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Cod.007LE Liga Sarah Lapinska – Noi, sardine
Cod.007LE
Liga Sarah Lapinska
Noi, sardine.
I vapori di ferro e decori di bandierine varie.
L’esperto Friedrich cerca un luogo adatto.
Secondo i suoi colleghi, un certo luogo è troppo aperto, dietro c’è la stazione, dietro c’e lo stradone.
La migliaia di eventuali testimoni saranno disposti a parlare solo se i loro figli, cugini o soci d’affari saranno minacciati di essere sparati.
Diciannove anni, sornione Rafael, bel ragazzo cogli occhi da una gazella, è uno dei prossimi che hanno il permesso di lavorare fuori dalle mura.
Canta ai pub per i goy,che bello e ritornare alla patria dopo le guerre e bere poi qualche scodella di birra.
Diverse sono le illazioni su cosa si sta decidendo di fare di noi, ebrei.
Gli scenari possibili sono tanti.
La domenica ha luogo nello stadio del ghetto il gioco di pallavolo.
Rafael si veste di bianco.
Nella tribuna, gli occhi di Rafael si incontrano con gli occhi verdi e larghi di una ragazza.
All’ improvviso, lui si dimentica di tutto ciò che è spiacevole e superfluo.
Nei capelli bruni di lei oscilla una rosetta di velluto rosso.
E lui, lo ammira subito Rivka, diciotto anni, in tutti i suoi sogni, il suo violinista.
Lei dipinge Rafael quasi in ogni sua immagine di eroe.
Rafael scopre dove abita Rivka e un giorno la salutai, alzando il suo capellino.
Rafael porterà lei negli orizzonti.
Un’amica di Rafael presta il suo permesso a Rivka.
Loro due osservò Friedrich con i suoi colleghi, che compilano i lavori di misura.
I due felici, eventuali sardine, due colombe capiscono quel rimbalzo.
Il tappeto delle foglie autunnali è freddo, mentre, invece, il cappottino di Rafael, che lui avrebbe potuto poggiare su di esse, è tiepido.
Loro due, scendendo in giù,nel luogo giusto, si sono solo baciati.
Altrimenti lei prenderà il raffreddore,Rafael era preoccupato.
Il poliziotto di nome Alberts ha offerto di aiutare a Rafael a fuggire.
Se Rivka deve rimanere al ghetto, Rafael non è d’accordo.
Se qualcuno ti libera della illusione di solitudine e ti vuole vedere felice, è impossibile lasciarlo.
I nomi e i cognomi di Rivka e di Rafael sono sulla lista, scritta con la mano leggera.
Rivka con Rafael, mano in mano, nel Novembre tardivo, si stanno avvicinando ai primi pini nell’alba.
Crediamo di più alla vita che alla morte.
Se siamo pronti a dare le loro vite uno per l’altro, siamo immortali.
Nel suo cappottino Rafaelha ha infilato alcuni gioielli.
Quali nuove idee hai, Rafael?
Rivka ha la sensazione che per lei non è più così importante vivere o morire, lei starà sempre insieme a Rafael.
Le grida di spavento, preghiere, aforismi, comandi di tacere.
Alcune facce dei poliziotti sono tirate per la repulsione contro se stessi, ma loro sono decisi ad ubbidire al comando.
Noi, gettati fuori per l’imbuto del tempo, dietro il quale già si sentono gli spari.
Nessuno ha diritto di giocare il destino.
Rivka sussurra “Mentre saremo osservati da tutte le direzioni, voglio baciarti ancora,Rafael.”
Dopo, Rivka si ritira di un passo da Rafael, non potendo distogliere dall’unica faccia di Rafael i suoi occhi disperatamente felici.
Poi, tra loro due, le raffiche colpiscono i soprabiti scuri e massicci.
Rivka ha fortuna.
Lei rifiuta di spogliarsi, e gli sparano proprio lì, nella foresta, sulla neve rossa.
Gli apostoli di un Diavolo sconosciuto sono pragmatici.
Nessun proiettile viene esploso dalla pistola senza necessità.
Rafael viene gettato nella buca e cade su un adolescente, non ferito, sopra una schiena già immobile.
Arriva il turno per Rafael e per quaranta nove altre sardine.
La colomba Rivka, rotea in altro, sopra i cadaveri nudi.
Molti bambini, cappotti tiepidi per non sentire freddo, sono uccisi in strada, e adesso sono raccolti qui per essere gettati nella buca, vestiti, perché i loro mantelli non sono più validi in quanto sono insanguinati.
Ahi, l’aroma leggermente dolce del sangue (non abbiamo ancora perduto la capacità olfattiva) evoca, in futuro non vissuto, le primavere coi fiori ricchi, pieni di miele.
La sabbia, la ghiaia, i sassi, le pietre frusciano su tutti i nostri “no!”
Rafael si salva, con il ragazzino in nome di Abram, dalla tomba nella notte nerissima.
In un paio d’ore la faccia di Rafael è dimagrita come un calvario, forse per un proiettile che l’ha ferito alla nuca senza che prima se ne fosse accorto.
Lui sa che Rivka si trova a pochi metri da lui.
Rafael confida ad Abram gli indirizzi dei suoi amici.
Lui non potrà accompagnare Abram indietro.
I Convulsioni sempre più intensi prendono tutto il corpo di Rafael.
Una dama armena accettò Abram come il figlio di sua sorella appena morta.
Dopo, durante un torneo internazionale di scacchi, Abram, il gran maestro, in Francia ha sposato una lady, Zara, la figlia di un imprenditore di origini armene.
Abram ha chiamato Rivka e Rafael i suoi due figli.
Ai suoi figli Abram ha raccontato il cantico dei cantici di Rivka e di Rafael.
Non c’e nessuno spazio così meraviglioso come il vecchio e oggi nato, crudele e cordiale, mondo.
Baciarsi lungo la strada ferroviaria arrugginita.
Kaddish.
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