Pianeta Azzurro: “Alba Gonzales and Firends” tra musica e poesia

PIANETA AZZURRO  IL PREMIO  “I PROTAGONISTI” XVI Edizione CON ALBA GONZALES

Tra poesia e mito, verità e bellezza lungo le emozioni del tempo dove il ricordo riaffiora in tutta la sua purezza e forza, conduce l’arte di ALBA GONZALES scultrice di fama internazionale, tra le più apprezzate, che a Fregene, cittadina di mare vicino Roma, entro i suggestivi spazi del suo PIANETA AZZURRO Centro Internazionale di Scultura Contemporanea il 13 settembre 2017 darà spazio alla mostra “L’EMOZIONE SI FA MATERIA. ALBA GONZALES and FRIENDS unitamente alla XVI Edizione del “PREMIO IL PIANETA AZZURRO. I PROTAGONISTI 2017”.

Sarà la musica con il suo linguaggio universale, unitamente alla poesia a fare da cornice alla serata dove protagoniste sono le straordinarie sculture monumentali di Alba Gonzales che in questa sede, unica nel suo genere, saranno affiancate da altre opere intense e raffinate di scultori di spicco internazionale quali: Sergio Capellini, Giorgio Conta, Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi e Davide Raddi. Attraverso le sue sculture dove si intrecciano dramma, passione ed ironia, ALBA GONZALES, ha esplorato l’orizzonte umano entrando nella storia tra mito arcaico e modernità, amore e bellezza, dando risalto alla figura femminile che nelle valenze antropomorfe acquista nuova vita con rimandi alla storia e al mito, alle passioni e ai misteri presenti nel cammino dell’uomo.

Premio Pianeta Azzurro e mostra al Museo di Alba Gonzales

Le sue sculture in marmo e bronzo, eleganti e piene di vita, raccontano dell’uomo e dell’infinito, dell’angoscia e della serenità, della bellezza e del mistero racchiuso nel sottile filo della vita. Figure di donne alate, con i corpi che diventano un tutt’uno con la natura, con riferimenti alla mitologia e alle allegorie, e ancora volti che si svelano poco a poco, o che si sdoppiano, risvegliano i luoghi più segreti dell’inconscio ponendo interrogativi sull’esistenza e sul rapporto tra gli spazi del mondo perduto e sognato e quelli delle emozioni. Al centro della ricerca di Alba Gonzales è l’individuo uomo terreno e spirituale, avvolto dall’enigma del suo essere perché il suo nascere e morire resta un mistero, il mistero della vita. Così accanto al motivo della figurazione antropomorfica indagata nella categoria di sculture “Uomini e Totem” dove privilegia il rapporto tra mito arcaico e modernità, è il fascino della mitologia classica e della cultura del mediterraneo con “Amori e Miti”; e ancora il lato istintivo e il mistero che aleggia nell’essere umano nel suo divenire “altro” reso da rappresentazioni quasi fantastiche in cui si affacciano elementi erotico e onirici propri della serie “Sfingi e Chimere”.

Premio Pianeta Azzurro
scultura Sensualità Potere di Alba goonzales

L’immagine della donna nella sua bellezza e purezza, forza e coraggio, appartiene al percorso della Gonzales dalle Sfingi alle Centaure, figure cariche di ironia in cui si cela una vena drammatica a scandire come il viaggio dell’uomo sia aspro e costellato di misteri e mete da raggiungere. Il dramma legato alla sfera della donna è presente ad esempio in “L’uomo nero”, ma ancor più in “Le avevo in pugno”. L’ironia affiora poi in “Cin Cin” dove da una coppa sgorga una figura femminile e in “Le nuove Grazie” dove si avverte il mutamento della figura femminile nel contemplare come il corpo possa trasformarsi per essere altro da se’; per non dimenticare “Io me ne vado” dove con l’eleganza propria di una donna dell’alta società, la figura femminile è rappresentata nell’atto di salutare sottolineato dal passo leggero e dal posare il cappellino sulla testa.

Pianeta Azzurro
La Giustizia di Alba Gonzales

 

A cogliere l’emozione della materia accanto ad Alba Gonzales sono i suoi colleghi scultori: Sergio Capellini, Giorgio e Livio Conta, Sabrina Ferrari, Leonardo Lucchi, Davide Raddi che si muovono con disinvoltura entro un linguaggio figurativo, semplice ed essenziale, ma intenso e avvolgente per energia e forza espressiva nel lavorare bronzo e marmo. Si tratta di due generazioni di scultori capaci di coinvolgere il visitatore proiettandolo entro storie reali e immaginate dove ritrovare ciascuno un proprio pensiero o una parte di sé. Riguardo la figurazione legata alle rappresentazioni di questi eccellenti artisti Stefania Severi, storica, critica d’arte e curatrice di importanti esposizioni,  così sottolinea nell’introduzione al Catalogo “…si parla di una figurazione assolutamente contemporanea, che tiene conto degli esiti dell’astrazione e, pertanto, non è mai legata né al naturalismo né al realismo in senso stretto. Per tutti questi artisti la figura è un valore perché in grado di provocare emozioni, grazie all’inevitabile rispecchiamento che si produce nell’animo di chi guarda”.

Se Sergio Capellini di origini bolognesi restituisce il senso del movimento nelle sue sculture qui esposte di dichiarato richiamo liberty e Decò: “Barbara sullo sgabello” (1982-4) e “E io non morirò” (1977), Giorgio Conta, giovane artista attivo in Trentino, ma conosciuto a livello internazionale,  raggiunge un perfetto equilibrio di forme nel gruppo statuario “Walking Together” (2016), mentre. Livio Conta, grande ritrattista fa riferimento alla nuova umanità bionica con “Metamorfosi” (2000) e al bisogno di evasione con l’altra opera “Libertà”. Armonia ed equilibrio emergono in modo particolare nei movimenti delle figure realizzate da Sabrina Ferrari con “In a hurry”. Di grande effetto i bronzi di Leonardo Lucchi orafo e scultore: “Martina dopo il bagno” e “l’Altalena” dove spicca il senso della gravità e dell’equilibrio restituito alle due figure femminili nonostante le loro posizioni quasi impossibili. A chiudere il percorso espositivo è Davide Raddi specializzato nella lavorazione della ceramica e nel marmo con le opere ’Invidia” e “Avarizia” rispettivamente in marmo rosso e nero a rappresentare i vizi capitali.

A guidare lo sguardo del pubblico entro questo spazio dove l’arte trionfa sono la poesia e la musica  con un programma di letture poetiche con l’attrice Barbara Amodio, e la partecipazione di concertisti di fama internazionale quali Kasja Chojnacka (pianoforte) e Carmelo Iorio (sassofonista jazz) e della soprano Silvia Pietrantonio.

Silvia Pietrantonio Soprano e compositrice

La XVI edizione del Premio PIANETA AZZURRO in linea con la tradizione delle passate edizioni vedrà assegnati gli splendidi bronzi del Premio “Pianeta Azzurro- I Protagonisti” a personalità di rilievo nel panorama nazionale e internazionale nell’ambito della cultura e dello spettacolo, dell’arte, del cinema del teatro,  del giornalismo e della letteratura. Dieci i premiati che saliranno sul palco del Teatro dello Spazio Open del Centro – Museo. introdotti da Marta Iacopini, Accanto a Luca Barbareschi, Elena Bonelli, Luca Bracali, e Cristian Contini, affermato critico e gallerista a livello internazionale, saranno premiati la pittrice Grazia Cucco, il filosofo e sociologo Derrick de Kerckhove, e il fotografo di teatro  Tommaso Le Pera. E ancora, Gabriele Simongini storico dell’arte, saggista  e critico d’arte, Andrea Sarubbi giornalista politico e Cinzia Tani, scrittrice e giornalista TV.

Seguirà poi un programma dove protagoniste saranno musica e poesia dove alle letture poetiche dedicate alla luna interpretate dall’attrice Barbara Amodio, si alterneranno classica e lirica con nomi di fama internazionale come i concertisti Kasja Chojnacka e Carmelo Iorio rispettivamente pianista e sassofonista jazz e la soprano Silvia Pietrantonio. Insieme a Carmelo Iorio la pianista Kasja Chojnacka eseguirà con arrangiamenti: “Preludio n.1 Do Maggiore” e  “Suite N° 3 in Re Maggiore secondo movimento”  di J.S. Bach, mentre al pianoforte interpreterà, individualmente, musiche di Chopin (“Notturno in do diesis minore”, “Fantasie Impromptu in Do diesis minore, op. 48 N. 1”) e di L. Van Beethoven (Adagio dalla Sonata per pianoforte n. 14, opera 27 n. 2 “Quasi una fantasia”, meglio nota come “Sonata al Chiar di Luna”). Alla soprano e compositrice Silvia Pietrantonio dalla voce vellutata e intensa, accompagnata dalla pianista Kasja Chojnacka, saranno affidati brani quali: “Casta Diva dalla Norma di Vincenzo Bellini, “Io son l’umile ancella” dalla Adriana Lecovreur di Francesco Cilea attraverso cui si potrà ammirare la sua padronanza tecnica e virtuosismo vocale.

Silvana Lazzarino

 

L’EMOZIONE SI FA MATERIA. “ALBA GONZALES and FRIENDS

CERIMONIA PREMIO “PIANETA AZZURRO- I PROTAGONISTI” XVI edizione

Testo critico al catalogo a cura di Stefania Severi

Centro Internazionale di Scultura Contemporanea PIANETA AZZURRO

Lungomare di Ponente 66/A FREGENE (RM)

Mercoledì’ 13 settembre 2017 dalle ore 18:00

Spazio Open- Teatro del Museo ore 19.00

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PRIMA BIENNALE DI SCULTURA CITTA’ DI SOAVE

PRIMA BIENNALE DI SCULTURA CITTA’ DI SOAVE

ALBA GONZALES, SABRINA FERRARI, FRANCESCO TRIGLIA, SERGIO CAPELLINI

I linguaggi dell’arte di questi ultimi decenni nella loro semplicità e complessità interpretando i cambiamenti storico sociali dei diversi paesi acquistano sempre più un valore culturale che resta nel tempo. La scultura tra le espressioni artistiche è quella che permette alle figure e ai soggetti rappresentati di avanzare nello spazio, conquistandolo poco a poco fino a farne parte.

ALBA GONZALES la mela violata

ALBA GONZALES
la mela violata

Il linguaggio della scultura dove il bronzo, il marmo, ma anche altri materiali prendono forme diverse seguendo parametri classici, ma anche più moderni e innovativi, permette al soggetto di conquistare un posto privilegiato diventando il centro dell’osservazione. I corpi che prendono forma dal marmo, dal bronzo sembrano acquisire nuova vita dando spazio alle diverse emozioni di cui l’uomo è protagonista tra passato e presente, mito e storia. Spesso a catalizzare l’interesse dello scultore anche in quest’epoca dove sembra sempre più prendere piede l’installazione e la video arte è il richiamo ad uno stile tendente al classico dove però non mancano spunti di originalità con cui ritrarre figure nelle loro diverse accezioni esplorate nel tempo. Un tempo sospeso tra antico e moderno entro cui recuperare quelle tracce di memoria che rimandano costantemente alle origini e che poi riproiettano nell’oggi dove tutto è in costante trasformazione.

A Soave dal prossimo 18 giugno 2016 la scultura è protagonista con un interessante appuntamento che vede riuniti in uno stesso ambiente le opere più rappresentative di nomi prestigiosi del panorama dell’arte italiana e internazionale contemporanea. Alba Gonzales, Sabrina Ferrari, Francesco Triglia e Sergio Capellini, sono gli scultori scelti per la prima BIENNALE DI SCULTURA CITTA’ DI SOAVE presso il Palazzo del Capitano nella Sede comunale (Via Camuzzoni 8) aperta dal 18 giugno (giorno dell’inaugurazione) al 17 luglio 2016. L’esposizione presenta le sculture di questi

ALBA GONZALES L’Angelo di Amleto

straordinari artisti che in modi simili e differenti, privilegiando il figurativo hanno dato voce a stati d’animo di libertà, sofferenza, amore, angoscia impressi nei soggetti rappresentati sia essi umani, sia fantastici o legati al mondo animale.

ALBA GONZALES Centaura dell’Apocalisse

In particolare ci soffermiamo su ALBA GONZALES, nata a Roma, che oltre ad aver ottenuto  numerosi premi e riconoscimenti, lo scorso anno ha ricevuto l’importante premio per i 40 anni di carriera. Attiva tra Roma, Pietrasanta e Vicenza attraverso le sue sculture monumentali affronta tematiche a lei care quali il dramma, l’amore e l’ironia per parlare dell’’uomo e dell’infinito. Un’artista raffinata ed elegante per la capacità di aver saputo reinterpretare con sensibilità quel gusto per la classicità attraverso l’esaltazione di una bellezza femminile quasi sognata, idealizzata, che regala alle sue figure una forza ed una dolcezza dense di mistero da renderle presenze enigmatiche legate al mito e alla storia dell’uomo, ai luoghi del fantastico e dell’amore. Le sue imponenti sculture in marmo e bronzo presenti in questo spazio appartengono al gruppo “Amori e Miti  come Sensualità/potere, L’Angelo di Amleto, la Mela violata, e Il dubbio di Narciso. Esse nel presentare corpi in movimento, o in atto di riflessione e contemplazione, racchiudono un senso di poesia e mistero attraverso il fascino della mitologia classica e della cultura del Mediterraneo. Da sottolineare poi altre sculture della serie “Uomini e Totem” , qui non presenti, dove accanto al motivo della figurazione antropomorfica l’artista privilegia il rapporto tra mito arcaico e modernità e poi il gruppo di Sfingi e Chimere” in cui attraverso rappresentazioni fantastiche con elementi anche erotico e onirici affiora il lato istintivo e il mistero che appartengono all’uomo nel suo divenire altro da sé. A quest’ultima serie appartiene la Centaura dell’apocalisse.

ALBA GONZALES Sensualità/potere

ALBA GONZALES
Sensualità/potere

Figure di donne alate, con i corpi che diventano un tutt’uno con la natura, con riferimenti alla mitologia e alle allegorie, e ancora volti che si svelano poco a poco o che si sdoppiano, risvegliano i luoghi più segreti dell’inconscio ponendo interrogativi sull’esistenza e sul rapporto tra i luoghi del mondo perduto e sognato e i luoghi delle emozioni. Emozioni di gioia ed entusiasmo, sgomento e terrore innanzi ai volti di una natura che accoglie e rifiuta, ma che cerca sempre il perfetto equilibrio tra le sue membra e l’uomo con le sue fragilità e aspirazioni, tormenti e gioie. Ed è l’individuo al centro della ricerca di Alba Gonzales: uomo terreno e spirituale avvolto dall’enigma del suo essere perché il suo nascere e morire resta un mistero, il mistero della vita. Nella sua opera in cui si respira un’atmosfera tra umano e divino, finito e infinito, grazie alla vita che riesce a trasferire in questi corpi antropomorfi di figure femminili, donne centauro, donne sirene e ancora donne con ali d’angelo e figure della mitologia, Alba Gonzales, sembra talora riferirsi alla tradizione classica cinquecentesca rivisitata con uno stile tutto personale, Dal marmo e dal bronzo fa emergere nuove vite dando forma a sculture forti e dense di energia, oniriche e quasi immortali che disegnano un percorso in ascesa dal basso verso l’alto perché parlano dell’uomo e del suo essere sospeso tra la terra e il cielo, l’immanente e il trascendente.

Anche Sabrina Ferrari, la più giovane dei quattro artisti, nata a Verona nel 1970, si muove con eleganza e disinvoltura attraverso l’esaltazione della materia da cui trae figure di ampio respiro dove emergono armonia ed equilibrio nei movimenti. Equilibrio e armonia presenti anche nell’opera in bronzo di Francesco Triglia nativo di Reggio Calabria affascinato fin da giovane dalla statuaria classica, passione questa che lo poterà ad approfondire la ricerca delle possibilità plastiche di diversi materiali, in particolare i legni con cui inizia ad allestire le prime esposizioni, estendendo la sua ricerca anche alla lavorazione del bronzo, comprese le tecniche e le conoscenze attinenti alla fusione.

Sul figurativo si orienta lo stile di Sergio Capellini, di Bologna che ha esposto personali e collettive sia in Italia sia all’estero. A seconda dei soggetti rappresentati utilizza della variazioni stilistico formali: le figure femminili sono definite attraverso movimenti armoniosi e vibranti, quelle maschili al contrario appaiono quasi sofferenti, bloccate e attonite; mentre gli animali mitici sembrano avvolti da un’ atmosfera quasi magica e trascendente. Infine le figure a carattere sacro incarnano alla perfezione il messaggio di fede, pace e amore.

Silvana Lazzarino

 

PRIMA BIENNALE DI SCULTURA

CITTA’ DI SOAVE

ALBA GONZALES

SABRINA FERRARI

FRANCESCO TRIGLIA

SERGIO CAPELLINI

Palazzo del Capitano

sede comunale di Via Camuzzoni 8, 37038, Soave

Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.30

Le opere esposte nella Sala delle feste sono visibili il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00

Inaugurazione sabato 18 giugno ore 17.30

dal 18 giugno al 17 luglio 2016

Ingresso libero

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