Vivono in noi quei volti appassiti
di una trasmissione SL48 pieni di speranza e d’amore. Cantano allegramente con le loro poesie
ineguagliabili e teneramente
raggiungono il cuore. Il tuo sorriso e la tua voce raggiungono l’anima di chi ti ascolta, e fai sognare notti ballando sotto le stelle, e allontani le amarezze che ci sbattono come zattere sulle rocce della vita.

Vittorio Cobra 2 Bertolaccini

Profondo più del mare, miracolosamente rendi immortali
quegli attimi culturali che sarebbero cancellati dall’oblio, e valorizzi, come i raggi del sole all’alba che sa baciare i prati e i fiori, ogni istante dell’anima di ogni essere vivente che osservi.

Sabrina Fardello
Con la tua voce scoperta all’improvviso incanti le platee
che ascoltano i tuoi suoni melodiosi, come la luna in un cielo stellato, facendoci sentire protagonisti di una favola inventata all’istante per elogiare la tua bella presenza, sciando come le onde del mare sulla nostra pelle, e dolcemente
ci ricordi il bel canto napoletano
che ha attraversato ogni confine
e rende gloria alla nostra amata Italia.

Sonia Testa

Donna di grande spessore sociale
per la profonda e umana cultura, sorridi felice ogni essere umano
che ti tende la mano e rallegri i cuori degli afflitti e guidi con capacità da capitano esperto
l’Archeo Club di Sermoneta.

Luca Hoti. Presidente dell’associazione Beethoven.

Grande maestro e immenso signore d’animo gentile, ci fai sognare con la musica celestiale facendo dimenticare la tristezza e l’amarezza della vita a cui noi mortali siamo soggetti, e la bellezza della tua figliola ci incanta con il suo meraviglioso canto immergendoci con il cuore
alle dolcezze del Creato.

PS07 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – Zoccola

Zoccola, con questa parola tu mi marchi come con una rosa blu
indelebile sulla mia pelle che brama per te. Cosa importa se son così per te… Io mi illudo di essere amata da te nell’attesa di un amore che mai c’è. Sono appesa al nulla come questa strada che mi raccoglie sul selciato in attesa che ti fermi con la tua macchina. Io sono zoccola per te… Una donna senza volto in attesa di essere compresa… da chi considera il buco di un essere umano come il gioco del golf.
Cosa importa quel che pensi di me? I miei cuccioli non muoiono di fame perché il mio corpo è alla mercé tua e per questo mi chiami.
Sappi che il Messia disse alla prostituta, che con il suo lenzuolo
asciugò il suo volto pieno di sangue, “Grande è il tuo amore!”
Sì, io amo anche te, nonostante tu sia un infame.

PS17 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – Nicoletta Tartaglino.
Donna raggiante dal volto solare
animo sensibile e profondo come l’oceano, hai saputo toccare la mia anima nel raccogliere il grande desiderio che fu di mio padre e delle sue sorelle che rimasero, bambini, orfani del padre, Angelo Maria Tiberi,
soldato in Abissinia,
combattente coraggioso
insignito di una medaglia al valore bronzea come quella terra su cui scivolò il suo sangue
come un fiume che corre verso il mare. Non ha mai ricevuto un fiore sulla tomba né dalla sua sposa né dai suoi cari, ora la sua polvere è racchiusa nell’ossario dei giovani eroi caduti ad Addis Abeba. Tu, Nicoletta, figlia di un italiano e di un’abissina, porterai quel fiore tanto sognato dagli orfani di quei padri che hanno versato lacrime senza posa anche nella vecchiaia con i capelli grigi e le rughe incise dal passare degli anni. Lì in quel sacrario riposano in pace i valorosi soldati che attendono la Resurrezione nel giorno dell’Amore Del Regno di Dio, quando i vivi e i morti
saranno giudicati dei loro misfatti
e i giusti saranno iscritti nel libro della vita per l’eternità come eterno è il Mistero dell’Universo
in cui siamo racchiusi come bolle di sapone…

PS20 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – Aida.

Dolcezza che provieni dall’antica Dacia, sei come il fiore del deserto in questo spazio di sofferenza dove amorevolmente ci lenisci le ferite.
Cosa importa del gesto maldestro
del pavido giovane della borgata romana che non è riuscito ad apprezzare la tua bontà?
Sei splendida come i raggi di sole che entrano nella stanza che profuma di pulizia.
Il candore della tua anima l’ho sentita nella mia e vorrei renderti omaggio con questi versi per dimenticare quel gesto.
Io sono orgogliosa di te perché il tuo nome ricorda l’opera di Giuseppe Verdi che resterà eterna come questi versi che ti renderanno immortale tra i giusti iscritti nel libro della vita a cui anche tu appartieni.

PS47 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi –Cleopatra.

Dolce regina sei lontana da me nel tempo e nello spazio,
appartieni all’Antico Egitto
dei grandi faraoni.
Io ti amo perché tu hai amato il bello Antonio e sei stata amata da Giulio Cesare.
Ricordo indelebile è la tua morte
che hai scelto dal veleno di un serpente per non divenire schiava del potere romano.
Tu appartieni alle antenate
del mar Mediterraneo.
Io sono unita a te per il tuo grande amore verso il tuo popolo e l’uomo che hai amato veramente come io amo il mio uomo che mai mi apparterrà
per la sua libertà di raggiungere
ogni confine dell’Amore.

PS48 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Giovanna Guzzardi – Il sole dall’aereo.

Il sole rosso di fuoco nasce dal mare, un mare che bacia il cielo
ed io lo sto ammirando dall’alto,
un tramonto unico che brucia il mio cuore. Poi l’alba a breve distanza colorata da mille colori esotici, il mio cuore è stupito come sempre quando lascio la mia Italia, ho un grumo dentro che mi affoga, ritornerò ancora?
Intanto son partita e sto volando,
volo per questi infiniti cieli
che mi porteranno a casa.
Due case, due grandi amori,
due grandi dolori alla partenza.
Fra poche ore sarò a casa, a casa mia, quella di sempre a Melbourne, fra le mie gioie,
la mia vita movimentata e interessante, allora perché mi sento un’emigrante? Perché comincio a pensare a quanto ritornerò? Ritornerò ancora una volta nella mia Patria? La Patria vera? Qual è la mia Patria vera?

PS23 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Dante Ceccarini – Manciate di terra.

Il confine tra stupore e dolore
è sottile, quello tra torpore e furore è sfumato. In ogni stagione
io rincorro sempre l’autunno,
il primo freddo, le foglie accartocciate, il trascolorare nel giallo e nel marrone, il contrarsi del giorno e la dolcezza del buio che avanza, la bile nera nel cui inchiostro intingo la penna, la terra umida e grassa di cui mi nutro. A manciate.

PS29 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Giuseppe Ruotolo – Onda marina.

Onda marina ferma, io sono la riva ad aspettare ogni capriccio del tuo strano amore. Un giorno mi ami… un giorno mi abbandoni. Onda marina amami come ti amo io… amarti è una follia che brucia l’anima mia.

NA09 – Premio internazionale di Narrativa “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – Ritorno alla terra.

I parenti di Nino non leggevano i giornali e così non potevano venire a conoscenza del successo e dell’abbandono della lirica.
La mamma scriveva a Nino delle avventure del padre con le donne e del suo successo di venditore di arance con lo zio Benedetto.
Il padre si invaghì di una bella donna milanese e le mandava arance senza che gliele pagasse, ma presto si verificò un danno di duecento milioni di lire scoperte e la contemporanea sparizione della bella donna.
Il padre fu costretto a vendere tutto il patrimonio e prese un’azienda in affitto, ma la mamma non lo seguì rendendosi indipendente con il ricamo.
Il padre scrisse a Nino di ritornare a Catania insieme a Gianna e alla bimba, affermando che avrebbe smesso di seguire le donne. Il giovane fiducioso si mise a lavorare i campi ma, poiché tutto il ricavato lo teneva e lo gestiva il padre, Nino andò a lavorare presso terzi ricevendo molta stima. Il 14 settembre 1956, a casa della mamma, a Nino nasce il figlio Salvatore.
Gianna era bellissima tra le lenzuola ricamate, e tutti gli amici andarono a trovarla e a rendere onore alla sua famiglia. Il lavoro andava a gonfie vele e il Barone Ricca gli affittò il suo feudo, visto che era molto anziano. Ma la produzione fu rovinata dal gelo (molti contadini si suicidarono) e Nino ebbe anche la brutta sorpresa di trovare il trattore rovinato dall’acido muriatico.
Non si perse di coraggio perché la principessa Pignatelli lo aiutò, ma anche lì un operaio invidioso distrusse il trattore di Nino, il quale, infuriato per il danno subìto, lo picchiò mandandolo in ospedale, ma i testimoni lo difesero. Nino continuò a lottare facendosi coraggio e riprese a lavorare i campi finché il 6 dicembre 1958 nasce Giorgio e poco dopo ritorna a Roma per cercare lavoro. Finalmente lo trova a Casalotto, fuori Roma come autista del pulmino SITA e apprende la notizia della morte di Mario Lanza. Una sera Nino si mise a cantare “O sole mio” perché era stato invitato alla cena dal compare di Carmen. Era stato tutto escogitato per farlo ritornare a cantare presso la R.C.A. proseguendo il programma di Mario Lanza.
Passano alcuni giorni e tutta la famigliola venne invitata a un ricevimento della casa del fratello di Gianna, architetto, perché volevano ascoltarlo, ma nessuno suonava il pianoforte. Nino andò a prendere in macchina il registratore, senza coprirsi, faceva molto freddo e si ammalò. Non riusciva a guarire dopo lunghi mesi e, preso dallo sconforto bruciò tutti i suoi ricordi nella stufa accesa in quanto il destino era stato crudele con lui. La R.C.A. fu clemente con Nino perché lui restituì l’anticipo e ritornò in Sicilia con Gianna e i bambini.

NA10 – Premio internazionale di Narrativa “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – Debutto in teatro.

Nino avvertì il padre di essersi sposato e si recò in Sicilia con la sua bella Gianna. Gianna e Nino ritornarono a Roma e nel 1952 nasce una bella bimba, Carmen, dal nome della mamma di Nino, in una clinica di Monte Verde.
Da Enza conobbero una bella famiglia torinese e la signora aiutava Gianna a crescere la bambina visto che loro non avevano figli. Nino continuava a lavorare nei campi e prendeva lezioni di canto dal maestro Ennio Marcantoni, per la dizione da Antonella Rinaldi, e dal regista Sheroff, così si perfezionò alla scuola di Santa Cecilia.
Nel 1953, Nino partecipò al “Concorso di Spoleto”. Le audizioni si davano al teatro dell’opera di Roma e fra i membri di giuria c’era il grande maestro Beniamino Gigli che aveva una grande stima di Nino. Durante il concorso Nino interpretò: “Che gelida manina, Recondite armonie, Celeste AIDA, L’addio alla mamma della cavalleria rusticana, L’aria dai Pagliacci, Vesti la giubba” e fu un vero trionfo. Il maestro era presente e si commosse per l’esito di Nino.
“Nel campo della lirica, il maestro conosceva tutte le regole per educare la voce. La voce è un dono di DIO!
Poi sta all’uomo saperla giostrare, rendendola gradevole, dolce ed espressiva all’ascolto degli altri.
Questo si ottiene con anni di studio, guidato da un buon maestro come Ennio Marcantoni, un settantenne, ex direttore d’orchestra”, raccontava Nino nel suo libro.
Nino vinse e cantò al teatro di Spoleto insieme ad un cast di artisti affermati tra cui la Renata Tebaldi. Il teatro era stracolmo e si sentì in prima fila la voce della sua bambina che lo chiamò: “Papà, papà!” e tutti applaudirono lei e la bella Carmen che era lì presente, emozionata. A Nino l’immagine di quella serata era ancora impressa nella mente e, chiudendo gli occhi, mi raccontava che la sua bambina era una bella bambola bionda con il vestitino di organza e stava in piedi su una sedia a vedere il suo papà cantare. Nino ricordava la voce possente della Tebaldi che, unita alla sua e all’acustica del teatro, faceva tremare il lampadario del teatro di Spoleto.
C’erano applausi e strilli.
“Alzavo gli occhi e vedevo la mia bimba Carmen che applaudiva con le sue mani e diceva: Pà! Pà! Pà!”, grandi emozioni che mi raccontava Nino quando lo ascoltavo a casa sua, anziano, seduto sulla sedia con gli occhi lucidi per l’emozione. Ora, cari lettori lo dico a voi, ascoltate la sua voce possente, perché non è giusto dimenticarla. Nino aveva successo, ma pochi soldi, perché gli impresari sono dei mercanti usura. Fra tanta gente che entrava nel suo camerino desiderava la sua Gianna che faceva i suoi ultimi ritocchi, un bacino ed in bocca al lupo e poi sul palco.
Trasmetteva al suo uomo forza e sicurezza. Il pubblico era diviso in due parti il pubblico mondano occupato al suo sfarzo e il loggione “popolano” che si occupava di come era andato lo spettacolo. Nino dentro il suo cuore cantava per il loggione costituito da uomini semplici come lui. Nino raccontava che più alti erano i ranghi e più c’era “un sottofondo odoroso come una puzzola infuriata”. Era la fine del 1954 e Nino fu contattato per il Rigoletto al teatro San Carlo di Napoli, accettò la parte del Duca di Mantova, personaggio simile al suo carattere: bello, possente e bizzarro. Lo spettacolo si concluse in grande trionfo.
Durante la stagione furono fatte sei rappresentazioni, per ognuna delle quali già due settimane prima era tutto esaurito. Tutto andò alla perfezione. “Da buon siciliano quell’opera la vivevo ovunque la rappresentassi, passavo alla storia, peccato che allora non esisteva la diffusione della televisione, né Rai, solo giornali.
Non posso documentare niente perché in un attimo di sconforto e di follia distrussi tutto. Testimoni sono io, Gianna e DIO. Questo periodo durò un anno e mezzo, ma rimpiangevo Sferro, la mia gente umile e semplice. Mi sembrava di vivere in una foresta in mezzo alla ferocia umana, tutti cercavano di sfruttare le situazioni, nessuno faceva niente senza una propria convenienza.” Nino, raccontava sconvolto, nonostante fossero passati molti anni da quel brutto episodio che lo convinse ad abbandonare il mondo dello spettacolo per rimanere integro ai suoi eccelsi valori di vita. “Mi fece una grande accoglienza e, rimasti soli, ci siamo seduti vicini e mi disse: Adesso sei contento? allungando una mano dove non doveva, io, di rimando veloce, gli affibbiai un bello schiaffone. Di colpo mi alzai e gli dissi: Polpo! Fituso! Finocchio e Cornuto! e scappai via e così finì il cinema”. Nino ricordava che anche i grandi come Di Stefano, Corelli, Antinori subirono questi ricatti e si ritirarono a vivere di lezione di canto.

GI03 – Premio internazionale di Giornalismo “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – La vera amicizia. Intervista a Luigi Sergianni e a Raffaele Walter Poli.

Raffaele Walter Poli e Luigi Sergianni hanno lavorato fianco a fianco l’uno come location manager e l’altro come scenografo e scenotecnico in tanti film girati a Sermoneta tra cui Seta (del 2007 diretto da François Girard, tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco) e i film Gomorra I e Gomorra II e Suburra ambientati nella malavita del napoletano i primi due, e nell’ambiente corrotto di Roma l’ultimo.
D- Luigi Sergianni, come si caratterizza la vera amicizia?
R- La vera amicizia dura nel tempo e supera ogni ostacolo della vita.
Lo dimostra l’amicizia che da oltre quaranta anni c’è fra me e Raffaele Walter Poli.
D- Luigi Sergianni, chi è Raffaele Walter Poli?
R- Raffaele Walter Poli è il proprietario della “Trattoria Da Elena” di Sermoneta ed è un location manager con oltre quarant’anni di attività cinematografica alle spalle.
Vive a Sermoneta fin dalla nascita e fin da piccolo è stato incuriosito dall’attività cinematografica del suo paese.
D- Luigi Sergianni, su cosa si basa la sua amicizia con Walter Poli?
R- Non dimenticherò mai quando Walter lasciò nel mezzo del lavoro il suo ristorante pieno di gente per accompagnarmi a Roma perché era scoppiato un incendio a casa mia… e di quanto mi è stato vicino durante la malattia di mia moglie… fra noi c’è solidarietà… sincerità.
D- Luigi Sergianni, da assiduo frequentatore di Sermoneta sia per lavoro che per motivi di amicizia ci può dire la manifestazione sermonetana che si è svolta in questi anni e che le è rimasta più impressa come spettatore?
R- Sicuramente la mostra tenuta dall’ Archeo Club di Sermoneta nel 2017 dove è stata evidenziata la storia cinematografica del paese.
D- Luigi Sergianni, come lavoratore del cinema che ha frequentato Sermoneta per le riprese di diversi film, ci può elencare la partecipazione di alcuni attori e registi famosi?
R- Ricordo la partecipazione di attori e registi famosissimi come Totò, Vittorio Gasmann, Amedeo Nazzari, Sofia Loren, Monica Vitti, Tony Curtis, Franco Zeffirelli, Vittorio de Sica, Massimo Troisi, Roberto Benigni, Raul Bova, Jean Reno, Jude Law, Vincent Cassel e tanti altri.
D- Luigi Sergianni, che tipo di location sono offerte dal nostro territorio provinciale latinense?
R- Grazie alla varietà di location offerte dal nostro territorio, i film qui ambientati rappresentano tutti i generi cinematografici. Dalla commedia al film storico, dall’horror al drammatico. Le splendide dune di Sabaudia, i vicoli medievali di Sermoneta, le vaste campagne dell’Agro Pontino, le verdi vallate dei monti Lepini, le architetture neoclassiche di Latina, sono solo alcuni esempi dei diversi scenari scelti dai registi François Girard, Rainer Werner Fassbinder, Nathan Juran, Joe D’Amato, Wes Anderson, Hal Roach, Charles Rogers, Guy Hamilton, John Huston, Paul Weiland, o da famosi registi italiani, come Paolo Sorrentino, Daniele Luchetti, Nanni Moretti, Carlo Verdone, Ferzan Ozpetek, Sergio Castellitto, Michele Placido, Roberto Benigni, Massimo Troisi, Nino Manfredi, Federico Fellini, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Giuseppe De Santis, Alberto Sordi, Mario Bava, Alessandro Blasetti.
D- Raffaele Walter Poli, ci può dire qualcosa sull’attività di produzione cinematografica a Sermoneta di questi ultimi anni?
R- Sono state girate circa 10 pellicole, alcune anche internazionali: tra le più importanti si annoverano Silk (prodotto dalla Fandango, 2007) con Keira Knightely e Michael Pitt; o “L’amico di Famiglia” del premio Oscar Paolo Sorrentino (2006); Un ciclone in Famiglia (2005); Christine (di Stefania Sandrelli e con Raul Bova, 2009); Five Hours South (prodotto per il mercato statunitense, 2009); I Borgia (2012); Il XIII Apostolo (Canale5, 2013); Io ti salverò (2014).
Qui passarono Totò (Totò contro il Pirata nero), Vittorio De Sica (Furono girate alcune scene de «La Ciociara»), Franco e Ciccio, Amedeo Nazzari, Silvana Pampanini, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Franco Zeffirelli (definì la scalinata del Belvedere «una piccola Trinità dei Monti»), Roberto Benigni e Massimo Troisi («Non ci resta che piangere»), solo per citarne alcuni.
D- Raffaele Walter Poli, perché Sermoneta è un territorio strategico della produzione cinematografica?
R- Penso che sia la sua bellezza autentica e unica: Sermoneta è un antico e splendido borgo medievale molto ben conservato ed è immersa nel verde del Monti Lepini.

Desidero concludere dicendo che l’amicizia è il sentimento universale in grado di riunire tutti i popoli del mondo, in grado di abbattere ogni distinzione di razza, differenza di pelle, ogni odio e violenza fra gli uomini.

GI04 – Premio internazionale di Giornalismo “Otto milioni” 2019
Angela Maria Tiberi – Giuliano Moretto.

Giuliano Moretto, scrittore pontino che si è imposto all’attenzione del pubblico con i suoi primi romanzi “Il Paese perduto” e “Lo specchio del giustiziere”, ha presentato lo scorso dicembre nella sua città natale, Latina, la sua nuova opera dal titolo “Diamante”. Il libro, che è una raccolta di storie vere di personaggi che hanno avuto rilievo nella vita sociale della città, è dedicato a uno di loro, Francesco Porzi, noto a tutti come Biscotto, giovane latinense che negli anni ‘60 con la sua straordinaria bellezza e i suoi modi eleganti e affascinanti riuscì a conquistare ingaggi dai più importanti stilisti e registi di quegli anni. Il libro è stato distribuito con la sponsorizzazione della Banca Mediolanum, sede di Latina, grazie all’iniziativa del direttore Renato Palombi. Lo scrittore e i suoi amici si ritrovano spesso al Bar Kristal, al Centro Commerciale Latina Fiori, e si raccontano la loro vita, le loro storie, e nel libro le raccontano ripercorrono la storia della nostra amata Italia dagli anni Sessanta fino ai giorni d’oggi. I protagonisti sono tutti pensionati tranne Diamante, un giovane di diciassette anni il cui vero nome è Marco. Nelle parole che Rosita, la ragazza del bar, pronuncia la prima volta che lo vede, c’è il chiaro presagio del turbamento che il ragazzo porterà dentro al gruppo di questi uomini maturi: “Che affascinante questo gay” – dice Rosita per i suoi modi effeminati e dolcissimi, per i suoi occhi dal colore del mare. L’autore mette in risalto la sofferenza di questo giovane facendoci toccare con mano le motivazioni della diversità sessuale e parla apertamente dell’amore che Marco prova per lui, facendoci comprendere l’umanità dell’amore diverso dall’amore “uomo donna” contemplato dai canoni religiosi. Marco racconta la sua infanzia di sofferenza segnata da un padre diavolo, un satana travestito da uomo con i modi gentili, che lo violentò all’età di nove anni e che con gli anni capì che, dietro la facciata di politico rispettabile per la società, era in realtà un tossico e uno spacciatore. Sua moglie, cercava di fermarlo, di contrastarlo, ma prendeva botte finché dopo dieci anni decise di uccidersi gettandosi sotto un treno.
Una storia spaventosa e surreale.
Trascrivo una pagina sconvolgente senza censura ma carica di sofferenza per un innocente che viene violentato e senza pietà trascorre così la sua infanzia. L’autore denuncia con il suo scritto l’inferno vissuto da questo bambino innocente e lasciato senza aiuto. Marco andò ad avvertire il padre del ricovero dell’ospedale della mamma per una colica renale e andò all’ufficio del padre. Trovando la porta socchiusa entrò e vide l’inferno. “Nell’interno dell’ufficio c’erano cinque soggetti, tre belle ragazze adolescenti dalla carnagione bianca nude insieme a due uomini molto avanti con gli anni, nudi.
Presi dal sesso non si accorsero di me che li stavo guardando. Mio padre aveva la testa fra le cosce di una delle ragazze, alla quale stava leccando la natura, mentre l’altro complice era dietro di lui che lo penetrava con il suo enorme membro aiutato dall’altra ragazza. Notai sul tavolo su di un foglio di carta argentata della polverina bianca, delle siringhe e un cucchiaio, e appoggiato sulla sedia c’era un abito talare di colore rosso con in bella vista lo zucchetto sempre dello stesso colore.
Sembravano degli spiriti assatanati, con gli occhi vitrei fuori dalle orbite.
Pensai quanta cocaina si sono presi per non accorgersi di me… ci son volute sei ore… per accorgersi della mia presenza… Il primo a vestirsi… il cardinale… il padre porge alle giovani donne ancora minorenni del denaro in contanti, tanti soldi tutti insieme non li avevo mai visti… dicendo di rivedersi presto con loro… guardo mio padre… non provo niente… emerito vigliacco e traditore… (…)”

Pierluigi Coggio

Maestro e direttore musicale
degli eventi culturali dell’Agro Pontino, con maestria riesce a mettere in luce le bellezze dell’evento lasciando un ricordo indimenticabile e video da rivedere con gioia senza stancarsi
delle immagini più volte riviste.

Massimo Gentile

Presidente dell’associazione
“Maggio sermonetano” lascia una grande impronta ogni anno per la capacità di riunire grandi musicisti e personaggi di profonda cultura abbellendo
la meravigliosa Sermoneeta dalle viuzze medioevali ricca di ristoranti dove si assaporano
pietanze indimenticabili.

Premio internazionale di Musica “Otto milioni” 2018 – Angela Maria Tiberi – Pianoforte Nero.

Strofa
Ricordi tristi e dolorosi
ritornano nella mia mente.
Vedo due bimbi ad ascoltare
la melodia del piano nero,
suonata dal loro giovane padre.
Quanta armonia e sintonia
c’erano nell’aria di festa nel tempo che si era fermato:
inchino al bel quadretto familiare.
Giorni felici e spensierati, mai si pensava alla morte trappola pronta ad adescare felicità rubata ai cuori amanti
Ritornello
Amore mio, te n’andasti in silenzio senza un lamento,
senza il nostro bacio di addio.
Ti amo, mio dolce ed unico amore…
Strofa
Sento malinconia nel cuore per questo mondo avido, senza amore per noi mortali. Io aspetto ancora te da sempre con i capelli grigi e con le rughe. Il viso rigato dal pianto, dolce musica ancora sento, le risate dei nostri bimbi prima della tua scomparsa improvvisa. Sbattono onde sulla roccia da quel giorno senza un sorriso tempo fuggito ma musica
del piano nero rimasta nei cuori.
Ritornello
Amore mio, te n’andasti in silenzio senza un lamento,
senza il nostro bacio di addio.
Ti amo, mio dolce ed unico amore.
Strofa
Ci accompagna la melodia
c’illudiamo del tuo ritorno
continuo ad amarti in silenzio
ti sogno in quegli attimi ancora
d’amore fino al profondo del cuore
Ritornello
Amore mio, te n’andasti in silenzio senza un lamento,
senza il nostro bacio di addio.
Ti amo, mio dolce ed unico amore.”

Angela Maria Tiberi, laureata in Economia e Commercio, docente di ruolo di economia aziendale, ha conseguito la Menzione speciale “Didattica interculturale”, Comune di Genova U.N.I.C.E.F., per il piano di lavoro presentato alla Provincia di Latina con l’I.T. S. C. Vittorio Veneto di Latina avente per oggetto “Poesia e narrativa, prosa e saggistica internazionale”.

Opere finaliste del Premio di Arti grafiche

“Otto Milioni” 2019

AG01 Aldo Gallina 134 voti

AG01 Aldo Gallina


AG02 Aleem Uddin Arts 1 697 voti

AG02 Aleem Uddin Arts 1


AG03 Annullato 100voti
annullato
AG04 Dita Dīķe 1 236 voti

AG04 Dita Dīķe 1


AG05 Dita Dīķe 2 273 voti

AG05 Dita Dīķe 2


AG06 Dita Dīķe 3 239 voti

AG06 Dita Dīķe 3


AG07 Einars Repše 153 voti

AG07 Einars Repše


AG08 Ēriks Bāris 103 voti

AG08 Ēriks Bāris


AG09 Flora Rucco 241 voti

AG09 Flora Rucco


AG10 Frank W. Tansey 1 159 voti

AG10 Frank W. Tansey 1


AG11 Frank W. Tansey 2 120 voti

AG11 Frank W. Tansey 2


AG12 Guna Oškalna Vējiņa 74 voti

AG12 Guna Oškalna Vējiņa


AG13 Janis Drozdovs 2 132 voti

AG13 Janis Drozdovs 2


AG14 Larachiche Mohamed 1 137 voti

AG14 Larachiche Mohamed 1


AG15 Larachiche Mohamed 2 167 voti

AG15 Larachiche Mohamed 2


AG16 Liga Sarah Lapinska 1 321 voti

AG16 Liga Sarah Lapinska 1


AG17 Liga Sarah Lapinska 2 669 voti

AG17 Liga Sarah Lapinska 2


AG18 Liga Sarah Lapinska 3 114 voti

AG18 Liga Sarah Lapinska 3


AG19 Liga sarah Lapinska 4 199 voti

AG19 Liga sarah Lapinska 4


AG20 Marcos Robson Mota 58 voti

AG20 Marcos Robson Mota


AG21 Maurizio Pedace 1 819 voti

AG21 Maurizio Pedace 1


AG22 Maurizio Pedace 2 181 voti

AG22 Maurizio Pedace 2


AG23 Milena Petrarca 1 648 voti

AG23 Milena Petrarca 1


AG24 Milena Petrarca 2 79 voti

AG24 Milena Petrarca 2


AG25 Milena Petrarca 3 501 voti

AG25 Milena Petrarca 3


AG26 Milena Petrarca 4 156 voti

AG26 Milena Petrarca 4


AG27 Mirjana Milanovic 1 184 voti

AG27 Mirjana Milanovic 1


AG28 Mirjana Milanovic 2 1967 voti

AG28 Mirjana Milanovic 2


AG29 Nadeem Ansari 73 voti

AG29 Nadeem Ansari


AG30 Simasilver Konya 58 voti

AG30 Simasilver Konya


AG31 Yuri Serebryakov 150 voti

AG31 Yuri Serebryakov


AG32 Zhayna Ilyasova 1 69 voti

AG32 Zhayna Ilyasova 1


AG33 Ritirato 38 voti
AG33 Annullato
AG34 Valerien Bressy 1 355 voti

AG34 Valerien Bressy 1


AG35 Valerien Bressy 2 1023 voti

AG35 Valerien Bressy 2


AG36 Janis Drozdovs 1 131 voti

AG36 Janis Drozdovs 1


AG37 Valerien Bressy 3 220 voti

AG37 Valerien Bressy 3


AG38 Valerien Bressy 4 102 voti

AG38 Valerien Bressy 4

PRIMO PREMIO
Arti grafiche “Otto milioni” 2019
AG28 Mirjana Milanovic 2 – voti 1967

SECONDO PREMIO
Arti grafiche “Otto milioni” 2019
AG35 Valerien Bressy 2- voti 1023

TERZO PREMIO
Arti grafiche “Otto milioni” 2019
AG21 Maurizio Pedace 1- voti 819

QUARTO PREMIO
Arti grafiche “Otto milioni” 2019
AG02 Aleem Uddin Arts 1 – voti 697

QUINTO PREMIO
Arti grafiche “Otto milioni” 2019
AG17 Liga Sarah Lapinska 2 – voti 669

Alessia Gaveglia
Nata in Belgio nel 1986, Alessia Gaveglia vive a Latina (Lazio) e ha studiato architettura presso il Liceo Artistico della città.
Dedica il suo tempo libero al disegno e all’arte, ritraendo animali, soggetti fantasy e volti.
Amante della Natura, in particolare dei gatti e dei mici di cui si prende cura ogni giorno, riesce a riprodurre dettagli e sfumature in modo iperrealistico.

Riportiamo due sinossi dell’artista a cura della Professoressa Milena Petrarca, Presidente del Premio Internazionale Magna Grecia (Latina – New York).

Anno 2016: «Nei suoi dipinti, Alessia Gaveglia unisce una tecnica sapiente, acquisita in anni di studio ed esercizio, ad una ricchezza cromatica che sorprende l’osservatore. Volti, paesaggi e soggetti di fantasia sono ritratti con leggiadra incisività dall’artista attraverso l’uso di tutta la gamma delle matite colorate».
Anno 2018: «I suoi dipinti sono tecnicamente perfetti ma non per questo rimangono asettici o freddi; emanano, al contrario, un calore vitale.
Inoltre, un sofisticato gioco di luci ed ombre conferisce, a ciascuna opera, quella specifica tipicità che, in fotografia, definiremmo “scatto d’autore”».

Ha esposto i suoi quadri al Palazzo M di Latina (2016), al Caffè degli Artisti di Latina (2016) ed al Museo della Terra Pontina (2017-2019).

Disegno di Perlina, gatta dell’autrice.

La sua pagina web www.facebook.com/alessia.gaveglia.arte/

Milena Petrarca,
nata a Pozzuoli nel 1950, vive e lavora a Latina trasferendosi, periodicamente, anche a New York.
Ha studiato all’Istituto d’Arte Filippo Palizzi di Napoli, dove ha conseguito il titolo di Maestra d’Arte.
Allieva del grande Scultore Lelio Gelli, è stata docente di discipline pittoriche presso il liceo Artistico di Latina.
Vincitrice del Premio internazionale di Arti Grafiche “Otto milioni” 2017, presentato nel Museo delle Culture MUDEC come evento inserito nel palinsesto di Bookcity Milano, è, tra l’altro, Presidente DILA Regione Lazio, Vicepresidente DILA Nazione Messico, Presidente del premio internazionale “Magna Grecia Latina New York”.
Poetessa e pittrice, ha presentato le sue opere in una lunghissima serie di mostre e manifestazioni culturali che sono state allestite sia in Itala e sia Negli Stati Uniti di America, riscuotendo sempre larghi consensi da parte della critica e del pubblico e ricevendo premi, riconoscimenti e attestati di partecipazione di notevole prestigio internazionale.
Donne dalla carnagione luminosa realizzate attraverso pennellate libere e cariche di energia e passioni raffinate, sembrano reincarnazioni di miti antichi, intanto che brillano in inni alla vita rallegrando gli sguardi degli osservatori che vengono trascinati in una realtà senza tempo.
Figure sacre e profane adornano immagini religiose di un potere affettivo nuovo, imponendo un rapporto inedito tra le forme, ed assestandosi in posizioni preminenti nel panorama pittorico attuale grazie a loro dinamismo moderno e complesso.

Silvana Lazzarino opinionista della testata giornalistica “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio ha scritto di lei:
“Artista a trecentosessanta gradi, Milena Petrarca non è soltanto una pittrice di fama internazionale, ma è anche scultrice e poetessa che dona emozioni, oltre il tempo, legate all’uomo e alla sua vita, tra gioie e malinconie, passioni e speranze.
Le sue opere, presenti in molti musei italiani e americani ed in prestigiose collezioni americane, francesi, inglesi e cinesi, incantano per quel loro essere sospese tra realtà e sogno, mistero e poesia, avvolte da una luce che traspare da colori ora caldi e accesi, ora freddi e opachi.
Un talento capace di esplorare i diversi linguaggi dell’arte guardando in particolare all’universo femminile, alla donna nelle sue diverse sfaccettature tra mito e realtà, sogno e fantasia, passione e nostalgia.
Oltre a figure femminili intense e oniriche ha rappresentato anche paesaggi e nature morte.
La luce e lo sfumato: due elementi essenziali per la sua pittura in cui la realtà sfiora il sogno.
Aspetto quest’ultimo che ha spinto il noto critico Mario Fratti ad inserirla tra i più importanti artisti del gruppo Realismo Magico”.
La sua opera vincitrice del Premio internazionale di Arti Grafiche “Otto milioni” 2017 è stata scelta come immagine di copertina dell’Antologia “Penne, Note, Matite”.

Premio di poesia “Otto milioni” 2019 – Ottava edizione
PS49 Milena Petrarca – Pensiero Insistente

PS49 Milena Petrarca – Pensiero inesistente

Donna della verità
Pensiero insistente
Sempre presente
Nella tua mente…
Per un mondo
Privo di bellezza
Mentale…
Senza
Un cuore
Che fa
Battere
L’universo
Sempre
Più
Assente
Nella
Sua essenza.

Gianfranco Cilento
è nato a Napoli nel 1964. Fino dall’infanzia ha coltivata una profonda passione per le arti, operando, durante diversi anni, a fianco di alcuni importanti Maestri italiani dell’arte pittorica e del restauro. Ha lavorato in attività tese al recupero di beni culturali del mezzogiorno, applicando le nozioni di metodologia della conservazione, cinetica del deterioramento e metodologia d’intervento apprese frequentando alcuni corsi teorici. Attualmente, Gianfranco Cilento dispone di una pluriennale esperienza pratica nella conservazione di affreschi, mosaici, ed altre opere di rilevante importanza presenti nel ricco patrimonio artistico del mezzogiorno e, contemporaneamente produce in proprio una moltitudine di opere di pittura con una consistente varietà di soggetti, dovuta appunto, sia al suo continuo contatto con molteplici opere d’arte, e sia a specchio di una vita spesa a favore dell’arte con amore e dedizione. La partecipazione al 20° Concorso Nazionale di Pittura a tema libero (Prato 20 novembre – 5 dicembre 2010), organizzato dal Circolo di Prato del Dopolavoro Ferroviario di Firenze gli è valsa la pubblicazione in un’antologia di notevole pregio e di grande diffusione. Gianfranco Cilento, che da alcuni anni si è trasferito a Ischia, nel maggio-giugno del 2019 ha realizzato il suo grande sogno di esporre nel salone Onofrio Buonocore della Biblioteca comunale ischitana, durante la tre giorni dei Libri organizzata dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Castello Aragonese – Ischia

Flora Rucco,
diploma di Liceo Artistico e laurea in Conservazione dei Beni culturali”, poetessa e pittrice, ha pubblicato due libri di poesia ed ha partecipato a numerose Mostre di pittura. Segretaria naz. dell’Associazione “Calmana” museo delle donne del mediterraneo, è Presidente dell’Associazione “Exper’art” di Latina, Vicepresidente dell’Associazione “IBDART PEACE” e Vicepresidente delegata per la Regione Lazio dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Premio Arti grafiche “Otto milioni” 2019 -AG09 Flora Rucco

Premio di Poesia “Otto milioni” 2019 – PS27 Flora Rucco – Figlia
Figlia dolce conchiglia
raffica e vento
libri e talento.
Culla e tormento.
Riccioli e treccia
gran tenerezza.
Fasci di fiori al petto
sguardo stupito,
tradito.
Madre sospesa.
Figlia bianca e vermiglia
profumo di rose
e viole, beltà e meraviglia.
Figlia conchiglia
gioia e scintilla.
Specchio di essenze.
Culla del vento.
Carezze e baci.
Sogno e tormento.

Premio di Poesia “Otto milioni” 2019 – PS03 Flora Rucco – Neri
Neri siete voi
con la vostra opaca coscienza
gelida e bianca
senza più trasparenza.
Il vostro bianco
non riflette il nostro splendore.
Noi siamo
arcobaleni nel mondo
puro Amore.
Futuro saremo
d’umanità devastata,
manipolata e impazzita.
Perché noi neri
non siamo stranieri
apparteniamo alla Terra.
Siamo i fiori
messi al rogo,
i frutti dell’amore
di un’eterna estate.
La mano autentica
di una parola abusata,
svuotata, falsificata,
la Pace.

Gianna Formato Cavuoto Paganelli
Via del Giglio 3 – 04011 Aprilia Tel. 06923323. Cell. 3393445600

Mostre di pittura: Sermoneta@art 2008 – Personale ad Aprilia 2012 – Premio Internazionale Arte e cultura 2013 – Circolo artistico La Pallade 2013 – Trentunesima festa dell’uva e del vino, Prima edizione Marcantonio Colonna 2013 Lanuvio – Mostra collettiva Via Margutta Roma Associazione 100 pittori 2013 – Mostra alla Galleria Il Leone Roma 2014 – Mostra personale Aprilia 2018 – Mostra collettiva al teatro dei Dioscuri con l’Associazione Urbis et Arti, Febbraio 2016.

Riconoscimenti ottenuti per la poesia:
Centro culturale Giuseppe Gioacchino Belli Giugno 2009.
Accademia Internazionale F. Petrarca (Capranica) concorso Dante e Beatrice 2011.
Concorso Nazionale di Poesia Rosa Formisano: ediz. 2008 – premio speciale della critica; ediz. 2009 – premio speciale del venticinquennale; ediz. 2010 – premio speciale fedeltà sezione lingua; ediz. 2012 – premio speciale della critica; ediz. 2013 – speciale della critica; ediz. 2014 targa fedeltà; edizioni 2015/16/17/18 premi vari.

Gianna Formato Cavuoto Paganelli
Angeli di questa martoriata (Febbraio 2009)

A voi, ragazzi e soldati di Nassirya,
fiori all’occhiello di questa società impazzita,
ancora giovani vi stavate affacciando alla vita,
siete partiti credendo nella pace
e nella ragionevolezza dell’”homo sapiens”.
Ma così non è stato,
l’equilibrio si è spezzato, vostro malgrado.
Come la forza di un tornado
i vostri sogni e le vostre vite si sono sgretolati.
Non avevate esitato nel voler portare a quei fratelli
e ai loro bimbi serenità e pace (e tanto ne hanno bisogno).
I vostri cuori infiammati d’amore
e le vostre mani allungate non sono bastati.
La viltà dell’uomo e la crudeltà
non dovrebbero far parte di questa società!
Cari fratelli, non vedrete più sventolare la bandiera italiana:
avvolti in essa siete tornati…
Gioielli cari della nostra storia,
vi è stato proibito di godere delle gioie di questo mondo,
abbracciare e veder crescere i vostri bambini,
appagarsi amando una donna, far progetti per il futuro…
Dio che dolore profondo! Buca il cuore, devo fare una pausa.
Voi come gli altri eroi meritate rispetto e onori
e molto posto nei nostri cuori.
Non sono solo i vostri cari a versare lacrime,
ma tutto il popolo italiano.
Il vostro sacrificio non è stato vano,
un seme avete buttato e qualcosa è cambiato in questa società che pochi valori ha.
Ma voi tutto questo già lo sapete perché camminate nei Campi Elisi
e sicuramente Dio vi ha aperto le porte del Paradiso.
Nonostante quella piccola percentuale di uomini che vorrebbero trasformare
un equilibrio perfetto in un inferno puro, ricorrendo a falsi ideali:
uomini potenti della terra, badate a quello che fate,
incoraggiati dai vostri pari: alla resa dei conti le infamie non vi saranno perdonate!
Tenetene conto perché vi si ritorceranno contro!

Mario Ceroli, con la copertina e le illustrazioni, ha donata la sua arte a questa Antologia Magari un’emozione!

Con due semplici frasi “Carissimo Bruno, ho il piacere di comunicarti che Mario Ceroli farà la copertina dell’antologia nuova e autorizza la pubblicazione di opere sue fra le pagine.”, Adriana Iftimie Ceroli mi ha ufficialmente messo al corrente che il Maestro Mario Ceroli ha ritenute degne della sua stima le attività artistiche, culturali e sociali Made in Ischia organizzate e divulgate dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Ciò ci onora enormemente e, nello stesso tempo, pone una più che prestigiosa pietra miliare sul percorso che da ormai oltre un decennio Roberta Panizza ed io andiamo inventando al solo scopo di “Fare riconquistare all’Arte in generale e alla Poesia in particolare il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana”.

Mario Ceroli, assiduo visitatore della nostra isola d’Ischia negli anni ’50-’60, oltre che essere lo straordinario artista rinomato a livello internazionale per le sculture e gli allestimenti scenici dei quali è zeppa la sua stupefacente produzione, è un uomo che ha familiarizzato con un numero indefinito di personaggi italiani e stranieri ricevendone attestati di stima che non si sono limitati a magnificare il suo valore artistico, ma hanno coinvolto tutta la sua cultura e tutta la sua personalità umana.
Mario Ceroli è un’icona che una consistente parte della società -pur nelle tante sfumature sociali in cui essa si articola- stima, apprezza e della quale è sempre pronta ad ammirare le produzioni.
Se Mario Ceroli può raccontare storie di suoi incontri con Picasso o Guttuso, con Montezemolo o Agnelli, con Villaggio o Benigni (in un elenco quasi interminabile), durante i quali i canoni artistici da lui espressi hanno trovato terreno fertile, beh! vuol dire che molti personaggi che fanno opinione saranno favorevolmente disposti “almeno” a dare uno sguardo a questa antologia del premio “Otto milioni” 2019 per esprimere un proprio parere sulla bontà del nostro impegno.
Mario Ceroli, per chi lo conoscesse solo vagamente (non conoscerlo è impossibile se solo lo si indichi come l’autore del Cavallo che fa bella mostra all’ingresso della RAI!) può essere sinteticamente presentato così come ve lo proponiamo nella scheda che segue.
Mario Ceroli (Castel Frentano, 17 maggio 1938) è uno scultore e uno scenografo italiano.
Si è formato all’Accademia di belle arti di Roma sotto la guida di Leoncillo Leonardi, Pericle Fazzini e Ettore Colla.
In principio indirizzò il suo interesse verso le opere in ceramica, per poi dedicarsi alla scultura lignea.
Già nel 1957 cominciò a sperimentare l’uso del legno, prevalentemente tronchi di alberi nei quali conficcava chiodi da carpentiere, vincendo, nel 1958, il premio per la giovane scultura italiana.
Subito dopo, alla fine degli anni Cinquanta, il legno diventò il suo materiale espressivo prediletto.
Nel 1964 espose, a Roma presso la Galleria La Tartaruga, alcune sagome, intagliate con un’imponenza monumentale, che lo resero celebre ben oltre Roma, tanto che la sua affermazione sulla scena internazionale giunse solo due anni dopo grazie ad alcune opere presentate alla Biennale di Venezia.
Di ritorno da un viaggio di formazione negli Stati Uniti, dove visse dal 1966 al 1968, Mario Ceroli debuttò, in qualità di scenografo, nell’allestimento del Riccardo III di W. Shakespeare per la regia di Luca Ronconi nel Teatro Stabile di Torino.
Il suo allestimento conquistò critica e pubblico per l’ardimento con cui volle racchiudere l’intero palcoscenico in un maxi involto scultoreo.
Sempre al teatro Stabile di Torino, nel 1969 fu collaboratore di Pasolini per l’allestimento di “Orgia”.
Contemporaneamente, in quegli anni, intagliava, in maniera ripetitiva, nel legno grezzo sagome umane di notevoli dimensioni che subito assunsero il ruolo di simbologia distintiva della sua produzione.
Il 1972 fu l’anno del suo primo incontro artistico con la lirica che avvenne direttamente nella Scala di Milano con la “Norma” di Bellini.
I bozzetti e le immagini fotografiche riprodotte nel grazioso piccolo tomo “Ceroli alla Scala” (voluto e pubblicato dagli Amici della Scala) rappresentano una scena fuori da ogni convenzionalità, concepita, come si legge nella prima parte del libro come “… ideale scultura lignea che si trasfigura, attraverso un movimento a rotazione e tagli di luce, in un tempio o in una foresta”.
Gran parte della sua produzione artistica si realizza attraverso allestimenti scenici per il teatro, il cinema e la televisione.
Infatti, il carattere “invasivo” del suo lavoro lo porta a sconfinare nel cinema, nella scenografia, nel disegno di ambienti, nella progettazione di chiese e del loro arredo interno, fino a un progetto, mai completato, di teatro.
Numerose sono le sue istallazioni monumentali.
Le più note: Piazzetta dell’Orientale (1972) e Teatro (1989) a Portorotondo;
Squilibrio nella Sala voli internazionali dell’Aeroporto di Fiumicino (1986); l’Unicorno alato (1990), in legno rivestito di oro, esposto all’ingresso della sede Rai di Saxa Rubra; Goal-Italia’90 al Foro Italico di Roma (1990).
Ha operato a livello ambientale anche in edifici sacri curando l’arredo della chiesa di Porto Rotondo (1971), di Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca, a Roma (1987) e di San Carlo Borromeo al Centro Direzionale di Napoli (1990).
Ha realizzato a Bologna la cosiddetta “Casa del Nettuno”, un contenitore ligneo decorato con la silhouette Uomo galleggiante, che ha costituito il cantiere di restauro della statua bronzea del Nettuno del Giambologna (1988).
Attraverso un’intensa attività di scenografo ha prodotto la scenografia del Riccardo III di Shakespeare (1968) per il Teatro Stabile di Torino (per cui ha realizzato la scultura La grande Cina, invenzione che vede in scena il sistema delle grandi sagome umane i cui movimenti sono sospesi in uno spazio metafisico, oggi conservata allo CSAC di Parma).
Dalla metà degli anni Ottanta ha introdotto nelle sue opere l’uso di lastre di vetro.
Ammirando le sue sculture vi si possono recepire frequenti parafrasi di famose opere del passato, come quelle nelle quali ha interpretato i disegni di Leonardo dell’Uomo Vitruviano (Disequilibrium 1967) e l’Ultima Cena (legno dipinto – 1981).
Nel 1997 donò al paese d’origine, Castel Frentano, una copia della scultura lignea L’uomo vitruviano collocandola nel piazzale della Concezione. Nel 2007 è stato chiamato dal Palazzo delle Esposizioni di Roma a partecipare alla sua riapertura ufficiale con una scelta delle sue principali opere. Nel 2008 la giunta comunale della città di Siena gli ha affidato il compito di dipingere il drappellone per il Palio. Autore del proprio ambiente di vita e di lavoro, Ceroli ha raccolto alle porte di Roma, in uno spazio di 3000 metri quadrati i suoi lavori, in una sorta di casa-museo. Luogo straordinariamente suggestivo per il numero (oltre 500) e per la qualità dei suoi lavori ivi raccolti in una forma di museo embrionale, in continuo mutamento e accrescimento, che egli è fermamente intenzione ad aprire al pubblico onde renderlo vivo, fruibile, utile e, infine, stimolo e modello a vantaggio delle più recenti generazioni di artisti.

Bruno Mancini

Nella foto: Mario Ceroli e Adriana Iftimie Ceroli
Opere finaliste del Premio di Giornalismo “Otto Milioni” 2019

GI01 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente Ischia https://www.emmegiischia.com/wordpress/gi01adriana/
GI02 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente la scrittura

GI02 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente la scrittura


GI03 Angela Maria Tiberi – La vera amicizia

GI03 Angela Maria Tiberi – La vera amicizia


GI04 Angela Maria Tiberi – Giuliano Moretto

GI04 Angela Maria Tiberi – Giuliano Moretto


GI05 Daniele Bartocci – Roberto Mancini

GI05 Daniele Bartocci – Roberto Mancini


GI06 Silvana Lazzarino – Adriana Iftimie Ceroli

GI06 Silvana Lazzarino – Adriana Iftimie Ceroli


GI07 Liga Sarah Lapinska – Guntars Jirgensons

GI07 Liga Sarah Lapinska – Guntars Jirgensons


GI08 Liga Sarah Lapinska – Le canzonette

GI08 Liga Sarah Lapinska – Le canzonette


GI09 Daniele Bartocci – Gli investimenti digitali
https://www.emmegiischia.com/wordpress/gi09daniele/

Adriana Iftimie Ceroli

Tra le più interessanti raccolte di versi edite in Italia nel 2018 c’è la silloge poetica di Adriana Iftimie Ceroli, dal perentorio titolo “Poesie” (Ed. Albatros). L’autrice, nata in Romania al tempo della dittatura comunista di Ceausescu, ha scelto oltre vent’anni fa di vivere a Roma, affascinata dall’antico splendore di una tradizione che lei ritiene, ancora, la culla della cultura occidentale. Il libro, che si apre con la prefazione di Pietrangelo Buttafuoco e l’introduzione di Pamela Michelis, è illustrato dalle immagini di alcune opere di Mario Ceroli, compagno di vita della poetessa. Ma ben oltre questo intimo rapporto personale è di per sé molto significativo l’accostamento tra i componimenti pubblicati e le opere di un artista che più di altri ha attraversato, dentro i canoni dell’arte povera, l’esperienza della materia assoluta. Allo stesso modo la parola scritta di Adriana sceglie di trattare, come fosse materia, l’iperbole stessa della poesia, o la sostanza delle nuvole. Perché è nella proteiforme morfologia del cielo che lei trasferisce i simboli delle vicende umane, a iniziare dalle proprie. Mentre nei termini, nelle parole, molto spesso cerca e trova quelle declinazioni di verità che le emancipano dall’abuso stereotipato e melenso. Allora il vento, le stelle, il ghiaccio, la neve, sono profili dell’esistere attorno ai quali dipana un percorso circolare fatto di improvvise accelerazioni del pensiero, quasi sinestesia, e lunghe soste nelle quali riprendere la consapevolezza dell’itinerario del viaggio che attraversa emozioni e sentimenti, sottolineato dalla potenza delle opere di Ceroli. La metafora si apre già nella struttura dei versi, che assumono forme e ritmi mutevoli come appunto è per le nuvole, e a ognuna di esse attribuisce un senso e una ragione. La scrittura è a volte morbida, avvolgente, altre diventa asciutta, spigolosa e secca, priva di qualsiasi orpello. Il componimento può soffermarsi a lungo sul frammento di una singola emozione, trattandone i contorni con un linguaggio che risente fortemente di pulsioni oniriche, surrealiste.
Solamente gli occhi sanno ancora / la forma della solitudine / mentre l’amore balbetta sul rogo / e mi sento nevicata qui. / E sono bianca come se tutti i cigni / avessero perso le piume qui / ed io mi costruisco dolori in qualche lacrima. / Non finisco di scrivere tutto ciò che vorrei scrivere, / e sono così povera e ricca / e mi sacrifico per il segreto della luce / avendo solo un mucchio di parole rosse, disordinate, / che prendono il volo / e si stendono come candele accese. Oppure può icasticamente vergare tratti scarni, che solcano la coscienza come tagli profondi incisi nel legno.
Amo. / Cresco. / Mi spengo. / Sono vento.
Cambia da pagina a pagina, da un componimento a un altro, anche il punto di vista dell’indagine poetica, che spazia dalla ricerca del significato recondito e intimo dell’introspezione“Ho solo un albero come bagaglio, / e trascino i rami verso il cielo / con cui chiacchiero di speranze, (…)” al disincanto sottile della condizione umana“ Appannavo tutta come il pane bianco. / Le stelle mi guardavano incuriosite. (…)” Difficile trovare in questi componimenti una traccia seppur minima di uno stato di quiete, di catarsi. Sono parole attive, urgenti, proiettate dinamicamente all’osservazione della vita, a imparare e assorbire i paradigmi della cultura occidentale e sviluppare un mood esistenziale in cui trasferire il suo amore per Roma e coniugarlo alle sue letture giovanili. Quando dalla libreria di suo padre attingeva a Proust, Zola, Kafka, Schopenhauer. Così i versi di questa raccolta creano un mulinello di pensieri e sentimenti. Versi spesi generosamente a superare, come in un balzo, gli ostacoli che innalza l’ipocrisia umana dell’apparenza. La loro bellezza, la loro genialità consiste nella capacità di coinvolgerci in questo viaggio dentro la condizione umana che non ha vincoli e pregiudizi. Che non ha barriere tra il pensiero e la carne, tra la materia e le nuvole, che anzi delle nuvole sa farsi materia e proporla allo stupore attento del lettore

Giuseppe Scaglione

Premio di Giornalismo “Otto milioni” 2019 – GI01 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente Ischia

È un eccellente simbolo del centro spirituale primordiale. Ci si arriva soltanto volando, o sull’acqua. Omero parlava della Siria primitiva la cui radice è la stessa di Surya, il nome ascritto del sole, ed era un’isola centrale o polare del mondo. Può essere identificata con Tula iperborea o la Thula greca, etimologicamente ritrovata dagli aborigeni dell’Atlantide. Thula si scopre anche nei miti indiani, cambogiani: è l’isola bianca dei felici. Secondo i musulmani, il paradiso terrestre si trova in un’isola di nome Ceilon e Zeus è originario dall’isola sacra Minas, la patria dei misteri. Un’isola centrale dal punto di vista religioso è citata nella Ricerca del Santo Graal. Lì sarebbe situato un tempio nel bacino quadrato del lago Anavalapta.
Si dice che questo posto faccia guarire le malattie del corpo e della mente. I celti hanno sempre rappresentato l’altro mondo e le meravigliose rive al di là delle navi irlandesi sotto forma di isole situate all’ovest o al nord del mondo. Le divinità irlandesi delle tribù della dea Diana sono arrivate sulla terra portando alcuni talismani magici e le quattro isole del Nord del mondo, mentre l’Irlanda, con la sua provincia centrale, Meath (colei di mezzo) è anch’essa un’isola divina.
Sembra che la Gran Bretagna fosse l’isola per eccellenza, secondo i racconti di Cesare e i testi irlandesi.
Pare che lì vi andassero i druidi per cesellare e completare le conoscenze sulla sacra scienza e per rafforzare la dottrina ortodossa.
La psicanalisi moderna ha sottolineato, specialmente, un lato essenziale dell’isola: il fatto che essa evoca un rifugio.
La ricerca dell’isola da scoprire, o sconosciuta, o ricca di sorprese, è una delle tematiche fondamentali della letteratura, dei sogni e desideri.
Gigi Sabani soffriva della psicosi dell’isola. Non vi andava mai perché non si sentiva al sicuro. Gli mancava la terra ferma.
Gli dava il senso della claustrofobia.

Premio di Giornalismo “Otto milioni” 2019 – GI02 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente la scrittura

La storia della scrittura risale a circa 6000 anni fa. I grandi maestri spirituali, Socrate, Buddha, Gesù Cristo non hanno lasciato come testimonianza nulla di scritto. Un antico documento, rappresenta Toth, divinità egiziana anche della scrittura, che estrae alcuni caratteri dai ritratti degli dei. Perciò essa ha un’origine sacra e si identifica con l’essere umano. È il segno visivo dell’attività divina, della manifestazione della parola. Qualche esoterico musulmano sosteneva che le parole sono il corpo di Dio. In India, Saraswati era la dea le cui parti del corpo erano le lettere dell’alfabeto. La pronuncia del nome della divinità suprema degli ebraici, Yahveh, è composta da quattro lettere, come quello di Allah, e ciò rappresenta la determinazione quaternaria dell’unità. Il simbolismo cosmologico delle lettere è sopravvissuto nel rituale praticato nei tempi in cui la chiesa cattolica evocava la propria dominazione sul tempo e sullo spazio, parlando degli alfabeti latini e greci.
È facile intendere che le lettere conferivano alla Santa Scrittura un pluralismo di sensi gerarchizzati, che secondo Dante erano quattro di numero, mentre per il Corano, sette. Seguirono gl’ideogrammi ed i geroglifici. La scrittura cinese è essenzialmente simbolica, perché non usa alcun segno al quale si possa attribuire un altro tipo di significato. Così possiamo affermare che scrivere o parlare in cinese comporti più la preoccupazione di diventare efficace che non quella di ubbidire ad un bisogno strettamente intellettivo. Anche i celti usavano la scrittura.
Essa sorgeva dal dio incatenato, Ogmios, e aveva valore magico.
Il fondatore della linguistica moderna, Ferdinand de Saussure, ha fatto una distinzione pertinente: il linguaggio e la scrittura sono due sistemi ben distinti. La scrittura materializza la rivelazione tagliando il legame umano per sostituirlo con delle lettere o dei segni.
Per fare reagire la rivelazione c’è bisogno del parlare.
“Nelle anime non si scrive con l’inchiostro”, diceva Josepf de Maistre.
Premio di Poesia “Otto milioni” 2019
PS01 Adriana Iftimie Ceroli – Poema 1

Ho cent’anni o forse solamente uno.
Un’immensità o solamente
il fischio che spacca la membrana
del silenzio della montagna.
L’uomo che sale, vincente
o perpetua vittima, che scende.

Mi alzo dalle nebbie del sonno:
quanta gente incontrerò oggi?
Il tuo viso vedrò oggi, Dio!
Guarda, questa fetta di pane ti somiglia.
Hai un arcobaleno di sudore intorno alla fronte,
cercando l’orizzonte che protegge la gente
dall’invasione del passato.
E i palmi delle mani ti somigliano,
una sopra l’altra come la vita che si aggancia
al senso della perdita.
L’uomo che amo
ha esattamente il tuo viso.
Gli accarezzo il corpo
e dico: Dio, senti com’è forte
il mio amore per te?
Senti che potrei perdermi in un abbraccio?
La gente che ti allontana,
scagliandoti pietre addosso,
ha il tuo viso. Sei tu l’innamorato
frustato per vedere dove penetra
il fulmine della sferzata.

Premio di Poesia “Otto milioni” 2019
PS04 Adriana Iftimie – La mia mente

Vola l’anima nei tuoi odori vivi,
di terra che non c’è.
Volo con premura nei tuoi discorsi aridi,
affamati di un sì, di un consenso all’attimo,
con fame di pane, di madre perduta,
affamato di tutto.
Vola la mia carne, grembo stordito,
ancora incompiuto
pasto alla mia destinazione.
Vola la mia mente malata.
Forse vola
cercando lo stesso ristagno tuo,
la stessa casa di perdizione,
la stessa notte perversa,
per dire che va bene così.
Vola la mia pelle in cerca delle tue rughe,
approfondite sui miei pensieri.
Volano i miei anni
contro l’autunno tuo in cerca del volo.

Premio di Poesia “Otto milioni” 2019
PS12 Adriana Iftimie – Il mio nome

Il mio nome sei tu,
cicatrice nella mia pelle bianca,
bruciata nella fabbrica
dei tuoi comandamenti.
Ordine squilibrato con te,
combatti da sempre la stessa carne,
ti svendi all’orgoglio.
Il tempo non cambia atmosfera,
diventa un gioco
di luci sbiadite.
L’ossigeno riveste l’idea di essere.
Non devi pensare ai frutti
della nostra mente umana
mostri che dicono “Ti odio!”

La pelle rigenera ogni volta.
Non devi pensare al rogo
che brucia i miei sensi di amore.
L’orgoglio ti uccide
e gli anni misurano l’anima
che genera solo prigioni
e ombre riflettenti l’abisso.

Premio di Giornalismo “Otto milioni” 2019
GI06 Silvana Lazzarino – Adriana Iftimie

Coraggio, determinazione, profonda sensibilità e un’innata curiosità sono state le motivazioni principali che hanno accompagnato Adriana Iftimie, scrittrice e poetessa bella, colta, sensibile, amante della letteratura e della poesia. Nata in Romania, Adriana nel suo percorso di bambina, giovane donna e madre ha saputo cogliere gli aspetti positivi della vita nonostante la sua infanzia e adolescenza siano state dolorose e difficili per la critica situazione familiare e l’atmosfera del regime. Sotto il regime di Ceausescu ha dovuto trovare in se stessa quella forza ed energia per fare di ogni suo giorno un’opportunità per essere felice. Curiosa da sempre, fin da piccolissima a farle compagnia non erano giocattoli e bambole, bensì i libri della libreria del padre tra i quali Proust, Schopenhauer e Zola. Così già a 4- 5 anni riusciva a leggere testi di letteratura e filosofia con cui trascorreva molti pomeriggi. Lo studio è stato importante per la sua formazione culturale e personale: attenta e interessata ai vari argomenti che apprendeva a scuola, Adriana si mostrava molto portata per le diverse materie fin dalle elementari quando ha scoperto una particolare predisposizione per la poesia con cui dare vita alle proprie emozioni e stati d’animo. A sei anni ha scritto la sua prima poesia intitolata “Il cuore è una foglia”. Caduto il regime, espatria, e dopo diversi spostamenti, incontri ed esperienze come fotomodella e nel cinema in diverse fiction, giunge a Roma dove vive da 24 anni con i figli Alessia e Kevin ed il suo compagno il Maestro Mario Ceroli scultore noto al pubblico per il Cavallo alato posto di fronte alla sede RAI di Saxarubra. Mario Ceroli è anche autore di 4 chiese: una a Porto Rotondo, una a Tor Bella Monaca, una a Napoli ed una all’Istituto Superiore di Polizia, e di tante altre opere collocate in Italia e nel mondo. Adriana è autrice di una sceneggiatura e ha pubblicato due libri e vinto un primo premio internazionale di poesia con “InimaPierduta” scritto completamente in italiano. Un libro che ha ricevuto molte testimonianze di stima ed apprezzamento da parte di personaggi illustri tra i quali vanno menzionati: Paolo Villaggio, Luca Cordero di Montezemolo, Bimba De Maria.

D: – Alla poesia ti sei accostata fin dall’età di sei anni quando hai scritto il tuo primo componimento “Il cuore è una foglia”, quali gli autori che amavi leggere più di frequente? Quali tematiche affronti nei tuoi versi con cui parli delle tue emozioni?
R: – Naturalmente leggevo autori romeni. In adolescenza ho scoperto Pirandello, Alighieri, Montale; i miei versi raccontano parole mai dette, ricordi sottili dell’anima, amori proibiti, sogni, presente, passato, futuro, stagioni. Potrei dire che scrivo di getto ciò che sento al momento.

D: – Lasciare la tua terra, la Romania, ha rappresentato un distacco difficile, ma ha segnato l’inizio di una nuova vita, seppur attraverso spostamenti da un luogo ad un altro. Cosa ti ricordi a livello di sensazioni di quando hai messo piede in Europa?
R: -Lasciare la mia terra, nonostante i successi avuti come modella e fotomodella mi ha restituito una nuova occasione. L’Europa l’ho vissuta da privilegiata, continuando a fare la modella a Francoforte, Düsseldorf e Zurigo.

D: – Il tuo primo libro di poesie è INIMA PIERDUTA. Me ne parli?
R: – “Inima Pierduta”(anima perduta), significa l’inizio di una nuova me, in una lingua che parlavo bene. Fui incoraggiata dal mio compagno a riprendere la scrittura. Mi fece scrivere la prefazione di un suo catalogo “Il Sesto Senso”. Un lavoro complesso che rappresentava me, esposto anche al museo PS 1 di New York. Presentando il libro fui colpita dall’accoglienza ricevuta dal pubblico e dai personaggi famosi arrivati per me nelle librerie. Ho tanti articoli nei giornali dell’anno 2002.

D: – Quali personaggi di spicco del mondo dello spettacolo hai conosciuto con il tuo lavoro nelle fiction e come modella?
R: – Ne ho conosciuti tanti! Alcuni sono morti. Posso nominare Paolo Villaggio, Pasquale Squittieri, Claudia Cardinale, Franco Nero, Luca Cordero di Montezemolo, Vittorio Sgarbi, Califano, Umberto Tozzi, Corinne Clery, Serena Grandi, Lorenzo Flaherty… A parte gli amici scomparsi, con gli altri sono tuttora in contatto ed ottimi rapporti.

D: – Importante è stato l’incontro con la DILA, Associazione Culturale da Ischia l’Arte, e Bruno Mancini. Come hai conosciuto Bruno Mancini, affermato scrittore?
R: – L’incontro con il grande amico e scrittore Bruno Mancini fu uno dei più storici legami. È nato in facebook, per caso. I miei figli per prendermi in giro, circa 14 anni fa, più o meno, mi hanno creato un profilo nella rete social e poi creai un gruppo, e mi sono iscritta nel gruppo di Bruno Mancini.

D: – Quale la prossima pubblicazione in uscita?
R: – La prossima pubblicazione sarà “Il Cantico del Cigno”, sempre poesie. Inseguito un’antologia in 5 lingue. (….)
Silvana Lazzarino
Opere finaliste del Premio di Narrativa “Otto Milioni” 2019

NA01 RITIRATA
NA02 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente il fulmine

NA02 – Adriana Iftimie Ceroli -Simbolicamente il fulmine


NA03 Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente Ischia

NA03 – Adriana Iftimie Ceroli – Simbolicamente Ischia


NA04 Alessandro Corsi – La ballata del mare incantato

NA04 – Alessandro Corsi – La ballata del mare incantato


NA05 Liga Sarah Lapinska – Fiaba bianca

NA05 – Liga Sarah Lapinska – Fiaba bianca


NA06 Liga Sarah Lapinska – Fiaba Rossa

NA06 – Liga Sarah Lapinska – Fiaba Rossa


NA07 Andrea Giostra – Mastr’Antria

NA07 – Andrea Giostra – Mastr’Antria


NA08 Andrea Giostra – Donna vita

NA08 – Andrea Giostra – Donna vita


NA09 Angela Maria Tiberi – Ritorno alla terra

NA09 – Angela Maria Tiberi – Ritorno alla terra


NA10 Angela Maria Tiberi – Debutto in teatro

NA10 – Angela Maria Tiberi – Debutto in teatro

Liga Sarah Lapinska:
Grazie per avermi ispirato a realizzare la nostra antologia, che è un riflesso della nostra vita!

Grazie a mio padre Viesturs Lapinskis, Anastasija Aniskina e Max Huber che sono morti molto tempo fa. Grazie a Adam Ilyasov, Aleksandr Abushajev- Iskander, Aivars Bergers, Glikerija Bērziņa, Ilze Butkus, Alvils Cedriņš, Boriss Cilevičs , Valery Chursanov , Jānis Čamanis, Antonio Di Nauta, Sergey Dmitrijev, Sebastiano Grasso, Anna Greivule, Valentins Grigorjevs, Ajub Ibragimov, Ņina Izopa, Guntars Jirgensons, Raffi Kharajanyan, Sergey Kyrychenko, Aivars Krancmanis, Andris Ķipurs, Igor Kulev- Marinaio, Anastasija Lide, Jānis Lūsēns, Bruno Mancini – Pescatore, Viktor Mishin, Raimonds Pauls, Ellina Ravdina, Andris Rāviņš, Lidija Ribkina, Baiba Rivža, Vera Roķe- Giardiniera, Eva Strazdiņa, Ksenia Svetlova, Angela Maria Tiberi, Aidis Tomsons, Sarmīte Vanaga, Marģers Vestermanis, Janis Jan Zarins, Nunzia Zambardi, Tod Yeffet e tanti altri.

Ārija Norkalne: Mi preoccupa che gli scrittori e pittori di grande talento, Ajub Ibragimov di Cecenia, mia figlia Liga Sarah Lapinska, l’americano Frank W. Tansey 2, non siano sufficientemente apprezzati. Purtroppo, non solo nel campo dell’arte, i più eccellenti sempre più spesso non sono apprezzati.

AG32 Opera finalista
Premio di Arti grafiche
“Otto milioni” 2019
Zhayna Ilyasova

Opera finalista Premio di Poesia “Otto milioni” 2019
PS36 Ligija Kovaļevska
Permette di vivere cosi

Permette agli alberi di crescere, crescere diritti e curvi.
Permette al fiume di lanciare zigzag.
Permette agli uccelli di cantare fino al mattino presto.
Permette al cuore di amare
non contando gli anni.
Permette di inciampare molte volte e alzarsi di nuovo.
Permette di lodarsi,
quando il dolore strangola il cuore.
Permette di vivere cosi
come Dio a noi l’ha dato.
Sotto il sole questo è meglio di niente…

AG36 Opera finalista
Premio di Arti grafiche
“Otto milioni” 2019
Janis Drozdovs

Opera finalista Premio di Poesia “Otto milioni” 2019
PS54 Eduards Aivars
Siamo passati sopra l’arcobaleno

Siamo passati sopra l’arcobaleno
come una poliziotta bellissima addormentata
Prendiamo la corsa,
prendiamo remi in fretta,
dov’è nel lago una nuova isola.
La torta del tuo compleanno con candele accese.
Anche se è l’isola, deve essere spenta!
Meno male, che può succedere, distinguersi eccetera.

Hai da sola spento tu le candele, ti applaudo.
Su questa isola, che adorabile -questa panna montata, ciliegie.
Un cespuglietto delle eriche (sela*) eccetera.

AG30 Opera finalista
Premio di Arti grafiche
“Otto milioni” 2019

Opera finalista Premio di Poesia “Otto milioni” 2019
PS52 Anita Ķēķe
Barche dei lini

Lunghe barche delle nuvole.
Lungo il cielo notturno vanno.
L’autunno è venuto.
Le anime dei lini nel cielo s’incantano.
Nello spazio la riflessione del cielo lascia.
Ascolta l’eternità e i respiri dei lini. Con la lunga coda una cometa
per i lini scrive le lettere.
Le stelle così lontane la luce s’accendono.
Questa notte incontra i cari tuoi,
quelli che danzano nei prati del cielo, nell’eternità sono divertenti da ridere.
E verso il raggio di luce bianca
silenzioso verrà l’angelo custode
portando il respiro dei lini,
per riempire lo spazio con l’amore. Tardi nell’autunno
le anime dei lini nel cielo s’incantano.
Al cielo notturno
le barche dei lini vanno.

AG08 Opera finalista Premio di Arti grafiche
“Otto milioni” 2019
Ēriks Bāris

AG10 Opera finalista
Premio di Arti grafiche
“Otto milioni” 2019
Frank W. Tansey

AG31 Opera finalista
Premio di Arti grafiche
“Otto milioni” 2019
Yuri Serebryakov

Liga Sarah Lapinska – Gli umiliati s’alzano

Dedicata a Guga- Igor Kulev.
Io vorrei avere il tempo per entrare nella tua dimensione mentre, nel nostro mondo intero, gli altri mondi capiamo, accettiamo, scommettiamo, perdoniamo.

Gli umiliati s’alzano, ma che occhi belli.
La riva c’è in anticipo o in ritardo. Forse, sostituire la pelle?
Se fossimo lucertole. Ma, non importa.
Io vorrei solo avere il tempo, non dobbiamo iniziare da Aleph,
per amarti come un uomo, come un bambino,
come gigolò, come padrino, non così, non così.
Come un Dio, uno Spirito continuarti
in tutti i nostri mondi che rotoliamo,
ci guardiamo, ci scambiamo.
Se non fossimo in un mito.
Abbiamo vissuto un sacco di cose, ma non importa.
Come tutti quelli che capiscono la fraternità,
come tutti quelli che hanno gli occhi belli.
A cui non importa dell’eternità, siamo quelli.
Dietro di noi i mondi dei mondi muoiono e nascono.
Allora, tu in me e io in te, viviamo, di nuovo,
perché noi siamo vasti.

PS39 – Premio internazionale di Poesia “Otto milioni” 2019
Liga Sarah Lapinska
Appena nati

Presenza, chi sei?
Apriamo gli occhi per nascere
l’un l’altro, come il sole ogni mattina, oggi caldissima,
e la rugiada sulle palpebre,
foglie selvaggiamente verdi.
Assorbiti. Scomparire.
Appena nati.

L’ancora viene gettata sulla riva.
Le spirali delle felci si trasformano in embrioni di pesce,
e le fonti, nascoste sotto la zolla, saltano e fluiscono attraverso la sabbia, prendendo velocità.
Crederci.
I nostri occhi limpidi appena nati
ancora senza la luce un po’ scura, indistinta.
Nascere l’un l’altro.
E ingenua la dignità!
Come le ombre nelle sere cresceremo
per prosperare di notte.

Chiaro di luna
sulle acque non naufragate.
In tutte le canzoni, in ogni seconda presenza, chi sei?
Ti ringrazio.

GI08 – Premio internazionale di Giornalismo “Otto milioni” 2019
Liga Sarah Lapinska – Le canzonette del cuore.

Per la prima volta ho incontrato Marģers Vestermanis nei pini di Rumbula. La sua voce è clamorosa, e quello che dice convince.
Alcuni oratori hanno ammesso, onestamente, che non hanno altro da dire dopo aver ascoltato Marģers Vesterman parlare dell’Olocausto e su coloro che leggono libri e girano film e discutono, affermando che non erano tempi così orribili, o che tutti i tedeschi o tutti i lettoni si sono resi colpevoli. Gli ho dato una delle nostre antologie subito dopo la commemorazione dicendogli che quel libro non è dei nostri più recenti. Gli ho detto che per me era importante darglielo perché avevo letto a lungo la storia dell’Olocausto scritta da chi la racconta onestamente, per esempio Andrievs Ezergailis e Marģers Vestermanis.
“In mille dei miei sogni dell’infanzia ho visto me stessa come Maryam, un’ebrea, perseguitata, con la stella di Davide sull’abito, e poi quei sogni li ho rivisti nella mia vita. Mi sono sentita felice durante quasi tutta la mia vita, che è simile sia al Biblico Cantico, sia al libro di Yob. Sono sorpresa da coloro che non hanno notato che una storia così recente e tragica come l’Olocausto si ripete: c’è chi ride e non crede che qui in Europa le persone siano torturate e uccise in massa senza che ciò venga nascosto troppo ai troppo impauriti.
Non importa se siamo ebrei, gay o sciamani, se esprimiamo i nostri pensieri su qualche presidente francamente antipatico, leggiamo i nostri cognomi nella lista delle vittime già domani o in quella dei prigionieri. Lista abbastanza lunga da compararla, proprio come le buche da riempirle, che sono già state scavate.”
Mi ha ringraziato e ha detto che il libro è un valore come tale, vecchio o appena rilasciato. Le posizioni nel nostro mondo sono sufficienti per i neonati e i vecchi. Marģers Vestermanis è nato il 18 settembre 1925.
Raccoglie canzoni ebraiche dagli imprigionati nei campi in Lettonia.
Come storico ha un interesse speciale per le passioni di coloro che hanno rischiato la vita salvando altri, non solo ebrei. Quando aveva 16 anni, fu imprigionato nel ghetto di Riga. Poi nei campi di concentramento. Fuggì a Liepāja, una città al mare, dalla sua marcia verso la morte. Se noi, fuggiti, non incontriamo lungo la nostra strada gente sia coraggiosa, sia generosa, possiamo rovinarci in ogni età.
Tutti i suoi familiari morirono nell’Olocausto. Come me, quando era vicino alla morte, canta. La canzone del suo amico Isaiah Dvorkin divenne un inno non ufficiale del movimento di resistenza:
“Dermon zeh dem monat dezember,
Den jorcait fun dain orb

Uomini zol dir nit darfen dermonen
Dem cil fun dain leben gešvind. ”
Marģers Vestermanis scrive: “Durante la seconda guerra mondiale, i nazisti hanno superato tutti i record, ma ciò non significa che la sadica crudeltà sia monopolio dell’imperialismo tedesco.“
L’esperienza mostra che la crudeltà è inerente all’imperialismo in generale. Sottolineare i parallelismi è sempre rischioso, perché la storia non si ripete mai. Il padre di mio padre, Fritz, un ebreo, è stato portato di notte in una direzione sconosciuta, non tornando, mentre mio nonno Alberto, un insegnante, parzialmente ebreo, era uno di coloro che spararono agli ebrei di Jelgava. Erano imprigionati, prima della sua morte, non lontano dal mercato attuale di Jelgava. Dovremmo testimoniare tutta la verità su ciò che sappiamo? No. Occorre lasciare aperte le porte dei nostri cuori per coloro che rimpiangano i propri errori. Sono sempre inspirata dalla nostra antica canzone Tumbalalaika.
Non solo la melodia, ma la risposta di una ragazza, simile a me stessa, che brucia, ma non finisce mai. No, purtroppo, il sole non è eterno, o, per fortuna, nessun incendio è immenso. Ecco una dalle canzonette del cuore mio:

E il ragazzo sta pensando.
Durante tutta la notte a che cosa vale la pena e che cosa non va.
Che cosa vale la pena e che cosa non va.
Tumbala, Tumbala, gioca balalaika
Tumbala, Tumbala, Tumbalalaika
Tumbalalaika, gioca balalaika
Tumbalalaika, per renderci felici.
Ragazza, ragazza, la risposta ti chiedo. Cosa si può senza pioggia, si può crescere?
Cosa può bruciare e non finire mai? Cosa si può senza lacrime piangere?

Oh, mio sciocchino, perché mi chiedi questo?
La pietra sì, può senza pioggia crescere. L’amore sì, può bruciare e non finire mai. Il cuore sì, può senza lacrime piangere.
Cos’è più alto di una casa?
Cos’è più veloce di un topo?
Cos’è più profondo di un pozzo?
Cosa è amaro, più amaro del fiele?
Il camino è più alto di una casa.
Il gatto è più veloce di un topo.
La Torah è più profonda di un pozzo. La morte è amara, più amara del fiele.

Facendo le traduzioni in diverse lingue delle canzoni delle vittime dell’Olocausto, tristi ma non preoccupate di ciò che non dovrebbe accadere, ho scoperto le canzoni che sono state pubblicate finora.
Le canzoni dei prigionieri nei campi in Lettonia sono quasi inedite, ma suona ancora questa canzone nelle stazioni, nelle foreste e nei venti.
I nostri cuori echeggiano. Kaddish.

NA06 – Premio internazionale di Narrativa “Otto milioni” 2019
Liga Sarah Lapinska – Fiaba rossa
Un giovane commerciante di nome Ba meditava accanto ad un ruscello scintillante e si interrogava sull’amore che associa una donna a un uomo, o un uomo con un uomo, una volta nella vita. Una rispettabile vedova Phan era intelligente e virtuosa, quindi Ba era curioso di visitarla e le offrì un affare. Il suo giardino si può decorare di più con le torce argentate e le lampade. Rispettabile Phan era d’accordo. Il suo costume di seta nera è costosissimo, ornato di aironi bianchi, ma tra le vignette di fiori multicolori era cucita, con fili d’argento semi sommersi, una nave che sta affondando. Il suo viso, la sua silhouette? Non importa, se lei si può permettere d’avere il giardino lussuoso e gioielli del prezzo di due, tre piccoli atolli nell’oceano dell’India. Poi Ba cercò una taverna, Kuan in Vietnam, per sdraiarsi fino al mattino. Sulla scala sedeva un vecchio magro dalla barba candida e lunga. Accanto aveva una borsa rossa. Nell’oscurità della luce perlacea il vecchio lesse un pesante libro che teneva sulle ginocchia.
– Che cosa leggi?
– Il libro dell’Amore, – disse il vecchio.
– E cosa c’è in quella borsa rossa? Oro o argento?
– Aspetto che tu sia qui perché so quali pensieri ora vengono presi dal tuo cervello. Questa borsa contiene più di tutto l’oro e l’argento insieme. Fili rossi con cui io, il Dio dell’Amore, lego due eletti, sposa e sposo. Niente può rimpicciolire la vita con cui connetto due cuori, senza equivoci, senza lungo divorzio, senza morte. Se qualcuno scioglie questo nodo da solo, fa male a se stesso e agli altri eletti come nessuna afflizione terrena e nessuna aperta ferita. Ma poi questo nodo, come un anello, cerca di nuovo gli eletti e i due che ho legato si troveranno di nuovo l’un l’altro. Inevitabilmente. Meglio nei giardini di questo mondo, in modo che non ci si cerchi l’un l’altro nell’altra vita. Nessuno degli universi che conosciamo esisteva prima della nascita del Tempo. Non ho intenzione di parlarti di quale sia l’Uovo Cosmico da cui è nato il Tempo, e delle tue appiattite ali infuocate, e delle stelle nel cielo scintillanti stasera negli specchi ondulati dei ruscelli.
– Non mi sveli il grande mistero? Forse la vedova Phan è quella con cui mi hai legato?
– L’uomo di Phan era quel disperato che si è strappato la pancia, scoprendo che Phan lo tradiva e dormiva con i nemici di suo marito che sul divano si erano accordati su come umiliare il suo marito e uccidere i suoi amici giusti.
Tu sei tanto più fortunato. Sono le donne leggere che hanno i rapporti con tanti. Niente da criticare. Invece, Phan non ama nulla, sottraendo se stessa e la sua proprietà legale. La madre della tua sposa è Nama, la figlia di Chana che vende per strade le pipe e i souvenir, fatte da Nama, ancora ragazzina.”
Già il giorno dopo Ba incontrò per la prima volta la sua sposa, insieme a sua madre Chana, che offrì a Ba un talismano di carta bianca, dipinto da Nama, a buon mercato. Ba rifiutò il talismano fatto di carta economica. Gli occhi di Nama guardavano su verso quelli di Ba verdi scuri a mandorle, la sua faccia era filigranata come una bambola di porcellana, ma aperta per tutti i venti, non bianca. Il cuore di Ba ha già capito tutto. Però, la madre di Nama è una quasi mendicante, e Nama ha il vestito di cenci. Un agente di Phan seguiva Ba. Il giovane tornò a Kuan e, come per caso, lo aspettava lì. Ba parlava con la spia del suo incontro con il Dio dell’Amore e di Nama. L’agente di Phan credeva nel Destino, quindi contattò la sua signora Phan e prese in mano un lungo coltello. L’agile Nama è fuggita, ma al suo mento è rimasta la cicatrice per il resto della sua vita. Ba ha quasi dimenticato la profezia di Dio dell’Amore. Nama divenne artista famosa, e aveva stoffe di seta su cui dipingere. Il governatore della provincia apprezzava il talento di Nama. Non era nato, il governatore Bao, sulla strada come Ba, era nobile che non voleva isolarsi dall’altra gente. Ha invitato Nama nel suo palazzo come figlia insieme con la sua madre. Ba, sperando di concludere un accordo, dal governatore incontrò la sua figlia, vestita in rosso, con un ventaglio con infilati i cigni d’oro e la nave che naviga a vele spiegate. Nama raccontava la sua storia a Ba. Come lei e sua madre Chana attaccarono l’assassino, e dopo al mento di Nama rimase la cicatrice. La stessa storia a Ba, qualche tempo fa nel Kuan, la sapeva l’agente di Phan, certo, non accettando d’essere lui quel bandito.
Il Dio dell’amore è venuto al matrimonio di Nama e Ba, entrambi giovani hanno posto le loro mani in modo che il vecchio le avvolgesse con fili di lana rossa come regalo di nozze, simbolicamente: entrambi gli eletti dell’intrico erano legati dalla nascita. Che fortunati!

Premio internazionale di Poesia
“Otto milioni” 2019
PS46 Vera Roķe – Sono
Sono come il vento del nord
che raffredda l’anima surriscaldata. Sono come la rugiada della mattinata che estingue la sete e dà la forza.
Sono come il raggio di sole,
che nella sua luce scalda. Sono come un cespuglio di lillà
che profuma ricco i suoi fiori.

Premio internazionale di Poesia
“Otto milioni” 2019 – PS33 Janis Jan Zarins – Nel calore estivo
Nel calore estivo, nel grande viale
i pensieri miei mi bruciano, nella mente sono fissi i granelli di quei pensieri nel calore estivo nel riflesso del sole guardo con gioia
i pensieri fissi comincio a girare aperti nel calore estivo nel grande viale dove l’erba è il più calda i pensieri fissi si scintillano in me.

Premio internazionale di Giornalismo “Otto milioni” 2019
GI07 Liga Sarah Lapinska – Guntars Jirgensons

Guntars Jirgensons è Direttore di una scuola in Riga. Lo conosco da molto tempo: è nato a Sarkandaugava, Riga, come me. Ricorda di essere stato colpito, da bambino, dalle registrazioni di Robertino Loretti che stava ascoltando con sua madre. A Guntars piacerebbe vedere di nuovo il Duomo prestante di Milano, l’aeroporto di Genova e la soleggiata Sicilia, Catania, la città dove vive il mio amico pittore Sebastiano Grasso, con la sua famiglia. Guntars è d’accordo con me che in Italia la maggior parte delle persone è più aperta che in Lettonia.
Impauriti? Rainis aveva ragione: è meglio organizzarsi insieme che non scegliere volutamente l’esilio per non sentirsi impauriti o troppo soli. Alcuni ascoltano la TV dei mafiosi, e leggono gli scritti di storici e futurologi, e, mentre leggono, non si accorgono di ciò che sta accadendo qui e ora. Alcune delle nostre antologie sono nella biblioteca scolastica di Guntars. È orgoglioso della sua scuola. Molti suoi colleghi e scolari stanno aspettando il Festival della canzone e delle danze, in lettone Dziesmu un deju svētki, così come i partecipanti. Lui e una sua collega gestiscono la Fondazione di Rainis e Aspazija. La Fondazione ha sostenuto un museo in un edificio a due piani a Riga, grazie al sostegno della Fondazione di Friedrich Ebert e ha ripagato le attività di tanti entusiasti. Rainis e Aspazija, due persone molto diverse, entrambi scrittori, sono stati per molto tempo marito e moglie. Tra gli scopi di questa Fondazione c’è, non solo, quello di ricordarci di Rainis e di Aspazija, ma anche quello di avviare eventi culturali, sopratutto tra i più giovani. Purtroppo, attualmente la Fondazione non si può permettere di prendere in fitto un qualsiasi locale per l’esposizione delle sue opere. Tempi duri? Non solo oggi è difficile poter spendere se stessi e le proprie finanze non solo per le necessità quotidiane, ma anche per memoria, anche per gli altri.
Guntars ha iniziato a lavorare nel progetto perché rispetta Rainis non solo come letterato ma anche come attivista sociale, giornalista, avvocato, cioè uomo che oltre ad averle scritte ha anche realizzate le proprie idee. Rifugiato ed esiliato nella Svizzera italiana, a Lugano insieme con Aspazija, è poi tornato in Lettonia. Rainis, per fortuna, non è stato dimenticato. Guntars sente più vicine le poesie sociali di Rainis e quelle, dolcissime, di Luna e di Sole, simili alle canzoni popolari lettoni per bambini, chiamate Dainas. Guntars, volentieri, spenderebbe più tempo su questo lavoro, ma il tempo libero non c’è, perché lui, Guntars,

non è solo un direttore scolastico e un politico, ma capisce, come Rainis, che solo le persone molto forti possono vivere in solitudine forzata per lungo tempo. Fratellanza, solidarietà, capacità di unirsi, sì, insieme nella gioia e nel dolore, e sì, essendo in grado di fidarsi di un altro per obiettivi che sembrano possibili per tutti. Ho parlato con Guntars al telefono. Ci eravamo incontrati spesso prima.
L’ultima volta di persona, in una conferenza a Jelgava. Lui è arrivato con la speranza che il nostro partito socialdemocratico di Jelgava potesse raccogliere insieme un numero sufficiente di adesioni.
Quelli che vogliono liquidare le fratellanze, e i partiti specialmente, sognano la dittatura. Quanto ottimismo c’è in questo poema di Rainis:

In un libro con pagine nere, registriamo le nostre canzoni. Lascia che lamenti e pericoli si coprano come notti nere. In un libro con pagine nere, vieni seppellito dietro il nero suolo. Dormiranno questa notte e il giorno, di nuovo arriva. In un libro con pagine nere, ogni lettera, silenziosa, fiammeggia. Per essere clementi con i più stanchi e per riscaldare quelli ancora bravi. Il libro con pagine nere, al mio seno porterò finché, insieme con la speranza di tempi nuovi, cominceranno a bollire le pagine nere.

Premio di Poesia “Otto milioni” 2019 – PS32 Ilze Zeimule Stepanova – Sotto i rami di salice

Sotto i rami di salice ho trovato il mio rifugio. Sottili foglie degli alberi toccano teneramente la testa mia, invitandomi a sdraiarmi sul muschio, con ninna nanna mi coccolano. Io chiudo gli occhi per dormire tranquilla sul tappeto del muschio mentre il calore e l’amore accarezzano le mie spalle. Il supporto sia accorto, sia inconcepibile. Tutto ciò che mi ha causato tristezza, passo dopo passo, si trasforma. Perciò il mio rifugio divino mi insegna la pace con la sensazione di sentirmi necessaria!
Premio di Poesia “Otto milioni” 019 – PS05 Aleksandra Zavišjus – Fa veramente male

Fa veramente male, mi fa male veramente male per ogni raggio di luce che colpisce la terra arida.
M fa male, fa male fino alla raucedine nella sua voce per ogni parola del poeta che il mondo non sentirà.
Mi fa male fa male alle lacrime dell’anima per ogni cuore che l’amore e la pace non sapeva.
Mi fa male e fa male come non mai a causa di un’ondata di infelicità e pesante fardello a causa di impotenza a causa dell’ipocrisia mi fa male
veramente male

Opere finaliste del Premio di Musica “Otto Milioni” 2019

MU01 Ivan De Fabiani – Nessun dorma

MU01 Ivan De Fabiani – Nessun dorma


MU02 Antonio Di Nauta – Nel sole

MU02 Antonio Di Nauta – Nel sole


MU03 Antonio Di Nauta – Luna rossa

MU03 Antonio Di Nauta – Luna rossa


MU04 Eva Strazdiņa – Besame

MU04 Eva Strazdiņa – Besame


MU05 Eva Strazdiņa – Dimmi quando

MU05 Eva Strazdiņa – Dimmi quando


MU06 Abdel Malek Zeroual – Chitarra

MU06 Abdel Malek Zeroual – Chitarra


MU07 Polina – Zvezdniy Malchik

MU07 Polina – Zvezdniy Malchik


MU08 Valentina Gavrish – Tecla

MU08 Valentina Gavrish – Tecla


MU09 Valentina Gavrish – Gilda

MU09 Valentina Gavrish – Gilda

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Roberto Prandin,compositore italiano che vive a Perugia, ha scritto molta musica di taglio classico-moderno, pur non appartenendo al mondo dello sperimentalismo. Ha una propria concezione estetica che porta avanti giorno dopo giorno, scrivendo musica per tanti esecutori italiani ed esteri. Per l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha da poco scritto quattro pezzi (per voce e pianoforte) e una sinfonia:

• lirica napoletana su testo di Bruno Mancini nella versione napoletana di Luciano Somma “Quanno” Op 35 Nr4 per voce e pianoforte;
• ballata su testo di Liga Sarah Lapinska nella versione italiana di Bruno Mancini “La porta, aperta dal vento” Op 35 Nr1 per voce e pianoforte;
• romanza, su poesia di Bruno Mancini: “Tra eutanasia e ghigliottina” Op. 35 Nr2per voce e pianoforte;
• lirica napoletana su testo di Bruno Mancini nella versione napoletana di Luciano Somma “E sento jastemmà ‘o cielo” Op. 35 Nr2 per voce e pianoforte;
• sinfonia di circa 40 minuti “Ischia” OP 34 per Orchestra.

La sinfonia, terminata nel 2018, rappresenta la sintesi del balletto di Polindorfo e Numella. Il riferimento va alla storia che vede i due protagonisti campani vissuti nel Tardo Medioevo, attorno al 1380.
Un racconto che affonda le radici tra credenze popolari, che sconfina nella fantasia e che, per molti versi, sa di fiaba: la fiaba di Polindorfo e Numella, per l’appunto, lui di Ischia e lei di Pozzuoli.
I luoghi della storia di magia e amore, morte e dolore sono Ischia, Pozzuoli e Napoli con il suo Golfo.
Una storia d’amore non corrisposto che sfocia in tragedia per la malvagità degli uomini condita di sadico cinismo.
Quanto ci sia di vero e quanto di inventato nessuno lo può sapere. Rimane la storia, bella ma triste che porta in sé un auspicio, e cioè che una condanna debba essere basata sulle prove inconfutabili e non sulle dicerie e sulle menzogne.
Ambasciatrice di ciò: Numella mutata in sirena che…
La sinfonia catalogata come Op 34 prende spunto dal balletto omonimo del medesimo autore, elaborandone i temi salienti per proporli sotto forma di sinfonia classica.
Sul piano strettamente stilistico, la sinfonia pur essendo annoverabile tra la musica del nostro tempo, e per tanto il riferimento va avvicinata al così detto“contemporaneo”, in realtà è espressione storicamente ed esteticamente impropria di una forma di Pop Art realizzata utilizzando gli strumenti classici dell’orchestra.

Quindi non musica contemporanea Tout-court, ma forma che, pur se agganciata all’ambito sopra descritto, non fa parte dell’estetica maturata nel grembo delle scuole di pensiero musicale dell’avanguardia europea della seconda metà del secolo scorso.
La Sinfonia s’aggancia per certi versi all’estetica prodotta da un’armonia richiamante l’atonalità che, va anche detto, non è mai eccessivamente ardita.
Di tanto in tanto si scorge persino qualche episodio, breve per la verità, d’impostazione tonale.
Si può pertanto definire la Sinfonia come post avanguardia che recupera elementi tradizionalmente tonali, ma rivisti in un’ottica moderna, tendenti a farsi riconoscere per lo sconfinamento verso un mondo sonoro spaziante, sola a volte, in modo palese.
I temi salienti richiamano i personaggi della storia, presentandosi, in certi frangenti, sotto forma onomatopeica.
È il caso di “’U Piedone scalz”, il cattivo della storia, oppure il tema dell’amore di Polindorfo, oppure le sevizie perpetrate a quest’ultimo che perirà nelle segrete del castello di Napoli, ma è anche il caso di Fasulla, l’amante del “Piedone”, barbaro regnante del tempo, oppure il pianto e la disperazione degli animaletti amici di Polindorfo, co-protagonisti della storia ed attenti commentatori.
Tali caratteristiche favoriscono una visione teatrale del pezzo.
Difatti, la sinfonia op 34 è la sintesi del Balletto omonimo.

Ischia, finalmente, dopo tante canzoni e canzonette, ha la sua SINFONIA e L’Associazione DILA, onde permettere che la valentia di Roberto Prandin venga ribadita a livello più che nazionale, intende organizzarne la prima esecuzione mondiale inserendola in una promozione del MADE in Ischia.

Nato da famiglia decisamente povera, emigrata in Svizzera nel 45, alcuni mesi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quelli della valigia di cartone tanto per intenderci, Roberta Prandin ha fatto un po’ di tutto: il lavandaio, il garcon del fiorista, l’aiuto commesso, il boccia del muratore, anzi del manovale, questo verso i 15 anni.
Aveva un progetto.
Amava la musica alla follia. Nel 1963 la sua famiglia si trasferì a Lugano dove vi rimase per più di 40 anni. Dai 15 ai 25 anni studiò, molto seriamente, flauto e composizione. A 23 si diplomò in flauto.
Tra il 1979 ed il 91, lavorò facendo il cronista per il Giornale del Popolo di Lugano intanto che studiava anche Marketing Management & Communication a Milano, conseguendone un Master. Ciò gli aprì la strada all’insegnamento universitario. Nel frattempo, aveva vinto alcuni concorsi: presso la Malta University of Malta dove insegnò per 5 anni Cultural Management, poi All’Uni per Stranieri di Perugia, nei Master della Regione Toscana, al Conservatorio di Cesena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ritornò in Svizzera come professore universitario.
Da qualche anno si è ritirato a Perugia, in pre pensionamnto, dove scrive a getto continuo. Ovviamente musica. Roberto Prandin ha definito uno stile che attinge in parte al newjazz, trasformandone le movenze e le sequenze sonore attraverso un ibrido che transita dal Bel canto all’esperienza contemporanea. Ma non si dichiara un patito di quest’ultima, anche se riconosce nei vari Berio, Stockhausen, Fukushima e altri ancora, una vera e propria genialità. Negli ultimi anni ho scritto un centinaio di pezzi.
Recentemente ha terminato due dei 4 Concertus Peruginensis per Archi, l’Opera 31 e il Duetto d’amore per due clarinetti Op. 33 Nr1 per i suoi amici Guido Arbonelli e Natalia Benedetti.

Bookcity 2018 – Aula magna SIAM in occasione della presentazione del promo della sinfonia “Ischia”.

Da sinistra: Bruno Mancini, Flora Rucco,
Roberto Prandin, Roberta Panizza.
Domenico Umbro,
per il terzo anno consecutivo sarà presente al Bookcity di Milano 2019, come musicista dei progetti culturali presentati dall’Associazione Da Ischia L’Arte – DILA.
Infatti, ha proposto concerti da solista nel novembre del 2017 nell’Auditorium del Museo Delle Culture MUDEC, e nel 2018 ha suonato sia nell’Aula Magna della Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri – SIAM, sia nell’Auditorium di Mare Culturale Urbano.

Sue succinte biografie sono presenti in diverse antologie, pubblicare a cura di Bruno Mancini e di Roberta Panizza, tra le quali vanno citate “Una pagina, un’emozione!” editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi, e “Penne Note Matite” anch’essa edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi con la collaborazione di Silvana Lazzarino.

Con Raffaele Pagliaruli ha costituito il “Duo Giavenese” che ha già in calendario numerosi concerti a Milano, Torino, Giaveno e in Svizzera a partire dall’ottobre del 2019.

Domenico Umbro in concerto nel Museo Delle Culture MUDEC durante il Bookcity 2017.

Raffaele Pagliaruli,
musicista, flautista e sassofonista, nato a Putignano(Ba) nel 1981, ha iniziato gli studi presso la scuola musicale C.R.S.E.C. sotto la guida del M° Giuseppe Mallardi, allievo del celebre M° Nino Rota terminandoli presso il Conservatorio “N. Rota” di Monopoli, dove, sotto la guida della Maestra Laura Iacobelli si è diplomato in Flauto intraprendendo, contemporaneamente lo studio del sassofono con il M° Walter Arcangeli.
Ha partecipato ad alcuni corsi di direzione e strumentazione per Banda tenuti dal M° Maurizio Billi, direttore della Banda della Polizia di Stato, ed ha frequentato il corso di strumentazione e direzione per banda sotto la guida del M° Paolo Addesso e didattica della musica presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.
Ha partecipato a molte masterclass tenute da illustri musicisti del panorama musicale internazionale; ha collaborato in concerti con famosi personaggi del campo musicale italiano, dal classico al leggero tra i quali vanno citati Katia Ricciarelli, Barbara Cola, Nicola Martinucci, Andrea Tofanelli, Mario Rosini, New Trolls, Silvia Mezzanotte.
Insieme all’intensa attività musicale e concertistica, dall’Ottobre 2007 ricopre il ruolo di Direttore Artistico dell’Associazione Culturale Musicale “Orpheo” di Turi (Ba).

Raffaele Pagliaruliha formato, con Domenico Umbro, il “Duo Giavenese”, subito invitato dall’Associazione “Da Ischia l’Arte – DILA” a partecipare all’edizione 2019 del Boockcity Milano proponendo, nell’Aula Magna della SIAM, un inedito programma musicale con brani appositamente scritto dal M° Roberto Prandin per l’evento “Otto milioni” che vedrà protagonisti, il 16 novembre 2019, gli artisti finalisti delle sei sezioni (poesia, letteratura, musica, arti grafiche, giornalismo recitazione) finalisti dell’omonimo Premio.

Maria Luisa Neri ha iniziato a scrivere in gioventù ma ha poi sospeso per dedicarsi solo alla musica, diplomandosi al Conservatorio in due strumenti. Laureata in Psicologia Clinica indirizzo Applicativo presso l’Università della Sapienza di Roma, si è perfezionata per gli aspetti dell’età evolutiva, sui disturbi della sessualità dell’apprendimento, dell’alimentazione, e della devianza. Iscrittasi all’Albo, ha avviato uno studio privato.
Per le sue opere letterarie e poetiche, a volte usa il nome d’arte di “Artista Di Strada”.
L’amore per la scrittura l’ha indotta a scrivere 11 volumi di poesie e racconti brevi, tre di questi pubblicati, una raccolta di Haiku e diverse fiabe musicali. Alcune sue composizioni sono state inserite in varie Antologie. Nel 2014 è stata pubblicata la sua prima Silloge di Poesia “La Magia delle Parole… “. Ora è in distribuzione l’antologia “Le Perle” composta da poesie inedite. Ama ogni forma d’arte e organizza eventi in campo culturale e artistico, in particolare in ambito musicale, dando spazio soprattutto ai talenti italiani.
Socia Fondatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, Maria Luisa Neri è anche Presidente dell’Associazione “Arte del suonare” tramite cui intende favorire e organizzare manifestazioni musicali, culturali, ricreative, cinematografiche, festival, conferenze, premi, saggi, concerti, musical ed ogni altra forma di spettacolo legata alla musica; diffondere la cultura musicale nel mondo giovanile e non, attraverso la realizzazione di iniziative musicali di vario genere, con particolare attenzione al repertorio violinistico dando vita a stagioni concertistiche di alto livello, a festival musicali e un Concorso Musicale Internazionale giunto ormai alla settima edizione; proporsi come luogo di incontro d’interessi musicali e culturali assolvendo alla funzione sociale di crescita umana e civile.
Oltre all’offerta concertistica, l’Associazione è impegnata a realizzare un altro scopo fondamentale dallo Statuto: la scoperta e la valorizzazione di giovani promesse in campo musicale sia a livello locale sia in campo nazionale.

INFO: 347-0804603 – nerimarialuisa@libero.it http://artedelsuonare.wordperess.com/

Giulio Menichelli. Nato a Roma nel 1992. Diploma di violino presso il Conservatorio di Santa Cecilia; Corsi alle Accademie Chigiana con Belkin e Accardo e Accademia Stauffer con Accardo; Diploma di perfezionamento Accademia di Santa Cecilia con Sonig Tchakerian per il violino e Carlo Fabiano per la musica da camera; Master Interpretation presso l’Hemu di Sion con il Sergiu Schwartz; Master class con Accardo, Belkin, Bron, Budeer, Ciulei, Ireland, Giovaninetti, S. Pagliani, I. Oistrach, Tchakerian, Vernikov-.
La sua formazione violinistica di base è stata curata dai Maestri Shalom Budeer e Georg Monch.
Diplomato a soli 16 anni col massimo dei voti. A 8 anni si è esibito in pubblico con il Moto perpetuo di Paganini.
Primo concerto con orchestra a 11 anni.
Sempre a 11 anni è entrato a far parte dell’orchestra giovanile di Uto Ughi. A dodici anni si è esibito a Mosca e al Teatro Strehler di Milano. Ha vinto numerosi concorsi ricevendo il premio Speciale Bach, il premio Enescu donato dalla Fondazione omonima rumena (al concorso Postacchini dove fu l’unico italiano ad arrivare in finale), il premio Bernabai per la migliore espressività musicale, premio “Via Vittoria” come miglior diplomato dell’anno e vincitore di tanti altri riconoscimenti.
Ha eseguito il suo primo recital a 14 anni. Da allora ha all’attivo più di 500 esibizioni in pubblico. è stato sempre spalla e solista delle più importanti orchestre giovanili, tra le quali la Giovane Orchestra dell’Opera e la Juny Orchestra Advanced dell’Accademia di Santa Cecilia, Young Talents Orchestra “Ernst & Young.
Per l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha suonato nel Museo Etnografico del Mare di Ischia. è stato Spalla dei primi violini nella Symphony Orchestra di Palermo Classica. Collabora con l’Orchestra del Maggio Fiorentino. è risultato idoneo alle audizioni del Teatro Carlo Felice di Genova. e del Teatro dell’Opera di Roma.
Molti suoi recital sono stati trasmessi in alcune decine di puntate del programma culturale “Mancineide” messo in onda dall’emittente televisiva Teleischia. Suona un violino francese del ‘700.

INFO: 340/5390367 – 347/0804603 www.giuliomenichelli.it

Santina Amici,
si è laureata in pianoforte presso il Conservatorio di Frosinone “L. Refice”, sotto la guida del M° D. D’Alessio.
Ha seguito un corso di musica d’insieme presso l’Associazione “La Bottega dei Musici” con i Maestri G. Magliocca e A. Bracchi.

Ha svolto attività concertistica in Italia e all’estero in importanti Associazioni musicali quali Ass.ne Cattolica Artistico Operaia, Brutium, Ciac, Ass.ne degli Umbri, Ass.ne Italia-Cina e Ass.ne Italo-Germanica e in Galles, nelle città di Port Talbot, Cwmafan, Castello di Margam-

Ha partecipato alla tournée teatrale “Chanson de Bilitis”, suonando musiche di C. Debussy dirette da S. Aletta, ottenendo consensi di critica nelle pagine culturali d’importanti giornali quali: Tribune, Courier, Guardia.
Ha animato la S. Messa presso la Basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti), di Roma, sotto la direzione artistica di M° Ann Reesn.

Nel novembre 2015, Santina Amici ha partecipato alla cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio di Poesia “Otto milioni” 2015, che si è tenuta nell’isola d’Ischia, eseguendo, tra l’altro, il concerto “Meravigliosamente Retrò”.

Nel suo repertorio ci sono composizioni musicali che spaziano dal sacro al profano, con brani che comprendono musiche che vanno dal periodo barocco a quello contemporaneo.

INFO:
santina.amici@hotmail.com

“Gli Archi della Donadoni”.
Formatisi a Settembre del 2018 per partecipare al Concorso Internazionale “Note sul Mare” di Roma organizzato da Maria Luisa Neri Presidente dall’Associazione musicale “Arte del Suonare” nonché Socia Fondatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, gli “Archi della Donadoni”, forti del 1° premio assoluto (con 100/100) conseguito al concorso, hanno deciso di proseguire l’esperienza nella stessa formazione affrontando il repertorio barocco per archi. Incoraggiati e seguiti dal Maestro Alessandra Albo, fortemente voluti dalla Direzione Artistica di DILA,
“Gli Archi della Donadoni” saranno proiettati sulla scena internazionale partecipando, il 17 novembre 2019, all’evento “Il Sextante – Eudonna – Il Dispari – DILA” (organizzato, appunto, dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ed inserito nel palinsesto del #BCM19) con un repertorio musicale che eseguiranno a Milano nell’Aula Magna della prestigiosa“Società d’Incoraggiamento Arti e Mestieri – SIAM.
“Gli Archi della Donadoni” sono cinque violinisti e un violoncellista, tra i tredici e i quattordici anni, che hanno terminato a Giugno 2019 il percorso di studio presso la Scuola Media ad Indirizzo Musicale “Donadoni” di Bergamo
con i maestri Alessandra Albo per il violino e Leonardi Gatti per il violoncello.
I ragazzi, ai quali vanno tutti i nostri complimenti ed auguri e che vi invitiamo a seguire con attenzione, sono i violinisti Maddalena Foschetti, Eleonora Corti, Michele Benvenisti, Sveva Corallo, Alessandro Rosace e il violoncellista Federico Casazza.

Ecco i risultati ottenuti nei due concorsi a cui hanno partecipato ultimamente. Concorso a Verona: Eleonora Corti, 3° premio 89/100; – Maddalena Foschetti, 2° premio 92/100;- Ensemble “Gli Archi della Donadoni”, 2° premio 92/100. Concorso a Roma: Eleonora Corti, 2° premio 94,3/100 – Maddalena Foschetti, 1° premio 95,3/100 – Ensemble “Gli Archi della Donadoni” 1° premio assoluto 100/100.

INFO:Via T. Tasso, 14 – 24121 BERGAMO – Tel. 035.232589 – Fax 035.4179553 – Email: bgic81300v@istruzione.it – PEC: bgic81300v@pec.istruzione.it),
Opere finaliste del Recitazione “Otto Milioni” 2019

BR01 Adriana Iftimie Ceroli – Ombra Rossa

BR01 Adriana Iftimie Ceroli – Ombra Rossa


BR02 Alessia Palomba – Eppure tu

BR02 Alessia Palomba – Eppure tu


BR03 Alessia Palomba – Non sono io il suo dannato problema

BR03 Alessia Palomba – Non sono io il suo dannato problema


BR04 Antonio Mencarini – Il volo verticale

BR04 Antonio Mencarini – Il volo verticale


BR05 Antonio Mencarini – L’inganno d’Ignazio

BR05 Antonio Mencarini – L’inganno d’Ignazio


BR06 Carmen Auletta – Intorno a Mezzanotte

BR06 Carmen Auletta – Intorno a Mezzanotte


BR07 Carmen Auletta – L’aspra vicissitudine

BR07 Carmen Auletta – L’aspra vicissitudine


BR08 Daniela Baldassarri – No, no

BR08 Daniela Baldassarri – No, no


BR09 Daniela Baldassarri – Nel buio, donna

BR09 Daniela Baldassarri – Nel buio, donna


BR10 Don Backy – Io forse ladro

BR10 Don Backy – Io forse ladro


BR11 Don Backy – Più fine che amore

BR11 Don Backy – Più fine che amore


BR12 Eduardo Cocciardo – Eppure tu

BR12 Eduardo Cocciardo – Eppure tu


BR13 Eduardo Cocciardo – T’azzannano

BR13 Eduardo Cocciardo – T’azzannano


BR14 Giuseppe Lorin – L’estate con la parrucca

BR14 Giuseppe Lorin – L’estate con la parrucca


BR15 Itala Cosmo – Bagna la pioggia

BR15 Itala Cosmo – Bagna la pioggia


BR16 Itala Cosmo – Ceri nel buio

BR16 Itala Cosmo – Ceri nel buio


BR17 Katia Massaro – In un carcere ammazzano un uomo

BR17 Katia Massaro – In un carcere ammazzano un uomo


BR18 Lucia D’Ambra – E sento bestemmiare il cielo

BR18 Lucia D’Ambra – E sento bestemmiare il cielo


BR19 Lucia D’Ambra – L’ultima rivista in voga

BR19 Lucia D’Ambra – L’ultima rivista in voga


BR20 Luciano Somma – Perché andiamo

BR20 Luciano Somma – Perché andiamo


BR21 Luciano Somma – Parliamo sottovoce

BR21 Luciano Somma – Parliamo sottovoce


BR22 Nicola Pantalone – Ta

BR22 Nicola Pantalone – Ta


BR23 Nicola Pantalone – Quel giorno

BR23 Nicola Pantalone – Quel giorno


BR24 Katia Massaro – Stop and go

BR24 Katia Massaro – Stop and go


BR25 Massimo Colella – Alla carezza gelida

BR25 Massimo Colella – Alla carezza gelida


BR26 Massimo Colella – Non fosti pioggia

BR26 Massimo Colella – Non fosti pioggia


BR27 Nunzia Zambardi – La frana e noi

BR27 Nunzia Zambardi – La frana e noi


BR28 Nunzia Zambardi – Cicala – formica

BR28 Nunzia Zambardi – Cicala – formica


BR29 Tiziana Mignosa – Agli angoli degli occhi

BR29 Tiziana Mignosa – Agli angoli degli occhi


BR30 Michela Zanarella – Domani all’alba

BR30 Michela Zanarella – Domani all’alba


BR31 Viktor Mishin – Promo

BR31 Viktor Mishin – Promo


BR32 Giuseppe Lorin – Equivoco

BR32 Giuseppe Lorin – Equivoco


BR33 Maria Calise – Ancora hai voglia

BR33 Maria Calise – Ancora hai voglia


BR34 Maria Calise – Nel manto unisono

BR34 Maria Calise – Nel manto unisono


BR35 Peter Ciani – Sono quella cornice vuota

BR35 Peter Ciani – Sono quella cornice vuota


BR36 Peter Ciani – Rimuovo licheni

BR36 Peter Ciani – Rimuovo licheni


BR37 Enrico Pietrangeli – La zingara

BR37 Enrico Pietrangeli – La zingara


BR38 Salvatore Ronga – I tuoi occhi
https://www.emmegiischia.com/wordpress/br38-salvatore-ronga-i-tuoi-occhi/
BR39 Manuel Panizza – Temerario

BR39 Manuel Panizza – Temerario


BR40 Carmela Di Lustro – Non rubate la mia vita

BR40 Carmela Di Lustro – Non rubate la mia vita


BR41 Manuel Panizza – Segni

BR41 Manuel Panizza – Segni


BR42 Salvatore Ronga – La forza di Ignazii

BR42 Salvatore Ronga – La forza di Ignazii


BR43 Chiara Pavoni – Erotismo, sì!

BR43 Chiara Pavoni – Erotismo, sì!


BR44 Chiara Pavoni – Volteggio

BR44 Chiara Pavoni – Volteggio

Chiara Pavoni
Donna vera, bella, esuberante, intraprendente come sua attività tutto ti aspetteresti tranne che leggesse le tue tristi malinconie di giovane autore o le turbolenti composizioni poetiche di autori poco noti. Eppure, il mondo eterogeneo dell’Arte è così!
Chiara Pavoni è così. Chiara Pavoni è un’Artista. Abbiamo avuto modo di conoscerci durante la celebrazione della giornata mondiale della Poesia, presentata alla galleria Micro di Roma di Paola Valori per la perfetta organizzazione di Mariapia Ciaghi. In quella occasioni, Chiara si fece apprezzare per l’intensità emotiva con la quale lesse alcune poesie degli autori di provenienza internazionale invitati all’evento, tra cui due poesie tratte dal volume “Promo uno”di Bruno Mancini. Ora Chiara, nei ritagli di tempo che riesce a sottrarre ai sui numerosi impegni professionali, è impegnata nella preparazione di video che la vedono protagonista di letture di prose e di poesie selezionate dalla Presidenza di DILA.
La Biografia di Chiara: Esperienze formative
Studio professionale della danza classica, contemporanea e jazz.
Scuola di Teatro di Bologna, Scuola di Alessandro Fersen e con Leonardo Bragaglia, tecnica Stanivslaskiy con Beatrice Braccoz.
Corso di arti sceniche e video presso l’Atelier della Costa Ovest di Castiglioncello. Scuola Popolare di Musica di Testaccio di Roma.
Studio delle percussioni con Stefano Rossini, e del canto con Elisabeth Aubry e Timothy Martin.
Partecipazioni teatrali – coreografia
La Luna di Bologna; Premio Beato Angelico di Roma; Casbah Talent Scout di Riccione; Artegiovane della Repubblica di San Marino; Serate di Danza Contemporanea del Centro Movimento e Danza Milano: Tremplin Choréographique di Thionville.
Partecipazioni teatrali – attrice e ballerina
l clown e la ballerina; Café chantant – Regia di Maurizio Santilli; Rievocazioni medievali; Fantastico mondo del fantastico – Regia di Riccardo Bernardini; Ad Eva aggiungi Eva – Regia di Pierluigi Boccardi; Il lungo pranzo di Natale – Regia di Alberto Testa; Le pillole di Ercole – Regia di Francesco Primavera.
Partecipazioni teatrali – attrice
Finalmente mi sposo – Regia di Francesca Milani; Il nudo e la nuda – Regia di Camilla Cuparo; Profumi metropolitani – Regia di Dario D’Ambrosi; Qualcuno volò sul nido del cuculo – Regia di Roberto Almagià; Siddarta – Regia di Daniele Valmaggi; Vite stroncate – Regia di Giuseppe Oppedisano; Commedie in trenta secondi – Regia di Vasco Montez; La cerimonia – Regia di Walter Manfré; La confessione – Regia di Walter Manfré; Alle falde del Kamasutra – Regia di Carlo Guidoni; A Nudo – Regia di Gianni Schena; Madre Courage – Regia di Salvatore Di Mattia; Se il maniaco viene a cena – Regia di Salvatore Scirè; Ifigenia è morta – Regia di Lucio Castagneri; Prima e dopo il cavallo di Troia – Regia di Luigi Petrini; Riccardo III° e il suo doppio – Regia di Daniele Scattina; Intorno a Salomé – Regia di Viviana Di Bert; Lunedì 13;30 – Regia di Bruno Bonifazi; Quei sette peccati capitali – Regia di Lucia Modugno; Nebbia sul campanile – Regia di Silvia Nebbia; Pinocchio – Regia di Carlo Cianfarini; C’è un morto al terzo piano – Regia di Salvatore Scirè; La strana coppia – Regia di M. Zangardi; Le stanze della virtù – Regia di Barbara Abate Russo; Il Giardino dei ciliegi – Regia di Salvatore Di Mattia; Presunte colpevoli – Regia di Flavia Koffman; AAA posto auto confortevole vendesi – Regia di Alfonso Mendia; Fratello cannibale maestro d’amore – Regia di Eduardo Fiorito; Bolle di sapone – Regia di Marco Falaguasta; Ippanda – Regia di Mario Prosperi; Armonie in nero – Regia di Silvio Giordani; Nozze da pazzi – Regia di Maurio Vassallo; L’orgasmo della mia migliore amica – Regia di Massimo Milazzo; Due minuti per provarci – Regia di Salvatore Scirè; Storie non raccontate di Sherazahd – Regia di Kamal Atteya; Biografie non vissute – Regia di Mario Prosperi; La ballerina dei sogni falsati – Regia di Simona Almerini; Zio Vania – Regia di Mario Prosperi; Glauco – Regia di Arnaldo Ninchi.
Partecipazioni teatrali – regia e attrice e di vario altro tipo.
Capita sul lettino; La scuola dell’estasi; Stavo tanto bene con i miei; Serate di cabaret al Tina Pika Village; Giro di vite; Questa sera, io; Non c’è due senza stress; Telecamere ardenti; Iugula; Le allegre comari del patchwork; Scusami se ti disturbo; Le vie della verità; Otello; Battaglia al giardino di Lussemburgo; A viver come bruti; Oggi mi sposo; Romani; Domineddracula; Caro accoppiamoci; Profondo Rosso Horror Show I° e II°; Pigiama per sei; Letti a castello; Nisà; Processo a Caravaggio e Pasolini; Santa Tecla dei nani; Medea; Giocasta.
Viaggio a Reims – Regia Luca Ronconi (mimo); Festival d’Arte Drammatica di Pesaro (collaborazione artistica); Il cielo sopra Calcata (regia, attrice e ballerina); Le signore sono pregate… – Regia di Rossella Monaco (attrice, cantante e ballerina); Arriva l’ispettore – Regia di Stefano Marcucci (aiuto regia); Una Salomé – Regia di Gianni Schena (aiuto regia, coreografia ed attrice); Nell’ultima ora – Regia di Giuliano Del Vecchio (ballerina); Performances con il pittore Maurizio Pio Rocchi; Verso la Cima con Tiziana Radis (ballerina); Sole… insieme – Regia di Grazia Grilli (ballerina); Montand e gli altri – Regia di René Fiorentini (aiuto regia); Se son rose pungeranno (regia); Sta’ in campana, c’è il Giubileo – Regia di Shirin Sabet (aiuto regia, attrice e cantante); Casa di bambola – Regia di Salvatore Di Mattia (aiuto regia ed attrice); Baccanti perdute – Regia di Luca Archibugi (coreografia e attrice); Miles gloriosus – Regia di Salvatore Di Mattia (ballerina ed attrice); Le donne di Trachis – Regia di Franco Cavenaghi (coreografia ed attrice); Faccende da mortali – Regia di Carlo Cianfarini (ballerina e attrice); Un vaso d’amore – oscena beltà – Regia di Valentina Brandolini (performance);
Video letture
legge la poesia “Eppure se” scritta da Bruno Mancini
https;//youtu.be/fZpWqb5Cq0g
legge un brano del racconto “La sesta firma” scritto da Bruno Mancini
https;//youtu.be/CMNYlU4euhg
legge “Il brivido più lungo”e altre poesie di Bruno Mancini https;//youtu.be/pxwdfh9TcK8
legge la poesia “Volteggio” scritta da Bruno Mancini https;//youtu.be/9X5TlqIGJCY
legge la poesia “Erotismo, sì!” scritta da Bruno Mancini
https;//youtu.be/VtDmuWeB3gc
Reading Attrice;
Oscura lectio- Racconti horror inediti; I commensali; Labbra cadabra – Regia di Donatella Mei; Carmen nocturna; Romanticus Dei;
Televisione Presentatrice
CortoTV – Regia di Claudio Stirlani
Conduzione Presentatrice
Aperitivo corto – Serate al Fandango Cafè
Cinema,Corti e videoclip, tantissime partecipazioni.

Giuseppe Lòrin.
Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”; uditore straniero c/o Film Institute of London; laureato in Psicologia all’Università “La Sapienza” di Roma; giornalista pubblicista e Free Lance International Press, collabora con varie testate giornalistiche web e cartacee, tra le quali Periodico Italiano Magazine.it; Urbis et Artis – bimestrale di arte, cultura e attualità; Rivista San Francesco; Clicknews interviste & recensioni; Roma Capitale magazine.it; L’Unico.it; Il Tempo.it; Nuovi Argomenti.org; Gliautori.it; Rossovenexiano.it; Partecipiamo.it; Servire, trimestrale del Sovrano Militare Ordine di Malta… ed altri. Specializzato in Marketing & Pubblicità all’Università Luigi Bocconi di Milano. Ha lavorato con i seguenti registi: Luca Ronconi, Richard Attemborough, Giuliano Montaldo, Orazio Costa Giovangigli, Gianni Amelio, Roberto Faenza, Franco Giraldi, Vittorio Sindoni, Ruggero Jacobbi, Andrea Camilleri, Mario Landi, Giorgio Presburger, Gennaro Duccilli, Vittorio Pavoncello, Carmela Colaninno, Federica Fiorillo, Giuseppe Andreozzi, ed altri. È docente di dizione recitazione, dizione interpretativa e de “La magia dell’interpretazione con il Metodo Mimesico”; ha collaborato con l’Università “La Sapienza” Roma 3, con la Scuola delle Arti dello Spettacolo – S.A.S. – diretta da Enzo De Camillis, con La Fucina, con StudioEmme, e con altre Accademie Nazionali e private. Ha vinto vari premi e riconoscimenti. È nel sito ufficiale di Pier Paolo Pasolini. È autore dei seguenti libri: “Manuale di dizione”, con prefazione di Corrado Calabrò; “Da Monteverde al mare”, con prefazione di Jonathan Doria Pamphilj; “Tra le argille del tempo”; “Rome, i segreti degli antichi luogh”i; “Roma, la verità violata”; Transiberim Trastevere, il mondo dell’oltretomba”. Alcuni suoi testi teatrali sono stati rappresentati e premiati, come: “Scartafaccio, liturgie pasoliniane” con Paolo Lorimer, Tiziana Bergamaschi, Silvio Parrello; “Risveglio di primavera in poesia: Michela Zanarella in recital” con Elisabetta De Palo, Eleonora Pariante, Chiara Pavoni, Federica Fiorilo, Alessandro Moschini alla chitarra; “Gioco d’identità” con Matteo Tosi, Chiara Pavoni, Marco Palvetti, Paolo Zanarella al pianoforte; “L’Estetica dell’Oltre tra Poesia & Teatro” con Michela Zanarella, Chiara Pavoni, Silvio Parrello, Salvatore Gioncardi, Giulio Eccher, Filippo Di Lorenzo; “Tragicamente Rosso” scritto in collaborazione con Michela Zanarella ed interpretato da Chiara Pavoni con alla chitarra il M° Mauro Restivo; “Fragile Vita” dedicato a Chiara Insidioso Monda, scritto in collaborazione con Michela Zanarella ed interpretato da Chiara Pavoni, Maria Lo Moro, Marco Bersaglini, Matteo Pasquinelli, Mauro Restivo alla chitarra, Adriana Palmisano cantante. È membro di giuria di premi di poesia e narrativa: Un libro amico per l’inverno; Pioggia di Libri; Memorial Gennaro Sparagna; Città di Torvajanica; Premio di Poesia Città di Latina; Premio Internazionale Le Ragunanze. Ha pubblicato saggi su personaggi della Cultura e dello Spettacolo, quali Vito Pandolfi, Marilyn Monroe, Francesca Bertini, Greta Garbo, Dante Maffia, Dacia Maraini, Dino Buzzati, Isabella Morra aggiudicandosi targhe d’argento. Ha intervistato Carlo Rubbia, Dacia Maraini, Mauro Mellini, Corrado Calabrò, Furio Colombo, Rosario Sorrentino, Luciano Mecacci, Milena Vukotic, Alessandro Gassman, Jonathan Doria Pamphilj, Alba Gonzales, Michela Zanarella, Vittorio Michele Craxi, detto Bobo, ed altri. Giuseppe Lorin conduce eventi di prestigio con il patrocinio dell’Ambasciata di Svezia, del Consiglio dei Ministri, della Regione Lazio, del Comune di Roma Capitale, del XII Municipio, ed è lettore e moderatore nelle presentazioni di libri. Collabora con accademie, scuole e associazioni culturali per la realizzazione di corsi su “La magia dell’interpretazione con il Metodo Mimesico”; è docente di Dizione, Dizione interpretativa, di scrittura creativa, di Dizione nella comunicazione interattiva per politici, di marketing & pubblicità, di ufficio stampa e giornalismo. “Ischia, l’isola dei miei ricordi”, così parla di Ischia Giuseppe Lòrin, attore, poeta, regista, romanziere, critico letterario, autore, conduttore e giornalista. La ricchezza delle attitudini culturali ed artistiche di Giuseppe Lòrin sono un biglietto da visita di enorme impatto mediatico a favore, sia dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” e sia, di rimbalzo, di tutta l’isola d’Ischia. Angela Maria Tiberi, Presidente Sede operativa Latina dell’Associazione DILA, poetessa vincitrice del premio “Otto milioni”, ne propone questa intervista.
D) Come sei venuto in contatto con la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”?
R) Conosco Bruno Mancini e l’associazione “Da Ischia L’Arte” ovvero DILA, grazie a Michela Zanarella che fa parte dei soci fondatori della stessa Associazione Culturale. Questa estate, ad una mia presentazione del libro TRANSTIBERIM, a San Felice Circeo ho conosciuto te, Angela Maria Tiberi, che con il tuo entusiasmo mi hai coinvolto in questa intervista.
D) Quali sensazioni hai provato venendo ad Ischia la prima volta?
R) Conservo il ricordo della partenza per Ischia dal molo Beverello. Dopo l’imbarco con la nostra automobile, la fuga sul ponte a vedere la costa di Napoli che lentamente si allontanava con saluti trombanti della nave alla caotica città della pizza! Mia madre, Maria Galluccio, aveva prenotato un mesetto da trascorrere all’Hotel Villa Carolina a Forio, accompagnata da me e da mia sorella Gloria. Dal terrazzo vedevo la chiesa del soccorso e il molo borbonico. Ricordo la sensazione che le maioliche azzurre davano agli occhi, quel senso di pulito conventuale, arricchito dalla brezza marina. Erano altri tempi, altre economie, sui tavolini del bar all’aperto si aprivano papaveri bianchi a protezione del sole mentre il monte Epomeo gioisce come sempre nell’osservare l’antica torre “il Torrione”. Ischia è un po’ come Roma, la storia e le sue bellezze si offrono a chi passeggia tranquillo e sereno tra i suoi vicoli nell’ascolto di voci ischitane.”
D) Ci sono state altre tue visite ad Ischia? Hai amici? Altri ricordi?
R) Sì, amici, anzi un’amica, Caterina Ciannelli, la nipote o la figlia di Eduardo Ciannelli, indimenticabile attore e baritono, nato a Lacco Ameno, che mi ospitò nel suo appartamento di famiglia, nella strada laterale al corso principale; la casa dove nacque Eduardo e che è ancora di loro proprietà. Nel 2012 l’amministrazione comunale di Lacco Ameno appose una targa ricordo sulla facciata dell’edificio, in modo da conservare e tramandare la memoria di questo grande attore e cantante nato sull’isola di Ischia.”
D) Transtiberim, Trastevere, il mondo dell’oltretomba è un tuo libro che parla di Roma. Come si è nato questo tuo interesse per Roma?
R) Il mio interesse per Roma, la città dove sono nato, si è sviluppato gradualmente negli anni. Avendo genitori non di Roma; mio padre di Padova e Venezia, mia madre di Capua e Napoli, quando venivano a trovarci i parenti dal nord e dal sud d’Italia, mia madre, avendo da sbrigare le faccende domestiche per l’accoglienza dei parenti, delegava me che avevo una decina d’anni, per portarli a visitare Roma, città unica nel suo genere. Poi, negli studi superiori, con la prof di Storia dell’Arte si andava il sabato in giro per l’Urbs a conoscere nello specifico i posti storici degli eventi che hanno reso insuperabile questa nostra Roma. I sentimenti che mi legano a questi luoghi spaziano dai ricordi a momenti quotidiani di emozioni a volte dovute a profumi, a voli improvvisi di pappagalli verdi che ormai a migliaia colorano i parchi della capitale d’Italia. A ricordi che all’improvviso si fanno vivi solo a vedere un volto che ne ricorda un altro, un gesto affabile nei miei confronti mi emoziona e nel contempo mi meraviglia specialmente se viene da persone che non si conoscono.
Link ad alcune letture realizzate in video su testi di Bruno Mancini
• Equivoco https://youtu.be/Ohia_4xBMRk
• L’estate con la parrucca https://youtu.be/ti4I1XkROoo
• Il brivido più lungo https://youtu.be/4FdWofYpSm4
Stefano Degli Abbati, medico, giornalista, collaboratore dei progetti culturali ideati dall’Associazione ”Da Ischia L’Arte – DILA”, è stato conduttore e lettore degli eventi DILA nel palinsesto Bookcity 2017 – 2018 e lo sarà ancora nel contesto dei tre progetti DILA approvati per l’edizione del BCM19.
Insieme ad Antonietta e Giuseppina Provenzano -due sorelle gemelle, psicologhe e psicoterapeute, Stefano Degli Abbati, figlio unico e medico, ha pubblicato il volume “La scelta del Sé”, edito da Il Sextante di Mariapia Ciaghi. Il libro é stato realizzato utilizzando la forma di dialogo a tre voci tra gli Autori, e racconta la costruzione della personalità in base al vissuto familiare partendo dalla nascita dell’individuo. Il testo ha origini nel vissuto degli stessi scrittori, nascendo – come dice Degli Abbati “Raccontandoci la nostra storia e intrecciandola con le storie degli altri” tanto che, da questi incontri della loro attività, “Sono emersi i passaggi chiave che fanno di una narrazione, una narrazione umana o una narrazione dis-umana”.
Stefano degli Abbati, come lui stesso si definisce in una dichiarazione resa a “Tutta la città ne parla”, è un esperto di narrazione, con competenze che nascono dall’essere un grande lettore, curioso del mondo. Il libro, quindi, prende le mosse dalla narrazione che diventa la chiave per capire la profondità di noi stessi.
Leggendo la prefazione scritta da Stefano Degli Abbati abbiamo estratta questa frase che ci pare emblematica di tutto il travaglio che l’ha portato alla stesura del libro: “All’inizio di questa impresa a tre mi domandavo quale potessero essere gli esiti antropologici di un’indagine sulla identità e sulla gemellarità. Ora mi rendo conto che le conclusioni a cui siamo giunti naturalmente ci riportano a una semplicità sconcertante che è, in fondo, quella dello stesso senso della vita”.
Alla luce di tutto questo il Sé può essere identificato da un punto di vista essenzialmente antropologico come quello di un animale dotato di linguaggio secondo la definizione insuperata di Aristotele e che in quanto tale non trova altra giustificazione se non in qualcun altro che gli dica grazie per averlo messo al mondo e fatto nascere o semplicemente per averlo incontrato.

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NUOVI ARTISTI

Lucia Fusco, Ambasciatrice DILA per la Regione Lazio, scrittrice, opinionista della testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, si sta dedicando alla stesura di articoli che aprano sipari su vicende poco note di illustri personaggi che hanno, nel passato, eletto l’isola d’Ischia a loro meta privilegiata.
Il suo è un impegno che vuole affondare radici nelle atmosfere e nei sentimenti che hanno coronato le permanenze ischitane degli Artisti verso i quali ha deciso di rivolgere la sua attenzione.
Alcuni incontri di lettura e di presentazione dei testi che si accinge ad elaborare saranno organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”in varie regioni italiane, a partire dal mese di dicembre 2019, quando, in anteprima assoluta, il primo reading verrà proposto in una prestigiosa sede ischitana.
Lucia Fusco, che ringraziamo, ha voluto partecipare a questo progetto antologico pubblicando il primo articolo che ha inteso dedicare alla straordinaria personalità umana e letteraria di Elsa Morante.
Storie di donne che hanno fatto la Storia: Elsa Morante
IMMERSA FINO ALL’ELSA!
Se noi “uomini tecnologici” non avessimo perduto l’istinto di percepire ciò che non è visibile accanto a noi, potremmo ancora avvertire nelle acque tra Capri, Procida e Ischia, l’eco della gioia di vivere di Elsa Morante, che negli Anni Trenta fu felice tra queste isole e dove oggi riposano le sue ceneri. Insieme ai bambini e ai gatti, il mare fu la sua grande passione. D’altronde la parola “morante” indica dei pesci cartilaginei, lattei. Bizzarra e geniale, romana, nacque sotto il segno del leone il 18 agosto 1912 in via Anicia al numero 7. La sua fu una famiglia e un’infanzia difficile che segnerà tutto il suo lavoro immortale. Il padre, Augusto Morante, omosessuale e infelice, chiese alla mamma, Irma Poggibonsi, una maestra elementare ebrea, socialista, di non lasciarlo. Lei ebbe cinque figli con un uomo bello, sorridente, simpatico che andava a trovare spesso i bambini, ma che un giorno, improvvisamente si suicidò. Lei disprezzava il marito e l’amarezza di questo sentimento avvelenò il rapporto con Elsa che, a soli diciotto anni, se ne andò via di casa, pregiudicando gli studi. Visse una vita da bohèmienne, in una povera mansarda nel cuore di Roma, lavorando a tesi di laurea, scrivendo innumerevoli racconti per riviste, facendosi mantenere da amanti occasionali. All’età di ventiquattro anni conobbe il giovane Alberto Moravia. Subito lo invitò a casa sua dove iniziò per entrambi un amore che sarebbe durato una vita, e la sera stessa, dopo aver fatto “cattleya”, (cioè l’amore), gli dette le chiavi della sua casa. Contrastati dalla famiglia borghese di lui, il padre ebreo, i due furono uniti in matrimonio il Lunedì dell’Angelo nell’aprile 1941 nella Chiesa del Gesù dal padre spirituale di Elsa.
Lei non volle la madre, “maledetta e benedetta” al suo matrimonio. Tenne testa alla suocera che avrebbe voluto dividerli perché la considerava un’arrampicatrice sociale.
Litigi furiosi e infelicità, antagonismo professionale ed orgoglio reciproco. “Era difficile non litigare con lei”, come ricorda il fratello Marcello. In vent’anni di matrimonio si innamorarono di altri e si tradirono incessantemente tra gelosie e tempeste.
Scrissero molto nella medesima casa prima in via Sgambati, poi in via dell’Oca. Nel 1948 pubblicò il primo romanzo “Menzogna e sortilegio” e vinse il premio Viareggio. Insieme agli amici Pier Paolo Pasolini, Giuseppe Capogrossi, Umberto Saba, Carlo Cecchi, Attilio Bertolucci, Giorgio Bassani, Sandro Penna, Enzo Siciliano, Adriana Asti, Alberto Lattuada, Dario Bellezza, Franco Zeffirelli, e innumerevoli altri, respirarono, litigarono, viaggiarono moltissimo. Lei, “grandi occhi dall’iride screziata, pieni di luce”, disadorna, senza gioielli ma estremamente felina e femminile, si sentiva inadeguata e invidiosa verso le donne agiate e attraenti che attraversavano la vita del marito. “Per consolarmi ho l’amicizia di pittori e poeti che mi dicono che sono brava, bella e buona e che devo abbandonare Alberto che mi fa venire le rughe. E non potrò mai cambiarlo. E io, dura come un sasso a dire che io e lui siamo come fratelli siamesi”.
Preda di tormenti, contraddizioni, angosce, senza figli, il matrimonio così burrascoso, pieno di punte, fu comunque pieno di incanto e d’attaccamento: “Solo Elsa sa dirmi parole che mi arrivano dritte al cuore”. Durante le liti lei simulava di svenire per punirlo spaventandolo. Poi gli diceva: “Vedo nei tuoi occhi un odio profondo verso di me”.
Ebrei perseguitati, Curzio Malaparte li salvò dalla deportazione, invitandoli a Napoli dove non arrivarono mai, a causa del bombardamento alla ferrovia. Si dovettero fermare in Ciociaria dove furono ospitati da famiglie contadine, in condizioni di povertà e difficoltà. A volte non avevano da mangiare. Sopravvissero. Scrissero entrambi moltissimo: romanzi, racconti, parole, poesie e sceneggiature per il cinema che attraversano il tempo. Lei nel 1957 fu la prima donna a vincere il premio Strega con “L’isola di Arturo”. Poi la vita divise le loro esistenze. Ognuno seguì un diverso cammino, parallelo e crudele per questo. Nonostante il genio e il successo, la vita non risparmiò a entrambi amori, tragedie e sofferenze. “La Storia” fu un grandissimo successo letterario mondiale nel 1974, un capolavoro epico, emotivamente fortissimo, dove, superando il neorealismo, Elsa creò una sua nuova personale poetica; attraverso le esistenze degli ultimi la scrittrice ci lascia scoprire la dolorosa consapevolezza che la disperazione umana davanti alla volgarità, allo stupro, alla violenza, alla condanna del mondo, non ha eliso. Solo gli animali e i bambini, esseri puri, pur in atmosfere inquietanti e malefiche, sanno trovare la forza di morire, di sparire come in un nirvana obbligato, con rassegnata speranza: “L’unica felicità possibile: non essere sé ma tutti”.Elsa scrisse ancora “Aracoeli” nel 1981, un viaggio a ritroso nell’intimo della sua infanzia, una sorta di preistoria dove riabilita il padre, insignito del Prix Medicis Extranger. Si chiuse sempre di più in un crescente isolamento, si fratturò un femore e nel 1983 tentò il suicidio. Visse gli ultimi anni della sua vita a letto, perché gravemente invalida. Aveva orrore della malattia: “Sono stanca di vivere nella mia salma”. Morì il 25 novembre 1985 d’infarto. Nonostante la separazione Alberto continuò ad amarla molto e quando Elsa, ricoverata in ospedale, non voleva riceverlo, lo scrittore si sedeva fuori dalla porta e aspettava. Elsa alla fine gli confessò di averlo sognato: “Tu sei stato la mia giovinezza”. Donna e autrice di grande valore ha voluto opporre all’orrore della storia una personale partecipazione all’universalità del dolore. I suoi manoscritti, patrimonio della Storia della Letteratura, sono conservati alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Una pagina di presentazione di Lucia Fusco è stata inserita nell’antologia “Una pagina, un’emozione!” pubblicata a cura di Bruno Mancini e di Roberta Panizza dalla Casa Editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi e presentata al Bookcity di Milano, novembre 2018, nell’Aula Magna della Società d’incoraggiamento Arti e Mestieri – SIAM”.

Bruno Mancini e Lucia Fusco insieme a Maria Grazia Casola (al centro nella foto), titolare della meravigliosa Boutique
“Maria Grazia”
di Ischia, dove la moda Positano è pura espressione artistica.

Ischia Porto – Corso Vittoria Colonna 254 – Tel +39 081094364

Flora Vona
nasce a Napoli.
Laureata in Scienze della Educazione e specializzata in Mediazione e Gestione dei conflitti. Diplomata al Teatro Biondo Stabile di Palermo sotto la direzione artistica di Pietro Carriglio.
Ha frequentata la scuola per attori e registi Teatès, diretta da Michele Perriera e lo stage di specializzazione con Giorgio Albertazzi.
Ha conseguito il diploma di dizione.
Flora Vona è stata scelta come volto per la campagna pubblicitaria l’Oreal in Campania, ha partecipato al concorso nazionale per aspiranti attrici “Ragazza cinema ok” vincendo la fascia per la recitazione, e al Festival di Saint Vincent, vincendo sia la sezione dedicata al miglior video musicale MT Music Sky e sia il premio Radio Cuore.

Per il cinema, il teatro e i video clip, ha interpretato:
Diana in “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo per la regia di Rinaldo Clementi; la protagonista in “Narrazioni Eretiche” per la regia di V. Bartucca e S. Calatabiano; la sovversiva in “L’amore impossibile” diretta da Antonello Capodici in scena al Teatro Massimo di Palermo; un personaggio di “Le lacrime amare di Petra Von Kant” di Fassbinter; un personaggio di “L’ultima ora della notte”di V. Pugliesi, R. Mannelli e G. Bona; Esmeralda in “La vera storia di Esmeralda” di Victor Hugo diretto da Giuseppe Celesia; un personaggio in “Paolo e Francesca” per la regia di Fioretta Mari; Silvia, la protagonista in ”Anche l’occhio vuole la sua parte” al fianco di Maurizio Casagrande; la protagonista nel film “Donna di Rispetto” di Enzo Acri; la protagonista dell’ultimo film di Tony Paganelli; una delle protagoniste nel corto di Federico Moccia “A mosca cieca” ed in “Novecento” di Rossella Izzo; la protagonista nel film “I fiori del male” diretto da Claver Salizzato.

Natalina Stefi
Foibe

A un fil spinato m’hanno legato i polsi
ed ad un altro sventurato m’hanno unito;
guardando indietro, incredula, m’accorsi
di una fila incatenata all’infinito.
Negli occhi c’è il terrore, ed il perché
di una simile selvaggia crudeltà,
ma la risposta era lì, davanti a me,
nella buca che ingoiava umanità.
Un colpo al primo, che giù precipitava
nella voragine di carne maciullata,
l’effetto domino gli altri trascinava
a far cumulo sui corpi senza vita.
Così, persone, storie, identità perdute,
in pochi anni tutto fu cancellato!
Ragion di Stato, pulizie dovute,
la spiegazione al crimine esecrato!
Poi viene imposto il silenzio agli scampati;
senza più Patria, né affetti, né radici,
dovran fuggire, essere dimenticati,
invisibili esuli infelici!!
Ma l’orrendo prezzo pagato col martirio
dal mio popolo ignaro ed impotente,
non troverà ragione nel delirio
di un fanatismo eletto a onnipotente.
Che definisce la conquista una “vittoria”
di terra intrisa di sangue e di innocenza.
L’identità di un uomo e la sua gloria,
non può trascendere dalla sua coscienza!
Non dovrà il mondo celare nell’oblio
gli orrendi crimini che macchiano la storia;
non sia vendetta, ma sia timor di Dio
il perpetuarli nella sua memoria!
Che sulle rocce essiccate dal dolore
e dall’urlo straziante che non tace,
possa sbocciare un giorno ancora un fiore
e alle anime vaganti dare pace!

Riccardo Nicolai
nato a Massa nel 1969, laureato in Lingue e lettere straniere all’Università di Pisa, attore teatrale, libraio italiano, gestore della libreria Ali di carta nel centro storico di Massa insieme al fratello,
ha scritto “Pour l’amour d’une princesse”, l’emozionante storia di Ali Bitchin il “Leone dei mari”.
Il libro che racconta la storia di Ali Bitchin (nato intorno al 1560 e assassinato nel 1645), un “rinnegato” (cristiano convertito all’Islam) che fece fortuna ad Algeri.
Si crede che Bitchin (o Bitchnin) fosse nato con il cognome Piccini o Puccini o Piccinino a Venezia, fosse, cioè, Aldino Piccinino, un bambino catturato dai pirati, in un piccolo villaggio in Toscana, facente parte di un gruppo di persone catturate nel 1578.
Bitchin, che all’epoca era solo un bambino di dieci anni, fu acquistato dal mercato degli schiavi Babel Boustan (attuale attività di pesca) per 60 dinari d’oro, dal Raïs Fettah-Allah Ben-Khodja, e divenne uno dei corsari più formidabili di Algeri nel 15° secolo.Fu un grande ammiraglio di Algeri ed è noto per una moschea costruita nel distretto di Zoudj-Aïoun nella città vecchia, che ancora oggi porta il suo nome.

Romanzo tradotto da Karim Metref, edito da Koukou,
ISBN 978993131529-2.
Larachiche Mohamed
ama la fotografia e la scultura e lavora come free lance nel campo fotografico.
Ha tenuto due mostre nella capitale algerina e ha partecipato a due mostre internazionali in Italia.
Ha progettato la grafica di 16 libri per bambini ed ha progettato le decorazioni per due giochi per bambini.
Ha pubblicato il libro di poesie “Ti racconterò una storia”.

Mohamed Larachiche ha conseguito numerosi diplomi, alcuni dei quali in ingegneria meccanica all’università di Chlef, analisi biologiche e chimiche all’università KhemisMiliana e diritto commerciale presso l’università KhemisMiliana; e numerosi diplomi in design e lingue straniere studiando francese, inglese, spagnolo, italiano, turco, russo e tedesco.
Interessato al turismo, ai viaggi e all’apprendimento di tutto ciò che è nuovo, aspira ad essere un artista internazionale.

Molti giornali nazionali francesi e arabi hanno scritto su Mohamed Larachiche più di 15 articoli, ed anche due riviste on-line “Abaad” e “Supernova”, e la rivista cartacea “Dzeriat”.

Menzionato nel dizionario artistico dal 1900 al 2010 da Mansour Abrous, ha rilasciato numerose interviste in radiofoniche e televisive.

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ARTISTI IL SEXTANTE

Lucilla Trapazzo è nata a Cassino.
Dopo la laurea in Lingua e Letteratura Tedesca presso l’Università “La Sapienza” di Roma, un master in “Film & Video” presso la “American University” di Washington D.C., e una continua formazione teatrale e artistica, lavora come attrice, performer, critica, regista teatrale e formatrice. Le sue poesie e i suoi racconti sono stati più volte premiati (Premio S. Bernardino, Stimigliano; Concorso “Apriamo un Varco” Roma; Premio Nazionale “Il Delfino”, Pisa; Premio Viareggio; Napoli, Isolimpiadi) e pubblicati in antologie, riviste, libri d’arte in Italia, America, Spagna, Macedonia. I suoi quadri e le sue istallazioni sono stati esposti in numerose mostre (personali e collettive) internazionali. Le sue performance presentate in diversi festival di arte multimediale (Signal, Cagliari; It’s Liquid, Londra, Buenos Aires, Roma, Venezia). Attualmente vive tra Zurigo e New York e collabora con associazioni di arte, musica contemporanea e letteratura nell’organizzazione di eventi, festival e spettacoli. “Ossidiana”, Volturnia Edizioni, Isernia, settembre 2018, è il suo primo libro di poesie. “Dei Piccoli Mondi”, Il Leggio, Chioggia, marzo 2019, è la sua seconda raccolta. www.lucillatrapazzo.com

Burrnesha (l’ultima vergine giurata)

Un sol gesto ed è in terra la veste
reliquia di donna. S’arrende
ai tuoi piedi la treccia ribelle
di fieri riflessi di rame.
Acerbo il tuo seno. Ne sfiori
la pelle color melograno e
lo avvolgi. Due bende crudeli
costringono il fiato. Piegato il velo
da sposa che fu di tua madre, già sogno
di mela e cannella custodito da canfora.
Un frammento di vetro riflette
le gote tremanti sul letto
calzoni consunti in attesa
di pelle di latte. Lontano un coro
di voci e lamenti. Tuo padre
è composto nella stanza più grande.
A stento una sciarpa amaranto
nasconde quel fiore di grumi di sangue
memento di caccia selvaggia.
Sei sola a serbare l’onore di casa,
famiglia e contado. Domani
di fronte agli anziani
con occhi di ghiaccio
negherai d’esser donna.
È una lotta, un baratto per la tua libertà.
Cantine fumose di raki e sudore
ti aspettano con ventre per sempre infecondo.
La legge di valli montane e fiumi impetuosi
è scritta nel sangue da tempi remoti
– una vergine sola vale solo sei buoi. –
Domani sei uomo. Per l’amore una mano
sospiri e tormenti nel letto
da sola.

Nell’Albania rurale, sin dal Medioevo, le donne sole non avevano onore, i loro beni venivano dismessi e non erano protette contro le violenze. Una sola strada rimaneva loro: giurare di restare vergini per sempre. Le vergini giurate diventavano i patriarchi delle loro famiglie, con tutti gli oneri e gli onori dell’autorità maschile.

Salmodia

Dondola dondola bimba cannella
tintinna in argento il sorriso di latte.
Dondola piccola sull’altalena
raccogli del gioco il piano infinito.
L’ora si addensa tende la mano.
Si sbriciola il nome. Si spezza la fune.
Sei sposa regina. Sei sposa bambina
mia mandorla acerba coperta di oro.
Straziante il violino che stride che miete
silenzio.

Svegliati vento che pieghi il canneto
scatena tempesta di rena e di ghiaccio.
Afferrala vento che riempi le spighe
fa che non senta fa che sia lieve.
Scioglila vento che spargi sementi
e levala in volo in campi di sole
di grano maturo di fiocchi di stelle.

Aprite le porte squarciatemi il grembo
è rossa la notte diruta anfisbena.
Aprite le porte versatele miele
è scritto nelle spezie il nome.
Aprite le porte donatele bambole
Aprite le porte straziate il mio
ventre. Aprite le porte.
Aprite le porte.

NOCTE-DIE

Discrasia

Questo è giorno di cielo
e di spine. Da tempo è alto
il sole, la terra invoca mare
e margherite. Il racconto invece
abbaia. È pervicace e inciampa
in mancanza di armonia.
Certe viola di pervinca e l’azzurro
di elicriso sono a repentaglio
in cattiva mescolanza d’ombra
e luce. L’uccello della notte geme.
Non smette di artigliare in verso
ombroso e squarcia itinerari
alberi e persone che trova sulla via.
Ora si condensa e nasce ancora
e ancora stagna lapislazzuli di stelle
il pensiero artritico.
Ne ho misericordia. Già l’alba
luce antica è all’orizzonte
immensa. Impavide violette
nella neve. Nell’istante azzurro.

Motu proprio

Verrà di nuovo la luna leopardiana
con voce fiammeggiante a riparar
di bambole i visini. Per te che collezioni
storie, di miele gronda desiderio
in questa notte gialla di Van Gogh.
Un’eco raminga al di là della soglia.
Amara. Di tempo che piega il canneto
che porta la pioggia. Non oltre.
Stanotte con i cubi in grembo dorme
il mastro puppeteer. Stanotte l’emozione
vince ai dadi. Partorito un giorno
(entro sogno onnipotente) il cigno
di cristallo surge al suono malva dei bulloni
e invoca piume e neurotrasmettitori.
È in fermento corrusco la pelle del mondo
trafitta da memoria di universo. Nel grano
il cri-cri sconfinato rivela quanto indarno
sia cantare alla luna aliena.

Folgorite

Dunque, ora cogli le rune di tuono e i monili
di nembi di vetro, de-cifrando del sistema
il segno.

Lo so, la luna nel secchio è frammento
di mare – gibigiana. Ma tu
muovimi ancora una volta a occhi chiusi
ancora stanotte in delubro oscillante
senza tuberi o chiodi. È solo un nericare
di ragni e di pulsioni.

Domani, poi. Ci penseremo poi.
Sì. Si schiuderanno ancora le fanciulle
(callipigie) al meriggiare tenue tra spighe
azzurre colme di origami.

David Wilkinson,
nato in Inghilterra nel 1956, ha compiuto gli studi presso il “Collegium Reginensis” di Oxford, l’Istituto Pedagogico di Mosca (in epoca Brezneviana) e l’Università “Complutense” di Madrid nella Spagna della transizione.
Studioso di lingue, molte delle quali parla, ama anche il mondo classico, la filosofia, la storia e la teologia.
In Pakistan ha sviluppato un amore per la lingua Urdu e un gran interesse per la lingua e la cultura della Corte dei Moghul, in particolare per le raffinate poesie – canzoni “Ghazal” nonché del genere “Qawali”.
Nella poesia di Wilkinson è riscontrabile un animarsi degli elementi della natura, in una forma discorsiva interiorizzata che produce vero e proprio lirismo come è evidente in “Ulivo”.
Al Teatro Cuminetti di Trento è stata messa in scena una pièce menippea, Mito e Amore, musicata (scritta in verso e prosa) che propone uno dei temi ricorrenti nell’opera del poeta: la volgarità e la banalità del mondo moderno. Simboli dei valori persi sono gli dèi greci, ma l’opera è essenzialmente ottimista vedendo nella persona di Cristo la trascendenza che ci può salvare dalla “plastica” in cui stiamo affondando.
David rifiuta assolutamente l’epiteto “panteista” che gli viene attribuito da qualche critico, considerandosi un poeta cristiano che è anche un classicista interessato a qualsiasi cultura profonda e armoniosa.
Numerosi sono i premi importanti vinti da David Wilkinson – 38 a livello nazionale. Poi a Madrid, ad Atene, a Malta, a Betlemme, a New York, a Londra e Praga. Le opere pubblicate in antologia sono ben 31 (1999 – 2017).
Opere pubblicate in italiano: “Mito e amore” ed. Francisci, Padova 1996; “Gelido Incandescente” ed. Osiride, Rovereto 1998; “Opere scelte” ed. Inama Taio Trento 2002; “Opere scelte” Tn 2003; “Argomenti” ed. Ismeca Bologna 2007; “Lo specchio dell’Io” ed. Libro italiano World, Ragusa 2007; “Primi frutti” ed. Francisci Pd;
“Lo specchio dell’Io” ed. Libro World Bo 2008; “Percorsi di poesia” ed. Helicon, Arezzo 2008; “La veicolarità nell’insegnamento delle lingue straniere” ed. Francisci 2011; “La lingua Urdu” ed. Francisci 2011; “Rosa Implosa” ed. Helicon Arezzo 2012; “Riedizione inedita Mito e Amore” ed. Francisci 2013; “Maniacale a Mosca. Confessioni di uno studente di Oxford” – ed. Europa 2016 (Recensito ottimamente sia sulla stampa locale e nazionale, sia in radio che in televisione sul canale dedicato alla cultura di Sky.
Opere pubblicate in antologie
1999: Poesia inedita “Salamanca (Rivisitata)” nell’Antologia “Le stelle 1999”, Cenigo (SV); Poesia “Amore scarno” da “Mito e Amore” nell’Antologia del Centro Culturale “Il Porticciolo”, La Spezia; Poesia “Ulivo” da “Mito e Amore” nell’Antologia letteraria “Premio Città de La Spezia”; Poesia “Piangesti per me” inedita nell’Antologia del Premio Nazionale di Poesia “Il Golfo”, La Spezia; Antologia “Premio internazionale di letteratura città di La Spezia” -Nuova Spezia-; Antologia “Premio Le Stelle” – ed. Le Stelle – Savona.
2000: Solchi di Scritture – Ed. Helicon; Poesia “La speranza Buddista”, inedita nell’Antologia del Premio Internazionale di Poesia e Narrativa “Cinque Terre”, La Spezia; Poesia “Salamanca (rivisitata)” Antologia del Premio “Maestrale – San Marco” “Poesie d’oggi”; Primo Premio Concorso internazionale di poesia “Maestrale – San Marco 2000” consegnato dal poeta Edoardo Sanguinetti (Sez. Silloge) per la poesia “L’Io nelle meteore dell’Universo”; Antologia de “La letteratura italiana del secolo XX”, ed. Helicon, Arezzo; Antologia della letteratura italiana del XX secolo ed. Helicon; “Dizionario degli autori italiani del secondo novecento” ed. Helicon; “Agenda 2002 Arte e pensiero” ed. Helicon; Storia della Letteratura Italiana Contemporanea” ed. Helicon; Dizionario scrittori del ‘900 – ed. Helicon.
2003: “Storia della Letteratura Italiana Contemporanea” ed. Helicon; “Storia della Letteratura Italiana Contemporanea” ed. Helicon; “La Rocca Città di San Mignato” Antologia-La Versigliana-San Mignato.
2004: “Agenda Arte pensiero” ed. Helicon – Arezzo anno petrarchesco.
2005: “Letteratura italiana contemporanea” ed. Helicon Arezzo; “Antologia Natur Amica” ed. Ibiskas; “L’amore in versi” ed. Ibiskas – presente alla fiera del libro di Torino e di Roma; “Cielo e Mare” Antologia letteraria dell’associazione culturale -Nuova Spezia-; “Antologia Premio Internazionale di Poesia Città Salò” ed. Ibiskos Empoli.
2006: “Antologia concorso internazionale di poesia” ed. Ibiskos Empoli; “Antologia l’emozione del ricordo” – ed. Ibiskos – Empoli; “Un mare d’inverno nuove onde”ed. Natrusso Communication Noli Prize, Savona 2006; Antologia della libera associazione di poeti e scrittori festival di poesie dell’amore XIII, concorso europeo -La Versiliana-; “Antologia Parole e sguardi d’amore sprecati” – ed. Natrusso Communication Noli Prize
-Savona; “Solchi di scritture” ed. Helicon; Antologia della Letteratura Italiana del XX secolo – Ed. Helicon Arezzo; Antologia del Nuovo Millennio – Letteratura italiana contemporanea – Ed. Helicon Arezzo.
2007: Solchi di Scritture – Ed. Helicon.
2015: Antologia del Nuovo Millennio – Letteratura italiana contemporanea – Ed. Helicon Arezzo – Introduzione S. Roma.
2017: Dizionario critico della nuova letteratura italiana – Ed. Helicon – Arezzo.
Premi e riconoscimenti letterari
1997: Premio Speciale della Giuria Premio Internazionale “Città di La Spezia”.
1998: Premio ex aequo “Iniziative letterarie” Milano; Premio speciale della Giuria, Premio Letterario Internazionale “Maestrale – San Marco” (Sestri Levante)
1999 Premio Letteratura Internazionale “Maestrale – San Marco” (Sestri Levante) “Marengo d’oro”, Premio speciale del Presidente; Premio “Il simposio delle muse”, concorso nazionale di Poesia “Penisola Sorrentina”; Premio “Il cerchio dell’armonia”, concorso “Le stelle 1999” Cenino (SV); 2° Premio “Cittàdi La Spezia”, premio internazionale – Libro edito.
2000: 3° Premio Letterario “Le stelle” Cenino (SV); Premio ex aequo Premio Letterario “Casentino” (AR); 1° Premio (Sez. “Silloge inedita”) Premio letterario Internazionale “Maestrale – San Marco” all’unanimità della giuria per la poesia “L’Io nelle meteore dell’universo” (Sestri Levante); 1 Premio Internazionale “Garcìa Lorca”.
2003: 1° Premio sezione stranieri concorso S. Minato – La Rocca.
2004: segnalazione concorso “Montano” rivista Anterem.
2005: partecipazione giornata dedicata alla poesia Società Letteraria Verona; Premio Letterario Internazionale “San Marco – città di Venezia”; Premio “Messaggi di Natale” – L:A:P:S: Fucecchio FI.
2006: Premio letterario – Ed. Ibiskos Empoli; Premio Letterario Internazionale Maestrale – San Marco Marengo d’oro 4^edizione.
2007: 1° classificato sez. silloge inedita “L’Io nelle meteore dell’Universo”.
2008: Primo Premio Atene.
2009: Premio speciale, concorso letterario internazionale – New York City Prize; Primo Premio – premio letterario internazionale San Marco – Venezia; Terzo Premio – Messaggi di Natale- “Club Laps”.
2010: Premio Autore – Salone internazionale del libro di Torino; Premio Concorso Internazionale – Messaggi di Natale e di Pace – Betlemme; Premio Città di New York.
2012: Primo Premio Città di Londra.
2013: Primo Premio Poesia Salone del Libro Torino; Concorso letterario internazionale, dedicato a Dante Alighieri, Premio Speciale – Fucecchio (FI); Concorso letterario Internazionale, Gran Premio – Città di Praga.
2014: Terzo Premio – Messaggi di Natale – Fucecchio “Club Laps”; Premio Autore 2014 – Salone internazionale del Libro di Torino; Premio internazionale di Polonia – dedicato a Chopin – Cracovia; Concorso letterario internazionale – Città di Pontremoli.
2015: Premio letterario internazionale – Messaggi di Natale – “Club Laps”; Premio internazionale movimento; Premio Autore 2015 – Salone internazionale del libro di Torino.
2016: Premio letterario “La Ginestra” – Firenze; Premio Cosentino – Arezzo.
2017: Premio “La Gorgone d’oro” – Centro Culturale S. Zuppardo; Premio concorso letterario M. Luzi – Antologia “Ass. M. Luzi” Roma.
Interpretazione poesia dell’autore Wilkinson.
C’è un che di kafkiano nella scrittura di David Wilkinson, ha conseguito la sua formazione attraverso un “itinerario” componendo poesie al “Collegium Reginensis”, di Oxford, passando poi a Mosca, per approdare a Madrid nella famosa Università Complutense.
In questo trentennio ha continuato ad allargare la propria cultura, approfondendo lo studio delle lingue, e quelle della storia classica, mantenendo integra la propria ansia di conoscenza e la propria intraprendenza. Da segnalare il suo interesse raffinato per le musiche orientali, in particolare per il Qazal e il Qawali. Con le raccolte “Primi Frutti”, e “Mito e Amore” seguiti dalle sillogi “Opere scelte” e “Non solo Non”, questo autore si consacra ufficialmente tra i lirici moderni, presentandosi con una scrittura ondulante tra classicismo e modernità, creando uno stile che risente fortemente di numerose identità europee.
Nelle sue liriche c’è un forte senso di dinamismo, grazie ad un’energia che talvolta sfocia nel vorticismo, creando con inusuale maneggevolezza un percorso vertiginoso tra tempi e sforzi di diversissimo contenuto.
Questo propendere vagamente avanguardista e novecentesco sa mescere, miscelare, a reminiscenze classiche, eredità di un ellenismo che trapela da contenuti e gusto stilistico fino a trasfigurare in vortici di passionalità un passato letterario fatto di ordine e perfezione.

Convertiti amica solipsista

Cronos almeno generò, prima di ingerirli
i suoi figli.
Tu professi di odiare i piccoli.
Le baccanti almeno cacciavano in bacati
branchi.
To to stessa sbrani, te stessa stanchi.
Giasone cercò il vello d’oro in sodalizio,
e il vitello d’oro non fu che sposalizio
con la ribellione temporanea, spaziale.
Marziale nelle Tue arti di chiamarti
sensible
alla natura, selvaggia a anche tu,
risible.
risulti invece alla resa dei conti,
fatta la lettura psichica.
Psyche amò Eros. Giove taurino, Europa.
Che prosopopea racconterò so già a Chi,
di chi non ha in sé che di “nihil” l’orma,
attorniata da zucchero a velo in forma di fiori,
sole, feticci, focus fatuus deforme
che non inganna né me, né te, né Lui
in cui il mio cuore dorme.

E ancora a te…

Vivai di papaveri solari,
rosa mai rosa dai fiori
del male del destino,
destino che ti incombe,
destino a cui mai soccombi.
Ancorata alla vita,
fitta di petali aperti agli altri,
aliante delle ali spiagate al mondo,
aliena del male, alleandoti in opere di bene,
perenne perseguitata dalle Erinni sei.
Meschini pensieri di rivalsa
mai ti sfiorarono.
Sensuale montanara bonaria,
qualunque aria ti canti é bolsa.
Tasto il tuo polso: lì, sì
c’è cuore – liquore dolce della vita.
E queste righe te le do da bere,
e queste righe sono rose vere…
fioriranno!

Nella luce

Lungo le profilature
di colonnati
sospesi tra terra e
cielo verso l’infinito
(al di là dello spazio e del tempo)
Verso l’invisibile punto focale
proiettati verso l’interiorità
tra utopia e disincanto
tra le velate intensità di
lontananze irraggiungibili.
Negli incomprensibili microcosmi
dei destini
alloggiano speculari le immagini
tra gli specchi memoriali di
antichi, atavici, consolanti ricordi.
Nella luce sciabolante
della sera
lungo gli arabeschi dei pioppi
e delleacacie
si corre verso la madre
che scompare nel
punto focale di
un infinito intangibile.

Simbiosi

Vedendo che il
cammino andava dritto…
su ogni pietra
mi misi a posarmi,
infinitamente guardando
retro, spettro di me
stesso, millantandomi
di aver creato pietre
miliari, ma erano
solo pietre-migliaia…

Veglie sulla voglia funebre
della mia lugubre veglia
sul vegliare.
Lo svegliarsi? E’ cera che cola;
colando sullo scolo
anteriore, svela lo svelarsi
di un da farsi:
vivere, sopravvivere, disfare, amare.

Lasciamo il cero bruciarsi.
Povero cero:te l’ho tolta
la coppa di vino.
Vino e coppa:
eravate in simbiosi in questa stanza illuminata
solo di cero.

Iskra Peneva, è nata nel 1980 a Belgrado (Serbia), dove vive e lavora.
È laureata in Matematica presso l’università di Belgrado.
Le sue poesie, tradotte in diverse lingue e pubblicate su riviste, giornali, antologie nazionali e internazionali, hanno ricevuto molteplici premi e riconoscimenti.
Nel 2016 al festival di poesia “Struga Poetry Evenings”, in Macedonia, alla sua silloge “Somewhere in-between” è stato conferito il premio come migliore libro di poesie in macedone. Nel 2018, in Croazia, ha vinto un premio per il migliore manoscritto poetico. Membro della Associazione degli Scrittori Serbi e dell’Associazione dei Giornalisti Serbi, Iskra Peneva collabora con la rivista “Makedonska Videlina” e lavora come traduttrice. I suoi interessi spaziano dalla poesia alle arti visive. Alcune delle sue video-poesie sono state presentate in occasione di festival internazionali multidisciplinari e letterari, e in gallerie d’arte. Dal 2010 si dedica alla fotografia, partecipando con i suoi lavori a mostre collettive e personali in Serbia e all’estero.
Tutte le poesie sono state tradotte da Lucilla Trapazzo

(Wishes leaving)
Partono i desideri

Io vivo in una stazione ferroviaria
Con ogni treno che parte
Uno dei miei desideri se ne va nel mondo

In una città sconosciuta
In qualche stazione
Scende
Vola sui palazzi
Sotto le nuvole
Osserva e cresce

Quando è grande abbastanza
Un desiderio diventa realtà
Lontano da me

(Temptation)
Tentazione

Sei solo a portata di mano
La mia mela

Se ti assaggio

Cosa faremo?

(Movement, sword)
Movimento, spada

Io
Cammino sul filo della ragione
Tu
Mantieni la linea di confine
Con un lieve movimento di mano
Ne disturbi l’inerzia
La linea freme
Quasi impercettibile
Io muovo il mio corpo
Tu sorridi con sfida
Incalza il tuo respiro
Sposti il punto di equilibrio
Da un piede all’altro

C’è un serpente vorticante sotto i miei piedi
Fino a che dondolo
La spada che ho in mano
Non farà movimenti inutili

(Imprints)
Impronte

Con una maschera sul viso
Non sei più deforme
Quando tutta la bellezza si raccoglie
Si mescola
E modella il tuo viso da bambino

Anche ora
Sembri un mentitore quando dici
Sono tuo amico
Amico

Infili nella bocca la parola
La mastichi
E quando è profanata
La sputi senza indugio

La prendi a calci
La calpesti a lungo con le scarpe

Restano solo le impronte
Sulle suole

(At the Table)
A tavola

Non sopporto l’acqua minerale.
Tuttavia
Amo le mele

Dividiamone una
Dai, prendine un morso

No
Non sono Eva

Vorrei solo
Sedurti

(Room Outline)
Descrizione di una stanza

Mille forme dello stesso viso
Cambiano colore
Moto caotico
Riempie lo spazio vuoto

L’aria densa
Provoca vertigini

(Unity)
Unità

Divisi in parti
Tra la creazione e il creato
Tra le emozioni e la coerenza

Da un punto centrale
Quarte parti dimezzate
Divise verso i punti cardinali

Ruotano intorno alla terra

Se si incontrassero
Compirebbero un’unità

Lucia Marchi è nata a Roma, dove vive e lavora come direttrice presso la Biblioteca Casanatense, una delle 46 biblioteche pubbliche statali afferenti alla direzione generale Biblioteche ed Istituti culturali del ministero per i beni e le attività culturali. Esperta in biblioteconomia ed economia della cultura, diritto e gestione della proprietà intellettuale, della comunicazione e dell’innovazione, è fondatrice e condirettore del Centro di eccellenza del diritto d’autore. Nell’ambito delle attività di valorizzazione e promozione dei beni culturali ha ideato e coordinato l’organizzazione scientifica di numerosi eventi e di molteplici manifestazioni culturali nonché progetti nazionali ed europei relativi ai corsi di formazione in materia di proprietà intellettuale e di digitalizzazione e tutela del patrimonio culturale. Oltre a svolgere docenze nelle materie di competenza, pubblica articoli su prestigiose riviste culturali e collabora con la rivista telematica Diritto, Mercato e Tecnologia.
È, altresì, critica letteraria ed autrice di testi teatrali.
La poesia è una sua passione da sempre, perché ritiene che la libertà di pensiero rende l’uomo arbitro di se stesso e delle proprie scelte, e la partecipazione fa sì che si crei una società matura e responsabile in grado di condividere ideali e perseguire progetti che migliorino la qualità di vita di ognuno.

Lucia Marchi: la poetica dell’incanto.
Dal mio taccuino delle emozioni ho scelto di condividere alcune poesie con il medesimo fil rouge che Goethe usa nel suo romanzo Le affinità elettive, ovvero l’amore, che quando ci pervade ci fa vivere in uno stato di fascinazione.
L’amore non solo quello carnale ma anche quello per qualsiasi persona, animale e/o cosa in grado di rapire la nostra mente ed i nostri sensi e renderci felici, non importa se un attimo e/o tutta la vita.

Granelli di sabbia

Non siamo che
granelli di sabbia
nelle mani del tempo
e tra un vagito ed un sospiro
rimane
lo spazio di un sorriso

La poetica dell’incanto ci permette di essere rapiti dalla bellezza del fascino di qualsiasi genere sia, e, qualora fossimo abbattuti dal disincanto, ci accompagna incoraggiandoci a cercare un nuovo incantamento, che nella ciclicità dettata dal tempo deve riapparire ad illuminare la nostra rotta ed a rendere felice il prosieguo del nostro transito.

Ti dirò

Ti dirò
parole già dette
parlerò
con frasi già fatte,
sembrerà
qualcosa già vissuta,
ma
ogni attimo di te
è così
sconvolgentemente nuovo.

Infatti dopo la disillusione si può tornare ad essere folgorati dalla passione che tutto tramuta in incanto, voglia di fusione…

Sospiro

Vorrei essere per te
come
una nuvola leggera
in grado
di essere un riparo
quando c’è il sole,
di farti sorridere
se sei imbronciato,
di entrare nella tua pelle
per dissetarmi
e annullarmi in te,
con la soavità della rugiada
e la freschezza dell’acqua sorgiva.

Comunque, a volte, ciò che apparentemente sembra sia fascinazione si rivela invece essere un tremendo equivoco, e la delusione ti riporta nuovamente nel disincanto.

Realtà

Come saremo
domani
io non lo so,
né dove
l’unica verità
è che ciò
che poteva essere
non è stato.

Ma lo sconforto non può che fungere da stimolo per continuare la ricerca di un nuovo incantesimo, che certamente si paleserà a colui che si impegna nel tragitto ad abbandonare le vecchie abitudini e ad aprirsi alla novità.

Marinaio

Spogliati
delle tue ansie,
dei tuoi vecchi ricordi,
del trascorso
che ti ha fatto sopravvivere
e naviga
fra le onde della vita
fino all’isola
ove ricominciare,
lasciando nei flutti
la melanconia.

Tutto ciò dimostra che proprio quando sembra che tutto sia perduto si può trovare di nuovo l’armonia, e che quindi da ogni disincanto può nascere volendo sempre un nuovo incanto.

Poesia

Ci saremo
ancora
noi
se tu vorrai
se io vorrò
insieme
sotto un cielo di stelle
sole
e luna
in un’eclisse di eternità.

ADA, acronimo di “Associazione Dali Arte”, è un’Associazione culturale turistica algerina
della quale Dalila Boukhalfa è Socia Fondatrice e Presidente.

Dalila Boukhalfa collabora, da anni, con Bruno Mancini, Presidente dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”, ricoprendo il ruolo di Presidente della sede operativa DILA Blida in Algeria.

ADA ha per obiettivo principale la diffusione della cultura algerina nel mondo, organizzando, mediante la collaborazione di artisti, di scrittori e di tutti i Soci Fondatori dell’Associazione, esposizioni ed eventi culturali atti a divulgare le tradizioni e le abitudini delle diverse Regioni algerine.

L’Associazione ADA Arte persegue, inoltre, l’obiettivo di offrire vaste opportunità di affermazioni internazionali, a giovani artisti, principalmente ma non solo algerini, che scelgano di esprimere, attraverso un’attiva partecipazione alle iniziative associative, le proprie attitudini artistiche, culturali e sociali.

Per raggiungere tali scopi, ADA intende anche ideare, utilizzare e diffondere programmi di turismo culturale atti a superare vincoli di frontiere, e a contribuire alla più universale visione di collaborazione internazionale.

Dalila Boukhalfa con Senouci Bereksi, Ambasciatore algerino

Dalila Boukhalfa
Presidente Sede operativa Nazione Algeria per l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

SOCI DILA

Paola Occhi
Presidente Sede operativa Regione Emilia-Romagna e Ambasciatrice di Pace per l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Roberta Panizza
La poesia, se guidata da ispirazione e non pilotata da razionali volontà, segue percorsi del tutto indipendenti ed esprime reali e profondi stati d’animo del momento dando un vestito rivelatore a sensazioni, umori, emozioni.
Nello scrivere versi non sono mai stata molto loquace e la mia ispirazione ha sempre goduto della libertà di cui sopra, tanto che scrivere due o tre poesie in un mese è già molto per le mie necessità di catarsi poetica.
Le seguenti poesie quindi non sono nate tutte nello stesso momento ma ho voluto radunarle tutte insieme per un motivo ben preciso.
Già su altre pagine ho espresso l’idea che la poesia non è solo e non tanto espressione di stati d’animo vellutati, mielosi, armoniosi ed estatici.
A meno che non sia dotato della stabilità interiore di un asceta, il più delle volte, l’animo umano racchiude un bollore di emozioni, sentimenti e pulsioni.
Cosa meglio della poesia può trasmutare in parole tutto ciò?
I seguenti versi sono tutti ispirati da note interiori piuttosto simili che lascio al lettore individuare per magari trovarsi in sintonia con quanto letto.

Lascia stare

Lascia stare
è come se
mille vite ormai
si abbracciassero indurite
tra la resina dei nodi.
E il tronco
che verso il sole
ergeva spensierato i rami
porta a stento il peso
degli impietosi anni.

Lascia stare.

E non dipingere
di arcobaleni artificiali
il quadro
perché il miele
che sordido e spento
impregna l’arco e il cielo,
di lenta gravità s’ingrossa
e cola sul prato
sporcando
di truce azzurro i fiori

Presunzione

Oltre dilaga
lo sporco tracimare
di domande.
Le mie.

Arrancano
in ordinate antologie
trasparenti al timpano
di sperate proiezioni.

E intanto
siedo spesso sulla soglia
dell’altrui caustico
interrogativo e l’apro
ed ascolto (e mi affaccendo)
per spiegare a Dio
come si ama.

Ribellione

Succede a volte all’improvviso
e turbina
sulle pacifiche bonacce
scompigliando
i tranquilli rifugi del sereno.

S’abbatte furiosa
e scuote
i confini degli orizzonti;
oleoso profilo di mare
ed artate certezze,
condensa
di sabbiose imposizioni.

È lo sdegno del no
che rigonfia e s’attorciglia
e disegna
ardite criniere di vento
spruzzate di umida ragione.

Ma il galoppante fragore
di schiuma sulla riva
si svena e infine muore
nel fiacco ritorno
che solo pochi grani
ruba
alla spiaggia di pietra.

Natale (se Dio vuole)

Presenza assenza
gelo di vuoti
passato del cuore
silenzi presenti
orizzonte di sereno
noia tranquilla.

Ieri che brucia
di piene mani
archeologia del dopo.

Cosa rimane?

Futuri di speranza
se nelle vene scorre
pietosa alchimia
carezza e balsamo
sulle lacune dei talenti.

Antartide

Piovi a cristalli di rado
sul deserto immobile
di cui ti compiaci o quasi
e lì rimangono tracce di te
che accumuli poco a poco
nel silenzio.

L’orma che sulla tua neve
ho posato
è solo un gioco di luce meno viva
quel poco di te compresso
in un breve orgasmo
di calore e un rumore
appena sussurrato. Null’altro.

Pioverà ancora
il tuo gelo acuminato
a coprire di nulla le mie dita
o nel sibilo del vento che deporta
tutto sarà dimenticato
insieme.

Le cose

Giaccio depositata in scatoline
e artritici cassetti lontani dalla luce
frammenti di me fermi a tempo indeterminato
nell’attimo compiuto del sorriso o della frana.

Sì, persino calcinacci di rosso a brandelli
stazionano sicuri là dove
il fotogramma della vita lì congelò in granito
(oh!, landa fredda e desolata!)
mi disferò domani
di questa seppure odiosa paccottiglia
che ora nel gelo senza moto
col suo impietoso pungolare
di calore m’accontenta tuttavia.
Rewind

Chiede materia l’oggi (ed è urgenza il fare)
di me s’appropria che svanisco
librandomi in pensieri come lucciola la sera.

Ci sono o solo appaio nel dopo che conforta
nel poi che mille rifugi apre in faccia agli uragani.

Nel varco tra le guerre
mi seguono i rimpianti
e miei errori vestiti a carnevale.

Amo ancora ciò che amavo
e sempre vago sulle tombe
sempre ancora ricordando
quanto ci siamo voluti bene.

Se poesia

La poesia cola dai versi
ma trasparente
nasconde le sue non rime
al volo delle api
rifugge i cucchiaini da caffè
mescola le sue nere verità
da leggere sul fondo
per chi sa bere scuro.

All’ombra della glicemia
sorseggiare con prudenza
parole a capo
dal sapore ambrato.

Direzione

Angoli nell’universo
ed è lì che mi rifugio.

O voglio.

Nel grande moto
di cieli a fiumi e panta rei
che faccio?
Sto ferma, nascosta.

O voglio.

Non mi si veda.

I rumori lancinanti
di questi colori
sfavillanti in testa
a grappoli emicranie
speciali effetti
di troppa vita
attorno
rimbombano
nel vuoto flash
di amore a blocchi
nell’angolo
riposto in scatoloni
confino di memorie
ed è lì che mi rifugio.

O voglio.

Nessuno mi parli
-mentre cammino-
dell’infinito.

Silvana Arbia

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Ischia, una foto di Bruno Mancini

Bruno Mancini.
racconta, per “Fattitaliani” e per “La Voce” a Caterina Guttadauro La Brasca, la sua Poesia e il suo amore per Ischia

I VERSI VIVONO IN AMBIENTI E IN MOMENTI CHE PRESCINDONO DA OGNI REALTÀ.

Bruno Mancini è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni. A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembrano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
La marina di Ischia, che sia accesa dalle stelle e dalla luna o brilli di mattina sotto il sole strappa sempre emozioni, a chi la guarda.
Induce al sorriso beato, alla contemplazione, alla nostalgia, all’amore romantico e ai versi di Bruno Mancini espressi in raccolte che, iniziando nel 1956 con le poesie giovanili di “Davanti al tempo”, giungono fino a nostri giorni con i testi maturi ed intriganti di“Erotismo, sì!” . Versi in canto perché la bellezza di Ischia è musica.
Così, con le parole, Mancini traduce e regala a chi lo legge l’amore per e di questa sua Isola, dove affondano le sue radici e la sua umanità.
Senza dimenticare la consistente produzione di racconti, più o meno lunghi raggruppati nei sei tomi di “Per Aurora” e nei tre libri di “Come i cinesi”.

D:- Eccoci Mancini, lei ha stimolato la nostra curiosità. La troviamo al timone di un’Associazione Culturale da lei fondata e ormai consolidata dal riscontro che ha avuto nel mondo culturale: DILA che si dirama poi in tanti eventi di cui adesso ci parlerà.
Com’è nata l’idea di avventurarsi in un settore così impegnativo?
R:- Il progetto DILA nasce dal desiderio di costruire una TRIBÙ di Artisti (Poeti, Narratori, Pittori ecc.) che non si accontenti di rimanere segregata tra le quattro mura dei propri “siti”, ma decida di dare battaglia con le stesse armi e sullo stesso campo ove spadroneggiano banalità edulcorate, omologate e massificate, e voglia farlo accettando di utilizzare a tale scopo alcune forme pubblicitarie come veicolo promozionale.

D:- Lei vive in una parte d’Italia che tutto il mondo ci invidia. Cosa la rende orgoglioso di essere un ischitano?
R:- Sono felice di aver vissuto quasi tutta la mia vita in un’isola che abbinava, fino all’inizio degli anni ’80, le migliori caratteristiche climatiche, sociali, naturalistiche ed ambientali che si potessero immaginare e desiderare.
Poi, lo sfascio totale.
L’isola, principalmente a causa di speculazioni edilizie ed imprenditoriali messe in atto dai suoi cittadini con la colpevole collusione delle amministrazioni comunali e di tutti gli organismi preposti al controllo della legalità, è precipitata in un vortice del quale ancora non si intravvede il punto finale.
Non posso più, quindi, essere orgoglioso della mia ischitanità.

D:- Lei la sua Poesia la vive quotidianamente, guardandosi attorno, dipinge con le parole la bellezza di ciò che la circonda e rimane ancorato alla realtà, all’apprezzamento per la vita, ai suoi valori fondanti. La loro conoscenza le permette poi di conquistare la realtà e aspirare al sogno. È cosi?
R:- Non sarò io a definire i confini e le ambizioni presenti nelle mie poesie, ma forse possono essere delucidanti alcuni amichevoli commenti che desidero proporre in modo anonimo:
«“Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.”
“…si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna, che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni”.
“… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti”.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“… sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“… a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.”
“Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!”
“Una poetica lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi scrive:
Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.
Al sole tenero
Vederla piangere di gioia”»

D:- Ogni poesia è un viaggio che tocca paesaggi, frontiere, percorsi, mete visibili e invisibili. Verso l’altro, l’altrove, l’oltre. E alla fine del viaggio, cosa deve esserci a parer suo?
R:- Per me la poesia è l’espressione di stati d’animo che prescindono da ogni configurazione temporale e/o spaziali. I versi vivono, quando riescono a diventare poesia, in ambienti e in momenti che prescindono da ogni realtà. Quando scrivo la parola fine in calce ad un componimento poetico mi sembra di aver salutato un amico del cuore nel momento della sua definitiva partenza per un altro continente.

D:- L’Associazionismo dovrebbe essere un’esperienza che aggrega, quindi che unisce sinergie. É così in Italia o c’è ancora della strada da fare per superare la competitività?
R:- In Italia l’associazionismo è pervaso da notevoli sacche di elitarismo disdicevole per una sana collaborazione utile a realizzare i nobili scopi che troviamo spesso elencati negli atti costitutivi delle Associazioni.
DILA ha lanciato più di un appello pubblico per organizzare sinergie con altre Associazioni, mettendo sempre a disposizione tutte le risorse promozionali e divulgative che le sono state rese disponibili da organi d’informazione e da gruppi di lavoro che seguono con attenzione i nostri progetti culturali, artistici e sociali.
In alcuni casi (Arte del suonare, Oceanomare Delphis, CentroInsieme Onlus ecc.) siamo riusciti a stabilire rapporti che hanno valorizzato oltre ogni previsione le iniziative gestite congiuntamente.
Circoli e Associazioni, offrendo momenti di aggregazione generazionale, cioè di realtà altrimenti molto distanti tra loro, trovano il modo di confrontarsi. Cosa fare perché questo avvenga senza forzature, in maniera quasi naturale?
Pur senza aver ricevuto mai un solo euro di finanziamento pubblico; senza aver mai percepito somme per iscrizioni; senza aver mai chiesto neppure un euro di balzelli vari del tipo tassa di lettura o diritti di segreteria, abbiamo dato spazio a diverse centinaia di Artisti che hanno letto poesie, presentato mostre di dipinti e di fotografie (collettive e personali), offerto esecuzioni musicali di ogni tipo (dalla classica alla leggera), celebrato ricorrenze storiche ed artistiche, realizzato interviste e presentato libri di prosa e di poesia (editi e inediti), proiettato video culturali sociali ed ambientali, proposto recital teatrali e cabarettistici, negli Hotel di Ischia, Corte degli Aragonesi, Ulisse, Oriente, Miramare e Castello, Mareblù, Parco Verde, Delfini; nella Biblioteca Comunale Antoniana di Ischia, nelle Antiche terme comunali di Ischia, nel Museo di Villa Arbusto a Lacco Ameno, nella sede dell’associazione “Arte del suonare” di Roma, nel parco idrotermale Negombo di Lacco Ameno, nel teatro di Monza, nel teatro di Vermiglio, nel Museo Etnografico del Mare di Ischia, nel teatro Parente di Milano, nell’Aula Magna della SIAM di Milano, nell’Auditorium del Museo Delle Culture – MUDEC – di Milano, nel Museo di Latina, nell’Ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola, nella Chiesa degli Artisti – Basilica Santa Maria in Montesanto, nella sede della Pro-loco di S. Possidonio…

D:- Come avete fatto?
R:- Prima o poi qualcuno doveva accorgersi che i tempi sono cambiati (i mecenati non vivono più nei palazzi ducali), che la pubblicità governa i nostri piaceri edonistici ed epicurei così come semina le spore di ideologie e di spiritualità, e che essa è la vera padrona delle nostre scelte e dei nostri portafogli. Ecco pertanto le proposte dei progetti DILA consentire che, sponsorizzando i nostri volumi di poesie e di arti varie, senza dubbio gli Autori dei testi e delle immagini, ma sicuramente anche le Aziende Commerciali, ottengano notevoli benefici quali possono essere considerati quelli derivanti da una rete alternativa di distribuzione, una forma innovativa di pubblicità aziendale, un nuovo strumento di propaganda personale, il rafforzamento di contatti operativi tra Cultura e Aziende, la gratificazioni per il serio lavoro di Scrittori, Artisti, ed Imprese Commerciali, e, non ultimo, il vantaggio derivante dall’effetto sorpresa conseguente alla novità dello strumento utilizzato per promuovere i propri prodotti. Noi affermiamo che nessun libro viene cestinato prima ancora di essere sfogliato (come viceversa avviene per dépliant, brochure, volantini, e cataloghi vari).
Oggi parliamo dell’ultimo nato e del più azzardato, se vogliamo, dei suoi gioielli: IL Premio Letterario Internazionale “Otto Milioni”.
Il Premio, nato nel 2011 unicamente come premio di Poesia, si presenta, quest’anno 2108, in cinque differenti sezioni: poesia, arti grafiche, musica, letteratura, giornalismo. Se posso specificare un solo parametro indicativo del suo successo, mi basta segnalare che la sezione arti grafiche di quest’anno ha ricevuto 217 richieste di iscrizioni provenienti da 36 nazioni (Algeria, Argentina, Armenia, Austria, Azerbaijan, Brasile, Bulgaria, Cile, Egitto, Georgia, Germania, Giordania, Grecia, India, Inghilterra, Iran, Israele, Italia, Lettonia, Messico, Nepal, Nicaragua, Nigeria, Pakistan, Perù, Portogallo, Romania, Russia, Sebia, Spagna,Tunisia, Turchia, Ucraina, USA, Venezuela, Vietnam).

D:- Cos’è LENOIS?
R:- LENOIS (acronimo di “LE NOstre ISole”), progenitore di DILA, oggi ha trovato la sua consacrazione nel social face book costituendo un gruppo di oltre 25.000 membri per la maggior parte Artisti di tutti i continenti.
D:- LENOIS è una vetrina artistica, culturale e sociale nella quale non esistono censure. Vogliamo dare dei motivi per partecipare a chi cerca di emergere in questo panorama letterario italiano non facile?
R:- I motivi sono evidenti nella lettura della nostra“storia”: nessun narcisismo, nessuna pregiudiziale sulla valenza delle proposte artistiche sono mai state consentite, privilegiando coloro che sappiamo mettere gli “interessi” comuni al di sopra dei propri.
Essere Scrittori – modestamente dilettanti come molti di noi -, anche se apprezzati da critici e da altri scrittori, anche se vincitori di premi e di attestati, non basta a dare respiro a quella che, infine, abbiamo compreso essere la vera ambizione di tutti noi “Artisti”: liberarci dei sogni e dei dubbi che sono state le prepotenti matrici delle nostre ispirazioni aprendoli alla conoscenza collettiva.
Leggere, vogliamo essere letti!
È questa la catarsi ambita, molto spesso incoscientemente, dalla maggioranza di coloro che si dedicano alle arti letterarie.
Partecipando alla pubblicazione delle nostre antologie sponsorizzate, nasce certo una controversia tra la spiritualità delle forme poetiche ed il materialismo proprio delle imprese produttive, ma oggi più che mai appare irrinunciabile annullare la dicotomia e procedere verso una stessa meta pur con interessi diversi.

D:- La Cultura e la lettura in Italia, secondo Lei, godono di buona salute?
R:- Assolutamente no. Esse sono trattate come ”merci” e bistrattate da lobby economiche e finanziarie che trovano facili sponde nelle componenti politiche delle amministrazioni pubbliche italiane.
Perché i giovani oggi dovrebbero essere motivati a scrivere?
Con l’iniziale patrocinio dell’Istituto Agostino Lauro abbiamo creata una nuova “autostrada” che può diventare un esempio per molti gruppi intenzionati, come noi, a riportare l’Arte in generale e la poesia in particolare sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana. Come già detto, abbiamo pubblicato, primi in Italia e certamente primi anche in molti altri Paesi del mondo, alcune antologie con all’interno pagine di pubblicità. Ciò ci ha consentito di stamparne decine di migliaia di copie e di renderle disponibili in gratuita lettura, per anni, ai diversi milioni di passeggeri della Flotta Lauro in navigazione nel Mediterraneo.

D:- Tutto il suo percorso con le sue difficoltà e le sue soddisfazioni cosa ha dato a Bruno Mancini uomo? In poche parole, se lei tornasse indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto?
R:- Per molti decenni sono stato impegnato in attività commerciali che mi hanno consentito di entrare in contatto con personaggi di varia estrazione culturale e sociale.
Ne ho studiato le caratteristiche prendendo spunti per scrivere racconti e poesie che hanno riempito molti cassetti.
Poi, quando finalmente è giunto il tempio della pensione, mi sono posto la domanda se provare a costruire una mia personale identità artistica o se tentare di mettere insieme un gruppo di amanti dell’Arte che potesse costituire un polo di attrazione per quanti avessero scarse capacità divulgative delle proprie opere e timidezze inibenti ogni tipo di aggregazione con altri artisti.
Ho scelto la seconda ipotesi quando sono venuto in contatto, tramite web, con Roberta Panizza che gestiva il noto sito di scrittura “www.poesiaedintorn.it”. L’incontro è stato determinante nel farmi credere alla possibilità di ottenere importanti risultati avviando precise ricerche di Artisti “portatori sani” di “furore artistico” unito ad una buona dose di volontà collaborativa per l’attuazione delle idee che ritengo di avere, almeno in parte, espresse in questa intervista.

Concludendo è indubbio che ci troviamo dinanzi ad un uomo coraggioso, che aveva un sogno e, credendoci fermamente, è riuscito a realizzarlo. Sotto questo profilo è un esempio per tutti coloro che soffocano le loro ambizioni dinanzi alle difficoltà e al rischio. Ci piace chiudere con una frase di Steve Jobs, un personaggio che tutti conosciamo come fondatore di APPLE Inc. “Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”

Buona vita a DILA e a tutti coloro che ne sostengono gli intenti e si spendono per renderla una fucina di eventi Culturali e Artistici per percorrere strade nuove.

Caterina Guttadauro La Brasca
30 Luglio 2018

Fattitaliani sito web di cultura e società diretto da Giovanni Zambito http://www.fattitaliani.it/

LaVoce, è una prestigiosa rivista mensile francese, in gran parte bilingue, a colori, 44 pagine dense di contenuti e immagini.
Diretta da Patrice Gaspari è edita a Parigi (Tel. 01 43458755 abo@lavoce.com – ww.lavoce.com) da GEFI (Groupement des Italiens de France)ed è distribuita in abbonamento in oltre 20.000 copie.
Ha per target gli italiani in Francia. In 20 anni di attività ha pubblicato oltre 12.000 articoli e 6.000.000 di pagine. Nell’edizione n. 101, l’articolo pubblicato a firma di Caterina Guttadauro ha ottenuto una posizione di privilegio, se solo si consideri esso occupa due pagine intere, mentre quasi tutti gli altri articoli occupano, di norma, 1/2 pagina, e solo pochi sono quelli che hanno base su una o due pagine intere.

Caterina Guttadauro La Brasca, scrittrice e giornalista è nata e vissuta in Sicilia dove ha completato i suoi studi classici. Vive da 40 anni a Bologna. È da sempre amante dello scrivere. Con il racconto “La storia siamo noi” ha vinto il Premio “Otto milioni” edizione 2018 per la sezione narrativa. È stata Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, Presidente di Giuria in ben quattro edizioni del Concorso Letterario Nazionale: “L’Anfora di Calliope”e al World Literary Price, Concorso Letterario Mondiale itinerante, alla riscoperta delle capitali mondiali.
Programmatrice di eventi letterari nazionali ed internazionali. Con i suoi libri è stata presente al Salone Internazionale del Libro di Torino e a Roma alla Fiera del Libro ”Più Libri Più Liberi”.

In questa sezione presentiamo alcuni brani tratti dai
libri di narrativa di Bruno Mancini

DAL LIBRO
Come i cinesi volume primo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-primo/paperback/product-470699.html
IL RACCONTO
L’estate con la parrucca – Capitolo 1°

[…] Eravamo nei loro invisibili pianti, nelle loro mani di calli, sulle loro lingue asciutte, sulle fronti nere, nelle vite stanche.
Noi eravamo con fughe, sonni, amori, nel loro lavoro duro, noi, tutti.
Avresti voluto avere la forza di gridare “viva l’amore”, avresti dovuto avere il coraggio di stringerla tra le braccia ed amarla davanti a tutti senza vergogna, con passione. Avevo un desiderio enorme di ritornare a casa e dormire. Dormire. Dormire per tantissime lunghe ore prive di coscienza; fino a ricostruire una giornata fondata sul nuovo perno di una nuova coscienza.
Ricerca. Ossessione. Attesa. Ma non malinconia e noia. Meglio tristezza atavica ed assurdamente sentimentale.
Se sono mare lambisco gli scogli e non riesco a possederli. Se sono cielo disegno stelle e non le vedo. Se sono uomo mi sento uomo e non ne godo.
Soffro lo zelo di vivere la natura.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume primo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-primo/paperback/product-470699.html
IL RACCONTO
Il libro di Sonia – Capitolo 1°

[…] Gino smise di leggere, le giunse accanto, pose una mano sulle dita infreddolite, e, con l’altra, calmò lo svolazzo dei capelli poggiandoli accanto al viso.
Io c’ero.
Restavo seduto, nello stesso scompartimento dal quale Gino si era alzato, fingendo il più assoluto disinteresse per i loro movimenti, così come non avevo fatto intendere di percepire l’inquietudine che l’aveva sommersa, e la voglia d’ignoto in cui si era immerso, fusi nell’istante in cui il nostro imprevisto incontro, pur senza una regia, si materializzò in necessità ineluttabile di un lungo percorso comune.
Tu-Sonia, Gino-io; binomi esistenziali a scelta negli ampi confini del normale-anormale, semplice-contorto, intuitivo-logico, sereno-passionale, sempre-perché, tempo addietro scissi dai nuovi rapporti di coppie; amicizie conflittuali dimenticate per un lungo reciproco silenzio; per caso di nuovo faccia a faccia.
Sonia-Gino, tu-io; talee.
Accarezzare attraverso uno sguardo le forme di Sonia e sentirle fremere al pensiero che scelgo te a simbolo, e curare i particolari di una seduzione tanto subdola nella gestualità quanto attesa, sfacciata nei contenuti perché voluta tale e pure agghiacciante, appiccicosa, paralizzante, e percepire, nel folle autocontrollo del camaleonte che attende, il brivido appagante di un do-re-mi-fa sempre più acuto nell’inno alla catarsi, esasperava, di contro, il malessere invadente per non averti lasciata a Gino per sempre, ed aver impedito quindi che, tu, potessi sopportare e gestire anche il vostro lento declino.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume secondo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-secondo/paperback/product-470704.html
IL RACCONTO
Ambiguità – Capitolo 5°

Il tempo seguente venne avanti con incollato ad ogni attimo un dubbio, lo stesso dubbio, sempre lo stesso dubbio, che simile ad un galoppo, avvicinandosi l’ora, attecchiva con percussioni più rapide e sonore alla radice del mio sistema nervoso.
Seduto, le gambe per propria scelta vibravano con moto sempre più accelerato, la vista della porzione di strada affollata che per anni mi aveva affascinato nella varietà e nella moltitudine di abbigliamenti, personaggi, situazioni, sembrava come stamparsi, fotografata, ad ogni ritorno del dubbio.
Se c’era il dubbio non c’era altro, solo fissità ed i miei arti vibranti.
Lo stesso dubbio sembrava pretendere la propria esistenza, dileguandosi dopo comparse che sempre più brevi si imponevano giungendo con maggiore frequenza. Troppo brevi per consentirmi di prendere una decisione, troppo frequenti per liberarmene.
è tutto un bluff; aspetto che crolli.
E se arrivo tardi?
è tutto un bluff, aspetto che crolli; le consegno le pagine che ho scritto, e che mi ha visto scrivere dicendole; “Vedi, sapevo già tutto, non hai segreti.”
E se arrivo tardi?
Se tardando a prendere l’iniziativa me la trovo davanti con un saluto di circostanza per una lontananza ormai scontata?
Il dubbio, lo stesso dubbio, sempre lo stesso dubbio, è chiaro, era l’altro.
Era la sostanza, l’identità, l’anima.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume secondo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-secondo/paperback/product-470704.html
IL RACCONTO
Il nodo

[…]
-“Perché lo fai?” diceva l’anima.
Il cervello ben sapendo che prima o poi sarebbe venuto il momento di dare un seguito al precedente incontro, aveva infatti chiesto soltanto una pausa, e non ritenendo possibile eludere per sempre la necessità di presentarsi ad un faccia a faccia determinante, rispose alla domanda introducendo una delle innumerevoli considerazioni elaborate per accantonare il progetto;
-“Non riesco ad avere completamente sottomesso il corpo, a te sfuggono emozioni incontrollate.
Se voglio non dico eliminare, ma almeno attutire un dolore, se tu intendessi eludere manifestazioni di sentimenti, se io volessi fermare il sangue, affrettare il battito del cuore, isolare un organo, se tu ambissi piangere o ridere in situazioni di estremi opposti, credi potremmo? Come illuderci di interferire sul tutto, se ci manca la forza di farlo sui particolari?!”
Anima;
-“Da soli si perde, uniti si vince. E sempre stato così, e così (sarà questo il titolo del nostro stemma) si cambia. La stessa riproduzione nelle strutture evolute abbisogna di unioni. Maschi e femmine, da maschi e da femmine.”
Cervello;
-“Per uno diverso da loro, d’accordo. Non certo per trasformare loro stessi in diversi.
Nulla e nessuno sarebbe in grado di farlo.
Tu vorresti la metempsicosi tra vivi, è differente, capisci inconcepibile.”
L’Anima;
-“Tu sai cosa pensassero i primi esseri che si accoppiarono? Se ne avevano definito lo scopo, ed il caso affermativo se ne avessero valutata la fattibilità? O non supponi più primitivamente che ciascuno avesse per intento fagocitare l’altro?
Certo l’ipotesi di un risultato quale quello realizzato, sarebbe apparsa temeraria, logicamente improponibile, fantasiosa.
Noi, siamo, loro, noi siamo propaggini di loro azioni, noi dobbiamo tentare di andare oltre le convenzioni, le aspettative correnti e soporifere. Andare oltre l’azzardo.”
-“Andare, come? Andare, dove?”
-“Con te voglio andare oltre l’amore, come in una totale simbiosi.”
Riusciva ancora una volta a confonderlo, utilizzando le peculiari risorse della sua natura; lo poneva in un angolo di lusinghe e velleità. Ne ammansiva le difese con l’accorta tattica di fingersi inoffensiva, ne otteneva attenzione ed interesse stimolandogli visioni oniriche, partecipazione, avvicinandosi al suo ideale con abile e suadente serenità.
Una crepa era aperta.
Lo guardo deciso prolungato che le rivolse, per lei preludio di intesa, la vide pudicamente arrossire. Ingenuità? Tenerezza? Inganno?

Scultura di Mario Ceroli
DAL LIBRO
Per Aurora volume primo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-primo/paperback/product-18665923.html
IL RACCONTO
L’Appuntamento – Capitolo 4°

Non ricordo di averlo visto mai prima così bello e sicuro.

Non avrei potuto trovare una piega fuori posto allo smoking bianco senza sfumature, alla camicia sbottonata sul collo, alla barba tondeggiante, alle dita con l’inseparabile anello di rubino, alle mani poggiate sul bavero che inserivano all’occhiello una ginestra (ginestra fiore amato dalla mia donna).

Neppure le sue fantasticherie, le sue ostinazioni, i suoi dubbi, le sue speranze, se fossero venuti in superficie avrebbero tolto bellezza alla sfida che si accingeva ad accettare.

Verificare. In maniera definitiva. Senza alibi.
Senza veli.
Verificare.
Sapeva bene che andando all’appuntamento si sarebbe, in modo irreversibile, preclusa la possibilità di salire sull’ultimo battello in partenza dall’isola verso le certezze della sua vita.
Eppure mentre poggiava il piede sul primo gradino…non so, mi turba l’ennesima incertezza…

DAL LIBRO
Per Aurora volume primo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-primo/paperback/product-18665923.html
IL RACCONTO
Vasco e Medea – Capitolo 8°

[…]
I grossi lastroni di lava grigia levigati dai passi di migliaia di persone, orlavano un tratto minimo dello spiazzo destinato alle manovre di attracco; subito accanto, una macchia bruttura di asfalto sconnesso adduceva a diverse stradine, queste sì, già dal primo impatto, coreografiche, quasi personalizzate dagli abitanti e dalle attività annesse.
Scelsero, è facile intuirne il motivo, il viottolo a tratti in leggera pendenza incassato tra pareti di tufo verde chiazzate da prepotenti arbusti di gialle ginestre –ginestra, fiore amato dalla mia donna-.
Su in cima, oltre filari di limoni ed oleandri carichi di frutti e di fiori, giunsero ad un gruppo di vecchie costruzioni tinteggiate con impasti di calce dai colori pastello, chiari, luminosi; prive di un ordine apparente e senza segni esterni identificativi che non fossero gerani rosso fuoco ai balconi, glicini appiccicati alle pareti.
Due pini e due palme tutti ultracentenari, quasi cingevano come baluardi il più vecchio palazzo, al cui ingresso un alto cancello di ferro battuto adornato da volute arabesche, mostrava in fondo ad un viale polveroso, tratti sconnessi di un muro di cinta in parte crollato, formato da pietre grigie semplicemente sovrapposte, che ostruiva, spezzava, limitava, la fitta boscaglia e le piante di alto fusto subito accanto predominanti.
Una strada di recente costruzione, sgradevole, sgraziata, stonata, si immetteva in quella minima piazzola, dal lato opposto rispetto alla direzione del loro arrivo, a sinistra del cancello, completando il suo percorso in una specie di slargo appositamente adibito a deposito di rifiuti.
Assurdo.
Criminali.
La vecchia villa sfregiata.
Pazzi.
Stronzi.
L’incanto accecato.
Rimasero confusi tra ginestre (ginestra, fiore amato dalla mia donna) e pattume, ognuno fisso, con i sentimenti oltraggiati, tentando di capire se profanare è una vendetta od una maledizione, se il male sopravvive a se stesso per debolezza del suo antagonista oppure per sciocchi abbagli di clemenza.
Mai un silenzio li aveva visti così uniti, insieme indifesi, cruenti, aggressivi.
“Maledetti.
Siate maledetti.”
Da Vasco e Medea lo stesso grido.

Fu lì che lo rividero…

DAL LIBRO
Per Aurora volume secondo
http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/per-aurora-volume-secondo/4637203?showPreview
IL RACCONTO
Anche questa volta

[…] Le buone intenzioni più di altre conformiste, riconoscibili da tutti, limpide e lineari, hanno quasi sempre vita breve nella confusione che mi agita e mi sbatacchia tra un sentimento e un’idea, una voglia ed un non posso…

DAL LIBRO
Per Aurora volume secondo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-secondo/paperback/product-4637203.html
IL RACCONTO
La Notizia virgola – Capitolo 1°

Appena informati della pubblicazione.
Impiccati, sparati, precipitati, di infarto (un infarto suicida), dissanguati.
Vai Petrus, è il tuo momento, sali sul palco e leggi pure il resoconto che hai preparato per il nostro amico.”
“Grazie, Signora.
Un cenno di rispetto al nostro amico.
Numero uno.
Trenta Aprile, compleanno del nostro amico, otto persone in una roulotte rubatagli (Giuseppe, l’amante di Giuseppe, la sorella di Giuseppe, il marito avvocato della sorella di Giuseppe, i loro due figli maschi e la unica femmina, il figlio avuto da Giuseppe con l’amante), ognuno con un candelotto di dinamite ficcato per tre quarti nell’ano, hanno riempito di gas e di benzina la roulotte rubata al nostro amico, e quindi, dando fuoco, hanno provocato uno scoppio tremendo
Bumm Bumm Bumm Bumm
Bumm Bumm Bumm Bumm.
Almeno otto Bumm, suicidandosi.
L’osso più grande consegnatoci era di dimensione inferiore a mezzo stuzzicadenti…”
Regalo per il tuo compleanno?”
“Mi dispiace per la roulotte, non meritava quella fine.”
“Numero due.
Trenta Aprile.
Un boccale di birra, per favore.
Grazie.
Il venditore di gettoni, che Santa Emma tempo addietro aveva chiamato figlio di puttana, ha collegato la corrente elettrica trifase (380 Volt) a tre terminali del suo corpo;
Uno al pisellino, un altro al buco del culo, il terzo nel punto di congiunzione tra gli occhi ed il naso.
Ha tolto il vetro ad uno dei flippers che aveva rubato al nostro amico, si è disteso sui poppers, targets, buttons, ha messo una gamba nel vaso del cesso, l’altra gamba tra le pale del motore dell’aria condizionata, e poi ha alzato l’interruttore dando corrente al tutto.
Fzzzzz Fzzzzz Fzzzzz Fzzzzz
Fzzzzz Fzzzzz Fzzzzz Fzzzzz
Insomma almeno otto Fzzzzz come gli otto Bumm;
Pensare che odiava i negri, diceva sempre che puzzavano. Anche se li incrociava per strada.
Puzzavano diceva.
Una scena, raccontano, raccapricciante.
Nera polpetta abbrustolita.
Come in fumaiolo della peggiore nave carretta in partenza da Casamicciola…”
“Ancora trenta Aprile, sembra fatto apposta!
E fatto per te!
“Per me?
Non ho mai avuto, Io, mia cara Aurora, ho sempre dato.
Sono triste per il flipper era un Bally 1985.”
“Numero tre.
Trenta Aprile.
Ora gradirei un limoncello, doppio.
Grazie…

DAL LIBRO
Per Aurora volume secondo
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IL RACCONTO
LA NOTIZIA – Capitolo 22°

[…]
“Tu ed io faremo il colpaccio.
Scardineremo, bruceremo, annulleremo, supereremo, affosseremo, ridicolizzeremo, mortificheremo, sputeremo in faccia alla telefonata ricevuta in diretta da Bruno Imenottero.
Che vuoi che sia la sua santità, per di più soltanto al telefono, in rapporto alla realizzazione scenica in diretta della mia teoria!
Noi mostreremo la morte a schermo intero e inquadratura fissa in diretta satellitare mondovisione.
La Signora spogliata del suo decoro, della sua intimità e della sua riservatezza.
Nel momento cruciale.
La morte non sarà più immutabile, né più immortale.
Adele, vecchia patanccia padanaccia pervertita animalofila dei miei disgusti, se non la smetti di maneggiare libidinosamente il gatto nero umanizzato da Rob, ti sputo in faccia due caffè alla cicuta.
Che ne pensi Rob?
E’ o no una cazza di idea?”
“Architetterò tutto rapidamente.
Va bene ci sto.
Mostreremo in diretta la decapitazione di un martire, eseguita dagli antagonisti dei nobili scopi petroliferi dei nostri finanziatori e delle civiltà loro collegate.
Farò tremare di invidia i discendenti della antica inquisizione.
Hai detto bene, ridicolizzerò Bruno Imenottero e la sua santità.
Sbatterò in faccia all’umanità, con tutta la veemenza della rabbia che mi coltivo, la morte senza veli e senza trucchi.
Signore e Signori, ecco a voi lo spettacolo unico ed irripetibile, pietoso e cruento, umano e mortale ecc.
Ancora una volta sarò il primo.
Al lavoro, e visto che la tua inutile propaggine anale, Emma, oh no, Adele, non potrà collaborare in alcuna maniera, inutile è inutile, le affiderò il gatto.
Almeno si guadagna la pagnotta.
Accompagnalo a pisciare e cagare in queste ore per noi di febbrile lavoro.
Mi raccomando Adele, ogni due ore nel vasino, e non mangiare i suoi croccantini.”…

DAL LIBRO
Per Aurora volume terzo
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IL RACCONTO
Così o come – Parte terza
FERMATE IL TEMPO Capitolo 1°

[…] Seguendo Petrus mi preparavo alla spiacevole eventualità di aprire la porta su una scena differente da quella del mio ricordo.
Con cautela, con la discrezione di chi non intendeva disturbare, mossi, lentamente, la maniglia, e spinsi.
Nulla era diverso. Nulla. Quasi si fosse trattato di un’antica scultura.
Il pianoforte, le luci, il lampadario, le piccole anse ricavate sul lato del banco bar, le rustiche grotte dei desideri con al centro la chitarra rossa di Elvis, i trecento quasi invisibili ciondoli tra i rami di una ginestra (ginestra, fiore amato dalla mia donna) che io, anni prima, avevo interpretato come ricordi di melodie assimilate in altri luoghi ed in altri tempi.
La fantasia della fantasia.
Le più belle scelte, messe in ordine dalla più eccentrica stravaganza.
Al centro del soffitto l’antico lampadario a cinquanta bracci, di una mescola ottenuta con sabbia e petrolio, ancora troneggiava, aprendo la porta, riflesso nello stesso specchio, irregolare, ambrato.
Gigantesco padrone assoluto dell’intera parete frontale, continuava a sbalordirmi come la prima volta.
I due amici che mi stavano aspettando, due cari compagni, non si erano accorti del mio ingresso e più innamorati di mai, nella naturalezza del tenero sentimento che li univa, seguitavano a creare atmosfere musicali difficili da dimenticare.
Lui, con l’immancabile ginestra (ginestra, fiore amato dalla mia donna) al bavero, e lei con l’identico ventaglio giapponese che aveva nel giorno del loro ricongiungimento.
Per me, erano stati la mia Anima e il mio Cervello.
Ebbi forte la tentazione di effettuare un balzo ed abbracciarli con un simpatico effetto sorpresa.
Tutto ciò durò solo qualche attimo, poiché all’improvviso, guardando la mia figura nell’immenso specchio, ebbi un sussulto…

DAL LIBRO
Per Aurora volume terzo
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IL RACCONTO
La sesta firma – Capitolo 3°

[…] Troncai di botto elucubrazioni e sottoinsiemi di pensieri, ansiti interiori per timorosi accumuli d’indecenti indecisioni e contrapposte mature certezze mai esaminate con compiutezza, virtuose virtù precipitate in una quotidianità brutalmente anonima e…uscii.
Uscii.
Non mi mossi in cerca di avventure.
Non avevo deciso di costruire la notte più bella della mia esistenza.
Ai miei passi mancava l’intenzione di reiterare assalti a Ciccioline con poche pretese ed illimitate dedizioni. Né tanto meno, la cadenza monotona dell’andatura mi spingeva verso l’alcova di qualche indimenticabile gheiscia trasferita nella mia isola dalle fantasticherie, finanche eccessive e perverse ma giammai sguaiate, disseminate
tra le balere notturne nell’arrendevole Budapest degli anni Ottanta.
Le notti senza stelle delle mie peregrinazioni epicuree!
Neppure volevo mortificare i teneri boccioli, o forse solo appendici irrilevanti, che piccoli corpi anonimi offrivano entro bettole, di facili identificazioni per le insegne con gli ideogrammi del lontano oriente, affogate nei fumi e nella coca…

Scultura di Mario Ceroli

DAL LIBRO
Per Aurora volume quarto
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/il-furto-della-foto/paperback/product-479845.html
IL RACCONTO
Il furto della foto
PARTE TERZA – I SOGNI – Capitolo 4°

[…] … se un uomo sconosciuto continuasse a suonare in un angolo appartato, con il trombone di Vic Dickenson il brano Cryn’ out my heart for you (di Hopkins) tu credi che qualcuno vorrebbe sapere chi sia o chi non sia il solitario sconosciuto e tenterebbe di abbracciarlo?
È più comune -consueto- attendere il miracolo, che non riconoscerlo nell’istante di un suo avvento non programmato.
L’amore del popolo napoletano verso Diego Armando Maradona è stato lo sguardo al cielo stellato, ed allo stesso tempo, il personale esclusivo abbraccio al solitario sconosciuto suonatore di tromba.
Diego Armando Maradona, in piena autonomia, aveva eletto il Suo Popolo Napoletano alla dimensione di un Mito.
Il Suo Mito.
Un mito d’amore.
Nella storia dei grandi avvenimenti pubblici e sociali, quasi mai ci si è trovati di fronte ad un reciproco amore tra l’autorevole emblema e la spontanea sudditanza.
O l’una o l’altra.
È anche vero che la mia promessa di indulgenza attiene ai protagonisti di “Le belle storie d’amore” ma questa volta mi hai sorpresa ed imbarazzata.
Non posso negare di…

DAL LIBRO
Per Aurora volume quinto
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IL RACCONTO
La menopausa di mia sorella – Capitolo 3°

Quasi a fuggire da questi nuovi e vecchi invadenti ed inopportuni pensieri, effettuai di botto un profondo respiro, spinsi la testa sottacqua, ruotai il capo verso il basso, e, dando un deciso colpo di pinne, mi lasciai cadere nella profonda fenditura tra due masse rocciose.
Nel chiarore indeciso delle strisce di sole che, penetrando i circa otto metri di profondità, in una prospettiva parevano sciamare entro gruppi aghiformi tra i filari delle posidonie, mentre invece, in un angolo opposto, squarciavano il fondale trafiggendo l’incastro della falda sulla scogliera, come un fantasma di pura luce, seguendo la corrente sottomarina con un docile movimento a pendolo che non ne spostava granché la posizione, un fantastico enorme agglomerato, perfettamente mimetizzato tra le rare pietre, le variegate alghe, e gli spigoli di sabbia, giaceva come un polpo.
Un polpo?
Una piovra!
Otto metri circa sotto di me, un polpo di dimensioni mai prima affrontate sbatacchiava fra i suoi enormi tentacoli una macchia nerastra simile ad una delle rotondeggianti rocce laviche stracciate dai bordi del magma solidificato.
A meno che non si fosse trattato di un riccio gigante o di un grappolo di cozze, la macchia non mi sembrava giustificata in quel luogo.
Non ebbi in mente altre ipotesi.
Neppure che potesse trattarsi di un totano.
Le pulsazioni m’incalzavano risucchiando quanto più ossigeno possibile dai polmoni, l’adrenalina mi eccitò rendendo secchi e decisi i movimenti con i quali proseguii la discesa, gli occhi sbarrati dietro il vetro perlato della maschera molto compressa sulla faccia puntarono il centro dell’ammasso spiaccicato indifeso sul fondo, la mano destra strinse l’asta d’acciaio del tridente fino a procurarmi dolore per l’improvvida compressione, il braccio sinistro si mosse a cavare il pugnale dalla guaina legata al polpaccio.
Non ebbi un pensiero.
Che fosse un totano…

DAL LIBRO
Per Aurora volume quinto
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IL RACCONTO
Così fu – Capitolo 8°

Mercoledì ore 9: “Oggi le figlie e i figli di puttane che vanno in chiesa, non a supplicare perdono, ma per sentirsi importanti nel rapporti con l’eterno (come dire voler corrompere la forza del destino, sottomettere il dio al loro interesse), loro, i santarelli amici di merende, le femmine tradite e traditrici, i miserabili che smerciano cocaina eroina sballina mortina e sigarette dinanzi alle questure, ai palazzi dei tribunali, agli ingressi dei giardini pubblici, ai portoni dei vigili comunali, del fuoco, del mare, della merda, oltre che tra i banchi delle scuole delle metropoli meridionali, delle scuole di ogni grado di tutti i rioni di tutte le rimbecillite metropoli meridionali di tutte le nazioni, oggi le figlie e i figli di puttane che impazziscono se non possono mostrare le chiappe adipose, le zizze gualdrappate, le zampe microbiche, le cosce microscopiche, le vene varicose, le voci stridule e sguaiate, i coltelli a molla, girando in bella mostra tra le boutique ed i pub schiamazzanti lungo tutta la viuzza Riviez ed il largo Maroz del quartiere top secondo Novella 300, oggi, uno o alcuni figli di puttane in attività nella zona in cui vivo ha, o hanno, rubato la mia sgangherata bicicletta parcheggiata in via Coppi 27.
Aiuti non ne voglio.
Mi basterebbe saperli spiaccicati contro un muro.
Darei in cambio 100 rupie”.

DAL LIBRO
Alla ricerca dei percome
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IL RACCONTO
LA SIRINGA ABBANDONATA

Ormai ci conosciamo e ci riconosciamo da molti metri di
distanza.
La siringa abbandonata aspetta ogni giorno il mio passaggio,
un po’ speranzosa che io possa organizzare qualcosa per
consentirle di uscire dallo stato improprio nel quale giace
già da oltre un mese, e un po’ deliziata dalle foto che le
scatto con amorevole vicinanza.
Se ne vanta con le amiche affermando che nessuna di loro è
mai stata onorata da tanta attenzione da un umano per bene.
Va dicendo che i filmati nei quali la ritraggo da ogni
angolazione sono il segno evidente della sua prosperosa
fisicità.
Pur essendo grassoccia è dotata di una sola gamba, finemente
lavorata tanto che alla sua estremità inferiore possiede un
canaletto utile a spruzzare benedetti liquidi molto più ambiti
dell’acqua disponibile in tante acquasantiere.
Una siringa, chiara di sembianze come le odalische dipinte
nell’ottocento, che porta un copricapo composto a somiglianza
di un cappellino di memoria regale; una siringa sobria e
resistente alle furiose scorribande delle scopazze usate dagli
spazzini… oplà dagli operatori ecologici e dalle loro macchine
trita-erbacce; una siringa flagellata da temporali che hanno
buttato giù alberi di ogni tipo e procurato frane in ogni dove;
una siringa piantata in un’aiuola, e situata in bella mostra
proprio all’ingresso di uno dei parcheggi più trafficati di una
delle Città gioiello della Campania (Ischia, vanto nazionale e
meta di milioni di turisti internazionali!); essa, una siringa, sta
raggiungendo un record difficilmente uguagliabile nella
società civile: restare per oltre un mese nello stesso posto senza
muoversi di un solo centimetro.
“Evviva le siringhe!” urlano con forza gli amministratori dei
beni pubblici traslando il loro osanna ut sic augurio per i loro
culi incollati (culseggiati come la siringa all’aiuola) alle
seggiole comode e profumate dai din din che i sudditi
deficienti continuano ad elargire per le loro inettitudini.
Fino a qui si è espressa la mia, forse, poco valente velleità di
scrittore, ma essa non è la sola che mi costringe a tartassare i
tasti di questo pc, poiché un’altra, ben più possente e più
assecondata, m’induce a esprimere non più fantastiche
ricostruzioni e fantasie sornione, bensì domande semplici
lineari e concrete.
Parlo della mia velleità (vizio) di non sentirmi mai suddito e di
non assegnarmi un ruolo da colluso o reticente.
Potrò diventare schiavo se è vero che dove c’è forza la ragione
non vale, ma la sudditanza è un ruolo che prevede una
massiccia dose di abulia che non possiedo.
Quindi le domande sono
1. Negli “ordini di servizio” dell’ultimo mese chi sono
stati gli operatori ecologici ai quali è stata assegnata la
pulizia del parcheggio di Via Mirabella ad Ischia?
2. Nell’ultimo mese chi sono stati gli addetti al controllo
del rispetto delle direttive aziendali da parte degli
operatori ecologici?
3. Quanto spreca ogni giorno la nostra comunità per
pagare simili incurie e disservizi?
4. Si può credere che dopo la mole enorme di
segnalazioni, giornalistiche e televisive, durata quasi
un mese, i dirigenti aziendali non fossero informati del
pericolo per la salute pubblica e del danno d’immagine
per l’intero comune dovuti alla permanenza della
siringa in quella piazza?
5. Ora, in seguito a questo articolo pubblicato sui
principali organi d’informazione locale (e non solo),
quali saranno i provvedimenti che verranno adottati
affinché non si verifichino in futuro casi tanto eclatanti
di mal servizio in danno della collettività?
6. Ovviamente i lettori potranno aggiungere ulteriori
domande e le loro considerazioni!
P.S. Aggiornamento del 22 Aprile 2015.
Dopo oltre 3 mesi dalla prima segnalazione, oggi, 22 Aprile
2015 la siringa è ANCORA nello stesso posto… e sono
ANCORA allo stesso “posto”, ANCORA retribuiti con i nostri
soldi, anche i responsabili (sic!) della pulizia dei luoghi
pubblici della città d’Ischia.

DAL LIBRO
Per Aurora volume settimo
IL RACCONTO
Un’altra Gilda

Un busto simile, le stesse tette, la prigioniera dei suoi inganni apparve all’imbrunire lì dove meno la cercavo.

Sguazzava nel mare al tramonto a pochi metri dalla riva.
Testa rotonda, capelli piuttosto corti.
Movenze prive di sussulti.
Leggevo di Altafini nuovo leone nella fossa del San Paolo.
Di tanto in tanto un fluido mi spingeva verso la tizia molto vicina allo scoglio sul quale ero stravaccato con gambe pendule e piedi al filo delle schiume delle onde.
Con due bracciate sarei giunto da lei.
Non era bella, eppure attirava la mia attenzione distogliendomi dalla lettura dell’ultima azione di José.
La distanza era tanto breve che avrebbe potuto accorgersi che la guardavo, ma io usavo la massima prudenza poiché non volevo che ciò accadesse.

Non era bella non vuol dire che fosse brutta, ma rotondetta e faccia da brava ragazza per cui non valutavo positivamente interessante il tentativo di conquistarla.
Intanto, la sera era giunta in quella fase senza sole, con il cielo tra l’indaco ed il grigio, ed era tanto chiara ancora da consentire la lettura del giornale, forse per qualche altro minuto.

Decise di uscire dal mare; prima restando per qualche secondo inginocchiata sul fondale sabbioso, intanto che, con entrambe le mani, rimuoveva l’acqua marina dagli occhi e dalla faccia; poi, lentamente, andando, in equilibrio instabile a causa della forte risacca provocata dalla marea in atto, verso la piccola insenatura tra due scogli che si apriva proprio accanto alla posizione in cui io mi trovavo.
Non mi ero accorto che in quella conca, alle mie spalle, qualcuno aveva precedentemente posizionato un telo, la borsa e gli indumenti.
Mi trovai seduto praticamente al di sopra di lei.
La guardavo dall’alto.
Dall’alto, le poppe, a mala pena contenute nel bikini leggermente più scuro della sua carnagione, parevano esaltarsi per la libertà del momento.
Gonfie verso l’alto, verso di me!
Eravamo soli nel raggio di molte centinaia di metri.

Le rivolsi la parola chiedendole qualche sciocchezza che ora non ricordo.
Non si sottrasse all’esplicito invito alla conversazione, anzi più volte, inserendo nuovi argomenti, fece in modo che il dialogo non si estinguesse.
Poi, non ricordo come accadde, ci trovammo seduti uno di fronte all’altra, quasi toccandoci.
Da quando era uscita dal mare aveva un grosso telo che le cingeva il busto, dalle spalle alle ginocchia.
Sotto il telo aveva ancora il bikini bagnato.
Sopraggiunta l’oscurità della notte -tante stelle ed una mezza luna con gobba ad occidente-, un lampione, posto ai margini del parco pubblico adiacente l’arenile, consentiva che potessimo vedere anche i particolari dei nostri corpi.
Il suo modo di seguire la conversazione e di vivacizzarla era avvincente.
Vi trovavo profonde analogie con le forti sensazioni positive che avevo percepite durante i primi incontri con Gilda.
Gilda, fuggita prigioniera di un suo inganno.
Mentre ripensavo a quella storia finita senza che fosse venuto meno nessuno dei valori che l’avevano idealizzata, la donna venuta dal mare, quasi avesse letto nel mio pensiero, parve decisa a sostituirsi alla mia Gilda.
Con fare naturale alzò le braccia nell’atto lento e continuo e seducente di legarsi i capelli ancora gocciolanti.
Le ascelle apparvero nude come quelle che Gilda mostrava quando alzava le braccia per dire “prendimi”.
Il telo, continuamente smosso, lasciava intravedere la parte dei seni prosperosi pronti a schizzare come panna montata al di fuori della piccola striscia di stoffa che li conteneva di poco oltre l’orlo dei capezzoli.

Il segno tangibile della sua partecipazione erotica mi giungeva spavaldo intanto che esso stesso mi distoglieva dalle sue lusinghe creandomi il ricordo delle perdute piacevolezze.
Sempre parlandomi, sempre con movenze naturali prive di azioni dichiaratamente mirate a mettersi in mostra, la sconosciuta tolse del tutto il telo che l’avvolgeva dal petto alle ginocchia.
Era ad un soffio da me.
In un bikini tanto ridotto da apparire inesistente, mi parlava della sua vita…
Non mi rendevo conto se mi piacesse maggiormente ascoltarla, oppure guardarla, e nella sudditanza di tanta attraente incertezza non osavo toccarla né chiederle se avesse voglia di un momento erotico.
Lei si fermò a guardare le mie labbra che si muovevano senza pronunciare parole.
Capì che, osando, temevo di perderla.
Sapeva che il lasciare sfuggire quell’attimo avrebbe banalizzato il nostro incontro.
“Sulla spiaggia di notte, oggi, con uno sconosciuto, te, potrei avere un orgasmo da ricordare tutta la vita” mi disse.

Scultura di Mario Ceroli

In questa sezione proponiamo poesie tratte da ciascuno dei libri scritti da Bruno Mancini.
DAL LIBRO Davanti al tempo (1960 – 1962)
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LA POESIA
Il volo verticale

Il volo verticale di un elicottero
distinguo
il fumo di un battello
si spande innocuo.
Profeta eccomi.
Vicino ai miei bagliori.
Brucio superfici senza suoni
piuttosto che patire suoni di seghe.
Ricordo il crepitio di una mitraglia
sotto gli archi scuri di un portone
addosso ai cani uomini
il piombo dei proiettili.
E le piante pesanti di corpi
ed i fiori sparsi per terra:
quel grido di pianto di bimba.
Mentre c’erano scarpe chiodate.
Ricordo la cella bassa
e il sapore di aria viziata
– alle volte
sporche
ignobili croci
affannano –
il brusio.
Mentre c’erano scarpe chiodate.
Sua madre sporca di sangue
accoccolata
tra luci ed ombre di ferro.
E lì pensammo di bene e di male,
di male di male e di bene.
E poi capimmo
pietà
che, sola, eri triste.

DAL LIBRO Segni (1964 – 1987)
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LA POESIA
L’inganno di Ignazio

Non so se,
quando avrai smesso il flamenco
sul capitello in fumi d’antico,
alzando gli occhi – olé –
al simbolo
vorrò sapere se.
E il nome ti assalirà

compresso
tra un tacco e il mito.
Il nome ti forzerà
bagnato
tra cosce in ritmo.
Il nome il nome,
il nome mio
al simbolo!
Lenta sui fianchi la gonna a ruota,
pavoneggiando altera
rossa e nera
– il sangue e la sfida –
prima in corrida,
lenta sui fianchi,
– la fiamma e la fine –
s’attarda.
Il nome mio al simbolo.
Non voglio sapere se.
Se l’attimo dopo a braccia alzate
– olé –
se a terra inginocchiata a capo
chino

DAL LIBRO Sasquatch (1968 – 2009)
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LA POESIA
Berenice e i suoi dilemmi
Uno spunto dalla tragedia “Berenice” di J. B. Racine

M’attende
stanotte il mio domani,
mantice di fisarmonica regina
nella balera dove m’invito,
ostico astante.
a dare una misura alla mia sete.

M’appare
irriguardoso senso di memoria
di lei, l’altra bugiarda,
che andava in altalena,
morbosa perversione,
sui miei perdoni inammissibili.

M’accosta
d’ingannatrice residuo lembo
vagheggiato teorema di improbi sigilli
mortificante effimera dolcezza
divaricata sintesi
risucchio d’anime.

M’oltraggia
ludibrio inaccettabile,
Polinice in pasto ai cani
ed io sarò d’Antigone la sabbia.
Modello la visione onirica
e lascio Berenice ai suoi dilemmi.

Non canto e non sorrido.

Aspetto l’alba sveglio.

DAL LIBRO La Sagra del peccato (1957 – 2003)
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LA POESIA
Le mummie e le vestali

LA FORZA DI IGNAZIE
Se io fossi stata solo figlia
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per vicoli stretti e fumosi
attenta smarrita
avrei venduto gli occhi.
Se io fossi stata solo sposa
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per luccichii mimetici
solitaria rarità
avrei gelato le parole.
Se io fossi stata solo madre
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per veglie e voglie
condannata smarrita
avrei sedato i suoni.
Se io fossi stata solo donna
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per folli folle disumane
paradisi perduti
avrei tritato i pensieri.
°———°———°———°
Ma tu offendimi
con albe boreali
e poi sussurrami
di tuoni di tempeste
ma tu affondami in nuvole di abbracci
e poi ritrovami
nelle bugie dei sogni
io vivo da sempre
quasi fossi vestale
attonita.

LA FORZA DI IGNAZII
Come giunco
tra rane
sbattuto
frustato
sferzato
quando avevo vent’anni
ho lasciato mio padre
lui ne aveva cinquanta.
Come graffio
su specchio
stridente
gelante
sfregiante
quando avevo altri anni
ho lasciato l’amata
lei non so.
Come gancio
al labbro
stupisce
tradisce
scurisce
quando avevo più anni
ho lasciato mio figlio
lui era grande.
Come bruco
fra frane
intanato
stordito
immoto
in questo giorno d’afa
ho lasciato la mia immagine
lei non lo capirà.
°———°———°———
Ma tu lisciami
e fasciami
e abbracciami
e stringimi
e scoprimi e coprimi
e narrami e ignorami
e forgiami favola ottusa
io vivo da sempre
quasi fossi una mummia
deluso.

Scultura di Mario Ceroli

DAL LIBRO Incarto caramelle di uva passita (2002)
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LA POESIA
Domani all’alba

Incarto caramelle
di uva passita
con sensazioni semplici
e il fascino del brusio
mi spinge lontano, fino.

All’attimo che colsi,
morbida,
perlate di rugiada
forse le labbra
forse le bacche rosate
al culmine dei seni.

°———°———°———

Incarto caramelle
di uva passita
con sensazioni turbolente
e lo struscio di carta contorta
mi spinge lontano, fino.

Ai giochi tra i muschi,
morbida,
in un taglio di luce
forse le dita
forse le labbra rosate
al culmine dei sensi.

°———°———°———

Incarto caramelle
di uva passita
con sensazioni allucinanti
e lo sfascio di stagnola stracciata
mi spinge lontano, fino.

Al soffio spento,
morbida,
domani all’alba
forse una rete
forse le dita rosate
attanagliate al collo.

DAL LIBRO Io fui mortale
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LA POESIA
Tra eutanasia e ghigliottina

Tra eutanasia e ghigliottina,
le mie sbizzarrite molecole,
tra sortilegi
avvenenti attese
improbe rincorse nella nebbia
oppure disincanti
monotone certezze
tranquille soste sulle spiagge,
le mie sfavillanti molecole,
hanno fermato il tempo all’improvviso.

DAL LIBRO Agli angoli degli occhi (1962 – 1964)
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LA POESIA
Parlo di te

Parlo di te
con me
nella semplicità di un riposo
sull’acqua
parlo di te
nella sincerità di una solitudine
con me
sull’acqua.

Parla di te
con me
un filo d’erba
sull’acqua
l’immagine di un’isola
sul mare
nella sincerità di un riposo
parla di te
a me
nella semplicità di una solitudine
sull’acqua
il volo di un volo di gabbiani.

Scultura di Mario Ceroli

DAL LIBRO Non rubate la mia vita
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LA POESIA
Sembri

Oggi.
Oggi dai trespoli selvagge cocorite
oggi da Chio sovrana tralci di vitigni
oggi etiopi zefiri ambrati
giallo deserto
di sabbie egiziache
oggi sui prati delle tue lusinghe
affascinanti.
Così o come
nel fertile appanno
la goccia sul vetro.
—°°°—°°°—
Domani.
Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia
domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto
domani che dipana i nostri intrighi
le foto con sorrisi
le lettere d’amore
domani incise negli angoli dei mondi
dal picco della mia follia.
Discesa o risalita
con docile affanno
la mano alla roccia.
—°°°—°°°—
Oggi o domani.
Oggi o domani forse ingorde speranze
sonnamboliche ipnosi
nella veglia incredula
della nostra vita.
Atlante affaticato
io
resto piolo.
Calliope appartata
tu
sembri una sposa.

DAL LIBRO La mia vita mai vissuta
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/la-mia-vita-mai-vissuta/paperback/product-21299729.html
LA POESIA
Volteggio

Volteggio
con un tutù che non mi dona
-il rosa pallido del tulle e le scarpette bianche-
seguendo
melliflua sdolcinata
sviolinata
“Oh, com’è bello il ballo del mio cigno!”.

Intanto
il vento di ponente
ha sbrindellato stoppini e maschere,
sconvolge e ricompone,
superbo,
nel moto andante-maestoso
sipari-nuvole
di stelle e di galassie.

Ho smesso d’essere clessidra,
ma non sarò batacchio in dondolo
per indicare l’ora di un cucù.

DAL LIBRO Erotismo, sì! (1964 – 2017)

Erotismo, sì!


LA POESIA
Essere donna non basta

Essere donna non le dà pace
quando è la strada che attizza
il suo “per ora”
nembo che sbuca e offusca
tra filiformi steli di ginestre apparsi,
arditi nel lembo in basso
del suo torrione sulla rocca.

E lei vorrebbe fiato caldo tra la guancia e il collo,
mani indecenti a superare ostacoli
dalle ginocchia
al breve tratto dove concentra osceni paradisi,
osceno e paradiso.
Il ruvido pigiare sul suo perduto senso del reale.

Enfasi immacolata
sbaraglia il trucido bivacco,
ma lei non gode.

INDICE

Dedica Pag. 3
Introduzione Pag. 5
Opere finaliste Premio Poesia 2019 Pag. 7
Liliana Manetti Pag. 11
Enzo Casagni Pag. 12
Angela Maria Tiberi Pag. 13
Opere finaliste Premio Arti grafiche 2019 Pag. 31
Alessia Gaveglia Pag. 40
Milena Petrarca, Pag. 41
Gianfranco Cilento Pag. 43
Flora Rucco, Pag. 44
Gianna Formato Cavuoto Paganelli Pag. 45
Mario Ceroli, Pag. 47
Opere finaliste Premio Giornalismo 2019 Pag. 51
Adriana Iftimie Ceroli Pag. 53
Opere finaliste Premio Narrativa 2019 Pag. 61
Liga Sarah Lapinska: Pag. 63
Opere finaliste Premio Musica 2019 Pag. 74
Roberto Prandin Pag. 76
Domenico Umbro, Pag. 79
Raffaele Pagliaruli, Pag. 80
Maria Luisa Neri Pag. 81
Giulio Menichelli Pag. 82
Santina Amici Pag. 83
Gli Archi della Donadoni Pag. 84
Opere finaliste Premio Recitazione 2019 Pag. 85
Chiara Pavoni Pag. 89
Giuseppe Lòrin Pag. 92
Stefano Degli Abbati Pag. 95
Lucia Fusco Pag. 97
Flora Vona Pag. 101
Natalina Stefi Pag. 102
Riccardo Nicolai Pag. 103
Larachiche Mohamed Pag. 104
Lucilla Trapazzo Pag. 106
David Wilkinson Pag. 110
Iskra Peneva Pag. 117
Lucia Marchi Pag. 119
Dalila Boukhalfa Pag. 122
Paola Occhi Pag. 124
Roberta Panizza Pag. 125
Bruno Mancini Pag. 133

Magari un’emozione!
Antologia di Arti varie
A cura di Bruno Mancini
Copertine di Mario Ceroli

Finita di stampare nel mese di Ottobre 2019

INFO – CONTATTI
Cell: +39 3914830355
emmegiischia@gmail.com

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