20240902 DILA APS – IL DISPARI

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20240902 DILA APS – IL DISPARI

LUCIANA CAPECE | EVENTO MUSEO MATT DI TERZIGNO

Un tributo di onorato ringraziamento non può che collocarsi in primis per il mitico Direttore Editoriale de “IL DISPARI” Dott. GAETANO DI MEGLIO per la nobile immagine divulgativa rivolta a me e a tutti gli Artisti annessi a codesto Articolo, con la costante e preziosa presenza impegnativa del nostro amato Presidente DILA APS BRUNO MANCINI.

Le rinomate Antologie NAPOLI OMBELICO DEL MONDO e MAI DIMENTICARE NAPOLI – AUTORI PASQUALE ESPOSITO E ANGELA MARIA TIBERI (EDIT SANTORO)- hanno fatto il loro ingresso al MUSEO MATT di TERZIGNO (POMPEI) bene allestito di storie istruttive e di confronti culturali-letterari.

Eccellente la collaborazione degli addetti al sito museale ove onore e gloria resa ai Volumi hanno promosso con alta rappresentanza Politica e Artistica la testimonianza della DONAZIONE.

Un Evento, quello del 15 Giugno 2024, che ha trascinato con sé tutto il bagaglio di Opere ad ampio raggio.

UN ARCHIVIO A BENIFICIO DELL’UMANITÀ.

Capolavori consolidati con la partecipazione scritturale e pitturale di vari Artisti di cui anch’io mi pregio nell’aver contribuito in segno di rispetto alla meravigliosa città Partenopea NAPOLI con elogi di plauso in tutto il mondo.

Il Museo MATT di Terzigno è un asse basilare di cultura che annovera firme di un vero tatuaggio al cuore, per non perdere mai tracciature storiche ma vivide considerazioni di un consulto comparativo moderno per nuovi secoli fiorenti di lettura.

Un caloroso pubblico attenzionato da Incipit- Prologhi e Aneddoti attinenti al riporto dei due Libri, con vivacità a larga nomenclatura ne ha stilato il sigillo perfetto della compatibilità tra ascolto e condivisione.

Incancellabili i passi immersi con tante citazioni e dediche immortalati dagli ARTISTI presenti: PASQUALINA PETRARCA note verso la Mamma MARIA PANETTY PETRARCA e il noto Tenore ENRICO CARUSO; PASQUALE ESPOSITO Ideatore ed Esperto di Cultura Napoletana; l’Autrice Scrittrice e Poetessa Dott.ssa ANGELA MARIA TIBERI nel decantare suoi versi; la Dott.ssa GERARDINA RUSSO in un sunto, dopo, nè scrisse un Articolo.

Indescrivibile lo stato emozionale in una TERZIGNO, dove l’amore snoda la sua epoca d’oro non solo nella vista monumentaria, ma per pezzi di racconti in un Museo che è crocevia di afflusso turistico al culmine dell’espansione culturale, per preservare antichi manoscritti dotati d’arduo compito di narrare EPICHE EPOPEE MITOLOGICHE-ARCHEOLOGICHE-TERRITORIALI- NAZIONALI E UNIVERSALI!

CON GRATITUDINE SI RINGRAZIA IL SINDACO AVV. FRANCESCO RANIERI PER L’IMPORTANTE INTERVENTO E IL MUSEO MATT DI TERZIGNO PER L’IMPERITURA CUSTODIA SPECIALE.

Scrittrice- Poetessa- Saggista- Aforista- Prefatrice- Critico Letterario- Critico Teatrale- Recensora LUCIANA CAPECE

20240902 DILA APS – IL DISPARI

20240902 DILA APS – IL DISPARI

Antonella Ariosto intervista Caterina Novak

oni, “Interno 4” via della Lungara a Roma, ha ospitato “IN VIAGGIOCON LE FATE”, evento nato da uno spunto del libro della scrittrice cantante Caterina Novak.

A Chiara Pavoni che l’ha invitata a parlare del suo libro, a raccontarsi nelle emozioni, autobiografiche tra l’altro, lei ha detto: “Questo libro nasce dal mio desiderio di lasciare al mondo valori, ideali e speranze, un messaggio d’amore, valido anche per i bambini di tutte le età e di ogni parte del mondo.”

Il pomeriggio culturale ha, inoltre, coinvolto pittori, musicisti, compositori e pianisti che si sono esibiti o che hanno esposto le loro opere: Evaldo Conte, Antonella Checchi, Angela Donatelli.

Importante inoltre il laboratorio di Artherapy della psicoterapeuta Marsia Bambace, con l’associazione “Il cerchio magico”.

Di elevato  spessore le esibizioni di alcuni brani canori che la scrittrice Caterina Novak ha eseguito accompagnata al piano dalla bravissima pianista Santina Amici: Vaga luna di V. Bellini, Nuit d’etoille di F. Debussy, Sogno di F.P. Tosti, La via en rose di Louguy.

Questa è l’intervista che lei, in veste di scrittrice, mi ha rilasciata in esclusiva per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio.

20240902 DILA APS – IL DISPARI

D- Caterina come nasce il tuo libro?

R- Scrivere fa parte della mia vita, è un dono che ho avuto sin da piccola.

Era una necessità per me la sera ascoltare le belle fiabe che mi raccontava la nonna, che mi facevano sognare mondi incantati.

È così che nasce il mio libro, per dare agli altri un ristoro, un po’ di pace e di felicità.

D- Il tuo è  un libro autobiografico ha dei messaggi ben precisi? Quali?

R- Si, nascosta tra fate, gnomi ed elfi del bosco, c’è tutta la mia storia vera, autentica, dove trova spazio la natura, gli animali e gli insegnamenti che da loro ho tratto.

Il messaggio fondamentale nel libro è che l’uomo è un essere dotato di libero arbitrio e può scegliere sempre dove dirigersi.

Se sbaglia direzione e finisce in un burrone, ci sarà sempre una mano tesa che lo aiuterà a rialzarsi e a riprendere il cammino.

Quindi è un libro che aiuta a sperare e anche a sognare, perché senza i sogni, senza ideali, senza valori etici l’uomo annega nel materialismo condannato ad una vita grama, buia, senza meta.

D- Come nasce la scelta del titolo che, leggendolo, fa pensare ad una favola?

R- Nel titolo evoco un viaggio: il viaggio che l’uomo di ogni tempo percorre, un viaggio sospeso tra l’essere e il divenire.

Ma come cambiarne il significato?

Cercare di comprendere ciò che il mondo invisibile che ci circonda ci rivela attraverso la storia è essenziale.

Cum-prehendere è prendere con sé il proprio bagaglio, ciò di cui abbiamo fatto esperienza ed affrontare senza paura il viaggio.

Avrei potuto parlare di angeli, ma ho parlato di fate perché questo libro è ecumenico e in esso ho inteso abbracciare l’universo, tutti i mondi e ciascun essere in particolare.

D- Il tuo libro è adatto a tutte le fasce d’età, compresi i bambini?

R- È un libro adatto per ogni età perché si può leggere a vari strati.

Il linguaggio è facilmente comprensibile, adatto a tutti da 0 a 90 anni.

D- Sei rimasta soddisfatta dalle esperienze provate dopo l’uscita del tuo libro?

R- Sono molto soddisfatta. Il libro è in vendita su ordinazione da Feltrinelli, Mondatori e in tutte le librerie, persino su Amazon.

Ora sto pensando ad una nuova edizione, a qualche traduzione per esportarlo all’estero.

Mi piacerebbe anche pensare ad un musical o a un film che abbia come focus le mie fiabe, ma si vedrà, ci penseranno sicuramente le fate stesse a mandarlo avanti, ne sono certa.

E a voi buona lettura.

Grazie  Caterina, la nostra intervista è conclusa.

Ai lettori di Il Dispari dico che ho avuto modo di partecipare alle tue presentazioni ed ho apprezzato molto il libro tanto da consigliare di leggerlo.

Applausi e complimenti al termine del pomeriggio culturale a tutti gli Artisti, e soprattutto a chi ama l’arte e la diffonde.

Antonella Ariosto

20240902 DILA APS – IL DISPARI

20240902 DILA APS – IL DISPARI

20240826 DILA APS – IL DISPARI

Mariapia Ciaghi – Un racconto di un mutuo inesistente

20240826 DILA APS – IL DISPARI

Nella città di Terraveritas, un luogo dove la nebbia delle menzogne era più densa dell’aria stessa, viveva una donna di nome Clara, che aveva trascorso gran parte della sua vita cercando di far brillare qualche frammento di verità in un Paese dove la verità era trattata come una malattia rara da evitare.

Con i suoi cinquant’anni suonati, Clara si ritrovava a navigare tra i flutti di un sistema così intricato e perverso da far sembrare ogni singolo tentativo di trovare un po’ di stabilità un atto di pura follia.

Clara era una madre single, un’amazzone senza tempo né spazio, impegnata nella titanica impresa di crescere un figlio in un mondo che sembrava divertirsi a renderle la vita un inferno quotidiano. Giornalista e editrice, Clara aveva trascorso venticinque anni a cercare di raccontare ciò che avveniva realmente nel suo Paese, un luogo dove la democrazia era solo una parodia ben orchestrata.

Ma in un posto dove la stampa era così asservita al potere da sembrare una sua estensione, Clara aveva scoperto presto che se voleva parlare, doveva pagare per farlo.

Aveva contratto mutui su mutui, vendendo ogni centimetro della sua tranquillità per finanziare la libertà di scrivere ciò che pensava.

Le sue notti erano piene di numeri e incubi di tassi d’interesse, mentre di giorno combatteva per non diventare un’altra delle tante voci che si limitavano a sussurrare ciò che veniva ordinato dall’alto.

20240826 DILA APS – IL DISPARI

Un giorno, esausta ma determinata, Clara decise che era giunto il momento di provare a ottenere un mutuo agevolato CONSAP per acquistare un appartamento di 45 metri quadri—il minuscolo rifugio dove viveva in affitto con suo figlio.

L’appartamento, con le sue pareti sottili e la vista su un cortile grigio e angusto, era tutto ciò che Clara poteva permettersi, ma per lei e suo figlio era casa.

Il proprietario, una figura quasi paterna con una sottile vena di inquietante perspicacia, aveva espresso chiaramente il desiderio di vendere l’immobile per necessità personali, e Clara, con il suo senso di responsabilità quasi patologico, non avrebbe mai voluto ostacolarlo.

Così, si recò presso la Filiale della Banca Escheriana—nome dovuto ai labirinti burocratici degni del celebre artista—dove incontrò il Direttore di Filiale, un uomo che portava il nome di Salvatore Spernanza, ma la cui inclinazione per distruggere ogni briciolo di ottimismo sembrava smentire quel nome ironicamente rassicurante.

Con una formalità stucchevole, Clara presentò la sua richiesta, completando ogni singolo modulo, raccogliendo ogni documento come un soldato che prepara il suo equipaggiamento prima della battaglia.

Ogni firma, ogni timbro, era un ulteriore passo verso quello che sembrava un traguardo sempre più distante.

Dopo tre mesi di silenzio, la banca finalmente si fece viva.

Un’architetta, inviata dalla stessa banca, si presentò nell’appartamento di Clara per effettuare la perizia.

Era una donna dall’aria gentile, con un sorriso che sembrava volerla rassicurare in mezzo a tanta incertezza.

Si limitò a scattare quattro fotografie pro forma, con la rapidità di chi sa che il proprio lavoro è solo una formalità.

Eppure, quelle quattro foto—nient’altro che istantanee di un appartamento minuscolo—avevano un valore di qualche migliaia di euro, un costo che sembrava rispecchiare perfettamente l’assurdità di quella situazione.

Ma alla fine, anche l’architetta non trovò nulla che potesse essere usato contro Clara.

La banca, quasi con riluttanza, diede l’approvazione per procedere con il rogito.

Sollevata e incredula, Clara chiamò immediatamente il notaio indicato dalla banca stessa, fissando l’appuntamento per il tanto atteso giorno in cui avrebbe potuto finalmente firmare e mettere la parola “fine” a quell’odissea.

Sembrava che tutto fosse pronto, che nulla potesse più andare storto.

Ma proprio quando Clara si stava preparando per ciò che immaginava essere la conclusione di quel lungo incubo, il Direttore di Filiale, Salvatore Spernanza, fino a quel momento una presenza distante e burocratica, decise di entrare in scena.

Con una calma gelida, il Direttore fece sapere a Clara che la delibera, quella stessa delibera su cui lei aveva fatto affidamento, era stata sospesa.

È necessario fare ulteriori verifiche” disse Spernanza con un tono che sembrava suggerire che la verifica in sé fosse un esercizio di potere, più che una vera necessità.

Clara, con lo stomaco in subbuglio e la mente in preda al caos, si rese conto che nulla era mai stato davvero nelle sue mani.

Mariapia Ciaghi

Immobile, Clara guardò il suo sogno sgretolarsi di fronte a lei. Ogni passo avanti, ogni documento consegnato, ogni sacrificio fatto, sembrava essere stato cancellato da un semplice capriccio di un uomo che, nonostante il suo nome, sembrava provare un piacere sottile nel soffocare ogni speranza.

Così, Clara decise di scrivere una lettera al Direttore Generale della banca, un reclamo formale che rifletteva tutto il sarcasmo che poteva ancora raccogliere. Mentre digitava le parole, ogni frase sembrava un pugno sferzato contro l’ipocrisia di un mondo che aveva reso l’acquisto di 45 metri quadri di stabilità un privilegio riservato a pochi eletti.

“Sognare non costa nulla,” scrisse Clara con un amaro sorriso, “ma a quanto pare vivere è un lusso che non posso permettermi.”

La lettera fu inviata. Le settimane passarono, e Clara attese una risposta che non sarebbe mai arrivata, consapevole che in quel Paese di false democrazie, i sogni di una donna sola con un figlio adolescente , che aveva osato parlare senza il permesso del potere, erano destinati a rimanere sepolti sotto la polvere dell’indifferenza.

E mentre le mura del suo appartamento immaginario svanivano come nebbia al sole, Clara continuò a scrivere, perché era l’unica cosa che le rimaneva da fare. Scriveva per non impazzire, per non lasciare che il mondo la riducesse a un’altra vittima silenziosa di una tirannia senza volto. Scriveva, perché sapeva che un giorno, in qualche modo, la verità avrebbe trovato il modo di uscire da quella prigione di carta e inchiostro, e allora, forse, il mondo avrebbe visto per quello che era: una commedia dell’assurdo, in cui nessuno rideva più.

20240826 DILA APS – IL DISPARI

Mariapia Ciaghi

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Alfonso Gurreri & Il Dispari

20240819 DILA APS – IL DISPARI

Alfonso Gurreri & Il Dispari

20240819 DILA APS – IL DISPARI

E se l’Architetto Alfonso Gurreri avesse espresso consenso, con entusiasmo, alla proposta formulatagli dalla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” di collaborare con questa pagina attraverso una sua rubrica, i cui argomenti sarà lui stesso ad illustrare a partire dal prossimo mese di ottobre?

SÌ!

Certamente DILA APS lo ringrazia e ne è onorata, mentre il Direttore di questo giornale, Gaetano Di Meglio, lo accoglie con il migliore “BENVENUTO!”

20240819 DILA APS – IL DISPARI

Ma chi è Alfonso Gurreri?

Molto parziale e temporalmente limitato fino al 2010, ecco il suo curriculum vitae, mentre quello completo è stato pubblicato in

https://www.emmegiischia.com/wordpress/alfonso-gurreri-agosto-2024-cv-pdf/

Arch. GURRERI ALFONSO nato a CATANIA il 12/05/1952, residente in via POLUSCA, 4–04100 LATINA – Telefono 0773693737 Mobile: 3482923704- 3496080015 – E-mail alfonso@studiogurreri.it–PEC: info@pec.studiogurreri.it – P.IVA 00293080594 – C.F: GRRLNS52E12C351D

1980 Laurea vecchio ordinamento in architettura con votazione102/110 presso l’Università La Sapienza di Roma.

1980 Abilitazione alla professione di architetto.

1981 Iscrizione ordine degli architetti della Provincia di Latina.

1981 Iscrizione INARCASSA.

1985 Abilitazione all’insegnamento classe XXVIII (disegno tecnico).

1987 Iscrizione Ministero Interno a seguito del Corso di specializzazione di prevenzione incendi per i professionisti architetti con autorizzazione ad emettere le certificazioni di cui agli art.li 1 e 2 del D.M.

1990 Iscrizione Albo C.T.U. presso il Tribunale di Latina.

1991 Iscrizione elenco collaudatori (L.1086/71).

1994 Iscrizione Albo degli Arbitri Camera di Commercio Industria e Artigianato e Agricoltura di Latina.

2005 Iscrizione Albo verificatori della Provincia di Latina a ln.223 sezioni:A-B-C-D- E-F-G.

2017-2018 Presidente del Consiglio di Disciplina dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Latina.

1984 Corso di formazione sui problemi attuali della progettazione antisismica AICAP.

1998 Corso di specializzazione “Coordinatore bioecologico di cantiere”.

1998 Corso di Formazione per la sicurezza sul lavoro nei cantieri Edili–D.Lgvo 494/96.

1998 Corso di aggiornamento professionale “Normativa e progettazione per l’accessibilità degli spazi costruiti”.

2000 Corso di aggiornamento professionale “Sicurezza sul lavoro nei cantieri Edili di cui al D. Lgvo 528/99″.

2000 Corso di aggiornamento professionale “Il fascicolo del Fabbricato”.

2000 Corso di formazione tecnica “Il riscaldamento a pavimento”.

2001 Corso “Acustica architettonica”.

2002 Aggiornamento professionale D.L gvo 494/96 e succ. mod. D.Lgvo 19/11/1999 n.528

2002 Corso di aggiornamento “L’acciaio nell’edilizia sociale, sportiva e del tempo libero”.

2002 Corso di formazione per “Mobility Manager”

2003 Seminario di aggiornamento professionale “Luce e architettura: illuminare i Centri storici ed i monumenti”.

2003 Seminario di aggiornamento professionale “I Ponteggi Metallici fissi”.

2003 Corso di aggiornamento professionale per la direzione lavori.

2004 Seminario aggiornamento professionale “Qualità dell’aria: comunicazioni e soluzioni”.

2004 Seminario aggiornamento professionale sicurezza nei cantieri.

2005 Corso di aggiornamento professionale sulla nuova normativa sismica.

2007 Seminario di aggiornamento tecnico impianti fotovoltaici.

2008 Seminario di aggiornamento tecnico “La certificazione energetica degli edifici: normativa e procedure operative”.

2008 Partecipazione al convegno per aggiornamento professionale “Costruire con l’acciaio”.

2008 Corso di aggiornamento professionale “Efficienza Energetica nell’edilizia”.

2008 Corso di aggiornamento professionale per Coordinatori sicurezza Cantieri Temporanei e mobili.

2009 Partecipazione al convegno di aggiornamento professionale “Costruire oggi per il futuro”.

2009 Partecipazione a “Conoscenza Prevenzione Progettazione–riflessioni del caso Abruzzo”.

2009 Corso “Fonti rinnovabili ed Enti locali: il ruolo dei tecnici e degli Enti locali nella diffusione delle fonti rinnovabili sul territorio”.

2010 Corso di Formazione “RSPP” Sicurezza e salute sul luogo di lavoro–modulo C

2010 Corso di aggiornamento ai sensi dell’art.15 del D.Lgvo 81/2008 “Dirigenti e Preposti”.

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Antonella Ariosto intervista il giovane tenore Matthew Lamberti

Il mondo artistico è un palcoscenico variegato di grandi talenti, più o meno famosi, ma tutti con la loro passione ben evidente.

I giovani oggi, anche tramite il mondo online, hanno la possibilità di esibirsi e di mostrarsi in tutto il mondo.

Oggi, ho il piacere di intervistare un tenore, Matthew Lamberti, figlio di padre della provincia che ha acconsentito, prontamente, alla mia richiesta di poterlo intervistare.

Matthew è giovane tenore ma molto bravo e molto impegnato nel canto.

Spesso si esibisce con il maestro di piano Lorenzo  Savarese ed è davvero piacevolissimo ascoltarli.

Gli farò cinque domande che ci permetteranno di conoscerlo un  po’.

D- Quando è iniziata la  tua passione per la musica?

R- Credo che sia nata con me, ma poi, verso i dodici anni, ho capito e deciso che era proprio questa la strada che volevo percorrere nella mia vita.

D-Puoi parlarci di te, del tuo percorso musicale?

R- Come già detto, ho iniziato il mio percorso musicale all’età di dodici anni e la mia insegnante  di allora era la maestra Luciana Serra.

Studiavo contemporaneamente canto lirico e pianoforte, ma successivamente ho scelto di continuare solo con lo studio del canto.

Ho frequentato una Accademia Musicale privata, poi il Liceo Musicale ed infine il Conservatorio.

D- Ho seguito ed ascoltato diverse tue esibizioni: canti religiosi, arie liriche e canzoni popolari sia italiane che napoletane, ma tu cosa preferisci cantare?

R- Amo tutta la musica, ma, se posso scegliere, mi piacciono molto le arie delle opere e i concerti teatrali.

D- Hai dei progetti a breve termine e per il tuo futuro?

R- Si ho tanti progetti in valutazione al momento, tutti interessanti.

In passato, ma anche adesso, ho partecipato ad eventi in Salotti artistici e musicali.

Eventi religiosi e non solo.

Mi piace interpretare le arie delle opere, ma mi esibisco pure con canzoni della tradizione napoletana e italiana, accompagnato al piano dal maestro Lorenzo Savarese.

Mi piace molto viaggiare e il mio desiderio più grande sarebbe poterlo fare con la mia musica.

D-  Ti chiedo di farti una domanda, e dare la risposta, che nessuno mai ti fa e che tu vorresti.

R- No, non ho domande particolari che vorrei al momento, sono giovane, ho ventisei anni e tanti progetti in corso, da realizzare.

Forse tra qualche anno magari troverò una domanda specifica che al momento non ho.

Matthew, la nostra intervista  è conclusa, non mi rimane che ringraziarti per la tua disponibilità, augurandoti una carriera brillantissima.

Antonella Ariosto

20240812 DILA APS – IL DISPARI 20240812 DILA APS – IL DISPARI

20240812 DILA APS – IL DISPARI

Dalla raccolta poetica

di Bruno Mancini

Davanti al tempo

I s c h i a 1960-1962

https://www.emmegiischia.com/wordpress/poesie/davanti-al-tempo/

L’estate del ping-pong

Solfeggia l’àncora
in posa plastica
tra posidonia e rocce vulcaniche,
appoggia
il terzo gancio sul blocco di cemento.

Flusso indistinto
corrente marina
pinne di cefali sguscianti.

Nell’underground musica e vita
ed io eremita
sul cassero del ponte
sperando il volo
dell’ultimo piccione viaggiatore.

Pages 177
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210)
Copertina di Jeanfiip
ISBN 9781470915834
EUR 14.00
https://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/davanti-al-tempo/paperback/product-ryypdy.html

20240812 DILA APS – IL DISPARI

Premio internazionale di poesia Otto milioni 2021

L’occhio del Sole – Liga Sarah Lapinska – Lettonia

L’occhio del Sole

Forse il Sole non è l’occhio di Dio,
ma i fiorellini negli stagni lo sono,
mentre io voglio e non voglio
proseguire con il Sole e con le ombre.
Non sarò in nessun riflesso
simile allo stesso brivido di Athlantide.
Le felci sono miti e verdi.
Inoltre, le ombre crescono
come un fantasma
alto o un castello
con un corvo in cima.
L’enorme Sole può vedere tutti insieme.
Per stare fuori dai riflessi,
per giocare nei tuoi sogni.
Goccia di rugiada,
in una castagna rossa.
Capisco, ascolto.
Cantico come un battito di terra,
tutti insieme
senza le parole di questa frequenza.
L’occhio del Sole è simile al mio.

20240812 DILA APS – IL DISPARI

DILA

NUSIV

 

 

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Mariapia Ciaghi – Un racconto

L’infinita attesa: cronaca di un mutuo inesistente

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Nella città di Terraveritas, un luogo dove la nebbia delle menzogne era più densa dell’aria stessa, viveva una donna di nome Clara, che aveva trascorso gran parte della sua vita cercando di far brillare qualche frammento di verità in un Paese dove la verità era trattata come una malattia rara da evitare.

Con i suoi cinquant’anni suonati, Clara si ritrovava a navigare tra i flutti di un sistema così intricato e perverso da far sembrare ogni singolo tentativo di trovare un po’ di stabilità un atto di pura follia.

Clara era una madre single, un’amazzone senza tempo né spazio, impegnata nella titanica impresa di crescere un figlio in un mondo che sembrava divertirsi a renderle la vita un inferno quotidiano. Giornalista e editrice, Clara aveva trascorso venticinque anni a cercare di raccontare ciò che avveniva realmente nel suo Paese, un luogo dove la democrazia era solo una parodia ben orchestrata.

Ma in un posto dove la stampa era così asservita al potere da sembrare una sua estensione, Clara aveva scoperto presto che se voleva parlare, doveva pagare per farlo.

Aveva contratto mutui su mutui, vendendo ogni centimetro della sua tranquillità per finanziare la libertà di scrivere ciò che pensava.

Le sue notti erano piene di numeri e incubi di tassi d’interesse, mentre di giorno combatteva per non diventare un’altra delle tante voci che si limitavano a sussurrare ciò che veniva ordinato dall’alto.

20240826 DILA APS – IL DISPARI

Un giorno, esausta ma determinata, Clara decise che era giunto il momento di provare a ottenere un mutuo agevolato CONSAP per acquistare un appartamento di 45 metri quadri—il minuscolo rifugio dove viveva in affitto con suo figlio.

L’appartamento, con le sue pareti sottili e la vista su un cortile grigio e angusto, era tutto ciò che Clara poteva permettersi, ma per lei e suo figlio era casa.

Il proprietario, una figura quasi paterna con una sottile vena di inquietante perspicacia, aveva espresso chiaramente il desiderio di vendere l’immobile per necessità personali, e Clara, con il suo senso di responsabilità quasi patologico, non avrebbe mai voluto ostacolarlo.

Così, si recò presso la Filiale della Banca Escheriana—nome dovuto ai labirinti burocratici degni del celebre artista—dove incontrò il Direttore di Filiale, un uomo che portava il nome di Salvatore Spernanza, ma la cui inclinazione per distruggere ogni briciolo di ottimismo sembrava smentire quel nome ironicamente rassicurante.

Con una formalità stucchevole, Clara presentò la sua richiesta, completando ogni singolo modulo, raccogliendo ogni documento come un soldato che prepara il suo equipaggiamento prima della battaglia.

Ogni firma, ogni timbro, era un ulteriore passo verso quello che sembrava un traguardo sempre più distante.

Dopo tre mesi di silenzio, la banca finalmente si fece viva.

Un’architetta, inviata dalla stessa banca, si presentò nell’appartamento di Clara per effettuare la perizia.

Era una donna dall’aria gentile, con un sorriso che sembrava volerla rassicurare in mezzo a tanta incertezza.

Si limitò a scattare quattro fotografie pro forma, con la rapidità di chi sa che il proprio lavoro è solo una formalità.

Eppure, quelle quattro foto—nient’altro che istantanee di un appartamento minuscolo—avevano un valore di qualche migliaia di euro, un costo che sembrava rispecchiare perfettamente l’assurdità di quella situazione.

Ma alla fine, anche l’architetta non trovò nulla che potesse essere usato contro Clara.

La banca, quasi con riluttanza, diede l’approvazione per procedere con il rogito.

Sollevata e incredula, Clara chiamò immediatamente il notaio indicato dalla banca stessa, fissando l’appuntamento per il tanto atteso giorno in cui avrebbe potuto finalmente firmare e mettere la parola “fine” a quell’odissea.

Sembrava che tutto fosse pronto, che nulla potesse più andare storto.

Ma proprio quando Clara si stava preparando per ciò che immaginava essere la conclusione di quel lungo incubo, il Direttore di Filiale, Salvatore Spernanza, fino a quel momento una presenza distante e burocratica, decise di entrare in scena.

Con una calma gelida, il Direttore fece sapere a Clara che la delibera, quella stessa delibera su cui lei aveva fatto affidamento, era stata sospesa.

È necessario fare ulteriori verifiche” disse Spernanza con un tono che sembrava suggerire che la verifica in sé fosse un esercizio di potere, più che una vera necessità.

Clara, con lo stomaco in subbuglio e la mente in preda al caos, si rese conto che nulla era mai stato davvero nelle sue mani.

Mariapia Ciaghi

Immobile, Clara guardò il suo sogno sgretolarsi di fronte a lei. Ogni passo avanti, ogni documento consegnato, ogni sacrificio fatto, sembrava essere stato cancellato da un semplice capriccio di un uomo che, nonostante il suo nome, sembrava provare un piacere sottile nel soffocare ogni speranza.

Così, Clara decise di scrivere una lettera al Direttore Generale della banca, un reclamo formale che rifletteva tutto il sarcasmo che poteva ancora raccogliere. Mentre digitava le parole, ogni frase sembrava un pugno sferzato contro l’ipocrisia di un mondo che aveva reso l’acquisto di 45 metri quadri di stabilità un privilegio riservato a pochi eletti.

“Sognare non costa nulla,” scrisse Clara con un amaro sorriso, “ma a quanto pare vivere è un lusso che non posso permettermi.”

La lettera fu inviata. Le settimane passarono, e Clara attese una risposta che non sarebbe mai arrivata, consapevole che in quel Paese di false democrazie, i sogni di una donna sola con un figlio adolescente , che aveva osato parlare senza il permesso del potere, erano destinati a rimanere sepolti sotto la polvere dell’indifferenza.

E mentre le mura del suo appartamento immaginario svanivano come nebbia al sole, Clara continuò a scrivere, perché era l’unica cosa che le rimaneva da fare. Scriveva per non impazzire, per non lasciare che il mondo la riducesse a un’altra vittima silenziosa di una tirannia senza volto. Scriveva, perché sapeva che un giorno, in qualche modo, la verità avrebbe trovato il modo di uscire da quella prigione di carta e inchiostro, e allora, forse, il mondo avrebbe visto per quello che era: una commedia dell’assurdo, in cui nessuno rideva più.

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Mariapia Ciaghi

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Alfonso Gurreri & Il Dispari

20240819 DILA APS – IL DISPARI

Alfonso Gurreri & Il Dispari

20240819 DILA APS – IL DISPARI

E se l’Architetto Alfonso Gurreri avesse espresso consenso, con entusiasmo, alla proposta formulatagli dalla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” di collaborare con questa pagina attraverso una sua rubrica, i cui argomenti sarà lui stesso ad illustrare a partire dal prossimo mese di ottobre?

SÌ!

Certamente DILA APS lo ringrazia e ne è onorata, mentre il Direttore di questo giornale, Gaetano Di Meglio, lo accoglie con il migliore “BENVENUTO!”

20240819 DILA APS – IL DISPARI

Ma chi è Alfonso Gurreri?

Molto parziale e temporalmente limitato fino al 2010, ecco il suo curriculum vitae, mentre quello completo è stato pubblicato in

https://www.emmegiischia.com/wordpress/alfonso-gurreri-agosto-2024-cv-pdf/

Arch. GURRERI ALFONSO nato a CATANIA il 12/05/1952, residente in via POLUSCA, 4–04100 LATINA – Telefono 0773693737 Mobile: 3482923704- 3496080015 – E-mail alfonso@studiogurreri.it–PEC: info@pec.studiogurreri.it – P.IVA 00293080594 – C.F: GRRLNS52E12C351D

1980 Laurea vecchio ordinamento in architettura con votazione102/110 presso l’Università La Sapienza di Roma.

1980 Abilitazione alla professione di architetto.

1981 Iscrizione ordine degli architetti della Provincia di Latina.

1981 Iscrizione INARCASSA.

1985 Abilitazione all’insegnamento classe XXVIII (disegno tecnico).

1987 Iscrizione Ministero Interno a seguito del Corso di specializzazione di prevenzione incendi per i professionisti architetti con autorizzazione ad emettere le certificazioni di cui agli art.li 1 e 2 del D.M.

1990 Iscrizione Albo C.T.U. presso il Tribunale di Latina.

1991 Iscrizione elenco collaudatori (L.1086/71).

1994 Iscrizione Albo degli Arbitri Camera di Commercio Industria e Artigianato e Agricoltura di Latina.

2005 Iscrizione Albo verificatori della Provincia di Latina a ln.223 sezioni:A-B-C-D- E-F-G.

2017-2018 Presidente del Consiglio di Disciplina dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Latina.

1984 Corso di formazione sui problemi attuali della progettazione antisismica AICAP.

1998 Corso di specializzazione “Coordinatore bioecologico di cantiere”.

1998 Corso di Formazione per la sicurezza sul lavoro nei cantieri Edili–D.Lgvo 494/96.

1998 Corso di aggiornamento professionale “Normativa e progettazione per l’accessibilità degli spazi costruiti”.

2000 Corso di aggiornamento professionale “Sicurezza sul lavoro nei cantieri Edili di cui al D. Lgvo 528/99″.

2000 Corso di aggiornamento professionale “Il fascicolo del Fabbricato”.

2000 Corso di formazione tecnica “Il riscaldamento a pavimento”.

2001 Corso “Acustica architettonica”.

2002 Aggiornamento professionale D.L gvo 494/96 e succ. mod. D.Lgvo 19/11/1999 n.528

2002 Corso di aggiornamento “L’acciaio nell’edilizia sociale, sportiva e del tempo libero”.

2002 Corso di formazione per “Mobility Manager”

2003 Seminario di aggiornamento professionale “Luce e architettura: illuminare i Centri storici ed i monumenti”.

2003 Seminario di aggiornamento professionale “I Ponteggi Metallici fissi”.

2003 Corso di aggiornamento professionale per la direzione lavori.

2004 Seminario aggiornamento professionale “Qualità dell’aria: comunicazioni e soluzioni”.

2004 Seminario aggiornamento professionale sicurezza nei cantieri.

2005 Corso di aggiornamento professionale sulla nuova normativa sismica.

2007 Seminario di aggiornamento tecnico impianti fotovoltaici.

2008 Seminario di aggiornamento tecnico “La certificazione energetica degli edifici: normativa e procedure operative”.

2008 Partecipazione al convegno per aggiornamento professionale “Costruire con l’acciaio”.

2008 Corso di aggiornamento professionale “Efficienza Energetica nell’edilizia”.

2008 Corso di aggiornamento professionale per Coordinatori sicurezza Cantieri Temporanei e mobili.

2009 Partecipazione al convegno di aggiornamento professionale “Costruire oggi per il futuro”.

2009 Partecipazione a “Conoscenza Prevenzione Progettazione–riflessioni del caso Abruzzo”.

2009 Corso “Fonti rinnovabili ed Enti locali: il ruolo dei tecnici e degli Enti locali nella diffusione delle fonti rinnovabili sul territorio”.

2010 Corso di Formazione “RSPP” Sicurezza e salute sul luogo di lavoro–modulo C

2010 Corso di aggiornamento ai sensi dell’art.15 del D.Lgvo 81/2008 “Dirigenti e Preposti”.

20240819 DILA APS – IL DISPARI

20240812 DILA APS – IL DISPARI

20240812 DILA APS – IL DISPARI

20240812 DILA APS – IL DISPARI Download PDF

Antonella Ariosto intervista il giovane tenore Matthew Lamberti

Il mondo artistico è un palcoscenico variegato di grandi talenti, più o meno famosi, ma tutti con la loro passione ben evidente.

I giovani oggi, anche tramite il mondo online, hanno la possibilità di esibirsi e di mostrarsi in tutto il mondo.

Oggi, ho il piacere di intervistare un tenore, Matthew Lamberti, figlio di padre della provincia che ha acconsentito, prontamente, alla mia richiesta di poterlo intervistare.

Matthew è giovane tenore ma molto bravo e molto impegnato nel canto.

Spesso si esibisce con il maestro di piano Lorenzo  Savarese ed è davvero piacevolissimo ascoltarli.

Gli farò cinque domande che ci permetteranno di conoscerlo un  po’.

D- Quando è iniziata la  tua passione per la musica?

R- Credo che sia nata con me, ma poi, verso i dodici anni, ho capito e deciso che era proprio questa la strada che volevo percorrere nella mia vita.

D-Puoi parlarci di te, del tuo percorso musicale?

R- Come già detto, ho iniziato il mio percorso musicale all’età di dodici anni e la mia insegnante  di allora era la maestra Luciana Serra.

Studiavo contemporaneamente canto lirico e pianoforte, ma successivamente ho scelto di continuare solo con lo studio del canto.

Ho frequentato una Accademia Musicale privata, poi il Liceo Musicale ed infine il Conservatorio.

D- Ho seguito ed ascoltato diverse tue esibizioni: canti religiosi, arie liriche e canzoni popolari sia italiane che napoletane, ma tu cosa preferisci cantare?

R- Amo tutta la musica, ma, se posso scegliere, mi piacciono molto le arie delle opere e i concerti teatrali.

D- Hai dei progetti a breve termine e per il tuo futuro?

R- Si ho tanti progetti in valutazione al momento, tutti interessanti.

In passato, ma anche adesso, ho partecipato ad eventi in Salotti artistici e musicali.

Eventi religiosi e non solo.

Mi piace interpretare le arie delle opere, ma mi esibisco pure con canzoni della tradizione napoletana e italiana, accompagnato al piano dal maestro Lorenzo Savarese.

Mi piace molto viaggiare e il mio desiderio più grande sarebbe poterlo fare con la mia musica.

D-  Ti chiedo di farti una domanda, e dare la risposta, che nessuno mai ti fa e che tu vorresti.

R- No, non ho domande particolari che vorrei al momento, sono giovane, ho ventisei anni e tanti progetti in corso, da realizzare.

Forse tra qualche anno magari troverò una domanda specifica che al momento non ho.

Matthew, la nostra intervista  è conclusa, non mi rimane che ringraziarti per la tua disponibilità, augurandoti una carriera brillantissima.

Antonella Ariosto

20240812 DILA APS – IL DISPARI 20240812 DILA APS – IL DISPARI

20240812 DILA APS – IL DISPARI

Dalla raccolta poetica

di Bruno Mancini

Davanti al tempo

I s c h i a 1960-1962

https://www.emmegiischia.com/wordpress/poesie/davanti-al-tempo/

L’estate del ping-pong

Solfeggia l’àncora
in posa plastica
tra posidonia e rocce vulcaniche,
appoggia
il terzo gancio sul blocco di cemento.

Flusso indistinto
corrente marina
pinne di cefali sguscianti.

Nell’underground musica e vita
ed io eremita
sul cassero del ponte
sperando il volo
dell’ultimo piccione viaggiatore.

Pages 177
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210)
Copertina di Jeanfiip
ISBN 9781470915834
EUR 14.00
https://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/davanti-al-tempo/paperback/product-ryypdy.html

20240812 DILA APS – IL DISPARI

Premio internazionale di poesia Otto milioni 2021

L’occhio del Sole – Liga Sarah Lapinska – Lettonia

L’occhio del Sole

Forse il Sole non è l’occhio di Dio,
ma i fiorellini negli stagni lo sono,
mentre io voglio e non voglio
proseguire con il Sole e con le ombre.
Non sarò in nessun riflesso
simile allo stesso brivido di Athlantide.
Le felci sono miti e verdi.
Inoltre, le ombre crescono
come un fantasma
alto o un castello
con un corvo in cima.
L’enorme Sole può vedere tutti insieme.
Per stare fuori dai riflessi,
per giocare nei tuoi sogni.
Goccia di rugiada,
in una castagna rossa.
Capisco, ascolto.
Cantico come un battito di terra,
tutti insieme
senza le parole di questa frequenza.
L’occhio del Sole è simile al mio.

20240812 DILA APS – IL DISPARI

LINGUA

NUSIV

 

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Alfonso Gurreri & Il Dispari

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E se l’Architetto Alfonso Gurreri avesse espresso consenso, con entusiasmo, alla proposta formulatagli dalla nostra Associazione di Promozione Sociale “Da Ischia L’Arte – DILA APS” di collaborare con questa pagina attraverso una sua rubrica, i cui argomenti sarà lui stesso ad illustrare a partire dal prossimo mese di ottobre?

SÌ!

Certamente DILA APS lo ringrazia e ne è onorata, mentre il Direttore di questo giornale, Gaetano Di Meglio, lo accoglie con il migliore “BENVENUTO!”

20240819 DILA APS – IL DISPARI

Ma chi è Alfonso Gurreri?

Molto parziale e temporalmente limitato fino al 2010, ecco il suo curriculum vitae, mentre quello completo è stato pubblicato in

https://www.emmegiischia.com/wordpress/alfonso-gurreri-agosto-2024-cv-pdf/

Arch. GURRERI ALFONSO nato a CATANIA il 12/05/1952, residente in via POLUSCA, 4–04100 LATINA – Telefono 0773693737 Mobile: 3482923704- 3496080015 – E-mail alfonso@studiogurreri.it–PEC: info@pec.studiogurreri.it – P.IVA 00293080594 – C.F: GRRLNS52E12C351D

1980 Laurea vecchio ordinamento in architettura con votazione102/110 presso l’Università La Sapienza di Roma.

1980 Abilitazione alla professione di architetto.

1981 Iscrizione ordine degli architetti della Provincia di Latina.

1981 Iscrizione INARCASSA.

1985 Abilitazione all’insegnamento classe XXVIII (disegno tecnico).

1987 Iscrizione Ministero Interno a seguito del Corso di specializzazione di prevenzione incendi per i professionisti architetti con autorizzazione ad emettere le certificazioni di cui agli art.li 1 e 2 del D.M.

1990 Iscrizione Albo C.T.U. presso il Tribunale di Latina.

1991 Iscrizione elenco collaudatori (L.1086/71).

1994 Iscrizione Albo degli Arbitri Camera di Commercio Industria e Artigianato e Agricoltura di Latina.

2005 Iscrizione Albo verificatori della Provincia di Latina a ln.223 sezioni:A-B-C-D- E-F-G.

2017-2018 Presidente del Consiglio di Disciplina dell’Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Latina.

1984 Corso di formazione sui problemi attuali della progettazione antisismica AICAP.

1998 Corso di specializzazione “Coordinatore bioecologico di cantiere”.

1998 Corso di Formazione per la sicurezza sul lavoro nei cantieri Edili–D.Lgvo 494/96.

1998 Corso di aggiornamento professionale “Normativa e progettazione per l’accessibilità degli spazi costruiti”.

2000 Corso di aggiornamento professionale “Sicurezza sul lavoro nei cantieri Edili di cui al D. Lgvo 528/99″.

2000 Corso di aggiornamento professionale “Il fascicolo del Fabbricato”.

2000 Corso di formazione tecnica “Il riscaldamento a pavimento”.

2001 Corso “Acustica architettonica”.

2002 Aggiornamento professionale D.L gvo 494/96 e succ. mod. D.Lgvo 19/11/1999 n.528

2002 Corso di aggiornamento “L’acciaio nell’edilizia sociale, sportiva e del tempo libero”.

2002 Corso di formazione per “Mobility Manager”

2003 Seminario di aggiornamento professionale “Luce e architettura: illuminare i Centri storici ed i monumenti”.

2003 Seminario di aggiornamento professionale “I Ponteggi Metallici fissi”.

2003 Corso di aggiornamento professionale per la direzione lavori.

2004 Seminario aggiornamento professionale “Qualità dell’aria: comunicazioni e soluzioni”.

2004 Seminario aggiornamento professionale sicurezza nei cantieri.

2005 Corso di aggiornamento professionale sulla nuova normativa sismica.

2007 Seminario di aggiornamento tecnico impianti fotovoltaici.

2008 Seminario di aggiornamento tecnico “La certificazione energetica degli edifici: normativa e procedure operative”.

2008 Partecipazione al convegno per aggiornamento professionale “Costruire con l’acciaio”.

2008 Corso di aggiornamento professionale “Efficienza Energetica nell’edilizia”.

2008 Corso di aggiornamento professionale per Coordinatori sicurezza Cantieri Temporanei e mobili.

2009 Partecipazione al convegno di aggiornamento professionale “Costruire oggi per il futuro”.

2009 Partecipazione a “Conoscenza Prevenzione Progettazione–riflessioni del caso Abruzzo”.

2009 Corso “Fonti rinnovabili ed Enti locali: il ruolo dei tecnici e degli Enti locali nella diffusione delle fonti rinnovabili sul territorio”.

2010 Corso di Formazione “RSPP” Sicurezza e salute sul luogo di lavoro–modulo C

2010 Corso di aggiornamento ai sensi dell’art.15 del D.Lgvo 81/2008 “Dirigenti e Preposti”.

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Antonella Ariosto intervista il giovane tenore Matthew Lamberti

Il mondo artistico è un palcoscenico variegato di grandi talenti, più o meno famosi, ma tutti con la loro passione ben evidente.

I giovani oggi, anche tramite il mondo online, hanno la possibilità di esibirsi e di mostrarsi in tutto il mondo.

Oggi, ho il piacere di intervistare un tenore, Matthew Lamberti, figlio di padre della provincia che ha acconsentito, prontamente, alla mia richiesta di poterlo intervistare.

Matthew è giovane tenore ma molto bravo e molto impegnato nel canto.

Spesso si esibisce con il maestro di piano Lorenzo  Savarese ed è davvero piacevolissimo ascoltarli.

Gli farò cinque domande che ci permetteranno di conoscerlo un  po’.

D- Quando è iniziata la  tua passione per la musica?

R- Credo che sia nata con me, ma poi, verso i dodici anni, ho capito e deciso che era proprio questa la strada che volevo percorrere nella mia vita.

D-Puoi parlarci di te, del tuo percorso musicale?

R- Come già detto, ho iniziato il mio percorso musicale all’età di dodici anni e la mia insegnante  di allora era la maestra Luciana Serra.

Studiavo contemporaneamente canto lirico e pianoforte, ma successivamente ho scelto di continuare solo con lo studio del canto.

Ho frequentato una Accademia Musicale privata, poi il Liceo Musicale ed infine il Conservatorio.

D- Ho seguito ed ascoltato diverse tue esibizioni: canti religiosi, arie liriche e canzoni popolari sia italiane che napoletane, ma tu cosa preferisci cantare?

R- Amo tutta la musica, ma, se posso scegliere, mi piacciono molto le arie delle opere e i concerti teatrali.

D- Hai dei progetti a breve termine e per il tuo futuro?

R- Si ho tanti progetti in valutazione al momento, tutti interessanti.

In passato, ma anche adesso, ho partecipato ad eventi in Salotti artistici e musicali.

Eventi religiosi e non solo.

Mi piace interpretare le arie delle opere, ma mi esibisco pure con canzoni della tradizione napoletana e italiana, accompagnato al piano dal maestro Lorenzo Savarese.

Mi piace molto viaggiare e il mio desiderio più grande sarebbe poterlo fare con la mia musica.

D-  Ti chiedo di farti una domanda, e dare la risposta, che nessuno mai ti fa e che tu vorresti.

R- No, non ho domande particolari che vorrei al momento, sono giovane, ho ventisei anni e tanti progetti in corso, da realizzare.

Forse tra qualche anno magari troverò una domanda specifica che al momento non ho.

Matthew, la nostra intervista  è conclusa, non mi rimane che ringraziarti per la tua disponibilità, augurandoti una carriera brillantissima.

Antonella Ariosto

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Dalla raccolta poetica

di Bruno Mancini

Davanti al tempo

I s c h i a 1960-1962

https://www.emmegiischia.com/wordpress/poesie/davanti-al-tempo/

L’estate del ping-pong

Solfeggia l’àncora
in posa plastica
tra posidonia e rocce vulcaniche,
appoggia
il terzo gancio sul blocco di cemento.

Flusso indistinto
corrente marina
pinne di cefali sguscianti.

Nell’underground musica e vita
ed io eremita
sul cassero del ponte
sperando il volo
dell’ultimo piccione viaggiatore.

Pages 177
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210)
Copertina di Jeanfiip
ISBN 9781470915834
EUR 14.00
https://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/davanti-al-tempo/paperback/product-ryypdy.html

20240812 DILA APS – IL DISPARI

Premio internazionale di poesia Otto milioni 2021

L’occhio del Sole – Liga Sarah Lapinska – Lettonia

L’occhio del Sole

Forse il Sole non è l’occhio di Dio,
ma i fiorellini negli stagni lo sono,
mentre io voglio e non voglio
proseguire con il Sole e con le ombre.
Non sarò in nessun riflesso
simile allo stesso brivido di Athlantide.
Le felci sono miti e verdi.
Inoltre, le ombre crescono
come un fantasma
alto o un castello
con un corvo in cima.
L’enorme Sole può vedere tutti insieme.
Per stare fuori dai riflessi,
per giocare nei tuoi sogni.
Goccia di rugiada,
in una castagna rossa.
Capisco, ascolto.
Cantico come un battito di terra,
tutti insieme
senza le parole di questa frequenza.
L’occhio del Sole è simile al mio.

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

Ultima puntata

Parte terza

CAPITOLO PRIMO

Il nostro DNA assolutamente identico aveva richiamato nell’elaboratore, senza distinzione, le mie e le sue azioni!

Ecco la ragione della nostra chiamata simultanea.

Lo stesso fatto era stato assegnato sia a me sia a Lui, quindi, noi due, avevamo subito il carico del logorio non solo nostro proprio, cioè io della mia e lui della sua vita, ma io della mia più la sua e lui della sua più la mia.

Concorrendo quindi, essendo gemelli, ad esaurire entrambi nello stesso momento!

Eccitato e sollevato, non persi di vista Aurora neppure un istante, intanto che lei, la mia Amica immensa, nella riconfermata autorità di una «Signora», ancora più potente, ordinava di effettuare innumerevoli verifiche, controlli, prove e contro prove.

Fino a quando, accertato l’errore, la vidi giudicare i responsabili, licenziare, degradare, defenestrare.

Infatti, “L’efficiente tecnologia trasportata di là da nostre opportunistiche appendiciecc. ecc.” le cui caratteristiche operative mi era capitato di leggere nella schermata, quando quasi meccanicamente avevo attivato il clic sulla freccetta (non lampeggiante e non splendente) indicante “Continua”, affidata alla decrepita fossilizzata burocrazia onnipresente, “così o come” da sempre avviene a seguito di questo innaturale connubio, aveva elaborato, essa l’efficiente tecnica

spersonalizzata, decisioni certo indiscriminate, ma purtroppo prive della luce di una intelligente, umana, morale e sofferta, responsabile valutazione.

Basta così.

Gli insensibili mezze maniche avevano combinate “cose dell’altro mondo”.

20240805 DILA APS – IL DISPARI

CAPITOLO SECONDO

Miei cari amici, certamente avrete apprezzato il grande sforzo di chiarezza e perseverante puntigliosità che ho sfacciatamente articolato nella stesura di questo racconto.

“Lui diceva…”, “Lei faceva…”, “Loro pensavano…”, C’era scritto che…”, “Voglio dire…”, “Cioè…”, in una ininterrotta rilettura esplicativa… ma non è detta l’ultima parola, finché non è scritto l’ultimo rigo.

Se state cercando la sorpresa come quando rovistate nelle Balle di Pezze Americane ammassate su un banco di Resina, questa volta avete sbagliato indirizzo.

Ora, infatti, vi racconterò cosa accadde allorché la Signora, esaurito l’arduo compito di ristrutturare il fatiscente apparato burocratico, volle graziosamente dedicare a me la sua attenzione.

Nel catino d’Indianapolis la ferocia dei sorpassi e giustificata dagli stratosferici compensi economici.

Un metro avanti, può valere un miliardo di cose belle.

Io sapevo di non aver partecipato alla corsa per me stesso.

Sarei rimasto volentieri a bere birre popolari, nell’attesa dell’incaricato inviato a rendermi meno ostico il trasferimento.

Devo ancora chiarire che Egli, il traghettatore, non era mai giunto al mio indirizzo sempre a causa dello stesso errore.

Per l’uguaglianza tra i nostri DNA, lo avevano inviato alla residenza di Ignazio!

Dall’altra parte dell’Universo.

Dove comunque Ignazio non c’era più.

Ma ciò è irrilevante.

Continuando nel precedente ragionamento, mi pare di aver dimostrato con sufficiente evidenza, che io non avevo agito in preda ad alcuna ambizione personale, bensì solo con l’obiettivo di liberare Ignazio, l’umanizzazione della mia fantasia, dal timore dell’ignoto.

Petrus hic, nel frattempo, non aveva lesinato né birre né sigarette (neppure a se stesso).

Uno smoking bianco mi mostrava la sobria essenzialità dei movimenti che l’uomo dal fiore di ginestra all’occhiello del bavero, rendendo ogni volta più tormentosa la reiterata canzone dedicata al compiacimento dei miei desideri, eseguiva in pieno distacco dalla realtà, abbandonandosi alla musicalità dei suoi ricordi.

“INDIFFERENTEMENTE SI TU M’ACCIRE NUN T’DICO NIENTE”.

Il tratteggio, ordinato e ripetitivo, con cui la donna dalle mani ambrate muoveva le stecche di bambù del ventaglio giapponese procurava piacevole frescura alla mia placida serenità, ma fu troncato dall’avvicinarsi di Aurora, la donna guascona, “così o come” il canto mattutino del gallo, “così o come” la voglia senile di un figlio, “così o come” il dubbio “Io, chi sono?”.

Lei mi prese in disparte e disse:

-«Ignazio ritornerà ai suoi avventurosi accadimenti con la totale revisione del carico di azioni solo a lui imputabili.»

-«Ti ringrazio.»

-«Era semplicemente doveroso, con l’aggiunta delle nostre scuse.

Abbiamo eseguito miliardi e miliardi di controlli e, infine, siamo certi che non sono stati commessi altri errori.

Il tuo prezioso intervento è stato determinante per evitare che venisse azzerata la immacolata credibilità del nostro operato. Per questo, la Corte Suprema che ho l’onore di dirigere, ha deliberato di concederti il titolo e gli onori di: GRANDE SUPER GUIDA DELLE PRATERIE TRA L’ESSERE E IL NULLA.

In più, un contratto mille volte migliorativo rispetto a quanto percepivi con la professione di “Lettore di giornali in pubblico”.

Potrai mettere a punto i particolari con i nuovi, dinamici, giovani, funzionari, già nei prossimi giorni…»

-«Grazie ma non dovevi, non volevo che…»

-«Non io ho deciso.

Si tratta di delibera della Corte Suprema.

Non puoi rifiutare.

Poi, accettando di buon grado la proposta di Petrus, il Consiglio Direttivo ha il piacere di nominarti: CITTADINO ONORARIO CON LE CHIAVI DEL REGNO».

-«Accetto volentieri, per il piacere di potere incontrare ancora voi tutti.»

«Anche il Sindacato Generale vuole partecipare con un attestato di stima, e ti concede due tessere che potrai assegnare a tua completa discrezione.

I beneficiari saranno liberi da qualsiasi altro impegno che non sia la totale dedizione all’adempimento dei tuoi desideri. Per non permettere alla tua generosità di commettere inutili follie, e poiché sono anche un po’ “marpiona”, ho fatto i nomi dell’uomo dal fiore di ginestra e della donna dalle mani ambrate. Ho sbagliato?»

-«Oltre che marpiona, io trovo che tu sia di una sensibilità inaudita. Cosa potrei volere di più?

Ricongiungermi con la mia Anima e il mio Cervello!

Fantastico.

Hai ricostruito la triade della mia esistenza.

Temo solo di non meritare tanto, di non esserne degno.»

-«Di imbecilli ne ho incontrati a reggimenti, persone degne come te, davvero poche.

Quanto a me, nella disponibilità che mi conferisce il ruolo che esercito, io personalmente, la Signora, Donna Guascone, per te amica Aurora, ho decretato di assegnare al tuo DNA: UN BONUS, CIOÈ UN SUPPLEMENTO DI VITALITÀ.

Avrei voluto concedertelo di durata infinita, ma dalla nostra ortodossia intellettuale il termine non è accettato. Né infinito né eterno, così, con una lieve forzatura, da voi si dice una “furbata” l’ho modellato per non farlo esaurire prima che finisca la “Tua Eternità”. Per tutto il tempo che Essa vorrà, indefinitamente.»

-«Significa che…»

-«Hai già capito tutto.

Non aggiungere parole.

Ora, se vuoi, è l’ora di andare.

Infine ho accettato la richiesta unanime di tutto il mio popolo virtuoso di affidare a te questo cimelio.

UNA BACCHETTA DA DIRETTORE D’ORCHESTRA.

Con essa, Arturo Toscanini diresse per la prima volta a New York il 13 aprile 1913 la Nona Sinfonia di Beethoven.

Nel suo resoconto sulla rappresentazione, il “New York Herald” mise il titolo: “Il Signor Toscanini, la Bacchetta Magica della Sinfonia”.

Eccola.

è tua».

Non appena la mia mano destra strinse la sottile asticella, l’ode “Alla gioia” di Schiller si elevò nello splendore di una solenne coralità:

“Gioia, bella scintilla……

Colui al quale è toccata la grande ventura d’essere amico di un amico, colui che ha ottenuto una dolce donna, mescoli alla nostra la sua gioia!”.

Finché strumenti a fiato, piatti, grancassa, giunsero al tripudio popolare traboccante con le voci del coro e dell’orchestra.

L’uomo dal fiore di ginestra, con larghi respiri seguiva il tempo della mia passione.

Non appena la mia mano destra strinse la sottile asticella, il soffitto, nebulizzato, lasciò spazio al cielo stellato della notte di San Lorenzo, lo specchio, in una dissolvenza… svanì Ignazio.

La donna dal bel ventaglio giapponese, entrò sorridente nei miei occhi.

Aurora guardò noi tre piangere abbracciati.

Per giungerci accanto, mosse due passi con il movimento armonico di mia sorella.

Accarezzò le nostre teste con la mano affusolata di mia madre.

Disse: «Vi bacio» con la voce profonda di mio padre e con un commosso sospiro di sollievo bagnò le nostre lacrime con le sue.

E tutti, tranne i malvagi: Giuseppe, l’amante di Giuseppe, la sorella di Giuseppe, il marito avvocato della sorella di Giuseppe, i loro due figli maschi e la unica femmina, il figlio avuto da Giuseppe con l’amante, Luigi, Salvatore, Scisciò, Francesco d’Avellino, Violetta, la moglie del futuro ministro, Cecilia, un graduato dei carabinieri, un segretario di tribunale, il fratello di un consigliere comunale campano di un altro comune, con la moglie il figlio e la figlia, un funzionario di polizia, un parente, due parenti, tre parenti, un ufficiale sanitario, un addetto alle dogane, un proprietario di bar, un non ricordo bene, ah sì, un armatore falso spiluccato dalle alici nel mar baltico, un cane, un cavallaro, trentamila pipistrelli e tutte le stramaledette zanzare dell’isola d’Ischia, “così o come” avviene nelle più belle favole, continuiamo, tutti, a vivere felici e contenti.

 

CAPITOLO FINALE

……la porta era aperta, il telefono squillava come un pazzo, mi affrettai a rispondere.

-«Ahh… ahh… pronto ahh…»

-«Bruno!

Dov’eri?

è tutto il giorno che ti chiamo!»

-«No, niente.

Ero qui.

Dormivo.

Sognavo.»

-«Sognavi? Ma se ti sento affannare!

Confessa, sei stato un’altra volta da quella zoccola, è vero?»

-«No, Amo’ non è vero, sognavo.»

-«Come si chiama… Aurora, se la incontro la uccido.»

-«Lascia stare… …

Ceniamo insieme?

Stasera alle venti?

Da Petrus, alla Nuvola Bianca?»

 

Bene

20240805 DILA APS – IL DISPARI

LINGUA

NUSIV

 

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Antonella Ariosto intervista il giovane tenore Matthew Lamberti

Il mondo artistico è un palcoscenico variegato di grandi talenti, più o meno famosi, ma tutti con la loro passione ben evidente.

I giovani oggi, anche tramite il mondo online, hanno la possibilità di esibirsi e di mostrarsi in tutto il mondo.

Oggi, ho il piacere di intervistare un tenore, Matthew Lamberti, figlio di padre della provincia che ha acconsentito, prontamente, alla mia richiesta di poterlo intervistare.

Matthew è giovane tenore ma molto bravo e molto impegnato nel canto.

Spesso si esibisce con il maestro di piano Lorenzo  Savarese ed è davvero piacevolissimo ascoltarli.

Gli farò cinque domande che ci permetteranno di conoscerlo un  po’.

D- Quando è iniziata la  tua passione per la musica?

R- Credo che sia nata con me, ma poi, verso i dodici anni, ho capito e deciso che era proprio questa la strada che volevo percorrere nella mia vita.

D-Puoi parlarci di te, del tuo percorso musicale?

R- Come già detto, ho iniziato il mio percorso musicale all’età di dodici anni e la mia insegnante  di allora era la maestra Luciana Serra.

Studiavo contemporaneamente canto lirico e pianoforte, ma successivamente ho scelto di continuare solo con lo studio del canto.

Ho frequentato una Accademia Musicale privata, poi il Liceo Musicale ed infine il Conservatorio.

D- Ho seguito ed ascoltato diverse tue esibizioni: canti religiosi, arie liriche e canzoni popolari sia italiane che napoletane, ma tu cosa preferisci cantare?

R- Amo tutta la musica, ma, se posso scegliere, mi piacciono molto le arie delle opere e i concerti teatrali.

D- Hai dei progetti a breve termine e per il tuo futuro?

R- Si ho tanti progetti in valutazione al momento, tutti interessanti.

In passato, ma anche adesso, ho partecipato ad eventi in Salotti artistici e musicali.

Eventi religiosi e non solo.

Mi piace interpretare le arie delle opere, ma mi esibisco pure con canzoni della tradizione napoletana e italiana, accompagnato al piano dal maestro Lorenzo Savarese.

Mi piace molto viaggiare e il mio desiderio più grande sarebbe poterlo fare con la mia musica.

D-  Ti chiedo di farti una domanda, e dare la risposta, che nessuno mai ti fa e che tu vorresti.

R- No, non ho domande particolari che vorrei al momento, sono giovane, ho ventisei anni e tanti progetti in corso, da realizzare.

Forse tra qualche anno magari troverò una domanda specifica che al momento non ho.

Matthew, la nostra intervista  è conclusa, non mi rimane che ringraziarti per la tua disponibilità, augurandoti una carriera brillantissima.

Antonella Ariosto

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Dalla raccolta poetica

di Bruno Mancini

Davanti al tempo

I s c h i a 1960-1962

https://www.emmegiischia.com/wordpress/poesie/davanti-al-tempo/

L’estate del ping-pong

Solfeggia l’àncora
in posa plastica
tra posidonia e rocce vulcaniche,
appoggia
il terzo gancio sul blocco di cemento.

Flusso indistinto
corrente marina
pinne di cefali sguscianti.

Nell’underground musica e vita
ed io eremita
sul cassero del ponte
sperando il volo
dell’ultimo piccione viaggiatore.

Pages 177
Interior Color Black & White
Dimensions A5 (5.83 x 8.27 in / 148 x 210)
Copertina di Jeanfiip
ISBN 9781470915834
EUR 14.00
https://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/davanti-al-tempo/paperback/product-ryypdy.html

20240812 DILA APS – IL DISPARI

Premio internazionale di poesia Otto milioni 2021

L’occhio del Sole – Liga Sarah Lapinska – Lettonia

L’occhio del Sole

Forse il Sole non è l’occhio di Dio,
ma i fiorellini negli stagni lo sono,
mentre io voglio e non voglio
proseguire con il Sole e con le ombre.
Non sarò in nessun riflesso
simile allo stesso brivido di Athlantide.
Le felci sono miti e verdi.
Inoltre, le ombre crescono
come un fantasma
alto o un castello
con un corvo in cima.
L’enorme Sole può vedere tutti insieme.
Per stare fuori dai riflessi,
per giocare nei tuoi sogni.
Goccia di rugiada,
in una castagna rossa.
Capisco, ascolto.
Cantico come un battito di terra,
tutti insieme
senza le parole di questa frequenza.
L’occhio del Sole è simile al mio.

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20240805 DILA APS – IL DISPARI

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

Ultima puntata

Parte terza

CAPITOLO PRIMO

Il nostro DNA assolutamente identico aveva richiamato nell’elaboratore, senza distinzione, le mie e le sue azioni!

Ecco la ragione della nostra chiamata simultanea.

Lo stesso fatto era stato assegnato sia a me sia a Lui, quindi, noi due, avevamo subito il carico del logorio non solo nostro proprio, cioè io della mia e lui della sua vita, ma io della mia più la sua e lui della sua più la mia.

Concorrendo quindi, essendo gemelli, ad esaurire entrambi nello stesso momento!

Eccitato e sollevato, non persi di vista Aurora neppure un istante, intanto che lei, la mia Amica immensa, nella riconfermata autorità di una «Signora», ancora più potente, ordinava di effettuare innumerevoli verifiche, controlli, prove e contro prove.

Fino a quando, accertato l’errore, la vidi giudicare i responsabili, licenziare, degradare, defenestrare.

Infatti, “L’efficiente tecnologia trasportata di là da nostre opportunistiche appendiciecc. ecc.” le cui caratteristiche operative mi era capitato di leggere nella schermata, quando quasi meccanicamente avevo attivato il clic sulla freccetta (non lampeggiante e non splendente) indicante “Continua”, affidata alla decrepita fossilizzata burocrazia onnipresente, “così o come” da sempre avviene a seguito di questo innaturale connubio, aveva elaborato, essa l’efficiente tecnica

spersonalizzata, decisioni certo indiscriminate, ma purtroppo prive della luce di una intelligente, umana, morale e sofferta, responsabile valutazione.

Basta così.

Gli insensibili mezze maniche avevano combinate “cose dell’altro mondo”.

20240805 DILA APS – IL DISPARI

CAPITOLO SECONDO

Miei cari amici, certamente avrete apprezzato il grande sforzo di chiarezza e perseverante puntigliosità che ho sfacciatamente articolato nella stesura di questo racconto.

“Lui diceva…”, “Lei faceva…”, “Loro pensavano…”, C’era scritto che…”, “Voglio dire…”, “Cioè…”, in una ininterrotta rilettura esplicativa… ma non è detta l’ultima parola, finché non è scritto l’ultimo rigo.

Se state cercando la sorpresa come quando rovistate nelle Balle di Pezze Americane ammassate su un banco di Resina, questa volta avete sbagliato indirizzo.

Ora, infatti, vi racconterò cosa accadde allorché la Signora, esaurito l’arduo compito di ristrutturare il fatiscente apparato burocratico, volle graziosamente dedicare a me la sua attenzione.

Nel catino d’Indianapolis la ferocia dei sorpassi e giustificata dagli stratosferici compensi economici.

Un metro avanti, può valere un miliardo di cose belle.

Io sapevo di non aver partecipato alla corsa per me stesso.

Sarei rimasto volentieri a bere birre popolari, nell’attesa dell’incaricato inviato a rendermi meno ostico il trasferimento.

Devo ancora chiarire che Egli, il traghettatore, non era mai giunto al mio indirizzo sempre a causa dello stesso errore.

Per l’uguaglianza tra i nostri DNA, lo avevano inviato alla residenza di Ignazio!

Dall’altra parte dell’Universo.

Dove comunque Ignazio non c’era più.

Ma ciò è irrilevante.

Continuando nel precedente ragionamento, mi pare di aver dimostrato con sufficiente evidenza, che io non avevo agito in preda ad alcuna ambizione personale, bensì solo con l’obiettivo di liberare Ignazio, l’umanizzazione della mia fantasia, dal timore dell’ignoto.

Petrus hic, nel frattempo, non aveva lesinato né birre né sigarette (neppure a se stesso).

Uno smoking bianco mi mostrava la sobria essenzialità dei movimenti che l’uomo dal fiore di ginestra all’occhiello del bavero, rendendo ogni volta più tormentosa la reiterata canzone dedicata al compiacimento dei miei desideri, eseguiva in pieno distacco dalla realtà, abbandonandosi alla musicalità dei suoi ricordi.

“INDIFFERENTEMENTE SI TU M’ACCIRE NUN T’DICO NIENTE”.

Il tratteggio, ordinato e ripetitivo, con cui la donna dalle mani ambrate muoveva le stecche di bambù del ventaglio giapponese procurava piacevole frescura alla mia placida serenità, ma fu troncato dall’avvicinarsi di Aurora, la donna guascona, “così o come” il canto mattutino del gallo, “così o come” la voglia senile di un figlio, “così o come” il dubbio “Io, chi sono?”.

Lei mi prese in disparte e disse:

-«Ignazio ritornerà ai suoi avventurosi accadimenti con la totale revisione del carico di azioni solo a lui imputabili.»

-«Ti ringrazio.»

-«Era semplicemente doveroso, con l’aggiunta delle nostre scuse.

Abbiamo eseguito miliardi e miliardi di controlli e, infine, siamo certi che non sono stati commessi altri errori.

Il tuo prezioso intervento è stato determinante per evitare che venisse azzerata la immacolata credibilità del nostro operato. Per questo, la Corte Suprema che ho l’onore di dirigere, ha deliberato di concederti il titolo e gli onori di: GRANDE SUPER GUIDA DELLE PRATERIE TRA L’ESSERE E IL NULLA.

In più, un contratto mille volte migliorativo rispetto a quanto percepivi con la professione di “Lettore di giornali in pubblico”.

Potrai mettere a punto i particolari con i nuovi, dinamici, giovani, funzionari, già nei prossimi giorni…»

-«Grazie ma non dovevi, non volevo che…»

-«Non io ho deciso.

Si tratta di delibera della Corte Suprema.

Non puoi rifiutare.

Poi, accettando di buon grado la proposta di Petrus, il Consiglio Direttivo ha il piacere di nominarti: CITTADINO ONORARIO CON LE CHIAVI DEL REGNO».

-«Accetto volentieri, per il piacere di potere incontrare ancora voi tutti.»

«Anche il Sindacato Generale vuole partecipare con un attestato di stima, e ti concede due tessere che potrai assegnare a tua completa discrezione.

I beneficiari saranno liberi da qualsiasi altro impegno che non sia la totale dedizione all’adempimento dei tuoi desideri. Per non permettere alla tua generosità di commettere inutili follie, e poiché sono anche un po’ “marpiona”, ho fatto i nomi dell’uomo dal fiore di ginestra e della donna dalle mani ambrate. Ho sbagliato?»

-«Oltre che marpiona, io trovo che tu sia di una sensibilità inaudita. Cosa potrei volere di più?

Ricongiungermi con la mia Anima e il mio Cervello!

Fantastico.

Hai ricostruito la triade della mia esistenza.

Temo solo di non meritare tanto, di non esserne degno.»

-«Di imbecilli ne ho incontrati a reggimenti, persone degne come te, davvero poche.

Quanto a me, nella disponibilità che mi conferisce il ruolo che esercito, io personalmente, la Signora, Donna Guascone, per te amica Aurora, ho decretato di assegnare al tuo DNA: UN BONUS, CIOÈ UN SUPPLEMENTO DI VITALITÀ.

Avrei voluto concedertelo di durata infinita, ma dalla nostra ortodossia intellettuale il termine non è accettato. Né infinito né eterno, così, con una lieve forzatura, da voi si dice una “furbata” l’ho modellato per non farlo esaurire prima che finisca la “Tua Eternità”. Per tutto il tempo che Essa vorrà, indefinitamente.»

-«Significa che…»

-«Hai già capito tutto.

Non aggiungere parole.

Ora, se vuoi, è l’ora di andare.

Infine ho accettato la richiesta unanime di tutto il mio popolo virtuoso di affidare a te questo cimelio.

UNA BACCHETTA DA DIRETTORE D’ORCHESTRA.

Con essa, Arturo Toscanini diresse per la prima volta a New York il 13 aprile 1913 la Nona Sinfonia di Beethoven.

Nel suo resoconto sulla rappresentazione, il “New York Herald” mise il titolo: “Il Signor Toscanini, la Bacchetta Magica della Sinfonia”.

Eccola.

è tua».

Non appena la mia mano destra strinse la sottile asticella, l’ode “Alla gioia” di Schiller si elevò nello splendore di una solenne coralità:

“Gioia, bella scintilla……

Colui al quale è toccata la grande ventura d’essere amico di un amico, colui che ha ottenuto una dolce donna, mescoli alla nostra la sua gioia!”.

Finché strumenti a fiato, piatti, grancassa, giunsero al tripudio popolare traboccante con le voci del coro e dell’orchestra.

L’uomo dal fiore di ginestra, con larghi respiri seguiva il tempo della mia passione.

Non appena la mia mano destra strinse la sottile asticella, il soffitto, nebulizzato, lasciò spazio al cielo stellato della notte di San Lorenzo, lo specchio, in una dissolvenza… svanì Ignazio.

La donna dal bel ventaglio giapponese, entrò sorridente nei miei occhi.

Aurora guardò noi tre piangere abbracciati.

Per giungerci accanto, mosse due passi con il movimento armonico di mia sorella.

Accarezzò le nostre teste con la mano affusolata di mia madre.

Disse: «Vi bacio» con la voce profonda di mio padre e con un commosso sospiro di sollievo bagnò le nostre lacrime con le sue.

E tutti, tranne i malvagi: Giuseppe, l’amante di Giuseppe, la sorella di Giuseppe, il marito avvocato della sorella di Giuseppe, i loro due figli maschi e la unica femmina, il figlio avuto da Giuseppe con l’amante, Luigi, Salvatore, Scisciò, Francesco d’Avellino, Violetta, la moglie del futuro ministro, Cecilia, un graduato dei carabinieri, un segretario di tribunale, il fratello di un consigliere comunale campano di un altro comune, con la moglie il figlio e la figlia, un funzionario di polizia, un parente, due parenti, tre parenti, un ufficiale sanitario, un addetto alle dogane, un proprietario di bar, un non ricordo bene, ah sì, un armatore falso spiluccato dalle alici nel mar baltico, un cane, un cavallaro, trentamila pipistrelli e tutte le stramaledette zanzare dell’isola d’Ischia, “così o come” avviene nelle più belle favole, continuiamo, tutti, a vivere felici e contenti.

 

CAPITOLO FINALE

……la porta era aperta, il telefono squillava come un pazzo, mi affrettai a rispondere.

-«Ahh… ahh… pronto ahh…»

-«Bruno!

Dov’eri?

è tutto il giorno che ti chiamo!»

-«No, niente.

Ero qui.

Dormivo.

Sognavo.»

-«Sognavi? Ma se ti sento affannare!

Confessa, sei stato un’altra volta da quella zoccola, è vero?»

-«No, Amo’ non è vero, sognavo.»

-«Come si chiama… Aurora, se la incontro la uccido.»

-«Lascia stare… …

Ceniamo insieme?

Stasera alle venti?

Da Petrus, alla Nuvola Bianca?»

 

fine

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DILA

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

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Parte terza

CAPITOLO PRIMO

Il nostro DNA assolutamente identico aveva richiamato nell’elaboratore, senza distinzione, le mie e le sue azioni!

Ecco la ragione della nostra chiamata simultanea.

Lo stesso fatto era stato assegnato sia a me sia a Lui, quindi, noi due, avevamo subito il carico del logorio non solo nostro proprio, cioè io della mia e lui della sua vita, ma io della mia più la sua e lui della sua più la mia.

Concorrendo quindi, essendo gemelli, ad esaurire entrambi nello stesso momento!

Eccitato e sollevato, non persi di vista Aurora neppure un istante, intanto che lei, la mia Amica immensa, nella riconfermata autorità di una «Signora», ancora più potente, ordinava di effettuare innumerevoli verifiche, controlli, prove e contro prove.

Fino a quando, accertato l’errore, la vidi giudicare i responsabili, licenziare, degradare, defenestrare.

Infatti, “L’efficiente tecnologia trasportata di là da nostre opportunistiche appendiciecc. ecc.” le cui caratteristiche operative mi era capitato di leggere nella schermata, quando quasi meccanicamente avevo attivato il clic sulla freccetta (non lampeggiante e non splendente) indicante “Continua”, affidata alla decrepita fossilizzata burocrazia onnipresente, “così o come” da sempre avviene a seguito di questo innaturale connubio, aveva elaborato, essa l’efficiente tecnica

spersonalizzata, decisioni certo indiscriminate, ma purtroppo prive della luce di una intelligente, umana, morale e sofferta, responsabile valutazione.

Basta così.

Gli insensibili mezze maniche avevano combinate “cose dell’altro mondo”.

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CAPITOLO SECONDO

Miei cari amici, certamente avrete apprezzato il grande sforzo di chiarezza e perseverante puntigliosità che ho sfacciatamente articolato nella stesura di questo racconto.

“Lui diceva…”, “Lei faceva…”, “Loro pensavano…”, C’era scritto che…”, “Voglio dire…”, “Cioè…”, in una ininterrotta rilettura esplicativa… ma non è detta l’ultima parola, finché non è scritto l’ultimo rigo.

Se state cercando la sorpresa come quando rovistate nelle Balle di Pezze Americane ammassate su un banco di Resina, questa volta avete sbagliato indirizzo.

Ora, infatti, vi racconterò cosa accadde allorché la Signora, esaurito l’arduo compito di ristrutturare il fatiscente apparato burocratico, volle graziosamente dedicare a me la sua attenzione.

Nel catino d’Indianapolis la ferocia dei sorpassi e giustificata dagli stratosferici compensi economici.

Un metro avanti, può valere un miliardo di cose belle.

Io sapevo di non aver partecipato alla corsa per me stesso.

Sarei rimasto volentieri a bere birre popolari, nell’attesa dell’incaricato inviato a rendermi meno ostico il trasferimento.

Devo ancora chiarire che Egli, il traghettatore, non era mai giunto al mio indirizzo sempre a causa dello stesso errore.

Per l’uguaglianza tra i nostri DNA, lo avevano inviato alla residenza di Ignazio!

Dall’altra parte dell’Universo.

Dove comunque Ignazio non c’era più.

Ma ciò è irrilevante.

Continuando nel precedente ragionamento, mi pare di aver dimostrato con sufficiente evidenza, che io non avevo agito in preda ad alcuna ambizione personale, bensì solo con l’obiettivo di liberare Ignazio, l’umanizzazione della mia fantasia, dal timore dell’ignoto.

Petrus hic, nel frattempo, non aveva lesinato né birre né sigarette (neppure a se stesso).

Uno smoking bianco mi mostrava la sobria essenzialità dei movimenti che l’uomo dal fiore di ginestra all’occhiello del bavero, rendendo ogni volta più tormentosa la reiterata canzone dedicata al compiacimento dei miei desideri, eseguiva in pieno distacco dalla realtà, abbandonandosi alla musicalità dei suoi ricordi.

“INDIFFERENTEMENTE SI TU M’ACCIRE NUN T’DICO NIENTE”.

Il tratteggio, ordinato e ripetitivo, con cui la donna dalle mani ambrate muoveva le stecche di bambù del ventaglio giapponese procurava piacevole frescura alla mia placida serenità, ma fu troncato dall’avvicinarsi di Aurora, la donna guascona, “così o come” il canto mattutino del gallo, “così o come” la voglia senile di un figlio, “così o come” il dubbio “Io, chi sono?”.

Lei mi prese in disparte e disse:

-«Ignazio ritornerà ai suoi avventurosi accadimenti con la totale revisione del carico di azioni solo a lui imputabili.»

-«Ti ringrazio.»

-«Era semplicemente doveroso, con l’aggiunta delle nostre scuse.

Abbiamo eseguito miliardi e miliardi di controlli e, infine, siamo certi che non sono stati commessi altri errori.

Il tuo prezioso intervento è stato determinante per evitare che venisse azzerata la immacolata credibilità del nostro operato. Per questo, la Corte Suprema che ho l’onore di dirigere, ha deliberato di concederti il titolo e gli onori di: GRANDE SUPER GUIDA DELLE PRATERIE TRA L’ESSERE E IL NULLA.

In più, un contratto mille volte migliorativo rispetto a quanto percepivi con la professione di “Lettore di giornali in pubblico”.

Potrai mettere a punto i particolari con i nuovi, dinamici, giovani, funzionari, già nei prossimi giorni…»

-«Grazie ma non dovevi, non volevo che…»

-«Non io ho deciso.

Si tratta di delibera della Corte Suprema.

Non puoi rifiutare.

Poi, accettando di buon grado la proposta di Petrus, il Consiglio Direttivo ha il piacere di nominarti: CITTADINO ONORARIO CON LE CHIAVI DEL REGNO».

-«Accetto volentieri, per il piacere di potere incontrare ancora voi tutti.»

«Anche il Sindacato Generale vuole partecipare con un attestato di stima, e ti concede due tessere che potrai assegnare a tua completa discrezione.

I beneficiari saranno liberi da qualsiasi altro impegno che non sia la totale dedizione all’adempimento dei tuoi desideri. Per non permettere alla tua generosità di commettere inutili follie, e poiché sono anche un po’ “marpiona”, ho fatto i nomi dell’uomo dal fiore di ginestra e della donna dalle mani ambrate. Ho sbagliato?»

-«Oltre che marpiona, io trovo che tu sia di una sensibilità inaudita. Cosa potrei volere di più?

Ricongiungermi con la mia Anima e il mio Cervello!

Fantastico.

Hai ricostruito la triade della mia esistenza.

Temo solo di non meritare tanto, di non esserne degno.»

-«Di imbecilli ne ho incontrati a reggimenti, persone degne come te, davvero poche.

Quanto a me, nella disponibilità che mi conferisce il ruolo che esercito, io personalmente, la Signora, Donna Guascone, per te amica Aurora, ho decretato di assegnare al tuo DNA: UN BONUS, CIOÈ UN SUPPLEMENTO DI VITALITÀ.

Avrei voluto concedertelo di durata infinita, ma dalla nostra ortodossia intellettuale il termine non è accettato. Né infinito né eterno, così, con una lieve forzatura, da voi si dice una “furbata” l’ho modellato per non farlo esaurire prima che finisca la “Tua Eternità”. Per tutto il tempo che Essa vorrà, indefinitamente.»

-«Significa che…»

-«Hai già capito tutto.

Non aggiungere parole.

Ora, se vuoi, è l’ora di andare.

Infine ho accettato la richiesta unanime di tutto il mio popolo virtuoso di affidare a te questo cimelio.

UNA BACCHETTA DA DIRETTORE D’ORCHESTRA.

Con essa, Arturo Toscanini diresse per la prima volta a New York il 13 aprile 1913 la Nona Sinfonia di Beethoven.

Nel suo resoconto sulla rappresentazione, il “New York Herald” mise il titolo: “Il Signor Toscanini, la Bacchetta Magica della Sinfonia”.

Eccola.

è tua».

Non appena la mia mano destra strinse la sottile asticella, l’ode “Alla gioia” di Schiller si elevò nello splendore di una solenne coralità:

“Gioia, bella scintilla……

Colui al quale è toccata la grande ventura d’essere amico di un amico, colui che ha ottenuto una dolce donna, mescoli alla nostra la sua gioia!”.

Finché strumenti a fiato, piatti, grancassa, giunsero al tripudio popolare traboccante con le voci del coro e dell’orchestra.

L’uomo dal fiore di ginestra, con larghi respiri seguiva il tempo della mia passione.

Non appena la mia mano destra strinse la sottile asticella, il soffitto, nebulizzato, lasciò spazio al cielo stellato della notte di San Lorenzo, lo specchio, in una dissolvenza… svanì Ignazio.

La donna dal bel ventaglio giapponese, entrò sorridente nei miei occhi.

Aurora guardò noi tre piangere abbracciati.

Per giungerci accanto, mosse due passi con il movimento armonico di mia sorella.

Accarezzò le nostre teste con la mano affusolata di mia madre.

Disse: «Vi bacio» con la voce profonda di mio padre e con un commosso sospiro di sollievo bagnò le nostre lacrime con le sue.

E tutti, tranne i malvagi: Giuseppe, l’amante di Giuseppe, la sorella di Giuseppe, il marito avvocato della sorella di Giuseppe, i loro due figli maschi e la unica femmina, il figlio avuto da Giuseppe con l’amante, Luigi, Salvatore, Scisciò, Francesco d’Avellino, Violetta, la moglie del futuro ministro, Cecilia, un graduato dei carabinieri, un segretario di tribunale, il fratello di un consigliere comunale campano di un altro comune, con la moglie il figlio e la figlia, un funzionario di polizia, un parente, due parenti, tre parenti, un ufficiale sanitario, un addetto alle dogane, un proprietario di bar, un non ricordo bene, ah sì, un armatore falso spiluccato dalle alici nel mar baltico, un cane, un cavallaro, trentamila pipistrelli e tutte le stramaledette zanzare dell’isola d’Ischia, “così o come” avviene nelle più belle favole, continuiamo, tutti, a vivere felici e contenti.

 

CAPITOLO FINALE

……la porta era aperta, il telefono squillava come un pazzo, mi affrettai a rispondere.

-«Ahh… ahh… pronto ahh…»

-«Bruno!

Dov’eri?

è tutto il giorno che ti chiamo!»

-«No, niente.

Ero qui.

Dormivo.

Sognavo.»

-«Sognavi? Ma se ti sento affannare!

Confessa, sei stato un’altra volta da quella zoccola, è vero?»

-«No, Amo’ non è vero, sognavo.»

-«Come si chiama… Aurora, se la incontro la uccido.»

-«Lascia stare… …

Ceniamo insieme?

Stasera alle venti?

Da Petrus, alla Nuvola Bianca?»

 

fine

20240805 DILA APS – IL DISPARI

IL DISPARI 20240722

IL DISPARI 20240722 DILA APS

Così o come

Un racconto di Bruno Mancini

inserito nel volume “Per Aurora volume terzo”

Dodicesima puntata

Parte terza

CAPITOLO PRIMO

Lo sfoglio quotidiano di giornali previsto dalla mia ultima relativa professione, tra tante baggianate e scempiaggini bazzecole e pettegolezzi di rado, ma a volte, mi aveva concesso l’opportunità di aggiungere un tassello alla collezione delle teorie preferite.

IL DISPARI 20240722 DILA APS

Un fedele scudiero dei miei pensieri mi aveva fornito una lancia.

Un’idea che avevo attinta dalla quinta pagina dell’organo di stampa nazionale utilizzato per il mio lavoro durante l’ultimo mese di agosto.

Pareva forgiata apposta!

Da quel concetto ero rimasto particolarmente colpito.

Per la sintesi e per il rigido schematismo, amalgamato ad un probabilismo assolutamente incontrollato, che esso avvalorava come imparziale strumento decisionale.

Un dotto estensore di cui non ricordo il nome, l’aveva espresso scrivendo (ed io avevo recepito il testo come la sfacciata seduzione di un tango argentino nello struggente abbandono di ogni illusione):

“…Ogni azione che compie ogni individuo, fisica mentale o di qualunque altro tipo, trasferita nel super elaboratore della natura, riduce, di una determinata percentuale, il carburante attivo (come nei video giochi) a svantaggio dello stato vitale complessivo.

In proporzione, ciò avviene anche per le parti, una o più di una, oppure infinite, che compongono il presente di chiunque (uomini, animali, vegetali, minerali ecc.).

Quindi il cuore, le ossa, no meglio, la sopravvivenza del cuore, delle ossa, insomma di ogni elemento, ad ogni azione che lo vede coinvolto, restituisce una porzione della vis vitale di sua pertinenza, fino al completo esaurimento.”

IL DISPARI 20240722 DILA APS

Due più due fa quattro.

Quattro più quattro fa otto.

Io volevo capire se un’analoga valutazione era alla base della nostra convocazione.

Ad ogni azione una diminuzione di carburante.

Ciò per ogni individuo identificato comparando il suo esclusivo DNA.

Il mio DNA identico a quello di Ignazio.

Perché coincideva l’anno il mese il giorno e l’ora delle nostre convocazioni?

Perché non supporre la…

Sììììì. Sììììì. è così. Sìììì è cosììììì.

-«Aurora. Auroraaaaaa… aiutami.

Rendi efficienti tutti i sistemi d’informazione, convoca i direttori dei reparti, i responsabili di zona, gli analisti, i tecnici e tutti i grandi burocrati.

FERMA IL TEMPO.

Ne resta poco.

Non può bastarmi.

Blocca i bip.

Fidati.

C’è un grosso sbaglio.»

E lei:-«Una sola volta ho deciso l’interruzione dello sviluppo naturale della evoluzione e, grazie a te, essa risultò provvidenziale.

Ripeterla, potrebbe significare per me l’angoscia di un irrimediabile errore.

è vero, anche i regni più antichi possono finire.

Sappi comunque che la mia decisione di dare credito alla tua sicurezza, ha origine dalla stima che ho per te, più che dal nostro affetto.

FERMATE IL TEMPO.

Per quindici minuti nessuno arrivi e nessuno parta.

Non ci siano bip.

FERMATE IL TEMPO.

Quindi, se non verificherete errori di funzionamento del nostro sistema… allora… allora nominerete un altro responsabile al mio posto.

I milioni d’anni della mia coscienza non accettano di deludere un amico.

A qualunque costo.

FERMATE IL TEMPO.

HO DETTO.»

 

Meno quindici:

 

Tornai sulla schermata che al mio arrivo avevo attivato, quasi meccanicamente, facendo clic sulla freccetta (non lampeggiante e non splendente) indicante “Continua”: e potei rileggere il messaggio allo scopo di controllare se ne risultava specificato il collaterale modello di attuazione: “L’efficiente tecnologia trasportata di là da nostre opportunistiche appendici…  ecc. ecc.”

Altro clic, ancora, altro clic e, proprio come avevo letto in quell’articolo nel mese di agosto, sullo schermo fu indicata la struttura operativa del progetto: “Ogni azione che compie ogni individuo, fisica mentale o di qualunque altro tipo, trasferita nel super elaboratore, riduce di una percentuale il carburante attivo (come nei video giochi) per una sua singola forma vitale; per una o più di una, od anche per tutte insieme.

Cioè il cuore, le ossa, no meglio, la sopravvivenza del cuore, delle ossa.

Insomma ogni elemento a seguito di ogni azione restituisce una parte della sua vis vitale, fino ad esaurimento ecc.”

 

Meno dodici:

-«Compariamo il mio DNA e quello di Ignazio.»

-«Comparazione in atto.

Comparazione eseguita.»

-«Risultato?»

-«Perfettamente identici.»

Aurora si accostò alla mia spalla.

Meno dieci:

-«Confrontiamo, i diagrammi di decremento energetico relativo a tutte le mie funzioni, con gli stessi assegnati ad Ignazio.»

-«Elaborazione in atto.

Diagrammi elaborati.»

-«Risultato?»

-«Le loro funzioni sono assolutamente identiche nello spazio, nel tempo, e nella quantità.»

Aurora, mi respirava nei capelli.

Meno otto:

-«Analizziamo il diario di Aurora.»

-«Impossibile, è segreto.»

Aurora, la Donna Guascona, non permise la mia sconfitta, puntò l’indice contro il Capo Burocrate:

-«Prima, fermando il tempo, ho detto di farlo a qualunque costo.

Eseguite.

Nessun segreto potrà impedirmi di rispettare l’impegno assunto.

Nessuno.

Distruggete il sigillo.

Aprite il mio diario»

Il tesoriere dei segreti, scattò sull’attenti, ed ubbidì impartendo il comando.

Meno sei:

Una voce disse:

-«Diario in rete.

Diario aperto.»

 

Meno quattro:

-«Aurora, ricordi la volta che venni a presentarti “L’Appuntamento” tra l’uomo dal fiore di ginestra e la donna dalle mani ambrate? Che giorno era?»

Meno cinque:

-«Cercatelo. Ditemi la data.»

Meno quattro:

–«Ricerca in corso.

Ricerca ultimata.»

-«Risultato?»

-«Ventiquattro marzo mille novecento novanta due, ore diciotto. Annotazione: ospite Bruno.»

-«Aurora, vuoi chiedere se c’era anche Ignazio?»

-«Controllate.»

Meno tre:

-«Controllo in corso.

Controllo effettuato.»

-«Risultato?»

-«No, non c’era.»

Meno due:

-«è certo?»

-«Confermato. Non c’era.»

-«Aurora hai inteso?

Non c’era Ignazio insieme con noi quando accompagnai da te l’uomo dal fiore di ginestra e la donna dalle mani ambrate che sai considero la mia Anima e il mio Cervello.

Giusto?

Chi potrà spiegarmi perché nel diagramma del suo DNA viene scaricato questo incontro?

Ed anche nel mio?

O lui o io!»

Meno uno:

-«In quanti eravamo, Aurora? Ricorda e decidi, manca un attimo.»

STOP.

Tutto fermo.

Tutti fermi.

Si faccia avanti il responsabile.

SUBITO!!!»

Non furono parole, furono imperativi categorici ed io pensai: «Si salvi chi può, è l’ora del giudizio universale».

Un suono di ciaramelle accompagnò la mia anima deliziosa che ancora prima del verdetto, senza indugio, iniziò a declamare i versi, dedicati un tempo al nostro “Arrivederci”:

… … …

Ed oggi ascoltare

venerdì di piazze

domeniche di folle

e il resto,

tutto rifatto

scotto:

segna nuovo equilibrio

per non staccare stampe

da muri di nuovo imbiancati.

Sedersi su un albero,

presso un’onda chiara, scura,

ai piedi del viale del nostro viaggio, nella poltrona di fronte al fuoco, su un angolo del letto a luci ancora spente,

non oltre,

noto:

lasciamo ad altri

tratteggi di scie di lumache storie di applausi e di avventure scolpite … per Uno.

Ora se vuoi è l’ora di andare.

IL DISPARI 20240722 DILA APS

IL DISPARI 20240722 DILA APS

DILA

NUSIV