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Intervista con Jevgenija Sundejeva, una dalle vincitrici del concorso “Otto Milioni – 2023”

Non abbiate paura di sognare ad occhi aperti, perché i sogni hanno la tendenza di materializzarsi

I nostri incontri nella vita non sono casuali, né il primo incontro nel mondo digitale, neanche il primo e i successivi incontri di persona.

Qualche tempo fa mi piaceva leggere e sfogliare i giornali e le riviste in lingua russa pubblicati sia in Lettonia che in Russia, per esempio “Вести” (Notizie) e “7 секретов” (7 segreti).

Ed ecco, in essi ho notato i paesaggi idilliaci, luminosi e soleggiati della pittrice Jevgenija Sundejeva – Itskeviča.

Lei, con la sua famiglia, abita nella città chiamata Jūrmala (prende il nome dalle parole lettoni “Jūra” – “Il mare” e “mala” – “il bordo”,  perché, splendida e verde città allungata proprio come il Cile, è situata verso il Golfo di Riga nel Mar Baltico).

In particolare, ho ricordato il suo paesaggio simbolico “La porta in una fiaba estiva” in cui si vede una porta aperta, di assi di legno, larga, con le stringhe quasi meridionali di epifite e con la presenza indescrivibile del mistero.

Ho ricordato il nome della pittrice, Jevgenija (in italiano – Eugenia), ma ho dimenticato il cognome finché non ho ritrovato il suo stile tipico, luminoso, radioso che riflette e fissa ottimamente sia colori che ombre, su “Facebook” e ho letto che lei e l’ex membro della Saeima di Lettonia (parlamento), che conosco da tanto tempo, Igors Pimenovs, un matematico promotore della cultura russa in Lettonia e uno dei fondatori dell’Associazione LAŠOR, cioè l’Associazione linguistica della scuola di Lettonia in russo, sono stati compagni della stessa classe.

Quando ho proposto a Jevgenia di partecipare al concorso “Otto milioni”, ideato dallo scrittore Bruno Mancini, Jevgenija ha accettato con entusiasmo.

Il suo dipinto “Le memorie italiane”, un paesaggio toscano ovattato e un po’ patinato, è  stato pubblicato in tale raccolta.

La Toscana è un luogo in cui Jevgenija vorrebbe tornare, un luogo che le sembra particolarmente vicino.

In corrispondenza con Jevgenija, ho appreso che Igors Pimenovs è stato suo compagno di classe e amico, Così abbiamo organizzato un incontro a Jūrmala, Bulduri, nel caffè “Zem burām” (in italiano significa “Sotto le vele”), il cui interno è decorato con tanti fiori e dove gli ospiti vengono serviti da simpatici giovanissimi camerieri – apprendisti.

Da lontano noto subito la Jevgenija: una donna non più giovane ma molto bella, fragile, dai capelli scuri, tipo Audrey Hepburn, dall’aspetto esotico.

Nel suo brillante vestito giallo limone, sembrava uscita dai suoi ritratti di persone solitamente sorridenti.

Nelle sue vene scorre sangue di ebrei, polacchi e di altri popoli.

I suoi antenati vennero in Lettonia da diversi paesi, proprio come i miei.

Jevgenija parla fluentemente l’inglese, poiché ha lavorato a Jūrmala come interprete della lingua dei segni in conferenze e in vari altri eventi importanti.

La sua lingua madre è il russo, ma le piace comunicare in lettone, inglese o altre lingue e attualmente lei sta imparando lo spagnolo, ancora come me.

La giornata del nostro incontro è soleggiata.

Continua la prossima settimana con la prima parte dell’intervista.

Liga Sarah Lapinska

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Igor Abramov: I giochi intellettuali d’avanguardia insieme con gli elementi naturali. 2

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

Liga Sarah Lapinska

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Igor Abramov: Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

L’artista russo Igor Abramov è nato il 5 agosto 1962 ad Altai, in Siberia.

Il professore Dott. Azhar Dakhil, Accademia di Belle Arti c/o Università Al Bazar, Iran, così riflette:

«L’artista russo Igor Abramov rappresenta il centro tra l’Oriente e l’Occidente.  

 Pertanto, le sue opere in tutta la loro diversità sono come il luogo per l’interpretazione di un discorso diverso. 

Indubbiamente, un oceano innevato impone in un modo o nell’altro la sua autorità all’artista. 

Tuttavia, in due direzioni diverse.   

La prima costringe l’artista a utilizzare i colori caldi come equivalente oggettivo e compensazione emotiva, la seconda lo spinge a rimanere nel suo sistema di colori freddi, per poi utilizzarli così come li sente e li percepisce.

Igor sembra tornare alla prima direzione, utilizzando colori caldi nella maggior parte delle sue opere. 

Quindi, nelle sue opere predomina i colori  rosso e giallo, anche le sue linee sono nette, riflettendo il calore che l’artista crea per trasmettere un’ messaggio efficace alla sua società.

Come sappiamo, la Russia è diventata una delle culle dell’espressionismo realista dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e i suoi artisti sono ancora immersi in questo campo di battaglia estetico che un tempo mobilitava l’ideologia socialista, ma questo artista si è notevolmente discostato dal percorso del realismo.  

Come artista riconosciuto a livello internazionale, Kandinsky deviò dall’ampia strada del realismo ideologico quando restrinse il suo percorso personale per sottomettersi a un sistema estetico ideologizzato o stereotipato e per dirigere la sua creatività al di fuori di questo contesto.

Si è avvicinato al lavoro espressionista astratto che gli artisti americani hanno creato dopo la seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1945, e il suo padrino più famoso è l’artista di fama mondiale Jackson Pollock, con il lavoro tecnico e la scala delle differenze tra le opere di Pollock e Igor.»

Come ai maestri del Rinascimento italiano, anche a Igor piace la forma del tondo.

Come il re delle installazioni, Andrew Warhola, artista pop di vari generi, Igor gioca e gioca con le ripetizioni.

Penso che la presenza della pop art e del surrealismo nelle opere di Igor non farà altro che aumentare, così come la psicologia musicale e la capacità di dimostrare che i processi di movimento ed evoluzione delle cellule, degli occhi, delle onde binaurali cerebrali e della natura sono indissolubilmente legati.

Il primario espressionismo tedesco, ispirato dai Bruegel, padre e figlio, che già all’inizio era socialmente toccante, non gli è così vicino come l’estetica americana, dove tutti dobbiamo pensarci due volte, con gli occhi di un bambino e con gli occhi di un adulto.

Igor non caricatura nulla.

I suoi volti misteriosi, perfino tragici, espressivi come il norvegese Edgar Munch, con occhi enormi come nelle icone, emergono con una domanda dall’allegro carnevale di colori e trame.

Ha già ottenuto successi nei concorsi internazionali d’arte “In blu” e “Crochiano The Ancient Frescennum” organizzati dalla galleria Mega Art in Italia.

Le sue composizioni più patetiche di colori, ondulazioni e radiazioni, ricordano le canzoni del suo gruppo musicale preferito “Pink Floyd”, anche con forti cori; nella pittura – l’importanza dello sfondo e l’unità con il primo piano.

“I Queen” dalla Gran Bretagna, il compositore Vladimir Kuzmin dalla Russia, il viaggiatore Wolfgang Amadeus Mozart da Salisburgo e il quartetto, dopo il trio, un tempo ultra popolare in Unione Sovietica, ma più tardi il trio “Ricchi e Poveri”, la musica preferita di Igor, sembra incarnarsi nella sua arte e la rende ancora più diversa e più a colori.

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

Capo Redattrice Angela Maria Tiberi

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LUCIANO SOMMA | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

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Ho conosciuto Peter Ciani nome d’arte di Pietro Cicciari, classe 1934, nato a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e che da tantissimi anni vive a Sidney in Australia, negli anni 2000 attraverso internet, e da allora è iniziata un’affettuosa collaborazione nello scrivere insieme sia brani per animazione baby dance che molti Napoletani.

Con questo moderno mezzo di comunicazione le distanze si sono avvicinate, l’Australia, così lontana con 21 ore circa di viaggio, sembra stare ad un passo da casa…

Il primo Cd inciso fu DARADA’, autoprodotto, che ebbe moltissimo successo.

Specie  in estate si ascoltavano canzoni del binomio Somma-Ciani cantate dallo stesso Peter.

Nel 2007 venne a Napoli e stemmo qualche giorno insieme.

Ci fu anche uno “storico” incontro con Taddeo Scalici- Mario Maglione e Stefano Artiaco all’hotel San Germano, oggi chiuso, ad Agnano.

GESU’ NASCETTE A NAPULE, con mio testo e musica sua, fu poi cantata da Mario Maglione e successivamente da Mila Siervo.

La mia poesia A TOTO’, vincitrice di primo premio a RADIO NUOVA di Macerata, fu musicata e cantata da PETER C IANI ed inserita in un documentario su TOTO’ come colonna sonora.

Pubblicammo con l’edizione ITALIAN WAY MUSIC di Milano un album con alcune canzoni Napoletane, tra le quali A TOTO’ che fu molto gradito dagli amanti del genere partenopeo.

Ciani ha un suo fan club in Australia, ha vinto in carriera diversi dischi d’oro, quando era in Italia ha frequentato gli studi radio di Via Teulada, con la Voce del Padrone ha vinto il disco d’oro EMI. Come attore ha lavorato in un film, facendo la parte d’un minatore, con Claudia Cardinale e Alberto Sordi.

Una carriera stupenda che lo vede ancora, alla sua età, spesso presente in alcune importanti manifestazioni internazionali.

E’ sicuramente tra  i miei compagni di viaggio più significativi.

Alcuni suoi collaboratori: Carla Rugger – Nino Bellinvia – Euro Mangelli – Melo Freni -Taddeo Scalici R. Patelli – G. Massano – G. Gagliano – G. Santamaria – Nat Zanardo – Pete Ross P. Bosi – Jack Aranda – Joe Halford.

Riconoscimenti alla Sua Carriera: due Dischi d’oro – EMI Australiana.

Pergamena da Radio Vaticana – Anno 2010.

Medaglia di zecca – dalla Camera del Senato Italiano -10 Dicembre 2010

Trofeo Leone d’oro di Venezia – indetto dalla fondazione Mario del Monaco.

Tutto il repertorio di Peter Ciani è disponibile online – www.peterciani.com-Itunes & affiliated.

UCIANO SOMMA

LUCIANO SOMMA | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO Peter Ciani

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LUCIANO SOMMA | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

In questo articolo parlerò d’una cantante, MILA SIERVO, conosciuta attraverso i social con la quale ho realizzato alcuni album di canzoni, brani inediti e mie cover, che hanno avuto ottimi commenti e tantissimi complimenti,

La bravura di Mila è indiscutibile!

Alcuni titoli di suoi Cd UNA VOCE CHE EMOZIONA – RICORDI – L’AMORE IN MUSICA, tutti con mie canzoni in collaborazione con autori vari tra i quali il più presente è stato Fabio Martoglio, editi dalla casa editrice e discografica ITALIAN WAY MUSIC di Milano.

Presente un po’ ovunque, in particolare su Spotify.

Tante interviste in emittenti di rilievo, continui passaggi, ancora oggi, sia in radio che in TV.

Ed ecco un breve cenno sulla sua storia:

Mila Siervo, nome d’arte di Mila Carmen Siervo, cantante di musica leggera, nasce a Napoli sez. San Carlo All’Arena, il 17 luglio.

Attrice e cantante di musica leggera, prima di tre figli, ha infatti una sorella e un fratello un po’ più piccoli.

Fin da piccolissima i genitori si erano resi conto che era portata per la musica.

Riusciva a memorizzare un motivetto prima ancora di imparare a parlare.

Nella sua infanzia e adolescenza, la musica e le canzoni riempiono le sue giornate, oltre agli studi. Studia canto e a 15 anni entra nella prima compagnia di spettacolo di un famoso Maestro del casertano, e così per vari anni, cambiando compagnie e facendo la fatidica gavetta.

Partecipa poi a molti concorsi canori con tantissimi personaggi dello spettacolo.

Negli anni 90 partecipa a varie trasmissioni televisive nel napoletano e come concorrente al famosissimo quiz presentato dal Re del quiz Mike Bongiorno, TELEMIKE, un piccolo sogno che aveva da bambina, presentandosi con la vita tutta del Grande attore Hollywoodiano Gary Cooper. Di lì a poco incontrerà l’uomo della sua vita, un giovane del nord della città di Como, Floriano Mossi.

L’11 luglio del 96 si sposano e si trasferisce in Brianza, lasciando così la sua amata Napoli, che, comunque, resta sempre nel suo cuore.

In Lombardia fa parte di varie orchestre nel corso degli anni, imparando a cantare anche un altro genere musicale che non aveva mai fatto prima, Il Liscio.

Da una decina d’anni interpreta moltissime mie canzoni perché la prediligo specie in alcuni brani particolarmente suggestivi.

LUCIANO SOMMA .  .

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I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

20240711 DILA ASP IL DISPARI professionisti

Un altro validissimo collaboratore e mio affettuoso compagno artistico è SERGIO CINTURA, napoletano purosangue e trapiantato in Sardegna da moltissimi anni.

La conoscenza, come del resto la maggior parte dei contatti, avvenne on line verso la metà degli anni 2000.

Nacquero diverse canzoni in parte cantate dallo stesso Sergio ed altre da Manuela Giudice, dalla figlia, da Alberto Calì e da Dario Rustichelli.

Qualche titolo? NU BENE CHE FA MALE (Somma – Calì – Cintura) che uscì dopo qualche anno dall’invio del mio testo, cantata anche da Mila Siervo; FIGLIA ‘E STA CITTA’ cantata da Maria Rosaria Vardi; CORE MIO SENZA ‘E TE; COME FOSSI POESIA e tantissime altre, alcune ballabili che spesso vengono trasmesse dalle varie emittenti in collegamento con me.

Avemmo anche modo di conoscerci da vicino.

Mi fece visita qui a casa mia insieme ad Alberto Calì e trascorremmo un ottimo pomeriggio insieme.

Una sua canzone è stata tra le 80 finaliste nazionali del concorso “Sanremo Famosi ’92”.

Fu presente al Primo Festival Autori sempre a Sanremo, nel ’94, così come a Taormina alla manifestazione nazionale “Non solo Musica” diretta da Daniele Piombi.

Nel Festival Internazionale di canzoni per bambini “Verdinote ’94” presentato da Maria Teresa Ruta raggiunge il terzo posto mentre nel ” Verdinote ’95 ” con la canzone “Come sarà il mio albero che crescerà” (interpretata da Marisol Lallai) vince il “Premio natura ecologica ed ambiente” ed il Festival era condotto da Ramona Dell’Abate, alla quale ha fatto dono del CD “Domani”, compilation nazionale comprendente il suo brano “Profumo” interpretato da Giuseppe Nonnis.

Gli ho chiesto una sintesi del suo percorso ed immediatamente Sergio me l’ha inviato, eccolo:

“Mi chiamo Sergio Cintura e sono autore e compositore musicale.
La mia passione per la musica risale a tanti anni fa, quando i contenuti dei grandi autori e le melodie dei compositori più noti mi facevano sognare ad occhi aperti.
Oggi ho fatto di questa passione un’attività divertente e ricca di soddisfazioni e che condivido con interpreti, musicisti ed amici.”

Ognuno ha il suo carattere e sicuramente Sergio è tra quelli che si rendono sempre disponibili, un vero amico sul quale poter contare in qualsiasi momento.

Tra i miei compagni di viaggio è uno dei più simpatici, con la battuta sempre pronta ed incline a non montarsi la testa, come spesso accade per altri, naturalmente anche le nostre canzoni avrebbero meritato qualcosa in più, ma qualche brano è apparso nei primissimi posto nelle classiche mondiali e ciò ci ripaga per quanto prodotto.

Ad Majora semper!

 LUCIANO SOMMA

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Ramona Dell’Abate – Sergio Cintura

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Sergio Cintura

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Sergio Cintura

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I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

Tra i miei compagni di viaggio più assidui sicuramente vi è il poeta GIUSEPPE SANTAGATA detto Peppe, oltre che grande amico mio parente acquisito avendo sposato una cugina di mia moglie.

Nato nel 1930 ci ha lasciati a soli 56 anni nel 1986.

Tantissime le trasmissioni fatte in tandem per un lunghissimo periodo, oltre ad emittenti Napoletane anche spesso ospiti insieme a RADIO ISCHIA e  RADIO ISOLA VERDE.

Veniva anche lui a villeggiare ad Ischia, ci accomunava. tra l’altro, la passione per la pesca che ci vedeva spesso di primo mattino sulla scogliera d’Ischia Ponte sotto il Castello Aragonese.

In quei giorni abbiamo sempre mangiato del pesce freschissimo che il generoso mare ci faceva pescare e le nostre moglie cucinare…

Frequentavamo insieme il Salotto Tolino in Via Amato di Montecassino, la Domenica vi era riunione di poeti, scrittori, cantanti, giornalisti e la moglie di Salvatore Tolino, Donna Regina, preparava per tutti un ottimo, ed indimenticabile, caffè.

Si presentavano in anteprima libri, canzoni, articoli.

Uscì anche un’antologia con foto ed aneddoti curata dalla Professoressa Ada Sibilio Murolo.

Tornando a Peppe Santagata stampò un libro dal titolo SINCERAMENTE, gli scrissi la prefazione, dove seppure numericamente esigue le poesie inserite furono scritte con grande profondità ispirativa ed ottima ritmica.

Facemmo alcuni viaggi insieme, essendo entrambi iscritti all’ASSOCIAZIONE POETI DIALETTALI di Roma, che ne organizzava due all’anno, a mia memoria Massalubrense, Grottaferrata, Procida, Greci, io con mia moglie lui da solo perché la cugina di mia moglie non amava viaggiare.

Come raccontato in un articolo precedente in un’ospitata a RADIO ANTENNA VERDE il proprietario Cesare ci fece bere del vino locale squisito che però dopo poco fece i suoi effetti, terminammo la trasmissione piuttosto brilli e all’indomani gli amici della spiaggia dei pescatori sottolinearono le tante battute dette suggerite dai fumi dell’alcool.

Purtroppo Peppe soffriva da molti anni d’una malattia cardiaca, qualche mese prima della dipartita si recò in una clinica a Parigi e sembrava guarito, purtroppo dopo un mese circa, eravamo alla vigilia di Natale del 1985, ebbe un malore fatale.

Il suo ricordo è per me incancellabile, un amico fraterno come lui non è facile trovarlo come non è facile accettarne la scomparsa.

LUCIANO SOMMA

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Direttore Gaetano Di Meglio

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Brasile in cucina – Focaccine al formaggio – Empadinhas de queijo

  • 8 Cucchiai di farina 0
  • 6 cucchiai di grana grattugiato
  • 3 cucchiai di burro + extra per spennellare
  • 4 cucchiai di latte
  • 1 cucchiaino di sale
  • burro

 

Per la farcia

  • 150 gr di grana grattugiato
  • 4 uova
  • 2 tazze di latte

Per la farcia: mescolate in una ciotola 100 gr di grana con tutti gli altri ingredienti, lavorando con una forchetta fino ad avere un composto omogeneo

Per le focaccine: mescolate in una ciotola la farina setacciata con il grana il burro, il latte e il sale, lavorateli fino ad avere un composto omogeneo

Stendete la pasta su una spianatoia infarinata, poi ricavate con il bordo di un bicchiere tanti dischetti.

Spennellateli con del burro fuso e distribuite su ciascuno un cucchiaino di farcia.

Cospargeteli con i 50 gr. di grana restante e fateli cuocere in forno preriscaldato a 180* per 20 minuti.

Legenda valida per tutte le ricette

  • Gli ingredienti delle ricette sono sempre per 4-6 persone.
  • Con cucchiaio si intende quello da minestra.
  • Il cucchiaino è quello da tè.
  • La tazza è quella a tè.
  • La tazzina è quella da caffè.
  • Le temperature di cottura sono espresse in gradi centigradi.
  • Gli ingredienti: verdure, frutta, carne e pesce sono sempre già mondati, se non diversamente precisato.
  • Se la preparazione prevede l’utilizzo di scorza di arancia, limone ecc. scegliete sempre agrumi non trattati.
  • Con olio si intende olio extravergine di oliva leggero, salvo indicazioni diverse.
  • L’aceto è sempre aceto di vino rosso, se bianco o a base di altri ingredienti viene specificato.
  • Con pepe si intende sempre il pepe nero, se di altro tipo viene specificato.
  • Con zucchero si intende il prodotto semolato, se grezzo, di canna o altro viene specificato.

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Brasile in cucina – Mousse di salmone – Musse de salmāo

• 150 gr di salmone affumicato
• 1 tazza di maionese
• 1 tazza di panna
• 1 cucchiaio di gelatina di limone
• ½ cipolla piccola
• 2 cucchiai di ketchup
• i cucchiaio di succo di limone
• 1 dado da brodo di pesce
• olio
• sale
• pepe

Per completare
insalata verde.

Ammollate la gelatina in acqua fredda.
Riunite in un frullatore la cipolla tagliuzzata, il salmone, la maionese, il ketchup e il succo di limone e azionate fino ad avere un composto liscio e cremoso.
Sciogliete il dado e la gelatina, scolata e strizzata, in mezza tazza di acqua bollente e aggiungete il tutto alla crema di salmone.
Lavorate fino ad avere un composto omogeneo e lasciatelo raffreddare leggermente.
Montate la panna e amalgamatela alla miscela, mescolando delicatamente, aggiustate di sale e pepe.
Ungete leggermente una teglia con dell’olio, versatevi la mousse e lasciatela rassodare in frigorifero per almeno 6-8 ore.
Servitela con insalata verde.
Se volete ricreare l’effetto squame, date invece al composto la forma di un pesce e guarnitelo con rondelle di zucchina appena sbollentate.

Legenda valida per tutte le ricette

• Gli ingredienti delle ricette sono sempre per 4-6 persone.
• Con cucchiaio si intende quello da minestra.
• Il cucchiaino è quello da tè.
• La tazza è quella a tè.
• La tazzina è quella da caffè.
• Le temperature di cottura sono espresse in gradi centigradi.
• Gli ingredienti: verdure, frutta, carne e pesce sono sempre già mondati, se non diversamente precisato.
• Se la preparazione prevede l’utilizzo di scorza di arancia, limone ecc. scegliete sempre agrumi non trattati.
• Con olio si intende olio extravergine di oliva leggero, salvo indicazioni diverse.
• L’aceto è sempre aceto di vino rosso, se bianco o a base di altri ingredienti viene specificato.
• Con pepe si intende sempre il pepe nero, se di altro tipo viene specificato.
• Con zucchero si intende il prodotto semolato, se grezzo, di canna o altro viene specificato.

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LUCIANO SOMMA | I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

In questo articolo parlerò d’una cantante, MILA SIERVO, conosciuta attraverso i social con la quale ho realizzato alcuni album di canzoni, brani inediti e mie cover, che hanno avuto ottimi commenti e tantissimi complimenti,

La bravura di Mila è indiscutibile!

Alcuni titoli di suoi Cd UNA VOCE CHE EMOZIONA – RICORDI – L’AMORE IN MUSICA, tutti con mie canzoni in collaborazione con autori vari tra i quali il più presente è stato Fabio Martoglio, editi dalla casa editrice e discografica ITALIAN WAY MUSIC di Milano.

Presente un po’ ovunque, in particolare su Spotify.

Tante interviste in emittenti di rilievo, continui passaggi, ancora oggi, sia in radio che in TV.

Ed ecco un breve cenno sulla sua storia:

Mila Siervo, nome d’arte di Mila Carmen Siervo, cantante di musica leggera, nasce a Napoli sez. San Carlo All’Arena, il 17 luglio.

Attrice e cantante di musica leggera, prima di tre figli, ha infatti una sorella e un fratello un po’ più piccoli.

Fin da piccolissima i genitori si erano resi conto che era portata per la musica.

Riusciva a memorizzare un motivetto prima ancora di imparare a parlare.

Nella sua infanzia e adolescenza, la musica e le canzoni riempiono le sue giornate, oltre agli studi. Studia canto e a 15 anni entra nella prima compagnia di spettacolo di un famoso Maestro del casertano, e così per vari anni, cambiando compagnie e facendo la fatidica gavetta.

Partecipa poi a molti concorsi canori con tantissimi personaggi dello spettacolo.

Negli anni 90 partecipa a varie trasmissioni televisive nel napoletano e come concorrente al famosissimo quiz presentato dal Re del quiz Mike Bongiorno, TELEMIKE, un piccolo sogno che aveva da bambina, presentandosi con la vita tutta del Grande attore Hollywoodiano Gary Cooper. Di lì a poco incontrerà l’uomo della sua vita, un giovane del nord della città di Como, Floriano Mossi.

L’11 luglio del 96 si sposano e si trasferisce in Brianza, lasciando così la sua amata Napoli, che, comunque, resta sempre nel suo cuore.

In Lombardia fa parte di varie orchestre nel corso degli anni, imparando a cantare anche un altro genere musicale che non aveva mai fatto prima, Il Liscio.

Da una decina d’anni interpreta moltissime mie canzoni perché la prediligo specie in alcuni brani particolarmente suggestivi.

LUCIANO SOMMA .  .

20240718 DILA ASP IL DISPARI professionisti

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I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

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Un altro validissimo collaboratore e mio affettuoso compagno artistico è SERGIO CINTURA, napoletano purosangue e trapiantato in Sardegna da moltissimi anni.

La conoscenza, come del resto la maggior parte dei contatti, avvenne on line verso la metà degli anni 2000.

Nacquero diverse canzoni in parte cantate dallo stesso Sergio ed altre da Manuela Giudice, dalla figlia, da Alberto Calì e da Dario Rustichelli.

Qualche titolo? NU BENE CHE FA MALE (Somma – Calì – Cintura) che uscì dopo qualche anno dall’invio del mio testo, cantata anche da Mila Siervo; FIGLIA ‘E STA CITTA’ cantata da Maria Rosaria Vardi; CORE MIO SENZA ‘E TE; COME FOSSI POESIA e tantissime altre, alcune ballabili che spesso vengono trasmesse dalle varie emittenti in collegamento con me.

Avemmo anche modo di conoscerci da vicino.

Mi fece visita qui a casa mia insieme ad Alberto Calì e trascorremmo un ottimo pomeriggio insieme.

Una sua canzone è stata tra le 80 finaliste nazionali del concorso “Sanremo Famosi ’92”.

Fu presente al Primo Festival Autori sempre a Sanremo, nel ’94, così come a Taormina alla manifestazione nazionale “Non solo Musica” diretta da Daniele Piombi.

Nel Festival Internazionale di canzoni per bambini “Verdinote ’94” presentato da Maria Teresa Ruta raggiunge il terzo posto mentre nel ” Verdinote ’95 ” con la canzone “Come sarà il mio albero che crescerà” (interpretata da Marisol Lallai) vince il “Premio natura ecologica ed ambiente” ed il Festival era condotto da Ramona Dell’Abate, alla quale ha fatto dono del CD “Domani”, compilation nazionale comprendente il suo brano “Profumo” interpretato da Giuseppe Nonnis.

Gli ho chiesto una sintesi del suo percorso ed immediatamente Sergio me l’ha inviato, eccolo:

“Mi chiamo Sergio Cintura e sono autore e compositore musicale.
La mia passione per la musica risale a tanti anni fa, quando i contenuti dei grandi autori e le melodie dei compositori più noti mi facevano sognare ad occhi aperti.
Oggi ho fatto di questa passione un’attività divertente e ricca di soddisfazioni e che condivido con interpreti, musicisti ed amici.”

Ognuno ha il suo carattere e sicuramente Sergio è tra quelli che si rendono sempre disponibili, un vero amico sul quale poter contare in qualsiasi momento.

Tra i miei compagni di viaggio è uno dei più simpatici, con la battuta sempre pronta ed incline a non montarsi la testa, come spesso accade per altri, naturalmente anche le nostre canzoni avrebbero meritato qualcosa in più, ma qualche brano è apparso nei primissimi posto nelle classiche mondiali e ciò ci ripaga per quanto prodotto.

Ad Majora semper!

 LUCIANO SOMMA

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Ramona Dell’Abate – Sergio Cintura

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Sergio Cintura

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Sergio Cintura

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I MIEI COMPAGNI DI VIAGGIO

Tra i miei compagni di viaggio più assidui sicuramente vi è il poeta GIUSEPPE SANTAGATA detto Peppe, oltre che grande amico mio parente acquisito avendo sposato una cugina di mia moglie.

Nato nel 1930 ci ha lasciati a soli 56 anni nel 1986.

Tantissime le trasmissioni fatte in tandem per un lunghissimo periodo, oltre ad emittenti Napoletane anche spesso ospiti insieme a RADIO ISCHIA e  RADIO ISOLA VERDE.

Veniva anche lui a villeggiare ad Ischia, ci accomunava. tra l’altro, la passione per la pesca che ci vedeva spesso di primo mattino sulla scogliera d’Ischia Ponte sotto il Castello Aragonese.

In quei giorni abbiamo sempre mangiato del pesce freschissimo che il generoso mare ci faceva pescare e le nostre moglie cucinare…

Frequentavamo insieme il Salotto Tolino in Via Amato di Montecassino, la Domenica vi era riunione di poeti, scrittori, cantanti, giornalisti e la moglie di Salvatore Tolino, Donna Regina, preparava per tutti un ottimo, ed indimenticabile, caffè.

Si presentavano in anteprima libri, canzoni, articoli.

Uscì anche un’antologia con foto ed aneddoti curata dalla Professoressa Ada Sibilio Murolo.

Tornando a Peppe Santagata stampò un libro dal titolo SINCERAMENTE, gli scrissi la prefazione, dove seppure numericamente esigue le poesie inserite furono scritte con grande profondità ispirativa ed ottima ritmica.

Facemmo alcuni viaggi insieme, essendo entrambi iscritti all’ASSOCIAZIONE POETI DIALETTALI di Roma, che ne organizzava due all’anno, a mia memoria Massalubrense, Grottaferrata, Procida, Greci, io con mia moglie lui da solo perché la cugina di mia moglie non amava viaggiare.

Come raccontato in un articolo precedente in un’ospitata a RADIO ANTENNA VERDE il proprietario Cesare ci fece bere del vino locale squisito che però dopo poco fece i suoi effetti, terminammo la trasmissione piuttosto brilli e all’indomani gli amici della spiaggia dei pescatori sottolinearono le tante battute dette suggerite dai fumi dell’alcool.

Purtroppo Peppe soffriva da molti anni d’una malattia cardiaca, qualche mese prima della dipartita si recò in una clinica a Parigi e sembrava guarito, purtroppo dopo un mese circa, eravamo alla vigilia di Natale del 1985, ebbe un malore fatale.

Il suo ricordo è per me incancellabile, un amico fraterno come lui non è facile trovarlo come non è facile accettarne la scomparsa.

LUCIANO SOMMA

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Direttore Gaetano Di Meglio

Pagina a cura di Bruno Mancini

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IL DISPARI 20240722 DILA APS

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

Dodicesima puntata

Parte terza

CAPITOLO PRIMO

Lo sfoglio quotidiano di giornali previsto dalla mia ultima relativa professione, tra tante baggianate e scempiaggini bazzecole e pettegolezzi di rado, ma a volte, mi aveva concesso l’opportunità di aggiungere un tassello alla collezione delle teorie preferite.

IL DISPARI 20240722 DILA APS

Un fedele scudiero dei miei pensieri mi aveva fornito una lancia.

Un’idea che avevo attinta dalla quinta pagina dell’organo di stampa nazionale utilizzato per il mio lavoro durante l’ultimo mese di agosto.

Pareva forgiata apposta!

Da quel concetto ero rimasto particolarmente colpito.

Per la sintesi e per il rigido schematismo, amalgamato ad un probabilismo assolutamente incontrollato, che esso avvalorava come imparziale strumento decisionale.

Un dotto estensore di cui non ricordo il nome, l’aveva espresso scrivendo (ed io avevo recepito il testo come la sfacciata seduzione di un tango argentino nello struggente abbandono di ogni illusione):

“…Ogni azione che compie ogni individuo, fisica mentale o di qualunque altro tipo, trasferita nel super elaboratore della natura, riduce, di una determinata percentuale, il carburante attivo (come nei video giochi) a svantaggio dello stato vitale complessivo.

In proporzione, ciò avviene anche per le parti, una o più di una, oppure infinite, che compongono il presente di chiunque (uomini, animali, vegetali, minerali ecc.).

Quindi il cuore, le ossa, no meglio, la sopravvivenza del cuore, delle ossa, insomma di ogni elemento, ad ogni azione che lo vede coinvolto, restituisce una porzione della vis vitale di sua pertinenza, fino al completo esaurimento.”

IL DISPARI 20240722 DILA APS

Due più due fa quattro.

Quattro più quattro fa otto.

Io volevo capire se un’analoga valutazione era alla base della nostra convocazione.

Ad ogni azione una diminuzione di carburante.

Ciò per ogni individuo identificato comparando il suo esclusivo DNA.

Il mio DNA identico a quello di Ignazio.

Perché coincideva l’anno il mese il giorno e l’ora delle nostre convocazioni?

Perché non supporre la…

Sììììì. Sììììì. è così. Sìììì è cosììììì.

-«Aurora. Auroraaaaaa… aiutami.

Rendi efficienti tutti i sistemi d’informazione, convoca i direttori dei reparti, i responsabili di zona, gli analisti, i tecnici e tutti i grandi burocrati.

FERMA IL TEMPO.

Ne resta poco.

Non può bastarmi.

Blocca i bip.

Fidati.

C’è un grosso sbaglio.»

E lei:-«Una sola volta ho deciso l’interruzione dello sviluppo naturale della evoluzione e, grazie a te, essa risultò provvidenziale.

Ripeterla, potrebbe significare per me l’angoscia di un irrimediabile errore.

è vero, anche i regni più antichi possono finire.

Sappi comunque che la mia decisione di dare credito alla tua sicurezza, ha origine dalla stima che ho per te, più che dal nostro affetto.

FERMATE IL TEMPO.

Per quindici minuti nessuno arrivi e nessuno parta.

Non ci siano bip.

FERMATE IL TEMPO.

Quindi, se non verificherete errori di funzionamento del nostro sistema… allora… allora nominerete un altro responsabile al mio posto.

I milioni d’anni della mia coscienza non accettano di deludere un amico.

A qualunque costo.

FERMATE IL TEMPO.

HO DETTO.»

 

Meno quindici:

 

Tornai sulla schermata che al mio arrivo avevo attivato, quasi meccanicamente, facendo clic sulla freccetta (non lampeggiante e non splendente) indicante “Continua”: e potei rileggere il messaggio allo scopo di controllare se ne risultava specificato il collaterale modello di attuazione: “L’efficiente tecnologia trasportata di là da nostre opportunistiche appendici…  ecc. ecc.”

Altro clic, ancora, altro clic e, proprio come avevo letto in quell’articolo nel mese di agosto, sullo schermo fu indicata la struttura operativa del progetto: “Ogni azione che compie ogni individuo, fisica mentale o di qualunque altro tipo, trasferita nel super elaboratore, riduce di una percentuale il carburante attivo (come nei video giochi) per una sua singola forma vitale; per una o più di una, od anche per tutte insieme.

Cioè il cuore, le ossa, no meglio, la sopravvivenza del cuore, delle ossa.

Insomma ogni elemento a seguito di ogni azione restituisce una parte della sua vis vitale, fino ad esaurimento ecc.”

 

Meno dodici:

-«Compariamo il mio DNA e quello di Ignazio.»

-«Comparazione in atto.

Comparazione eseguita.»

-«Risultato?»

-«Perfettamente identici.»

Aurora si accostò alla mia spalla.

Meno dieci:

-«Confrontiamo, i diagrammi di decremento energetico relativo a tutte le mie funzioni, con gli stessi assegnati ad Ignazio.»

-«Elaborazione in atto.

Diagrammi elaborati.»

-«Risultato?»

-«Le loro funzioni sono assolutamente identiche nello spazio, nel tempo, e nella quantità.»

Aurora, mi respirava nei capelli.

Meno otto:

-«Analizziamo il diario di Aurora.»

-«Impossibile, è segreto.»

Aurora, la Donna Guascona, non permise la mia sconfitta, puntò l’indice contro il Capo Burocrate:

-«Prima, fermando il tempo, ho detto di farlo a qualunque costo.

Eseguite.

Nessun segreto potrà impedirmi di rispettare l’impegno assunto.

Nessuno.

Distruggete il sigillo.

Aprite il mio diario»

Il tesoriere dei segreti, scattò sull’attenti, ed ubbidì impartendo il comando.

Meno sei:

Una voce disse:

-«Diario in rete.

Diario aperto.»

 

Meno quattro:

-«Aurora, ricordi la volta che venni a presentarti “L’Appuntamento” tra l’uomo dal fiore di ginestra e la donna dalle mani ambrate? Che giorno era?»

Meno cinque:

-«Cercatelo. Ditemi la data.»

Meno quattro:

–«Ricerca in corso.

Ricerca ultimata.»

-«Risultato?»

-«Ventiquattro marzo mille novecento novanta due, ore diciotto. Annotazione: ospite Bruno.»

-«Aurora, vuoi chiedere se c’era anche Ignazio?»

-«Controllate.»

Meno tre:

-«Controllo in corso.

Controllo effettuato.»

-«Risultato?»

-«No, non c’era.»

Meno due:

-«è certo?»

-«Confermato. Non c’era.»

-«Aurora hai inteso?

Non c’era Ignazio insieme con noi quando accompagnai da te l’uomo dal fiore di ginestra e la donna dalle mani ambrate che sai considero la mia Anima e il mio Cervello.

Giusto?

Chi potrà spiegarmi perché nel diagramma del suo DNA viene scaricato questo incontro?

Ed anche nel mio?

O lui o io!»

Meno uno:

-«In quanti eravamo, Aurora? Ricorda e decidi, manca un attimo.»

STOP.

Tutto fermo.

Tutti fermi.

Si faccia avanti il responsabile.

SUBITO!!!»

Non furono parole, furono imperativi categorici ed io pensai: «Si salvi chi può, è l’ora del giudizio universale».

Un suono di ciaramelle accompagnò la mia anima deliziosa che ancora prima del verdetto, senza indugio, iniziò a declamare i versi, dedicati un tempo al nostro “Arrivederci”:

… … …

Ed oggi ascoltare

venerdì di piazze

domeniche di folle

e il resto,

tutto rifatto

scotto:

segna nuovo equilibrio

per non staccare stampe

da muri di nuovo imbiancati.

Sedersi su un albero,

presso un’onda chiara, scura,

ai piedi del viale del nostro viaggio, nella poltrona di fronte al fuoco, su un angolo del letto a luci ancora spente,

non oltre,

noto:

lasciamo ad altri

tratteggi di scie di lumache storie di applausi e di avventure scolpite … per Uno.

Ora se vuoi è l’ora di andare.

IL DISPARI 20240722 DILA APS

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DILA

NUSIV

 

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