Dispari 20191028 – Redazione culturale

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Dispari 20191028

Dispari 20191028 – Redazione culturale

Editoriale | “Il libro di Sonia” al Bookcity 2019

Il prossimo 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM di Milano, DILA presenterà l’evento “Otto milioni” il cui focus sarà l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.
Con cadenza settimanale li pubblicheremo tutti in questa pagina augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume primo
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IL RACCONTO
Il libro di Sonia – Capitolo 1°

[…] Gino smise di leggere, le giunse accanto, pose una mano sulle dita infreddolite, e, con l’altra, calmò lo svolazzo dei capelli poggiandoli accanto al viso.

Io c’ero.

Restavo seduto, nello stesso scompartimento dal quale Gino si era alzato, fingendo il più assoluto disinteresse per i loro movimenti, così come non avevo fatto intendere di percepire l’inquietudine che l’aveva sommersa, e la voglia d’ignoto in cui si era immerso, fusi nell’istante in cui il nostro imprevisto incontro, pur senza una regia, si materializzò in necessità ineluttabile di un lungo percorso comune.

Tu-Sonia, Gino-io; binomi esistenziali a scelta negli ampi confini del normale-anormale, semplice-contorto, intuitivo-logico, sereno-passionale, sempre-perché, tempo addietro scissi dai nuovi rapporti di coppie; amicizie conflittuali dimenticate per un lungo reciproco silenzio; per caso di nuovo faccia a faccia.
Sonia-Gino, tu-io; talee.

Accarezzare attraverso uno sguardo le forme di Sonia e sentirle fremere al pensiero che scelgo te a simbolo, e curare i particolari di una seduzione tanto subdola nella gestualità quanto attesa, sfacciata nei contenuti perché voluta tale e pure agghiacciante, appiccicosa, paralizzante, e percepire, nel folle autocontrollo del camaleonte che attende, il brivido appagante di un do-re-mi-fa sempre più acuto nell’inno alla catarsi, esasperava, di contro, il malessere invadente per non averti lasciata a Gino per sempre, ed aver impedito quindi che, tu, potessi sopportare e gestire anche il vostro lento declino.

Bruno Mancini

Dispari 20191028 – Redazione culturale

Franco Di Carlo: “L’incontro con Pasolini…”

Liliana Manetti, opinionista di questa redazione, ha ottenuto da Franco Di Carlo, poeta, professore e critico letterario, in esclusiva per il Dispari, questa intervista della quale abbiamo pubblicata la prima parte in data 21/11.
Ringraziamo entrambi per la cortese disponibilità e siamo certi che questo incontro sarà prodromo di notevoli collaborazioni nel solco dell’arte e della cultura.

Liliana Manetti intervista Franco Di Carlo
Parte seconda

D- Il critico letterario Giorgio Linguaglossa si è occupato molto delle sue opere e ha illuminato ed elogiato molto la sua poesia in diversi articoli, come ad esempio in “Della Rivelazione” del 2013. In tale articolo cosa andava a sottolineare il noto critico?
R- Sicuramente Giorgio Linguaglossa tra i critici e i poeti nell’ultimo ventennio è stato quello che si è occupato di più, e più a fondo, della mia opera e non solo poetica. Nel 2002 ha scritto un saggio critico introduttivo alle poesie de “Il nulla celeste”, ma è intervenuto anche su miei saggi critici su Tasso e Leopardi, Pasolini e sulle mie recenti raccolte poetiche: “Della Rivelazione” e “La morte di Empedocle”.

D-Hanno parlato di lei e si sono occupati della sua opera nomi molto noti come Pier Paolo Pasolini. Guardando la foto che la ritrae insieme a Pier Paolo Pasolini, vuole raccontarci il modo in cui Pasolini le ha parlato della propria opera poetica, ed indicarci anche qual è, tra le poesie che lei ha dedicate a Pasolini, quella che, a suo parere, rispecchi meglio la figura di intellettuale di Pasolini, contro ogni tipo di omologazione sociale dalla quale sempre più veniamo schiacciati in questa società moderna in crisi?
R- Ricorderei tra i vari scrittori alcuni molto cari: Dario Bellezza, Lea Carducci, Gualtiero de Santi, Remo Pagnanelli, Oreste Macrì, Giuliano Manacorda, Nelo Risi, il filosofo Emanuele Severino, Mario Miccinesi ecc.
L’incontro con Pasolini, e quindi la sua conoscenza diretta, avvennero l’11 gennaio 1975. Mi ero
appena laureato nel dicembre 1974 e tramite la collaborazione di Giuliano Manacorda (di cui ero
diventato assistente universitario), contattai Pasolini e sua cugina Graziella Chiarcossi.
Si stabilì la data dell’incontro pubblico nella Biblioteca di Genzano di Roma. Io naturalmente avevo letto e studiato le opere fino ad allora pubblicate da Pier Paolo Pasolini.
Feci un lungo intervento critico sull’opera di Pier Paolo Pasolini (che pubblicai diviso in tre parti sulla rivista “Punto Interpretativo” nel 1976) che il poeta apprezzò molto, congratulandosi con me per l’analisi puntuale ed esaustiva dell’intera sua opera.
Purtroppo Pasolini non poté fare lo stesso con le mie poesie che io iniziai a pubblicare solo nel periodo 1977/79.
Diverse mie poesie sono ispirate all’opera di Pasolini (poi pubblicate ne “Il nulla celeste”, in “Della
Rivelazione” e nella più recente raccolta “La morte di Empedocle”(vedi la poesia “La libertà espressiva”).
Le più significative sono due: “Necrologio” e “Come in un racconto giallo” in quanto, insieme ad altre, rappresentano e manifestano il sottile connubio vita-morte-rinascita nel progetto del Mistero presente delle opere di Pasolini.
Naturalmente i numerosi interventi di Pier Paolo Pasolini, tutt’ora inediti, che fece a Genzano l’11/1/1975 costituiscono un vero e proprio documento storico che io pubblicherò in appendice al mio prossimo volume “Pasolini critico”.

D- Conosce l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ed è mai stato ad Ischia?
Vorrebbe venire nella nostra Isola e, tramite l’Associazione DILA, proporre una sua presentazione di un suo volume, oppure un suo intervento critico sulla nostra Isola?
R- No, sfortunatamente non conosco l’Associazione DILA, ma sì, sono stato ad Ischia, anche se più di 30 anni fa, invitato da un amico. Ero un ragazzo ed ho passato dei giorni delle ferie estive nella vostra meravigliosa isola.
Verrei molto volentieri a conoscere la vostra Associazione DILA appunto, magari, per una presentazione di un mio volume. Grazie infinite.

Liliana Manetti

Tumore al seno, è tornatol’Ottobre Rosa.

Carla Pitarelli: “Sono uscita dal male anche grazie all’arte e al design”.

Anche nel 2019 ottobre è rosa. ‘OttobreRosa’ è infatti il nome dato al mese dedicato alla campagna di prevenzione e informazione sul tumore al seno.

Sono stati tanti gli eventi in tutta Italia dedicati dalle associazioni e non solo per questa iniziativa. In questo twitterone vogliamo dare brevemente la testimonianza di Carla Pitarelli, donna immersa nell’arte e ne disign da sempre che è riuscita a superare la malattia brillantemente anche grazie al benessere psicologico dovuto al suo impegno artistico.

Come?

Ha creato oltre a dei bellissimi quadri di luce illuminati da LED, anche un progetto di designer dopo i suoi interventi, ben tre recidive: questo progetto si chiama Cristalbra, ed è un reggiseno bustino bendaggio ideato insieme al chirurgo dell’ospedale di Tor Vergata di Roma che l’ha curata che corrisponde ad un aiuto fondamentale per il post operatorio delle donne con questa malattia, un aiuto per affrontare facendosi una coccola anche all’insegana della comodità e praticità, quel periodo cosi’ delicato ma anche salvaguardando anche la propria femminilità.

Carla Pitarelliinoltre si è battuta per proteggere il suo prodotto con dei brevetti italiani europei ed internazionali, e inizialmente ha autoprodotto il suo progetto facendo leva solo sulle sue forze.

Anche quelle economiche. Tutte.

E’ una donna davvero fuori dal comune, un esempio di come attraverso la forza di volontà e investendo nelle proprie risorse e passioni si può uscire anche dai periodi più bui.

Carla ci ha così confidato: “E’ stata una cosa molto naturale creare Cristalbra, ma non semplice. E’ stata una conseguenza del mio cancro al seno: o meglio un’ispirazione che è venuta dal momentopiu’difficile della mia vita, il carcinoma al seno. E’ scaturito dalla mia esigenza di dare un messaggio molto forte per aiutare partendo da me stessa a tutte le donne che hanno il mio stesso problema e questa mia scelta mi ha dato un motivo per continuare a lottare. Cristalbra è stato la svolta della mia vita. Ma farlo accettare come progetto utile è per me tutt’ora difficilissimo”.

Liliana Manetti.

Il Dispari 20191021

Il Dispari 20191021 – Redazione culturale

Editoriale | “L’Estate con la parrucca” al Bookcity 2019

Il prossimo 16 novembre, nell’Aula magna della SIAM di Milano, DILA presenterà l’evento “Otto milioni” il cui focus sarà l’antologia di Arti varie “Magari un’emozione!” contenente, tra l’altro, alcuni brani tratti da miei racconti.
Con cadenza settimanale li pubblicheremo tutti in questa pagina augurandovi una buona lettura.

DAL LIBRO
Come i cinesi volume primo
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/come-i-cinesi-volume-primo/paperback/product-470699.html
IL RACCONTO
L’estate con la parrucca – Capitolo 1°

[…] Eravamo nei loro invisibili pianti, nelle loro mani di calli, sulle loro lingue asciutte, sulle fronti nere, nelle vite stanche.
Noi eravamo con fughe, sonni, amori, nel loro lavoro duro, noi, tutti.
Avresti voluto avere la forza di gridare “viva l’amore”, avresti dovuto avere il coraggio di stringerla tra le braccia ed amarla davanti a tutti senza vergogna, con passione. Avevo un desiderio enorme di ritornare a casa e dormire. Dormire. Dormire per tantissime lunghe ore prive di coscienza; fino a ricostruire una giornata fondata sul nuovo perno di una nuova coscienza.
Ricerca. Ossessione. Attesa. Ma non malinconia e noia. Meglio tristezza atavica ed assurdamente sentimentale.
Se sono mare lambisco gli scogli e non riesco a possederli. Se sono cielo disegno stelle e non le vedo. Se sono uomo mi sento uomo e non ne godo.
Soffro lo zelo di vivere la natura.

Bruno Mancini

Il Dispari 20191021 – Redazione culturale

Franco Di Carlo: “Verrei volentieri a Ischia”

Liliana Manetti, opinionista di questa redazione, ha ottenuto da Franco di Carlo, poeta, professore e critico letterario, in esclusiva per il Dispari l’intervista che in parte pubblichiamo qui di seguito, e in parte pubblicheremo il prossimo lunedì 28/11.
Ringraziamo entrambi per la cortese disponibilità e siamo certi che questo incontro sarà prodromo di notevoli collaborazioni nel solco dell’arte e della cultura.
Franco Di Carlo è nato a Genzano di Roma nel 1952.
La sua vasta produzione letteraria è composta sia da diversi volumi di critica su personaggi illustri come Tasso, Leopardi, Verga, Ungaretti, Calvino, sulla Poesia abruzzese del ‘900, e sull’Ermetismo, sia da varie opere poetiche i cui titoli principali sono Nel sogno e nella vita, Le stanze della memoria, Il dono, senza dimenticare le raccolte di poemetti Tre poemetti, L’età della ragione, La Voce, Una Traccia, Interludi, L’invocazione, I suoni delle cose, I fantasmi, Il tramonto dell’essere, La luce discorde, Il pensiero poetante, La pietà della luce, Carme lustrale, La mutazione, Poesie per amore, Il progetto, La persuasione, Figure del desiderio, Il sentiero, Foné, Gli occhi di Turner, Divina Mimesis, nonché le sillogi poetiche Il nulla celeste, Della Rivelazione, La morte di Empedocle.
Hanno scritto di lui critici, poeti e scrittori famosi tra i quali: Anceschi, Asor Rosa, Bassani, Bevilacqua, Luzi, Macrì, Pasolini, Pedullà, Sanguineti, Spagnoletti, Spaziani, Siciliano, Sapegno, Zanzotto.

Liliana Manetti intervista Franco Di Carlo
Parte prima

D- Franco Di Carlo, lei, come intellettuale, ha una visione del tutto poliedrica: è scrittore, poeta, critico letterario, professore. Quali di questi ruoli le è più congeniale? Oppure occuparsi della cultura in questi ambiti differenti la mostrano in tutta la sua completezza a Lei che è un intellettuale a 360°?
R- Non farei questa netta distinzione: esistono gli scrittori e gli scrivani come ci suggerisce R. Barthes. Gli scrittori di versi, di racconti di romanzi, di teatro e gli scrittori interpreti, critici, che non sono altro che i continuatori ideali e reali, dei poeti, narratori ect.
Io seguo in questo senso la linea indicata da M. Blanchot e G. Genette. E mi considero un poeta-critico letterario e un critico-poeta. Un qualcosa che tiene insieme interpretazione, analisi e produzione, creazione. L’attività didattica ha praticamente accompagnato la mia vita per oltre quarant’anni: ed è stata convinta, consapevole, attiva e produttiva ed anche creativa, non solo come letterato ma anche in quanto docente ed insegnante.

D- Come definirebbe la sua poesia?
R- È fatta da pensieri poetanti, di poesia-pensiero di impianto filosofico e concentrata sul problema dell’essere (e del non essere) e quindi su quello dell’essere del “nulla”. Un nulla “celeste” e lucente come io lo definisco. Una poesia, perciò, ontologica ma che guarda anche con attenzione alla realtà del mito e alla sua sacralità.

D- Conosce l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” ed è mai stato ad Ischia?
Vorrebbe venire nella nostra Isola e, tramite l’Associazione DILA, proporre una sua presentazione di un suo volume, oppure un suo intervento critico sulla nostra Isola?
R- No, sfortunatamente non conosco l’Associazione DILA, ma sì, sono stato ad Ischia, anche se più di 30 anni fa, invitato da un amico. Ero un ragazzo ed ho passato dei giorni delle ferie estive nella vostra meravigliosa isola.
Verrei molto volentieri a conoscere la vostra Associazione DILA appunto, magari, per una presentazione di un mio volume. Grazie infinite.

Il Dispari 20191021 – Redazione culturale

Simbolicamente il volo

Nei miti, specialmente in quello di Icaro, il volo esprime il desiderio di sublimare, della ricerca armonica interiore e di superare i conflitti.
Il sogno di volare è più ricorrente nelle persone nervose, incapaci di realizzare i propri desideri, di uscire dal guscio, alzarsi e prendere il volo.
Più si intensifica il desiderio, più diventa angosciante l’incapacità di farcela e la vanità diventa colpa.
Il senso di un sogno in cui ci si avventa a volare finisce nell’incubo della caduta: espressione simbolica dei fallimenti reali, conseguenza ineluttabile di una falsa attitudine nella vera vita.
L’immagine del volo è un sostituto irreale dell’azione che bisognerebbe intraprendere.
Quando non sai, non puoi o non vuoi fare qualcosa chiedi che essa venga realizzata nei sogni, superandola.
La volontà e il sogno di volare sono da considerare come simbolo dell’ascensione sul piano del pensiero o della moralità: ma di una specie di ascensione immaginaria e velleitaria, non proporzionata ai bisogni e ai mezzi reali.
È strano costatare, in questa prospettiva analitica del simbolo, che i voli spaziali, i progetti interplanetari possono nascondere- nonostante l’intelligenza e l’eroismo di cui fanno prosopopea- l’incapacità delle grandi nazioni industriali di risolvere problemi umanitari sullo sviluppo economico e sociale.
Inconsapevolmente viene anche tradita un’intera psicologia collettiva basata sulla volontà di affermare il proprio potere nel cielo, che non fa altro che compensare l’impotenza vissuta sulla terra, nella vita.
Nella tradizione cristiana le ali simbolizzano lo spirito e tutto ciò che ha a che fare con la divinità. Questo tema ha origine nella teoria di Platone e fu usato sin dagli inizi della chiesa.
La Santa Scrittura parla addirittura delle ali di Dio e nei salmi si recita questa preghiera: “Coprimi con le piume delle tue ali e proteggi i tuoi fedeli sotto la loro ombra”.
Concludo augurandovi buona vita, serena e leggera come le piume.

Adriana Iftimie Ceroli

Il Dispari 20191021 – Redazione culturale

Twitterone

1- L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” è lieta d’invitarvi alla conferenza e dibattito: “Impronte femminili senza frontiere e la rete Casa delle Erbe” con Carlo Signorini, Storico, erborista, esperto in piante medicinali.
Sabato 26 ottobre 2019 – ore 16.00 – Casa delle Erbe Malga Candriai – Strada di Candriai 4 (TN).
Analisi sul poco trattato, o considerato in modo improprio, riguardante la sofferenza della donna nella storia, in modo particolare nel periodo medioevale, il genocidio perpetrato nei confronti delle donne guaritrici, demonizzate come streghe.
Danila Frizzi, Responsabile Casa delle Erbe di Cimone.
Moderatrice Mariapia Ciaghi, editrice e giornalista di Il Sextante e di Eudonna,
Il Dispari 20191021 – Redazione culturale

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Galleria di Arte Moderna Roma: “I modi delle mode” e FuoriSerie

Galleria dì Arte Moderna di Via F. Crispi a Roma: nell’ambito della mostra “Donne, corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione l’incontro I modi delle mode. Il vestire quotidiano delle donne italiane ovvero l’epifania del tempo (1860-1960)” il 29 ottobre 2019  e  fino al 10 novembre 2019 “FuoriSerie” con le opere di Elisa Montessori

Nell’ambito della mostra “DONNE CORPO E IMMAGINE TRA SIMBOLO E RIVOLUZIONE” a Roma alla Galleria d’Arte Moderna di Via Crispi che si sofferma sul cambiamento dell’identità e dell’immagine femminile restituito dall’arte tra fine Ottocento e contemporaneità, da non perdere  tra gli appuntamenti quello con  l’incontro “I modi delle mode. Il vestire quotidiano delle donne italiane ovvero l’epifania del tempo (1860-1960)”  e  con “Fuori Serie” dedicato alle nuove opere di Elisa Montessori visibili fino al 10 novembre 2019

Galleria dì Arte Moderna Roma: "I modi delle mode" e FuoriSerie

Galleria d’Arte Moderna di Roma di Via F. Crispi: incontro e opere di E Montessori

All’incontro “I modi delle mode. Il vestire quotidiano delle donne italiane ovvero l’epifania del tempo (1860-1960” a cura di di Alberto Manodori Sagredo in programma il 29 ottobre 2019 alle ore 16.30, intervengono: Carlo Birrozzi, Direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione; Simone Bessi, Annamode storica sartoria per il Cinema e Teatro; Rossana Buono, storica dell’arte, Università di Roma “Tor Vergata”; Simonetta Baroni, storica dell’arte. L’incontro si avvale della collaborazione delle cattedre di Arti visive del XXI secolo e di Storia della fotografia e del Dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università di Roma “Tor Vergata”.

Dal 15 ottobre è stata inserita la sezione “FUORISERIE”, dedicata all’opera di Elisa Montessori (Genova 1931) artista che opera fin dagli anni Cinquanta e ancora in piena attività creativa. Fin dagli inizi, con  il grande scultore e pittore Mirko Basaldella negli anni Cinquanta, emerge il suo indagare una ricerca di nuove forme  e linguaggi sperimentali attraverso diverse tecniche quali la tempera, l’olio, il mosaico e il lavoro su carta, sempre in contatto con i vari gruppi che andavano delineandosi, ma dando vita ad un percorso personale libero dalle tendenze più seguite nel panorama contemporaneo. Sono presenti per questa occasione cinque dipinti selezionati fra i suoi lavori più interessanti degli anni Ottanta e Novanta del Novecento. Dipinti che rientrano in una proposta di donazione di opere a Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Galleria dì Arte Moderna Roma: "I modi delle mode" e FuoriSerie

Galleria d’Arte Moderna di Via Crispi Roma, incontro e opere di E Montessori

Da sottolineare l’interesse dell’artista per le relazioni possibili tra segno, immagine e poesia che viene testimoniato dalla presenza di un grande quaderno “di segni”, appositamente realizzato per la Galleria d’Arte Moderna di Roma e inserito nella donazione avviata.

L’immagine della donna, filo conduttore della mostra “DONNE CORPO E IMMAGINE TRA SIMBOLO E RIVOLUZIONE” a cura di Arianna Angelelli, Federica Pirani, Gloria Raimondi, Daniela Vasta, aperta fino al 10 novembre 2019, prevede nella sua programmazione un ampio programma di eventi culturali e nuove opere di cinque tra le più importanti artiste di richiamo internazionale quali: Marina Abramović, Carla Accardi, Mirella Bentivoglio, Maria Lai e Titina Maselli), alle quali è stata dato spazio attraverso ciclo “Omaggi alle Artiste”.  L’esposizione delle loro opere ha permesso di soffermarsi sulle loro scelte linguistiche e poetiche e sulle differenti modalità di intendere il proprio impegno nell’ambito artistico e pubblico.

Galleria d’Arte Moderna di Via Crispi Roma, incontro e opere di E Montessori

Promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita Culturale,-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,  l’esposizione “Donne copro e immagine tra simbolo e rivoluzione” presenta cento opere tra dipinti, sculture, grafica, fotografia e video, di cui alcune mai esposte in precedenza o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni di arte contemporanea capitoline. Un percorso che sottolinea come  l’universo femminile sia stato sempre oggetto prediletto dell’attenzione artistica: da oggetto da ammirare, in veste di angelo o di tentatrice, a soggetto misterioso che s’interroga sulla propria identità, fino alla nuova immagine nata dalla contestazione degli anni Sessanta.

Nella serie dei ritratti esposti al secondo piano spicca, tra gli altri, il volto di Elisa, la moglie di Giacomo Balla, ritratta mentre si volta per guardare qualcosa o qualcuno dietro di sé, in questo sguardo è tutta la forza espressiva del suo trasformare lo stupore in seduzione e curiosità. Alle dinamiche e le relazioni tra gli sviluppi dell’arte contemporanea, l’emancipazione femminile e le lotte femministe è dedicata l’ultima sezione con materiale documentario da ARCHIVIA–Archivi Biblioteche Centri Documentazione delle Donne – e testimonianze di performance e film d’artista di alcune protagoniste di quella stagione.

Silvana Lazzarino

FUORISERIE

dedicata all’opera di ELISA MONTESSORI

Galleria d’Arte Moderna, Via Francesco Crispi, Roma

fino al 10 novembre 2019

incontro: “I modi delle mode. Il vestire quotidiano delle donne italiane

ovvero l’epifania del tempo (1860-1960)”

Galleria d’Arte Moderna di Roma

Via Francesco Crispi, 24

29 ottobre 2019 ORE 16.30

Informazioni e prenotazioni Tel. 060608 (tutti i giorni 9.00-19.00)

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Dario Ballantini in “Da Balla a Dalla”

Dario Ballantini rende omaggio a Dalla con lo spettacolo “Da Balla a Dalla. Storia di un’imitazione vissuta” Licinio Productions, a Milano il 28 ottobre 2019 al Teatro Manzoni.

 Dario Ballantini rende omaggio all’amico e grande cantautore, reinterpretando una parte scelta della sua straordinaria produzione artistica con lo spettacolo “Da Balla a Dalla. Storia di un’imitazione vissuta   Licinio Productions che va in scena il 28 ottobre alle 20.45 al Teatro Manzoni a Milano,

Dario Ballantini, spettacolo al Teatro Manzoni Milano

A firmare la regia e il progetto di questo imperdibile spettacolo musicale è Massimo Licinio, mentre Dario Ballantini è la voce e l’autore del testo. Lo spettacolo intende ricordare Dalla visto attraverso il racconto di vita vera di Dario che, da fan imitatore giovanissimo e pittore in erba, aveva scelto il cantautore emiliano come soggetto di mille ritratti e altrettante rappresentazioni da imitatore trasformista fino all’incontro vent’anni dopo in cui i ruoli si sono, come in un sogno, ribaltati facendo sì che Lucio diventasse un sostenitore del successo di Dario, come pittore e trasformista.

Dario Ballantini insieme ai musicisti Richard Arduini alla batteria, Matteo Balani al basso, Francesco Benotti alla chitarra, Alessandro Carlà alle tastiere e Walter Calafiore al sax, racconta minuziosamente i passaggi della carriera di Dalla, cantando con la voce sorprendentemente fedele all’originale e trasformandosi “dal vivo” in lui. Tra un brano e l’altro, scorrono sul proiettore le decine di foto tratte dai disegni di Ballantini sui diari scolastici che rivelano la maniacale passione per Dalla, che ha avuto modo di rendersi conto di questa nascosta passione durante la mostra alla Triennale Bovisa di Milano dove Lucio cantò per un’ora, mentre Dario dipingeva. La direzione musicale è di Francesco Benotti, i costumi di Cinzia Ferraguti, scenografia di Sergio Ballantini.

Silvana Lazzarino

 

DARIO BALLANTINI in DA BALLA A DALLA

Storia di un’imitazione vissuta

progetto e regia di MASSIMO LICINIO

scritto e cantato da DARIO BALLANTINI

Teatro Manzoni

Via Manzoni, 42  – 20121  MILANO

Lunedì 28 ottobre 2019 – ore 20,45

biglietti; Prestige € 22,00

 – Poltronissima € 20,00 – Poltrona € 18,00

– Under 26 anni € 15,00

Per informazioni: info@teatromanzoni.it

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Fouad Dahmani

Fouad Dahmani

Data di nascita: 19/09/1989 a Ain Defla
Indirizzo: Via Attafi Belkacem N:48 Ain Defla
Telefono: +213 671.39.56.83
Email: fouaddahmani1909@gmail.com
Patente di Guida: B

Fouad Dahmani

Formazione

Maturità 2009 –Technikom, ibn khaldoun High School Ain Defla
Fabbricazione meccanica
Laurea 2012 Università di Khemis Miliana nelle scienze e tecniche delle attività fisiche e sportive
Master 2014 Università di Khemis Miliana nelle scienze e tecniche delle attività fisiche e sportive
Terzo anno di laurea in lingua italiana 2019

Esperienze

Educatore sportivo dal 2013 fino ad oggi
Insegnante di teatro nella scuola primaria privata Assia Djebbar – Ain Defla : 2017 -2018 / 2018 – 2019
Esperienza nel campo fotografico e video e nelle tecniche di montaggio con diversi programmi informatici
Pianista
Attore di teatro e cinema
Presidente del club scientifico culturale di lingua italiana nell’Università Blida 02 dal 2018 fino ad oggi

Attività di volontariato

Attivista dell’Associazione da 2008 fino ad oggi

COMPETENZE

Fotografia
Montaggio Video
Photoshop
Programmi informatici
Office
Arte e Sport

Lingue

Arabo : 10/10
Italiano: 07/10
Francese : 08/10
Inglese : 06/10

CONTATTI

0671.39.56.83

Ain Defla – Ain Defla

fouaddahmani1909@gmail.com

NOTIZIE

Promozione antologie compri cinque e paghi 2

La struttura del MiBACT

ArtCity2019 ARTE, MUSICA E SPETTACOLI NEI SITI DEL POLO MUSEALE DEL LAZIO 

 

DILA

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Recensione Lontana da gesti inutili

Recensione Lontana da gesti inutili

Lontana da gesti inutili di Maria Cumani

Nella silloge, curata dal figlio Alessandro Quasimodo, le sue poesie più belle dedicate al marito e premio Nobel per la letteratura.

Maria Cumani fu una danzatrice attiva dalla metà degli anni trenta e fu allieva di Jia Ruskaja. Autrice di proprie coreografie originali, decise molto presto di danzare interpretando solo composizioni di sua creazione. Decisivo per la sua esistenza fu l’incontro, nel giugno del 1936, con il poeta Salvatore Quasimodo con il quale si sposò nel 1948.

Maria Cumani fu la Musa del poeta, e soprattutto una preziosa collaboratrice: avrebbe aiutato Quasimodo nella traduzione dei Lirici greci ma soprattutto delle poesie di Neruda. Ma la vita matrimoniale fu molto particolare e complessa e alla fine i due si separarono legalmente nel 1960.

Il figlio Alessandro, allora ventunenne, venne affidato alla madre. La ballerina fu anche attrice cinematografica. Partecipò a pellicole come Giulietta degli spiriti (1965), di Federico Fellini, Medea (1969), di Pier Paolo Pasolini, L’inquilina del piano di sopra (1978) di Ferdinando Baldi, e ad altri importanti film diretti da registi come Lina Wertmüller, i fratelli Taviani e Roberto Rossellini. Nel 1981 uscì un suo saggio critico sulla danza, seguito da una raccolta di poesie Improvviso un vento (Rari Nantes editore).

Recensione Lontana da gesti inutili

Recensione Lontana da gesti inutiliDopo una lunga pausa artistica, in cui si dedicò all’insegnamento, la Cumani tornò a danzare: nel 1986 fu prima danzatrice nell’opera Fedora di Umberto Giordano, messa in scena da Giancarlo Cobelli al Teatro Filarmonico di Verona. Nel 1995, pochi mesi prima della sua scomparsa, uscì edito da Spirali un volume che raccoglie pagine di diario, lettere dirette a Quasimodo e poesie della Cumani con il titolo L’arte del silenzio. La danza. La poesia. L’immagine. Infine nel 2003, grazie al figlio Alessandro, uscì postuma, presso l’editore Nicolodi, una sua raccolta di poesie, dal titolo O forse tutto non è stato.

In Lontana da gesti inutili silloge poetica pubblicata da Aletti Editore nel 2015 e amorevolmente curata da Alessandro Quasimodo si possono leggere le sue poesie più belle dedicate per la maggior parte al marito e premio Nobel per la letteratura.

Recensione Lontana da gesti inutiliIl dolore della Cumani traspare ardentemente tra i versi poetici, per la sua tormentata vita matrimoniale che la portò fino alla separazione. Ma come lei stessa scrive neanche la decisione estrema della separazione le alleviò i suoi dispiaceri. Eppure il suo grido non è solo di dolore: è anche quello della sua passione per Salvatore. Un uomo complicato, sicuramente ma che rimase sempre l’uomo di cui fu innamorata profondamente per tutta la vita.

Leggendo le liriche si nota la delicatezza e la sensibilità di una donna fuori dal comune, di una meravigliosa artista, di una donna col cuore spezzato e pieno di passione. E ci si può perfino riconoscere in questi versi. Il suo grido di dolore assomiglia a quello di tutte le donne ferite per Amore, per il vero Amore. Amore che a volte per il genere femminile è ancora spesso sopportazione in questo mondo di uomini.

Maria Cumani spicca anche come una poetessa di grande statura e dalla sensibilità unica, che soprattutto sa trasmettere straordinarie emozioni tra i versi delle sue poesie.

Sicuramente un libro di una donna per le donne. Da leggere avidamente.

Liliana Manetti

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