Don Backy – Video singole poesie di Bruno Mancini

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Don Backy – Video singole poesie di Bruno Mancini

Don Backy

BR11 Don Backy legge la poesia “Più fine che amore” scritta da Bruno Mancini

BR10 Don Backy legge la poesia “Io forse ladro” scritta da Bruno Mancini

Bookcity 2016 Don Backy Saverio Dionizio Roberta Panizza

081 Mancineide Don Backy

Bookcity 2016 Don Backy

Bookcity 2016 Don Backy

Don Backy letture poesie completo master yt

Don Backy tutto musica Prandin ok

Musica e lettura di Don Backy intervistato da Caterina Guttadauro – Poesie di Bruno Mancini

Don Backy tutto bozza 5


MP004 Serrara Panizza Don Backy Serrara Fontana Cedrins Prandin Mancini Lapinska Franz Caruso Salvia

M 106 Albanelli Cenatiempo D’Ambra Guarini Fiore Laik Arbonelli Palomba Mancini Don Backy Mencarini

076M Mancini Panizza Mencarin Lapinska Don Backy Occhi Arbonelli Somma Ciani Paradiso Cuccaro

023 Mancineide 08 Tappa 3 squadre 5 Bruno Mancini R. Affronte Don Backy musiche poesie con sigla OK

021 Mancineide 6 Tappa 3 squadre 2 Don Backy Fantasia canzoni e poesie con sigla OK

Giro d’Italia tappa Ischia Bruno Mancini Don Backy Rosanna Affronte L’inganno senza audio


Don Backy legge poesie intervista esclusiva di Roberta Panizza

Don Backy DILA saluto

Don Backy DILA Poesia di Roberta Panizza

Don Backy DILA Io forse ladro

TG 2014 Don Backy legge la poesia “Più fine che amore” di Bruno Mancini

TG teleischia 2012 10 25 pomeriggio Don Backy 1.2 youtube editing

Video poesie di Bruno Mancini

Milioni di euro per la cultura

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1111,5 milioni di euro per i settori della cultura

Milioni di euro per la cultura

Il settore della cultura è uno tra i più colpiti dalla pandemia.

La musica e lo spettacolo, in particolare, stentano a ripartire, mentre la quarta ondata ha di nuovo messo in difficoltà i cinema.

Per questo il governo ha stanziato 111,5 milioni di euro nel 2022.

Il Decreto Legge Sostegni appena approvato dal Consiglio dei Ministri destina 111,5 milioni di euro nel 2022 alla cultura.

In particolare, il provvedimento incrementa per l’anno 2022 di 50 milioni di euro per la parte corrente e di 25 milioni di euro per gli interventi in conto capitale i fondi per le emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo, mentre il Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali, destinato al sostengo delle librerie, dell’intera filiera dell’editoria, nonché dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, è incrementato di 30 milioni di euro, sempre per l’anno 2022.

È prevista una proroga al 30 giugno 2022 dell’esenzione dal pagamento del canone patrimoniale per i soggetti che esercitano attività circensi e di spettacolo viaggiante, incrementando, a tal fine, di 6,5 milioni di euro il fondo istituito per il ristoro dei comuni dalle minori entrate derivanti dall’esenzione.

A queste misure si somma inoltre la parte cultura dei fondi dedicata al finanziamento dell’esonero contributivo per i lavoratori dei settori in sofferenza.

Roma, 21 gennaio 2022
Ufficio Stampa MiC

Nominati 6 nuovi direttori Musei

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Nominati 6 nuovi direttori Musei

Nuovi direttori Musei

Il ministero della Cultura la nomina sei nuovi direttori di musei e parchi archeologici, selezionati da una commissione di altissimo livello scientifico.

Il direttore generale musei, Massimo Osanna, ha nominato sei nuovi direttori, cinque italiani e uno francese.

La commissione, che ha valutato 156 candidati, era presieduta da Stefano Baia Curioni, professore associato di storia economica presso la Università Commerciale “Luigi Bocconi” di Milano e esperto di economia della cultura, e composta da: Nadia Barrella, professoressa ordinaria di museologia presso l’Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”; Valérie Huet, professoressa di storia antica presso l’Università della Bretagna Occidentale e Centro “Jean Bérard”; José María Luzón Nogué, Real Academia de Belòlas Artes de San Fernando, già direttore del Museo del Prado; Antonia Pasqua Recchia, già Segretario generale del Ministero della Cultura.

Secondo la procedura di selezione pubblica il Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, ha scelto i sei nuovi direttori tra le terne di candidati indicate dalla Commissione per ciascun istituto.

QUESTO L’ELENCO DEGLI ISTITUTI E DEI NUOVI DIRETTORI

MUSEO DELL’ARTE DIGITALE

Ilaria Ester Bonacossa

è la direttrice del nuovo Museo Nazionale dell’arte digitale di Milano. Storica dell’arte e curatrice, direttrice della fiera di arte contemporanea “Artissima” di Torino dal 2017 al 2021, direttrice del corso di Master Accademico in “Contemporary Art Markets” alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, ha diretto il Museo Civico di Arte Contemporanea “Villa Croce” di Genova dal 2012 al 2016. È stata curatrice del Padiglione Nazionale dell’Islanda alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia nel 2013. È stata direttrice di progetti curatoriali per importanti fondazioni artistiche italiane.

Il Museo dell’Arte Digitale che avrà sede a Milano sarà dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali, svolgendo un ruolo strategico nello scenario culturale contemporaneo, sempre più digitalizzato, connesso e globalizzato, in cui la stessa nozione di opera e di pubblico va inevitabilmente evolvendo.

MUSEO DELLE CIVILTÀ

Andrea Viliani

è il nuovo direttore del Museo delle civiltà di Roma. Storico dell’arte, è responsabile e Curatore del Centro di Ricerca Castello di Rivoli. Ha precedentemente ricoperto l’incarico di Direttore Generale e Artistico della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/MADRE di Napoli (2013-2019) presso cui ha curato e organizzato importanti mostre internazionali; dal 2009 al 2012 Viliani è stato Direttore della Fondazione Galleria Civica-Centro di ricerca sulla contemporaneità di Trento.

Il Museo delle Civiltà raccoglie le collezioni dei seguenti musei: museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini”; museo delle arti e tradizioni popolari “Lamberto Loria”; museo dell’alto Medioevo “Alessandra Vaccaro”; museo d’arte orientale “Giuseppe Tucci”; museo italo africano “Ilaria Alpi” (ex Museo Coloniale). La nascita del Museo delle Civiltà si inserisce nella visione di grandi musei internazionali incentrati sull’uomo e le sue culture, per la valorizzazione di patrimoni e testimonianze delle diverse identità e memorie.

PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM E VELIA

Tiziana D’Angelo

è la nuova direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia. Archeologa di formazione internazionale (Phd Harvard), esperta di arte e archeologia della Magna Grecia, insegna presso l’Università di Nottingham (GB), ha conseguito il dottorato di ricerca in archeologia classica all’Università di Harvard nel 2013.

Il Parco Archeologico di Paestum e Velia, iscritto dal 1998 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO, ha competenza territoriale sul museo e sull’area archeologica di Paestum, sul Museo narrante di Hera Argiva alla foce del Sele, sull’area dell’ex stabilimento della Cirio, sulle mura di cinta e su altre aree archeologiche di competenza. Il Parco ha il compito di arricchire, conservare e valorizzare le collezioni e i monumenti archeologici e storico-artistici al fine di contribuire alla salvaguardia, alla ricerca e alla fruizione sostenibile del patrimonio culturale.

PARCO ARCHEOLOGICO DI SEPINO

Enrico Rinaldi

è il nuovo direttore del Parco archeologico di Sepino. Archeologo specializzato in restauro dei monumenti, ha diretto a lungo progetti di manutenzione programmata a Ostia e Pompei. Professore a contratto alla Scuola Superiore Meridionale dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, lavora attualmente alla Direzione generale Musei.

Il Parco archeologico di Sepino comprenderà l’omonima area archeologica, con i resti dell’antica città romana sorta nella valle del Tammaro, e il museo della città e del territorio, siti che complessivamente nel 2019 hanno visto oltre 27.000 visitatori.

PARCO ARCHEOLOGICO DI CERVETERI E TARQUINIA

Vincenzo Bellelli è il nuovo direttore del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Archeologo di fama internazionale, dirigente di Ricerca al CNR in servizio all’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, è responsabile scientifico degli scavi archeologici nell’area urbana di Cerveteri.

Il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia comprende la necropoli della Banditaccia, la più estesa dell’area mediterranea, iscritta nel 2004 dall’Unesco nella lista del patrimonio dell’umanità; il Museo archeologico nazionale di Tarquinia, che ha sede nell’antico Palazzo Vitelleschi e conserva tra l’altro il celebre altorilievo dei cavalli alati provenienti dagli scavi dell’Ara della Regina; la necropoli di Monterozzi. Tali siti complessivamente hanno registrato oltre 153.000 visitatori nel 2019.


PINACOTECA NAZIONALE DI SIENA
Axel Hémery è il nuovo direttore della Pinacoteca di Siena. Storico dell’arte, attuale direttore del Musée des Augustins di Tolosa, è stato conservatore del Museo Pierre-André Benoit ad Alès (Gard).

La Pinacoteca Nazionale di Siena, collocata nel signorile Palazzo Buonsignori e Brigidi, ospita la più importante collezione di dipinti su tavola a fondo oro del Trecento e Quattrocento senese, con capolavori di Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Nel 2019 il museo ha avuto quasi 10.000 visitatori.


Ufficio stampa MiC
26 gennaio 2022

Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220131

Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA  Il Dispari 20220131

Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20220131

Dal libro di Bruno Mancini “Per Aurora volume terzo”

La sesta firma – 9a puntata

Capitolo sesto

[—]

Meno quattro.

Egli, l’Assessore Delegato, il baffo comunale, lui, sempre pronto ad ascoltare le esigenze di tutti i grandi elettori, i bisogni, le attese, le speranze, le critiche, le malefatte, le elargizioni, le risse, gli imbrogli, dei concittadini democristiani ed ex democristiani, per poi offrire a ciascuno una soluzione, un compromesso, un contributo, una presenza, una delibera, una provvidenziale dimenticanza, e pronto anche a mostrare attenzione per la stessa serie di… (che per incredibile bontà non ripeto) segnalata, alla sua attenta autorità, da parte di popolani non amati in quanto infedeli (sia ex democristiani sia non ex democristiani, comunque appartenenti ad una diversa corrente politica).

In questo caso non specifico “per offrire ecc.”  poiché a costoro più che l’orecchio non metteva a disposizione altro, ascoltava sopportava e basta.

L’Assessore Delegato, il baffo comunale, lui, il Consigliere a vita, l’uditore finto semi sordo, lesto ad intervenire in tutte le occasioni di felici incontri (ignobili mostre pseudo artistiche e funerali di criminali compresi), porse la penna stilografica delle cerimonie ufficiali al testimone maschio.

L’inconfondibile figura di un mio amico la strinse fra tre dita della mano destra.

Egli, che non aveva bevuto un goccio da svariati minuti, mi rivolse un fugace sguardo d’intesa e poi subito, con la solerzia di chi vuole ritornare a situazioni meno imbarazzanti, segnò il registro scrivendo per esteso ed a chiare lettere con caratteri stampatello, soltanto il proprio nome “PETRUS”.

In quei gesti asciutti e decisi, rividi l’uguale complicità della sua accorata partecipazione nel giorno in cui, deciso a compiere il grande passo, avevo bussato all’ingresso che lui custodiva, ed essi mi parvero suggerire d’avviare la riproduzione mentale di quel nostro ultimo incontro:

Signor Bruno, finalmente, e tanto che non ci vediamo.
Posso offrire una birra?
Prego entrate.
Super popolare ghiacciata?»

Grazie Petrus, la tua accoglienza è sempre emozionante.
Come stai?
Bevi anche tu con me?
Sono venuto senza avvisare.
C’è Aurora?»

Come potrebbe mancare, la Signora c’è sempre.
Giorno e notte, estate ed inverno, primavera, autunno, anni bisestili e giorni di eclissi compresi. Dall’era antidiluviana alla futura apocalisse, ogni ora, minuto, istante, per tutti, bestiole comprese.
La chiamo?»

Facciamo prima due chiacchiere.
Ti va?»

Certo, accomodiamoci nel salone di ricevimento.»

Mi ero sentito perfettamente a mio agio durante il breve tragitto che avevamo effettuato per raggiungere la sala ove avevamo avuto modo di intrattenerci in molte delle precedenti occasioni.

In essa, il lampadario a cinquanta bracci, soffiato a Murano nei primi anni del dopo guerra mescolando sabbia e petrolio, troneggiava ancora, aprendo la porta, riflesso in uno specchio, irregolare, ambrato. Gigantesco padrone assoluto dell’intera parete frontale.

Sul lato destro entrando, al centro di rustiche grotte dei desideri, sbalzava, identica al mio ricordo, la chitarra rossa d’Elvis con nel bordo basso, annodati tra i rami di una ginestra (ginestra, fiore amato dalla mia donna), trecento quasi invisibili ciondoli: ricordi di melodie assimilate in altri luoghi ed in altri tempi.

Ero di nuovo lì dove, il giorno prima del mio ultimo ritorno ad Ischia, mi erano stati consegnati magnifici doni per aver scoperto un errore gestionale che avrebbe potuto compromettere la dignità della mia Amica.

Petrus, mostrandomi il luogo dove era ubicata la pedana musicale, tra il rotondo divano nero contornato da cuscini lucidi di pelle di pantera e le piccole anse ricavate sul lato del banco bar, disse:

Mancano i nostri due amici.
Gli inseparabili cari compagni.
Uniti nella naturalezza di un tenero sentimento, più innamorati di mai, hanno sempre creato atmosfere musicali difficili da dimenticare.
Lui, con l’immancabile ginestra al bavero, e lei con l’identico inseparabile ventaglio giapponese a stecche di bambù che agitava nel giorno del loro ricongiungimento.
I loro posti li abbiamo lasciati vacanti, formulando in tal modo l’augurante presagio di un imminente ritorno.
Per evitare sconvenienti sensazioni di vuoto abbiamo mascherato l’angolo, come si vede, mediante la parete semitrasparente composta da un filare di fiori di ginestre frammisti a canne di bambù.»

Continua lunedì prossimo

https://www.emmegiischia.com/wordpress/bruno-mancini/prose/per-aurora-vol.3/

Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA  Il Dispari 20220131

Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20220131

 

Liga Lapinska intervista Angela Maria Tiberi

«Scrivo le mie esperienze perché ci fanno crescere spiritualmente.»

Liga Sarah: «Come hai iniziato a scrivere e quali argomenti ti sono più vicini?

Scrivi spesso di te stessa?
Scrivi della solitudine essenziale e dei problemi quotidiani nella nostra società?
Scrivi anche drammi e romanzi?»

Angela Maria: «Ho Iniziato a scrivere a quindici anni fa, per uscire dalla depressione che mi toglieva la gioia di vivere a causa del lutto di mio padre e di mio nipote morto a trent’anni.
Argomenti a me più vicini sono l’amore tradito e la lussuria, l’eros e l’amore universale.
Scrivo le mie esperienze perché ci fanno crescere spiritualmente.
Non dimentico di essere anche testimone del mio tempo, sia politicamente sia socialmente.
Mi dedico alla prosa breve e non ho scritto finora romanzi perché non mi attraggono.»

Liga Sarah: «Dimmi a quale competizione sei stata più contenta di vincere o partecipare?»

Angela Maria: «Vincere fa sempre piacere e ho vinto oltre 270 premi e riconoscimenti.
Partecipare alle antologie con premi fa sempre piacere.»

Liga Sarah: «Preferisci le interviste scritte o la conversazione diretta con l’intervistato?»

Angela Maria: «Entrambe perché esiste il dialogo»

Liga Sarah: «Ti senti scrittrice, combattente, oppure semplicemente Angela Maria Tiberi?»

Angela Maria: «Mi sento un essere umano che ha ricevuto diversi tradimenti, ma io ho sempre risposto amando il nemico traditore.
Sono una combattente coraggiosa e spirituale.
Sono orgogliosa del mio nome Tiberi perché ho il nome di un eroe morto in Gondar Etiopia per salvare i suoi compagni militari all’età di trentasette anni. Morì dissanguato per le frecce degli indigeni etiopi e le sue ceneri si trovano ad Adis Abeba insieme agli altri militari italiani per la conquista dell’Africa Abissinia.
Sono contro le guerre e amo l’umanità e la pace.»

Liga Sarah: «Hai viaggiato molto nella tua vita e sei soddisfatta di essere nata e di vivere in Italia?»

Angela Maria: «Ho viaggiato molto: Canada, NewYork, Boston, Grecia, Tunisia, Marocco, Spagna Andalusia, Tenerif, Casablanca, Portogallo, Gibilterra, Tunisia, Parigi, Corsica, Croazia, Slovenia, Nizza, Montecarlo, Genova; Milano, Firenze, Napoli, Catanzaro, Salerno, costa amalfitana, Palermo, Siracusa, Catania, Messina, Reggio Calabria, San Marino, Riccione, Ferrara, Modena , Mantova, Cagliari, Oristano, Lecce, Bari, Taranto, Matera, Avellino e provincia, Frosinone, Roma, Arezzo, Lucca, Terni, Livorno. Sono orgogliosa di essere italiana e amo specialmente Roma,
Latina, Sermoneta, Sezze, Norma, Terracina, Gaeta, Sperlonga, Aprilia, Cisterna.»

Liga Sarah: «Cosa ti fa sopportare le difficoltà e da dove attingi energia?»

Angela Maria: «L’amore è la migliore energia della sopravvivenza umana.»

Liga Sarah: «Cosa pensi sia l’amore?»

Angela Maria: «L’amore e la Fede sono elementi importanti della vita oltre la logica.»

Liga Sarah: «Quale ruolo ricopri nell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA?»

Angela Maria: «Faccio parte dell’Associazione DILA da molti e attualmente sono Presidente della Sede operativa operante della Nazione Italia.».

Liga Sarah: «I tuoi auguri ai nostri lettori!»

Angela Maria: «Faccio gli auguri a miei lettori di trovare l’amore universale e la pace fra i popoli e famiglia.»

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Il Dispari 20220131 – Redazione culturale DILA Il Dispari 20220131

Il Dispari 20220131

Il Dispari 20220131 Il Dispari 20220131

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Dal libro di Bruno Mancini “Per Aurora volume terzo”

La sesta firma – 8a puntata

Capitolo quinto

[…]

Molto probabilmente loro, gli emigranti erranti, al ritorno sull’isola compivano uguale servizio informativo per i miei familiari, i miei amici, e soprattutto per lei.

Non riuscivo ad immaginare quali novità carpissero nei fugaci incontri che ci concedevamo, né come le modellassero per renderle interessanti, ma certo ne facevano assiduo argomento lungo tutte le noiose giornate degli inverni ischitani trascorse al circolo sportivo giocando a maniglia:

Quando al Dottò gli ho confidato che è nato Isidoro, mi ha stretto il polso, fissato negli occhi e “Portami una foto. Non dirlo a nessuno. Ti prego” così ha detto “Ti prego”. Gliela porto. Me l’ha fatto giurare su mammà.»

In quegli anni di testarda determinazione, pur prestando scarsa attenzione alla cura della mia anima, compivo enormi sforzi tesi ad impedire che decelerassero gli intervalli delle pause di lavoro. Ne avevo bisogno. Esse erano necessarie a rendere accettabili le tenui ragioni in virtù delle quali riuscivo a non ribellarmi contro la serie di eventi, certamente per me spiacevoli, ma che nondimeno, se solo l’avessi voluto, sarei stato in grado di impedire anche con una semplice telefonata, un messaggio, una cartolina.

Fossi partito un anno dopo, il costo del mio dolore sarebbe stato il premio della mia attesa.

Soprattutto.

Il premio del suo dolore, la gioia della sua scelta.

Soprattutto.

Fossi partito un anno dopo, saremmo stati uniti e nostro figlio si sarebbe chiamato…

Giunse.

La telefonata con la quale Gilda accettava l’invito che le avevo scritto sul biglietto lasciato la sera prima alla cassa del bar, mi sembrò più un atto di cortesia che foriera di felici aspettative:

Disturbo? Sono Gilda.
Vado a prendere il pupo all’asilo, poi potremmo incontrarci alle giostre.
Alle cinque all’angolo della posta, va bene?»
Alle… Gilda… sì, sì va bene, benissimo…»

Tu tu tu tu…

La meraviglia per la rapidità con la quale mi aveva contattato, lo stupore per la docilità del suo seguire il mio desiderio senza porre domande, la scelta di andare in un luogo affollato dando adito a pettegolezzi, tutto ciò ed altro ancora, furono motivi che mi convinsero a credere che Gilda non aveva capito la ragione vera del mio invito.

Avvaloravo l’ipotesi che lei non aveva potuto comprendere le mie intenzioni in quanto non ero stato sufficientemente esplicito.

Esplicito?

Ammiccante.

Il Dottò vuole passare un po’ di tempo in giro prima di tornare nel castello della sua libertà.”, forse aveva pensato così.

Se il Dottò avesse una intenzione segreta non avrebbe scritto un biglietto, né tanto meno lo avrebbe consegnato aperto alla cassiera, dandole l’opportunità di leggerlo.

Uno che cerca un’amicizia più intima con una donna, non le chiede di uscire con il bambino.

Sarà in partenza per altri mille anni e vuole rinverdire ricordi passati.

Aveva ragione.
Tre, quattro, mille ragioni.
Decenni di raziocinanti eccessi, avevano inaridito finanche ogni mio elementare presupposto di comunicabilità.
Bravo!
Avevo speso gran parte della vita nella peggiore maniera.

Solo.

Solo, da solo.

Solo, da solo, senza essere solo.

Alla telefonata di Gilda seguì lo sferragliante rumore del chiavistello divenuto rugginoso per essere rimasto a lungo inutilizzato.

Geltrude, entrando con la cautela e la discrezione di chi non deve disturbare:

Dotto’ già sveglio?
Come mai?
State bene?»
Sì. Tutto a posto.
Tu sei mai stata sola?»
Dotto’ per stare soli, bisogna essere soli. Io non sono mai stata niente, figuriamoci se mi potevo permettere il lusso di essere sola.
Stare sola?
La solitudine!
Voi ve la potete permettere.
Io no.»
 

Capitolo sesto

Lunedì 12 Agosto, ore dodici, alla civile formalità giuridica del nostro matrimonio mancavano solo cinque firme.

Meno cinque.

L’Assessore Delegato, doppio petto filo di scozia blu notte spagnola, cravatta parigina fucsia con animazioni americanizzate, camicia celeste cielo di primavera inoltrata lungo il fiume Danubio, calzini bianchi dei pastori greci di capre macedoni, scarpe con tacchi cinesi lacci coreani pelli di vacche australiane ed argentine e fodere d’antichi ricami persiani, egli, L’Assessore Delegato, baffo di limitate pretese ma oggetto d’innumerevoli caricature, democristiano, ex democristiano, felice sorridente, convinto assertore dei principi fondamentali ed inalienabili del matrimonio, del divorzio, della natura, della caccia e della pesca, delle zanzare e delle zoccole (topi, ratti, pantegane) giganti e ben nutrite, delle etnie marocchine e padane, della civiltà napoletana e padana, dell’Italia e della padania, della patria unita, della patria in pezzi regionali, della patria in pezzettini provinciali, della sua personalizzata minuscola patria comunale, egli, il Celebrante la Cerimonia Civile, terminato un breve discorsetto ufficiale (bella coppia, sono certo sarà un matrimonio modell… e simili cazzate), introdusse il rito laico delle firme sul registro.

Apponendovi la propria (elaborata in una schifezza d’immenso ghirigoro geroglifico) con ostentata teatralità, non creò disagio all’istantanea apparizione del ricordo nel quale mi rivedevo il pomeriggio dell’incontro alle giostre con Gilda.

Ho impegnato un secolo per decidermi a fare il primo passo.
Senza ribellarmi ho lasciato che la nostra amicizia giovanile, il nostro affetto, la reciproca irriducibile attrazione che ci dominava, scadessero in un algido rapporto tra il “Dottò” e la padrona dell’American bar.
Ho visto il tuo ed il mio amore, come su quella giostra, girare girare girare fino a perdere il senso dell’equilibrio, e non ho porto loro una mano a sostegno.
Devo recuperare non solo il tempo perduto, ma soprattutto il coraggio di esistere.
Sposiamoci domani.
Tu sai quanto ti amo.»

Così le avevo detto nel luna park aspettando che Isidoro terminasse un giro sul trenino.

-«Mamma mamma, è bellissimo, ci sono gli indiani e Manitù.»
Vuoi fare un altro giro?
Vai.
Dai il gettone all’uomo con la divisa rossa.
Vai.»

Gilda non mi aveva chiesto dove ci saremmo sposati o dove avremmo vissuto, né chi sarebbero stati i testimoni, nessuna domanda relativa al ristorante, al viaggio di nozze, alle foto, agli invitati, bomboniere, addobbi floreali, limousine, paggi paggetti, velo velette, musica cori coretti anelli… catene.

Nulla.

Gilda aveva iniziato dicendo:
Va bene…», poi aveva atteso che il pupo fosse lontano, ed allora, guardandomi negli occhi:
E lui?»

Sarà mio figlio.»

Continua lunedì prossimo

https://www.emmegiischia.com/wordpress/bruno-mancini/prose/per-aurora-vol.3/

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

ARTEMENTE FLORENCE

Una stanza piena di fiori dipinti sull’armadio grigio.
Lampadario di fiori bianchi che addolcisce la tua presenza
nell’ambiente di una grande città medioevale “Firenze”.
Bell’Arno che scorre dolcemente verso il mare
come il flusso della vita che va inghiottito con la morte.
Volti sorridenti e profondi come i libri lasciati nelle stanze.
Artemente Florence è bello guardarti nello specchio della  stanza
di una porta che socchiude la tua intimità.
Vieni ed unisciti a noi per gustare queste dolci emozioni,
indelebili come il volto del nostro primo amore e del primo bacio,
colto come le primule di primavera che ricordano le lenzuola
profumate e riscaldate dal tepore della stanza, avvolgenti sulla pelle,
dopo una tempesta di tremenda pioggia notturna.

Angela Maria Tiberi
Presidente delegata Italia associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220117 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Dal libro di Bruno Mancini “Per Aurora volume terzo”

La sesta firma – 7a puntata

Capitolo quinto

Da quel pomeriggio di sole arrogante e di buia solitudine, nel quale neanche il pudico esplicito invito di Gilda aveva ottenuto l’effetto di distogliere il mio proposito di partenza, non ero ritornato sull’isola se non in occasione di qualche festività, e non avevo mai cercato di incontrarla.

Neppure un contatto.

Nessuna corrispondenza, né una telefonata.

Perché farlo?

L’incontro dei nostri sentimenti avrebbe avuto necessità di ulteriore maturazione, d’altre vicende, per manifestare completamente l’attrazione che ci possedeva da sempre.

Un anno… due anni… il tempo indispensabile a che la fanciulla diventasse una donna.

Ma io ero partito troppo presto.

Lasciando incustodito l’unico fiore del mio giardino.

Tuttavia, ogni volta che gli strani incroci dei flussi migratori avevano condotto un qualche nostalgico compaesano dalle mie parti, dopo i convenevoli e le informazioni sulle condizioni delle nostre famiglie, immancabilmente, egli, chiunque fosse e per qualsiasi motivo si trovasse in viaggio,  mi parlava di lei.

Voci diverse in tempi a volte molto distanti tra loro, accontentando la mia inesauribile malcelata tristezza, riuscivano a farmi rivivere un lampo dell’essenzialità che avevo abbandonato con crudele autolesionismo.

Gilda la rossa.

Ha aperto un bar, il Ruk Ruk, frigge panzarotti ed arancini a bizzeffe.»

Ha fatto i soldi, si è comprata una casa con giardino e terrazzo, sai, nel vicolo della fontana.»

La notte di San Lorenzo si sono appostati quasi tutti i suoi pretendenti, una cinquantina, sul marciapiede di fronte al Ruk Ruk per farle sapere che se avessero visto cadere una stella, lei sarebbe stato il desiderio espresso.

Senza scorno.»

è sempre più focosa e appassionata, ma continua a non volere nessuno.»

Guglielmo ‘O Stuorto le ha detto che tu hai rinnovato il contratto di lavoro per altri cinque anni, si è messa a piangere e non si è vista in giro per tre giorni.»

 

Ha cambiato tutto il locale.

Ti spiegai com’era?

Adesso, come si dice, è un locale moderno.

Niente più panzarotti, sta aperto solo di notte, ha tolte le reti e le nasse dalle pareti, tutto nuovo, lucido, americano, la musica, i liquori, le sedie alte intorno al banco, le luci nascoste sotto i tavoli e dentro le bottiglie.

C’è scritto “GILDA, AMERICAN BAR.”»

Non si vede più a fare la spesa, a sculettare sul corso, a scegliere nei negozi una tovaglia da aggiungere al corredo.

Esce la sera e ritorna all’alba.

Da casa al locale e tutto il contrario.»

è venuto uno di un altro paese, parlava italiano spagnolo, si muoveva come una femmina, aveva una voce incupita e le mani più lunghe del normale, è entrato una sera da Gilda, e il domani in piazza comprava i fiori per lei.»

Gilda ha saputo che ti avevo incontrato e mi ha chiesto se era vero che avevi firmato per altri cinque anni.

Che le dovevo dire?

Le ho risposto “è vero”.

Mi ha detto “Vieni a bere una birra al nostro addio.” Che significava? Tu lo sai?»

Quel mezzo straniero le ronza intorno senza tregua.

Si vanta di aver combattuto in Viet Nam. Mostra spesso a tutti una ferita, secondo lui provocatagli dalle schegge di una mina.»

Ha la barba su tutta la faccia, si vede solo il naso e la fronte.

A me pare drogato.»

Rosina ha detto che Carmela ha detto che lei (Gilda) ha detto a lui (lo straniero) che lui le pareva una faccia conosciuta: “I tuoi occhi li ho già visti, la tua voce la conosco, ti muovi come… “ non ha specificato il nome, ma lei, Rosina, crede che Gilda stesse pensando a te.»

L’ha messa con la pancia, sì, come si dice, l’ha incinta, e appena l’ha saputo è sparito, squagliato. Nessuno ne ha più saputo niente… mi spiace per lei, ma è un grande stronzo, fa schifo.

Nemmeno un indirizzo ha lasciato. Un numero di telefono, nulla.

Svanito come al tocco di una bacchetta magica.»

Gilda lo chiama “Il Bastardo”.»

Il pupo è biondo, si chiama Isidoro.»

Continua lunedì prossimo

https://www.emmegiischia.com/wordpress/bruno-mancini/prose/per-aurora-vol.3/

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov,

quinto classificato alla sezione “Arti grafiche” del Premio “Otto Milioni – 2021”

D: «Come fai a creare per così tanto tempo senza perdere il tuo sogno?
“Quali emozioni per il nostro Premio Made in Ischia “Otto milioni?»
R: «La cosa più importante nelle mie opere d’arte è l’idea.
L’arte digitale e la tecnologia digitale sono come una bacchetta magica nella mia mano, che mi permette di scegliere istantaneamente i colori e trasformare il mondo in cui viviamo.
Il mio stile di vita è: mi sveglio quasi ogni mattina con un’idea di cosa posso fare oggi. Mettermi in contatto, parlare e rimanere in contatto.
Ho creato circa 1000 opere d’arte. Ho regalato la maggior parte di loro. Quando vedo un sorriso e mi rendo conto che la mia opera sia piaciuta, ho la voglia subito di regalarla.
Circa 300 delle mie opere sono nella mia galleria personale.
Se non c’è segreto e scintilla nelle nostre opere d’arte, allora non sono commuoventi e vengono rapidamente dimenticate»
Ho partecipato al Premio”Otto milioni”organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” e io dico un grande grazie agli organizzatori invitando tutti a scrivere ancora e ancora di questo premio per non dimenticare. »
 
D: «Che cos’è il tempo?»
R: «Il tempo è un dono di Dio per noi.»

D: «Hai affrontato delle resistenze quando hai deciso di diventare un’artista?»
R: «Non ho incontrato resistenza attiva. Mio padre, che ora è morto, era un sacerdote musulmano. Secondo la religione musulmana non è permesso dipingere esseri viventi. Pertanto, mio ​​padre all’inizio non era contento della mia scelta, ma in seguito ha cercato di capirmi e mi ha persino sostenuto nello studio.»

D: «Come sei riuscito a stabilirti in Germania?»
R: «Sono in Germania da 19 anni e sto pensando di restare qui per tutta la vita.
Non appena sono arrivato, mi è stata data una casa in cui vivere e ho ricevuto assistenza medica per alleviare lo stress. Sono stato aiutato ad arrivare qui, ma mi sono impegnato molto.»

D: «Sei sempre rimasto in contatto con la tua gente nel Caucaso e con colleghi e amici in tutto il mondo?»
R: «Sono stato in contatto, in particolare, con l’artista Abu Pashaev e con il critico e storico d’arte Alvi Dakho.
In tutto il mondo, dall’India all’America, sono invitato alle mostre, ma non è possibile andare di persona ovunque.»
 
D: «Come riesci a organizzare le mostre?»
R: «A causa dei vincoli della pandemia di COVID ora è un problema organizzare mostre dal vivo. Le opere vengono toccate da adolescenti che hanno preferito quadri e grafiche a discoteche o concerti, così come da persone molto anziane che hanno desiderato guardarle.»

D: «Come vengono organizzate i master class?»
R: «Ai danzatori di lezginka viene mostrato un posto dove ballare. All’artista viene anche mostrato il suo posto per mostrare la sua maestria. Non importa quali colori sono a portata di mano in quel momento.»

D: «Quali idee hai come maestro di designi? Le tue astrazioni, così come la tua calligrafia, stanno benissimo su tessuti, costumi, tappeti, vasi, decorazioni per la casa. Ricevi suggerimenti?»
R: «L’interesse è grande e positivo. Tuttavia, nessun accordo è stato ancora raggiunto».

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

D: «Cosa ti dà la forza di vivere?»
R: «Possibilità di contatto e stima di creare. 
Va bene se l’artista ha la sua bottega, o almeno il suo spazio, dove può creare e sperimentare senza ostacoli. Energia e ispirazione diminuiscono nelle difficoltà della vita, così come quando non ci rendiamo più conto di ciò di cui abbiamo veramente bisogno. L’arte e la creazione sono lo stesso che l’amore.»

Il Dispari 20220117

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DILA

NUSIV

Iscrizioni al 5X1.000 per l’A.F. 2022

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Iscrizioni al 5X1.000 per l’A.F. 2022

Iscrizioni al 5X1.000

Per le nuove iscrizioni relative all’anno finanziario 2022, il Portale sarà operativo dal 1 febbraio al 28 febbraio 2022.

ISCRIZIONI 5 X MILLE A.F. 2022

AVVISO
Si avvisa che per le nuove iscrizioni relative all’anno finanziario 2022 il Portale sarà operativo dal 1 febbraio al 28 febbraio 2022.
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2016, pubblicato in G.U. il
7.9.2016 al n. 209, stabilisce i criteri di riparto della quota del cinque per mille dell’imposta sui redditi delle persone fisiche destinate al finanziamento delle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali (All. 1).

Per quanto non espressamente previsto si fa rinvio alle disposizioni di cui al d.P.C.M. 23 luglio 2020 (All. 2).

L’art. 2 del d.P.C.M. 28 luglio 2016 al comma 1, prevede che:
“ai fini del presente decreto si applicano le definizioni di “beni culturali”, “beni
paesaggistici” e “attività di tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”
contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22
gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni”;
– al comma 2, elenca i soggetti da ammettere al riparto:

    • a) il Ministero della cultura;
    • b) gli istituti del medesimo Ministero dotati di autonomia speciale;
    • c) gli enti senza scopo di lucro, legalmente riconosciuti, che realizzino, conformemente alle proprie finalità principali definite per legge o per statuto, attività di tutela, promozione o valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici e che dimostrino di operare in tale campo da almeno 5 anni.

Adempimenti necessari ai fini dell’iscrizione:

entro il 28 febbraio di ciascun anno: gli enti senza scopo di lucro legalmente riconosciuti
che intendono beneficiare del riparto devono presentare istanza di iscrizione nell’apposito elenco tenuto dal Ministero della cultura esclusivamente per via telematica, mediante apposita procedura accessibile dal sito web del Ministero al seguente indirizzo: https://servizionline.cultura.gov.it/

Alla domanda presentata ai sensi dell’art. 2, comma 3, devono essere allegati i seguenti
documenti:

    • – una dichiarazione sostituiva dell’atto di notorietà, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, sottoscritta dal rappresentante legale dell’ente richiedente, relativa al possesso dei requisiti che qualificano il soggetto fra quelli da ammettere al riparto;
    • – una relazione sintetica descrittiva dell’attività di tutela, promozione o valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici svolta nell’ultimo quinquennio;
      -in caso di interventi di restauro devono altresì essere allegate le copie conformi ai relativi agli originali ai sensi del citato d.P.R. n. 445 del 2000, delle autorizzazioni alla realizzazione degli interventi rilasciate dalle competenti soprintendenze e dei conseguenti atti di collaudo.
      48054691 20/01/2022 12:15:54
    • entro il 20 marzo di ciascun anno, il Ministero redige l’elenco degli enti di cui al comma 2, lettera c), indicando per ciascuno di essi denominazione, sede e codice fiscale. Tale elenco è pubblicato sul sito web del Ministero;
    • entro il 1 aprile il legale rappresentante dell’ente richiedente può chiedere la rettifica di eventuali errori di iscrizione;
    • entro il 1 maggio, dopo aver proceduto alla rettifica degli eventuali errori di iscrizione il Ministero pubblica sul proprio sito web due distinti elenchi definitivi, relativi ai soggetti ammessi al riparto ed a quelli esclusi che trasmette altresì all’Agenzia delle Entrate. Il Ministero procede ai controlli, anche a campione, circa la veridicità della dichiarazione sostitutiva
      e i soggetti che non risultino in possesso dei requisiti previsti sono cancellati dall’elenco con provvedimento del Direttore Generale del Bilancio.

Inserimento nell’elenco permanente

Ai sensi dell’art. 2, comma 7, D.P.C.M. 28 luglio 2016 a richiesta di iscrizione al riparto della quota del cinque per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e la dichiarazione sostituiva dell’atto di notorietà relativa alla persistenza dei requisiti per l’ammissione al contributo regolarmente adempiute, esplicano i loro effetti, fermi restando i requisiti per l’accesso, al beneficio, anche per gli esercizi finanziari successivi a quello di iscrizione.
Gli enti che, in presenza delle condizioni previste dal citato articolo 2 non sono tenuti a riprodurre la domanda di iscrizione e la dichiarazione sostituiva, sono inseriti in un apposito elenco, integrato, aggiornato e pubblicato sul sito web del Ministero entro il 31 marzo di ciascun anno. Eventuali errori rilevati nell’elenco o variazioni intervenute possono essere fatti valere entro il 20 maggio, dal legale rappresentante dell’ente richiedente, ovvero da un suo delegato.

Variazione del rappresentante legale

In caso di variazione del legale rappresentante la dichiarazione sostituiva perde efficacia. Il nuovo rappresentante deve provvedere, a pena di decadenza, a sottoscrivere e trasmettere una nuova dichiarazione con l’indicazione della data della sua nomina e di quella di iscrizione dell’ente alla ripartizione del contributo (All.3 – modulo variazione legale rappresentante).

Sopravvenuta perdita dei requisiti e revoca dell’iscrizione

In caso di sopravvenuta perdita dei requisiti il rappresentante legale dell’ente sottoscrive e trasmette all’amministrazione competente, con le medesime modalità della dichiarazione sostitutiva, la revoca dell’iscrizione.
Il contributo indebitamente percepito in assenza di revoca, ai sensi dell’art. 2 comma 10 del D.P.C.M. 28 luglio 2016, è soggetto alla procedura di recupero come disciplinata dal combinato disposto dell’art. 6 del d.P.C.M. 28 luglio 2016 e dettagliatamente dall’art. 17 d.P.C.M. 23 luglio 2020.

Obbligo di rendicontazione

Si precisa che le somme ricevute devono essere utilizzate per spese conformi alla normativa in materia di cinque per mille dettata dal d.P.C.M. 28 luglio 2016.
Ai sensi dell’art. 16, comma 1, del d.P.C.M. 23 luglio 2020 tutti i soggetti beneficiari del contributo del 5 per mille, indipendentemente dall’ammontare del contributo percepito, entro 12 mesi dalla percezione delle somme, hanno l’obbligo di redigere un rendiconto e una relazione illustrativa nel rispetto delle modalità pubblicate sul sito web del Ministero al seguente link

https://www.beniculturali.it/comunicato/indicazioni-per-la-rendicontazione-delle-quote-del5x1000-dpcm-28-luglio-2016-applicabili-a-partire-dellaf-2020.

IL DIRETTORE GENERALE
(Dott. Paolo D’Angeli)
In caso di necessità di un supporto amministrativo inviare una mail all’indirizzo:
cinquepermille@beniculturali.it

Indennità di disoccupazione per i lavoratori autonomi dello spettacolo

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Indennità di disoccupazione per i lavoratori autonomi dello spettacolo

Inps rende operativa l’indennità di disoccupazione ai lavoratori autonomi dello spettacolo, denominata ALAS, con la pubblicazione della circolare e l’apertura della procedura per fare domanda tramite il sito dell’Istituto.

La nuova tutela, è rivolta ai lavoratori autonomi del settore spettacolo, specificamente identificati, per la disoccupazione involontaria prevista per gli eventi di cessazione involontaria a decorrere dal 1° gennaio 2022, introdotta dal decreto sostegni-bis (articolo 66 del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106).

Indennità di disoccupazione

L’indennità di disoccupazione, erogata per un massimo di 6 mensilità, ammonta al 75% del reddito medio mensile (calcolato rapportando il reddito imponibile ai fini previdenziali relativo all’anno in cui si è concluso l’ultimo rapporto di lavoro autonomo e all’anno precedente, per il numero di mesi di contribuzione, o frazioni di essi, presenti nel medesimo periodo di osservazione).

La domanda può essere inoltrata on line sul sito dell’Istituto www.INPS.it con accesso già attivo per gli utenti.

Con la nuova legge è stato raggiunto e implementato un ulteriore tassello per la tutela di categorie di lavoratori fino ad oggi non coperte da ammortizzatori sociali – spiega il presidente dell’Inps Pasquale Tridico – in cui determinante è stata la forte collaborazione tra le istituzioni e le amministrazioni. Già da oggi è possibile presentare domanda per la tutela Alas sul nostro portale, dando un nuovo servizio a un settore di alto valore per la cultura e l’economia del nostro Paese. L’Istituto continua così a creare strumenti innovativi per permettere un agile e rapido accesso alle prestazioni e per realizzare un nuovo welfare improntato a un vero universalismo”.

Nello specifico, i destinatari della nuova indennità ALAS sono i lavoratori autonomi che prestano a tempo determinato, attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli (articolo 2, comma 1, lett. a), del D.lgs n. 182/1997), nonché i lavoratori autonomi a tempo determinato che prestano attività al di fuori delle ipotesi di cui all’articolo 2, comma 1, lett. a) e i lavoratori autonomi “esercenti attività musicali” di cui all’articolo 3, comma 98, della legge 24 dicembre 2003, n. 350 che:

  • a. non abbiano in corso, alla data di presentazione della domanda, rapporti di lavoro di qualsiasi tipologia sia autonomo (compreso il rapporto di collaborazione) che subordinato (a tempo determinato e/o indeterminato).
  • b. non siano titolari, alla data di decorrenza della prestazione e durante l’intero periodo di percezione dell’indennità, di trattamenti pensionistici diretti, nonché dell’“APE sociale”.
  • c. non siano beneficiari, alla data di decorrenza della prestazione e durante l’intero periodo di percezione dell’indennità, di Reddito di cittadinanza.
  • d. abbiano maturato, dal 1° gennaio dell’anno precedente la conclusione dell’ultimo rapporto di lavoro autonomo almeno quindici giornate di contribuzione versata o accreditata al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo, inclusi eventuali contributi figurativi o accreditati per i periodi di maternità.
  • e. abbiano, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 35.000 euro.

Le istruzioni operative per richiedere l’indennità sono contenute nella circolare INPS n. 8 del 14 gennaio 2022

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Dal libro di Bruno Mancini “Per Aurora volume terzo”

La sesta firma – 8a puntata

Capitolo quinto

[…]

Molto probabilmente loro, gli emigranti erranti, al ritorno sull’isola compivano uguale servizio informativo per i miei familiari, i miei amici, e soprattutto per lei.

Non riuscivo ad immaginare quali novità carpissero nei fugaci incontri che ci concedevamo, né come le modellassero per renderle interessanti, ma certo ne facevano assiduo argomento lungo tutte le noiose giornate degli inverni ischitani trascorse al circolo sportivo giocando a maniglia:

Quando al Dottò gli ho confidato che è nato Isidoro, mi ha stretto il polso, fissato negli occhi e “Portami una foto. Non dirlo a nessuno. Ti prego” così ha detto “Ti prego”. Gliela porto. Me l’ha fatto giurare su mammà.»

In quegli anni di testarda determinazione, pur prestando scarsa attenzione alla cura della mia anima, compivo enormi sforzi tesi ad impedire che decelerassero gli intervalli delle pause di lavoro. Ne avevo bisogno. Esse erano necessarie a rendere accettabili le tenui ragioni in virtù delle quali riuscivo a non ribellarmi contro la serie di eventi, certamente per me spiacevoli, ma che nondimeno, se solo l’avessi voluto, sarei stato in grado di impedire anche con una semplice telefonata, un messaggio, una cartolina.

Fossi partito un anno dopo, il costo del mio dolore sarebbe stato il premio della mia attesa.

Soprattutto.

Il premio del suo dolore, la gioia della sua scelta.

Soprattutto.

Fossi partito un anno dopo, saremmo stati uniti e nostro figlio si sarebbe chiamato…

Giunse.

La telefonata con la quale Gilda accettava l’invito che le avevo scritto sul biglietto lasciato la sera prima alla cassa del bar, mi sembrò più un atto di cortesia che foriera di felici aspettative:

Disturbo? Sono Gilda.
Vado a prendere il pupo all’asilo, poi potremmo incontrarci alle giostre.
Alle cinque all’angolo della posta, va bene?»
Alle… Gilda… sì, sì va bene, benissimo…»

Tu tu tu tu…

La meraviglia per la rapidità con la quale mi aveva contattato, lo stupore per la docilità del suo seguire il mio desiderio senza porre domande, la scelta di andare in un luogo affollato dando adito a pettegolezzi, tutto ciò ed altro ancora, furono motivi che mi convinsero a credere che Gilda non aveva capito la ragione vera del mio invito.

Avvaloravo l’ipotesi che lei non aveva potuto comprendere le mie intenzioni in quanto non ero stato sufficientemente esplicito.

Esplicito?

Ammiccante.

Il Dottò vuole passare un po’ di tempo in giro prima di tornare nel castello della sua libertà.”, forse aveva pensato così.

Se il Dottò avesse una intenzione segreta non avrebbe scritto un biglietto, né tanto meno lo avrebbe consegnato aperto alla cassiera, dandole l’opportunità di leggerlo.

Uno che cerca un’amicizia più intima con una donna, non le chiede di uscire con il bambino.

Sarà in partenza per altri mille anni e vuole rinverdire ricordi passati.

Aveva ragione.
Tre, quattro, mille ragioni.
Decenni di raziocinanti eccessi, avevano inaridito finanche ogni mio elementare presupposto di comunicabilità.
Bravo!
Avevo speso gran parte della vita nella peggiore maniera.

Solo.

Solo, da solo.

Solo, da solo, senza essere solo.

Alla telefonata di Gilda seguì lo sferragliante rumore del chiavistello divenuto rugginoso per essere rimasto a lungo inutilizzato.

Geltrude, entrando con la cautela e la discrezione di chi non deve disturbare:

Dotto’ già sveglio?
Come mai?
State bene?»
Sì. Tutto a posto.
Tu sei mai stata sola?»
Dotto’ per stare soli, bisogna essere soli. Io non sono mai stata niente, figuriamoci se mi potevo permettere il lusso di essere sola.
Stare sola?
La solitudine!
Voi ve la potete permettere.
Io no.»
 

Capitolo sesto

Lunedì 12 Agosto, ore dodici, alla civile formalità giuridica del nostro matrimonio mancavano solo cinque firme.

Meno cinque.

L’Assessore Delegato, doppio petto filo di scozia blu notte spagnola, cravatta parigina fucsia con animazioni americanizzate, camicia celeste cielo di primavera inoltrata lungo il fiume Danubio, calzini bianchi dei pastori greci di capre macedoni, scarpe con tacchi cinesi lacci coreani pelli di vacche australiane ed argentine e fodere d’antichi ricami persiani, egli, L’Assessore Delegato, baffo di limitate pretese ma oggetto d’innumerevoli caricature, democristiano, ex democristiano, felice sorridente, convinto assertore dei principi fondamentali ed inalienabili del matrimonio, del divorzio, della natura, della caccia e della pesca, delle zanzare e delle zoccole (topi, ratti, pantegane) giganti e ben nutrite, delle etnie marocchine e padane, della civiltà napoletana e padana, dell’Italia e della padania, della patria unita, della patria in pezzi regionali, della patria in pezzettini provinciali, della sua personalizzata minuscola patria comunale, egli, il Celebrante la Cerimonia Civile, terminato un breve discorsetto ufficiale (bella coppia, sono certo sarà un matrimonio modell… e simili cazzate), introdusse il rito laico delle firme sul registro.

Apponendovi la propria (elaborata in una schifezza d’immenso ghirigoro geroglifico) con ostentata teatralità, non creò disagio all’istantanea apparizione del ricordo nel quale mi rivedevo il pomeriggio dell’incontro alle giostre con Gilda.

Ho impegnato un secolo per decidermi a fare il primo passo.
Senza ribellarmi ho lasciato che la nostra amicizia giovanile, il nostro affetto, la reciproca irriducibile attrazione che ci dominava, scadessero in un algido rapporto tra il “Dottò” e la padrona dell’American bar.
Ho visto il tuo ed il mio amore, come su quella giostra, girare girare girare fino a perdere il senso dell’equilibrio, e non ho porto loro una mano a sostegno.
Devo recuperare non solo il tempo perduto, ma soprattutto il coraggio di esistere.
Sposiamoci domani.
Tu sai quanto ti amo.»

Così le avevo detto nel luna park aspettando che Isidoro terminasse un giro sul trenino.

-«Mamma mamma, è bellissimo, ci sono gli indiani e Manitù.»
Vuoi fare un altro giro?
Vai.
Dai il gettone all’uomo con la divisa rossa.
Vai.»

Gilda non mi aveva chiesto dove ci saremmo sposati o dove avremmo vissuto, né chi sarebbero stati i testimoni, nessuna domanda relativa al ristorante, al viaggio di nozze, alle foto, agli invitati, bomboniere, addobbi floreali, limousine, paggi paggetti, velo velette, musica cori coretti anelli… catene.

Nulla.

Gilda aveva iniziato dicendo:
Va bene…», poi aveva atteso che il pupo fosse lontano, ed allora, guardandomi negli occhi:
E lui?»

Sarà mio figlio.»

Continua lunedì prossimo

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Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

ARTEMENTE FLORENCE

Una stanza piena di fiori dipinti sull’armadio grigio.
Lampadario di fiori bianchi che addolcisce la tua presenza
nell’ambiente di una grande città medioevale “Firenze”.
Bell’Arno che scorre dolcemente verso il mare
come il flusso della vita che va inghiottito con la morte.
Volti sorridenti e profondi come i libri lasciati nelle stanze.
Artemente Florence è bello guardarti nello specchio della  stanza
di una porta che socchiude la tua intimità.
Vieni ed unisciti a noi per gustare queste dolci emozioni,
indelebili come il volto del nostro primo amore e del primo bacio,
colto come le primule di primavera che ricordano le lenzuola
profumate e riscaldate dal tepore della stanza, avvolgenti sulla pelle,
dopo una tempesta di tremenda pioggia notturna.

Angela Maria Tiberi
Presidente delegata Italia associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220124 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220117 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Dal libro di Bruno Mancini “Per Aurora volume terzo”

La sesta firma – 7a puntata

Capitolo quinto

Da quel pomeriggio di sole arrogante e di buia solitudine, nel quale neanche il pudico esplicito invito di Gilda aveva ottenuto l’effetto di distogliere il mio proposito di partenza, non ero ritornato sull’isola se non in occasione di qualche festività, e non avevo mai cercato di incontrarla.

Neppure un contatto.

Nessuna corrispondenza, né una telefonata.

Perché farlo?

L’incontro dei nostri sentimenti avrebbe avuto necessità di ulteriore maturazione, d’altre vicende, per manifestare completamente l’attrazione che ci possedeva da sempre.

Un anno… due anni… il tempo indispensabile a che la fanciulla diventasse una donna.

Ma io ero partito troppo presto.

Lasciando incustodito l’unico fiore del mio giardino.

Tuttavia, ogni volta che gli strani incroci dei flussi migratori avevano condotto un qualche nostalgico compaesano dalle mie parti, dopo i convenevoli e le informazioni sulle condizioni delle nostre famiglie, immancabilmente, egli, chiunque fosse e per qualsiasi motivo si trovasse in viaggio,  mi parlava di lei.

Voci diverse in tempi a volte molto distanti tra loro, accontentando la mia inesauribile malcelata tristezza, riuscivano a farmi rivivere un lampo dell’essenzialità che avevo abbandonato con crudele autolesionismo.

Gilda la rossa.

Ha aperto un bar, il Ruk Ruk, frigge panzarotti ed arancini a bizzeffe.»

Ha fatto i soldi, si è comprata una casa con giardino e terrazzo, sai, nel vicolo della fontana.»

La notte di San Lorenzo si sono appostati quasi tutti i suoi pretendenti, una cinquantina, sul marciapiede di fronte al Ruk Ruk per farle sapere che se avessero visto cadere una stella, lei sarebbe stato il desiderio espresso.

Senza scorno.»

è sempre più focosa e appassionata, ma continua a non volere nessuno.»

Guglielmo ‘O Stuorto le ha detto che tu hai rinnovato il contratto di lavoro per altri cinque anni, si è messa a piangere e non si è vista in giro per tre giorni.»

 

Ha cambiato tutto il locale.

Ti spiegai com’era?

Adesso, come si dice, è un locale moderno.

Niente più panzarotti, sta aperto solo di notte, ha tolte le reti e le nasse dalle pareti, tutto nuovo, lucido, americano, la musica, i liquori, le sedie alte intorno al banco, le luci nascoste sotto i tavoli e dentro le bottiglie.

C’è scritto “GILDA, AMERICAN BAR.”»

Non si vede più a fare la spesa, a sculettare sul corso, a scegliere nei negozi una tovaglia da aggiungere al corredo.

Esce la sera e ritorna all’alba.

Da casa al locale e tutto il contrario.»

è venuto uno di un altro paese, parlava italiano spagnolo, si muoveva come una femmina, aveva una voce incupita e le mani più lunghe del normale, è entrato una sera da Gilda, e il domani in piazza comprava i fiori per lei.»

Gilda ha saputo che ti avevo incontrato e mi ha chiesto se era vero che avevi firmato per altri cinque anni.

Che le dovevo dire?

Le ho risposto “è vero”.

Mi ha detto “Vieni a bere una birra al nostro addio.” Che significava? Tu lo sai?»

Quel mezzo straniero le ronza intorno senza tregua.

Si vanta di aver combattuto in Viet Nam. Mostra spesso a tutti una ferita, secondo lui provocatagli dalle schegge di una mina.»

Ha la barba su tutta la faccia, si vede solo il naso e la fronte.

A me pare drogato.»

Rosina ha detto che Carmela ha detto che lei (Gilda) ha detto a lui (lo straniero) che lui le pareva una faccia conosciuta: “I tuoi occhi li ho già visti, la tua voce la conosco, ti muovi come… “ non ha specificato il nome, ma lei, Rosina, crede che Gilda stesse pensando a te.»

L’ha messa con la pancia, sì, come si dice, l’ha incinta, e appena l’ha saputo è sparito, squagliato. Nessuno ne ha più saputo niente… mi spiace per lei, ma è un grande stronzo, fa schifo.

Nemmeno un indirizzo ha lasciato. Un numero di telefono, nulla.

Svanito come al tocco di una bacchetta magica.»

Gilda lo chiama “Il Bastardo”.»

Il pupo è biondo, si chiama Isidoro.»

Continua lunedì prossimo

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Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Liga Sarah Lapinska intervista Ajub Ibragimov,

quinto classificato alla sezione “Arti grafiche” del Premio “Otto Milioni – 2021”

D: «Come fai a creare per così tanto tempo senza perdere il tuo sogno?
“Quali emozioni per il nostro Premio Made in Ischia “Otto milioni?»
R: «La cosa più importante nelle mie opere d’arte è l’idea.
L’arte digitale e la tecnologia digitale sono come una bacchetta magica nella mia mano, che mi permette di scegliere istantaneamente i colori e trasformare il mondo in cui viviamo.
Il mio stile di vita è: mi sveglio quasi ogni mattina con un’idea di cosa posso fare oggi. Mettermi in contatto, parlare e rimanere in contatto.
Ho creato circa 1000 opere d’arte. Ho regalato la maggior parte di loro. Quando vedo un sorriso e mi rendo conto che la mia opera sia piaciuta, ho la voglia subito di regalarla.
Circa 300 delle mie opere sono nella mia galleria personale.
Se non c’è segreto e scintilla nelle nostre opere d’arte, allora non sono commuoventi e vengono rapidamente dimenticate»
Ho partecipato al Premio”Otto milioni”organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” e io dico un grande grazie agli organizzatori invitando tutti a scrivere ancora e ancora di questo premio per non dimenticare. »
 
D: «Che cos’è il tempo?»
R: «Il tempo è un dono di Dio per noi.»

D: «Hai affrontato delle resistenze quando hai deciso di diventare un’artista?»
R: «Non ho incontrato resistenza attiva. Mio padre, che ora è morto, era un sacerdote musulmano. Secondo la religione musulmana non è permesso dipingere esseri viventi. Pertanto, mio ​​padre all’inizio non era contento della mia scelta, ma in seguito ha cercato di capirmi e mi ha persino sostenuto nello studio.»

D: «Come sei riuscito a stabilirti in Germania?»
R: «Sono in Germania da 19 anni e sto pensando di restare qui per tutta la vita.
Non appena sono arrivato, mi è stata data una casa in cui vivere e ho ricevuto assistenza medica per alleviare lo stress. Sono stato aiutato ad arrivare qui, ma mi sono impegnato molto.»

D: «Sei sempre rimasto in contatto con la tua gente nel Caucaso e con colleghi e amici in tutto il mondo?»
R: «Sono stato in contatto, in particolare, con l’artista Abu Pashaev e con il critico e storico d’arte Alvi Dakho.
In tutto il mondo, dall’India all’America, sono invitato alle mostre, ma non è possibile andare di persona ovunque.»
 
D: «Come riesci a organizzare le mostre?»
R: «A causa dei vincoli della pandemia di COVID ora è un problema organizzare mostre dal vivo. Le opere vengono toccate da adolescenti che hanno preferito quadri e grafiche a discoteche o concerti, così come da persone molto anziane che hanno desiderato guardarle.»

D: «Come vengono organizzate i master class?»
R: «Ai danzatori di lezginka viene mostrato un posto dove ballare. All’artista viene anche mostrato il suo posto per mostrare la sua maestria. Non importa quali colori sono a portata di mano in quel momento.»

D: «Quali idee hai come maestro di designi? Le tue astrazioni, così come la tua calligrafia, stanno benissimo su tessuti, costumi, tappeti, vasi, decorazioni per la casa. Ricevi suggerimenti?»
R: «L’interesse è grande e positivo. Tuttavia, nessun accordo è stato ancora raggiunto».

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

Il Dispari 20220117

D: «Cosa ti dà la forza di vivere?»
R: «Possibilità di contatto e stima di creare. 
Va bene se l’artista ha la sua bottega, o almeno il suo spazio, dove può creare e sperimentare senza ostacoli. Energia e ispirazione diminuiscono nelle difficoltà della vita, così come quando non ci rendiamo più conto di ciò di cui abbiamo veramente bisogno. L’arte e la creazione sono lo stesso che l’amore.»

Il Dispari 20220117

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Il Dispari 20220110 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220110

 

Il Dispari 20220110 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20220110 – Redazione culturale DILA

Dal libro di Bruno Mancini “Per Aurora volume terzo”

La sesta firma – 6a puntata

Capitolo terzo

  […]
Forza, basta chiacchiere, vuttamm ‘e mane. A una voce.
Ohhh vai. Ohhh vai. Ohhh issa: Ohhh issa.
Metti uno scanno.
Vuttamme vuttamme.
Ohhh vai

I notturni lavoratori del fondo marino non si scandalizzarono più di tanto, quando notarono che mi ero steso a riva con scarpe e cravatta, mezzo dentro e mezzo fuori della risacca.

Le pratiche faticose della loro quotidianità non lasciavano balenare il flusso di emozioni che mi spingevano in quell’atteggiamento irrazionale e palesemente sconveniente.

Docile, m’immergevo tra i bisbigli della sabbia rotolante sulla sabbia e della spuma spruzzata sulla spuma, con la ragione offuscata dall’incontrollabile seducente rapimento di scrivere la prima poesia per Gilda.

Volevo scrivere la mia prima poesia d’amore per Gilda.

Mentre la risacca inzuppava gli indumenti che indossavo dalla mattina, e sussurrava tra i pensieri di una passione tanto antica quanto trascurata, procurandomi la sensazione di essere avvinghiato da un doppio gelido intruso, di colpo, l’inquietante dubbio di aver osato troppo mi fece barcollare e scivolare nel mare, fino alla gola.

Volevo scrivere la mia prima poesia d’amore per Gilda, quando ormai avevo già osato troppo!

Infatti, uscendo dal bar, la lunga malinconia cui avevo costretto, da sempre, la mia passione per la rossa inquilina di tutti i miei sogni, si era procurato un varco utile a lasciarle un biglietto.

Avevo lasciato per lei un biglietto alla cassa: “Quando potrò fare una passeggiata, cenare, andare alle giostre, al mare, con te ed il tuo bimbo?

Sarà bello.
Promesso.
Telefonami, 081081081.”

Il Dispari 20220110 – Redazione culturale DILA

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Capitolo quarto

Le donne delle mie terre sono come le mie terre: arse e rigogliose, luccicanti discrete ed ammalianti, cangianti, vulcaniche, abbandonate sfruttate maltrattate vilipese, affascinanti nonostante tutto.

Le più belle del mondo per me che le vivo, fantastiche per i fortunati che riescono a raggiungerne le riservate essenze.

Tante volte mi ero invaghito delle une e delle altre!

Fin da ragazzo, durante ogni ritorno sull’isola, gustavo le metamorfosi, sia del caos cittadino da antichi equilibri pastorali, sia dei luminescenti palazzacci rapidamente mutati in scintillanti alberi stagliati tra un sole al tramonto e l’ombra di un ruvido promontorio.

Allo stesso modo, nei piacevoli abbandoni che permeavano i diversi percorsi d’avvicinamento alla mia isola, inserisco anche una lenta dissolvenza dell’incessante lamentoso miscuglio di suoni artificiali metropolitani.

Gli gnomi custodi degli antichi tesori naturali, e le gelose vestali addette alle tradizioni patriarcali, insieme abbarbicati sulle mie terre, lasciavano fluire, a poco a poco, bucolici chiarori ad incontaminati segnali acustici di ben definite presenze (pur se prodotti dai martelli e scalpelli vibranti fra le braccia indolenzite di baldi muratori), dai quali, l’attenzione con cui percorrevo le varie tappe che caratterizzavano i miei ritorni, distillava un fascinoso nettare di nostalgia.

Giungere una sera, una notte, da mille chilometri nel porto della mia infanzia era sempre stato uno scoppio d’amore per la mia attesa priva di lusinghe.

D’amore è troppo?
Va bene, allora, d’amore!

Ad ogni ripartenza, dopo una breve o lunga permanenza, quando ormai la contrada, i boschi e le marine già mi avevano riconsegnato il dono di trasformarsi nella mia seconda pelle, allora ogni volta, senza alcuna eccezione, mille volte, le ricordo tutte, poggiavo il piede sul battello con la triste certezza di amare una Maria Luisina Teresa Giuseppina… Gilda.

Gilda.

In un pomeriggio di luglio di tanti anni fa mi girava intorno, rincorsa dalla balia con in mano un piatto di polpettine, una bambina mingherlina e indisponente.

Gilda.

Non voleva mangiare, voleva mangiare alle sue condizioni, voleva mangiare ma sapeva che se avesse fatto meno moine non sarebbe stata inseguita, coccolata adulata.

Il giorno della mia promozione scolastica al ginnasio, avevo tredici anni, Gilda finì a rotolare veloce tra le ruote della bicicletta (che per quella occasione avevo ricevuto in regalo) ed i miei piedi, che a mala pena toccavano terra con la punta.

Ruzzolammo entrambi per terra.
Al Corso Colonna, davanti al bar Italia.
La balia mi ordinò, quasi un presagio: “Acchiappala.”

Crescendo, gli anni di differenza tra me e lei divennero meno vistosi, ma i percorsi delle nostre scelte si divaricarono in direzioni quasi mai congiunte.

Spilungona e scorbutica, da adolescente le prendeva e le dava senza piangere.

Come un vero maschiaccio rompeva il naso ai bulletti se la trattavano da femminuccia, salvo poi correre annaspando, una sera d’aprile, verso le mie gambe che reggevano la grossa moto avuta in regalo per l’ultimo esame universitario.

Il ragazzetto di turno, quasi un presagio, le urlò: “Acchiappalo, perché se parte rimani sola.”

Alcuni anni dopo, pur essendo consapevole di aver programmato una lunga, forse lunghissima lontananza, in me non vi era stata superbia decidendo di lasciare gli amici ed i luoghi cari senza voltarmi.

In quella occasione non fu assente dal caos del mio mondo interiore né il forte dispiacere di uscire dal palcoscenico delle spavalde passioni giovanili, né la consapevole testardaggine di rifiutare che mio padre continuasse a credersi padrone della mia vita.

L’aveva fatto per quasi un quarto di secolo, doveva bastargli.

Nel pomeriggio luminoso e silenzioso in cui, senza valigia e senza cappotto, m’incamminai verso il battello che mi avrebbe trasportato oltre il muro prigione dell’isolamento marino, sulla così detta terraferma, quel giorno, era il tre settembre di un anno bisestile, la mia partenza non mi apparteneva come una fuga superba, ma come il risultato della indomabile spinta di un dolore.

Gilda, nella sfacciata bellezza della sua fresca fioritura, rossa, accoccolata ad accarezzare una micina spelacchiata sulle scale di una banca, vedendomi camminare da solo e desiderando che le giungessi accanto, fece un cenno d’invito ed appoggiò la mano sul gradino, mostrando il posto al suo fianco dove avrei potuto sedere.

Tanto bastò alla gatta per scappare nella mia direzione.

Prima la bestiola e poi lei, non so se per inseguirla o per venirmi incontro di corsa, scivolarono rotolando tra le mie gambe.

Quasi fosse stato un presagio, la vicina chiesa sbatacchiò tutte le campane, la nave all’ormeggio fischiò con tutti i fumaioli, l’allarme antifurto sconquassò le vetrate dell’istituto di credito, mentre un tassista di passaggio pigiando il clacson come si usa al corteo di una sposa, rideva rideva rideva suonava suonava suonava diceva diceva diceva “Acchiappala acchiappalo acchiappala acchiappalo.”

https://www.emmegiischia.com/wordpress/bruno-mancini/prose/per-aurora-vol.3/

Continua lunedì prossimo

Il Dispari 20220110 – Redazione culturale DILA

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LA VOCE DI CIRCE: “A Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso.”

Il romanzo epistolare “La voce di Circe”, scritto da Lucia Fusco, edito da Senso Inversi, è il racconto dell’affascinante storia d’amore tra Mariano e Elettra.

Mariano vive a Caracas mentre Elettra vive a Roma.
Un racconto dell’emigrazione in Venezuela, avvenuta prima della seconda guerra mondiale, dei genitori di Mariano provenienti dalla Basilicata.

Elettra sposata, ma separata dal marito viziato e maldestro, incontra Mariano a Roma.

Il romanzo epistolare è ricco di altri personaggi importanti collegati ai due protagonisti.

Il ritmo della lettura segue l’avvicendarsi delle stagioni, travolge con la profondità delle passioni.

Lo stile è discorsivo, elegante e scorrevole.

L’autrice ci porta a conoscere le bellezze di Roma, dell’Agro Pontino, e dell’isola d’Ischia scrivendo, tra l’altro “A  Ischia l’incanto ti punge gli occhi per quanto è immenso. Non sai dove riposare lo sguardo. Salire sul monte Epomeo è stato emozionante, avevo tanti ricordi di questo luogo, ci ero stata da ragazzina con i miei genitori e con Ferruccio, mi ricordavi di questo tempio della natura, dicono che qui si trovi una porta magica, Agartha, che conduce al centro della terra dove esiste un mondo sotterraneo. Dalla cittadina di Serrara Fontana abbiamo […].

La Voce di Circe è una storia intensa, con finale da scoprire.

Facciamo gli auguri alla scrittrice Lucia Fusco, Vice Presidente delegata Italia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per un sicuro successo editoriale.

Angela Maria Tiberi

Il Dispari 20220110 – Redazione culturale DILA

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DILA

NUSIV

Progetto Art Bonus dell’Anno

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Progetto Art Bonus dell’Anno

Al via da oggi la nuova edizione del Concorso “Progetto Art Bonus dell’Anno” per premiare i migliori interventi finanziati attraverso il credito di imposta introdotto in Italia quale sostegno al mecenatismo culturale.

Continuano a crescere i mecenati che con le loro donazioni contribuiscono al restauro del patrimonio culturale e al sostegno dei musei, della musica e dello spettacolo. I numeri dell’Art Bonus sono molto positivi, dalla sua istituzione, grazie alla generosità di oltre 26mila mecenati, sono stati raccolti circa 650 milioni di euro che hanno contribuito al finanziamento di circa 5 mila interventi in tutta Italia”. Così il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, in occasione dell’avvio della VI edizione del Concorso “Progetto Art Bonus dell’Anno”.

Il Concorso “Progetto Art Bonus dell’Anno”, è stato ideato nel 2016 con l’obiettivo di offrire un momento di visibilità e riconoscimento agli enti promotori di raccolte Art Bonus e ai loro donatori, rendendo i territori protagonisti anche grazie al voto espresso dalla giuria popolare di cittadini che votano i progetti sulla piattaforma del concorso o sui social.

Ammessi all’edizione riferita all’annualità 2021 oltre 350 progetti Art Bonus che hanno raggiunto l’obiettivo economico entro il 31 dicembre 2021, con 19 regioni rappresentate e oltre 3.000 i mecenati protagonisti.

Un terzo dei progetti in gara è inerente al restauro di beni culturali (molti dei quali realizzati anche da comuni piccoli o medi), un terzo il sostegno allo spettacolo (musica, danza, teatro), un terzo il sostegno agli istituti e luoghi della cultura (musei, biblioteche, archivi, complessi monumentali e aree archeologiche).

Il Concorso Art Bonus si svolgerà in due fasi: dal 19 gennaio al 21 marzo 2022 le votazioni avranno luogo sul sito Art Bonus, alla pagina https://artbonus.gov.it/concorso/.

Qualunque visitatore del sito potrà esprimere una sola preferenza per ciascun progetto in gara, ma potrà votare più progetti (non occorre registrarsi al sito).
Dal 22 marzo al 1° aprile 2022 i primi 10 progetti che avranno ricevuto il maggior numero di voti sulla piattaforma Art Bonus parteciperanno alle votazioni solo social, sfidandosi a suon di “Likes” sui profili Facebook e Instagram di Art Bonus.

Sarà dichiarato vincitore del Concorso Art Bonus 2021 il progetto che otterrà il punteggio più alto sommando i voti ricevuti nelle due fasi di votazioni.

La premiazione avrà luogo venerdì 15 aprile nel corso di un evento pubblico organizzato dal Ministero della Cultura, ALES Spa e Promo PA Fondazione – LuBeC, i tre enti promotori del Concorso.

Dati aggiornati sull’Art Bonus ad oggi: 2.187 enti beneficiari, oltre 26.000 mecenati, 4.905 interventi e 643.315.388 milioni di euro raccolti su tutto il territorio nazionale.

Roma, 19 gennaio 2022
Ufficio Stampa MiC

DILA & Artés 20220122 Dialogo di una schiava 2

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DILA & Artés 20220122 articolo pubblicato

DILA & Artés 20220122

 

Dialogo di una schiava | Testo di Bruno Mancini scritto per l’attrice Chiara Pavoni

 Potrete visionare il video su youtube al link

https://youtu.be/mF4SlGAKxT4

 PRIMA PARTE

SECONDA PARTE

[…]

Avevo venti anni quando incontrai “l’Amore“.

Gino! Gino…

E lui mi chiamava Amore e mi chiamava Tesoro.

Amore… Tesoro…

Fu bello fino a quando non venne il momento della verità.

E lui non andò via, ma mi dedicò una poesia:

 

Eppure se tu fossi stata violata
– il vicino di casa maledetto -,
se nel fatato mondo d’innocenza
tu
come madre fanciulla del figlio di nessuno
tu fossi stata
come vergine immolata nel tempio d’Efeso,
tu fossi stata violata
come gazzella indifesa dal branco di lupi,
tu fossi stata violata nella grotta pollaio
come una preda soggiogata dall’amico di famiglia,

tu saresti rinata
tra le mie braccia
di pescatore d’emozioni,
incubata in un tenero affetto
oltre ogni possibile attesa,
alitata dal vento del sud che cancella le orme
– maledette –
dei tanti vigliacchi stupratori

… e non potresti perdermi.

Io sono vento

io sono forza

io sono crudo esempio di follia.

Spingimi nei tuoi dilemmi
di lupa insoddisfatta,
nessuno avrà il tuo scalpo.

Modifica il tuo stato
rimuovi l’occupato,
e vieni al sole.)

Ma non credevo di essere Amore, non mi chiamavo Tesoro. Io sono Chiara.

Così, per restare nelle sue catene, fui tumulto e brividi, imprimendogli sul corpo e nella mente i segni squassanti di una passione da lungo attesa, artatamente impudica e violenta, tenera e implacabile, ponendo in un solo amplesso tutti i registri delle mie tentazioni, tutta la prorompente eccessiva sfacciata bellezza del mio corpo di donna non più bambina, i giochi estremi di mani vellutate di labbra avvampate di pelle di luna: tenerezze ossessioni, morbidezze stupori, in un’altalena di grida e di sussurri che per anni la mia mente aveva elaborato, posizionato, montato come in un film… con arte e per salvezza.

E poi il tormento di chiedermi cosa avrei fatto senza di lui, da lì ad un mese, o cosa avrei pensato in quello stesso giorno di un luglio futuro, oppure in un qualsiasi altro giovedì 11 Settembre, 18 Settembre, nel Dicembre del…

Oggi, so troppo bene quello che penso e ciò che faccio e quel che so.
Che strano, oggi la primavera è forte, la terra si risveglia, nascono tutti i fiori che mi piacciono tanto e muore tutto ciò che mi piaceva senza una ragione precisa.

Accetto di riconoscermi.

Accetto di riconoscermi perché mi sento sola come non mai, peggio, sola come sempre.

Accetto di riconoscere anche la mia solitudine.

Amore, affetto, comprensione, intese, solitudine, solitudine, solitudine, solitudine.

Chi avrebbe potuto prevedere che tutte le mie incertezze si riproponessero ai miei quasi quaranta anni.

Quasi quaranta, uguale zero.

Mi sento come un eroe dimenticato, un vecchio quadro polveroso, la piccola violetta al centro del diario.

I traguardi raggiunti, le paure superate, tutto daccapo.

 

Essere, essere stata, aver voluto… non vale più.


Non c’è più niente in me, o meglio non ci sarà più niente, perché io non ho più niente da dargli, da chiedergli, nulla che assomigli a vorrei-se tu potessi-se ancora volessi-proviamo-ascoltami-ancora una volta…

Sono lucidissima, so che sto pensando, volutamente pensando, non è un mio sfogo né un momento di depressione né una nuvola passeggera, è il temporale, e il peggio è che non vedo più il sereno.

Decisamente grigio.

Mi sento più bambina di allora…

… il grande amore…

SESSO. SESSO.

L’ho accettato da lui solo perché pensavo fosse una cosa diversa.

La sua poesia!

Immensa e spirituale, il naturale epilogo di due persone che si amano.

E noi non ci amiamo più, non ci amiamo più.

Facciamo l’amore – molto meglio di allora -, ma tutto il resto è un niente immenso.

Mi sembra di aver vissuto fino ad ora in una dimensione diversa e sono piombata all’improvviso, o quasi, sulla terra.

Tutto il passato non importa più.

Sento il disagio che maturando nel silenzio mi opprime.

 

Non sono Noia non sono Indifferenza. Io sono Chiara.

 

è dolce toccare il corpo di una donna.

A lungo fasciato da disattenzione, di una evidente semplicità, il piacere di questo contatto, divenuto scoperta inattesa, si riveste di una dimensione erotica, intrigante, carnale.

O forse devo intendere che anche “Chiara” sia riferito ad uno pseudonimo per occultare?

Occultare cosa? Metamorfosi? Identità? Simbiosi? Inganno? Apparenza?

Una proiezione fantastica nella femminilità!

Sarebbe come dire, sono pronta ad uscire dalla mia pelle, dalla mia vita, da me, senza moine da una porta qualsiasi?

Come dire, se finora la mia vita è stata un gioco, un esercizio di stile, può finire, sono ancora in tempo, il mio è un segreto tuttora inviolato, e se così scelgo, inviolabile.

E sento ancora il bacino muoversi con impercettibili segnali di invito, sempre più invadenti.

Il mio petto, gonfiarsi, altero?

Vero: la luna, le stelle, la nuova melodia napoletana indifferentemente si tu m’accire nun te dico niente, la bella mattina trascorsa su un mare d’incanto, la cena ai frutti di mare, il gelato alla panchina e la ginestra -ginestra, fiore amato da sempre- che avevo posto tra i capelli.

Ma quante altre volte avevo reso avvincente un giorno!

Neppure sono certo che Chiara non sia stato, abbandonate remore pudiche, un desiderio necessario di rinascita.

Ma ora so che per me non c’è ritorno, una ipotesi, unica: farlo o dimenticarmi.

Gli amori sono tutti uguali, come i cinesi, ma ciascuno riconosce il proprio per minimi dettagli, come i cinesi. La sessualità è uguale per tutti, come i cinesi, ciascuno però riconosce la propria per minimi dettagli, come i cinesi.

Smetto la lotta, definitivamente, nella certezza di essere la mia femminilità ed il mio maschio, che io sono Lucilla Farfallina Piccina Piccolina Bambina Amore Tesoro Serena… l’uomo dalla camicia rossa, Gino, sì Gino, anche Gino e anche l’uomo dalla camicia rossa… Non sono Noia e Indifferenza… io sono Chiara

una donna una volta uomo, un uomo una volta donna, perché per me non c’è definizione, io sono poliforme maschio e femmina a volte disgiunti, a volte intricati e avviluppati in un groviglio di impossibili intrecci stretti in un nodo di complicità inestricabili, in un nodo, un nodo indissolubile nonostante tutti gli sforzi di auto-gestione e tutte le arti di persuasione e tutti i limiti e i condizionamenti e tutto l’amore di un’altra donna o di un altro uomo.

Come dire nonostante il mondo.

Dove tutto resta, lasciando impronte evidenti, io passo muovendomi nel vuoto.

Io sono l’Anima e il Cervello e so lo sbaglio di chi pensa di averne uno proprio, disponibile e muto, io non appartengo, io sono.

Non sono schiava delle convenzioni.

La scoperta del piacere di accarezzare il seno più liscio delle gambe, più rosso dei capelli, più tenero del mio tormento, diviene ansia di più profonde sensazioni, e già le labbra si aprono ardenti e le sento stimolate da carezze di piuma, e già tocco l’interno delle cosce, più su, più giù, più su dopo ogni stasi, più su in modo spregiudicato; e poi già l’ansia e la smania col respiro in affanno con il sangue in tempesta con la vita in un soffio, si mutano in galoppante allucinazione mentre accarezzo il mio sesso con voluttà sconosciuta, ossessiva puttana pazza, a gambe aperte – Star di un film a luci rosse- nella notte più stellata di prima e più di prima illuminata dalla luna.

 

Nel fresco frizzante dell’alba imminente il caldo della mano non mi conceda sospiri.

 

Sììììììììììììììììììììììììììììììììììì

 

Io sono Chiara, non sono Chiara, io sono me.

Io sono la libertà.

Io sono Chiara… NON sono Chiara.

Non sono più la schiava del perdono.

 

Redazione DILA&ARTES

DILA & Artés 20220122

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Chiara Pavoni

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DILA & Artés articoli pubblicati

DILA & Artés

CS | Tra Bruno Mancini

Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

e Antonio Auricchio

editore della testata giornalistica “Il Giornale di ArtesTv

registrata presso il Tribunale di Salerno, si è stabilita un’intesa di collaborazione che vedrà l’Ass. DILA partecipare con interviste, recensioni notizie ecc. alla redazione della sezione cultura del giornale.

Antonio Auricchio

ha iniziato la sua carriera ponendo l’attenzione all’amore verso il prossimo, dedicandosi alla salute dei suoi pazienti attraverso il ruolo di dipendente dell’ASL di Salerno e di infermiere specializzato nel reparto di rianimazione.

Una volta lasciato l’impegno verso coloro che soffrono, ha ben pensato di proseguire la sua vita, passando, dopo aver visto e vissuto in prima persona il dolore delle persone al divertimento, profondendo il suo impegno, nella passione che aveva già da prima coltivato per la TV, per il mondo dello spettacolo e del cinema, iniziando come organizzatore di eventi e venendo in contatto con persone illustri e di un certo calibro.

Poi cameraman e patrón di “Miss Arte’sTv”, il concorso dedicato alla selezione delle ragazze baciate da Venere sia del territorio Campano che Nazionale, e che esaltassero principalmente le bellezze del suo amato Sud e quelle delle giovani aspiranti al mondo della televisione e dello spettacolo  dello stivale tricolore intero.

La passione che lo anima lo ha spinto fino a prendere le redini in mano e ideare, registrare e dirigere da dietro la camera da presa programmi, notiziari e dossier televisivi, impegnandosi anche nella ricerca di notizie di rilevante importanza sia nazionale che estera per gli articoli giornalistici all’interno del canale ArtesTv.

Francesca Durante

https://ilgiornale.artestv.it/

Antonio Auricchio

Bruno Mancini

scrittore e poeta, è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.

A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:

“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.

Brevi commenti amichevoli ricavati dalle varie recensioni ai suoi libri:

Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.

… si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna, che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni.

… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti.

Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?

Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…

…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.

…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.

Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…

…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.

…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”

Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.

…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.

Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”

Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!

Una poetica lacerata e sfuggente…

Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…

“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”

Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…

Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.

Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.

“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”

Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.

Al sole tenero
Vederla piangere di gioia

INFO:

dila@emmegiischia.com

emmegiischia@gmail.com

Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23

DILA&Artés

Regolamento partecipazione e modulo iscrizione

1) L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in pieno accordo con l’editore Antonio Auricchio, Patron della testata giornalistica Artés registrata presso il Tribunale di Salerno, ha dato vita al nuovo progetto culturale DILA&Artés di ampio respiro mediatico adatto alla valorizzazione delle attività dell’Associazione e di tutti gli Artisti che hanno comunque collaborato con i nostri progetti culturali.

2) Il progetto culturale DILA&Artés prevede la pubblicazione a cura dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” di interviste, recensioni, notizie ecc. nella sezione cultura della testata giornalistica Artés.

3) La partecipazione al progetto culturale DILA&Artés, per testi e immagini, è aperta ai contributi degli Artisti italiani e stranieri che, dopo averne fatta richiesta, saranno selezioni da una Commissione nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Tale Commissione provvederà a selezionare in maniera insindacabile le richieste di partecipazione al progetto culturale DILA&Artés.

4) I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscriversi direttamente nel gruppo dei partecipanti purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento e siano in regola con il tesseramento DILA

5) Gli Artisti che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA.

6) L’Artista, per partecipare al progetto culturale DILA&Artés, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a dila@emmegiischia.com debitamente firmata.

7) Trattandosi di una partecipazione a titolo completamente GRATUITO, L’Associazione DILA si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Artisti, inviando le proprie iscrizioni, ne prendono atto in maniera definitiva.

8) INFO: 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23 – dila@emmegiischia.com

DICHIARAZIONE RICHIESTA per la partecipazione al progetto culturale DILA&Artés

Io sottoscritto/a____________________________________________

residente a _______________ in Via____________________                          N:_____                       CAP________

tel. ______________________    e-mail________________________________________________

avendo letto ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla partecipazione al progetto culturale DILA&Artés pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/dila-artstv/ esprimo l’intenzione di partecipare al progetto culturale DILA&Artés nella mia qualità di

Scrittore □  –  Attore □  –  Musicista □  –  Pittore □  

 A tale scopo DICHIARO di

  1. essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto al progetto culturale DILA&Artés organizzato dall’Associazione DILA;
  2. di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali, svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate, ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, e di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
  3. volere concedere all’Associazione DILA il diritto di pubblicare ed utilizzare il contenuto della mia suddetta partecipazione in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che l’Associazione DILA avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare il contenuto della mia suddetta partecipazione e di utilizzarlo in ogni forma e modo nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare il suddetto contenuto della mia partecipazione anche in via telematica a mezzo internet e non sarà tenuta ad effettuare alcuna correzione;
  4. aver concordato in maniera definitiva con l’Associazione DILA che essa NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare il contenuto della mia suddetta partecipazione al gratuito utilizzo da parte del’Associazione DILA per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione essa voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità del contenuto della mia suddetta partecipazione, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dover in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale del contenuto della mia suddetto partecipazione;

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) del regolamento relativo alla partecipazione al progetto culturale DILA&Artés pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/dila-artstv

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

P.S. Aggiungere i dati richiesti, ed inviare a dila@emmegiischia.com

Info & contatti: – Tel. 3914830355 – dila@emmegiischia.com

 

DILA & Artés 20220120 Dialogo di una schiava 1

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DILA & Artés 20220120 articolo pubblicato

DILA & Artés 20220120

Dialogo di una schiava | Testo di Bruno Mancini scritto per l’attrice Chiara Pavoni

 Potrete visionare il video su youtube al link

https://youtu.be/mF4SlGAKxT4

 Prima parte

Pelle bianca, sono bella e sono sexy, sono colta e sono ricca, sono femmina e sono giovane.

Certo!

Sono bella, bionda, alta, coscia lunga, lingua soffice e tagliente, mani curate e graffianti, occhi azzurri come il fuoco, capelli soffici nebulose, sono tutto ciò che vuoi se mai mi vorrai.

Come la Bambolina di un film a luci rosse, posso spigionare le tenerezze e le seducenti malinconie della mia femminilità contro la forza plastica delle altrui certezze; versare i misteri intriganti, che fungono per me da seconda pelle, sulla parte più suadente di tutti gli inni alla passione; dominare con il candore della mia esuberante vitalità ogni lussureggiante invadenza.

Ma non mi chiamo Bambolina. Io sono Chiara.

Alla età di quattro anni giocavo con la mia gattina, le accarezzavo la testa screziata di colori tra il giallo paglierino e le terre di Siena, sussurrandole nell’orecchio che non riusciva a tenere fermo un attimo, “Vedrai, da grande, la tua Lucilla ti porterà in giro per giardini pieni di fiori e di tante fate, e tu diventerai una fata e quando sarai una fata turchina farai diventare anche me una fata bellissima con un vestito rosa e la bacchetta magica e io farò nascere tante stelle nel giardino e tante bambole e tante lucertole per farti giocare… e un principe azzurrissimo per me, soltanto per me.

Ma non mi chiamo Lucilla. Io sono Chiara.

Quando diventai un po’ più grande andavo in bicicletta… ero magra gli occhi grigio chiaro e i capelli biondi… non sapevo andarci… avevo le orecchie a sventola, il naso leggermente appuntito con un po’ di lentiggini… perché i pedalini mi scivolavano… la mia bocca era piuttosto grande… e cascavo e qualcuno mi rimetteva in piedi.

A dieci anni nei cortili polverosi e nelle pinete ischitane eravamo in tanti a correrci incontro e giocare in mille modi diversi, lontani dagli adulti, ma protetti dai loro lunghi sguardi vigili.

Nonne e zie vegliavano discretamente su tutte le nostre azioni, eppure qualche bacetto con i compagni, di nascosto, ci scappava sempre.

Per le amichette io ero “Farfallina”, i maschietti preferivano chiamarmi Serenella.

Ma non mi chiamo Farfallina e nemmeno Serenella.  Io sono Chiara.

A tredici anni l’uomo dalla camicia rossa mi abbracciò…

Ricordo un giardino, rinchiuso in un muro di cinta sgangherato, di pietre pomici e laviche sgraziate, bitorzolute, coperte da muschi ed erbe selvatiche, grigiastre; alto oltre la mia testa, se anche fossi salita su uno dei massi sporgenti posti alla base.
Ricordo le gabbie dei conigli, sovrapposte, con mangiatoie formate da intrecci di fili di ferro arrugginiti; i conigli, maschi da una parte, le femmine da un’altra e i piccoli, selezionati per grandezza, collocati in gabbie differenti.
Tutti i pomeriggi fungevo da vivandiera, passando sotto l’albero di limone, intorno al pozzo con al centro il secchio pieno d’acqua, giù per i quattro scalini fino all’angolo del muro pietroso, posto di sghembo a seguire il confine con la boscaglia di castagni e di querce della collina immediatamente sovrastante.
Ricordo che giunta appena oltre la grande pietra sporgente sulla quale poggiava lo spigolo della parete, mi sembrava che il bosco coprisse ogni altra prospettiva, e divenisse, in pochi passi, ingombrante, avvolgente, incatenante…
… però i conigli erano lì, e quel giorno c’era pure lui.
Ma forse è stato un sogno.

Non sono la sua Piccina. Io sono Chiara.


Era così bello toccare le sue braccia muscolose, alzava un secchio d’acqua con un dito; così misteriose le sue parole, più soffio che altro sul mio collo, e quando andavo via mi dava sempre un bacio, e mi stringeva forte sul petto.
Quel giorno aveva una camicia rossa ed una birra in mano.
Io avevo un graffio sul ginocchio.
Ma forse è stato un sogno

Gli dissi che non ero la sua Piccolina. Io sono Chiara.

 Lui coprì il graffio sul ginocchio con la grande mano, per un attimo.

Poi prese a coccolarlo con le dita che formavano sentieri di brividi sulla mia pelle, nel nuovo gioco di un morbido girotondo tra le crepe ed i cespugli, le grotte ed i ruscelli della mia intimità.

Fu quando disse che mi voleva bene, lo disse, ne sono sicura, quando quella voce e quelle parole giunsero alla mia mente, fu allora che io gli gettai le braccia al collo così forte da farlo rotolare fino alla piccola zolla di prato nascosta tra due alti cespugli di mirtillo.
Sopra di me.

Poi, mentre mi accarezzava la bocca, sentii dolore lì.

 Giù.

 Qui giù

E continuava a chiamarmi Bambina. Io sono Chiara.

Ma forse fu dopo il frugare con la mano scivolosa, tremante, tra i bordi allentati delle mie mutandine.
Io non sapevo niente di inganni e di violenze, io non sapevo niente, lo giuro, di Russi e di Ungheresi in lotta tra libertà ed oppressione, io non piangevo, quel giorno, per loro.

Piangevo dicendo “Non sono la tua Piccina. Io sono Chiara.

Avevo venti anni quando incontrai “l’Amore“.

Gino! Gino…

E lui mi chiamava Amore e mi chiamava Tesoro.

Amore… Tesoro…

Fu bello fino a quando non venne il momento della verità.

E lui non andò via, ma mi dedicò una poesia:

Eppure se tu fossi stata violata
– il vicino di casa maledetto -,
se nel fatato mondo d’innocenza
tu
come madre fanciulla del figlio di nessuno
tu fossi stata
come vergine immolata nel tempio d’Efeso,
tu fossi stata violata
come gazzella indifesa dal branco di lupi,
tu fossi stata violata nella grotta pollaio
come una preda soggiogata dall’amico di famiglia,

tu saresti rinata
tra le mie braccia
di pescatore d’emozioni,
incubata in un tenero affetto
oltre ogni possibile attesa,
alitata dal vento del sud che cancella le orme
– maledette –
dei tanti vigliacchi stupratori

… e non potresti perdermi.

Io sono vento

io sono forza

io sono crudo esempio di follia.

Spingimi nei tuoi dilemmi
di lupa insoddisfatta,
nessuno avrà il tuo scalpo.

Modifica il tuo stato
rimuovi l’occupato,
e vieni al sole.

 Redazione DILA&ARTES

DILA & Artés 20220120

DILA & Artés 20220120

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Dialogo di una schiava SECONDA PARTE

DILA & Artés articoli pubblicati

DILA & Artés

CS | Tra Bruno Mancini

Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

e Antonio Auricchio

editore della testata giornalistica “Il Giornale di ArtesTv

registrata presso il Tribunale di Salerno, si è stabilita un’intesa di collaborazione che vedrà l’Ass. DILA partecipare con interviste, recensioni notizie ecc. alla redazione della sezione cultura del giornale.

Antonio Auricchio

ha iniziato la sua carriera ponendo l’attenzione all’amore verso il prossimo, dedicandosi alla salute dei suoi pazienti attraverso il ruolo di dipendente dell’ASL di Salerno e di infermiere specializzato nel reparto di rianimazione.

Una volta lasciato l’impegno verso coloro che soffrono, ha ben pensato di proseguire la sua vita, passando, dopo aver visto e vissuto in prima persona il dolore delle persone al divertimento, profondendo il suo impegno, nella passione che aveva già da prima coltivato per la TV, per il mondo dello spettacolo e del cinema, iniziando come organizzatore di eventi e venendo in contatto con persone illustri e di un certo calibro.

Poi cameraman e patrón di “Miss Arte’sTv”, il concorso dedicato alla selezione delle ragazze baciate da Venere sia del territorio Campano che Nazionale, e che esaltassero principalmente le bellezze del suo amato Sud e quelle delle giovani aspiranti al mondo della televisione e dello spettacolo  dello stivale tricolore intero.

La passione che lo anima lo ha spinto fino a prendere le redini in mano e ideare, registrare e dirigere da dietro la camera da presa programmi, notiziari e dossier televisivi, impegnandosi anche nella ricerca di notizie di rilevante importanza sia nazionale che estera per gli articoli giornalistici all’interno del canale ArtesTv.

Francesca Durante

https://ilgiornale.artestv.it/

Antonio Auricchio

Bruno Mancini

scrittore e poeta, è nato a Napoli nel 1943 e risiede ad Ischia, dalla età di tre anni.

A lui piace dire che l’origine della sua ispirazione o forse solo un iniziale impulso ancestrale ed istintivo, il vero basilare momento poetico della sua vita, si è concretizzato nell’incontro, propriamente fisico, tra i suoi sensi acerbi, infantili, e le secolari, immutate, tentazioni autoctone dell’Isola d’Ischia, dove le leggi della natura sembravano fluire ancora difese da valori di primitive protezioni.
Anche se aggiunge, con molta auto ironia e con un pizzico di provocazione:

“Le mie primissime esternazioni poetiche le ho espresse in tenerissima età, quando ancora non avevo pronunziato per la prima volta la parola mamma, ed alla fine di ogni abbondante poppata liberavo graziose ispirazioni poetizzando mediante dei rimati vagiti“.

Brevi commenti amichevoli ricavati dalle varie recensioni ai suoi libri:

Vedo una folla che si muove compatta verso un’unica meta guidata dagli incitamenti di colui che punta il dito ed una penna, che crea volti per i sentimenti.

… si fondono nell’intero componimento in una prospettiva ampia che contempla l’umano, l’umano cammino. Ed è una Commedia, una Commedia divina in chiave poetica, in versi che sento anche io estremamente dolorosi, con il preciso intento di affidarli alla penna, che non li disperda ma li urli e li renda in qualche modo eterni.

… lodo quel senso di eco lontano che riverbera le parole enfatizzandone i concetti.

Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?

Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…

…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.

…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.

Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…

…seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.

…lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”

Bella poesia, con alti picchi in termini d’emozione e intensità.

…sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.

Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”

Ed io invece, Bruno, ho letto a ritroso, prima la seconda parte, bellissima, ed ora la seconda, altrettanto splendida. Senso o non senso è una poesia dal forte impatto emotivo. Giochi con il lessico e le iterazioni, che adoro, ed è questa una delle poesie più belle che abbia letto qui dentro, quel genere di poesia che cerco e difficilmente poi trovo.
Mi domando come mai non ti abbia scoperto prima, Poeta??!!

Una poetica lacerata e sfuggente…

Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…

“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”

Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…

Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.

Sì, lasci molto lavoro a chi legge, eppure questo mi affascina della tua poesia, la afferri e ti sfugge: in essa ti perdi ed allora ti turba… e cerchi il senso e lo cogli e ti lascia poi subito in dubbio. Ma il dubbio stimola, ti coinvolge … Sperimentalismo? Se lo è, come credo, ben venga; io lo adoro.
Bravissimo. Vero artista.

“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi…”

Prima dell’alba
regalami un verso
così che io possa
sfrontata babbuccia
ricamo sulla brina
imprimere.

Al sole tenero
Vederla piangere di gioia

INFO:

dila@emmegiischia.com

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Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23

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Regolamento partecipazione e modulo iscrizione

1) L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in pieno accordo con l’editore Antonio Auricchio, Patron della testata giornalistica Artés registrata presso il Tribunale di Salerno, ha dato vita al nuovo progetto culturale DILA&Artés di ampio respiro mediatico adatto alla valorizzazione delle attività dell’Associazione e di tutti gli Artisti che hanno comunque collaborato con i nostri progetti culturali.

2) Il progetto culturale DILA&Artés prevede la pubblicazione a cura dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” di interviste, recensioni, notizie ecc. nella sezione cultura della testata giornalistica Artés.

3) La partecipazione al progetto culturale DILA&Artés, per testi e immagini, è aperta ai contributi degli Artisti italiani e stranieri che, dopo averne fatta richiesta, saranno selezioni da una Commissione nominata dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Tale Commissione provvederà a selezionare in maniera insindacabile le richieste di partecipazione al progetto culturale DILA&Artés.

4) I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscriversi direttamente nel gruppo dei partecipanti purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento e siano in regola con il tesseramento DILA

5) Gli Artisti che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA.

6) L’Artista, per partecipare al progetto culturale DILA&Artés, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a dila@emmegiischia.com debitamente firmata.

7) Trattandosi di una partecipazione a titolo completamente GRATUITO, L’Associazione DILA si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento e gli Artisti, inviando le proprie iscrizioni, ne prendono atto in maniera definitiva.

8) INFO: 3914830355 tutti i giorni dalle 15 alle 23 – dila@emmegiischia.com

DICHIARAZIONE RICHIESTA per la partecipazione al progetto culturale DILA&Artés

Io sottoscritto/a____________________________________________

residente a _______________ in Via____________________                          N:_____                       CAP________

tel. ______________________    e-mail________________________________________________

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Scrittore □  –  Attore □  –  Musicista □  –  Pittore □  

 A tale scopo DICHIARO di

  1. essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto al progetto culturale DILA&Artés organizzato dall’Associazione DILA;
  2. di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali, svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate, ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, e di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
  3. volere concedere all’Associazione DILA il diritto di pubblicare ed utilizzare il contenuto della mia suddetta partecipazione in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che l’Associazione DILA avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare il contenuto della mia suddetta partecipazione e di utilizzarlo in ogni forma e modo nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare il suddetto contenuto della mia partecipazione anche in via telematica a mezzo internet e non sarà tenuta ad effettuare alcuna correzione;
  4. aver concordato in maniera definitiva con l’Associazione DILA che essa NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare il contenuto della mia suddetta partecipazione al gratuito utilizzo da parte del’Associazione DILA per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione essa voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità del contenuto della mia suddetta partecipazione, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dover in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale del contenuto della mia suddetto partecipazione;

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) del regolamento relativo alla partecipazione al progetto culturale DILA&Artés pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/dila-artstv

Data e Luogo………………….            Firma dell’autore  …………………….

P.S. Aggiungere i dati richiesti, ed inviare a dila@emmegiischia.com

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