Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

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Il Dispari 20230501

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Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

Bruno Mancini: i caleidoscopici accadimenti interiori di un’anima

Molteplici voci del nostro poeta

Bruno Mancini propone, e subito il lettore affezionato di poesia è invogliato a mettersi comodo sulla poltrona, pronto a lasciarsi trasportare a lungo dalla lettura, intuendo di essere di fronte ad un autore che utilizza in modo magistrale ed esemplare questo stile di scrittura.

Nel leggere i versi “ad ampio spettro” di questo poeta, il lettore si trova ad attraversare le più diverse sensazioni emozionali: a tratti stupito rapimento per il modo in cui il freddo tecnicismo delle figure retoriche, fluendo da questa penna, sia capace di trasformarsi in palpabile emozione, oppure una certa qual perplessità derivante dall’esplicita asprezza di alcune espressioni le quali però, nell’immediatezza del messaggio così consegnato al lettore, riescono a racchiudere una forza e una potenza non consuete in poesia, oppure ancora simpatia, quasi tenerezza, per l’immagine del giovane poeta che traspare da certi versi in alcuni momenti accorati ed enfatici, certamente ancora limpidi.

Queste molteplici voci del nostro poeta, succedendosi pagina dopo pagina, avvolgono e coinvolgono il lettore, ma la gradevole complessità del personaggio di cui, con questi testi, tentiamo di penetrare la poetica, non si esaurisce in questo, dato che molteplici sono anche gli scenari umani che egli impersona per poter meglio indagare e quindi meglio proporre la sua visione del mondo o contrasti interiori che spesso assalgono l’animo umano e non si tratta, il più delle volte di dialoghi solo a due, ma in alcuni casi del vero concerto dei vari livelli dell’Io che stratificano la personalità non solo del nostro autore.

Ecco quindi che la sua poesia si popola, in determinati momenti della sua produzione poetica, di personaggi che dialogano tra loro, antagoniste voci interiori che sondano fin nel profondo i contrasti insiti nell’anima che quasi certamente non esiste per essere “capita”.

A proposito delle sue poesie, Mancini infatti scrive:

Scrivo poesie.
Se un tizio mi dirà che le ha capite
Io sorridendo penserò -È folle-.”

Sensazioni, emozioni, flash intermittenti sulla vita interiore di un poeta: di questo si “accontenti” chi legge Bruno Mancini così, come dovrebbe accadere per la lettura di un qualunque altro poeta nel quale ci troviamo ad imbatterci.

Lasciamoci trasportare: seguire il percorso forse tortuoso, certo ineguale, dei versi del nostro autore, ci fa entrare in contatto e vivere in prima persona i caleidoscopici accadimenti interiori di un’anima, una visione che solo la vera poesia può offrirci. molteplici voci del nostro poeta

 Roberta Panizza

Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

 

Il mago: “Come nei giochi di me bambino”.

La poesia di Bruno Mancini

Sono passati già tanti anni da quando ho cominciato a leggere le poesie di Bruno Mancini e approfondirmi ad esse, così vive e fresche.

Approfondirsi a queste poesie non significa praticare una meditazione che ci allontana dal mondo reale e porta in un altro mondo in cui regnano le altre regole e dove la parola sia primaria su tutto il resto, o dove l’idea sia più in alto dalle vite umane e del correre del tempo.

No, la poesia di Bruno accetta questo mondo, perché, solo se siamo in grado di accettare e capire, possiamo portare qui, in più, la luce e in più la cordialità.

Pensando a Bruno ed alla sua personalità, per quanto lo conosco io, non si può dividere la sua soggettività dalla sua voglia di regalare agli altri la sua forza e le sue emozioni positive, (che ci aiutano a sopravvivere nel condividerle con la sua maestria di poeta, con il suo ritmo di poeta, con il suo scopo di poeta), cioè, non solo le espressioni, ma anche l’energia (non solo le emozioni!) positiva per gli altri.

Il valore che apprezzo dapprima nel mondo delle poesie e del pensiero di Bruno è l’emozione di presenza che lui regala per i suoi lettori, la forza della vita radicata nella sua propria infanzia, nella sua memoria genetica dei tempi antichi di varie località, dall’America indiana all’Efeso, dappertutto; e poi radicata nel suo amore per il nostro mondo, la forza che lui divide con noi nella sua caratterizzante generosità, simile alla generosità della natura.

Comunque, il mio primo pensiero, quando ho cominciato a tradurre in lettone in inglese e in russo le sue poesie, era che lui usa una lingua molto ricca, che lui ha un’abbondante raccolta di espressioni e, di conseguenza, un’ampia scelta di parole, di tonalità, di aggettivi e di comparazioni.

Anche se lui non è contrario a giocare con le parole con affascinante leggerezza, tuttavia, il suo stile più enfatizzato non è mai il gioco svelto con le parole, con i pensieri, con i suoi e con le nostre emozioni.

Il suo mestiere è dare la forza e il senso alle sue immagini, tanto intensamente, che anche noi lettori sentiamo questa forza calda e viva, vediamo con gli occhi e con tutta la pelle queste immagini coloratissime, con le prospettive e con le frequenze quasi infinite, in lungo da una poesia all’altra, tutte collegate logicamente e tutte diverse, come un viaggio senza un termine, con tante fermate, ma che poi continua, e sembra infinito, come una stagione che cambia in un’altra, e come il futuro che lentamente e impercettibilmente diventa il passato.

Quanto alla costruzione delle sue poesie, Bruno spesso usa le ripetizioni non solo per rendere i suoi versi più musicali, ma anche per sottolinearne delicatamente il senso, ogni volta diverso, in riflessioni differenti.

Un’altra emozione che mai mi lascia (e che è necessaria per me), leggendo le poesie di Bruno, è il pensiero del collegamento di tutto ciò che esiste in questo mondo e fuori da esso, rispetto, sia con i teoremi delle regole della scienza della natura, sia con le convinzioni degli astrologhi antichi.

Ecco: il convincimento del collegamento tra il passato e il futuro; il collegamento tra noi tutti qui sulla terra, sotto e sopra; il ritmo ciclico secondo le regole della natura.

Solo quando facciamo nostro questo collegamento, solo sapendo che non siamo in solitudine ma uniti e collegati, possiamo diventare, eventualmente, davvero liberi, e non solo nelle nostre illusioni.

Il sentimento di legame, di unità, apre per noi i confini prima chiusi e, inoltre, non chiaramente conosciuti.

è l’unico modo per sapere e vedere questi confini, dove loro iniziano, che cosa dividano e se davvero esistano.

Bruno non scrive solo di se stesso e delle sue esperienze, ma si sublima insieme con le sue osservazioni e le sue contemplazioni in immagini diversissime.

Non preferisce solo due o tre temi generali per ricantarle.

Certo, lui ritorna, a volte, ai temi ed alle immagini già create, ma sempre in altre tonalità, con fresche riflessioni, usando sempre nuova magia per ricordarci queste immagini, spesso piene non solo di colori intensi e di prospettive avventurose, ma anche dei venti e dei profumi

Apparentemente di solito riservata, però mai fredda, la poesia di Bruno, piena di forza della natura, assomiglia un po’ al folclore lettone, sopratutto ai canti popolari, chiamati in lettone “dainas“, nei quali l’unità tra il creato umano e la natura è una situazione assolutamente normale, e dove le persone spesso  identificano se stessi ed altri umani con gli animali, con gli alberi, con gli elementi della natura, come nelle poesie di Bruno.

Però, quanto alle poesie di Bruno, questa energia primaria è solo il fondamento, proprio come i suoi ritorni nell’infanzia, nel passato, dalle radici, per andare avanti e per portarci più lontano.

Dei suoi sogni e delle sue memorie lui non parla spesso, ma lo fa molto espressivamente.

Lui è pescatore d’emozioni.

Questa volta parlo maggiormente dei fondamenti, inizi, radici, che vedo nelle poesie di Bruno Mancini.

Più leggo le sue poesie, più rileggo, più mi si aprono forti ed intense.

Come un vero mago, lui ci porta più lontano, più profondamente, sia verso sogni, sia verso esperienze vissute.

 Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

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SPECIALE DILA

Scampía

Interviste volanti tra la gente

Oggi 25 Aprile 2023, per fare qualcosa di diverso, dato che il giorno della Libertàè la festa di tutti gli Italiani, da Scampía a Treviso, da Bagheria a Cinisello Balsamo, senza distinzioni, ho pensato di recarmi aScampía, il quartiere più chiacchierato e meno gettonato di Napoli, per sentir parlare le persone per strada e così, farmi un’idea e rendere l’idea su una realtà diversa dai “soliti” Posillipo, Marechiaro, Mergellina, San Martino, via Toledo, Chiaia e così via.

Siamo seduti a un bar. Prendo appunti su un taccuino.

Ecco il mio resoconto:

D: Si vedono tante brave persone in giro, allora che cosa è questa storia di Scampìa territorio di violenza, di delinquenza ecc.?

R (Giovanni): Su 100mila abitanti, se ci sono 100 delinquenti, loro determinano la fama del posto, e così è successo a  Scampìa; ma le persone per bene sono il 99% degli abitanti; come me che faccio l’operaio da quando avevo 15 anni, e mo’ a 60 anni, sono in pensione. Una volta, mentre ritornavo molto tardi a casa, di notte, da un viaggio in macchina, sono stato fermato dalla polizia e il controllo è stato molto più accurato del solito; non avevo niente da nascondere, ma ho chiesto “perché?”; un agente mi ha risposto: “perché dai documenti si vede che siete di Scampìa”.

Qua si sta più sicuri che a Posillipo, o al Vomero, se non fosse per quelle poche persone, non ci sarebbe neanche la cattiva nomea.

Poi s’è creato uno stereotipo su questo quartiere, e pure alle Assicurazioni fa comodo.

D: Che cosa manca a Scampia? Che cosa, secondo voi, è importante e a Scampìa non c’è?

R (Vincenzo ed altri): Lo Stato non è presente; non si dà nessuna attenzione alle persone perbene. Non vengono valorizzate; fanno più scena i malamenti.Scampìa serve ai politici per mettersi in mostra, per fare carriera;è una gallina dalle uova d’oro.

Molti esagerano; ci vorrebbe più attenzione per i problemi e una volontà vera di risolverli.

Molte cose sono sbagliate e si fanno solo pe’ fa’ i business; “Gomorra”, per esempio, (la serie televisiva n.d.r.) è stata la rovina di Scampìa. Molte cose che si dicevano o si facevano vedereerano assurde, false e deformate. Per una questione di soldi, hanno messo a Scampìa il marchio di regno della malavita, e l’hanno diffuso da tutte le parti; però hanno fatto un sacco di soldi.

D: Che differenza c’è tra abitare a Scampìa e abitare in un altro posto di Napoli, per esempio la Riviera di Chiaia, la Ferrovia, Toledo ecc.?E, se c’è, perché?

R (Giovanni, Gennaro, ecc.): A Scampìa la vita costa meno. Le case popolari permettono di vivere anche con 1000 € al mese.

A Napoli, con 1000 € al mese, fai ‘a famme!

E poi ci sta solidarietà tra i vicini; se uno ha bisogno di qualche cosa, trova sempre chi è disposto ad aiutarlo.

Come in tutti i posti popolari. A ‘o Vommero, a Chiaia, nun te guardano proprio. A Milano, po’ te chiudono proprio ‘a porta ‘nfaccia.

(Pasquale) Ma pecché se parla semp’ ‘e Milano e di qua non si parla mai? Perché è la malavita che regola i rapporti tra Nord e Sud, e i suoi interessi li ha al Nord.  Parliamo di qua invece, che ci stanno tante cose da dire. Scampìa, per esempio, è il quartiere più bello di Napoli. Il 63% del verde di Napoli sta a Scampìa, lo sapete? Qua ci sta una Facoltà Universitaria.

(Questo lo so –  dico – è un polo della Facoltà di medicina e chirurgia della Federico II. So anche che c’è una Casa Editrice molto attiva e condotta con criteri moderni)

Qua non c’è mai troppo traffico, si parcheggia bene, i giardini son ben tenuti. Il Comune di Napoli ci ha abbandonato un po’.

(Altri) ‘U Comune qualcosa fa; fa quello che può.

‘O Comune fa poco perché vuole valorizzare di più le zone del centro.

D: Ma se uno zio d’America le proponesse di andare ad abitare in una lussuosa casa a Milano, messa a sua disposizione, lei ci andrebbe?Sì o no, perché?

(Mi rivolgo un po’ genericamente ai presenti, senza interpellare specificamentenessuno)

R (Pasquale): Io non me ne andrei mai da qua. Qua si sta bene; che devo andare a fare a Milano?

(Giovanni) Ci potrei pure andare. Perché no? Però se mi fosse assicurato un buon lavoro. Senza lavoro ‘e case nun servono a niente.

Vedete qua; hanno fatto ‘e case popolari, ‘a cientosessantasette; hanno messo tutte ‘e persone dentro, ma nun hanno dato ‘o lavoro a nessuno. Dopo poco tempo non s’è fatta più la manutenzione, non ci sono state più riparazioni ecc. e vedete in che condizioni stanno le case? Vedete ‘e vele? Tutti conoscono solo ‘e vele di Scampìa; tutto abbandonato, ‘a maggior parte le case son o vuote e il grosso è abitato dai Rumeni, i Rom. I furti dei fili di rame per la luce qua proprio stanno a una percentuale altissima.

(Ma visto che state qua, vi posso offrire ‘nu cafè?

Grazie, accetto volentieri.)

D: Per migliorare le cose, che cosa occorrerebbe a Scampìa, più studio? Più lavoro? E perché?

(Risponde deciso Giovanni): Più cultura! Quell’insieme di lavoro e studio. Le cose devono essere fatte bene, e bisogna saperle fare bene. Bisogna imparare. È questo che manca.

E la Polizia? Se ci fosse più Polizia cambierebbe qualcosa?

Non cambierebbe proprio niente (rispondono un po’ tutti).

La Polizia non serve a niente. Le cose non si devono imporre, si devono fare spontaneamente. La Polizia è un argomento usato solo per distogliere l’attenzione.

D: Chi non è di Scampìa, secondo voi, che cosa non ha capito di Scampìa?

R (qua è come una sola voce corale) : La gente. La stragrande maggioranza di Scampìa è composta da gente perbene. Per capire bisogna viverci a Scampìa, almeno per un po’ di tempo.

(Pasquale: dite la verità, vuje ‘e sapevate già le nostre risposte alle vostre domande.

Rispondo: Questo è vero; o almeno speravo proprio che le risposte fossero queste. Ma il punto è che, vista la pessima reputazione di questo quartiere, il lettore che prossimamente avrà sott’occhio l’intervista, sarà molto stupito e colpito perché quello che si aspettava, certamente, era che non rispondevate proprio; anzi che mi mandavate proprio… mi avete capito. –Risatine ironiche sparse.)

D: Secondo voi. Il turismo può fare qualcosa per Scampìa?

R (vari) : se è buon turismo, sì.

Ma finora, qua vengono solo per fotografare le “vele”. Nessuno viene per conoscere meglio questa zona, la sua storia, per l’aria buona che si respira ecc.

E la musica? Può significare qualcosa, la musica per Scampìa?

La musica va bene.

Qua si canta sempre dalla mattina alla sera.

(Giovanni) Mo’ però andiamoci a prendere il caffè. Ve lo avevo promesso, e ve lo voglio offrire.

-Va bene – Ci alziamo per andare al banco.

-Però scrivete pure che vi ho offerto il caffè eh!

– E come no? Certamente. Comunque, visto che ci siamo, tenete presente che io scrivo anche poesie – che all’occorrenza possono diventare canzoni – e quindi potreste trovarvi, prossimamente, in una canzone, che mi viene in mente proprio stando qui. –

Vedo sguardi vagamente perplessi, intorno.

Al banco c’è Giuseppe. Dall’aspetto, sembrerebbe molto giovane.

-Vedete questo? – Dice Giovanni – Si sveglia alle 5 la mattina per aprire il bar e smonta alle 8 la sera. Ha due figli e sta sempre sorridente. –

A questo punto, chiedo qualcosa anche a lui.

D: Come ti trovi i qua? Com’è il lavoro?

R (Giuseppe): ‘O masto è una brava persona, un amico, un fratello, più che un principale. Io lavoro qua da quando avevo 10 anni. Poi me ne sono andato. Ho lavorato per 4/5 anni a piazza Carlo III; poi sono ritornato qua. Mi trovo meglio, la gente mi vuole bene. Ci stanno tante brave persone affezionate, che parlano, scherzano con me. Non ci sta cattiveria. –

(Ci serve il caffè, veramente ottimo. Salutiamo e ce ne andiamo.)

Giovanni mi invita ad accompagnarlo a vedere il condominio dove abita.Accetto volentieri.

Strada facendo, mi indica una signora che mi appare subito molto attiva e motivata.

-‘A vedete quella signora? – Giovanni – Non è sposata e tiene due figli da mantenere. Ha una bancarella al mercato e vive onestamente e con la gioia in faccia. –

Arriviamo in un ampio spazio condominiale, erba ben curata, e così gli alberi alti e ombrosi. Si accede, da un lato, ad un altro spazio condominiale, non erboso, ma altrettanto ampio.

-Qua si parcheggiano le macchine – dice Giovanni – vedete come è comodo? –

Passano alcuni ragazzi e signore con i cani al guinzaglio.

-Avete visto quanti cani ci stanno? – Osserva Giovanni – Avete visto per terra una cacca di cane?

-Niente – confermo.

Mi mostra la bottega di un fabbro ferraio che, mi dice, è molto bravo.

Si accompagna a noi un consigliere condominiale che ci tiene a mostrarmi l’entrata di uno dei caseggiati che affaccia sul cortile.

-Vedete? – Mi dice – C’è una bella luce. Qua ci sono tutte le cassette postali ben allineate. Qua c’è l’acqua per innaffiare il giardino. –

Quando andiamo via, Giovanni mi accompagna per un tratto di strada. Ho lasciato la macchina lungo il marciapiede, in via Piero Gobetti.Mi fa vedere il parrucchiere, il minimarket, il tabaccaio, ecc.

-Però, signor Giovanni, diciamoci la verità, la dobbiamo pure smettere co’ ‘sta roba “ci hanno l’acqua, hanno la luce, c’è la posta, la lavanderia,il tabaccaio…” e che è? Stiamo pur sempre in un quartiere di Napoli, non in un film western! –

Ci salutiamo con una forte stretta di mano.

Napoli 27 Aprile 2023           Alberto Liguoro

albertoliguoro@gmail.com

Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230424

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Testo scelto da Angela Maria Tiberi
Rita Gemma Petrarca scrive del padre Domenico Petrarca

Lui era un uomo fantastico, un uomo buono e giusto.
Chiunque s’imbattesse in lui ne restava affascinato.
Nato in una grande famiglia, in cui si respirava aria di semplicità di rispetto per il lavoro… di rispetto di tutti i valori cristiani e civili.
Egli nasce nel 1906 non nella sua Pozzuoli, ma molto più lontano, nella sua Muggia, nel Friuli Venezia Giulia, nella provincia della bella e antica Trieste.
La sua Muggia era ed è una cittadina sul mare, un porto piccolo, ma molto somigliante alla nostra Pozzuoli.
Il piccolo Domenico, cresciuto con i sani principi morali e civili, studia molto e, tornato a Pozzuoli, frequenta la casa del cavalier Cialenta che lo fa studiare mantenendolo agli studi scientifici.
Egli, così, cerca di formarsi, forgiando carattere e personalità, sempre all’insegna del sacrificio, dell’impegno, dell’educazione, serietà e gratitudine.
Aveva un grande rispetto per la famiglia, la madre era venerata, così le sorelle e i fratelli e, per il padre, aveva devozione e riconoscenza.
Poi conobbe una donna… ne fu ammirato e conquistato, folgorato, Ella era mia madre, Maria Panetty, una donna bella dagli occhi verdi pieni di stelle… due gemme rare… una donna che ne fu, anch’ella, conquistata per il garbo l’eleganza la signorilità con cui si presentava quest’uomo, l’ingegnere Domenico Petrarca.
È questo il momento in cui nasce l’idillio, si fa per dire, una storia appassionata d’amore, di quelle che non sono comuni.
Questa meravigliosa creatura, proveniva da nobile progenie, armatori e ingegneri balistici della fabbrica Armstrong, una provenienza scozzese.
Ricordo, ancora, che mio padre ci raccontava di aver sfidato a duello una persona che importunava l’amata e, noi ascoltavamo attenti e incuriositi, egli aveva un suo modo avvincente di narrare le cose.
Ricordo che era anche poeta, infatti componeva con Mamma liriche e canzoni che, per amore della bella Maria, faceva musicare da maestri importanti.
Quanto amore per Maria, per i suoi 10 figli partoriti e per gli altri 8, mai nati.
La scultrice Elena fu la loro primogenita, premiata e pubblicata sui più prestigiosi depliant d’arte italiana ed europea, poi fu la volta di Elisa, la bella miss flegrea, seguì Giovanna l’avvocatessa, Sandro il ceramista, anche preside ad interim del liceo artistico di Latina, Milena Michelina la pastellista, attiva artista che espone oltre oceano, in America, la matematica Pasqualina dagli occhi verdi come la mamma, la farmacista Annamaria, nata di sei mesi e mezzo, salvata nella bambagia, Annamaria della Monarchia, perché mamma, all’epoca, si era candidata alle elezioni insieme all’armatore Achille Lauro, al parlamento italiano, poi fu la volta dell’esperta nella relazione d’aiuto, la counselor Rita Gemma, pubblicata per le sue commedie, anche a NewYork, quindi l’artista dalla voce calda e dal tocco magico sul piano,Alberto e, poi, il piccolo Salvatore, nato e morto subito dopo.
Poi, la poesia, il teatro e fu la volta delle partecipazioni ai festivals, che ricordo tutte, perché i miei mi portavano con loro, sempre.
Ricordo le coppe, i premi e riconoscimenti, la mamma era sempre in finale con i più bravi cantanti d’epoca: Sergio Bruni, Mario Abbate, Luciano Tajoli, che fu ospitato in casa nostra e, per questo, la stampa e la folla invasero la nostra casa di Pozzuoli.
Mio padre amava molto anche il teatro e il cinema, infatti sono sempre stata beneficiata in questo, perché mi portavano sempre con loro
Mi sono nutrita della loro compagnia, moltissimo.
Ero come in uno spazio caldo d’amore e di serenità.
Egli voleva l’istruzione per tutti.
Ricordo i plastici nel suo studio, a casa, i suoi disegni sul tecnigrafo, i suoi infiniti progetti, perizie, la costruzione dell’accademia Aeronautica di Pozzuoli, unica nel suo genere, il Rione Olivetti e le visite di Adriano Olivetti… ricordo il bene che gli volevano i meno abbienti puteolani che, grazie a lui, avevano un tetto sotto cui stare… ricordo gli innumerevoli, ora noti artisti di Pozzuoli, i pittori di quadri che lo asserragliavano nell’ufficio tecnico e lui acquistava tutto decorosamente.
Era un estimatore d’arte, della bella arte.
Mio padre l’ingegnere era davvero un uomo speciale.
Lui era un benefattore e, con immenso orgoglio e riconoscenza, sono fiera di essere stata sua figlia ed ora, mi ritrovo a scrivere di lui conservando quell’umiltà e devozione per il mio paese, quell’eredità a cui non voglio sottrarmi per poter operare e vivere secondo quei dettami che sono radicati in me e incarnati nel mio mondo e, per questo vanno coltivati ed ossigenati come eredità preziosa.

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Foto Premio FONTANE DI ROMA in cui è stato premiato anche il
nostro Direttore Gaetano Di Meglio

A complemento dell’articolo pubblicato lunedì scorso come cronaca della quarantesima edizione del Premio FONTANE DI ROMA ideato, ed organizzato con assoluta perfezione, dal dinamico e tenace Benito Corradini nell’Aula dei Gruppi Parlamentari di Montecitorio a Roma il 3 aprile, vi proponiamo qualche altra foto di personaggi premiati.

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Antonio Palladino e Gianna Formato

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Bruno Scapini Montecitorio premio Fontane di Roma 3 aprile 2023

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

BRUNO MANCINI
dalla raccolta di poesie
Segni

1964 – 1987
L’inganno di Ignazio

Non so se,
quando avrai smesso il flamenco
sul capitello in fumi d’antico,
alzando gli occhi
– olé –
al simbolo
vorrò sapere se.
E il nome ti assalirà
compresso
tra un tacco e il mito.
Il nome ti forzerà
bagnato
tra cosce in ritmo.
Il nome il nome,
il nome mio
al simbolo!

Lenta sui fianchi la gonna a ruota,
pavoneggiando altera
rossa e nera
– il sangue e la sfida –
prima in corrida,
lenta sui fianchi,
– la fiamma e la fine –
s’attarda.

Il nome mio al simbolo.
Non voglio sapere se.
Se l’attimo dopo a braccia alzate
– olé –
se a terra inginocchiata
a capo chino.

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230424 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230417

Il Dispari 20230417 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230417 – Redazione culturale DILA

Premiati Gaetano Di Meglio e Bruno Mancini

Il 40° Premio Internazionale FONTANE DI ROMA Omaggio a Dante Alighieri si è svolto a ROMA nell’Aula dei Gruppi Parlamentari (Via di Campo Marzio, 78) il giorno 3 Aprile.

Presidente onorario del Premio è stato Mons. Marcello Semeraro, Prefetto della Pontificia Congregazione delle Cause dei Santi.

L’On. Luciano Ciocchetti di FdI ha presieduto l’evento culturale oltre ad aver creato le opportunità necessarie per poter svolgere la manifestazione internazionale nei locali della Camera dei Deputati

I Trofei del Premio sono stati realizzati dal Prof. Domenico Annicchiarico, dal Maestro Ferdinando Codognotto, con Grafiche degli Artisti Pietra Barrasso, Giovanni Crabuzza, Rosanna Della Valle, Roberto Gabrieli, Silvana Galeone, Gianprovvé, Lucio Trojano.

Il Dott. Benito Corradini, Presidente della FONDAZIONE LA SPONDA, nel prosieguo delle edizioni del Premio FONTANE DI ROMA, ideato da decenni per l’Accademia Internazionale La Sponda, d’intesa col Comitato Promotore, ha premiato personalità operanti nei settori culturali artistici e sociali indicati dalla Giuria composta da Gianfranco Girotti Presidente, Benito Corradini Vice Presidente, Giorgio Bruzzese, Silvana Calcagni, Luca Caruso, Raffaele Cavaliere, Paolo Coscione, Fulvio Rocco De Marinis, Guido D’Ubaldo, Margherita Ferraris, Mimoza Haxhiaj, Isabella Lomoro, Ivan Marsura, Maurizio Tcheng, Francesca Triticucci, Lucio Vetrella.

Tra i tanti eccellenti premiati sono stati premiati anche i “nostri” Gaetano Di Meglio Direttore di questa testata giornalistica, Bruno Mancini Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA APS”, e il nutrito gruppo di collaboratori del volume “Napoli Ombelico del mondo” organizzato dalla Vice Presidente DILA APS Angela Mari Tiberi.

 

Foto Premio FONTANE DI ROMA in cui è stato premiato anche il

nostro Direttore Gaetano Di Meglio

A complemento dell’articolo pubblicato lunedì scorso come cronaca della quarantesima edizione del Premio FONTANE DI ROMA ideato, ed organizzato con assoluta perfezione, dal dinamico e tenace Benito Corradini nell’Aula dei Gruppi Parlamentari di Montecitorio a Roma il 3 aprile, vi proponiamo qualche altra foto di personaggi premiati.

BRUNO MANCINI
dalla raccolta di poesie
Segni
1964 – 1987
L’inganno di Ignazio

Non so se,
quando avrai smesso il flamenco
sul capitello in fumi d’antico,
alzando gli occhi
– olé –
al simbolo
vorrò sapere se.
E il nome ti assalirà
compresso
tra un tacco e il mito.
Il nome ti forzerà
bagnato
tra cosce in ritmo.
Il nome il nome,
il nome mio
al simbolo!

Lenta sui fianchi la gonna a ruota,
pavoneggiando altera
rossa e nera
– il sangue e la sfida –
prima in corrida,
lenta sui fianchi,
– la fiamma e la fine –
s’attarda.

Il nome mio al simbolo.
Non voglio sapere se.
Se l’attimo dopo a braccia alzate
– olé –
se a terra inginocchiata
a capo chino.

Il Dispari 20230417 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230417 – Redazione culturale DILA

Questo è stato il PROGRAMMA della premiazione

Saluto Presidente Corradini
Inno Italiano
Saluto On. Luciano Ciocchetti
Saluto Mon. Gianfranco Girotti
Relazione di Solidarietà internazionale: “Italia: Solidarietà e Rispetto per gli Emigranti”
Avv. Romualdo Truncè Presidente Camera Penale Crotone
Cantanti: Dominika Zamara Soprano – Argia Sara Pastore – Angela Prota – MT Battaglia
Poeta: Roberto Ciavarro
Modelle Gruppo Miss Italia

Premi Promozione Solidarietà:

  1. Em.za Card. Pietro Parolin Segretario di Stato Santa Sede Vaticano

On. Francesco Rocca Presidente Regione Lazio
On. Massimiliano Maselli Assessore Politiche Sociali Regione Lazio

Premi Sanità:
Prof. Marco Scatizzi Presidente ACOI Ass.ne Chirurghi Italiani
Prof. Paolo Marchetti Prof Universitario – Oncologo IDI
Prof.ssa Anna Materia Medico Chirurgo – Pronto Soccorso Pediatrico-Autismo
Prof. Fabio Ricci Direttore Clinico Breast Unit Ospedale Santa Maria Goretti
Dott.ssa Silvia Cavalli Direttore Generale AUSL Latina

Premi Cultura:
Dott.ssa Francesca Ballali Presidente Associazioni Cultura UE
Avv. Anna Egidia Catenaro Pres. Avvocatura in Missione – Org Convegno Pace
Prof.ssa Caterina Luisa De Caro Prof.ssa Filosofia Liceo Ladispoli – Scrittrice
Dott.ssa Maria Pepe Scrittrice

Premi Stampa – Informazione:
Dott. Carlo Bartoli Presidente Ordine Nazionale Giornalisti
Dott. Massimo Martinelli Direttore de Il Messaggero
Dott. Davide Vecchi Direttore de Il Tempo
Daniele Morgera Press RAI
Egidio FIA Dir. Lazio TV
Gabriella Di Mambro Latina Oggi

Premi alla Memoria:
Prof. Grazioso David Cofondatore LaSponda – Artista – Docente
Pietra Barrasso – Giovanni Crabuzza – Rosanna Della Valle – Roberto Gabrieli – Gianprovvé – Lucio Trojano – Giorgio Roberti Fondatore Centro Romanesco Trilussa

Premi alla Carriera:
Giorgio Onorato “Voce de Roma”
Bruno Mancini Presidente DILA APS
Antonio Palladino Moda Gioielli
Bruno Scapini Ambasciatore
 
Premio Libro “Napoli Ombelico del Mondo”:
Associazione DILA APS Bruno Mancini (Presidente), A.M. Petrarca, Alfonso Gurreri, Alfredo Soffiati, Angela Maria Tiberi, Angela Prota, Carla Pitarelli, Cecilia Salaices, Chiara Pavoni, Claudio Castana, Daniela Gigante, Enza Colagrosso, Flora Rucco, Gaetano Di Meglio, Gianna Formato Paganelli, Gisela Josefina Lopez, Giuseppe Bonetti, Graziella Zomparelli, Haydi Gutierrez, Isabella Poli, Luciana Capece, Lucio Isabella, Manuela Ranaldi, Maria Luisa Neri, Mario Vona, Mary Shannazaryan, Mauro Montacchiesi, Milena Petrarca, Pasquale Esposito, Pasqualina Petrarca, Rino Sortino, Rita Petrarca, Santina Amici, Tony Battini, Vincenzina Giannunzio, Vincenzo Middei.
 
Staff:
Francesca Corradini coordinatrice, Leonardo Gambardella, Roberto Simon, MarioTieghi
 
Foto/Video:
Alberto Alberti, Marco Bonanni, Massimiliano Sebastiani
 
Promoter:
Fondazione La Sponda / Dott. Benito Corradini Presidente

Organizzazione generale: Francesca Corradini – Margherita Ferraris

Il Dispari 20230417 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230417 – Redazione culturale DILA

Chiara Pavoni - Premio Fontane di Roma 2023 - Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Chiara Pavoni – Premio Fontane di Roma 2023 – Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Gisela Lopez e Bruno Mancini - Premio Fontane di Roma 2023 - Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Gisela Lopez e Bruno Mancini – Premio Fontane di Roma 2023 – Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Benito Corradini - Chiara Pavoni - Bruno Mancini - Premio Fontane di Roma 2023 - Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Benito Corradini – Chiara Pavoni – Bruno Mancini – Premio Fontane di Roma 2023 – Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Mauro Montacchiesi Premio Fontane di Roma 2023 - Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Mauro Montacchiesi Premio Fontane di Roma 2023 – Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Gruppo di premiate - Premio Fontane di Roma 2023 - Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Gruppo di premiate – Premio Fontane di Roma 2023 – Aula dei Gruppi Parlamentari Montecitorio Roma 3 aprile 2023

Il Dispari 20230403

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

“Cleopatra la schiava dei romani” di Giuseppe Lorin

Lo scrittore Giuseppe Lorin, amico dei progetti culturali Made in Ischia ideati e realizzati dall’Associazione di Promozione Sociale DILA APS, ci ha inviato in lettura il suo pregevole saggio introduttivo nella terra dei faraoni intitolato “Cleopatra la schiava dei romani”.

Presentato a Roma lo scorso 21 marzo, la forte suggestione della storia, dei personaggi e della edotta e chiara narrazione di cui il libro è portatore è stata ulteriormente gratificata dall’interpretazione dell’attrice Chiara Pavoni (ormai ben nota anche ad Ischia per avere organizzato e presentato alcuni eventi nella Biblioteca Antoniana), coadiuvata dalla presenza di un centurione in alta uniforme, Carlo Mele. Chiara Pavoni si è esibita nel ruolo della nutrice di Cleopatra VII, regina dell’alto e del basso Nilo, così come si legge nel monologo scritto da Giuseppe Lorin.

Ha moderato l’evento l’archeologa dott.ssa Elisa Carrisi assistita dall’archeo architetto Paolo Meogrossi, fautore della grande pedana lignea nel Colosseo.

La poetessa Michela Zanarella (Socia fondatrice di DILA) ha letto alcune sue poesie inserite nel saggio di Giuseppe Lorin.

Non potevamo certo mancare di chiedere a Giuseppe Lorin, in esclusiva per IL DISPARI, un suo “pensiero” sull’attualità della vicenda narrata.

E lui ha benevolmente accettato di risponderci con le argute considerazioni che qui trascriviamo:

«La definizione “schiava dei romani” riferita alla regina dell’Egitto è un eufemismo che sostituisce e chiarisce, in forma affettiva, quel fascino amoroso che la regina ha avuto su Giulio Cesare, ammirato ed amato dal popolo di Roma e dal quale ebbe un figlio ovvero, Tolomeo Cesare XV Philopátor Philométor (devoto al padre e alla madre) che venne soprannominato Cesarione perché figlio di Cesare.

Cleopatra è stata una delle donne con più potere dal punto di vista politico della storia antica. Oggigiorno esistono figure politiche femminili che possono assimilarsi in importanza o strategia alla regina egizia, contestualizzando il suo modo di agire all’epoca in cui viviamo perché Cleopatra è antesignana del pensiero europeo, una eroina ante litteram d’Europa; è stata la prima Ursula von der Leyen della storia.

Stirpe generata in Macedonia ellenica, radici e legami fraterni con l’Africa del filoellenicos Nectaneb I della XXX Dinastia (378-341), con Cipro dove ancora ci sono le rovine della reggia del faraone e dove nacque la madre di Cleopatra VII la cipriota.

Tutta l’area del Mediterraneo è stata toccata dai commercianti egizi, e Roma che catturò il cuore di Cleopatra. 

Cleopatra VII, intesa come strumento di pace dalle radici europee trapiantate in terra d’Egitto, sembra essere ancora viva!»

Se amate la Storia, se amate trovare le corrispondenze tra gli eventi passati e l’attualità per poter crescere in sintonia con l’evoluzione dell’umanità, allora questo saggio è la scelta ideale per intraprendere un percorso di equilibrio e bellezza… e potrete conoscere Lorin in un prossimo incontro di lettura che DILA APS ha in agenda a Ischia.

Cleopatra la schiava dei romani
Giuseppe Lorin, Bonfirraro Editore
ISBN 978-88-6272-276-6
PAG. 400, € 27

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

TWITTERTONE

Mentre scriviamo questo twitterone è in corso a Roma un APERITIVO ARTISTICO organizzato da Chiara Pavoni presso la Casa della Cultura INTERNO 4 – DILA in via della Lungara 44.

Sono stati invitati a partecipare, leggendo proprie poesie, diversi poeti tra i quali si notano i nomi di alcuni scrittori presentati da DILA in reading realizzati ultimamente nella Biblioteca Antoniana.

La locandina porta i nomi di:

Elisabetta Pamela Petrolati, Luciana Capece, Patrizia Palombi, Veronica Paredes, Loretta Liberati, Anna Avelli, Barbara Maresti, Guido Tracanna, Francesca Peronace, Valentina Riposati, Tullia Ranieri, Francesca Liani, Paola Oliva, Mario Pino Toscano, Marsia Bambace, Elisabetta Biondi Della Sdriscia, Orietta Petrignani, Nicola Foti, Victoria Suriani, Antonella Ariosto, Lucio Macchia, Maria Rita Barbonari, Bruno Mancini, Michela Zanarella

Maria Cavicchioni, pittrice

Presenta Chiara Pavoni

Non mancheremo di proporvi, nelle prossime puntate di questa pagina, un’ampia cronaca dell’evento.

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

Poesia inedita di Alberto Liguoro

destinata alla raccolta fuori concorso

del premio internazionale

di Arti varie”DILA 2023″

 

Sei versi in attesa di un senso

I

I bambini piangono
perché il mondo li uccide.
I bambini ridono
perché amano e giocano.
è ‘a voce de’ criature
che saglie chianu chianu.

II

Sento lo Spirito Universale
sopra di me
e la Ragione morale in me,
mentre danza,
intorno ai muri crollati,
alle frontiere abbattute,
ai vascelli sventrati,
la Dea Bellezza,
e davanti ai suoi seni al vento,
l’anima del Mondo
cerca salvezza.

III

Le navi del Mediterraneo
oltre l’orizzonte
trasportano i Morti;
mentre Vite innocenti
regalate
a fredde bare galleggianti,
cantano in coro
Fifteen men on the dead man’s chest.
Una bottiglia di rum e Satana
pensano al resto.

IV

Amor, ch’a nullo amato amar perdona
si te sbatte ‘o core ‘npietto è ammore
si spontano ‘e lacrime è ammore
si pienz’ d’accirere è ammore.
‘A fenesta ‘e Marechiaro
sta ‘nfaccia‘o mare blu,
ma che dd’è?
Se oltre l’abisso
non può esserci amore,
un lungo filo da sarto,
c’è sempre, e abbraccia
i cuori più belli del mondo.

V

Su un antico percorso
lastricato di vittime
di lutti e macerie,
verso la giustizia, la libertà
e l’amore,
temiamo senza badarci,
una sbarra alla fine,
con su scritto:
strada interrotta per frane“;
ma già oltre un dosso,
tra la nebbia di mare,
sfuma occhieggiante,
il faro dell’isola di Lesbo.

VI

Se la vita è un dono di Dio,
se lo è l’anima di una formica,
chi siamo noi per rifiutare
disprezzare o offendere?
Ma quando
il più raro e prezioso papiro egiziano
mi brucia la pelle,
incrina le pupille,
o intossica i polmoni,
è solo mostruoso
l’obbligo di aprire,
per umano decreto,
le braccia e la mente
all’occhio nefasto di Ra.

Ai 79 morti, 33 dei quali minorenni,
finora accertati, ai numerosi dispersi e
agli 80 profughi giunti in salvo, dei circa
180 a bordo del barcone naufragato nel
mare in tempesta, al largo di Crotone,

il 26 febbraio 2023.
 
Napoli 13 marzo 2023    <stro
Alberto Liguoro

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230403 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230327

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Saranno premiati Gaetano Di Meglio, Bruno Mancini e Daniele Morgera?

Comunicato stampa della Fondazione La Sponda – Via Vespasiano, 12 – 00192 Roma

Il 40° Premio Internazionale FONTANE DI ROMA Omaggio a Dante Alighieri si terrà a ROMA nell’Aula dei Gruppi Parlamentari (Via di Campo Marzio, 78) il giorno 3 Aprile 2023 – ore 16/19
(dalle ore 15, ingresso da Via Uffici del Vicario, 21 Roma)

Il Dott. Benito Corradini, Presidente della FONDAZIONE LA SPONDA, nel prosieguo delle edizioni del Premio FONTANE DI ROMA, ideato da decenni per l’Accademia Internazionale La Sponda, d’intesa col Comitato Promotore, sta definendo i Patrocini e le presenze di Organismi Internazionali e Nazionali, la partecipazione di Ambasciate, Accademie e Associazioni di Arte, Cultura, Solidarietà e l’organizzazione del 40° Premio Internazionale Fontane di Roma.

Presidente onorario del Premio è S. Ecc. Mons. Marcello Semeraro, Prefetto della Pontificia Congregazione delle Cause dei Santi.

La Giuria, composta da S. Ecc. Prof. Gianfranco Girotti (Presidente), Benito Corradini (Vice Pres), Giorgio Bruzzese, Silvana Calcagni, Luca Caruso, Raffaele Cavaliere, Rosa Dalmiglio, Fulvio Rocco De Marinis, Guido D’Ubaldo, Filippo Esposito, Margherita Ferraris, Porfirio Grazioli, Mimoza Haxhiaj, Gianni Lattanzio, Elisabetta Lomoro,Umberto Puato, Anna Selvaggi, Maurizio Tcheng, Francesca Triticucci, Lucio Vetrella, sta definendo l’elenco dei Premiati (Personalità, VIP, Autorità del Vaticano, Ambasciatori, Personalità di Sanità, Cultura, Arte, Solidarietà, Ambiente, Lavoro, Sport).
I Trofei del Premio sono stati realizzati dal Prof. Domenico Annicchiarico, dal Maestro Ferdinando Codognotto, con Grafiche degli Artisti Pietra Barrasso, Giovanni Crabuzza, Rosanna Della Valle, Roberto Gabrieli, Silvana Galeone, Gianprovvé, Lucio Trojano.
Per la presenza al Premio, alla Sala dei Gruppi Parlamentari, è necessario prenotarsi, sia per motivi di registrazione che per disponibilità dei posti.
Grazie.
Il Comitato Promotore
Roma, 21 Marzo 2023

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Dalla raccolta di poesie
“LA SAGRA DEL PECCATO”
1957 – 2003 – ISBN 9781470913205
SCRITTA DA BRUNO MANCINI

Le mummie e le vestali

LA FORZA DI IGNAZIE

Se io fossi stata solo figlia
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per vicoli stretti e fumosi
attenta smarrita
avrei venduto gli occhi.

Se io fossi stata solo sposa
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per luccichii mimetici
solitaria rarità
avrei gelato le parole.

Se io fossi stata solo madre
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per veglie e voglie
condannata smarrita
avrei sedato i suoni.

Se io fossi stata solo donna
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per folli folle disumane
paradisi perduti
avrei tritato i pensieri.

°———°———°———°

Ma tu offendimi
con albe boreali
e poi sussurrami
di tuoni di tempeste
ma tu affondami
in nuvole di abbracci
e poi ritrovami
nelle bugie dei sogni

io vivo da sempre
quasi fossi vestale
attonita.

LA FORZA DI IGNAZII

Come giunco
tra rane

sbattuto
frustato
sferzato
quando avevo vent’anni
ho lasciato mio padre
lui ne aveva cinquanta.

Come graffio
su specchio

stridente
gelante
sfregiante

quando avevo altri anni
ho lasciato l’amata
lei non so.

Come gancio
al labbro

stupisce
tradisce
scurisce

quando avevo più anni
ho lasciato mio figlio
lui era grande.

Come bruco
fra frane

intanato
stordito
immoto

in questo giorno d’afa
ho lasciato la mia immagine
lei non lo capirà.

°———°———°———

Ma tu lisciami
e fasciami
e abbracciami e stringimi
e scoprimi e coprimi
e narrami e ignorami
e forgiami favola ottusa

io vivo da sempre
quasi fossi una mummia
deluso.

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/la-sagra-del-peccato/paperback/product-n4pg97.html?q=la+sagra+del+peccato

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Poesia inedita di Alberto Liguoro
destinata alla raccolta fuori concorso
del premio internazionale
di Arti varie”DILA 2023″

Sei versi in attesa di un senso

I
I bambini piangono
perché il mondo li uccide.
I bambini ridono
perché amano e giocano.
È ‘a voce de’ criature
che saglie chianu chianu.

II
Sento lo Spirito Universale
sopra di me
e la Ragione morale in me,
mentre danza,
intorno ai muri crollati,
alle frontiere abbattute,
ai vascelli sventrati,
la Dea Bellezza,
e davanti ai suoi seni al vento,
l’anima del Mondo
cerca salvezza.

III
Le navi del Mediterraneo
oltre l’orizzonte
trasportano i Morti;
mentre Vite innocenti
regalate
a fredde bare galleggianti,
cantano in coro
Fifteen men on the dead man’s chest.
Una bottiglia di rum e Satana
pensano al resto.

IV
Amor, ch’a nullo amato amar perdona
si te sbatte ‘o core ‘npietto è ammore
si spontano ‘e lacrime è ammore
si pienz’ d’accirere è ammore.
‘A fenesta ‘e Marechiaro
sta ‘nfaccia‘o mare blu,
ma che dd’è?
Se oltre l’abisso
non può esserci amore,
un lungo filo da sarto,
c’è sempre, e abbraccia
i cuori più belli del mondo.

V
Su un antico percorso
lastricato di vittime
di lutti e macerie,
verso la giustizia, la libertà
e l’amore,
temiamo senza badarci,
una sbarra alla fine,
con su scritto:
“strada interrotta per frane”;
ma già oltre un dosso,
tra la nebbia di mare,
sfuma occhieggiante,
il faro dell’isola di Lesbo.

VI

Se la vita è un dono di Dio,
se lo è l’anima di una formica,
chi siamo noi per rifiutare
disprezzare o offendere?
Ma quando
il più raro e prezioso papiro egiziano
mi brucia la pelle,
incrina le pupille,
o intossica i polmoni,
è solo mostruoso
l’obbligo di aprire,
per umano decreto,
le braccia e la mente
all’occhio nefasto di Ra.

Ai 79 morti, 33 dei quali minorenni,
finora accertati, ai numerosi dispersi e
agli 80 profughi giunti in salvo, dei circa
180 a bordo del barcone naufragato nel
mare in tempesta, al largo di Crotone,
il 26 febbraio 2023.

Napoli 13 marzo 2023
Alberto Liguoro

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230327 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230320

LO STORICO
FESTIVAL DELLA CANZONE NAPOLETANA
ARRIVERÀ A ISCHIA?

Dopo un approfondito e costruttivo confronto svolto tra Massimo Abbate, proprietario del marchio e Direttore Artistico del Festival Della Canzone Napoletana, e Bruno Mancini, Presidente dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA“, Massimo Abbate ha ufficializzata la nomina di Bruno Mancini nel ruolo di “Responsabile delle Relazioni esterne” al fine di promuovere il Festival Della Canzone Napoletana.

Ciò vuol dire che, fin da subito, l’Associazione DILA in sinergia con tutte le realtà associative, artistiche e mediatiche amiche dei progetti Made in Ischia, sarà impegnata nel coinvolgimento dell’Isola d’Ischia (prevalentemente ma non solo l’Isola d’Ischia) nella programmazione del Festival.

Il testo della lettera dell’incarico

«Gentile sig. Bruno Mancini,
riscontrando la sua disponibilità per assumere un ruolo direttivo nell’ambito dell’organizzazione del Festival della Canzone napoletana che, da tempo, ho rilanciato quale proprietario del marchio nonché Direttore Artistico giungendo quest’anno alla nona edizione, le sottoponiamo con piacere e ufficialmente la nostra proposta che consiste nell’affidarle l’incarico di Responsabile delle Relazioni esterne presso lo Stato e gli Enti pubblici al fine di promuovere il Festival quale importante vettore della cultura musicale napoletana.

Nel restare in attesa di conoscere la Sua disponibilità, porgo
Cordiali saluti.
18 marzo 2023
Massimo Abbate»

In una precedente mail Massimo Abbate aveva scritto a Bruno Mancini:

«Ischia è una delle perle del golfo di Napoli.
Il Festival di Napoli non è mai approdato nell’isola e non si sa per quale motivo.
A Capri invece nel 1970 si tenne di fatto l’ultima edizione e questo perché nel 1971 a causa della violenta protesta degli autori esclusi, l’oscuramento delle telecamere RAI e il diniego da parte dell’allora giudice Krog il festival ebbe il suo triste epilogo.
È dal 2015 che mi onoro di aver acceso un interesse negli uomini di buona volontà per il festival da me diretto.
Riportarlo in vita con abnegazione dopo averlo salvato da morte certa non è stato facile e non lo è tuttora a causa di un ostracismo silente e subdolo di alcuni personaggi di potere locale: Organizzatori di eventi, direttori artistici, politici, direttori di radio e televisioni nonché giornalisti di settore che non potendolo avere sotto controllo come tutte o quasi le attività artistiche in atto da anni, adoperano un oscuramento sistematico scoraggiando chiunque voglia sostenerlo.
Solo la mia insistenza, onestà professionale anche queste non meno sistematiche e caparbie, resistono e combattono tali squallidi interessi personali che nulla hanno a che fare con quelli puramente comunitari e culturali nell’interesse della promozione del patrimonio storico e artistico della città e della canzone napoletana.
Ma la giustizia anche se a volte tarda ad arrivare prima o poi fa il suo corso e allora tutto il male fatto a questa manifestazione ricadrà implacabilmente su loro stessi determinando la legge del boomerang.
Una bella ripulita in un ambiente corrotto e un ricambio generazionale sono indispensabili.
Ritornando a Ischia sarebbe bello riportarlo anche lì.
Se è finito a Capri può rinascere a Ischia.
Questo è un ottimo spunto di cronaca per chi saprà coglierlo.
In questa isola ho ricordi bellissimi a partire dalla mia infanzia.
Non solo fughe sentimentali con fidanzatine ma anche improvvisate con i miei amici più cari.
Non sono mancate visite organizzate grazie ai molti impegni di lavoro e su tutti quelli di accompagnare e seguire mio padre in qualità di suo personal manager.
Negli ultimi anni della sua carriera ho capito tramite il suo sguardo malinconico di dover proseguire il percorso da lui intrapreso a difesa della nostra canzone.
A partire dal momento in cui lui, a causa della sua imminente dipartita, lo avrebbe interrotto ripercorrendolo con la stessa passione e qualità.
E allora eccomi qua a riproporre l’unico vero grande evento che può riportare il canto napoletano e la sua poesia in tutto il mondo: Il Festival della canzone napoletana.
Se gli amministratori ischitani sono concretamente interessati io nell’interesse della canzone napoletana e per la promessa tacita fatta a mio padre, sono pronto.»

INFO:
dila@emmegiischia.com
tel 3914830355 (ore 15-23)

Poesia inedita di Alberto Liguoro
destinata alla raccolta fuori concorso
del premio internazionale
di Arti varie” DILA 2023″

Sei versi in attesa di un senso

I
I bambini piangono
perché il mondo li uccide.
I bambini ridono
perché amano e giocano.
È ‘a voce de’ criature
che saglie chianu chianu.

II
Sento lo Spirito Universale
sopra di me
e la Ragione morale in me,
mentre danza,
intorno ai muri crollati,
alle frontiere abbattute,
ai vascelli sventrati,
la Dea Bellezza,
e davanti ai suoi seni al vento,
l’anima del Mondo
cerca salvezza.

III
Le navi del Mediterraneo
oltre l’orizzonte
trasportano i Morti;
mentre Vite innocenti
regalate
a fredde bare galleggianti,
cantano in coro
Fifteen men on the dead man’s chest.
Una bottiglia di rum e Satana
pensano al resto.

IV
Amor, ch’a nullo amato amar perdona
si te sbatte ‘o core ‘npietto è ammore
si spontano ‘e lacrime è ammore
si pienz’ d’accirere è ammore.
‘A fenesta ‘e Marechiaro
sta ‘nfaccia‘o mare blu,
ma che dd’è?
Se oltre l’abisso
non può esserci amore,
un lungo filo da sarto,
c’è sempre, e abbraccia
i cuori più belli del mondo.

V
Su un antico percorso
lastricato di vittime
di lutti e macerie,
verso la giustizia, la libertà
e l’amore,
temiamo senza badarci,
una sbarra alla fine,
con su scritto:
“strada interrotta per frane”;
ma già oltre un dosso,
tra la nebbia di mare,
sfuma occhieggiante,
il faro dell’isola di Lesbo.

VI

Se la vita è un dono di Dio,
se lo è l’anima di una formica,
chi siamo noi per rifiutare
disprezzare o offendere?
Ma quando
il più raro e prezioso papiro egiziano
mi brucia la pelle,
incrina le pupille,
o intossica i polmoni,
è solo mostruoso
l’obbligo di aprire,
per umano decreto,
le braccia e la mente
all’occhio nefasto di Ra.

Ai 79 morti, 33 dei quali minorenni,
finora accertati, ai numerosi dispersi e
agli 80 profughi giunti in salvo, dei circa
180 a bordo del barcone naufragato nel
mare in tempesta, al largo di Crotone,
il 26 febbraio 2023.

Napoli 13 marzo 2023
Alberto Liguoro

Dalla raccolta di poesie
“LA SAGRA DEL PECCATO”
1957 – 2003 – ISBN 9781470913205
SCRITTA DA BRUNO MANCINI

Le mummie e le vestali

LA FORZA DI IGNAZIE

Se io fossi stata solo figlia
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per vicoli stretti e fumosi
attenta smarrita
avrei venduto gli occhi.

Se io fossi stata solo sposa
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per luccichii mimetici
solitaria rarità
avrei gelato le parole.

Se io fossi stata solo madre
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per veglie e voglie
condannata smarrita
avrei sedato i suoni.

Se io fossi stata solo donna
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per folli folle disumane
paradisi perduti
avrei tritato i pensieri.

°———°———°———°

Ma tu offendimi
con albe boreali
e poi sussurrami
di tuoni di tempeste
ma tu affondami
in nuvole di abbracci
e poi ritrovami
nelle bugie dei sogni

io vivo da sempre
quasi fossi vestale
attonita.

LA FORZA DI IGNAZII

Come giunco
tra rane

sbattuto
frustato
sferzato
quando avevo vent’anni
ho lasciato mio padre
lui ne aveva cinquanta.

Come graffio
su specchio

stridente
gelante
sfregiante

quando avevo altri anni
ho lasciato l’amata
lei non so.

Come gancio
al labbro

stupisce
tradisce
scurisce

quando avevo più anni
ho lasciato mio figlio
lui era grande.

Come bruco
fra frane

intanato
stordito
immoto

in questo giorno d’afa
ho lasciato la mia immagine
lei non lo capirà.

°———°———°———

Ma tu lisciami
e fasciami
e abbracciami e stringimi
e scoprimi e coprimi
e narrami e ignorami
e forgiami favola ottusa

io vivo da sempre
quasi fossi una mummia
deluso.

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/la-sagra-del-peccato/paperback/product-n4pg97.html?q=la+sagra+del+peccato

Il Dispari 20230313

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Angela Maria Tiberi: Lucio Isabella scrittore di vita

Lucio Isabella scrittore, poeta, scultore di vita sarà a Ischia il 21 marzo per presentare le sue opere artistiche in occasione dell’evento “Giornata mondiale della poesia” organizzato dall’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, dal Circolo Sportivo Culturale Il Dragone presieduto da Pasquale Di Costanzo, in collaborazione con la testata giornalistica IL DISPARI di Gaetano Di Meglio, con il Magazine Eudonna e la Casa Editrice IL SEXTANTE entrambi di Mariapia Ciaghi, e con l’Associazione ADA di Dalila Boukhalfa.

L’incontro si svolgerà a partire dalle ore 18, con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, presso la Casa Della Cultura DILA-DRAGONE ubicata nel salone teatro dell’ex Hotel Franceschina in Barano d’Ischia alla Via Corrado Buono 42: INFO dila@emmegiischia.com

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Angela Maria Tiberi, vicepresidente DILA, ci illustra il contenuto di una novella di Lucio Isabella.

Figlio di contadini e appartenente ad una famiglia numerosa, orfano di padre all’età di undici anni, Lucio Isabella lascia gli studi in tenera età per dedicarsi ai lavori nei campi.
Lucio Isabella è stato lavoratore instancabile nell’ambito dell’agricoltura per poi diventare, mediante un profondo impegno, disegnatore navale con ampia competenza.

Nell’ambito della sua letteratura si nota una vivace fantasia con dolorose e toccanti vicende, con meravigliosa sensibilità.

Lo chiamano ribelle perché non permette a nessuno che venga a calpestare i valori umani esaltati nei suoi romanzi.

Il Comune di Castellabate ha voluto conferirgli una particolare benemerenza per la diffusione nel mondo delle sue opere che fanno ampio riferimento alla vita e alla cultura del Cilento.

Un libro di racconti dal titolo “Cuore Cilentano”, a cui è stato assegnato Medaglia d’oro per la narrativa al Premio Internazionale “Natale Agropolese”, è entrato nelle scuole toccando il cuore dei giovani,

Visti i titoli, i meriti e l’attività svolta, l’Accademia Internazionale di Belle Arti, Scienze, Lettere, Diritto “Fide Europeoin” gli conferisce solennemente a Norma di Statuto il Diploma Accademico d’Onore Maestro Lucio Isabella, Vate del mito cilentano , iscrivendolo nell’Albo d’Oro il 19 novembre 2006.

Le sue trentasette opere letterarie fanno parte della collana “Storie d’amore e di vita del Cilento”.

Esaminando il romanzo “All’ombra dei castagni”, incluso nella collana “Storie d’amore e di vita nel Cilento” e presentato da Ezio Guandalini, si consiglia il lettore di leggerlo attentamente per riuscire ad ascoltare l’eco di un tempo che accarezza il cuore facendo rivivere i ricordi.

Lucio Isabella racconta in forma poetica l’amore verso la sua terra e la sua famiglia perché la sua anima gentile sa gioire, amare e soffrire e tutto questo traspare nel testo facendoci sentire protagonisti dei personaggi narrati tanto che il lettore sensibile prova profonde emozioni diventando spiritualmente amico dei protagonisti del testo.

Lucio Isabella mette in evidenza che i padroni erano chiamati “Galantuomini” con il termine “Don”, “Eccellenza”.
Il rispetto era obbligatorio e i padroni approfittavano dell’ignoranza dei coloni e dei contadini che lavoravano per loro.
La loro prepotenza rientrava nella norma quotidiana e il buono dei proprietari era una rarità.

Si andava negli anni 39/45 in calesse, carretta e il “traino” era effettuato da asini o muli, difficilmente cavalli.

Dopo la guerra arrivarono nei paesi di campagna o di montagna autobus molto vecchio chiamati “O postale”, perché portavano la posta e qualche raro passeggero.
Era insolito vedere un’automobile per strada.
Regnava il rispetto fra le famiglie e i loro componenti si aiutavano a vicenda mentre ora questa è divenuto rarità nelle grandi città.
I matrimoni si celebravano fra i paesani, mentre le famiglie dei “galantuomini” si imparentavano nello stesso ceto.

Parlandoci dei suoi romanzi, Lucio Isabella ci racconterà, a Ischia il prossimo 21 marzo, queste ed altre emozionanti storie di vita.
Siete tutti invitati!
Angela Maria Tiberi

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Da Liga Sarah Lapinska TWITTERONE lettone

1) Agnese Rudzīte, una giovane lady amante dell’Arte e amica dei progetti DILA che lavora insieme al marito presso “CopyPlus”, un laboratorio di stampa in via Mātera 26A, Jelgava – Lettonia, è stata contenta di ricevere in regalo il mio disegno “Asian Tune”.
I turisti dall’Italia e da altri Paesi, così come i residenti di Jelgava, sono gentilmente invitati a visitarli.
Possano entrambi avere successo nella loro piccola impresa e nella loro vita!

2) Aida Turrini conosce e ama la natura. Scatta fotografie nel suo tempo libero. Nelle sue immagini si possono vedere Italia, Argentina, Lettonia e altri paesi.
Lei è una delle finaliste del concorso “Otto milioni – 2022” ed ha ordinato con entusiasmo tre copie dell’antologia “Isole nuove – 2022”.

3) Irinel Daniela Iacob, pittrice di Romania, Bucarest, che ha una formazione ingegneristica e gestionale, è felice di ricevere l’antologia “Isole Nuove – 2022” e il quotidiano “Il Dispari”.
Nelle immagini si vede lei e uno dei suoi dipinti dedicati a fiabe, romanticismo e fate.

4) Viesturs Āboliņš posa con l’antologia “Isole nuove – 2022”, il quotidiano “Il Dispari” e il mio disegno “Fairy tale”.
Lui non solo scrive poesie storiche molto emozionanti, ma anche fiabe, articoli scientifici e di statistica, oltre a fotografare attentamente la natura, soprattutto acque e uccelli acquatici.
È un ingegnere per professione, ed inoltre è esperto di previsioni del tempo.
Buona salute e resistenza a lui!

5) Raimonds, persona di buona volontà, che per ora non vuole rendere noto il suo cognome, ha ricevuto con piacere, interesse e stima la nostra meravigliosa antologia “Una pagina, un’emozione” in regalo.
Grazie a lui e ai suoi amici, ora ho un comodo smartphone e un fornello elettrico altrettanto comodo.
Buona salute e successo in tutto a lui e a suoi amici sinceri!

6) Eda Gyenis (Ungheria) Artista, ottima disegnatrice una delle finaliste del concorso “Otto milioni – 2022” posa con l’antologica “Isole nuove – 2022”.

Aida Turrini 1

Aida Turrini 1

Aida Turrini

Aida Turrini

Irinel Daniela Iacob

Irinel Daniela Iacob

Irinel Daniela Iacob

Irinel Daniela Iacob

Viesturs Āboliņš

Viesturs Āboliņš

Eda Gyenis (Ungheria)

Eda Gyenis (Ungheria)

Liga Lapinska

Liga Lapinska

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230313 – Redazione culturale DILA

Dalla raccolta di poesie
“LA SAGRA DEL PECCATO”
1957 – 2003 – ISBN 9781470913205
SCRITTA DA BRUNO MANCINI

Le mummie e le vestali

LA FORZA DI IGNAZIE

Se io fossi stata solo figlia
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per vicoli stretti e fumosi
attenta smarrita
avrei venduto gli occhi.

Se io fossi stata solo sposa
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per luccichii mimetici
solitaria rarità
avrei gelato le parole.

Se io fossi stata solo madre
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per veglie e voglie
condannata smarrita
avrei sedato i suoni.

Se io fossi stata solo donna
se io fossi stata solo
se io fossi stata
se io fossi
se io
se
per folli folle disumane
paradisi perduti
avrei tritato i pensieri.

°———°———°———°

Ma tu offendimi
con albe boreali
e poi sussurrami
di tuoni di tempeste
ma tu affondami
in nuvole di abbracci
e poi ritrovami
nelle bugie dei sogni

io vivo da sempre
quasi fossi vestale
attonita.

LA FORZA DI IGNAZII

Come giunco
tra rane

sbattuto
frustato
sferzato
quando avevo vent’anni
ho lasciato mio padre
lui ne aveva cinquanta.

Come graffio
su specchio

stridente
gelante
sfregiante

quando avevo altri anni
ho lasciato l’amata
lei non so.

Come gancio
al labbro

stupisce
tradisce
scurisce

quando avevo più anni
ho lasciato mio figlio
lui era grande.

Come bruco
fra frane

intanato
stordito
immoto

in questo giorno d’afa
ho lasciato la mia immagine
lei non lo capirà.

°———°———°———

Ma tu lisciami
e fasciami
e abbracciami e stringimi
e scoprimi e coprimi
e narrami e ignorami
e forgiami favola ottusa

io vivo da sempre
quasi fossi una mummia
deluso.

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/la-sagra-del-peccato/paperback/product-n4pg97.html?q=la+sagra+del+peccato

Il Dispari 20230306

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

Angela Maria Tiberi recensisce Antonio Scarsella
Il Grifone, la scimmia, l’usignolo
Il Levante Libreria Editrice

Centro di svolgimento del giallo è Sermoneta, borgo medioevale, intrecciandosi con la musica, la cultura, la storia.
I protagonisti del romanzo sono: il campus internazionale di Musica, diventato Fondazione, il Castello di Sermoneta e la Musica, che diventano cornice di un giallo d’ambiente mentre il filo conduttore è la Musica.
Protagonista femminile è Carola Leman sposata con il settantenne Franz Kramer, violoncellista di fama mondiale, direttore del Conservatorio di Stoccolma e di altri istituti di mezza Europa, genio della musica mondiale.
I protagonisti si erano conosciuti a Stoccolma, lei giovanissima impiegata del Conservatorio e lui più di quarant’anni d’età, diventando lei, successivamente, la sua seconda moglie ed assistente di cattedra nello stesso istituto.
Il prof. Kramer teneva i suoi corsi di perfezionamento nel castello di Sermoneta, centro di importanza internazionale della Musica.
La moglie non dava motivo di tradirlo anche se aveva 45 anni e lui settant’anni: c’era complicità fra loro.
Il marito non sapeva che la sua amata fosse attirata sia dal corpo che dalla mente di giovani donne in quanto il suo desiderio di madre non era stato esaudito.
Le avventure con gli uomini non placavano la passione di Carola.
La sua prima donna fu una violoncellista, Agneska, e tra loro vi fu una grande passione e passarono una notte insieme, nella stanza numero 32 dell’Hotel Holiday Inn di Stoccolma.
Si lasciarono.
Colpo di scena del giallo è la morte della giovane Céline nel Castello di Sermoneta.
Così l’autore ci introduce nel giallo.
Chi ha ucciso Céline Bloom?
Non dico altro!
Il giallo è pieno di misteri.
Colgo l’occasione per invitare a meditare per il messaggio sconosciuto a molte persone (inciso all’ingresso del Palazzo di Vetro dell’Onu a New York.) che lo scrittore riporta nel suo testo .
Scritto da un grande poeta di religione mussulmana, vissuto in Persia a cavallo tra il XII e il XIII secolo: Mosleh ad-Din Abdollah, conosciuto come Sa’di: “I figli di Abramo sono membra di uno stesso corpo e della stessa essenza sono stati creati.
Quando anche la più piccola parte, per le avversità della vita, si addolora, anche le altre parti perdono la calma e quiete.
Tu che sei insensibile alle pene altrui mai e poi mai potrai essere chiamato essere umano”.
Complimenti ad Antonio Scarsella e un buon successo di questo fantastico libro.

Angela Maria Tiberi

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

DICHIARAZIONE RICHIESTA PER LA PARTECIPAZIONE ALLA
12a EDIZIONE DEL
PREMIO INTERNAZIONALE DI ARTI VARIE
“OTTO MILIONI” 2023

Io sottoscritto/a____________________________________________

residente a _______________ in Via______________ N_____ CAP________

tel. ______________________ e-mail________________________________________________

avendo letto, ed accettando tutte le norme del regolamento relativo alla undicesima edizione del Premio internazionale “Otto Milioni”2022 pubblicato anche tramite web all’url

Premi “Otto milioni” 2023 dodicesima edizione

manifesto l’intenzione di partecipare alla sezione
POESIA □ ARTI GRAFICHE □
ARTICOLO □ VIDEO □

della 12a del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI”2023 e, pertanto, nella mia qualità di Autore, allego l’opera dal titolo_________________

A TALE SCOPO DICHIARO DI
1. essere stato informato, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs.196 /2003 sulla tutela dei dati personali, che i miei dati personali forniti all’atto della compilazione della presente richiesta d’iscrizione saranno trattati, in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili, con modalità automatiche, anche mediante sistemi informatizzati, solo ed esclusivamente nell’ambito delle operazioni necessarie a consentire la partecipazione del sottoscritto alla 12a edizione del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” 2023 organizzato da Bruno Mancini;
2. di acconsentire, con la presente richiesta d’iscrizione, al trattamento dei miei dati personali svolto con le modalità e per le finalità sopra indicate ed in conformità alle norme legislative e regolamentari vigenti e applicabili
3. di essere a conoscenza del fatto di poter esercitare i diritti previsti dall’art. 7 della Legge 196/2003, tra i quali il diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati, nonché la loro cancellazione mediante comunicazione scritta da inoltrare al titolare del trattamento dei dati personali ai sensi e per gli effetti della stessa legge;
4. volere concedere a Bruno Mancini il diritto di pubblicare ed utilizzare la mia suddetta opera in ogni forma e modo, alle condizioni di seguito indicate, affermando, sotto la mia personale responsabilità, di esserne l’unico autore, l’unico titolare dei diritti e di poterne liberamente disporre, così che Bruno Mancini avrà il diritto pieno, esclusivo e definitivo dì pubblicare e di utilizzare in ogni forma e modo la mia suddetta opera nel rispetto del diritto morale dell’autore ai sensi dell’art. 2575 codice civile (diritti di autore e di ingegno), e avrà il diritto di pubblicare la mia suddetta opera anche in via telematica a mezzo internet, come proposta da me Autore e non sarà tenuto ad effettuare alcuna correzione;
5. aver concordato in maniera definitiva con Bruno Mancini che egli NON corrisponderà alcun compenso presente o futuro in mio favore né a titolo di “diritto d’autore”, né per alcun altro diritto, pretesa, rimborso, compenso ed indennità, poiché sono favorevolmente disposto a destinare la mia suddetta opera al gratuito utilizzo da parte di Bruno Mancini per qualunque forma di pubblicazione, e per qualsiasi utilizzazione egli voglia decidere, restando inteso che avrò comunque piena ed assoluta disponibilità della mia suddetta opera, senza dover chiedere consenso a Bruno Mancini, né dovere in alcun modo rendergli conto del suo utilizzo, in quanto io sottoscritto Autore resterò unico titolare della proprietà intellettuale della mia suddetta opera;
6. volere provvedere all’acquisto di n°…… copie del volume antologico “ISPIRAZIONI” se la mia suddetta opera sarà ritenuta idonea a partecipare alla dodicesima edizione del Premio di Arti Varie “OTTO MILIONI” e se sarà pubblicata nella suddetta Antologia.
Data e Luogo…………………. Firma dell’autore …………………….

Ai sensi dell’art. 1341 cod. civ., approvo specificatamente le clausole 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) del regolamento relativo alla 12a edizione del premio internazionale di Arti Varie “OTTO MILIONI” 2023 pubblicato anche tramite web all’url https://www.emmegiischia.com/wordpress/premi-otto-milioni-2023/

Data e Luogo…………………. Firma dell’autore …………………….

P.S. Aggiungere i dati richiesti, ed inviare entro il 15 Maggio 2023 a dila@emmegiischia.com
Info & contatti: – Tel. 3914830355 – dila@emmegiischia.com

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

BRUNO MANCINI

Dalla raccolta
Io fui mortale
(2005 – 2009)

Giovane Apaches

Scriverò di te innocente – giovane Apaches –
dalla lunga chioma di grappoli
di grappoli d’uva rossigna,
tra le fiamme dei tronchi
dei tronchi ardenti sfavillanti
una notte di cielo deserto,
deserto, nel cuore del deserto.

Penserò alla tua malinconia – giovane Apaches –
d’attesa e di passioni con occhi memorie
memorie affastellate,
sopra i fumi dei tronchi
dei tronchi assopiti
nelle notti di cielo deserto,
deserto, come il cuore del deserto.

Amerò gli sguardi squillanti – giovane Apaches –
per la felice follia di silenziosi sorrisi
sorrisi all’ombra di tante chimere,
dentro ai profumi dei tronchi
dei tronchi spenti dalla mia ombra
ogni notte di cielo deserto,
deserta, più del cuore del deserto.

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230306 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Premio internazionale di Arti Varie “Otto milioni” 2023 ideato da Bruno Mancini, dedicato alla memoria di Paola Occhi, Nina Lavieri, Antonio Mencarini, Vincenzo Savarese, organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” in collaborazione con la testata giornalistica IL DISPARI diretta da Gaetano Di Meglio, con la Casa Editrice IL SEXTANTE e con il magazine Eudonna entrambi riferibili a Mariapia Ciaghi e con l’Associazione algerina ADA presieduta da Dalila Boukhalfa, si sviluppa in quattro sezioni: Poesia – Arti grafiche – Articolo – Video.

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Regolamento
TEMA LIBERO

1. L’iscrizione al Premio è completamente gratuita per TUTTI.
2. Una commissione nominata da Bruno Mancini provvederà a selezionare in maniera insindacabile le opere che parteciperanno alla fase finale del Premio.
3. I Soci dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” avranno diritto ad iscrivere UNA loro opera per ciascuna sezione direttamente nel gruppo delle finaliste, purché rispettino quanto prescritto negli articoli successivi di questo regolamento.
Sono esclusi da questa opportunità i Soci DILA che saranno, eventualmente, inseriti in una Giuria del Premio.
Gli Autori che hanno già partecipato ad una qualsiasi delle Antologie pubblicate da Bruno Mancini sono equiparati agli Associati DILA.

SEZIONE POESIA
4. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 poesie ciascuno.
5. Le poesie iscritte al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviate in formato word a dila@emmegiischia.com; c) dovranno essere scritte in lingua italiana; d) dovranno essere composte da un massimo di 30 righe (compreso il titolo ed eventuali spazi bianchi tra i versi e/o tra le strofe); e) potranno essere scritte in una delle seguenti lingue <arabo, francese, inglese, lettone, russo, spagnolo> purché, SOLO in questo caso, siano accompagnate dal versamento di 10,00€ ciascuna come contributo per la traduzione in italiano che verrà effettuata da poeti collaboratori dell’Ass. DILA. Tali versamenti andranno effettuati sull’IBAN che verrà indicato in maniera privata.

SEZIONE ARTI GRAFICHE
4. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 opere ciascuno.
5. Le opere iscritte al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviate in formato jpeg a dila@emmegiischia.com; c) potranno essere realizzate con qualsiasi tecnica, anche digitale e/o fotografica

SEZIONE VIDEO
4. Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio non più di 3 video ciascuno.
5. I video iscritti al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviati in formato mp4 o simile a dila@emmegiischia.com; c) potranno essere realizzati con qualsiasi contenuto (musica, recitazione, eventi ecc.); d) dovranno avere la durata massima di quattro minuti.

SEZIONE ARTICOLO
4, Autori italiani e stranieri potranno iscrivere al Premio al massimo 3 articoli ciascuno.
5. Gli articoli iscritti al Premio: a) non dovranno avere ricevuto precedenti premi DILA; b) dovranno essere inviati in formato word a dila@emmegiischia.com; c) potranno essere realizzati su qualsiasi argomento; d) dovranno avere la lunghezza massima di 5.000 battute spazi e titolo compresi.
6. A richiesta degli Autori, TUTTE le opere iscritte al Premio potranno essere pubblicate nell’antologia “ISPIRAZIONI”.
7 La mancata adesione alla suddetta opportunità editoriale NON pregiudicherà in alcun modo la partecipazione delle opere al Premio.
8. L’antologia “ISPIRAZIONI” sarà regolarmente provvista di un codice ISBN.
Il prezzo di copertina del volume in bianco e nero sarà di 22.00 € e la stampa avverrà entro settembre 2021.
9. L’Autore, per partecipare al Premio, dovrà compilare in tutte le sue parti la dichiarazione annessa a questo regolamento e dovrà inviarla a dila@emmegiischia.com debitamente firmata, insieme al file dell’opera proposta.
10. La votazione conclusiva che designerà le opere vincitrici delle sei sezioni, avverrà sommando i punti ricevuti mediante: a) like ai siti web che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 1 punto); b) coupon inseriti nelle testate giornalistiche che aderiranno all’iniziativa (1 voto = 10 punti); c) schede allegate all’antologia “ISPIRAZIONI (1 voto = 30 punti), d) voti espressi da giurie nominate da DILA e dagli sponsor del premio -i punti totali assegnati a ciascuna Giuria saranno pari al totale dei punti espressi al capo a).
11. Le opere per partecipare al Premio dovranno pervenire a dila@emmegiischia.com nella loro stesura finale entro e non oltre il 15 Maggio 2023.
12. Il mancato rispetto di una qualsiasi delle norme di questo regolamento sarà causa di esclusione dell’opera dal premio.
13. I nomi dei finalisti saranno annunciati entro il 10 Giugno 2023.
14. La classifica finale sarà resa nota in una data compresa tra il 30 ottobre e il 30 novembre 2023.
15. La cerimonia di premiazione dei vincitori avverrà in una data compresa tra il 10 novembre e il 31 dicembre 2023.
La data e la località della premiazione saranno rese note ai finalisti con un preavviso di almeno 10 giorni.
16. Trattandosi di un premio ad iscrizione COMPLETAMENTE GRATUITA, Bruno Mancini si riserva il diritto di effettuare qualsiasi variazione a questo regolamento, e gli Autori, inviando le proprie opere, ne prendono atto in maniera definitiva.

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230227 – Redazione culturale DILA

 

Il Dispari 20230221

È Carnevale
Dalla raccolta di poesie di
Bruno Mancini

“Non rubate la mia vita”
(2005 – 2007):
ISBN 9781470909499
Paperback EUR 13.87

https://www.amazon.com.be/-/en/Bruno-Mancini/dp/1470909499

È Carnevale
tu mi hai lasciato con una promessa.
Hai detto: “Aspettami.”
“Ritornerò”.

È Carnevale
e ho visto il tuo culetto allontanarsi.
Ho detto: “<È certo.”
“Ti troverò”.

Per vicoli e botteghe
ho mosso il mio delirio incontrollato
la maschera che hai tu
non l’ho rivista più.

Su canali e lagune
ho spinto la mia assurda gelosia
la maschera che hai tu
non l’ho rivista più.

È Carnevale
tu mia hai lasciato con una promessa
ho visto il tuo culetto allontanarsi
la maschera che hai tu
non l’ho rivista più
e adesso guardo alla ti vu
le belle chiappe d’una indù
il piffero va su
della maschera ch’hai tu
non me ne fotte niente più.

Canzone per Carnevale
testo di Bruno Mancini
musica, canto e fisarmonica di Valentina Gavrish
https://youtu.be/yz6YTxU5wbQ

Il Dispari 20230220

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

C’è un mistero dietro la morte/sepoltura di Vittoria Colonna?
Albertin Galiano ne è sicuro.

Diciamo subito che la poetessa Vittoria Colonna (Marino, aprile 1490 o 1492 – Roma, 25 febbraio 1547), figlia del generale Fabrizio Colonna e di Agnese di Montefeltro e poi moglie di Francesco Ferrante d’Avalos Marchese di Pescara, rappresenta l’icona artistica dell’intera isola d’Ischia.

Infatti, il suo matrimonio con Ferrante d’Avalos fu celebrato ad Ischia nel Castello Aragonese il 27 dicembre 1509 e lì lei trascorse gran parte della sua vita avendo modo di intrattenere relazioni culturali con i migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Angelo di Costanzo, Annibale Caro, Bernardo Tasso, Giovanni Pontano, Girolamo Britonio, Jacopo Sannazaro, Ludovico Ariosto, Michelangelo Buonarroti e tanti altri ancora.

Una storia tramandata oralmente, a mio parere più vicina alla realtà che non alla fantasia, vuole che il sommo Michelangelo Buonarroti abbia soggiornato a Ischia in una Torre distante poche centinaia di metri dalle finestre del Castello Aragonese, potendo quindi agevolmente incontrare  la bella castellana.

Certo è storicamente provato che ad un loro primo incontro avvenuto tra il 1536 o 1538, ne seguirono altri già a partire dal 1539 quando ella dimorò a Roma e fino alla sua morte.

Che poi tra loro ci sia stata “solo” una profonda amicizia (come sostengono alcuni storici), oppure si sia sviluppato un amore per niente platonico (come maliziosamente “insinua” la tradizione popolare) certo è che Vittoria ebbe su di lui un grande ascendente, probabilmente anche religioso, tanto che lui le dedicò numerosi componimenti poetici tra i quali è degno di attenzione un madrigale molto simile ad una dichiarazione di amore passionale:

Un uomo in una donna, anzi uno dio
per la sua bocca parla,
ond’io per ascoltarla,
son fatto tal, che ma’ più sarò mio.”
(Michelangelo Buonarroti, Rime, Edizioni Rizzoli, 1981, pag. 268.)

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

Questo lungo preambolo è strumentale alla introduzione dell’argomento definito nel titolo: “C’è un mistero dietro la morte/sepoltura di Vittoria Colonna?” perché Albertin Galiano identifica proprio in Michelangelo Buonarroti il personaggio che avrebbe creato prima e custodito poi il segreto della sepoltura della poetessa.

Quando, in seguito ad una banalissima richiesta di informazioni, sono entrato in contatto con Albertin Galiano riuscendo ad ottenere la sua fiducia nella esposizione sommaria di ciò che egli asseriva di avere appurato durante molti anni di studi e di ricerche, ho capito che, confermata o invalidata che fosse la sua ricostruzione del mistero della sepoltura della “nostra” Vittoria Colonna, certamente sarebbe stato utile presentarla pubblicamente onde avviare un dibattito ma anche una ulteriore nuova serie di indagini e di accertamenti.

Così, contando sulla comprensione del Direttore Gaetano Di Meglio che non ha esitato a mettere diverse pagine a disposizione di questa serie di articoli che inizio oggi, e nella prospettiva di pianificare, per la prossima primavera, un corposo confronto organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” nella Biblioteca Antoniana di Ischia con la presenza di Albertin Galiano, mi accingo, ora, ad introdurre il risultato della sua ricerca in una sintesi piuttosto succinta, ma sufficientemente idonea a rendere comprensibile l’impegno con il quale è stata perseguita.

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

Dopo alcuni mesi di contatti telefoni e tramite e-mail, Albertin Galiano mi ha scritto;

«Ho ricevuto la sua risposta, con la sua proposta per un “articolo-intervista” relativo ai risultati dello studio da me eseguito.
Ma, dopo la telefonata di questo pomeriggio, la cosa mi sembra fattibile.
Come è anche superabile il fatto di riuscire a dare una complessiva spiegazione dell’intero studio che si è reso necessario svolgere fino a ottenere i risultati cui ritengo di essere giunto.

Questo perché tale “studio” ha dovuto essere svolto a vari livelli.
Le cronache del tempo tramandate dai cronisti dell’epoca: Giorgio Vasari, Ascanio Condivi, i vari ‘Carteggi’ di Michelangelo, quelli del Vasari.
È una documentazione davvero esorbitante, in rapporto al solo Michelangelo.
Al quale andrebbe aggiunto anche Leonardo da Vinci,
In quanto, relativamente a quelle “figurazioni nascoste” da egli realizzate sulle sue varie “Pietà”, Michelangelo le ha apprese da Leonardo.

E con Leonardo si aprirebbe un altro “Universo” su cui indagare, studiare, per presentarne gli opportuni riscontri.
Un “Universo” molto problematico, date le frammentarie e contraddittorie notizie e tesi, fornite dalla Critica della Storia dell’Arte.
Su tutto ciò è stato necessario fare una verifica degli effettivi fatti storici, cioè degli eventi effettivamente accaduti.

Fare una loro verifica con i riscontri incrociati, perché, relativamente a Leonardo, di quanto ne scrive la Critica dell’Arte, non sembra esserci nulla di certo, tanto che ogni “datazione” che lo riguarda viene immancabilmente accompagnata dalla parola: “circa” (e questo “circa” può essere variabile dai due, quattro, sei, nove o undici anni, ma con tali riferimenti, non si arriva da nessuna parte).

Oltre a questo, è stato necessario anche uno studio filologico sull’espressività usata da Giorgio Vasari, nel trasmettere le sue cronache, relative alle due edizioni delle “Vite” dei vari artisti.
Quella del 1550 e l’altra del 1568.
Questo perché, nel suo scrivere egli dimostra avere anche altre “intenzionalità”, non meglio specificate, insite nel suo “contraddittorio” modo di scrivere; ed è appunto la conoscenza di queste sue “intenzionalità” a permettere una corretta interpretazione dei suoi scritti.

Ed è questo il vero problema con il quale ci si “scontra” con le tesi e le interpretazioni date dall’intero “Mondo Accademico della Storia dell’Arte”.
La quale appare tutta coesa, (i suoi rappresentanti), a sostenere le medesime tesi, citando e pubblicando solo ciò che altri loro “colleghi” hanno già pubblicato.
 
E, in effetti, nelle loro pubblicazioni non fanno altro che compiere delle “citazioni bibliografiche”, al fine di acquisire credito e sostegno dai loro “colleghi”, che ne hanno già scritto, riportando dati “effimeri”.
Ed il loro “gioco” sembra essere questo: ripetere ciò che altri hanno già scritto, senza nemmeno andare a verificarlo.
Tanto è vero che, hanno anche “riscritto” le due edizioni delle “Vite” di Giorgio Vasari, al fine di renderle “in un italiano meglio leggibile”.

 
Ed in questo hanno commesso degli errori di trascrizione, alterando di fatto il testo originale, il quale ha acquisito un diverso significato.
Il guaio è che ora tutti gli “esperti critici” della Storia dell’Arte fanno uso di queste “nuove edizioni”, (alterate).
Chi glielo va a dire?

 Ma soprattutto: sarebbe forse possibile che essi ammettano questi loro macroscopici errori?
Eppure, verificarlo, sarebbe cosa semplicissima.
È sufficiente fare un confronto con i testi originali scritti da Giorgio Vasari.
Cosa che ho fatto.

 
Mi sono procurato delle copie facsimili degli originali, e lì,ho notato subito la differenza.
Anche se poi, è necessario uno studio “filologico” sul modo di scrivere di Giorgio Vasari, per comprenderne le implicazioni. Ovvero, quanto effettivamente accaduto.
Questo per via delle sue “intenzionalità”.

 
Intenzionalità che alla sua epoca, (per via di quegli “Apparati Inquisitori”, allora esistenti, e dell’elenco dei libri proibiti), non poteva permettersi di scrivere e pubblicare.
Se l’avesse fatto, il Vasari sarebbe sparito, lui e le sue opere.

 
E con lui anche Michelangelo, e di loro, oggi non ne sapremmo nulla.
Senza tralasciare Leonardo da Vinci.
Perché anche lui è stato perseguitato dall’Inquisizione.
A causa del suo pensiero è stato “esiliato” in Francia. Anche se questo “esilio” è stato presentato come un “regale invito del Re Francese Francesco I°”.
Come può rendersi conto, le argomentazioni complessive di questo mio studio su Michelangelo Buonarroti, non riguardano solo lui, ma un po’ tutta la storia del periodo nel quale è vissuto.

 
Le cui ripercussioni ancora oggi sussistono, quando si parla di questi personaggi.
“Personaggi” verso i quali abbiano contratto un “debito Culturale” enorme.
Un “debito” del quale i così detti “Grandi Critici dell’Arte” non sembrano essere consapevoli.
È anche pur vero che di questo aspetto “Inquisitorio” si potrebbe accennarne di sfuggita, ma dato che si dovrebbe parlare della Pietà Rondanini, e delle “figure”, nascostamente scolpite da Michelangelo sulla sua superficie, considerando che anche questa Pietà, (come la Pietà Bandini di Firenze), è anch’essa andata distrutta; e in modo misterioso, perché le caratteristiche proprie della statua indicano che non è stato Michelangelo a romperla, e quindi, deve essere stato qualcun altro.

 
Chi?
Chi è stato?
Anche a questa domanda vi è la risposta, sotto forma di una immagine, la quale indica i motivi per cui la versione originaria è stata distrutta.

Così, ora, dopo la telefonata intercorsa, mi metto al lavoro per scrivere e presentare i motivi per cui è da ritenere che la Pietà Rondanini sia l’opera nella quale Michelangelo ha voluto esprimere e raffigurare tutto il suo sentimento vissuto per Vittoria Colonna.
Con grande simpatia e cordialità.

 
E a risentirla.
Galiano Albertin.
»

Ma per conoscere il mistero che si nasconde dietro la morte/sepoltura di Vittoria Colonna ci dobbiamo dare appuntamento alla prossima puntata, sempre su questa pagina e sempre di lunedì, perché vi proporremo il testo integrale di ciò che Albertin Galiano ci ha scritto a tale proposito.

Bruno Mancini – Presidente DILA

Il Dispari 20230220 Redazione culturale DILA

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One thought on “Il Dispari 20230501 – Redazione culturale DILA

  1. Alberto Liguoro
    14:06 (8 ore fa)
    a me

    Caro Bruno, questa volta Gaetano, ha dato prova davvero di una grande manifestazione di affetto e di stima verso di te, e, attraverso te, anche nei miei confronti.
    DUE pagine dedicate, io lo so bene, perché conosco molti addetti ai lavori di Milano, sono una ENORMITA’.

    L’intera pagina dedicata alle interviste a Scampia, dovrebbe far arrossire di vergogna i vari Corriere della sera, Repubblica, Giornale ecc. che si divertono solo a fare SCOOP veri o infondati sulle miserie, i guai, il malessere sociale, MAI fare inchiesta, far parlare le persone, ecc.
    L’ho scritto anche su FACEBOOK e spero che qualcuno ne prenda atto.

    Anche le due recensioni a te dedicate, sono di grande brillantezza. Roberta Panizza e Liga Lapinska sembra che abbiano proprio fatto a gara; le loro parole, d’altronde esprimono chiaramente sincerità e conoscenza di ciò di cui parlano, quindi sono assolutamente preziose.
    Personalmente, mi ha colpito di più il contenuto dell’articolo di Liga, forse perché mi sono fatto suggestionare dal fatto che mia figlia Sabrina, col suo compagno è stata recentemente per un breve periodo in Lettonia, Estonia e Lituania, e ha mandato foto, ce ne ha parlato poi al ritorno, ed è rimasta colpita soprattutto dalla Lettonia, affascinata dai paesaggi, dalla bellezza e il mistero di Riga ecc. e un certo retrogusto di ciò ho avvertito nelle parole e nelle frasi usate nel suo pezzo.

    Mi sembrano buone cose.
    Continuiamo così; un caro abbraccio e ti raccomando sempre di estendere anche a Gaetano.

    Alle prossime puntate

    Albert

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