GI04 Angela Maria Tiberi – Giuliano Moretto

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Giuliano Moretto, scrittore pontino che si è imposto all’attenzione del pubblico con i suoi primi romanzi “Il Paese perduto” e “Lo specchio del giustiziere”, ha presentato lo scorso dicembre nella sua città natale, Latina, la sua nuova opera dal titolo “Diamante”.

Il libro, che è una raccolta di storie vere di personaggi che hanno avuto rilievo nella vita sociale della città, è dedicato a uno di loro, Francesco Porzi, noto a tutti come Biscotto, giovane latinense che negli anni ‘60 con la sua straordinaria bellezza e i suoi modi eleganti e affascinanti riuscì a conquistare ingaggi dai più importanti stilisti e registi di quegli anni.

Il libro è stato distribuito con la sponsorizzazione della Banca Mediolanum, sede di Latina, grazie all’iniziativa del direttore Renato Palombi.

Lo scrittore e i suoi amici si ritrovano spesso al Bar Kristal, al Centro Commerciale Latina Fiori, e si raccontano la loro vita, le loro storie, e nel libro le raccontano ripercorrono la storia della nostra amata Italia dagli anni Sessanta fino ai giorni d’oggi.

I protagonisti sono tutti pensionati tranne Diamante, un giovane di diciassette anni il cui vero nome è Marco.

Nelle parole che Rosita, la ragazza del bar, pronuncia la prima volta che lo vede, c’è il chiaro presagio del turbamento che il ragazzo porterà dentro al gruppo di questi uomini maturi: “Che affascinante questo gay” – dice Rosita per i suoi modi effeminati e dolcissimi, per i suoi occhi dal colore del mare.

L’autore mette in risalto la sofferenza di questo giovane facendoci toccare con mano le motivazioni della diversità sessuale e parla apertamente dell’amore che Marco prova per lui, facendoci comprendere l’umanità dell’amore diverso dall’amore “uomo donna” contemplato dai canoni religiosi.

Marco racconta la sua infanzia di sofferenza segnata da un padre diavolo, un satana travestito da uomo con i modi gentili, che lo violentò all’età di nove anni e che con gli anni capì che, dietro la facciata di politico rispettabile per la società, era in realtà un tossico e uno spacciatore.

Sua moglie, cercava di fermarlo, di contrastarlo, ma prendeva botte finché dopo dieci anni decise di uccidersi gettandosi sotto un treno.

Una storia spaventosa e surreale.

Trascrivo una pagina sconvolgente senza censura ma carica di sofferenza per un innocente che viene violentato e senza pietà trascorre così la sua infanzia.
L’autore denuncia con il suo scritto l’inferno vissuto da questo bambino innocente e lasciato senza aiuto.
Marco andò ad avvertire il padre del ricovero dell’ospedale della mamma per una colica renale e andò all’ufficio del padre.

Trovando la porta socchiusa entrò e vide l’inferno.

“Nell’interno dell’ufficio c’erano cinque soggetti, tre belle ragazze adolescenti dalla carnagione bianca nude insieme a due uomini molto avanti con gli anni, nudi.
Presi dal sesso non si accorsero di me che li stavo guardando.
Mio padre aveva la testa fra le cosce di una delle ragazze, alla quale stava leccando la natura, mentre l’altro complice era dietro di lui che lo penetrava con il suo enorme membro aiutato dall’altra ragazza.

Notai sul tavolo su di un foglio di carta argentata della polverina bianca, delle siringhe e un cucchiaio, e appoggiato sulla sedia c’era un abito talare di colore rosso con in bella vista lo zucchetto sempre dello stesso colore.

Sembravano degli spiriti assatanati, con gli occhi vitrei fuori dalle orbite.

Pensai quanta cocaina si sono presi per non accorgersi di me… ci son volute sei ore… per accorgersi della mia presenza…
Il primo a vestirsi… il cardinale… il padre porge alle giovani donne ancora minorenni del denaro in contanti, tanti soldi tutti insieme non li avevo mai visti… dicendo di rivedersi presto con loro… guardo mio padre… non provo niente… emerito vigliacco e traditore… (…)”

In queste poche righe lo scrittore denuncia la pedofilia e la meschinità umana non punita dalla legge dell’uomo, ma condannata nell’eternità dall’Unico Dio Creatore.

Provo profondo amore verso Marco e verso tutti i bambini che vengono violentati sessualmente e psicologicamente tra le pareti domestiche, così come nelle guerre, da orchi umani che non vengono puniti dai tribunali.

Diamante è un libro sconvolgente che affronta tematiche di grande interesse per la società attuale come la prostituzione, l’omosessualità, la pedofilia, la miseria umana e della Chiesa.

Sono profondamente religiosa e cristiana, ma la lettura del libro ha squarciato la mia coscienza, integra come un magnifico quadro d’autore, facendomi meditare sulla miseria umana e mi ha ispirato un’invocazione fiduciosa al Signore Creatore dell’Universo di ricondurre alla retta via i violentatori dell’innocenza perché diventino persone degne di questo nome come succede all’Innominato ne “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.

Angela Maria Tiberi

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Bruno Mancini

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