Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

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Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

Il Dispari 2017-07-31

Il Dispari intervista Roberta Panizza,

Vicepresidente nonché Direttrice Artistica DILA

D- Sappiamo che è in corso di pubblicazione la nuova antologia “Penne Note Matite” abbinata ai Premi “Otto milioni”. Può darci qualche anticipazione sulla sezione che riguarderà la sua produzione poetica?

R – I versi che ho scelto di inserire nell’antologia “Penne Note Matite” sono nati quasi tutti insieme al mio amore per la poesia.

Alcuni persino prima.

A partire dal 2001, in un periodo non felice della mia vita, per distrarre il dolore interiore che pareva non volermi dare tregua, ho navigato spesso in un sito di poesia ora non più attivo (www.scrivi.com) e, dopo aver estratto e risistemato alcuni scritti in versi che tenevo nel cassetto, stralci di frasi appuntati su fogliacci fin dai tempi del liceo, e averli pubblicati su tale sito ottenendo l’apprezzamento di altri utenti, ho cominciato a scrivere qualcosa di nuovo oltre che a leggere quanto da altri era pubblicato o sullo stesso sito.

Poiché in quello spazio virtuale era possibile anche inserire commenti a quanto letto, è cominciato un proficuo scambio di idee ed impressioni che mi ha portata, oltre che a stringere sinceri legami di amicizia con altri appassionati di poesia, ad affinare la mie idee su questo argomento e a mettere insieme un certo numero di scritti che poi ho proposto ad una casa editrice di Roma.

Ne è scaturita una raccolta che è stata pubblicata nel 2003 con il titolo di

“Le mille porte”

che conteneva molti dei testi che potrete leggere nell’antologia.

Un autore ben difficilmente si esprime in modo uniforme nel corso del tempo, perché egli stesso non si mantiene uguale con il passare degli anni: aumentano il carico di esperienze e di letture, cambia il panorama delle sue emozioni e tanto altro ancora contribuisce al cambiamento dello stile e dei contenuti.

Guardo quindi ora con interesse a questi miei vecchi scritti che oltre a farmi provare sensazioni di rimpianto per un periodo ricco di stimoli e di scambi culturali con quelli che si sono rivelati veri e propri poeti, mostrano anche a me una giovane penna nella quale comunque ancora mi riconosco.

D- Vuole consigliarne una lettura a chi ci legge?
R – Con piacere! Direi che “Notte di deserti” potrebbe essere un buon inizio.

Notte di deserti

Che gelido crepuscolo di sogni
in questa notte d’ombre senza luna!

Scivola il suo canto antico
il vento su dune di pensieri
lasciati bianchi ad aspettare.

Qui c’era il sole!

Ed è un sussurro di silenzi
in lenta ascesa il tepore lieve
su questo inerte fiume d’onde.

La terra calda ancora sorride
se solo ancora durerà il ricordo

Il Dispari 2017-07-31 Pagina culturale

L’INTERVISTA CON LO SCULTORE KĀRLIS ĪLE

La prima scultura di Kārlis Ile che ho ammirato è stata la sua “Studente”.
Questo monumento emozionante è stato inaugurato a Jelgava il 12.09.2013.
Ricordo bene quella giornata di pioggia, così forte che non era facile udire né i discorsi, né la malinconica canzone dello studente vagabondo che pensa se occorra o no fondersi nel fiume scuro mentre cade la pioggia.
Questa canzone ha ispirato Kārlis, quando lui ha cominciato ad inventare, creare e costruire lo “Studente”.

Ho visto lo “Studente” e la sua faccia fragile, ma invecchiata, vivace nel bronzo troppo presto esposto in quel giorno di Settembre, e ho preso lo “Studente” per il gomito, allo scopo di capire meglio il suo Enigma, la sua decisione di lasciare questa vita o combattere contro il suo destino non corrispondente ai suoi sogni più profondi.

Il vento diventa la tempesta che scivola sul suo ombrello tutto bucato.

I suoi libri sono bagnati completamente dalla pioggia crudele.
Le sue scarpe sono grandi e goffe come quelle di Charlie Chaplin, non poggiate in una posizione normale e stabile.
Il 26/07 è stato il compleanno dello “Studente”sempre con l’ombrello bucato, sempre sull’argine del fiume. Abbiamo festeggiato questa data speciale in compagnia di Jēkabs Ceriņš che è spesso solitario nonostante la sua popolarità sia molto cresciuta negli ultimi tempi.

D -Kārlis, quando e dove sei nato, cosa ti è rimasto per sempre della tua infanzia e della tua adolescenza? Che cosa hai creato, che cosa hai ammirato, diventando presto indipendente?

R – Sono nato a Saldus il 27.04.1974.
Mia madre lavorava come artista disegnatrice. Mi piaceva guardarla lavorare e ho cominciato a disegnare, generalmente animali, ed a costruire figure di plastilina.
Sono indipendente da 10 anni, da quando studiavo a Riga, lontano da Saldus.

Sono artista 24 ore al giorno e non so vivere in altro modo.

Laureatomi alla scuola d’arte di Jānis Rozentāls, ho subito cominciato a lavorare con il legno, creando le mie prime sculture di notevole misura: una giovane egiziana con la farfalla sotto la testa.
L’architettura e la scultura egiziana sono testimonianze di eternità e di divinità più di quanto espresso da ogni scuola dell’arte che prova ad antropomorfizzare gli Dei, troppo quotidiani, per esempio, nell’arte ellenica.
L’arte egiziana, come l’arte di Leonardo da Vinci o quella di Michelangelo Buonarroti, non diventa mai volgare.
In seguito mi sono laureato all’Accademia dell’Arte della Lettonia.

D – So che realizzi le tue sculture in diversi materiali. I metalli, specialmente quelli limpidi, dorati e chiari, insieme ai cristalli rappresentano l’aria. Con il fuoco lavori direttamente. Sia le pietre, sia le sabbie rappresentano la terra. L’acqua la usi lavorando il ghiaccio.

R – Ogni materiale vuole essere trattato in un modo diverso.
Il mio stile è post-modernismo.
Non tutto deve essere mostrato completamente per essere capito meglio.
Mi piace costruire figure in pausa, come facevano gli egiziani antichi.
Ogni movimento prende la forza fisica mentre, invece, in ogni pausa la presenza dell’eternità diventa più importante.
Usando il fuoco, non realizzo figure umane, ma le mie fiamme giocano tra loro, formando i fiori e i segni della forza lettone.

Da 9 anni organizzo un festival delle sculture del fuoco.

Il lavoro con il ghiaccio è interessante ma pretende tanta attenzione perche ogni dettaglio e ogni composizione dipendono molto da come la luce si rifletter nella scultura, rompendo e trasformando in altri modi il ghiaccio.

Nonostante l’esistenza di luci artificiali che si possono controllare, preferisco mostrare le mie sculture di ghiaccio e di neve nella luce naturale, sotto il cielo!

Il bronzo è tanto più resistente dei materiali che preferisco ed è necessario per salvare le mie sculture per maggior tempo di quelle di fuoco o di ghiaccio.

Quanto alle sculture della sabbia, per fare quelle più grandi, lavoriamo spesso in due o in gruppo
È sempre un rischio costruire gigantesche sculture di sabbia se non facciamo una base stabile e semplice.
In ogni festival la sabbia è diversa.
Sono vincitore di tanti festival, ma per me è più importante l’opinione di coloro che rispetto.
Sto pensando come incarnare meglio nelle mie sculture l’elemento dell’aria.

Questo è un mio segreto d’artista.

D – Dopo un così intenso lavoro come riposi?
R – Durante i festival, prendo qualche giorno per me stesso, per salire sulle montagne o andare in barca.
Liga Sara Lapinska

DILATWITTERONE

1) Da Francesco Millonzi,

regista del film: “PANE DURO” All’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: “Ciao, sono il regista Francesco Millonzi, come da intervista in esclusiva fatta a Voi (ndr la pubblicheremo nel prossimo numero di questa rubrica), sarei onorato di fare parte del vostro gruppo, anche perché, dopo aver parlato nell’intervista con il Presidente Bruno Mancini ho visto una persona motivata che crede nell’arte a 360°, e fare tutto ciò in un posto bello come Ischia è ancora più bello, vista l’ispirazione che solo quei luoghi magici sono in grado di dare nel comunicare ciò che l’estro comanda.
Onorato
Francesco Millonzi, regista

2) Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

“Per conto di DILA ho donato la nostra Antologia 2014 alla Biblioteca Scientifica di Jelgava.”

3) Dopo oltre un lustro, Roberta Panizza,

Vicepresidente nonché Direttrice Artistica DILA, è tornata a Ischia per una breve vacanza in compagnia del marito Giorgio e del figlio Breiner. Auguriamo a tutti loro una piacevole permanenza.
In questa pagina trovate una sua breve intervista esclusiva rilasciata alla nostra Redazione.

4) Angela Maria Tiberi,

Presidente della Sede operativa DILA di Pontina, ci segnala che sono aperte le iscrizioni all’Annuario di Arte e Letteratura Contemporanea in realizzazione da parte dell’Accademia “Arte e Cultura”. Al progetto possono partecipare Artisti, Pittori, Scultori, Poeti, Scrittori, Fotografi, Ceramisti, Mosaicisti, e operatori di forme Artistiche,
Sono ammessi a partecipare Artisti di qualsiasi età, nazionalità e religione.
INFO: Accademia Internazionale “ARTE E CULTURA” M. Angrisani
Via Calvanese 22/bis 84083 Lanzara di Castel San Giorgio “Salerno” ITALIA “

5) Il cantautore Peter Ciani,

molto noto in Australia dove risiede da tantissimi anni, autore di alcune canzoni scritte per la nostra Associazione DILA e dedicate all’isola d’Ischia (Ischia Marrana, Ischia Ischia eccetera), è giunto in Italia per un periodo di vacanza. A Roma si è incontrato con Rita Cuccaro, cantante che ha partecipato a diversi eventi ischitani organizzati da DILA, la quale, oltre ai suoi personali, gli ha porto carissimi saluti da tutti noi.

6) Da Liga Sarah Lapinska:

“Entro il 27 Agosto qui, in Lettonia, iniziando da Jelgava, avrà luogo il primo evento e poi la prima mostra di artisti, con particolare attenzione per quelli iscritti a LENOIS e che partecipano al nostro Premio “Otto milioni”. Presto ulteriori particolari.
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Il Dispari 2017-07-24


Il Dispari 2017-07-24

Editoriale

Il 5 Maggio 2017, su queste colonne, abbiamo scritto che Angela Maria Tiberi ci aveva informati che: Silvana Arbia (già Capo del Principale Organo Amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia) ha accettato di collaborare con DILA.” ed eccoci impegnati a dare voce alle attività umanitarie, sociali, culturali della illustrissima nuova collaboratrice di questa redazione culturale.
Prima di tutto chiariamo bene la prestigiosa statura internazionale di Silvana Arbia delineandone, ovviamente in maniera succinta, le principali mansioni e attività in ambito legislativo e umanitario.

Silvana Arbia – Magistrato

Presidente della Fondazione internazionale Silvana Arbia.

Già alla Corte d’Appello a Milano, poi ad Arusha (Tanzania) col Tribunale penale internazionale per i crimini commessi in Ruanda (nove anni come chief of prosecutions nella Procura generale), adesso alla Corte penale internazionale dell’Aja con un mandato di cinque anni, eletta a capo della Registry, uno dei quattro organi in cui si articola la Corte penale internazionale.

Silvana ARBIA partecipò,

come membro della delegazione italiana, alla conferenza tenutasi nel 1998 a Roma, in cui venne scritto lo statuto di quella che poi sarà la Corte Penale Internazionale.

Il 28 Febbraio 2008 viene eletta Registar (cancelliere) presso il Registry, il principale organo amministrativo della Corte Penale Internazionale.

Il suo compito è fornire supporto amministrativo ed extra-giudiziario nel perseguimento delle strategie della Corte.

La protezione e l’assistenza delle vittime e dei testimoni, la cooperazione giudiziaria, l’amministrazione del centro di detenzione, e della difesa, l’organizzazione e la gestione dei field offices, la gestione finanziaria e la sicurezza della Corte sono funzioni chiavi del Registry.

In questo ruolo è coinvolta nei casi attualmente trattati dalla corte: fra questi, il procedimento contro il presidente sudanese Omar Hasan Ahmad al-Bashir e le indagini sulle violenze occorse nel 2008 in Kenya, quelle in Libia, in Costa d’Avorio.

RICONOSCIMENTI

• Premio “Nicola Sole” 2010
• “Paul Harris” (da Rotary Catania)
• Premio “Carlo Levi” 2012
• Premio “Donne Zonta” 2012
• “Paul Harris” (da Rotary Basilicata) 2012
• “Peace Prize” da Soroptimist International of Europe 2013
• Il 29 Agosto 2015, l’Amministrazione Comunale di Pomarico le conferisce il Premio Lucania
• Oro per la Cultura Giuridica
• Chèvalier de la Legion d’Honneur.

Ultimo libro: Mentre il mondo stava a guardare – Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia, pubblicato da Strade Blu – Mondadori, nel novembre 2011. Premio Carlo Levi 2012.

Angela Maria Tiberi intervista Silvana Arbia

TIBERI D: Si parla spesso in questi giorni di “Bambini soldato”, “Child soldiers”, “Enfants soldats”, e simili e pare che nonostante i numerosi sforzi per arginare tale pratica, centinaia di migliaia sono i bambini coinvolti in operazioni militari e il mondo rimane cieco e sordo, spesso tollerante.

ARBIA R: La definizione di bambini soldato, come stabilita nel 1997 nei c.d. Principi di Città del Capo comprende non sono quelli armati e che combattono, ma anche quelli che sono utilizzati dagli eserciti e dai gruppi armati come esche, corrieri o guardie, per svolgere azioni logistiche o di supporto, come trasportare le munizioni e le vettovaglie, posizionare mine ed esplosivi, fare ricognizioni.

La situazione più grave è quella delle bambine soldato che oltre a essere adibite alle operazioni militari sono anche usate come schiave sessuali.

Nonostante l’adozione di convenzioni internazionali dirette a tutelare i diritti dei minori (si ricordano la Convenzione di New York sui diritti dei minori entrata in vigore il 2 Settembre 1990; il Patto sui diritti civili e politici; il Patto sui diritti economici, sociali e culturali e la Carta Africana sui diritti e il benessere dei bambini del 1999), risulta che ancora oggi, secondo fonti UNICEF, la pratica di arruolare bambini esiste

in Africa

(in Somalia in cui tra il 1991 e il 2004 sono stati registrati 200.000 minori, Sierra Leone, Repubblica democratica Congo, Uganda, Mozambico, Liberia, in Ruanda durante il genocidio del 1994 i militari hanno coinvolto minori nei combattimenti);

nell’Asia

(In Afganistan i Talebani usano i bambini come suicide bomber: in Burma si contano 70.000 minori che servono nell’esercito), in America latina, in particolare in Bolivia 40% dell’esercito è composto da minori, dei quali 50% sono minori di anni 16.

Occorreva un mezzo

per rendere giustiziabili le violazioni del divieto di usare i minori in operazioni militari e nel 1998 con l’adozione dello Statuto di Roma, atto costitutivo della Corte Penale Internazionale, l’arruolamento di minori di anni 15 è definito crimine di guerra (le prime sentenze su tali crimini sono state emesse dalla Corte speciale per la Sierra Leone che tuttavia ha un mandato limitato nel tempo e riguarda soltanto una determinata area geografica).

Il primo processo della Corte penale internazionale ha riguardato proprio il crimine di guerra dell’arruolamento dei bambini, nel caso Lubanga, un capo dell’UPC, operante nella regione dell’Itturi, nella repubblica democratica del Congo, ricchissima di diamanti, è stato dichiarato responsabile e condannato definitivamente per aver arruolato bambini, i kadogos.

Ho avuto il privilegio

di essere il Registrar della Corte penale internazionale proprio al tempo in cui si è iniziato e si è concluso questo primo processo, con la condanna del capo militare e con ordine di riparazione alle vittime.

Innumerevoli sono state le difficoltà, anche per ottenere la cooperazione degli Stati, al fine di assicurare la protezione dei testimoni e delle vittime, tra cui vi erano ex bambini soldato devastati, con poche speranze di futuro normale.
Numerose sono state anche le questioni sulla riparazione da accordare a quelle vittime.
Si è sottolineato che, tra le misure riparatrici, vi è la non stigmatizzazione degli ex bambini soldato.

I kadogos sono vicino a noi,

non possiamo ignorarli, specialmente nel momento storico attuale, in cui gli standard di tutela di diritti fondamentali che sembravano acquisiti, stanno vacillando, cedendo a esigenze di mercato e di finanza mondiali, specialmente se pensiamo che spesso i minori si fanno arruolare volentieri per riscattarsi dalla povertà estrema, situazione che ci ricorda quella di tanti bambini in Italia, che sono ingaggiati dalla criminalità organizzata, assicurando manovalanza criminale a basso costo e non punibile.

Un compito per le donne si delinea netto e ineludibile: proteggerli.”

Ringraziamo Silvana Arbia

di averci concesso questa sua intervista esclusiva e le auguriamo successi per la pace mondiale tramite la sua Fondazione internazionale, costituita a San Marino per tutelare i diritti dell’infanzia coinvolta nei conflitti armati.
La Fondazione si propone, infatti, di prevenire il fenomeno dei bambini soldato nella regione dei Grandi Laghi Africani, attraverso l’informazione, la sensibilizzazione e il rafforzamento delle capacità degli adulti, vicini ai minori, di proteggerli e di garantirne il diritto all’educazione e allo sviluppo.
INFO: http://www.arbia.foundation.com
Bruno Mancini

The registrar of the International Criminal Court Sylvana Arbia is seen during a news conference in The Hague November 22, 2010. REUTERS/Michael Kooren (NETHERLANDS)

DILATWITTERONE

Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

  • 1) A nome di DILA ho regalato una nostra Antologia a Edvìns Jansons per il suo compleanno.
    2) Ho regalato per conto di DILA, una nostra Antologia a Elìna Zàlìte per il suo compleanno.
    3) Ho regolato la nostra Antologia “Otto Milioni 2016” a Jànis Camanis Sr., in nome di DILA.
    4) In nome di DILA ho regalato la nostra antologia 2016 alla stilista Daiga Latkovska.
    5) In nome di DILA ho regalato la nostra Antologia ‘Otto milioni 2016’ al Consigliere comunale Vilis Ļevčonoks di Jelgava.

DA MIGUEL PIÑERO (VENEZUELA).

La rivista Eudonna,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA” è acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia porto.

La collana “Da Ischia, arte al femminile”,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” valuta opere da pubblicare offrendo un regolare contratto editoriale. INFO: Tel. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24
ilsextante@emmegiischia.com

Angela Maria Tiberi

PASQUALE NESTA

conosciuto nell’AGRO PONTINO tramite il quotidiano quindicinale “Altirpinia”.

Lungo è il percorso di vita del meraviglioso irpino.
Non si dimentica il suo amato paese: “Lioni [AV]”
e ci tramanda gli antichi ricordi di
un meraviglioso nonno, amato dai miei figli.
Con i tuoi meravigliosi racconti,
ci fai vedere tra le righe un’epoca vissuta
e passata tra tante sofferenze indimenticabili.
Quanti ricordi davanti al camino con il nonno
e i miei pargoli.
Le tue parole calde riscaldano il nostro animo acerbo,
come il sole illumina il tempo interminabile
di questa amata Terra agonizzante ma fiduciosa
di una magnifica società mondiale dove la pace senza confine,
è la sovrana eterna di ogni mortale.

Il Dispari 2017-07-17

Il Dispari 2017-07-17

CS | DILA

In data 11 Luglio 2017 l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, tramite il suo Presidente Bruno Mancini, ha sottoscritto un accordo con la Professoressa Dalila Boukhalfa per l’apertura di una sede operativa in Algeria al seguente indirizzo: “DILABLIDA Via Benyoucef Benkhedda Bt 13 num 03 AADl ouled yaich Blida Algeria tel. 393472110225 – 213561778895.

Ciò, nella convinzione che tale collaborazione internazionale potrà dare notevole risalto positivo ai progetti Made in Ischia proposti da DILA, e sarà determinate per creare i presupposti affinché si sviluppino incontri, gemellaggi, iniziative artistiche culturali e sociali tali da soddisfare l’obiettivo/slogan di “ottenere, per l’Arte in generale e per la Poesia in particolare il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.”

l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA,

riconosciuta l’ampia positiva divulgazione dei propri progetti ottenuta grazie alle attività professionali e sociali fino ad ora realizzate dalla Professoressa Dalila Boukhalfa, ha deliberato di nominarla Presidente della sede operativa algerina “DILABLIDA”, augurandole i migliori successi.
Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Dalila Boukhalfa

Per gli amici Caroline Dali, è nata a Oran in Algeria il 26 Dicembre 1968 e vive a Blida.
Insegnante di francese presso la scuola media e il centro di lingue stranieri dell’università di Soumaa.

Da sempre appassionata di lingue, di libri e di poesia, ha saputo trasmettere con notevole successo questi interessi ai suoi studenti.
Ha partecipato a diverse manifestazione di carattere culturale in Algeria.

Scrive a titolo personale storie per ragazzi e poesie.
Il suo sogno è di organizzare e partecipare ad eventi artistici e culturali in Italia e in Algeria, facendo affidamento sulla cooperazione, sincera e continua, con l’Associazione culturale DILA, in modo tale da creare e riaffermare rapporti, tra artisti italiani e algerini, che abbiano in lei e nella sua volitiva presenza un collante forte e determinante.

STANZE D’ARTISTA: ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA IN MOSTRA I PROTAGONISTI DEL PRIMO NOVECENTO

Tra i più problematici e contraddittori, il Novecento è stato un secolo ricco di drammi, tensioni, ma anche di innovazioni, scoperte e trasformazioni sul piano umano, sociale e scientifico.

Nel campo dell’arte vede l’affermarsi di diverse correnti tutte o quasi, orientate ad uscire dai canoni classici e tradizionali per dare vita ad un nuovo modo di ridefinire la realtà con i suoi cambiamenti e incertezze.

A ripercorrere momenti importanti delle innovazioni artistiche nel corso del primo Novecento è la mostra STANZE D’ARTISTA.
Capolavori del ‘900 italiano allestita a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna in Via Crispi aperta fino al 1 Ottobre 2017.

Curata da Maria Catalano e Federica Pirani,

l’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, attraverso le opere di alcuni tra i più noti protagonisti della scena artistica della prima metà del ‘ 900 quali Mario Sironi, Arturo Martini, Ferruccio Ferrazzi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Marino Marini, Fausto Pirandello e Scipione, intende dimostrare l’importanza di certe innovazioni sul piano ideologico e sociale, oltre che espressivo, portate dall’arte italiana dei primi decenni del Novecento.

Le circa sessanta opere di scultura, pittura, grafica a firma di questi dodici artistiche procedono dal divisionismo al futurismo, dalla metafisica al ritorno all’ordine, guidano nella complessità dei loro singoli percorsi, tantoché a ciascun artista è dedicata una “stanza” illusoria.
Nelle sale espositive, accanto ad ogni opera degli artisti, si possono trovare i loro scritti tratti da diari o lettere, testi teorici e critici, così da offre una sorta di commento critico proveniente dalla stessa fonte creativa dei capolavori in mostra.

La scrittura rappresentava per questi protagonisti dell’arte del Novecento un modo per dar voce alle loro impressioni e stati d’animo spesso riferite all’atto del creare.

Le opere in mostra,

appartenenti alle collezioni della Galleria d’Arte Moderna e provenienti da prestigiose raccolte private, mirano, in un rapporto dialogico, a restituire una più approfondita conoscenza del patrimonio artistico del primo Novecento sottolineando le caratteristiche linguistico espressive degli stessi artisti.

Tra le opere presenti citiamo quella di De Chirico che definisce la realtà quale allusione a narrazioni fantastiche con richiami a mondi mitologici o classici con “Combattimento di gladiatori” (1933-1934); quelle di Savinio dove sono presenti aspetti irrazionali, sospesi tra gusto surrealista ed atmosfere con cui tratta il mondo infantile, aspetti legati all’antichità e il conflitto fra razionale e irrazionale: Senza titolo (Foresta tropicale) 1945-1946 e Autunno(1934); quelle di Pirandello presente con Paesaggio romano (1935-1938), Scena campestre (1926), Il Sarto (1929); senza dimenticare Soffici con Campi e colline (1925), Paesaggio (1909) e Marzo burrascoso 1926-1927).

A Giorgio De Chirico

è stata dedicata un’interessante mostra ad Ischia nel 2010 presso il Complesso Museale di Villa Arbusto dove sono stati esposti 28 quadri e 5 sculture provenienti dalla Collezione Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Silvana Lazzarino

Il Dispari 2017-07-10

Il Dispari 2017-07-10

Tina Bruno,

opinionista di questa pagina culturale, scrittrice poetessa romana, durante tutto il suo percorso letterario ha curato in modo particolare il mondo infantile, scrivendo, tra l’altro, “Favole Educative”. Un libro dedicato non soltanto ai bambini, ma anche agli adulti che si prendono cura dell’educazione formativa dei piccoli.

Tale libro, è importante ricordarlo, ha partecipato a numerosi concorsi di narrativa, ricevendo sempre ampi consensi fino a che, tra le varie recensioni e giudizi positivi, il volume è stato gratificato dalla Commissione del concorso internazionale “Scriviamo Insieme” come ”Il Migliore Libro Dì Letteratura Per L’infanzia”: senza dubbio una consacrazione a livello nazionale della qualità educativa e delle capacità letterarie di Tina Bruno.

Da “Racconti brevi”

Betty
Tra Antropologia e Cultura

Astolfo e Fidenzio erano due giovani amici.

Il primo figlio di proprietari terrieri, l’altro, del fattore della tenuta, avevano la stessa età.
Fidenzio, diplomato ragioniere, da sempre svolse mansioni di contabilità presso la masseria. Astolfo, il Marchese, dopo il diploma partì per l’America, dove conseguì la Laurea in “Scienze Naturali.”

Il giovane Marchese amava l’esplorazione di posti sconosciuti e selvaggi, la caccia, l’arte, la ricerca e le belle donne.

Spesso, in compagnia di altri ricercatori, partiva per l’Amazzonia: gli piaceva conoscere la gente del posto, sostare qualche giorno e fare ricerca sul campo.
Era il giorno 08/08/88 quando il Marchese partì insieme con altri ricercatori per conoscere la parte settentrionale dell’Amazzonia che appartiene al Brasile ed è bagnata dal Rio Delle Amazzoni.

Lungo il percorso esplorativo, il gruppo dei ricercatori sentì il bisogno di riposare un po’.

Fu proprio in quell’angolo di terra che costeggia il fiume scelto per piantare le tende, che il marchese incontrò la bella Betty.

La ragazza era in compagnia dei figli delle persone che si presero cura di lei dopo la morte dei suoi genitori in quel fiume.

Betty, questo era il suo nome,

cercava di rendersi utile dando lezioni di cultura moderna ai loro figli.
Non avendo libri, impartiva loro importanti insegnamenti attraverso l’esperienza diretta con gli oggetti, la manipolazione, l’osservazione, il gioco.
L’arrivo degli antropologi aumentò in Betty il desiderio di lasciare quel posto per incontrare gente nuova e divulgare la cultura e l’educazione iniziata dai suoi genitori.

Ottenuto il permesso di partire, il 28/08/88 arrivò alla tenuta insieme al Marchese.

Di origini svedesi era alta, bionda, occhi azzurri e portamento elegante, per cui la casa del Marchese, come spesso la gente ripeteva, era proprio quella giusta per un tipo come lei.

Accolta, su invito del Marchese, al castello dalle sue sorelle (due brave insegnanti) con lo scopo d’istruirla nel loro idioma, queste rifiutarono di accettarla come cognata.

Tale rifiuto non era giusto e il giovane Marchese non lo sopportava.

Pensò, quindi, di rivolgersi al suo fedele amico Fidenzio e di fare con lui un accordo dietro compenso, sia per zittire le chiacchiere del paese, sia per calmare la furia delle sorelle.
L’accordo era; “Far finta di partire lontano dalla tenuta e sposare Betty.”
La finzione andò avanti fino alla nascita del piccolo Louis, giorno in cui il Marchese decise di sfidare i membri della famiglia e di sposare la ragazza.

Era una notte di luna piena, del mese d’agosto, quando Betty, mise al mondo un bel maschietto e Fidenzio, presunto padre, appena ne ebbe notizia, sentì il dovere di comunicarlo ai vicini di casa.
Aprì la finestra e ad alta voce, dopo una bevuta di vino, annunciò la nascita.

– È nato, è nato

Fidenzio deve essere impazzito, altrimenti non si spiega quest’euforia; non è figlio suo e lo sappiamo tutti, perciò per quale motivo urla? Lo sa che sono le due del mattino? Commenta con voce impetuosa rivolgendosi alla propria moglie Nardo il nasone, soprannominato così dai paesani a causa di una Malformazione al naso.

Lascialo urlare, soddisfatto lui, felici tutti, a te cosa toglie? Rispose la moglie.
Mi toglie il sonno! Santo cielo! Hai capito? Io alle 5 mi devo alzare per recarmi in campagna a dar da bere agli animali, e fino a quell’ora ho bisogno di dormire!
Va bene, spegni la luce e cerchiamo di dormire, è ancora troppo presto! Esclamò Teresa, una donna sulla quarantina, madre di quattro figli, con un fisico logoro dalla fatica, dalle gravidanze e dal carattere turbolento del marito.

Paziente e rassegnata

a occupare in famiglia, sempre il secondo posto, non osò ribellarsi al volere del compagno.
In paese era nota la bellezza di Betty, però non capisco come mai ha sposato Fidenzio.
– Scusa Nardo, ma dobbiamo per forza continuare a parlare di loro?
A fare i figli, sono tutti bravi, guarda noi.
Ne abbiamo messi al mondo quattro.
La cosa difficile è allevarli e educarli. Affermò Teresa, con un po’ d’invidia e gelosia.
È vero ciò che dici. Buona notte!

Nardo non riusciva a prendere sonno, e ricominciò a spettegolare.
Nardo io ho sonno, spegniamo la luce? Te lo chiedo per favore! Buona notte!
– Che notte ragazzi! Finì Nardo.

All’alba, come tutti i giorni si recò in campagna e lungo la strada, incontrò i suoi colleghi di lavoro e cominciò a spettegolare, fra loro c’èra anche compare Ciccio, suo amico speciale.
Ciccio, soprannominato dai colleghi di lavoro il ”Giornalista” per via di tutte le storie che inventava e raccontava, appena vide Nardo, gli domandò:
Buongiorno compare hai saputo che la moglie di Fidenzio questa notte ha dato alla luce un maschio?
– Perché, secondo te, è figlio suo? Adesso ti ci metti anche tu? Quel poveraccio è solo la controfigura del Marchese, il fortunato con cui va a letto è il padrone. Affermò.

Lungo la strada incontrarono altri amici,

erano felici ed esaltati, avevano ricevuto dal Marchese l’invito di prendere parte alla festa in occasione del battesimo del bimbo.
Si racconta in giro che verrà l’Arcivescovo a celebrare il Battesimo, quindi, ci sarà festa grande. Aggiunse Carmelo, un omino tarchiato, trent’anni d’età, ma che in realtà ne dimostrava almeno dieci di più, a causa della pelle bruciata dalla continua esposizione al sole, cui il lavoro dei campi lo sottoponeva.

Il piazzale dell’aia era pieno di tavoli imbanditi con ogni ben di Dio e Fidenzio era felice di servire le bevande e i dolci: sprizzava gioia da tutte le parti del corpo.
È felice perché pensa che nessuna persona conosca il suo segreto, invece si sbaglia, la gente non parla, per non umiliarlo. Disse Ciccio.

– La gente oggi è felice perché sa d’avere privilegi speciali, grazie alla bontà del Marchese, che a differenza d’altri datori di lavoro, mostra d’essere veramente una persona perbene, sedendo e mangiando allo stesso tavolo dei braccianti! Esclamò compare Nardo.
Fidenzio, a un certo punto, abbandonò l’arte del vivandiere prese in braccio il bambino e annunciò al pubblico la sua nascita:

Questo è mio figlio.

Seguì un forte applauso di buon augurio per il bambino da parte di tutti i presenti e di richiesta, per il Marchese
Signor Marchese, dove ha trovato una donna così bella?

Al posto del Marchese rispose la gente:
Si dice l’abbia trovata in orfanotrofio, nei paesi intorno al nostro.

Compare Ciccio, informato più di tutti, si girò verso il gruppetto di chiacchieroni e disse:
Se proprio ci tenete a saperlo ve lo dico io.
– Compare Ciccio sbrigati a parlare muoio dalla curiosità. Affermò Nardo.
Ricordi compare, quel viaggio in Amazzonia che il Marchese fece qualche anno fa?
– Quello che lo portò a lasciare la fidanzata che aveva in paese, la figlia del Conte, non posso andare oltre, tanto hai capito a chi mi riferisco?
– Ho capito sì, ecco perché andava sempre agli uffici comunali e al Tribunale, adesso si spiega tutto, grazie!

La festa durò fino a tardi

e verso mezzanotte alcuni invitati cominciarono ad abbandonare la tenuta.

Lungo la strada era tutto un dire, un commentare sulla festa.
Il giorno seguente come tutte le domeniche, i cittadini cattolici si recavano in chiesa per assistere alla S. Messa.

Gli uomini aspettavano in piazza le compagne, era usanza del paese entrare insieme in chiesa, nel frattempo, chiacchieravano del più e del meno, scambiavano pareri, consigli e apprezzamenti su quella o quell’altra persona.

Quel giorno il discorso, come tutti i giorni dall’arrivo della giovane donna, era centrato sul Marchese e la sua amante.

Alle 10, l’auto del Marchese, guidata da uno dei suoi braccianti, arrivò in piazza e fu parcheggiata al solito posto: un angolo appartato della piazza, che nessuno osava occupare perché riservato ad Astolfo.

Dall’auto scese per primo il Marchese,

poi le due sorelle e per ultimo la bellissima Betty.
Gli uomini presenti in piazza, salutati amichevolmente dal Marchese, risposero con riverenza e riconoscenza, non solo per la sua amicizia, ma anche perché ancora una volta, potevano ammirare la bellissima Betty.
In chiesa il Parroco invitò tutti i fedeli alla preghiera, al perdono, al ringraziamento e al riconoscimento delle buone opere del Marchese, sempre generoso con tutti.

Fra i fedeli il mormorio era continuo, tanto che al momento dell’Omelia, il prete pregò i presenti di fare silenzio e di ascoltare l’annuncio che stava per fare:
Ieri ho saputo una bella notizia e voglio comunicarla a tutti voi: fra qualche mese il Signor Marchese sposerà la bellissima Signora Betty, siete invitati tutti alla sua tenuta per festeggiare insieme il loro matrimonio.

A quell’annuncio molti dei presenti meravigliati si domandarono: “Come può sposare Betty se lei è già sposata con Fidenzio?

Le donne invidiose della fortuna capitata alla futura sposa, cominciarono a trovarle tanti difetti:
La spilla che porta è proprio brutta!
– Io al suo posto a quel vestito avrei abbinato le scarpe blu.
– Sai che cosa ti dico? Quell’abito non mi piace.

Alla fine della S. Messa

il Marchese pregò i paesani di attendere qualche minuto in piazza perché doveva spiegare come stavano veramente le cose:
Ho il dovere di chiarire il motivo che mi abilita a sposare Betty o Betta, come voi tutti la chiamate:
1) perché il suo matrimonio con Fidenzio è stato solo una recita;
2) perché il bambino è figlio mio e di Betty;
3) perché le mie sorelle dopo tanti chiarimenti hanno accettato che Betty diventi mia moglie.
Vi aspettiamo in tanti.

Il Marchese, a quel punto, salutò tutti e ripartì.
La gente si guardò intorno smarrita e tacque, non una parola di disapprovazione, non una a favore fu pronunciata.
Da quel giorno il pettegolezzo che durava da qualche tempo cessò.

Tina Bruno

 Il Dispari 2017-07-03

Editoriale

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli “Duo Namaste”

La parola Namaste è originaria di una zona compresa tra l’India e il Nepal ma è utilizzata anche in molte regioni dell’Asia e nell’Australia meridionale.

Essa, pur essendo letteralmente traducibile con “mi inchino a te” in quanto deriva dal sanscrito “namas” (inchinarsi, salutare con reverenza) e “te” (a te), viene comunemente associata ad una valenza spirituale, per cui può forse essere interpretata in modo più completo come un saluto alle qualità divine che sono in te. Unita al gesto di congiungere le mani e chinare il capo, acquisisce l’ulteriore significato di “le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te”.

Ciò può definirne quindi il significato ultimo come un saluto tramite il quale si riconosce la sacralità sia di chi porge il benvenuto sia di chi lo riceve.

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli

hanno scelto questo nome per il loro duo di clarinetti e canto, quale augurio di grande simbiosi che vogliono stabilire con i loro ascoltatori.

Ad Ischia ne abbiamo avuto un esempio recente durante la loro esibizione del Natale 2016 durante la quale hanno suonato anche il bellissimo inno “Girotondo di emozioni”, scritto da Guido e cantato da Natalia, dedicato a Ischia con il quale hanno vinto il premio internazionale “Otto milioni” edizione 2016.

Natalia

è anche professore di strumento e direttrice dell’Orchestra della scuola media Cocchi-Aosta e Liceo Jacopone di Todi, mentre Guido, oggi docente al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha fatto parte di numerose orchestre internazionali quali la NIS simphony orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria, Arturo Toscanini orchestra, Queen’s College orchestra-Usa, Orchestra Sinfonica di Constanta-Romania, nonché delle orchestre della Rai di Torino e Napoli, ed ha tenuto il corso per Professori d’orchestra presso il Teatro lirico Sperimentale di Spoleto nell’anno 2007.

Guido Arbonelli e Natalia Benedetti

hanno svolto attività concertistica a Ischia fin dagli anni ’80, invitati spesso dal compianto M° Vincenzo Sena.
Inoltre, i due musicisti hanno svolto spesso attività di docenza in masterclasses nei vari comuni dell’isola d’Ischia.
Di conseguenza, l’Isola, con il suo sole e calore, mare e amore è da sempre rimasto nel cuore del Duo tanto quando, in internet, trovano la notizia del premio letterario Made in Ischia “Otto milioni” organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ne rimangono attratti fino al punto di scrivere la canzone “Girotondo di Emozioni”che ora va n giro per il mondo con i loro concerti.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-07-03

IL DOPPIO E LA COPIA CON CARAVAGGIO NEL PATRIMONIO DEL F. E .C.

Avvolgente e provocatoria, intensa e eloquente nel realismo con cui cattura fatti, atmosfere sacre e profane, e in quei contrasti unici di luci ed ombre che restituiscono allo spazio e alle figure un profondo realismo, l’opera del Caravaggio figura tra le più importanti nello scenario dell’arte del Seicento, apre ad un nuovo modo di percepire e sentire la vita nel suo scorrere con drammi e passioni, misteri e verità.

A parlare sono i suoi personaggi sia legati alla mitologia, sia al sacro o al profano, senza dimenticare le splendide nature morte dove il taglio di luce esalta ogni dettaglio accarezzando un nuovo modo di restituire spazi ordinari che diventano straordinari.
Caravaggio, tanto studiato da storici dell’arte e critici, tra cui Rossella Vodret, maggiore esperta al mondo di questo straordinario artista, è al centro della mostra in corso fino al 16 Luglio presso gli spazi di Palazzo Barberini a Roma.

Giulia Silvia Ghia,

in occasione dei trent’anni del F.E.C. (Fondo edifici di culto) presenta “Il Doppio e la Copia” quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione del 1606 e La Flagellazione di Cristo del 1607.
Due tematiche di forte impatto emotivo e visivo, legate al sacro che Caravaggio restituisce con quegli squarci di luci che si aprono attraverso zone scure a rappresentare da una parte la meditazione sulla morte e dall’altra l’accettazione della flagellazione

I dipinti con San Francesco

in meditazione –l’uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica e l’altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini)– sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva conclusasi, dopo operazioni di restauro e ricerche tecniche eseguite – contestuali e parallele – su entrambi i dipinti, con l’attribuzione dell’originale alla tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto, oggi in deposito presso Palazzo Barberini.

La copia della pala del Caravaggio con la Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli che fu commissionata al Merisi dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico, è stata attribuita al noto copista di Caravaggio, Andrea Vaccaro collocata oggi nella cappella del Rosario di San Domenico.

Nel dipinto di San Francesco

in meditazione (1606)in cui il frate è raffigurato con in mano un teschio e davanti un tronco su cui poggia una croce, la novità iconografica è proprio il teschio qui ad indicare la precarietà della vita di fronte all’ineluttabilità della morte, anticipando il motivo delle vanitas nature morte in cui accanto a fiori, frutta, o strumenti musicali e libri appare anche un teschio.
Nella Flagellazione, il Cristo, legato alla colonna dai tre aguzzini, si prepara a sopportare il dolore senza mostrare gesti strazianti ed è reso nella sua vulnerabilità come qualsiasi essere umano.
Un’opera del Caravaggio “I musici” del 1595 è esposta fino al 16 luglio a Napoli presso Palazzo Zevallosa Stigliano in via Toledo e in essa sono rappresentati quattro giovani suonatori in concerto, una sorta di allegoria di Amore e Musica.

Silvana Lazzarino

Grande successo per la mostra di Milena Petrarca vincitrice del premio “Otto milioni” 2017

Grande successo per la mostra di Milena Petrarca a Pozzuoli, sua terra natia, dedicata ad Artemisia Gentileshi.

Infatti, inaugurata il 15 Giugno ne era prevista la durata fino al 30, ma il notevole interesse suscitato nel pubblico e nella critica ne hanno consigliata la proroga per un altro mese!
Così sarà possibile visitarla tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 23 nella sede del Bistrò-Galleria-Apotecha—Art Port in via Solfatare 131/133.

Organizzata dal Dott. Nicola Fasano art tutor scopritore di Milena quando lei aveva solo 15 anni, tra i dipinti più significativi spicca “Il volto di Artemisia – omaggio di Milena”.
Affiancate a Milena Petrarca espongono anche le pittrici Rosalia Tortorelli e Veronica Longo.

Pietrantonio Di Lucia, noto critico d’arte, ha scritto:

All’orizzonte uno sfumato tra leonardesco e seicentesco.” e poi “Oggi la pittrice Milena Petrarca dipinge nello sfondo un paesaggio fantasioso e un tantino partenopeo a marcare la sua origine in quel di Napoli, città del canto, della musica e dell’Arte. Quel paesaggio è dato relativo e mai realistico oggettivo; è presente e passato; è oggi e storico periodo che vide le peripezie e i capolavori della bella Artemisia… ma è pure il paesaggio evanescente, prospettiva aerea di Leonardo. Quanta storia puoi leggere in quel dipinto di paesaggio!”

Silvana Lazzarino ha scritto di lei:

Scultrice e poetessa di grande sensibilità, stilista e ritrattista che dona emozioni oltre il tempo legate all’uomo e alla sua vita tra gioie e malinconie, passioni e speranze, le opere di Milena Petrarca, presenti nei musei italiani e americani ed in prestigiose collezioni americane, francesi, inglesi e cinesi, incantano gli occhi e la mente per quel loro essere sospese tra realtà e sogno, mistero e poesia, avvolte da una luce che traspare da colori ora caldi e accesi, ora freddi e opachi.”

Nata a Pozzuoli nel 1950, vive e lavora a Latina trasferendosi periodicamente anche a New York.
Ha studiato all’istituto d’Arte Filippo Palizzi di Napoli, dove ha conseguito il titolo di maestra d’Arte.
Allieva del grande Scultore Lelio Gelli, è stata docente di discipline pittoriche presso il liceo Artistico di Latina.
Sue composizioni poetiche e sue opere pittoriche faranno parte della nuova Antologia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dal titolo “Penne Note Matite”, di prossima pubblicazione, a cura di Bruno Mancini e di Roberta Panizza e con la collaborazione di Silvana Lazzarino, edita da “Il Sextante” di Maria Pia Ciaghi.

Grande successo per Milena Petrarca. Le due Muse

  DILA

Lampione stradale ischitano – Esopo news.

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Lampione stradale ischitano

Lampione

Per la serie Esopo news.

Lampione stradale ischitano: panorama

Il lampione stradale ischitano: località Punta Molino

Lampione stradale ischitano: la coppa rotta

Lampione stradale ischitano: parti sconnesse

Il Lampione stradale ischitano: la base rotta

Lampione stradale ischitano

Lampione stradale ischitano: pronto per cadere

Lampione stradale ischitano: pronto per ferire.

A chi compete l’onere della manutenzione della rete e dei lampioni collocati sul suolo pubblico della Città di Ischia?

Certo aspettare che la fatiscenza di questi lampioni di nuova generazione causi danni materiali o personali, e poi dire che la colpa è del “vento”, è la grande risorsa che l’infame burocrazia concede agli amministratori inetti, corrotti e collusi con imprenditori criminali.

Non scopro l’acqua calda dicendo che tali situazioni di pericolo abbondano a GOGO lungo le vie della Città (Sic!) di Ischia.

Basta scegliere la strada da dove iniziare il controllo per  trovare le prove utili a mortificare tutti coloro che indicano ISCHIA come un’oasi di civiltà in una nazione civile.

Chi vorrà attivarsi, per aggiungere le sue alle nostre denunce, potrà farlo scrivendomi a emmegiischia@gmail.com e contando (se lo riterrà opportuno) sul totale anonimato.

Ischia MUORE: noi possiamo  contribuire a salvarla.

Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA”

DILA

Francesco Millonzi – Regista cinematografico

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Francesco Millonzi – Regista cinematografico

Francesco Millonzi - Regista cinematografico

Francesco Millonzi

Da  Francesco Millonzi, regista del film: “PANE DURO” All’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”: “Ciao, sono il regista Francesco Millonzi, come da intervista in esclusiva fatta a Voi (ndr la pubblicheremo nel prossimo numero di questa rubrica), sarei onorato di fare parte del vostro gruppo, anche perché, dopo aver parlato nell’intervista con il Presidente Bruno Mancini ho visto una persona motivata che crede nell’arte a 360°, e fare tutto ciò in un posto bello come Ischia è ancora più bello, vista l’ispirazione che solo quei luoghi magici sono in grado di dare nel comunicare ciò che l’estro comanda.
Onorato
Francesco Millonzi

CS|Docu-film “PANE DURO” del regista Francesco Millonzi

 

Il Docu-film realizzato dal regista Francesco Millonzi, dal titolo: “PANE DURO”, affronta le problematiche legate al disagio sociale, focalizzando l’attenzione su quelle persone che vivono realtà molto disagiate.

Tra le tematiche più scottanti, si mette in evidenza le necessità di una società che tende verso la povertà, ma anche di chi si spende contro il disagio sociale, assistendo queste persone per una vita più dignitosa.

Il film tratta tematiche come: l’assistenza notturna dei volontari: “ANGELI DELLA NOTTE” verso i Clochard, dove abbiamo documentato ragazzi giovanissimi, come Pietro ed altri, che vivono la vita di strada, ma anche come Marco, un ragazzino che fa il posteggiatore abusivo per aiutare la sua famiglia, in particolar modo per comprare il latte alla sua sorellina.

Il Docu-film affronta la tematica della povertà non solo quella materiale, ma anche quella spirituale e di questo ne abbiamo parlato con il presidente del “PARLAMENTO DELLA LEGALITà” Nicolò Mannino.

Altre tematiche sociali che racconta il film riguardano il “BULLISMO”, infatti, abbiamo raccolto la testimonianza di Nikolai e della drammatica intervista di sua madre, dove si evince il dolore che una mamma prova davanti a questi episodi barbari, nonché, con un’intervista fatta al dott. Marco Anello, Provveditore agli studi di Palermo, il quale ha esposto come l’istituzione scolastica interviene per fermare questi fenomeni di bullismo.

Abbiamo anche affrontato il tema dell’immigrazione con il vice Presidente del “PARLAMENTO ALLA LEGALITA’” Salvatore Sardisco, con immagini drammatiche degli sbarchi.

Il film si conclude con papa Francesco, portatore di speranza ed umiltà.

Quello che il regista Francesco Millonzi vuole fare emergere nel Docu-film: “PANE DURO” è la necessità di dare voce a coloro che sono gli ultimi nell’uguaglianza della vita di una società che sempre di più vive nella diffidenza e nella indifferenza, al fine di accrescere il senso della solidarietà.

La finalità educativa vuole mettere in evidenza, senza veli, la consapevolezza dello stridore sociale in atto, per consentire una capacità critica nei confronti del prossimo; in un’epoca storica attuale in cui si celebra l’indifferenza e la diffidenza, questo lungometraggio si pone quale strumento educativo aggiuntivo alla contribuzione della capacità critica e di accoglienza sull’altruismo, proclamata da Papa Francesco.

Questo Docu-film è stato premiato con il “PREMIO INTERNAZIONALE ALLA LEGALITà ED IMPEGNO SOCIALE” e  con il “PREMIO ECCELLENZE ITALIANE”

FILM PRODOTTI dal regista Francesco Millonzi:

“GENERAZIONE A CONFRONTO”: vincitore di premi internazionali.

180°, IL CAMMINO DI UN REGISTA”: vincitore di premi internazionali.

“IL SACRIFICIO DI UN BEATO”: film sulla vita e la cronaca dell’uccisione del beato Giuseppe Puglisi. Vincitore di premi internazionali.

“PANE DURO”: Vincitore di premi internazionali.

INDO: Francesco Millonzi Cell. 3701305541- 3206297591

KIMERIK: Concorso Enciclopedia Universale degli Autori Italiani

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KIMERIK

Concorso Enciclopedia Universale degli Autori Italiani

KIMERIK

Angela Tiberi

ANGELA MARIA TIBERI

presidente Sede operativa Pontinia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA

segnala il seguente: Concorso

KIMERIK

“Enciclopedia Universale degli Autori Italiani”: scadenza 31 Ottobre 2017
REDAZIONE PIAZZA GRAMSCI, 1/3 ~ 98066 ~ PATTI (ME) TELEFONO 0941 21503 PARTITA IVA 02778870838 CONTATTI CONCORSI@KIMERIK.IT SITO INTERNET WWW.KIMERIK.IT

 

Premessa: il presente concorso prevede la pubblicazione di un’enciclopedia formato 15×21 – Carta avorio o patinata a scelta della redazione – eventualmente costituita da più tomi.
L’Autore che aderisce ha diritto comunque a ricevere senza nessun altro costo una copia (un solo volume) dell’antologia pubblicata.

Spedizione del Volume gratuita per l’Italia.

Entro il 31 Ottobre ’17 l’Autore può proporre la pubblicazione:
1_Delle proprie note biografiche e o bibliografiche (concorsi, pubblicazioni ecc).
2_Di della foto di copertina di un libro se ha già pubblicato (in B/N)
3_Se lo desidera l’Autore può inviare una poesia o un racconto o un brano di un romanzo. L’Autore ha comunque a disposizione due pagine in tutto (formato 15×21) in cui inserire tutto il materiale (7000 caratteri – spazi inclusi).
Il/La sottoscritto/a ___________________ _________
nato/a a ________________________
il _ __________
e residente a ___ __________________________________
in via/piazza ______________________________ _________ n _________, CAP __________
autore/autrice del brano intitolato “_______________________________________”
dichiaro di essere l’Autore e Proprietario dell’opera presentata per il concorso “Enciclopedia Universale degli Autori Italiani” e acconsento alla pubblicazione senza nessun altro costo se la Kimerik dovesse ritenere valido il materiale inviato dopo l’insindacabile giudizio della Kimerik stessa.

È chiaro che la valutazione della Kimerik

è articolata e prevede anche la verifica della congruità del materiale.
Qualora la Kimerik dovesse pubblicare l’opera non ci saranno ulteriori costi carico degli Autori i quali autorizzano fin d’ora la pubblicazione delle loro opere, restando inteso che riceveranno in omaggio una copia dell’antologia.

L’autore potrà inviare: note biografiche –anche una poesia e comunque tutto sarà inserito entro le due pagine riservate.

Gli autori attribuiscono quindi alla Kimerik il diritto di pubblicare o far pubblicare per stampa l’opera e il materiale di cui sopra, nonché il diritto di riprodurre e quello di distribuire tale opera, con facoltà di mettere in commercio, di porre in circolazione o comunque a disposizione del pubblico, con qualsiasi mezzo e a qualsiasi titolo, le opere stesse o gli esemplari di esse all’interno delle collane Kimerik senza limite di copie.

Dichiarano di rinunciare,

come in effetti rinunciabo, a qualsiasi forma di compenso per la cessione dei suddetti diritti di vendita e a qualsiasi partecipazione sul ricavato della vendita dei volumi nei quali saranno contenute le loro opere, considerando giusto corrispettivo il vantaggio che deriverà loro dalla suddetta pubblicazione, riproduzione e diffusione dell’opera.

Gli autori potranno utilizzare i predetti testi in altre pubblicazioni in quanto con il presente accordo non cedono l’esclusiva per i diritti di pubblicazione.

Esonerano da ogni responsabilità la Kimerik nell’ipotesi in cui l’opera in questione dovesse risultare creata da altri o l’autore non dovesse esserne il titolare dei diritti.

A – La Kimerik si impegna ad apporre il CODICE ISBN e il CODICE A BARRE;
B – Il libro sarà venduto anche tramite il sito Kimerik.it;
C – Detto libro sarà inserito in tutti i cataloghi a cui fa riferimento la Kimerik, secondo le opportunità concesse: Feltrinelli – Libreria Universitaria – IBS – librerieitaliane – Unilibro – inMondadori.it. La Kimerik è distribuita anche dal catalogo shoplibri.com.

Per partecipare bisogna

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4 inviarla con email a concorsi@kimerik.it o via fax al numero 0941243561

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Angela Maria Tiberi

Gioco d’amore a Sermoneta di Angela Tiberi in foto con Walter Poli

Laureata in Economia e Commercio e docente di ruolo di economia aziendale, è andata in pensione il 1/9/2009. Ha chiuso con entusiasmo la sua carriera di docente presso l’I. T. S. C. Vittorio Veneto di Latina.

Ha conseguito, per il piano di lavoro presentato alla Provincia di Latina con l’I.T. S. C. Vittorio Veneto di Latina, la Menzione speciale “Didattica interculturale” Comune di Genova U.N.I.C.E.F, oggetto del piano: “poesia e narrativa, prosa e saggistica internazionale”.

Ha conseguito diversi diplomi di perfezionamento presso l’Università Roma Tre e l’ambito Master “E-learning” presso l’Università La Tuscia, occupandosi al secondo anno di far conoscere le opere poetiche degli artisti dell’associazione “IL CENACOLO DELLA POESIA” di Aprilia. Ha scritto sui quaderni di poesia “I miei ricordi campestri”, “Fiori di campo pontini”, “Amore infinito” con la casa editrice Nuovi poeti.

Ha pubblicato

con la casa editrice Tindari Edizione 2009 “Alla scoperta di noi stessi” per la premiazione di un loro concorso; “Amare in versi” con la casa editrice Ibiskos – Uliveri dopo essere riuscita a qualificarsi come finalista del concorso Autori Europei 2009. Cuore da poeta, casa editrice GDS editori. Il Parapendio dell’amore Mg C Management. La vita raccolta in un gomitolo MGC MANAGEMENT EDIZIONI, Rapsodia di ricordi Otma2 Edizioni, La fiaba vissuta dal contadino dell’Agro Pontino edizione Santoro,

Gioco d’amore a Sermoneta edizioni Dila

Angela Tiberi copertina del suo libro Gioco d’amore a Sermoneta

Prendi la mano… incomincia ad amarmi, Aletti Editore, Una storia da dimenticare ALBATROS Editore, L’Illusa del castello, e-book, Istituto di Cultura di Napoli editore, Universo Femminile, Nicola Calabria editore, Centro Studi Tindari Patti. Il risveglio della vita, Nicola Calabria editore, Centro Studi Tindari Patti.

Le sue poesie sono state pubblicate su numerose antologie di Accademie famose come Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Accademia Belli, Accademia Letteraria Italo-Australiana Scrittori e dalle seguenti case editrici: Montedisit, Aletti, Pragmata, Ta.ti. Edizioni, Magi Editore, Tipolografia “grafica Anselmi s.n.c., TipolografiaFour Colors, Process s.a.s., Ursini Edizione Accademia dei Bronzi, Asso editori Latina, Calenda 2013, e sulle riviste: Poeti e Poesia ‘Rivista Internazionale direttore Elio Pecora’, Poeti nella Società ‘Rivista internazionale letteraria, artistica e di informazione’.

1°,2°,3, 4° edizione dell’Annuario d’arte e letteratura “Parole, Segni e Colore”, Accademia Arte e Cultura, di Belle Arti, Lettere e Scienze di Michelangelo Angrisani

Conosciuta sui diversi siti web di poesia.

Tra il 2007 e 2015, ha conseguito 220 premi e riconoscimenti da numerose accademie ed associazioni culturali nazionali ed internazionali.

2008 Mattinata, 10 Giugno, SECONDO CLASSIFICATO, sezione poesia “Vorrei”, Premio “La poesia dei mesi 2007”, Accademia Internazionale “Il CONVIVIO”, consegnato l’attestato e premio soggiorno.

2008 LANCIANO (CH),

15 Novembre, SECONDO CLASSIFICATO, poesia “Amico Rom”, 15° concorso artistico internazionale AMICO ROM, Associazione Them Romano’ onlus, consegnato attestato e trofeo di vetro Burano

2009 CERTALDO, 26 Aprile, TERZO CLASSIFICATO, Premio Nazionale di Filosofia, Associazione Nazionale per le pratiche filosofiche, consegnato attestato e coppa

2009 LATINA, 7 Giugno, SECONDO CLASSIFICATO, Poeti nella società, Premio Nazionale MARINO e la Cultura, silloge “Siamo Poeti”, consegnato attestato con Grande Coppa

2009 EMPOLI,

26 Settembre, SECONDO CLASSIFICATO, sezione poesia “Amico rom”, Premio Città di Empoli Domenico Rea, Circolo poeti e scrittori, consegnato attestato e trofeo in vetro di BURANO, premio Piatto d’argento

2009 Lanciano (CH), 7 Novembre, SECONDO CLASSIFICATO, sezione poesia, 16° Concorso Artistico Internazionale “Amico Rom” Associazione Thèm Romano’ onlus, attestato e trofeo in vetro di Burano

2009 Reggio Calabria,

Dicembre, Oscar 2009, “Per gli alti Meriti derivanti dal Curriculum Personale dal quale è evidente l’attività culturale protratta al conseguimento ed all’affermazione dei più Alti Valori della vita”, riconosciuto dall’Accademia Internazionale “Giacomo Leopardi”, attestato e statuetta

2009 Reggio Calabria, Dicembre, Premio alla cultura 2009 “Per le elevate Doti Umanistiche e Sociali segno d’Onore all’impegno, sacrificio e fedeltà che la distinguono”, assegnato dall’Accademia Internazionale “Giacomo Leopardi”, attestato e targa

2009 Roma, 8 Dicembre, SECONDO CLASSIFICATO per l’opera “Amare in versi” poesia edita, Premio versi e frasi in libertà, Accademia Internazionale “Francesco Petrarca”, attestato e Grande Coppa

2010 Reggio Calabria, 01 Maggio, TERZO CLASSIFICATO, sezione poesia inedita, con la poesia “Dentro di me”, Premio internazionale di “Città di Reggio Calabria”, Accademia Internazionale “Giacomo Leopardi, attestato e targa

2010 Capranica, 17 Agosto, PRIMO CLASSIFICATO “Mi presento sono …” Accademia Internazionale “Francesco Petrarca”, sezione poesia, consegna attestato e Grande coppa

2010. Capranica,

17Agosto, PRIMO CLASSIFICATO “Ugo Foscolo” Accademia Internazionale “Francesco Petrarca”, sezione poesia, consegna attestato e Grande coppa

2010 Pedalino (RG), Ottobre, PRIMO CLASSIFICATO, Premio letterario internazionale “Voci e silenzi – Nicola Rampin” edizione 2010 per il volume edito AMARE IN VERSI ED. Ibiskos – Associazione Culturale Selene (Pedalino RG) – edizioni Eventualmente, consegna attestato, consegna dei libri

2010. Reggio Calabria, 7 Dicembre, TERZO CLASSIFICATO “Scilla e Cariddi” sezione poesia edita “Siamo noi stessi” Accademia Internazionale “G. Leopardi”, consegna attestato e targa

2010 Reggio Calabria,

7 Dicembre, sezione poesia inedita, SECONDO CLASSIFICATO “La Zagara” Accademia Internazionale G. Leopardi Reggio Calabria, consegna attestato e Grande Coppa

2011 Lanciano, (CH), 29 Ottobre, TERZO CLASSIFICATO, sezione libro “Il Parapendio dell’amore”, 18° Concorso “Amico rom” Associazione Them Romano’ onlus

2011 Reggio Calabria, 11 Dicembre, SECONDO PREMIO, poesia edita libro “La vita raccolta in un gomitolo” MGC edizione, Premio Internazionale “All’Italia” XVII edizione Accademia Internazionale “G. Leopardi, consegna attestato e Grande Coppa

2011, Reggio Calabria, 11 Dicembre 2011, poesia edita libro “Prendi la mia mano” edizione ALETTI, SECONDO PREMIO, Premio Internazionale “Aspasia”, XIX edizione Accademia Internazionale “G. Leopardi”, attestato e Grande Coppa

2012 Pomezia,

7 Luglio, SECONDO CLASSIFICATO, sezione poesia, ex aequo Città di Pomezia, da Pomezia notizie, attestato

2012 Patti (Me), Settembre, 1^ POSTO SEZIONE “VERITA’ POETICHE”, con la poesia “Amicizia”, 23^ Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Rosario Piccolo” 2012, con la poesia “Amicizia” Associazione Teatro – cultura “Beniamino Joppolo”, consegna quadro con cornice

2012 Reggio Calabria, 8 Dicembre, SECONDO CLASSIFICATO “All’Italia”, sezione poesia, Accademia Internazionale Giacomo Leopardi, XVIII edizione, consegna attestato e Grande Coppa

2013 Castel San Giorgio, 23 Giugno, TERZO CLASSIFICATO, Premio Internazionale Accademia Internazionale Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani, Sezione Narrativa, per l’opera “Una storia da dimenticare” edizione ALBATROS, consegna attestato e medaglia d’argento

2013 Viggiano,

27 Ottobre, SECONDO CLASSIFICATO – IX edizione Premio la Pulce letteraria, casa editrice Di Buono, Associazione culturale Di Buono, libro “Una storia da dimenticare”, edizione ALBATROS, consegna attestato ed euro 250,00

2013 Reggio Calabria, 15 Dicembre, SECONDO CLASSIFICATO, sezione edita “Il passero solitario”, poesia edita “Il Passero” Centro Studi Accademia Internazionale “G. Leopardi”, XVII edizione, consegna attestato e targa

2013 Reggio Calabria, 15 Dicembre, SECONDO CLASSIFICATO, sezione edita, libro “Una storia da dimenticare” edizione Albatros, “La Zagara” Centro Studi Accademia Internazionale “G. Leopardi”, XVII edizione, consegna attestato e Grande Coppa

2015 Ercolano (Na), 10 Maggio, SECONDO CLASSIFICATO, sezione Lingua XXI edizione CONCORSO NAZIONALE ROSA FORMISANO, XXI edizione, sezione poesia, consegna attestato e Grande Coppa

2015 Ischia, 30 Settembre, PRIMO POSTO classifica sul web della poesia “Artista” del Premio internazionale della poesia “Otto milioni”, quarta edizione DILA “DA ISCHIA L’ARTE”, poesia “Artista”

2015 Milano, 25 Ottobre, PRIMO CLASSIFICATO assegnato per la poesia “ARTISTA” del Premio internazionale della Poesia “Otto milioni”, quarta edizione DILA “DA ISCHIA L’ARTE”, premio 10 giorni all’isola solo pernottamento.

2015 Latina, 19 Dicembre, SECONDO CLASSICATO assegnato dall’Associazione Culturale Pontina e dall’Associazione Ricerca Territorio Educativo, Premio Nazionale di Poesia 2015 “Versi in libertà”, diploma di eccellenza con coppa.

2016 Nola (Napoli), 16 Gennaio, PRIMO CLASSIFICATO assegnato dall’A.I.P.H., Premio Speciale Donna, diploma e targa

2016 Ischia PRIMO CLASSIFICATO, Natale a Ischia, votazione della giuria IL DISPARI “0TTO MILIONI” V^ edizione premio internazionale di poesia ideato da Bruno Mancini Direzione artistica di Roberta Panizza

Presidente onorario del concorso Marino e la Cultura della città di Latina 2010 e 2013.
Collaboratore del giornale internazionale ALTIRPINIA di Lioni AVELLINO e della rivista internazionale

POETI NELLA SOCIETA’

e del giornale IL DISPARI.

Le sue poesie sono state pubblicate sul giornale culturale

internazionale brasiliano COLPITORA’ CULTURAL tradotte in portoghese.

Gestisce il gruppo Facebook “Amici senza confine”, che si occupa di poesia e tematiche sociali, con più di tremila aderenti.
Vice Presidente dell’Associazione Nuovo Cenacolo della Poesia di Aprilia (LT).
Presidente della Regione Lazio e Presidente della Provincia di Latina Accademia Internazionale Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani.

Ambasciatrice  ASSOCIAZIONE CULTURALE Da Ischia L’Arte – DILA per Sermoneta e Latina.

CANCELLARMI

Cancellarmi dal tuo cuore vorresti,
ma in fondo alla tua anima
ci sono i ricordi di quei meravigliosi
momenti vissuti insieme
nel rito di quell’amore immenso che ci ha unito
fino all’estremità del cielo.
I sussurri sono dentro di noi
come lo scroscio di una cascata fresca
che accarezza ancora la nostra pelle di ricordi
indimenticabili siamo noi uniti nelle nostre anime,
anche se il silenzio ci vuole chiudere nell’oblio.
C’è una luce in noi… esiste il nostro amore
che tu vorresti cancellare come avrei voluto io.
No, non si può il nostro calore lo conosce anche il cielo.
Tu rimani in me come io in te,
e tu lo sai anche se smetti di sentirmi,
ormai vivi in me come io in te.

26 Aprile 2016

Musica tra classica folclore e pop a Roma

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MUSICA CLASSICA E OPERISTICA, FOLCLORISTICA E POP AL MUSEO DI ROMA DI PALAZZO BRASCHI E MUSEO PIETRO CANONICA

Culture, tradizioni legate a storie di vita ordinaria e straordinaria dove si intrecciano sentimenti di gioia e nostalgia, passione e gelosia, ma anche coraggio e speranza, si ritrovano nel percorso musicale in cui si alternano classica e lirica, popolare e folcloristica nei suggestivi spazi del Museo di Roma Palazzo Braschi e del Museo Pietro Canonica. In questi prestigiosi luoghi il prossimo week – end 29 e 30 luglio 2017 sono in programma concerti ed eventi di animazione promossi da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, in collaborazione con Roma Tre Orchestra e l’Accademia d’Ungheria in Roma.La serata del 29 luglio al MUSEO DI ROMA PALAZZO BRASCHI dal titolo Connessioni al museo 3: la grande Opera lirica e i canti della tradizione ungherese. Inedite riletture” sarà una nuova occasione per apprezzare l’incontro tra espressioni musicali a noi lontane e la grande tradizione operistica. Negli spazi del cortile di ingresso al Palazzo Braschi il BrassTastic Quintet -Roma Tre Orchestra presenta una selezione di arie e sinfonie celebri interpretate splendidamente dal suono degli ottoni – Matteo Maisano, Massimiliano Campoli (trombe) Gianmarco Lombardozzi (trombone), Andrea Antonelli (corno), Simone Lanzi (bassotuba); mentre accompagnato al pianoforte da Andrea Bosso, il tenore Stefano Marra interpreterà le più belle arie di Mozart, Donizetti e Cilea. In programma accanto a brani tratti dal “Don Giovanni” e “Così fan tutte” di Mozart, sono i brani tratti da “Elisir d’amore” di Donizetti e da “L’Arlesiana” di Cilea.

All’interno del palazzo saranno i due borsisti dell’Accademia d’Ungheria in Roma Ági Jókai e Dániel Dobri a restituire attraverso le loro note la storia e il folclore del popolo magiaro. A fare da scenario alla musica classica e alle note della musica popolare ungherese è la collezione d’arte del Museo: dipinti, sculture e le suggestive incisioni della mostra di Pieranesi Piranesi. La fabbrica dell’Utopia in corso al Museo che contribuiranno a creare un’ atmosfera di grande suggestione e fascino.

musica a Palazzo Braschi e al Museo Pietro Canonica

Il 30 luglio 2017 sarà la volta del MUSEO PIETRO CANONICA che ospita dalle ore 17.00 il concerto gratuito “Quando la classica diventa pop” organizzato in collaborazione con Roma Tre Orchestra con in programma una selezione di raffinati brani dalle origini e dagli stili differenti eseguiti dal flauto di Sarah Rulli e dalla fisarmonica di Giancarlo Palena. In programma sono: B. Bartok: Danze popolari rumene, P. Iturrialde: Suite Hellenica, V. Semionov: Bulgarian Suite, R. Galliano: Tango pour Claude, A. Piazzolla: Oblivion, Escualo, Ave Maria,  G. Hermosa: Brehme,  E. Morricone: Playing love, Hermosa: Anantango, H. Arlen: Over the rainbow, A. Piazzolla: Libertango.

Le iniziative organizzate da Zètema Progetto Cultura si avvalgono della collaborazione di importanti istituzioni culturali cittadine quali: Casa del Jazz, Fondazione Musica per Roma, Teatro di Roma, Fondazione Teatro dell’Opera, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e con le Orchestre dell’Università Roma Tre e di Sapienza Università di Roma.

Silvana Lazzarino

   Concerto  al MUSEO DI ROMA PALAZZZO BRASCHI |

“Connessioni al museo 3: la grande Opera lirica e i canti della tradizione ungherese. Inedite riletture”

in collaborazione con Roma Tre Orchestra e l’Accademia d’Ungheria in Roma

Sabato 29 luglio 2017. Apertura dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso ore 23)

Biglietto del costo simbolico di 1 euro – Concerti nel Cortile fruibili gratuitamente

Concerto al MUSEO PIETRO CANONICA

“Quando la classica diventa pop”

a cura di Roma Tre Orchestra

domenica 30 luglio 2017 dalle ore 17.00

ingresso libero. Per INFO: Tel 060608 – www.museiincomuneroma.it

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Il Gusto dell’Arte Tour con Patrizia Canola

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IL GUSTO DELL’ARTE TOUR: PATRIZIA CANOLA INCANTA MATERA E MOLFETTA

Dove il cielo si unisce al mare a creare sinergie di colori che danzano in scie luminose al passare delle ore della giornata, dove i riflessi della luce si rispecchiano nelle acque cristalline dei ruscelli avvolgendo di sprazzi dorati le vegetazioni rigogliose circostanti, dove strati candidi di neve ancora fresca si confondono con le eleganti effigi di alberi spogli che si preparano al silenzio del risposo invernale, lo sguardo di Patrizia Canola si posa a catturare tanta bellezza. Pittrice di fama internazionale,, come poche, restituisce sulla tela autentiche

Il Gusto dell’arte Tour Matera e Molfetta

emozioni che raccontano le speranze e le gioie dell’anima in un tempo di bellezza e vanità, nostalgia e insicurezza. Definita da molti critici impressionista-macchiaiola, nata a Milano, ma attiva in Brianza suo luogo di ispirazione privilegiato dove da forma e vita ad opere avvolgenti che raccontano della Natura con i suoi suoni e bisbiglii, respiri e silenzi, Patrizia Canola nei suoi 40 anni di carriera vanta numerose e prestigiose mostre in Italia e all’estero. Accanto a “Dalla Terra al Cielo” presso la Chiesa di San Francesco curata da Catia Monacelli e Francesca Sacchi Tommasi e “Paesaggi d’Ialina” presso il Centro Culturale Cajani a cura di Catia Monacelli entrambe a Gualdo Tadino e ad “Art Escape”  e “Art Walk” entrambe a a Venezia nel settecentesco Palazzo Zenobio (rispettivamente autunno 2016 e febbraio-marzo 2017),

Il Gusto dell’Arte Tour Rifrazioni- Lungo l’Adda Olio su Tela 80 x 90 c

citiamo la suggestiva personale “Nel respiro di Gaia. La Madre Terra” sempre a Gualdo Tadino (18-25settembre 2016) negli spazi dello Store San Benedetto, la Triennale di Arti Visive di Roma (26 marzo 22 aprile 2017) alla Fondazione Crocetti; e poi la partecipazione a Verdi Off” (settembre- ottobre 2016) a Parma nell’ambito degli appuntamenti collaterali del Festival di Verdi, con il dipinto “Va pensiero”, molto apprezzato ed attualmente esposto fino al prossimo 16 agosto 2016 alla Collettiva di Gorizia alla Galleria Seghizzi. Da sottolineare anche la sua personale in corso ad Ischia “PATIRIZIA CANOLA. Negli orizzonti della natura tra luce e colore” organizzata da Bruno Mancini al Museo Etnografico del Mare di Ischia. Questo solo per citare le più recenti e significative esposizioni a lei dedicate e cui ha preso parte. La natura protagonista delle sue opere tra spazi fisici e metafisici dove campeggiano silenziosi paesaggi invernali con neve e ghiacciai, distese di campi di grano e fiori dalla tinte accese, e ancora ruscelli, maestosi faggi, cieli a perdita d’occhio di cui colpiscono i notturni dai riflessi argentati, apre ad una compenetrazione visivo- emotiva senza eguali riportando in superficie desideri lontani, sogni in cui sperare. Ecco che gli infiniti luoghi della natura dove si alternano giardini in fiore, alberi secolari, striature argentee che nei cieli intrecciano geometrici arabeschi, invitano a guardare oltre, ripensando alla finitezza dell’individuo per interrogarsi sul senso di questa vita di cui si percepiscono i limiti. Raccontando della natura e dei suoi volti visibili e appena svelati, Patrizia Canola ha dato voce alle emozioni lungo il mosaico della vita. Emozioni che esprimono l’entusiasmo e la gioia di viere, ma anche la malinconia e l’attesa  per un futuro ancora incerto. Emozioni che sembrano seguire quella luce che mei suoi dipinti crea trasparenze e spessori, riflettendosi nell’acqua e liberandosi nel cielo: una luce che ora sembra irrompere e palpitare fra i rami e le cime degli alberi come in ”Luci d’Autunno” (2015), ora fermarsi su quelle proiezioni di orizzonti dove i i ghiacciai diventano specchi per cieli quasi marmorei e custodi di verità come in “Incanto d’inverno” (2015).

Le sue opere sono inserite nel prestigioso percorso del IL GUSTO DELL’ARTE TOUR2017  a cura di Vincenzo Scardigno-Arte, iniziato a luglio con la tappa di Palazzo Bellini ad OLEGGIO (NO) che prosegue con Matera, Molfetta, Reggio Calabria per chiudersi con la tappa finale di Novara nel mese di Ottobre 2017. Si tratta di un percorso itinerante volto non solo a valorizzare e promuovere le nuove forme di sperimentazione dell’arte contemporanea, ma anche a creare confronto e scambio di idee tra gli stessi retisti portatori di valori specifici e unici da diffondere proprio attraverso questo viaggio nell’arte e nella cultura. Di questo viaggio fanno parte oltre agli artisti, critici, galleristi e  curatori di mostre, anche, responsabili di centri espositivi e musei, galleristi ed operatori culturali, a creare uno scambio culturale da Nord a Sud del nostro

Il Gusto dell’Arte CAMPO DI GRANO – Olio su tela 80 x 90.JPG

Paese.    A MATERA presso Casa Cava, si potrà ammirare la collettiva presentata dal Prof. Giovanni Cordero (Funzionario MIBAC – Regione Piemonte) che inaugura il 29 luglio 2017 e dove PATRIZIA CANOLA sarà protagonista con il dipinto “Rifrazioni lungo l’Adda” entro un percorso che esalta i lavori di artisti di eccellenza nel panorama contemporaneo, avvicinandoli al paesaggio e ai sassi storici dei luoghi simbolo di questa bella città dove lasceranno un segno importante. Il 30 luglio 2017 a MOLFETTA sarà inaugurata presso la Sala dei Templari la collettiva sempre con la presentazione a cura del Prof. Giovanni Cordero, dove PATRIZIA CANOLA incanterà con il suo splendido dipinto Campo di grano intenso e solare per quell’ondeggiare delle bionde spighe al soffio del vento che creano un ponte di luce verso lo sfondo di un cielo quasi blu a toccare l’infinito.

Silvana Lazzarino

 

IL GUSTO DELL’ARTE TOUR

 Esposizione Tour  da Luglio a Ottobre 2017 a cura di Vincenzo Scardigno-Arte

   MATERA Casa Cava Via S. Pietro Barisano, 47, 75100 Matera

Vernissage sabato 29 luglio ore 17:00,

dal 29 luglio al 6 agosto 2017

   MOLFETTA  Sala dei Templari, piazza Municipio

vernissage domenica 30 luglio ore 20.00,

dal 30 luglio al 6 agosto 2017

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Cristina Coral e le Stanze oltre il tempo

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CRISTINA CORAL CON LE SUE FOTOGRAFIE RESTITUISCE SPAZI TRA MEMORIE E SPERANZE A COGLIERE DESIDERI LONTANI

Nelle interazioni di luci e ombre entro cui si definiscono gli spazi quali contenitori di vita tra ricordi passati e realtà presenti, si muove la ricerca artistica di CRISTINA CORAL fotografa di grande interesse internazionale, formatasi prettamente da autodidatta con all’attivo mostre collettive e personali in Italia e all’estero tra cui citiamo: quella presso la Galleria Carla Sozzoni di Milano e la Somerset House di Londra per la mostra del Sony WPA, oltre a prestigiosi riconoscimenti come le due medaglie d’oro, Menzioni d’onore al Px3 di Parigi e il Primo premio al “The Uncanny Contest by Gregory Crewdson and Vogue Italia”.

Cristina Coral Storie di Stanze a Siena Museo della Scala

Dotata di grande sensibilità nei catturare gli effetti della luce e affascinata dallo studio del legame tra la figura umana e gli ambienti su cui si sofferma con particolare attenzione dal 2013, Cristina Coral ha voluto dar vita proprio a partire da questi spazi al recupero del mondo interiore, di quanto appartiene alla memoria e ad un tempo che sembra fissarsi in quell’immagine idealizzata per sempre e restituita a nuova vita. I suoi spazi, riferiti a stanze, sono semplici essenziali, ma densi di pensieri e silenzi, dove abitano memorie ed emozioni e dove gli oggetti diventano spunto per arricchire gli stessi spazi, supporti decorativi che amplificano gli orizzonti descrittivi con cui entrare in quei luoghi  visivamente ed emotivamente.

Cristina Coral Storie di Stanze in mostra a Siena

Di spazi riferiti a stanze di hotel, appartamenti e ville storiche, restituite sotto questa nuova veste, non più quali meri contenitori di figure e oggetti, ma quali luoghi privilegiati entro cui prendono forma situazioni legate all’individuo e al suo vissuto fatto di gioie e speranze, abbandoni e nostalgie, si parla nella mostra a lei dedicata che si apre il prossimo 28 luglio 2017 a Siena presso il Museo Santa Maria della Scala. L’esposizione “STORIE DI STANZE. ROOM STORIES che riunisce le 23 fotografie di rara sensibilità di Cristina  Coral visibili presso la  Sala Stretta Livello 4  fino al 10 settembre 2017, prende spunto infatti dagli scatti da lei realizzatati durante il 2013, scatti in cui lo spazio tra gli oggetti diventa il centro dell’opera. Così infatti afferma_” Le “storie di stanze” è iniziato nel 2013 quando ho scattato in alcuni appartamenti, hotel e ville storiche della mia città. Nel 2014 dopo riflessioni sul lavoro compiuto, il progetto si è concretizzato. Le stanze che scelgo sono luoghi in cui gli spazi fra gli oggetti – come nelle pitture giapponesi – sono i veri protagonisti delle immagini”.

Cristina Coral Storie di Stanze a Siena

Il suo lavoro, sempre proiettato alla ricerca di nuove possibilità espressive, attraverso cui restituisce un nuovo modo di osservare la realtà facendo emergere l’invisibile dal visibile, il nuovo dall’abituale, guarda alla forza espressiva della luce e al motivo del tempo che diventa come sospeso e proiettato in qualcosa che racchiude un sentore di mistero..

Dai suoi scatti che fermano un momento lontano o vicino attraverso stanze (saloni, ingressi, soggiorni) dove risaltano pareti ampie e dove si colgono piccoli dettagli legati ad accessori o oggetti di arredamento, affiora la magia di questa vita semplice e complessa dove ciascuno può ritrovare una tessera del proprio mosaico fatto di vissuti lontani eppure capaci di riaffiorare in un attimo.

Emerge la ridefinizione di questi spazi visti e frequentati, riorganizzati secondo una visione insolita, talora spiazzante dove si riscontrano di tanto in tato oggetti di vita quotidiana e altri di diversi contesti restituendo ad essi una nuova funzione con cui dare forma a scenari inattesi, Un esempio è dato dall’infinita possibilità di replicare un’immagine attraverso il suo riflettersi in una parte della parete dove vi sono gli specchi. Lo specchio restituisce immagini anche alterate quasi a creare un possibile avvicinamento al mistero che abita nei labirinti dei sogni più nascosti.

Cristina Coral Storie di Stanze in mostra a Siena

L’aspetto visivo legato all’emozione che da esso deriva è dunque fondamentale  in questo viaggiodi immagini dentro i luoghi della vita, del ricordo, del silenzio entro cui esplorare qualcosa di se stessi. Così l’occhio fotografico di Cristina Coral restituisce nuovo respiro e nuova vita a quanto appare come appiattito e obsoleto.

Un percorso avvolgente da visitare in punta di piedi entrando in queste stanze che sembrano accoglierci e condurci in luoghi quasi fuori dal tempo, sospesi, dove ritrovare  un libro, delle scarpe,, un lampadario, una parete decorata. Un occasione per entrare con lo sguardo entro scenari nuovi dove forse ricercare risposte agli interrogativi sul senso di questa vita in cui verità e finzione, essere e apparire si accavallano fino a confondersi. Attraverso la fotografia, Cristina Coral anima gli spazi semplici, essenziali di stanze dove oggetti, figure umane sono presenze di abbellimento tra memorai e tempo presente.

Silvana Lazzarino

 

 STORIE DI STANZE. ROOM STORIES

Cristina Coral

Complesso Museale Santa Maria della Scala

Sala Stretta. Livello 4.

Piazza Duomo, 2 53100 SIENA

Orario: lunedì / martedì / mercoledì / giovedì / sabato / domenica 10.00-19.00, venerdì 10.00-22.00

dal 28 luglio al 10 settembre 2017

Info e prenotazioni call center 0577 286300 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 17.00)

sienasms@operalaboratori.com

 

Cristina Coral

Cristina Coral vive e lavora in Italia. Ha vissuto la sua infanzia in un ambiente artistico. Il suo approccio alla fotografia e il suo sviluppo è stato quasi completamente autodidatta.Ha scelto la macchina fotografica come sua principale espressione artistica. Fotografare è diventato un linguaggio imperativo. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre collettive e personali tra cui: Galleria Carla Sozzoni di Milano, Spazio EContemporary di Trieste, Leica Gallery di Milano, Somerset House di Londra per la mostra del Sony WPA, Base Milano per il Photo Vogue Festival 2016. Una delle sue opere fa parte della collezione permanente del MACS Museo di Arte Contemporanea di Sicilia.Tra i suoi riconoscimenti: due medaglie d’oro, Menzioni d’onore al Px3 di Parigi, menzioni d’onore al IPA, “Commended Photographer” nella categoria “Enhanced” del concorso Open del Sony WPA, 2016. Menzione d’onore al Life Framer Photography Prize Edition III “An instant” theme series Award; Primo premio al “The Uncanny Contest by Gregory Crewdson and Vogue Italia”. I suoi lavori sono stati pubblicati e presentati su diverse riviste cartacee e on line come Vogue.it, Lens Culture, Trendland, ArtSheep, Musée Magazine, Huffington Post de l’oeil, Fondazione Pitti discovery, Gray Book, Rai New, Metal, Einaudi, Iris Artists Platform, Aesthetica Magazine, Lula Japon, Plastik, Elle Decor e molti altri.

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Algerina – la donna algerina. DILABLIDA

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Algerina – la donna algerina

Algerina

Lei è una ragazza, una mamma, una sorella. Una femmina. Vive in Algeria, al nord o al sud e lei è algerina.
Algerina - la donna algerina Attaccata alla tradizione trasmessa della mamma, della nonna è per sempre una donna. Una donna che deve essere presente per la sua famiglia, per i genitori, il marito e la famiglia del marito.
Studia, si sposa, fa figli.
Ma, con il tempo come donna lei è forte e allora lei ha preso un’altra strada.

Ha studiato, ha scelto di lavorare, di essere presente, con il fratello un po’ troppo nervoso perché sua sorella lavora con uomini e con il marito un po’ troppo geloso perché sua moglie lavora e ha soldi.

Una scelta difficile ma non impossibile. infatti, lei l’ha fatto e benissimo.

Questo vestito si chiama il HAYEK.

Non un velo ma fino al 90 era di solito il vestito algerino del nord.Ad Algeri, Blida….

Della sua bellezza si vedevano solo gli occhi e le gambe.

Dopo e arrivato un tempo nel quale la donna aveva bisogno di muoversi, andare a lavorare, prendere l’autobus il Hayek non e più comodo.

 

Arriva allora il tempo di mettere il velo .

Si veste normalmente ma nasconde i capelli.

La donna è più presente e pronta adesso ad affrontare la vita e i suoi impegni con un coraggio misto alla  bellezza della sua anima.

Una donna forte e dolce nello stesso tempo. Intelligente e umile, sviluppata e semplice.

Ha saputo seguire una strada sicura con il modernismo senza dimenticare che lei è una donna.

Conquistare il mondo e arrivare agli obbiettivi tracciati per lei.

La troviamo a scuola, sportiva, nella polizia.

Professoressa, dottoressa.

Donna brava a casa e a lavoro.per sempre algerina.

Algerina - la donna algerina

Cultura, scienza e spettacolo nell’estate romana

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Cultura scienza e spettacolo a Roma tra rassegne di film, teatro, incontri

 nche questa estata la Capitale si accende di colori, suoni ed entusiasmi grazie ai numerosi appuntamenti tra danza, musica, teatro, cinema, arte diffusi sul territorio con la manifestazione   ESTATE ROMANA che sempre più coinvolge i romani e non solo. Durante questi mesi caldi dove sempre più si è portati a trascorrere serate all’aperto, quanti interessati potranno scegliere diversi eventi tra un ricco cartellone di appuntamenti con la cultura e lo spettacolo per vivere, sognare e scoprire le atmosfere di questa città eterna e ricca di fascino.

Cultura, spettacolo scienza nell’Estate Romana

Dal centro alla periferia Roma da luglio a settembre si colora di eventi di diverso genere in cui ritrovare la magia del passato e l’entusiasmo del presente, riscoprire luoghi della vita quotidiana e poi la bellezza di monumenti, parchi, ville storiche, siti archeologici e storico artistici.

Promossa da Roma Capitale, la manifestazione romana, realizzata in collaborazione con SIAE, ACEA, ATAC SpA e Agenzia per la mobilità che forniscono un sostegno alla campagna di comunicazione e con il contributo tecnico di Dimensione Suono Roma, offre accanto a mostre d’arte, film e concerti all’aperto anche gli “Incroci artistici” dove musica, teatro, arte danza e laboratori si incontrano nello stesso spazio e gli “Esperimenti” in cui si intrecciano cultura scientifica ed esperimenti artistici . Le attività di comunicazione sono realizzate grazie al supporto di Zètema Progetto Cultura. Tra gli appuntamenti di interesse è il festival multidisciplinare e multimediale “Teatri d’arrembaggioPiraterie, Incanti e Castelli di sabbia” (mercoledì 26 luglio) tra il Teatro del Lido e il lungomare di Ostia, con arte, teatro e tante iniziative gratuite rivolte a un pubblico di tutte le età.  Il cartellone del Teatro Tor Bella Monaca per “A luglio rEstate con noi” presenta un omaggio a Paolo Villaggio dedicando all’attore recentemente scomparso un’intera sezione con diversi spettacoli tra cui in programma il 27 luglio alle ore 21.00 “Il Fannullone – Paolo Villaggio, Fantozzi, Genova e altre storie” in cui Davide Riondino intraprende con il pubblico un viaggio, tra memoria e musica, sul suo rapporto con Villaggio, De André e la città ligure.

Teatro e musica a Villa Ada con “Roma incontra il mondo” presenta tra gli appuntamenti accanto al concerto del cantautore Motta, vincitore della Targa Tenco 2016 che si esibirà il 25 luglio, lo spettacolo “Anelante” con protagonisti Antonio Rezza e Flavia Mastrella in programma il 27 luglio. Segnaliamo anche al Teatro Quarticciolo per “TBQuarticiolo Estate” i due omaggi musicali “Delicate Sound of Thunder con i Pink Floyd Tribute” e “Canzoni, stornelli, poesie e storie di Roma”, a cura del Ponentino Trio

Cultura, spettacoli scienza nell’estate Romana

rispettivamente il 26 e 27 luglio alle ore 21.00.

Per gli appassionati del mondo animale e non solo “Animal Star… Animali sotto le Stelle di Roma” a Villa Glori fino al 30 settembre con escursioni naturalistiche notturne durante le quali grandi e piccoli accompagnati da esperti ricercatori e mediatori. potranno mettersi alla prova nel rilevare i suoni, le tracce e le immagini degli animali notturni che popolano le tante ville storiche romane.

Nell’ambito della storica manifestazione all’Isola Tiberina della 23ima edizione dell’ “Isola del Cinema” con anteprime cinematografiche, focus sulle cinematografie dall’Italia e dal mondo, una rassegna di poesia e presentazioni di libri tra cui quello di Chiara Francini “Non parlare con la bocca piena” lo scorso 22 luglio, vanno indicati il convegno sul tema del feminiciidio con la giornalista e scrittrice Natascia Ronchetti che nello Spazio Q8 il 24 luglio dalle ore 20.00 tratterà questo tema così forte e scottante facendo riferimento a tutte le uccisioni di donne avvenute per motivi di genere, quindi a prescindere dallo stato o meno di compagne, figlie o mogli.

Cultura, spettacolo, scienza nell’Estate Romana

Da non perdere per “UniVision Days” il 27 luglio alle 21.30 la serata a tema “ Sogni, fughe & rock and roll” introdotta dai giornalisti Oscar Cosulich e Gianni Ruggio in cui verrà proiettato il film “Trainspotting 2 di Danny Boyle”. Ancora proiezioni di film tra titoli italiani, indipendenti e non al “Parco del Cinema” di Villa Lazzaroni zona San Giovanni: lunedì 24 luglio sarà la volta di “L’ora legale” di Ficarra e Picone; martedì 25 “Kiki & i segreti del sesso” di Paco León; mercoledì 26 “Fiore” di Claudio Giovannesi; giovedì 27 “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino. E per chiudere tra i tanti appuntamenti nell’arena all’aperto della Casa del Cinema per Effetto Notte tutte le sere fino al 6 settembre alle 21.30 festival internazionali, serate evento e due percorsi di talento: accanto alle serate dedicate al cinema di Steno e Paolo Virzì sono è la rassegna “In mare aperto” con protagonista la natura e “Roma: una notte all’opera” dedicato alla musica.  Così il 24 luglio sarà la volta de  “I due colonnelli” di Steno, mentre il 26 luglio di “Caterina va in città” di Paolo Virzì.

Silvana Lazzarino

ESTATE ROMANA 2017

Cultura, scienza e spettacolo conquistano la città

Per informazioni: www.estateromana.comune.roma.it; telefono 060608 (tutti i giorni ore 9-19)

Segnalati appuntamenti dal 24 al 27 luglio 2017

 

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Il Dispari 2017-07-24- Pagina culturale

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Il Dispari 2017-07-24 – Pagina culturale

Il Dispari 2017-07-24

Il Dispari 2017-07-24

Editoriale

Il 5 Maggio 2017, su queste colonne, abbiamo scritto che Angela Maria Tiberi ci aveva informati che: Silvana Arbia (già Capo del Principale Organo Amministrativo della Corte Penale Internazionale dell’Aia) ha accettato di collaborare con DILA.” ed eccoci impegnati a dare voce alle attività umanitarie, sociali, culturali della illustrissima nuova collaboratrice di questa redazione culturale.
Prima di tutto chiariamo bene la prestigiosa statura internazionale di Silvana Arbia delineandone, ovviamente in maniera succinta, le principali mansioni e attività in ambito legislativo e umanitario.

Silvana Arbia – Magistrato

Presidente della Fondazione internazionale Silvana Arbia.

Già alla Corte d’Appello a Milano, poi ad Arusha (Tanzania) col Tribunale penale internazionale per i crimini commessi in Ruanda (nove anni come chief of prosecutions nella Procura generale), adesso alla Corte penale internazionale dell’Aja con un mandato di cinque anni, eletta a capo della Registry, uno dei quattro organi in cui si articola la Corte penale internazionale.

Silvana ARBIA partecipò,

come membro della delegazione italiana, alla conferenza tenutasi nel 1998 a Roma, in cui venne scritto lo statuto di quella che poi sarà la Corte Penale Internazionale.

Il 28 Febbraio 2008 viene eletta Registar (cancelliere) presso il Registry, il principale organo amministrativo della Corte Penale Internazionale.

Il suo compito è fornire supporto amministrativo ed extra-giudiziario nel perseguimento delle strategie della Corte.

La protezione e l’assistenza delle vittime e dei testimoni, la cooperazione giudiziaria, l’amministrazione del centro di detenzione, e della difesa, l’organizzazione e la gestione dei field offices, la gestione finanziaria e la sicurezza della Corte sono funzioni chiavi del Registry.

In questo ruolo è coinvolta nei casi attualmente trattati dalla corte: fra questi, il procedimento contro il presidente sudanese Omar Hasan Ahmad al-Bashir e le indagini sulle violenze occorse nel 2008 in Kenya, quelle in Libia, in Costa d’Avorio.

RICONOSCIMENTI

• Premio “Nicola Sole” 2010
• “Paul Harris” (da Rotary Catania)
• Premio “Carlo Levi” 2012
• Premio “Donne Zonta” 2012
• “Paul Harris” (da Rotary Basilicata) 2012
• “Peace Prize” da Soroptimist International of Europe 2013
• Il 29 Agosto 2015, l’Amministrazione Comunale di Pomarico le conferisce il Premio Lucania
• Oro per la Cultura Giuridica
• Chèvalier de la Legion d’Honneur.

Ultimo libro: Mentre il mondo stava a guardare – Vittime, carnefici e crimini internazionali: le battaglie di una donna magistrato nel nome della giustizia, pubblicato da Strade Blu – Mondadori, nel novembre 2011. Premio Carlo Levi 2012.

Angela Maria Tiberi intervista Silvana Arbia

TIBERI D: Si parla spesso in questi giorni di “Bambini soldato”, “Child soldiers”, “Enfants soldats”, e simili e pare che nonostante i numerosi sforzi per arginare tale pratica, centinaia di migliaia sono i bambini coinvolti in operazioni militari e il mondo rimane cieco e sordo, spesso tollerante.

ARBIA R: La definizione di bambini soldato, come stabilita nel 1997 nei c.d. Principi di Città del Capo comprende non sono quelli armati e che combattono, ma anche quelli che sono utilizzati dagli eserciti e dai gruppi armati come esche, corrieri o guardie, per svolgere azioni logistiche o di supporto, come trasportare le munizioni e le vettovaglie, posizionare mine ed esplosivi, fare ricognizioni.

La situazione più grave è quella delle bambine soldato che oltre a essere adibite alle operazioni militari sono anche usate come schiave sessuali.

Nonostante l’adozione di convenzioni internazionali dirette a tutelare i diritti dei minori (si ricordano la Convenzione di New York sui diritti dei minori entrata in vigore il 2 Settembre 1990; il Patto sui diritti civili e politici; il Patto sui diritti economici, sociali e culturali e la Carta Africana sui diritti e il benessere dei bambini del 1999), risulta che ancora oggi, secondo fonti UNICEF, la pratica di arruolare bambini esiste

in Africa

(in Somalia in cui tra il 1991 e il 2004 sono stati registrati 200.000 minori, Sierra Leone, Repubblica democratica Congo, Uganda, Mozambico, Liberia, in Ruanda durante il genocidio del 1994 i militari hanno coinvolto minori nei combattimenti);

nell’Asia

(In Afganistan i Talebani usano i bambini come suicide bomber: in Burma si contano 70.000 minori che servono nell’esercito), in America latina, in particolare in Bolivia 40% dell’esercito è composto da minori, dei quali 50% sono minori di anni 16.

Occorreva un mezzo

per rendere giustiziabili le violazioni del divieto di usare i minori in operazioni militari e nel 1998 con l’adozione dello Statuto di Roma, atto costitutivo della Corte Penale Internazionale, l’arruolamento di minori di anni 15 è definito crimine di guerra (le prime sentenze su tali crimini sono state emesse dalla Corte speciale per la Sierra Leone che tuttavia ha un mandato limitato nel tempo e riguarda soltanto una determinata area geografica).

Il primo processo della Corte penale internazionale ha riguardato proprio il crimine di guerra dell’arruolamento dei bambini, nel caso Lubanga, un capo dell’UPC, operante nella regione dell’Itturi, nella repubblica democratica del Congo, ricchissima di diamanti, è stato dichiarato responsabile e condannato definitivamente per aver arruolato bambini, i kadogos.

Ho avuto il privilegio

di essere il Registrar della Corte penale internazionale proprio al tempo in cui si è iniziato e si è concluso questo primo processo, con la condanna del capo militare e con ordine di riparazione alle vittime.

Innumerevoli sono state le difficoltà, anche per ottenere la cooperazione degli Stati, al fine di assicurare la protezione dei testimoni e delle vittime, tra cui vi erano ex bambini soldato devastati, con poche speranze di futuro normale.
Numerose sono state anche le questioni sulla riparazione da accordare a quelle vittime.
Si è sottolineato che, tra le misure riparatrici, vi è la non stigmatizzazione degli ex bambini soldato.

I kadogos sono vicino a noi,

non possiamo ignorarli, specialmente nel momento storico attuale, in cui gli standard di tutela di diritti fondamentali che sembravano acquisiti, stanno vacillando, cedendo a esigenze di mercato e di finanza mondiali, specialmente se pensiamo che spesso i minori si fanno arruolare volentieri per riscattarsi dalla povertà estrema, situazione che ci ricorda quella di tanti bambini in Italia, che sono ingaggiati dalla criminalità organizzata, assicurando manovalanza criminale a basso costo e non punibile.

Un compito per le donne si delinea netto e ineludibile: proteggerli.”

Ringraziamo Silvana Arbia

di averci concesso questa sua intervista esclusiva e le auguriamo successi per la pace mondiale tramite la sua Fondazione internazionale, costituita a San Marino per tutelare i diritti dell’infanzia coinvolta nei conflitti armati.
La Fondazione si propone, infatti, di prevenire il fenomeno dei bambini soldato nella regione dei Grandi Laghi Africani, attraverso l’informazione, la sensibilizzazione e il rafforzamento delle capacità degli adulti, vicini ai minori, di proteggerli e di garantirne il diritto all’educazione e allo sviluppo.
INFO: http://www.arbia.foundation.com
Bruno Mancini

The registrar of the International Criminal Court Sylvana Arbia is seen during a news conference in The Hague November 22, 2010. REUTERS/Michael Kooren (NETHERLANDS)

DILATWITTERONE

Da Liga Sarah Lapinska (Lettonia):

  • 1) A nome di DILA ho regalato una nostra Antologia a Edvìns Jansons per il suo compleanno.
    2) Ho regalato per conto di DILA, una nostra Antologia a Elìna Zàlìte per il suo compleanno.
    3) Ho regolato la nostra Antologia “Otto Milioni 2016” a Jànis Camanis Sr., in nome di DILA.
    4) In nome di DILA ho regalato la nostra antologia 2016 alla stilista Daiga Latkovska.
    5) In nome di DILA ho regalato la nostra Antologia ‘Otto milioni 2016’ al Consigliere comunale Vilis Ļevčonoks di Jelgava.

DA MIGUEL PIÑERO (VENEZUELA).

La rivista Eudonna,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA” è acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia porto.

La collana “Da Ischia, arte al femminile”,

edita da Il Sextante di Maria Pia Ciaghi, alla quale collabora l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” valuta opere da pubblicare offrendo un regolare contratto editoriale. INFO: Tel. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 24
ilsextante@emmegiischia.com

Angela Maria Tiberi

PASQUALE NESTA

conosciuto nell’AGRO PONTINO tramite il quotidiano quindicinale “Altirpinia”.

Lungo è il percorso di vita del meraviglioso irpino.
Non si dimentica il suo amato paese: “Lioni [AV]”
e ci tramanda gli antichi ricordi di
un meraviglioso nonno, amato dai miei figli.
Con i tuoi meravigliosi racconti,
ci fai vedere tra le righe un’epoca vissuta
e passata tra tante sofferenze indimenticabili.
Quanti ricordi davanti al camino con il nonno
e i miei pargoli.
Le tue parole calde riscaldano il nostro animo acerbo,
come il sole illumina il tempo interminabile
di questa amata Terra agonizzante ma fiduciosa
di una magnifica società mondiale dove la pace senza confine,
è la sovrana eterna di ogni mortale.

Il Dispari 2017-07-17

Il Dispari 2017-07-17

CS | DILA

In data 11 Luglio 2017 l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA, tramite il suo Presidente Bruno Mancini, ha sottoscritto un accordo con la Professoressa Dalila Boukhalfa per l’apertura di una sede operativa in Algeria al seguente indirizzo: “DILABLIDA Via Benyoucef Benkhedda Bt 13 num 03 AADl ouled yaich Blida Algeria tel. 393472110225 – 213561778895.

Ciò, nella convinzione che tale collaborazione internazionale potrà dare notevole risalto positivo ai progetti Made in Ischia proposti da DILA, e sarà determinate per creare i presupposti affinché si sviluppino incontri, gemellaggi, iniziative artistiche culturali e sociali tali da soddisfare l’obiettivo/slogan di “ottenere, per l’Arte in generale e per la Poesia in particolare il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana.”

l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA,

riconosciuta l’ampia positiva divulgazione dei propri progetti ottenuta grazie alle attività professionali e sociali fino ad ora realizzate dalla Professoressa Dalila Boukhalfa, ha deliberato di nominarla Presidente della sede operativa algerina “DILABLIDA”, augurandole i migliori successi.
Bruno Mancini
Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Dalila Boukhalfa

Per gli amici Caroline Dali, è nata a Oran in Algeria il 26 Dicembre 1968 e vive a Blida.
Insegnante di francese presso la scuola media e il centro di lingue stranieri dell’università di Soumaa.

Da sempre appassionata di lingue, di libri e di poesia, ha saputo trasmettere con notevole successo questi interessi ai suoi studenti.
Ha partecipato a diverse manifestazione di carattere culturale in Algeria.

Scrive a titolo personale storie per ragazzi e poesie.
Il suo sogno è di organizzare e partecipare ad eventi artistici e culturali in Italia e in Algeria, facendo affidamento sulla cooperazione, sincera e continua, con l’Associazione culturale DILA, in modo tale da creare e riaffermare rapporti, tra artisti italiani e algerini, che abbiano in lei e nella sua volitiva presenza un collante forte e determinante.

STANZE D’ARTISTA: ALLA GALLERIA D’ARTE MODERNA DI ROMA IN MOSTRA I PROTAGONISTI DEL PRIMO NOVECENTO

Tra i più problematici e contraddittori, il Novecento è stato un secolo ricco di drammi, tensioni, ma anche di innovazioni, scoperte e trasformazioni sul piano umano, sociale e scientifico.

Nel campo dell’arte vede l’affermarsi di diverse correnti tutte o quasi, orientate ad uscire dai canoni classici e tradizionali per dare vita ad un nuovo modo di ridefinire la realtà con i suoi cambiamenti e incertezze.

A ripercorrere momenti importanti delle innovazioni artistiche nel corso del primo Novecento è la mostra STANZE D’ARTISTA.
Capolavori del ‘900 italiano allestita a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna in Via Crispi aperta fino al 1 Ottobre 2017.

Curata da Maria Catalano e Federica Pirani,

l’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, attraverso le opere di alcuni tra i più noti protagonisti della scena artistica della prima metà del ‘ 900 quali Mario Sironi, Arturo Martini, Ferruccio Ferrazzi, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Carlo Carrà, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Massimo Campigli, Marino Marini, Fausto Pirandello e Scipione, intende dimostrare l’importanza di certe innovazioni sul piano ideologico e sociale, oltre che espressivo, portate dall’arte italiana dei primi decenni del Novecento.

Le circa sessanta opere di scultura, pittura, grafica a firma di questi dodici artistiche procedono dal divisionismo al futurismo, dalla metafisica al ritorno all’ordine, guidano nella complessità dei loro singoli percorsi, tantoché a ciascun artista è dedicata una “stanza” illusoria.
Nelle sale espositive, accanto ad ogni opera degli artisti, si possono trovare i loro scritti tratti da diari o lettere, testi teorici e critici, così da offre una sorta di commento critico proveniente dalla stessa fonte creativa dei capolavori in mostra.

La scrittura rappresentava per questi protagonisti dell’arte del Novecento un modo per dar voce alle loro impressioni e stati d’animo spesso riferite all’atto del creare.

Le opere in mostra,

appartenenti alle collezioni della Galleria d’Arte Moderna e provenienti da prestigiose raccolte private, mirano, in un rapporto dialogico, a restituire una più approfondita conoscenza del patrimonio artistico del primo Novecento sottolineando le caratteristiche linguistico espressive degli stessi artisti.

Tra le opere presenti citiamo quella di De Chirico che definisce la realtà quale allusione a narrazioni fantastiche con richiami a mondi mitologici o classici con “Combattimento di gladiatori” (1933-1934); quelle di Savinio dove sono presenti aspetti irrazionali, sospesi tra gusto surrealista ed atmosfere con cui tratta il mondo infantile, aspetti legati all’antichità e il conflitto fra razionale e irrazionale: Senza titolo (Foresta tropicale) 1945-1946 e Autunno(1934); quelle di Pirandello presente con Paesaggio romano (1935-1938), Scena campestre (1926), Il Sarto (1929); senza dimenticare Soffici con Campi e colline (1925), Paesaggio (1909) e Marzo burrascoso 1926-1927).

A Giorgio De Chirico

è stata dedicata un’interessante mostra ad Ischia nel 2010 presso il Complesso Museale di Villa Arbusto dove sono stati esposti 28 quadri e 5 sculture provenienti dalla Collezione Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.
Silvana Lazzarino

Il Dispari 2017-07-10

Il Dispari 2017-07-10

Tina Bruno,

opinionista di questa pagina culturale, scrittrice poetessa romana, durante tutto il suo percorso letterario ha curato in modo particolare il mondo infantile, scrivendo, tra l’altro, “Favole Educative”. Un libro dedicato non soltanto ai bambini, ma anche agli adulti che si prendono cura dell’educazione formativa dei piccoli.

Tale libro, è importante ricordarlo, ha partecipato a numerosi concorsi di narrativa, ricevendo sempre ampi consensi fino a che, tra le varie recensioni e giudizi positivi, il volume è stato gratificato dalla Commissione del concorso internazionale “Scriviamo Insieme” come ”Il Migliore Libro Dì Letteratura Per L’infanzia”: senza dubbio una consacrazione a livello nazionale della qualità educativa e delle capacità letterarie di Tina Bruno.

Da “Racconti brevi”

Betty
Tra Antropologia e Cultura

Astolfo e Fidenzio erano due giovani amici.

Il primo figlio di proprietari terrieri, l’altro, del fattore della tenuta, avevano la stessa età.
Fidenzio, diplomato ragioniere, da sempre svolse mansioni di contabilità presso la masseria. Astolfo, il Marchese, dopo il diploma partì per l’America, dove conseguì la Laurea in “Scienze Naturali.”

Il giovane Marchese amava l’esplorazione di posti sconosciuti e selvaggi, la caccia, l’arte, la ricerca e le belle donne.

Spesso, in compagnia di altri ricercatori, partiva per l’Amazzonia: gli piaceva conoscere la gente del posto, sostare qualche giorno e fare ricerca sul campo.
Era il giorno 08/08/88 quando il Marchese partì insieme con altri ricercatori per conoscere la parte settentrionale dell’Amazzonia che appartiene al Brasile ed è bagnata dal Rio Delle Amazzoni.

Lungo il percorso esplorativo, il gruppo dei ricercatori sentì il bisogno di riposare un po’.

Fu proprio in quell’angolo di terra che costeggia il fiume scelto per piantare le tende, che il marchese incontrò la bella Betty.

La ragazza era in compagnia dei figli delle persone che si presero cura di lei dopo la morte dei suoi genitori in quel fiume.

Betty, questo era il suo nome,

cercava di rendersi utile dando lezioni di cultura moderna ai loro figli.
Non avendo libri, impartiva loro importanti insegnamenti attraverso l’esperienza diretta con gli oggetti, la manipolazione, l’osservazione, il gioco.
L’arrivo degli antropologi aumentò in Betty il desiderio di lasciare quel posto per incontrare gente nuova e divulgare la cultura e l’educazione iniziata dai suoi genitori.

Ottenuto il permesso di partire, il 28/08/88 arrivò alla tenuta insieme al Marchese.

Di origini svedesi era alta, bionda, occhi azzurri e portamento elegante, per cui la casa del Marchese, come spesso la gente ripeteva, era proprio quella giusta per un tipo come lei.

Accolta, su invito del Marchese, al castello dalle sue sorelle (due brave insegnanti) con lo scopo d’istruirla nel loro idioma, queste rifiutarono di accettarla come cognata.

Tale rifiuto non era giusto e il giovane Marchese non lo sopportava.

Pensò, quindi, di rivolgersi al suo fedele amico Fidenzio e di fare con lui un accordo dietro compenso, sia per zittire le chiacchiere del paese, sia per calmare la furia delle sorelle.
L’accordo era; “Far finta di partire lontano dalla tenuta e sposare Betty.”
La finzione andò avanti fino alla nascita del piccolo Louis, giorno in cui il Marchese decise di sfidare i membri della famiglia e di sposare la ragazza.

Era una notte di luna piena, del mese d’agosto, quando Betty, mise al mondo un bel maschietto e Fidenzio, presunto padre, appena ne ebbe notizia, sentì il dovere di comunicarlo ai vicini di casa.
Aprì la finestra e ad alta voce, dopo una bevuta di vino, annunciò la nascita.

– È nato, è nato

Fidenzio deve essere impazzito, altrimenti non si spiega quest’euforia; non è figlio suo e lo sappiamo tutti, perciò per quale motivo urla? Lo sa che sono le due del mattino? Commenta con voce impetuosa rivolgendosi alla propria moglie Nardo il nasone, soprannominato così dai paesani a causa di una Malformazione al naso.

Lascialo urlare, soddisfatto lui, felici tutti, a te cosa toglie? Rispose la moglie.
Mi toglie il sonno! Santo cielo! Hai capito? Io alle 5 mi devo alzare per recarmi in campagna a dar da bere agli animali, e fino a quell’ora ho bisogno di dormire!
Va bene, spegni la luce e cerchiamo di dormire, è ancora troppo presto! Esclamò Teresa, una donna sulla quarantina, madre di quattro figli, con un fisico logoro dalla fatica, dalle gravidanze e dal carattere turbolento del marito.

Paziente e rassegnata

a occupare in famiglia, sempre il secondo posto, non osò ribellarsi al volere del compagno.
In paese era nota la bellezza di Betty, però non capisco come mai ha sposato Fidenzio.
– Scusa Nardo, ma dobbiamo per forza continuare a parlare di loro?
A fare i figli, sono tutti bravi, guarda noi.
Ne abbiamo messi al mondo quattro.
La cosa difficile è allevarli e educarli. Affermò Teresa, con un po’ d’invidia e gelosia.
È vero ciò che dici. Buona notte!

Nardo non riusciva a prendere sonno, e ricominciò a spettegolare.
Nardo io ho sonno, spegniamo la luce? Te lo chiedo per favore! Buona notte!
– Che notte ragazzi! Finì Nardo.

All’alba, come tutti i giorni si recò in campagna e lungo la strada, incontrò i suoi colleghi di lavoro e cominciò a spettegolare, fra loro c’èra anche compare Ciccio, suo amico speciale.
Ciccio, soprannominato dai colleghi di lavoro il ”Giornalista” per via di tutte le storie che inventava e raccontava, appena vide Nardo, gli domandò:
Buongiorno compare hai saputo che la moglie di Fidenzio questa notte ha dato alla luce un maschio?
– Perché, secondo te, è figlio suo? Adesso ti ci metti anche tu? Quel poveraccio è solo la controfigura del Marchese, il fortunato con cui va a letto è il padrone. Affermò.

Lungo la strada incontrarono altri amici,

erano felici ed esaltati, avevano ricevuto dal Marchese l’invito di prendere parte alla festa in occasione del battesimo del bimbo.
Si racconta in giro che verrà l’Arcivescovo a celebrare il Battesimo, quindi, ci sarà festa grande. Aggiunse Carmelo, un omino tarchiato, trent’anni d’età, ma che in realtà ne dimostrava almeno dieci di più, a causa della pelle bruciata dalla continua esposizione al sole, cui il lavoro dei campi lo sottoponeva.

Il piazzale dell’aia era pieno di tavoli imbanditi con ogni ben di Dio e Fidenzio era felice di servire le bevande e i dolci: sprizzava gioia da tutte le parti del corpo.
È felice perché pensa che nessuna persona conosca il suo segreto, invece si sbaglia, la gente non parla, per non umiliarlo. Disse Ciccio.

– La gente oggi è felice perché sa d’avere privilegi speciali, grazie alla bontà del Marchese, che a differenza d’altri datori di lavoro, mostra d’essere veramente una persona perbene, sedendo e mangiando allo stesso tavolo dei braccianti! Esclamò compare Nardo.
Fidenzio, a un certo punto, abbandonò l’arte del vivandiere prese in braccio il bambino e annunciò al pubblico la sua nascita:

Questo è mio figlio.

Seguì un forte applauso di buon augurio per il bambino da parte di tutti i presenti e di richiesta, per il Marchese
Signor Marchese, dove ha trovato una donna così bella?

Al posto del Marchese rispose la gente:
Si dice l’abbia trovata in orfanotrofio, nei paesi intorno al nostro.

Compare Ciccio, informato più di tutti, si girò verso il gruppetto di chiacchieroni e disse:
Se proprio ci tenete a saperlo ve lo dico io.
– Compare Ciccio sbrigati a parlare muoio dalla curiosità. Affermò Nardo.
Ricordi compare, quel viaggio in Amazzonia che il Marchese fece qualche anno fa?
– Quello che lo portò a lasciare la fidanzata che aveva in paese, la figlia del Conte, non posso andare oltre, tanto hai capito a chi mi riferisco?
– Ho capito sì, ecco perché andava sempre agli uffici comunali e al Tribunale, adesso si spiega tutto, grazie!

La festa durò fino a tardi

e verso mezzanotte alcuni invitati cominciarono ad abbandonare la tenuta.

Lungo la strada era tutto un dire, un commentare sulla festa.
Il giorno seguente come tutte le domeniche, i cittadini cattolici si recavano in chiesa per assistere alla S. Messa.

Gli uomini aspettavano in piazza le compagne, era usanza del paese entrare insieme in chiesa, nel frattempo, chiacchieravano del più e del meno, scambiavano pareri, consigli e apprezzamenti su quella o quell’altra persona.

Quel giorno il discorso, come tutti i giorni dall’arrivo della giovane donna, era centrato sul Marchese e la sua amante.

Alle 10, l’auto del Marchese, guidata da uno dei suoi braccianti, arrivò in piazza e fu parcheggiata al solito posto: un angolo appartato della piazza, che nessuno osava occupare perché riservato ad Astolfo.

Dall’auto scese per primo il Marchese,

poi le due sorelle e per ultimo la bellissima Betty.
Gli uomini presenti in piazza, salutati amichevolmente dal Marchese, risposero con riverenza e riconoscenza, non solo per la sua amicizia, ma anche perché ancora una volta, potevano ammirare la bellissima Betty.
In chiesa il Parroco invitò tutti i fedeli alla preghiera, al perdono, al ringraziamento e al riconoscimento delle buone opere del Marchese, sempre generoso con tutti.

Fra i fedeli il mormorio era continuo, tanto che al momento dell’Omelia, il prete pregò i presenti di fare silenzio e di ascoltare l’annuncio che stava per fare:
Ieri ho saputo una bella notizia e voglio comunicarla a tutti voi: fra qualche mese il Signor Marchese sposerà la bellissima Signora Betty, siete invitati tutti alla sua tenuta per festeggiare insieme il loro matrimonio.

A quell’annuncio molti dei presenti meravigliati si domandarono: “Come può sposare Betty se lei è già sposata con Fidenzio?

Le donne invidiose della fortuna capitata alla futura sposa, cominciarono a trovarle tanti difetti:
La spilla che porta è proprio brutta!
– Io al suo posto a quel vestito avrei abbinato le scarpe blu.
– Sai che cosa ti dico? Quell’abito non mi piace.

Alla fine della S. Messa

il Marchese pregò i paesani di attendere qualche minuto in piazza perché doveva spiegare come stavano veramente le cose:
Ho il dovere di chiarire il motivo che mi abilita a sposare Betty o Betta, come voi tutti la chiamate:
1) perché il suo matrimonio con Fidenzio è stato solo una recita;
2) perché il bambino è figlio mio e di Betty;
3) perché le mie sorelle dopo tanti chiarimenti hanno accettato che Betty diventi mia moglie.
Vi aspettiamo in tanti.

Il Marchese, a quel punto, salutò tutti e ripartì.
La gente si guardò intorno smarrita e tacque, non una parola di disapprovazione, non una a favore fu pronunciata.
Da quel giorno il pettegolezzo che durava da qualche tempo cessò.

Tina Bruno

 Il Dispari 2017-07-03

Editoriale

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli “Duo Namaste”

La parola Namaste è originaria di una zona compresa tra l’India e il Nepal ma è utilizzata anche in molte regioni dell’Asia e nell’Australia meridionale.

Essa, pur essendo letteralmente traducibile con “mi inchino a te” in quanto deriva dal sanscrito “namas” (inchinarsi, salutare con reverenza) e “te” (a te), viene comunemente associata ad una valenza spirituale, per cui può forse essere interpretata in modo più completo come un saluto alle qualità divine che sono in te. Unita al gesto di congiungere le mani e chinare il capo, acquisisce l’ulteriore significato di “le qualità divine che sono in me si inchinano alle qualità divine che sono in te”.

Ciò può definirne quindi il significato ultimo come un saluto tramite il quale si riconosce la sacralità sia di chi porge il benvenuto sia di chi lo riceve.

Natalia Benedetti e Guido Arbonelli

hanno scelto questo nome per il loro duo di clarinetti e canto, quale augurio di grande simbiosi che vogliono stabilire con i loro ascoltatori.

Ad Ischia ne abbiamo avuto un esempio recente durante la loro esibizione del Natale 2016 durante la quale hanno suonato anche il bellissimo inno “Girotondo di emozioni”, scritto da Guido e cantato da Natalia, dedicato a Ischia con il quale hanno vinto il premio internazionale “Otto milioni” edizione 2016.

Natalia

è anche professore di strumento e direttrice dell’Orchestra della scuola media Cocchi-Aosta e Liceo Jacopone di Todi, mentre Guido, oggi docente al Conservatorio “Cherubini” di Firenze, ha fatto parte di numerose orchestre internazionali quali la NIS simphony orchestra (Serbia), Orchestra Sinfonica di Perugia e dell’Umbria, Arturo Toscanini orchestra, Queen’s College orchestra-Usa, Orchestra Sinfonica di Constanta-Romania, nonché delle orchestre della Rai di Torino e Napoli, ed ha tenuto il corso per Professori d’orchestra presso il Teatro lirico Sperimentale di Spoleto nell’anno 2007.

Guido Arbonelli e Natalia Benedetti

hanno svolto attività concertistica a Ischia fin dagli anni ’80, invitati spesso dal compianto M° Vincenzo Sena.
Inoltre, i due musicisti hanno svolto spesso attività di docenza in masterclasses nei vari comuni dell’isola d’Ischia.
Di conseguenza, l’Isola, con il suo sole e calore, mare e amore è da sempre rimasto nel cuore del Duo tanto quando, in internet, trovano la notizia del premio letterario Made in Ischia “Otto milioni” organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ne rimangono attratti fino al punto di scrivere la canzone “Girotondo di Emozioni”che ora va n giro per il mondo con i loro concerti.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-07-03

IL DOPPIO E LA COPIA CON CARAVAGGIO NEL PATRIMONIO DEL F. E .C.

Avvolgente e provocatoria, intensa e eloquente nel realismo con cui cattura fatti, atmosfere sacre e profane, e in quei contrasti unici di luci ed ombre che restituiscono allo spazio e alle figure un profondo realismo, l’opera del Caravaggio figura tra le più importanti nello scenario dell’arte del Seicento, apre ad un nuovo modo di percepire e sentire la vita nel suo scorrere con drammi e passioni, misteri e verità.

A parlare sono i suoi personaggi sia legati alla mitologia, sia al sacro o al profano, senza dimenticare le splendide nature morte dove il taglio di luce esalta ogni dettaglio accarezzando un nuovo modo di restituire spazi ordinari che diventano straordinari.
Caravaggio, tanto studiato da storici dell’arte e critici, tra cui Rossella Vodret, maggiore esperta al mondo di questo straordinario artista, è al centro della mostra in corso fino al 16 Luglio presso gli spazi di Palazzo Barberini a Roma.

Giulia Silvia Ghia,

in occasione dei trent’anni del F.E.C. (Fondo edifici di culto) presenta “Il Doppio e la Copia” quattro dipinti, o meglio due coppie di dipinti messi a confronto, due di certa mano caravaggesca e gli altri copie antiche che ritraggono rispettivamente San Francesco in meditazione del 1606 e La Flagellazione di Cristo del 1607.
Due tematiche di forte impatto emotivo e visivo, legate al sacro che Caravaggio restituisce con quegli squarci di luci che si aprono attraverso zone scure a rappresentare da una parte la meditazione sulla morte e dall’altra l’accettazione della flagellazione

I dipinti con San Francesco

in meditazione –l’uno proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto Romano e in deposito alle Gallerie Nazionali di Arte Antica e l’altro proveniente dalla chiesa romana di Santa Maria della Concezione (nota come Chiesa dei Cappuccini)– sono stati per anni al centro di una complessa vicenda attributiva conclusasi, dopo operazioni di restauro e ricerche tecniche eseguite – contestuali e parallele – su entrambi i dipinti, con l’attribuzione dell’originale alla tela proveniente dalla chiesa di San Pietro a Carpineto, oggi in deposito presso Palazzo Barberini.

La copia della pala del Caravaggio con la Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte di Napoli che fu commissionata al Merisi dalla famiglia De Franchis, e collocata nella loro cappella nella chiesa di San Domenico, è stata attribuita al noto copista di Caravaggio, Andrea Vaccaro collocata oggi nella cappella del Rosario di San Domenico.

Nel dipinto di San Francesco

in meditazione (1606)in cui il frate è raffigurato con in mano un teschio e davanti un tronco su cui poggia una croce, la novità iconografica è proprio il teschio qui ad indicare la precarietà della vita di fronte all’ineluttabilità della morte, anticipando il motivo delle vanitas nature morte in cui accanto a fiori, frutta, o strumenti musicali e libri appare anche un teschio.
Nella Flagellazione, il Cristo, legato alla colonna dai tre aguzzini, si prepara a sopportare il dolore senza mostrare gesti strazianti ed è reso nella sua vulnerabilità come qualsiasi essere umano.
Un’opera del Caravaggio “I musici” del 1595 è esposta fino al 16 luglio a Napoli presso Palazzo Zevallosa Stigliano in via Toledo e in essa sono rappresentati quattro giovani suonatori in concerto, una sorta di allegoria di Amore e Musica.

Silvana Lazzarino

Grande successo per la mostra di Milena Petrarca vincitrice del premio “Otto milioni” 2017

Grande successo per la mostra di Milena Petrarca a Pozzuoli, sua terra natia, dedicata ad Artemisia Gentileshi.

Infatti, inaugurata il 15 Giugno ne era prevista la durata fino al 30, ma il notevole interesse suscitato nel pubblico e nella critica ne hanno consigliata la proroga per un altro mese!
Così sarà possibile visitarla tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 23 nella sede del Bistrò-Galleria-Apotecha—Art Port in via Solfatare 131/133.

Organizzata dal Dott. Nicola Fasano art tutor scopritore di Milena quando lei aveva solo 15 anni, tra i dipinti più significativi spicca “Il volto di Artemisia – omaggio di Milena”.
Affiancate a Milena Petrarca espongono anche le pittrici Rosalia Tortorelli e Veronica Longo.

Pietrantonio Di Lucia, noto critico d’arte, ha scritto:

All’orizzonte uno sfumato tra leonardesco e seicentesco.” e poi “Oggi la pittrice Milena Petrarca dipinge nello sfondo un paesaggio fantasioso e un tantino partenopeo a marcare la sua origine in quel di Napoli, città del canto, della musica e dell’Arte. Quel paesaggio è dato relativo e mai realistico oggettivo; è presente e passato; è oggi e storico periodo che vide le peripezie e i capolavori della bella Artemisia… ma è pure il paesaggio evanescente, prospettiva aerea di Leonardo. Quanta storia puoi leggere in quel dipinto di paesaggio!”

Silvana Lazzarino ha scritto di lei:

Scultrice e poetessa di grande sensibilità, stilista e ritrattista che dona emozioni oltre il tempo legate all’uomo e alla sua vita tra gioie e malinconie, passioni e speranze, le opere di Milena Petrarca, presenti nei musei italiani e americani ed in prestigiose collezioni americane, francesi, inglesi e cinesi, incantano gli occhi e la mente per quel loro essere sospese tra realtà e sogno, mistero e poesia, avvolte da una luce che traspare da colori ora caldi e accesi, ora freddi e opachi.”

Nata a Pozzuoli nel 1950, vive e lavora a Latina trasferendosi periodicamente anche a New York.
Ha studiato all’istituto d’Arte Filippo Palizzi di Napoli, dove ha conseguito il titolo di maestra d’Arte.
Allieva del grande Scultore Lelio Gelli, è stata docente di discipline pittoriche presso il liceo Artistico di Latina.
Sue composizioni poetiche e sue opere pittoriche faranno parte della nuova Antologia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” dal titolo “Penne Note Matite”, di prossima pubblicazione, a cura di Bruno Mancini e di Roberta Panizza e con la collaborazione di Silvana Lazzarino, edita da “Il Sextante” di Maria Pia Ciaghi.

Grande successo per Milena Petrarca. Le due Muse

Il Dispari 2017-06-26Il Dispari 2017-06-26

Editoriale

Rita Cuccaro, che alcuni di voi certamente ricorderanno come mirabile interprete di canzoni classiche italiane durante eventi proposti nella Biblioteca comunale Antoniana diretta da Lucia Annicelli, nell’Hotel Parco Verde della famiglia Buono diretto da Guerino Cigliano e nel ristorante Coquille dell’On. Salvatore Lauro, Rita Cuccaro, dicevo, ha, proprio ultimamente, pubblicato il magnifico CD “Credere all’amore” in cui spicca la canzone “L’amore c’è” scritta dal cantautore italo australiano, Peter Ciani, particolarmente noto e amato qui a Ischia per aver dedicato diverse sue canzoni alla nostra Isola (Ischia Marrana, Ischia Ischia, e l’inno Mare mare dedicato al Comm. Agostino Lauro in occasione del premio di poesia “Otto milioni” sono solo alcuni titoli delle sue canzoni dedicate a Ischia).

Contattata telefonicamente dalla nostra Redazione, Rita Cuccaro ci ha stupiti ed entusiasmati con la bella idea di comunicarci, in anteprima, che ha già iniziato le registrazioni dei brani che faranno parte del suo prossimo album dal titolo provvisorio “I sogni si vivono a Ischia”.

Album in cui ha intenzione di inserire alcune delle canzono scritte dal cantautore siciliano , ed in particolare “Coquille” vincitrice del premio musicale “Otto milioni” (presentata in anteprima all’EXPO e al Bookcity di Milano nell’Autunno 2015), e “Nelle bugie dei sogni” anch’essa vincitrice di un’edizione del premio “Otto milioni”.

A questo punto è facile prevedere che Rita Cuccaro sarà invitata a presentare i suoi “lavori” discografici nel Museo Etnografico del mare e che li illustrerà nel modo che le resta più congeniale: Cantando!
Auguri Rita, Ischia ti aspetta!

Silvana Lazzarino al “Giardino segreto dell’anima” in Campinola di Tramonti

C’è un luogo su questa Terra, e in particolare lungo la Costiera Amalfitana, dove i pensieri diventano parole e i ricordi riaffiorano inattesi a scandagliare sensazioni che il tempo non cancella. è il “Giardino Segreto dell’anima”, sito a Campinola di Tramonti, custodito come uno scrigno dai coniugi Enza Telese e Antonio De Marco che amorevolmente da oltre quindici anni si dedicano alla manutenzione di questo scenario di piante e fiori, dove i colori e i profumi sono i protagonisti di un concerto unico fatto di sfumature visive ed emotive in cui ritrovare qualcosa di se stessi, del proprio vissuto tra nostalgie e attese, gioie e speranze.

Un giardino botanico sperimentale, dove tra i tanti tipi di fiori si resta incantati dalle 200 piante di rose e dalle molteplici variazioni cromatiche dei glicini.

Ed è proprio all’interno di questo spazio, dall’atmosfera quasi da sogno lontana dalla routine quotidiana, adatto a recuperare il bello e il vero nascosto nelle parole e negli sguardi delle persone -spesso difficile da carpire in contesti lontani dalla natura dove i ritmi della vita scorrono troppo veloci-, che lo scorso 16 giugno 2017 si è svolto l’appuntamento con la poesia e la letteratura all’interno dell’XI edizione di incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Commissione Europea.

Un appuntamento nato in virtù del gemellaggio tra incostieraamalfitana.it di cui è direttore artistico Alfonso Bottone e il “Photofestival Attraverso le Pieghe del Tempo” di cui è direttore artistico Lisa Bernardini che insieme, da circa due anni, portano avanti un percorso dove la cultura diventa occasione per riscoprire le bellezze del territorio nazionale.

La serata, accanto all’assegnazione del premi per il terzo Concorso Nazionale di Poesia “Il Giardino segreto dell’anima” alla presenza della presidente di giuria Sonia Giovannetti, ha visto “Incontri d’autore” con la poetessa Silvana Lazzarino e gli scrittori Simonetta Bumbi e Ugo De Angelis intervistati da Alfonso Bottone.

Antonino Giordano, Gerardo Pagano e Maria Antonietta Rotter, classificati rispettivamente al primo al secondo e al terzo posto, dopo essere stati invitati da Alfonso Bottone a parlare delle proprie emozioni legate alle loro opere hanno ricevuto il premio da Antonio De Marco ed Enza Telese.

L’attrice Vania De Angelis ha letto le opere premiate regalando forti emozioni con un’interpretazione che ha commosso il pubblico presente.

La scrittrice Simonetta Bumbi con il suo “Iostoconletartarughe” (Emigli) ha fatto emergere la durezza della vita che spesso porta dolore e sofferenza.

La “nostra” Silvana Lazzarino, Socia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” e valentissima opinionista della Redazione culturale di questo quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, ha presentato la sua raccolta poetica Oltre le immagini tra visione ed emozione” (Pagine) in cui dipinge le emozioni della vita.

Non solo della sua, ma la vita in chiave universale toccando ricordi passati e presenti attraverso i luoghi più nascosti e intimi che la natura regala nei suoi volti ora solari, ora abitati dalla notte.

Ha chiuso l’interessante serata l’architetto e scrittore Ugo De Angelis con il libro “In quella foto c’è Maria” (Nane) con il quale ha restituito una visione storica e sociale ai personaggi e ai fatti, accaduti nel mese di Luglio del 1902 alle Ferriere di Conca, che portarono al martirio della piccola Maria Goretti..

Bruno Mancini

La filosofia e il filosofo

La filosofia è ricerca della verità?
Esiste o non esiste una verità assoluta?
La verità va ricercata, sempre.
Il nostro cervello lavora e non si appiattisce mai, è sempre alla ricerca di realtà da scoprire, è motore sempre in funzione, che viaggia dalla nascita ed è in continuo movimento fino all’esaurirsi della sua energia.
Il pensiero che produce subisce continue evoluzioni ed elabora sempre qualcosa di diverso, spesso tenta di volare, per andare oltre l’assoluto, ma poi deve fermarsi e rientrare.

Se è vero che la filosofia è ricerca continua, allora la troviamo nella vita semplice di tutti i giorni.
La filosofia è pensiero, mobile e nobile,nche si modifica costantemente col passare degli anni. Filosofare è ricercare.
Questo è normale anche in un bambino, che non conosce ancora il mondo, il significato delle stelle, della luna, del sole e dell’universo che lo circonda e non è interessato ancora alla ricerca più profonda, ma è sempre impegnato a scoprire il nuovo ed ha voglia di apprendere, di sapere e di migliorare.

Questa è filosofia.

Ma allora il bambino è il vero filosofo?
Dunque, se noi riusciamo a conservare quel bambino dentro di noi, possiamo sperare di filosofare tutta la vita?
Dobbiamo augurarci che l’uomo dia più spazio al bambino che ha dentro, per sperare di vedere un mondo migliore.

Tutti i padri della filosofia, da Talete a Platone, ad Aristotele, a Socrate, a Pitagora e fino ai pensatori odierni, hanno espresso il loro pensiero, ma nessuno ha scoperto quello che cercava.
Una verità è certa e sicura: “Ognuno di noi, preso isolatamente, non vale nulla”, è ciò che sostiene il filosofo Aldo Masullo ed è, a mio avviso, una grande verità, è frutto della saggezza di un grande studioso.

La filosofia, dunque, è per l’uomo, fin dalla nascita, ricerca del vero, del nuovo,del suo simile, del suo spirito, della sua anima, della sua natura e dell’impossibile.

Ma allora, senza fare confusione con la fede, anche la religione è filosofia o potremmo definirla tale?
Dagli inizi della storia dell’umanità a tutt’oggi la scienza ha raggiunto moltissimi traguardi, ma l’uomo non ha scoperto la verità che cercava.
Spesso individuiamo nelle persone sagge, nel linguaggio, nel modo di fare, di pensare, di vivere, nel modo di sdrammatizzare, un filosofare perpetuo.

È uno stile di vita semplice, è un modo di vedere le cose, un po’ alla buona, non esasperato.
Si accentuano il comportamento e il linguaggio filosofico più avanti negli anni, con la maturità, con l’esperienza della vita, con l’andare verso gli altri, con la conoscenza e se si ha un poco di cultura in più, questo aiuta maggiormente nel relazionarsi al prossimo, aiuta a vivere e può essere di aiuto anche a chi ci sta vicino.

Il percorso della vita di ognuno di noi può essere breve o può essere lungo, io so quanto tempo ho vissuto, ma non quanto tempo vivrò ancora, questo non lo sa nessuno di noi, è il mistero della vita, ma so che l’impegno della ricerca è stato forte e che alla fine non ha prodotto i risultati sperati. L’uomo si è accorto sicuramente di avere scoperto solo un mondo bellissimo, che non ha saputo godere, apprezzare e proteggere.
Napoli, Marzo 2017
Adolfo Giuliani

Pietro Lapiana

Tra pensieri e sentimenti vagando

Poeta sensibile alle tematiche giovanili in quanto ha svolto l’attività di insegnante per 25 anni nelle Scuole Elementari Statali e per oltre dieci anni è stato docente di Italiano e Storia negli Istituti Tecnici e Professionali, Pietro Lapiana ha collaborato, come corrispondente, con vari giornali e riviste, tra cui “Cronache Italiane”.

Ha conseguito notevoli premi letterari.

Concordo con il poeta che gli affetti familiari costituiscono il fulcro dell’esistenza.
La sofferenza per la morte della madre non è stato mitigata con la sua poesia, nonostante che sia passato mezzo secolo dal tragico giorno e la scomparsa del padre è stata dolore incolmabile e le sue emozioni nefaste si trovano nei suoi versi.
Toccante la sua poesia:

Mio padre

Era parco di lodi e carezze
ma immenso il suo amore,
abbondava di tenerezze
celate nei recessi del cuore…
Non faceva mai mancare niente,
sopportava sacrifici e privazioni,
all’occasione si mostrava indulgente
pur di assecondare le loro aspirazioni…
Onusto di malanni più che d’età diede l’addio,
l’ultimo brindisi con i suoi cari a Capodanno,
poi una sincope nefasta lo involse nell’oblio,
solo e in silenzio, forse capì che la vita è inganno.
Era mio padre.

La sua anima poetica la troviamo in questi versi

… E scrivo

Meditabondo,
illuminato
da lampi di luce,
raccolgo parole
dal profondo
del cuore,
e scrivo.

Presidente della sede operativa di Sermoneta con competenza su tutta la Provincia di Latina per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, nonché Presidente delegato Regione Lazio per conto dell’Accademia Internazionale “Arte e Cultura di Michelangelo Angrisani”.

 

  DILA