Views: 31
20250908 DILA APS – IL DISPARI

20250908 DILA APS – IL DISPARI
Vota la tua poesia: OTTO MILIONI 2025
dal codice 33po25f al codice 36po25f
ATTENZIONE: tutte le seguenti poesie sono state pubblicate nella ESATTA formattazione fornita dall’Autore. Per alcune di esse, trattandosi di testi scritti in lingue straniere, le traduzioni in italiano che presentiamo sono state realizzate a cura degli stessi Autori, in maniera amichevole e non professionale, e contengono evidenti imperfezioni ed errori sui quali non siamo intervenuti per non falsare lo spirito della gara.
La classifica finale verrà comunicata dall’attrice Chiara Pavoni il giorno 14 novembre 2025 nel Teatro Comunale di Laurino (stupendo borgo medioevale del Parco Nazionale del Cilento) durante un ciclo di tre giorni di eventi di Arti varie, VOLO PAZZO, organizzato da DILA APS e i suoi partner con la speciale collaborazione di Eva Di Perna, Angela Mennell e Gaetano Pacente.
La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 25 novembre 2025 e il 31 gennaio 2026 in località da decidere-
La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.
In bocca al lupo e vinca il migliore!

33po25f Aleksandrs Mirvis
So sorridere quando non lo voglio
Attraverso una maschera congelata di sentimenti carbonizzati,
Fingere di essere vivo, un po’ e giusto, giusto
Strizzare gli occhi alla luce di una lampada illuminata artificialmente.
Soffocato da zampe crudeli,
Cerco di non mostrare che sto perdendo le forze.
Il freddo salvifico mi sveglierà.
Il suo potere e la sua furia,
E, attraverso le nevicate, una balena la primavera,
Lampeggiante attraverso i turbini di neve
Ci sarà l’essenza e il significato del giorno dopo,
Chi tradisce ha mille buone ragioni,
Ma i caduti urlano in modo così antiestetico.
Se hai un piede di porco tra le mani, perché hai le chiavi?
Ma la mia parte c’è solo dolore e solo tristezza,
E sembra troppo tardi per cambiare alleati,
Perché nel giorno scintillante che è sorto
Così poco di me è rimasto in me.
°°°°—-°°°°
34po25f Rasma Urtāne
L’anima nel vento avvolgere
Il vento, una farfalla in un prato soleggiato, turbina.
Che cosa sta cercando?
Oppure qualcuno che egli potrebbe accarezzare?
Forse qualcuno a chi una canzone cantare ,
Oppure la fiaba benvenuta narrare ?
Forse, alzare qualcuno sopra la terra,
qualcuno, che più a volare non si sa,
però sogna per la luce e per la lontananza
e per un’ ala di un’ uccello,
per tenersi
in un flash del mondo .
Il vento sta turbinando.
Qualcuno da amare sta cercando ?
Colui, che ha bisogno ,che il vento suoni,
ha bisogno di pioggia e dei tuoni,
ha bisogno di vestire l anima nel fulmine
Devi rivestire la tua anima di fulmini,
in modo di non congelarla.
°°°°—-°°°°
35po25f Elita Ābele
Il batticuore di Dio
Il batticuore di Dio
Suona
Nei petali, nelle sbuffe
Dei fuori, per tutti i pianti.
Ecco, una benedizione divina.
Ecco, lo splendore Divino
E anche la solvenza per la Terra
L Amore dei cieli con la Terra
Collega.
Ecco, la Santità Divina.
Dio è il Padre di ogni bellezza.
Ecco, il batticuore della Terra.
°°°°—-°°°°
36po25 Rasma Urtāne
Gli istanti
Scorrono gli istanti
come la linfa di betulla, entrando nelle vene,
scorrono lentamente, goccia a goccia,
una cicatrice che fa male, tutto apposto.
Da questi istanti brevi
un’intera vita viene ricomposta,
come l’alfa con l’omega,
in un istante l’inizio con la fine lampeggia.
Solo l’ultima goccia nella corteccia
screpolata di una betulla.
Diede la sua vita alla betulla affinché sbocciasse.
Dove qualcuno con l’alfa comincia
l’altro –l’omega- inevitabile ha.
La vita rimane nella corteccia,
e un solo istante,
l’istante di svanire.

NOTE SUL GIORNO 1 SETTEMBRE
Il primo settembre secondo Luciano Somma: poesia di fine estate in dialetto napoletano
Luciano Somma, voce autorevole della poesia napoletana contemporanea, ci regala con “’O primmo ’e Settembre” un affresco lirico che cattura il passaggio tra due stagioni, ma anche tra due stati d’animo.
Il primo settembre non è solo una data: è un confine emotivo, un momento sospeso in cui il sogno dell’estate svanisce lasciando spazio alla malinconia dell’autunno che si avvicina.
La poesia si apre con un cielo “amaranto” e una “refola ’e viento” che accarezza e punge, dolce come una carezza d’amore, amara come il pianto.
Il paesaggio diventa specchio dell’anima: il poeta vorrebbe pioggia, nuvole, oscurità, ma la luna splende d’argento, indifferente al suo turbamento.
Il sogno che non torna è il simbolo di un desiderio perduto, di un tempo che non si può riavvolgere.
E così, il cuore si ritrova “messo in croce” dai pensieri, mentre la mente è affollata da ricordi e rimpianti.
Il dialetto napoletano, qui, non è solo lingua: è sostanza poetica.
Somma lo utilizza con naturalezza e intensità, trasformando ogni parola in musica, ogni immagine in emozione.
Il ritmo è fluido, la sonorità avvolgente, e il senso di malinconia si insinua tra i versi con delicatezza.
Il dialetto diventa veicolo di universalità: pur radicato in una cultura locale, riesce a parlare a chiunque abbia vissuto la fine di qualcosa di bello.
“’O primmo ’e Settembre” è una poesia che non descrive semplicemente un tramonto estivo, ma lo trasfigura in esperienza esistenziale.
È il canto di chi ha amato, sognato, e ora si ritrova a fare i conti con l’assenza.
Eppure, in mezzo al cielo amaranto, resta un grappolo di stelle: forse un segno che anche nella fine c’è una promessa di bellezza.
Luciano Somma ci invita a fermarci, a osservare, a sentire. E lo fa con la grazia di chi conosce il potere della parola e il valore del silenzio che la accompagna.
GIOIA LOMASTI
‘O PRIMMO ‘E SETTEMBRE
L’urdemo suonno d’Austo
Se sceta c’’o primmo ‘e Settembre
Stasera è n’incanto!
‘O cielo è amaranto, na refola ‘e viento
Doce comme ‘a carezza ‘e nu bbene
Amara comme ‘o ffele d’’o chianto
Me porta
Na chiorma ‘e penziere
Ch’affollano ‘a mente
E metteno ncroce ‘stu core.
Vurria ca chiuvesse e nun chiove
Vurria tanta nuvole attuorno
Ma ‘a luna è d’argiento…
Vurria ca nu suonno turnasse
Ma ‘o suonno nun torna.
‘Stu suonno è partuto
‘ncopp’’all’onne
‘e ll’urdema sera d’Austo
Lassannome
Nu grappolo ‘e stelle
Miez’a nu cielo amaranto
Int’’a ‘sta sera ‘ncantata
D’’o primmo ‘e Settembre.
LUCIANO SOMMA

20250901 DILA APS – IL DISPARI
20250901 DILA APS – IL DISPARI

20250901 DILA APS – IL DISPARI
Vota la tua poesia: OTTO MILIONI 2025
dal codice 28po25f al codice 32po25f
ATTENZIONE: tutte le seguenti poesie sono state pubblicate nella ESATTA formattazione fornita dall’Autore. Per alcune di esse, trattandosi di testi scritti in lingue straniere, le traduzioni in italiano che presentiamo sono state realizzate a cura degli stessi Autori, in maniera amichevole e non professionale, e contengono evidenti imperfezioni ed errori sui quali non siamo intervenuti per non falsare lo spirito della gara.

La classifica finale verrà comunicata dall’attrice Chiara Pavoni il giorno 14 novembre 2025 nel Teatro Comunale di Laurino (stupendo borgo medioevale del Parco Nazionale del Cilento) durante un ciclo di tre giorni di eventi di Arti varie, VOLO PAZZO, organizzato da DILA APS e i suoi partner con la speciale collaborazione di Eva Di Perna, Angela Mennell e Gaetano Pacente.
La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 25 novembre 2025 e il 31 gennaio 2026 in località da decidere-
La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.
In bocca al lupo e vinca il migliore!

28po25f Ilze Magone
L argento della Māra
Tenerissima Māra ha coperto
La scialle sulla sue spalle
Con gli orpelli di argento.
Ha versato l argento nel ruscello,
È scorso tutto nel mare.
Scorri, oh, ruscelletto, nel mare,
Lascia che il sole si gioca ,
Fino al fondo del mare,
Dove si trova i tesori di Māra.
Lì l’ argento si splende,
La luce del sole riflettendo,
Allora la luce sarà sufficiente,
Per dividerla tra i popoli.
°°°°—-°°°°
29po25f Eva Mārtuža
Nel buio
Oggi nel buio mi riposo
nel suo grembo mi striscio,
come alla mamma mi ha coccolato,
per essere dondolata,
per avere una carezza
alla mia guancia abrasa,
oltretutto narra una fiaba,
salva dalla gente straniera,
per scomparmi nel profondità del sonno.
Nel buio diversamente le canzoni suonano
°°°°—-°°°°
30po25f Eva Mārtuža
Attraverso il sole argenteo
Attraverso il sole argenteo ho rotolato,
Nel grembo del sonno della luna ho rannicchiato.
Per la bassa marea mi abbandonavo,
Con l alta marea indietro mi tiravo.
Padre, madre la luce mi destinavano,
Diventare il testardo ginepro desideravano.
Contro al vento, contro al vento mi tengo,
Con il vento, con il vento m accendo.
La fiamma nei tumulti da soffocare
E la luce nelle anime da bruciarla,
Tutto che è chiuso tra le cinture
Da liberamente aprirla !
°°°°—-°°°°
31po25f Eva Mārtuža
L’incantesimo
Attraverso il pino dei lupi dell’isola di Kihnu
ho strisciato
nei raggi neri neri dai soli distanti
sono infilato
alla forza dei fiori infiammati del vento del fuoco ho arreso
dalla riva dai nostri padri per sempre
sono strappato.
Si sta facendo il buio della camera dì nostra cara dea Māra le culline tacono
dea Laima, dea Dēkla, il Babbo delle Dainas,
e stesso Dio Padre s addormenta là.
Un blocco di granito giace riccamente scolpito sopra i nazioni morti
Non per me, ma per voi, i pionieri
c’ e una notizia saggia via E – mail,
attraverso quei grigi piumini
dell’oblio io guarderò.
Di una sacerdotessa tre volte rinascerò
sulla riva resinante di terra Baltica
per l eternità, a lungo io crescerò
e il popolo Baltico di nome loderò.
°°°°—-°°°°
32po25f Rasma Urtāne
Vorrei
Neanche ho bisogno del tuo tocco,
Neanche affondare nel tuo sguardo vorrei.
Dall’altra parte del cielo , dove, chissà,
La stella del mattino nascerei .
Chi si può una stella biancastra trattare?
Solo che nei raggi del sole il riflesso
io svanirei.
Essere vicina alle tue memorie vorrendo,
Io da lontano la tua mi sentirei.
