Spot istituzionale realizzato dal Ministero della cultura

Spot istituzionale realizzato dal Ministero della cultura

Spot Ministero della cultura

Con la dichiarazione dei redditi puoi scegliere il patrimonio culturale

“C’è un patrimonio da portare alla luce, c’è un patrimonio da tutelare, c’è un patrimonio da restaurare, c’è un patrimonio da studiare… e c’è un patrimonio che continua a sorprendere. È il tuo patrimonio culturale”. È questo il testo dello spot istituzionale realizzato dal Ministero della cultura, un video che, con riferimento alla dichiarazione dei redditi, invita gli italiani a destinare l’8×1.000 ai beni culturali, il 5×1.000 alle attività di valorizzazione e il 2×1.000 alle associazioni culturali.

Per destinare l’8×1.000 dell’IRPEF ai Beni culturali, il contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro dedicato allo Stato e scrivere il codice 5.

Per destinare il 5×1.000 dell’IRPEF alle attività di tutela, promozione e valorizzazione dei Beni culturali e paesaggistici, il contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente e, se preferisce, indicare anche il codice fiscale di uno specifico soggetto beneficiario.

Per destinare il 2×1.000 dell’IRPEF a favore di una delle Associazioni culturali, il contribuente deve apporre la propria firma nel riquadro indicando il codice fiscale del soggetto beneficiario. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una sola delle Associazioni beneficiarie riportate qui .

Maggiori informazioni sull’8×1.000, il 5×1.000 e il 2×1.000 sul sito dell’Agenzia delle Entrate

Scegli l’arte.
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2×1000 DILA – Associazione culturale “Da Ischia L’Arte” 2021

2×1000 DILA

2x1000 DILA - Associazione culturale "Da Ischia L'Arte" 2021

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2x1000 DILA - Associazione culturale "Da Ischia L'Arte" 2021

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Mostra dedicata alle antichissime culture megalitiche della Sardegna

Mostra dedicata alle antichissime culture megalitiche della Sardegna

Culture megalitiche della Sardegna

Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli

sono le tappe di una straordinaria mostra dedicata alle antichissime culture megalitiche della Sardegna, compresa quella nuragica, per la prima volta al centro dell’attenzione internazionale.

Nel cuore del Mediterraneo, crocevia di incroci e relazioni, l’Isola ha sviluppato civiltà uniche e originali ancora oggi oggetto di interrogativi e ricerche scientifiche.

La Regione Autonoma della Sardegna prosegue il progetto pluriennale di Heritage Tourism dedicato all’archeologia, con un grande evento espositivo in viaggio per l’Europa.

Eccezionale prestito del Museo Nazionale di Cagliari di uno dei Guerrieri di Mont’e Prama

Le antichissime culture megalitiche della Sardegna e in particolare la cultura Nuragica, a partire da luglio saranno al centro, per la prima volta, di un incredibile evento internazionale, che toccherà quattro importanti città europee e i loro prestigiosi musei, rivelando al pubblico storie e testimonianze materiali, paesaggi e civiltà affascinanti e uniche, per molti versi ancora avvolte nelle nebbie della ricerca.

Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli dal 30 giugno 2021 fino a settembre
del 2022 accenderanno i riflettori sulle sepolture delle “domus de janas” di
epoca neolitica ed eneolitica e sulle iconiche riproduzioni statuarie di “dee
madri”, talvolta veri e propri capolavori artistici; sulle incredibili architetture
dei nuraghi che hanno caratterizzato l’Età del Bronzo nell’Isola e sulle
cosiddette “tombe di giganti”; sui contatti tra civiltà lontane e sugli
eccezionali bronzetti nuragici raffiguranti donne, uomini, guerrieri e
animali; su spade votive, modellini di edifici e di navi e sugli incredibili,
monumentali Guerrieri di Mont’e Prama: autorappresentazione di un
passato mitico riferito all’apogeo dell’Età nuragica, ma in piena Età del
Ferro.

Eccezionalmente, grazie al Ministero della Cultura italiano e alla
direzione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, una di queste
affascinanti grandi sculture, mai prestate prima d’ora, sarà ospite
d’onore dell’esposizone.

“Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel
cuore del Mediterraneo” è la mostra-evento promossa dalla Regione
Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con il Museo
Archeologico Nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della
Sardegna, con il Patrocinio del MAECI e del MIC, la collaborazione della
Fondazione di Sardegna e il coordinamento generale di Villaggio Globale International.

La mostra ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica.

E’ questa l’ultima tappa di un articolato progetto di Heritage Tourism finanziato dall’Unione Europea, sull’archeologia sarda nel contesto del Mediterraneo, preparata nel 2017 da un ampio convegno internazionale sul tema e nel 2019 dall’esposizione a Cagliari “Le Civiltà e il Mediterraneo”, presenti i musei che ora ospiteranno la nuova importante mostra: il Museo Nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino (dal 30/06/21 al 30/09/21) il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo (dal 19/10/21 al 16/01/22) il Museo Archeologico Nazionale di Salonicco (dall’11/02/22 al 15/05/22) e il MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli (dal 10/06/22 all’11/09/22).

a Sardegna è un’isola nel cuore del Mediterraneo, cui oggi sempre più viene riconosciuto dagli studiosi internazionali un ruolo di primo piano in età preistorica e protostorica nei contatti e negli incroci di civiltà, sia nell’ambito del Mare Nostrum, sia nei rapporti con il Centro e Nord Europa e con il Levante. Un’isola che ha visto svilupparsi, millenni or sono, culture e civiltà originali, capaci di dar vita a testimonianze ed evidenze monumentali Il mito e la leggenda hanno spesso incrociato la storia nell’interpretazione della antiche civiltà sarde, società senza stato e senza scrittura ancora al centro di studi, scavi e ricerche.

Ma oggi sono molti i punti fermi di questa plurimillenaria avventura.

Di essi la mostra darà conto, attraverso importanti reperti provenienti dai musei archeologici di Cagliari, Nuoro e Sassari e grazie a un accurato apparato didattico e multimediale, a modellini e ricostruzioni, che consentiranno di contestualizzare e
approfondire, dal punto di vista storico e geografico, il racconto espositivo. In ogni sede inoltre, attraverso le collezioni dei Musei, sarà favorito il confronto e il dialogo con le civiltà coeve sviluppatisi in Europa e nel Mediterraneo, a mostrare connessioni, contatti, differenze.

Stessa cosa nel catalogo che accompagnerà la mostra, una coedizione Skira / Il Cigno GG Edizioni, pubblicato in 5 diverse lingue: italiano, inglese, tedesco, russo e greco.
È il megalitismo il filo rosso scelto per ripercorrere le vicende della Sardegna dalla direzione scientifica della mostra, composta da Federica Doria, Stefano Giuliani,
Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini, con il coordinamento di Bruno Billeci e Francesco Muscolino, cui si aggiungono in comitato scientifico Manfred Nawroth, Yuri Piotrovsky, Angeliki Koukouvou e Paolo Giulierini: l’attitudine alla realizzazione di edifici con elementi litici di grandi dimensioni. Questa tendenza contraddistinse l’Isola per un lungo lasso di tempo, dall’età Neolitica attraverso tutta l’età del Bronzo fino a quella del Ferro, e segna tuttora il paesaggio sardo attraverso i lasciti della civiltà nuragica, tra cui circa 7000 edifici detti
appunto “nuraghi”.

IL PERCORSO

Si parte dunque dal periodo recente e finale del Neolitico, quando si diffondono le
”domus de janas” scavate nella roccia, ovvero in lingua sarda le “case delle fate o
delle streghe” – in diversi casi successivamente monumentalizzate in facciata – o
quando si diffondono i dolmen; e poi, in Età del Rame, quando si costruisce un altare
monumentale unico nel panorama del Mediterraneo – ma con parallelismi nelle
ziqqurath del Vicino Oriente – come il santuario di Monte d’Accoddi e si realizza la
muraglia monumentale di Monte Baranta.

Quindi la mostra conduce nel cuore della civiltà nuragica, vero simbolo dell’unicità
della Sardegna.

Gli impressionanti nuraghi, costruiti in numero elevatissimo a
partire dal 1600/1800 a.C. circa con blocchi di basalto, trachite e granito, di grande
varietà tipologica e funzionale ma tutti accomunati dalle torri a tholos (sistema di
copertura), sono stati al centro di importanti dibattiti e interpretazioni che hanno
messo a fuoco le loro molteplici funzioni, rievocate in mostra dai manufatti esposti:
l’alimentazione, l’agricoltura e allevamento, il controllo del territorio, le produzioni
artigianali.

Attorno ad essi, in molti siti, si sono sviluppati villaggi più o meno estesi, talvolta
racchiusi da antemurali altrettanto imponenti, anche questi intervallati da torri.
Nello stesso contesto, ispirati al megalitismo, sono anche gli edifici legati al campo
funerario e i luoghi di culto, pur con tutti i mutamenti della religiosità che si possono
supporre nell’ampia fase nuragica.

Le “tombe di giganti”, così chiamate a livello popolare a causa delle imponenti
dimensioni, che nell’immaginario venivano collegate al gigantismo dei defunti,
erano in realtà sepolture comunitarie ospitanti anche centinaia di individui e
connesse forse al culto degli antenati, davanti alle quali venivano praticati rituali e
offerte, spesso al cospetto della rappresentazione di divinità (betili).

Allo stesso modo anche i luoghi di culto e i santuari si articolano in numerose
tipologie edilizie tutte improntate al megalitismo: tempi a pozzo, fonti sacre e templi
a megaron sono diffusi in tutta la Sardegna a partire dal Bronzo Recente e spesso le
Su Nuraxi, il Villaggio nuragico di Barumini

La religiosità delle genti nuragiche è qui rappresentata al suo massimo grado
dall’enorme numero di ex voto figurati in bronzo – i cosiddetti “bronzetti” di cui la
mostra darà conto con alcuni reperti di grandissimo interesse – che riproducono
figure umane, maschili e femminili nei diversi ruoli della società, ma anche animali,
oggetti e persino edifici.

Proprio la produzione della bronzistica figurata offre uno spaccato vivace della società nuragica, del vestiario, della gestualità, delle armi, dei sistemi alimentari; mentre la presenza di collane e vaghi in ambra, rinvenuti negli scavi degli ultimi trent’anni in tanti santuari della Sardegna, testimonia stretti collegamenti dell’Isola non solo con il mondo mediterraneo, ma anche con le reti commerciali e culturali della Penisola e dell’Europa centrale.

Anche nell’Età del Ferro (I millennio a.C.), in una società in cui si sono profondamente
modificate le dinamiche sociali, economiche e costruttive, i nuraghi, pur non edificati
da vari secoli, continuano a essere centrali nell’immaginario collettivo quale simbolo
di un passato mitico in cui tutta la popolazione dell’Isola si riconosce.

Finito il tempo degli ingegnosi e arditi costruttori di torri nuragiche, si diffondono
dunque le miniature di tali edifici, in pietra, ceramica, bronzo e anche in materiali
deperibili, utilizzate probabilmente come altari in rituali collettivi e rinvenuti infatti al
centro di edifici megalitici intesi come “capanne delle riunioni”.

È questo il momento in cui alcuni gruppi emergono sugli altri e si formano le prime
aristocrazie. A Mont’e Prama una di queste si autorappresenta e si autocelebra
con un complesso scultoreo unico nel suo genere, composto da quasi 40 imponenti
statue in pietra di Guerrieri, Arcieri e Pugilatori, oltre a modelli di nuraghe e betili.

Per la nuova società, il tempo lontano degli eroi era oggetto di venerazione e di
richiamo identitario.

Evento irripetibile è il prestito di una delle celebri sculture di Mont’e Prama da
parte del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari per questa storica esposizione
internazionale: un “Pugilatore” alto con piedestallo 190 cm e pesante circa 300 kg.
Rinvenute in frammenti a partire dagli scavi del 1975-1979 e ricomposte grazie a
interventi di restauro di eccezionale delicatezza e dai risultati sorprendenti (i primi
nel 2007-2011), queste imponenti statue, nelle loro raffigurazioni schematiche
realizzate secondo uno stile convenzionale d’impronta geometrica, non trovano
paragoni nel variegato patrimonio artistico e monumentale della Sardegna e ancora
sono aperte a diverse interpretazioni.

Un dato tuttavia è certo: la civiltà nuragica era ormai al tramonto.
Nonostante questo, il suo retaggio continuerà ad essere leggibile attraverso i
secoli, malgrado il mutare dell’orizzonte semantico: dapprima con l’arrivo dei Fenici
attestati lungo le coste sarde a partire dal IX secolo a.C, quindi con la presa dell’Isola
da parte di Cartagine, alla fine del VI secolo, e poi con l’arrivo dei Romani.

Anche dopo la la conquista romana (238 a.C.) l’eredità nuragica appare leggibile,
come testimoniano i resti della cultura materiale in mostra e in alcuni casi le fonti
epigrafiche che ci restituiscono una onomastica prelatina.

Persino in età medievale i nuraghi e addirittura le “domus de janas” sono ancora
oggetto di riutilizzo e molti villaggi medievali si addensano intorno alle torri nuragiche.

Un mondo in evoluzione che non dimentica le sue origini.

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Riapertura al pubblico della Domus Aurea

Riapertura al pubblico della Domus Aurea

Domus Aurea

In occasione della riapertura al pubblico della Domus Aurea – con un rinnovato impianto di illuminazione che esalta spazi e apparati decorativi e con un nuovo ingresso per il pubblico – la residenza neroniana accoglie per la prima volta un’esposizione nella Sala Ottagona: “Raffaello e la Domus Aurea.

L’invenzione delle grottesche”. Pensata per le celebrazioni del cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio, l’eccezionale mostra immersiva è dedicata alla riscoperta della pittura antica, sepolta nelle “grotte” delle rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone.

Il progetto, curato da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, promosso da Parco archeologico del Colosseo e prodotto da Electa, intende narrare l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea di Nerone. Una storia che comincia intorno al 1480, quando alcuni pittori, tra i primi Pinturicchio, Filippino Lippi e Signorelli, si calano nelle cavità del colle Oppio – definite appunto grotte – per recarsi, a lume di torce, ad ammirare le decorazioni pittoriche di antichi ambienti romani.

La mostra si svilupperà nella Sala ottagona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti limitrofi, oltre alle Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca ancora preziosamente affrescate e dove si possono ammirare tracce delle cosiddette “grottesche”.

Il linguaggio multimediale si alterna tra videomapping immersivi che ricostruiscono opere di Raffaello, animazioni, scenografie digitali che raccontano aneddoti sugli artisti del ‘500, arte generativa e morphing, archivi e collage digitali di elementi decorativi grotteschi e d’ispirazione surrealista.

Il progetto dell’allestimento interattivo e multimediale è curato dallo studio milanese di Interaction e Exhibit Design Dotdotdot.

Alla mostra si accompagna il catalogo edito da Electa, che ripercorre la riscoperta della Domus Aurea e l’invenzione delle grottesche grazie allo straordinario impulso di Raffaello.

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Espedito De Marino

Espedito De Marino – Voce e Chitarra 57 anni

Espedito De Marino

PLURIPREMIATO IN:

ITALIATUNISIA – Inghilterra, LONDRA Germania, FRANCOFORTE – WOLSFBURG  – Venezuela, CARACAS – Australia, SYDNEY – MARBURG – Svizzera, ZURIGO – Romania, BUCAREST – Polonia, VARSAVIA –CRACOVIA – LISBONAAlbania, VALONA – TIRANA – Spagna, ALICANTE – Barcellona – Israele, HAIFA – GERUSALEMME – TEL AVIV – Bethlemme – GUATEMALA – TCZEW = Stati Uniti d’America, ecc…

Docente di Chitarra Classica presso il LICEO MUSICALE STATALE “ALFANO I ” di SALERNO.

Due incontri che caratterizzano la sua preminente attività’ artistica: Per la musica classica col grande violoncellista MISTLAV ROSTROPOVICH; per la Grande Canzone Napoletana con il grande ROBERTO MUROLO che ha affiancato dal 1987 al 2003.

Il 7/11/1999 crea con Roberto Murolo, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo, Sergio Bruni ed altri a Scafati (SA) la: «Scuola della Canzone Napoletana Roberto Murolo» (unica nel suo genere voluta ed inaugurata dallo stesso Murolo).

Per 12 anni Commissario Esterno nei Conservatori d’Italia,

Membro di Varie Commissioni Concorsuali.

Esperto del MIUR e della Regione Campania.

Ospite di trasmissioni televisive RAI – MEDIASET:

DOMENICA IN (RAI 1 – Conduzione: Toto CUTUGNO e Alba PARIETTI, in due puntate – 25/10/1992;) 

 MEZZANOTTE E DINTORNI (RAI 1 – Conduzione: Gigi MARZULLO 17/5/1992) 

SOTTOVOCE (RAI 1 – Conduzione: Gigi Marzullo 16/2/2012) Dal Teatro San Pietro di Scafati (SA) presentazione del libro “Roberto Murolo, Na voce e na chitarra” – Edizioni Albatros.

 CRONACA IN DIRETTA (RAI 2 e RAI Intenational – Conduce Michele Cucuzza, da Siderno (RC) Con gli attori del “Bagaglino” di Pippo Franco 5/4/1999) 

UNO MATTINA (RAI 1- Conduzione: Maria Teresa RUTA e Amedeo GORIA 12/9/1997)

UTILE FUTILE (RAI 1 – Conduzione: Sebastiano SOMMA e Con Aurelio Fierro e Valeria FABRIZZI 14/2/1995)  

TG 2 DOSSIER (21/12/1993 – RAI 2 – Conduzione: Piero MARRAZZO * il suo brano “Tarantella a Napoli” fa da sigla)  

NAPOLI PRIMA E DOPO (RAI 1 – Conduzione: Maria Giovanna ELMI 10/10/1989 e 11/10/1992)  

BRAVISSIMA (RAI 1 – Conduzione: Valerio MEROLA 28/9/1992) – UNO FORTUNA (RAI UNO, Conduzione Valerio Merola 1/10/1992)  

RAI Due – CIAO WEEKEND (RAI 2 – Conduzione: Giancarlo MAGALLI ed Heater PARISI 15/2/1992 Con Mario Maglione);

Tappeto Volante TMC 15/6/1998  “Il Processo di BISCARDI, Mondiali 1998”  Con R.Murolo, M.Maglione e il Prof. Yuri Verkhoshansky;

TAPPETO VOLANTE (TMC – Conduzione: Luciano RISPOLI e con Samantha De Greenet ed Ela Weber 10/12/1998)  

VERISSIMO (16/2/1998 Canale 5 – Conduzione: Cristina PARODI)FUEGO (16/2/1998 Italia 1– Conduzione: Alessia MARCUZZI)

LA VITA IN DIRETTA (RAI 2 – Conduzione: Michele CUCUZZA 19/2/2000;

MAURIZIO COSTANZO SHOW (21/6/2000 – Canale 5 – Conduzione: Maurizio COSTANZO) 

BELLEZZE ITALIANE ( Cinque Stelle – Conduzione: Pino D’ANGIO’ 13/8/1994) –

CIGOMORO (19/2/2000 – RAI SAT 2000 – da Scafati, Villa Nunziante x gli 88 anni di Roberto Murolo) –

Canale 5 (11/9/2000) “30 Ore x la Vita” dal Teatro Armida di Sorrento (NA);

RAI 3 (6/10/2000) da Saronno (Varese) x l’Ostensione della Sacra Sindone;

RAI 3 Napoli (16/2/1998) dal Teatro Bellini di Napoli x il Centenario della nascita di TOTO’ Con: Teddy Reno, Nunzio Gallo, Liliana De Curtis, Fausto Cigliano, Mariangela D’Abbraccio;

TG Nazionali x il Centenario della nascita di Toto’ dal Circolo Artistico Antico Tiro a volo di ROMA (Rai Uno – Due – Tre (23/2/1998) Con Giulio Andreotti, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Liliana De Curtis, Luciano De Crescenzo, Giancarlo Magalli, Pupella Maggio, Eddy Napoli, Aurelio Fierro, Nunzio Gallo, Pietra Montecorvino, James Senese, Silvana Pampanini, Giacomo Rondinella, Sergio Bruni);

BELLEZZE ITALIANE (RAI 2 e 5 Stelle 13/8/1994) –

Bellezze Italiane (RAI Due – 27/8/2001);

5 Stelle 25/7/1995 “Ragazza Cinema Ok – 9 Edizione” dall’Excelsior di Paestum –SA- Conduce M.G. Elmi e Con Wess, I Double, I Dham, e Indiana;

 RAI SAT 2000 (24/4/1999) “Miserere Nobis”;

 RAI UNO “Sereno Variabile” (3/5/1999) … Sottofondo al servizio realizzato da Pagani (SA) su S. Alfonso Maria de’ Liguori;

RAI Uno (9/11/2006) “Festa Italiana” da Torre Annunziata (NA) in occasione della tradizionale Festa della Madonna della neve;

 RAI UNO (5/8/2005) “Mare Latino” da Ravello (SA) Villa Rufolo, Con: Peppe Barra, Angelo Branduardi, Anna Tatangelo;

Radio Italia Anni 60 (25/5/2005) Conduce Enzo Ferreri;

Europa 7 e RAI 2 (8/3/2004) x i miei 40 anni …. Dal Teatro Sannazzaro di Napoli Con Aurelio Fierro, Mimmo Di Francia, Serena Albano, Carlo Faiello, Franco Campanino, Consiglia Licciardi, Mario Maglione, Peppino Di Capri, Antonella D’Agostino, Bruno Venturini, Peppe Viola, Ezio Calabrese, Armando Marra…

RAI 2 (9/9/2005) “I Percorsi della seta” dalla Reggia di Caserta”;

Varie TV Nazionali  (30/5/2001) x il “Premio Padre Pio” da Pietrelcina (BN) Con: Katia Ricciarelli, Gigi D’Alessio, Tullio De Piscopo, Elisabetta Gardini;

Varie TV Nazionali (28/2/1999) da MILANO – Casa Donatella VERSACE, Con: LENNY KRAVITZ – EROS RAMAZZOTTI – MICHELLE HUNZIKER – Francesco Scognamiglio e Maria Nazionale;

 FESTA ITALIANA (RA1 – Conduzione: Caterina BALIVO    18/ 2/2009) ;

La Vita in diretta RAI UNO (20/4/2009 da Palinuro -SA-) Con Katia Ricciarelli                     

RAI 3 – Napoli “Buon Giorno Regione” 23/9/2014;

RAI UNO – “Speciale Natale a Napoli” 25/12/2015 (Regia di Pino Moris – Esecuzione magnetica di Quanno Nascette Ninno);

RAI UNO – “Speciale Giubileo di Papa Francesco” Condotto da Massimo Milone – 25/12/2016 – (Esecuzione di “Quanno nascette ninno”);

RAI 3 Napoli (28/3/2017 – TG 3) “Speciale x i 40 anni di carriera di Bruno Venturini” dal Teatro Augusteo di Salerno del 20/3/2017);

 RAI 5, Concerto di Natale da Bethlemme (Dalle Grotte della Natività, 6/1/2018);

Rai Uno, “Cinematografo” con Gigi Marzullo (13 e 16/12/2019);

Rai Italia, “L’Italia con Voi” con Monica Marangoni e Stefano Palatresi (16/6/2020);

Rai 2 “Premio Cimitile” con Riccardo Fogli e Sebastiano Somma (26/11/2020).

Il 20/3/2007 è stato ricevuto in Vaticano da Papa Benedetto XVI°.

Ha suonato a Pompei alla presenza di Giovanni Paolo II° il 7/10/2003;

 Papa Francesco lo ha ricevuto il 12/12/2018 in Vaticano per il  Trentennale delle “Pastorali di Natale” – Spettacolo di Canti e Musiche ispirate al Natale nel mondo, ideato e realizzato dal 1989 da Roberto Murolo e dallo stesso De Marino.

Protagonista in circa 2000 Recital in 15 Nazioni del mondo, da solista e con altri artisti tra cui:

Roberto Murolo, Nunzio Gallo, Aurelio Fierro, Sergio Bruni, Mario Merola, Gigi Sabani, Tony Esposito, Teddy Reno, Fausto Cigliano, Peppe Barra, Enzo Cannavale, Wess, Carlo e Aldo Giuffre’, Mistlav Rostropovich, Cecilia Gasdia, Katia Ricciarelli, Tullio De Piscopo, Paola Gasmman e Ugo Pagliai, Giacomo Rondinella, Eugenio Bennato, Lino Banfi, Anita Enckberg, Mariella Nava e tanti altri.

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Duo pianistico Leone – Campanella

Duo pianistico Leone – Campanella formato da Monica Leone e Michele Campanella

Duo pianistico Leone – Campanella

Il duo pianistico formato da Monica Leone e Michele Campanella non ha una data di nascita ufficiale, ma è stato il naturale sviluppo della consuetudine a suonare insieme tra insegnante e studente prima, tra partners nella musica e nella vita poi.

È frutto di una mentalità e di un approccio al pianoforte condivisi dalle origini, essendo entrambi cresciuti, in diversi momenti, nella scuola di Vincenzo Vitale.

Il repertorio in continua espansione comprende musiche a quattro mani e a due pianoforti e spazia da Bach a Bartok.

Da sottolineare il grande progetto in via di realizzazione dell’integrale della musica di Schubert a quattro mani in CD.

Le presenze da ricordare sono numerose e significative.

Dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma all’Opera House di Sydney, dal Coliseum di Buenos Aires a Pechino, Shanghai e Canton, dalla Settimana Musicale Senese alla Sagra Umbra a Perugia, dal Teatro San Carlo di Napoli all’Orchestra della Toscana a Firenze, all’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, all’Orchestra dei Pomeriggi Musicali a Milano, all’Istituzione Universitaria dei Concerti a Roma, al Teatro Massimo di Palermo, al Rossini Opera Festival, ad Auckland in Nuova Zelanda, a Melbourne e Brisbane in Australia.

Di recente il duo è stato invitato al Politeama di Palermo per l’Orchestra Sinfonica Siciliana, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, al Festival di Favignana, al Maggio Musicale Fiorentino e ha collaborato con i Solisti Aquilani.

Dopo alcuni anni di insegnamento all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Monica Leone e Michele Campanella hanno fondato la Comunità musicale di Maiori, dove un gruppo di pianisti si ritrova ogni mese per far musica insieme.

MONICA LEONE

Monica Leone è una pianista antistar, dove tutto tende a servire la musica e dove la capacità di concentrazione risulta in una straordinaria intensità d’effetto” così Paolo Totaro, critico della “Fiamma” di Sydney, ha salutato il debutto di Monica Leone in Australia, ed aggiunge: “ecco, il più grande complimento che si può fare ad un musicista con l’opera 101 di Beethoven è che ha mantenuto in maniera assoluta l’integrità e l’unità del pezzo. Per una pianista tanto giovane suonare così è segno della protezione degli dei e di un grande futuro”.

Nata a Campobasso, Monica Leone ha iniziato gli studi pianistici sotto la guida della madre, Carmen Mazzarino, e li ha proseguiti poi con Massimo Bertucci presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

Ha così ereditato l’impostazione pianistica della scuola di Vincenzo Vitale, il più importante didatta italiano della seconda metà del secolo XX.

Si è quindi perfezionata con Michele Campanella presso la Scuola di Pianoforte di Ravello e l’Accademia Chigiana di Siena, dove le è stato conferito il Diploma d’onore.

Si è esibita in sale prestigiose, quali il Teatro Massimo di Palermo, la Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico di Verona, la Sala G. Verdi del Conservatorio di Milano, per Istituzioni quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, gli Amici della Musica di Firenze, il Teatro Carlo Felice di Genova, la Settimana Musicale Senese, la Sagra Umbra, l’Associazione Scarlatti di Napoli, la “Micat in Vertice” di Siena (in quell’occasione le sue Variazioni Goldberg “sono state un’ora e mezza di suono che esalta le qualità artistiche della giovane concertista e la consacra pianista di rango”).

Oltre che in Italia Monica Leone ha suonato in Francia, Spagna, Romania, Ungheria, Ucraina, Turchia, Stati Uniti, Cina, Venezuela, Brasile, Argentina. Ha partecipato alla registrazione della Petite Messe Solennelle per il Rossini Opera Festival di Pesaro. È presente come solista nelle stagioni dell’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, l’Orchestra della Toscana, i Pomeriggi Musicali di Milano, l’Orchestra Sinfonica Abruzzese.

Tra febbraio e marzo 2006 ha svolto una lunga tournée in Australia e Nuova Zelanda, suonando in recital e inaugurando come solista la stagione della Sydney Symphony Orchestra.

Nel 2008 ha debuttato per le stagioni del Teatro San Carlo di Napoli e dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma.

Nel 2010 ha effettuato un tournée in Brasile come solista in un programma schumanniano ed ha partecipato alle Maratone Liszt dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia nel gennaio 2011.

Il suo repertorio per orchestra, oltre a tutti i concerti di Bach, comprende opere di Haydn, Mozart, Beethoven, Saint-Saëns (del quale ha registrato per la RAI il Concerto op. 22) e Poulenc.

Si dedica con entusiasmo alla musica da camera in varie formazioni e suona stabilmente in duo con Michele Campanella.

Tra le sue incisioni discografiche le Variazioni Goldberg, le otto Suites Francesi, le Suites Inglesi e le Invenzioni e Sinfonie di J.S. Bach.

È docente di pianoforte presso il Centro Studi pianistici Vincenzo Vitale, emanazione dell’Accademia Europea di Musica e arti dello spettacolo (AEMAS), in collaborazione con l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

Leonardo Pinzauti, autorevole musicologo e critico musicale ha così scritto di lei: “l’esecuzione pianistica delle Variazioni Goldberg, portata a termine con grandissimo successo di pubblico da Monica Leone, è risultata di grande intelligenza musicale e perfetto dominio tecnico…”.

MICHELE CAMPANELLA

Formatosi alla scuola di Vincenzo Vitale, Michele Campanella ha cominciato la sua carriera come pianista virtuoso per poi allargare i suoi orizzonti alla direzione d’orchestra e alla saggistica, sino a essere oggi punto di riferimento della musica in Italia.

La Società “Franz Liszt” di Budapest gli ha conferito il Gran Prix du Disque nel 1976, 1977 e nel 1998, quest’ultimo per l’incisione “Franz Liszt – The Great Transcriptions I-II” edita dalla Philips.

Nel 1986 il Ministero della Cultura ungherese gli ha conferito la medaglia ai “meriti lisztiani”, così come l’American Liszt Society nel 2002.

Michele Campanella è un artista di temperamento assai versatile.

Questa sua caratteristica lo ha portato ad avvicinare autori quali Clementi, Weber, Poulenc, Busoni (Premio della Critica Discografica Italiana nel 1980 per le incisioni con la Fonit Cetra), Rossini, Brahms, Ravel e Liszt, di cui ha recentemente inciso un’antologia di Parafrasi, i 12 Studi d’esecuzione trascendentale e una scelta di brani del tardo periodo suonati sul Bechstein che appartenne a Liszt, primo grande capitolo di un’importante serie dedicata all’opera lisztiana che comprenderà ben 12 CD, in uscita per l’etichetta Brilliant Classics.

La sua discografia comprende incisioni per etichette quali Emi (Ravel), Philips (Liszt, Saint-Saëns), Foné (Chopin), PYE (Liszt, Ciajkovskij), Fonit Cetra (Busoni), Nuova Era (Ciajkovskij, Liszt, Musorgskij, Balakirev), Musikstrasse (Rossini), P&P (Brahms, Liszt, Scarlatti), Cam Jazz (Debussy, Ravel, Stravinski, Rachmaninov, Musorgskij).

Nell’estate del 2005 è stata pubblicata dal Rossini Opera Festival la registrazione della Petite Messe Solennelle di Rossini diretta da Campanella a Pesaro. Ha suonato con le principali orchestre europee e statunitensi, collaborando con direttori quali Claudio Abbado, Aldo Ceccato, Gianluigi Gelmetti, Eliahu Inbal, Charles Mackerras, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Esa-Pekka Salonen, Wolfgang Sawallisch, Thomas Schippers, Hubert Soudant, Pinchas Steinberg, Christian Thielemann.

È frequentemente invitato in paesi quali Australia, Russia, Gran Bretagna, Cina, Argentina ed è stato ospite dei festival internazionali di Lucerna, Vienna, Praga, Berlino e Pesaro (Rossini Opera Festival).

Negli anni ‘90 è stato al fianco di Salvatore Accardo e Rocco Filippini, quali partner ideali per affrontare i capolavori della musica da camera. Spiccano tra gli importanti traguardi l’esecuzione di tutti i concerti di Beethoven e Mozart, e l’integrale della musica per pianoforte di Brahms.

Negli anni recenti si è molto sviluppata l’attività di Michele Campanella in veste di direttore-solista con le più prestigiose orchestre italiane, come l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’ORTOrchestra della Toscana, l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, I Virtuosi Italiani, l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Da sottolineare il repertorio: Ravel, Fauré, Poulenc, Franck, Saint-Saëns, Schumann, Weber, Liszt, oltre a Mozart e Beethoven. Si dedica con passione all’insegnamento: è stato titolare della cattedra di pianoforte all’Accademia Chigiana di Siena dal 1986 al 2010 e per otto anni ha tenuto corsi di perfezionamento a Ravello.

Ha fondato recentemente con Monica Leone la Comunità musicale della Costa d’Amalfi. È stato insignito dei prestigiosi riconoscimenti della “Fondazione Premio Napoli” e della “Fondazione Guido e Roberto Cortese”.

È membro delle Accademia di Santa Cecilia dal 1983, dell’Accademia Filarmonica Romana, dell’Accademia Cherubini di Firenze.

È stato per nove anni direttore artistico di tre stagioni concertistiche nate nell’ambito delle Università di Napoli, Benevento e Catanzaro.

Da cinque stagioni è direttore artistico del Maggio della Musica di Napoli.

Dal 2008 è Presidente della Società Liszt, chapter italiano dell’American Liszt Society. Nel 2011, anno in cui si è celebrato in tutto il mondo il bicentenario della nascita di Franz Liszt, Campanella ha dedicato interamente la sua attività di pianista e direttore d’orchestra al compositore ungherese, da lui studiato e amato fin dall’età di quattordici anni, impegnandosi in una lunga serie di concerti solistici in Italia e all’estero: in particolare a Piacenza Cremona, Udine, Parma e a Ravenna nell’ambito del celebre Festival, con l’Orchestra Luigi Cherubini nell’esecuzione, in una sola serata, come solista e direttore, di tutta la musica per pianoforte e orchestra di Liszt.

Appuntamenti di spicco all’estero sono stati i concerti a Buenos Aires, alla Suntory Hall di Tokyo e le tre esibizioni assieme a Riccardo Muti a Chicago, per il culmine delle celebrazioni lisztiane con l’esecuzione, con la Chicago Symphony Orchestra, del Primo Concerto per pianoforte e orchestra. Inoltre, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e con l’Accademia Musicale Chigiana, Campanella ha creato e diretto nel 2011 al Parco della Musica di Roma una serie di Maratone lisztiane, nel corso delle quali era in programma l’integrale della musica scritta per il pianoforte da Liszt.

Si è trattato di un evento che ha coinvolto ben 75 pianisti italiani e che ha assunto una rilevanza eccezionale in quanto mai realizzato al mondo prima d’ora.

All’attività di musicista, Campanella affianca quella di scrittore.

Nel 2011 Bompiani ha pubblicato il libro “Il mio Liszt.

Considerazioni di un interprete”, un omaggio letterario che il pianista ha voluto dedicare al suo autore di riferimento.

Nel 2012 Michele Campanella ha ricevuto il prestigioso Premio Scanno per la Musica e il Premio Grotta di Tiberio per l’interpretazione musicale.

Nel 2013, l’anno del bicentenario della nascita di Richard Wagner e Giuseppe Verdi, Michele Campanella è stato impegnato in una lunga serie di concerti dedicati alle Parafrasi di Franz Liszt, in Italia, Ungheria, Spagna, Russia, Germania e Cina a conferma del suo importante ruolo di Ambasciatore della Musica nel Mondo e la Brilliant Classics ha dedicato a queste composizioni un cofanetto di 3 CD – Special Edition. Il 2014 ha visto Michele Campanella protagonista in Italia, come solista e direttore, nell’esecuzione dell’ultimo concerto di Mozart K 595 e del concerto n. 2 di Brahms oltreché nel recital “Chopin vs Liszt: La Battaglia”, una pacifica battaglia tra due dei massimi compositori per la letteratura pianistica, Fryderyk Chopin e Franz Liszt.

È stato inoltre impegnato in tour negli Stati Uniti con il Fine Arts Quartet, in Sud America con il violinista Boris Belkin e nella realizzazione di un cd, edito da Cam Jazz, per un progetto sull’improvvisazione jazz con il sassofonista Javier Girotto.

Nel 2014 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”.

Nel 2015, la poliedrica attività di Michele Campanella lo ha portato in tour con Javier Girotto e il loro progetto Musique sans Frontières su musiche di Ravel e Debussy. In ottobre ha festeggiato i cinquant’anni dal debutto al Teatro di San Carlo, a Napoli.

Nel 2016, tra i vari impegni, da sottolineare il ritorno al Teatro alla Scala in formazione di quintetto con il Quartetto della Scala e l’esecuzione del grande Concerto di Busoni al Teatro Verdi di Trieste.

Nel 2017 è stato pubblicato il cd e il vinile della Sonata di Liszt. In settembre Campanella ha varato la prima edizione di “Spinacorona, passeggiate musicali napoletane” un festival innovativo che ha ottenuto uno straordinario successo di pubblico.

Nel dicembre dello stesso anno e stato pubblicato da Castelvecchi il libro “Quisquilie e pinzillacchere. Storia di un musicista napoletano raccontata a un amico”, a cura di Riccardo Risaliti.  Nell’aprile 2018 gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Discipline della Musica e dello Spettacolo. Storia e Teoria per meriti culturali e artistici dal Dipartimento di Studi Umanistici della Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

A giugno la Cam Jazz pubblica il cd “Vers la grande porte de Kiev” realizzato in collaborazione con Javier Girotto.

A settembre del 2018 realizza la seconda edizione del festival “Spinacorona, passeggiate musicali napoletane” ampliando il successo dell’edizione precedente.

 

 

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