
E VAI COI NOSTRI
E VAI COI NOSTRI
NESSUNO FACCIA UN PASSO AVANTI
LETTERA A MIO FIGLIO
DOMANI ALL’ALBA
E VAI COI NOSTRI
E vai coi nostri
Scoreggiavano puzzolentemente
sputazzate e rasche di sigari
toscani bronchiti croniche
a volo dai palchi alla platea.
I pellerossa in bianco e nero
muori fellone
e vai coi nostri.
Com’era bello il cinema una volta.
°———°———°———
Bestemmie lunghe come una
canzone. Inferno paradiso santi e
madonne mamme e sorelle
per un refrain di puttanate in libertà.
Colonne di cartone
lacrime di cipolla
Buffalo Bill e il suo cavallo bianco.
Com’era bello il cinema una volta.
°———°———°———
Scaccolamenti di nasi scatarranti.
Rutti etnici al gusto di carrube
polifemiche presenze
le panche appiccicose di schifezze.
I bucanieri dalla benda
all’occhio onore, patria, fedeltà
Totò.
Com’era bello il cinema una volta.
°———°———°———
Lei
mi stringeva
a tratti
forte
il braccio
di nascosto.
Io
le toccavo
un poco
scalzo
il piede
di nascosto.
Com’era bello andare a cinema una volta.
SOPIVO
MOVENDOTI COSÌ
COME IL FINALE DI UN LIBRO GIALLO STAMPATO IN COPERTINA
FORSE
PER UNA VITA GIÀ USATA
JUST
MI PRESENTO
LA CENA DELLA VIGILIA
ADESSO MUSICA!
Incarto caramelle di uva passita
POESIE
Bruno Mancini
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