Nicola Lavieri, Uomo operoso di grande virtù

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Nicola Lavieri, Uomo operoso di grande virtù

Nicola Lavieri

Imprenditore edile, deceduto il 20 Settembre del 1943 a soli 36 anni per mano nemica, e per aver voluto, coraggiosamente, rifocillare un plotone di soldati sbandati dalle orde nemiche ed in transito alla Stazione di Grassano Scalo (MT).

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Nicola Lavieri, Uomo operoso di grande virtùLa sua Impresa di costruzioni si estendeva in parecchie zone della Basilicata, sotto il nome di: Nicola Lavieri e fratelli.

La base di questa Impresa erano i magazzini e negozi di Corleto Perticara (PZ) con le segherie industriali di Policoro (Matera) ed un Ristorante Albergo di Stazione a Grassano Scalo (MT), nei pressi di uno snodo ferroviario molto importante, soprattutto durante l’ultima guerra mondiale.

Inoltre, l’Impresa di Costruzioni si estendeva anche a Pisticci (Matera) e con molti contatti di lavoro nella città di Genova, e Prato di Struppa dove Nicola Lavieri spesso si recava.

Il 20 Settembre 1943, Nicola Lavieri decise di recarsi a Grassano Scalo, dove era arrivata la merce per il Ristorante Albergo di sua proprietà pur sapendo che durante la notte del 19 Settembre i tedeschi bombardarono Grassano ed il Ponte, e la merce era stata lasciata nel letto del fiume sotto il ponte bombardato.

Con suo fratello Antonio, 8 operai ed un carro, decise di recuperare la merce perché il Ristorante, Bar ed Albergo fossero forniti di vini e cibi, in attesa di soldati italiani sbandati dalle orde nemiche ed altri che erano in transito a Grassano Scalo via treno.

Mentre si accingevano sia Nicola Lavieri sia suo fratello Antonio, insieme agli operai per caricare le botti di vino e tutta la mercanzia sul carro, nel muovere le botti ci fu una tremenda esplosione, il cerchio di una botte troncò le gambe di Nicola Lavieri, il quale morì dissanguato poiché nessuno lo soccorse.

Gli altri, invece, pare che fossero stati sbalzati lontano dall’esplosione, in modo particolare il fratello di Nicola Lavieri, Antonio, il quale rimase illeso.

Alcuni degli operai furono mortalmente feriti altri si salvarono.

Nicola Lavieri, morì di una morte atroce, aveva solo 36 anni e morire dissanguato deve essere stata una morte lenta, dolorosa e senza la speranza di un soccorso.

Soccorso che lui aveva voluto dare agli altri, rimettendoci la giovane vita e lasciando nel grande dolore la moglie e quattro bambine.

Nina Lavieri, figlia di Nicola Lavieri ha intenzione di avviare una serie di iniziative allo scopo di rendere i giusti onori alla memoria del padre.

Pertanto lei lancia un appello pubblico per coinvolgere tutte le persone, le associazioni, gli enti, le istituzioni ecc, che abbiano la buona volontà di avviare attività pubbliche utili ad onorare i civili, vittime innocenti ed eroici, della nefanda e sanguinaria seconda guerra mondiale.

L’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, iniziando con la pubblicazione di questo appello, si dichiara pronta a supportare, nei limiti delle sue disponibilità, tutti i seri progetti che vadano nella direzione di condanna per ogni tipo di conflitto armato ed abbiano come obiettivo lo sviluppo di una nuova sensibilità verso tutti coloro che, pur volendo vivere in pace, sono morti, per le volontà di pazzi e di criminali, nella difesa di ideali di fratellanz e di sussidiarietà.

Chi e Nina Lavieri?

 

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Bruno Mancini

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