03 Gennaio Testi
Progetto culturale
ideato da Bruno Mancini
BIBLIOTECA COMUNALE ANTONIANA –
HOTEL PARCO VERDE – ISCHIA
27 DICEMBRE 2010 – Biblioteca Antoniana – Ischia
28 DICEMBRE 2010 – Biblioteca Antoniana – Ischia
29 DICEMBRE 2010 – Hotel Parco Verde – Ischia
3 GENNAIO 2011 – Biblioteca Antoniana – Ischia
4 GENNAIO 2011 – Biblioteca Antoniana – Ischia
14 GENNAIO 2011 – Biblioteca Antoniana – Ischia
15 GENNAIO 2011 – Biblioteca Antoniana – Ischia
presentazione dell’antologia
TUTTI I TESTI
ROBERTA PANIZZA introduce le serate
3 gennaio 2011
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Inizio ore 18.00
Introduce la serata la Direttrice Lucia Annicelli: collaborazione Biblioteca-“Progetto La nostra isola”
- Sacha: RINGRAZIA LA BIBLIOTECA E LA SUA DIRETTRICE. Parla della struttura della serata, del – progetto “La nostra isola” (ciò che è stato realizzato) – dell’Antologia “Ischia, mare e poesia”.
- Sacha Savastano: eventualmente discorsi volta precedente o simili.
- Sacha legge la presentazione di VIRGINIA MURRU (Presentazione lunga)
- Antonio legge tutte e 4 le poesie di VIRGINIA MURRU:
– PUO’ ESSERE LA DISTANZA
– L’ARIA CHE SI FA STRETTA
-La notte mi rovina addosso
-Muri e solo muri
- Antonio legge la presentazione di SACHA SAVASTANO (Presentazione lunga)
- Antonio legge le 4 poesie di SACHA SAVASTANO
– CANTO IRREALE DELL’ULTIMO CORVO
– PAURA D’UNA STRETTA E DEL DOMANI PAUROSO
– NON SO PERCHÈ
– LASCIASTI CADERE INFINE LA MANO
- Antonio proietta un suo video
- Sacha introduce i successivi 4 Autori (ALBERTO LIGUORO, LIGA LAPINSKA, NUNZIA BINETTI, UMBERTO MASELLI). Presentazioni brevi.
- Antonio legge:
– ANNA di Alberto Liguoro
– RIEMPI IL MIO GREMBO di Liga Sarah Lapinska
– DI MAGGIO di Nunzia Binetti
– POTEVAMO di Luciano Somma
- Sacha introduce le poesie di Bruno e di Roberta (una ciascuno)
- Antonio legge le 2 poesie:
– BRULICHIO DI TANTE PALLINE di Bruno Mancini
– EYES WIDE SHUT di Roberta Panizza
- FINE PRIMA PARTE
- Sacha presenta Enzo Boffelli
- INTERMEZZO di Enzo Boffelli
- SI PROSEGUE SENZA PAUSA
- INIZIO SECONDA PARTE
- Roberta introduce l’ospite/i
- Sacha presenta l’ospite /i
- OSPITE
- Sacha presenta l’artista delle immagini (se c’è Clementina, oppure si rilegge la presentazione di Francesco Mattera che non ama intervenire personalmente).
- Sacha introduce 2 poesie di Bruno e 2 di Roberta
- Antonio legge le 4 poesie:
– NEL BUIO DONNA di Bruno Mancini
– …E TU COME NEBBIA CHE OFFUSCA di Bruno Mancini
– PER SEMPRE di Roberta Panizza
– PROFEZIE di Roberta Panizza
- Sacha presenta le successive 3 poesie (FRANCO CALISE, CLEMENTINA PETRONI, SACHA SAVASTANO) introducendo gli autori con le presentazioni brevi
- Antonio legge:
-FIGLIO di Franco Calise
– CREPUSCOLO di Clementina Petroni
– E SPUTO di Sacha Savastano
- Sacha e Antonio salutano e danno l’appuntamento per la serata successiva.
- FINE SECONDA PARTE
;
PRIMA PARTE
VIRGINIA MURRU
PUO’ ESSERE LA DISTANZA
Chiudo gli occhi all’ossessione
A un benestare di ciclone breve-
Vado dove non so essere
Leggera come fossi aliante
Può essere il profilo del vento
O la propaggine d’un colle
che sa d’abissi e di mari
a sfiorarmi i capelli
Può essere la sosta dei sensi
A presentire i suoni
A muovere i luoghi e le distanze
Può essere che si fa sera
Senza ch’io sappia
O questo insieme rocambolesco
A inventare il tuo volto.
Ancora tu..
In questo foglio sgualcito di giugno.
E poi non manca più nulla.
VIRGINIA MURRU
L’ARIA CHE SI FA STRETTA
Ha preso le mie chiavi oggi la terra
e senza mandato
con alito di competenza
ha scassinato i confini
messo a tacere l’aria sul fianco.
La luce non ha più nulla da vedere
nei miei interni violati
ha speso l’ultimo centesimo in azzardo
così riposa dentro una nicchia d’insolvenze.
Sul lato ovest
delle mie presunte integrità
c’è l’occhio d’una finestra nascosta, però,
e un candela sul davanzale
.. che irride il sole.
E sono luce- che non basta.
VIRGINIA MURRU
La notte mi rovina addosso
In macerie di luce reticente-
Tacere è l’unico respiro che mi è concesso
In questa necropoli di tempo assassinato.
Tu sei una vita più in là
l’unica bellezza che mi danna
la sola chiave
Per indovinare la combinazione del mattino.
VIRGINIA MURRU
Muri e solo muri
A circoscrivere deserti
A impedire che una strada
Diventi percorso credibile.
Non ho più un cuore
È pietra che rotola
tra smalti di porpora
levigati all’alba –
oggi è ragione di deriva
intervallo tra l’inerzia e la fine.
SACHA SAVASTANO
Canto irreale dell’ultimo corvo, dal cimitero,
prega, ancora, la mia stella blasfema.
I sospiri e le urla di un buio rilucente,
ascolta le campane, e la nebbia.
Il Cielo è un bordello che trasuda marciume,
e da lì cadono le stelle, a migliaia.
Il Dio ed il suo mondo come una culla nel fango,
e gli Angeli corrotti in un giorno di pioggia.
Il disastro del Fato continua,
al suono dell’ultima nota che nasce e muore,
come risate da un circo surreale,
e lacrime di antichissimi pianti.
E’ la fine del viaggio, vecchio amico,
ultima fermata dell’espresso del dolore.
E’ solo il canto lontano di ciò che forse è vita.
E’ solo la lacrima accecante di una stella che cade.
SACHA SAVASTANO
Paura d’una stretta e del domani pauroso,
Più forte.
Un giorno che mi attende e sbraita ridendo,
ancora.
Solo, rinchiuso in una gabbia trasparente con infiniti occhi,
annaspo.
I polmoni si ostruiscono di nero catrame ed aghi infetti,
E cado.
A terra, un pianeta di mille voci che non riesco ad ascoltare,
sorrido.
Il nero cancro dell’anima si nutre insaziabile ed eterno,
e vivo.
Il niente di un ieri che non tramonta e non sorge,
Più forte.
La prigione invisibile che non mi lascia andare,
Non ancora.
SACHA SAVASTANO
Non so perché,
né dove sei, o cosa fai.
Fuori fa freddo, non c’è sole.
E piove.
Non so neanche quando,
elegante, o divina,
nella supernova dei ricordi
nel buco nero dei desideri senza padrone.
Immenso è il grumo che appanna la vista
blocca il respiro, serra le labbra.
Non so perfino come,
nuda, bollente,
gemesti sotto il peso del mio nulla
graffiando, mordendo, piangendo.
Pesante la coltre del futuro che avanza,
scatena il terrore, raccoglie la nebbia.
Non so nemmeno se,
invitante ora e mai,
nella luce dei miei sogni
lampo bianco d’indifferenti speranze.
Non so perché,
né quanto piangi, o dove andrai.
C’è tempesta, non c’è il sole.
E sta ancora piovendo.
Immensa è la fatica e ho fame d’aria.
SACHA SAVASTANO
Lasciasti cadere infine la mano,
varcasti la soglia, la porta del tempo.
Dopo attimi e secoli di quieto soffrire
La soglia del tempo, la porta da varcare.
Sorridi, finalmente.
ALBERTO LIGUORO
ANNA
Ciao
piccola stella
del firmamento che guardo
senza distrarmi.
Stella
bambina
la mia sete d’amore
dedico a te.
Donna
avrai,
nel cuore racchiuso,
per sempre
di
quella
piccola
stella,
il raggio di luce.
LIGA LAPINSKA
Riempi il mio grembo
con stelle truci,
senza nome,
con venti dimenticati e logori
e chiusi volti del futuro.
Forse si desteranno.
Forse qualcuno li chiamerà per nome.
Altrimenti,
spesso,
saprei
che sono in genere “non più”.
Un po’ di specchi, i passaporti, inconsciamente,
altrimenti,
proprio,
saprei che tu
non sei mai stato
tra griglia e calpestata ghiaia.
E le stelle d’argento, lontane.
In questa baraonda dove svaniscono i tragitti,
la faccia fugge dagli specchi,
manca la meta,
e solo i venti vanno lentamente.
È senza strada il mio ritorno
da te che mi riempi il grembo.
Libera interpretazione di Bruno Mancini
NUNZIA BINETTI
DI MAGGIO
Sale il campo a incontrarmi.
A me viene
in verdi perverse arroganze
e veste primavere.
Assenso di viole mi preme.
Hanno perso già i petali i ciliegi
figli del sole,frutti a breve.
Ha fretta il tempo
di giungere ai telai di mercato.
Ed io corolla tradita
da breve stagione ho sottili sospiri
e gli steli recisi
che posai in trasparenze di vetro
trapassato da lune in barbagli.
Sopra me
questa sera di maggio
gronda elfi di leggenda.
Un po’oltre, il nulla
fiata.
LUCIANO SOMMA
La Paura del Vuoto
Nella immensa solitudine,
nel silenzio di chi avrebbe voluto dire tanto,
in piedi, su quel molo,
ultimo piccolo lembo di una terra
che si è pronti a lasciare.
Pochi al mio fianco guardano in me.
Un me che vorrebbero attaccato all’abbandono,
un ego che continui una mia parte in ogni loro proiezione.
Solo.
Dalla fitta nebbia delle oscurità della mente,
scaturisce una energia
simulata come passione,
come dolore intenso da condividere
e come ricordo ancestrale di gioie.
Gioie mai esistite, perché solo veloci attimi
a cui si aggrappa la mente del ricordo.
Diviso, separato, alienato a me stesso.
Solo
BRUNO MANCINI
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.
Come fai a parlarmi?
Quel fiore che vive una notte
per ogni
cent’anni.
Come fai a parlarmi?
Ricordarmi qualcosa.
A quest’ora. A quest’ora.
La pelle ubbriacata
come s’io stessi ancora
ad ungerla di gin
nell’ombelico vuoto piccola coppa,
e a grande mano
stendessi al seno,
al collo.
Girati.
Tutta la schiena
e natiche.
Piuma.
Sulle montagne
un forte vento di neve
ha ricoperto gli alberi.
Come fai a parlarmi?
Quella tua lunga verginità
presa in due ore
su un letto di tovaglie.
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.
ROBERTA PANIZZA
EYES WIDE SHUT
Lo sguardo perso
in percezioni opache
scioglie il pensiero
in risvegli d’anima.
Si aprono chiare
oltre le ciglia assorte
silenziose danze.
Muore stupito il nulla
in sussulti d’arcobaleno
mentre il presente
si nasconde
all’ombra di un futuro
incerto.
SECONDA PARTE
BRUNO MANCINI
NEL BUIO DONNA
Stregone e mago
come nei giochi di me bambino
-di notte-
preparo ampolle
-con i ricordi-
di fogli strani
-abbandonati-.
Nel sole, donna:
sul filo un colpo
di telefono,
sul libro un velo
di colori,
al cuore un laccio.
Le bambole sul letto
le foto alle pareti
i ciondoli
non temono distacchi.
Nel buio, donna:
sul labbro un colpo
di rossetto,
sul corpo un velo
opaco,
ai piedi un laccio.
Le bambole sul letto
le foto alle pareti
i ciondoli
non vedono distacchi.
Uno scrigno per te,
profumo intenso di malizia.
BRUNO MANCINI
…e tu come nebbia che offusca
i bracieri fumanti
delle prime caldarroste
lì,
lungo viali alberati
della mia cara Bologna indaffarata….
Nessun miraggio di gioie
confonde al cane il suo padrone.
… e tu come pioggia che inzuppa
la rotaia urbana
di un tram al capolinea
lì,
tra portici uniformi
della silenziosa Torino d’ottobre…
Nessun deserto è breve
per la lucertola randagia.
… e tu come neve che ovatta
frontoni e guglie
di fedi spudorate
lì,
tra cabaret da sballo
della Parigi fulminante le mie notti…
Nessun miracolo gonfia le piume
di uno stanco uccello migratore.
…e tu…
…e tu…
…e tu come sole d’aprile che intenerisce
le zolle soffocate
tra bosco e spiaggia
lì,
oltre il canneto dai ciuffi in cima
sull’ultimo approdo della mia isola perduta…
Nessun mistero
soltanto attesa.
ROBERTA PANIZZA
PER SEMPRE
In soliloquio d’orbite
ci cattura il nostro sole
e vaghiamo
nella profonda quiete del noi.
Altri pianeti percorrono
il grande cielo mascherato d’eterno
e silenzioso
ma noi disconosciamo il tempo
intrecciando nel rotondo danzare
le nostre aritmiche melodie.
Pulviscoli di solitudine
-orfani di proprie gravità-
ci superano accanto bisbigliando
le loro scandalose profezie.
ROBERTA PANIZZA
PROFEZIE
Lo dice l’aria
se porta venti dal calore greve
scivolati da un futuro umido di gelo
sulle braci forti di ieri
se pesante nebbia agli occhi cade
e non ti vedo.
Lontananza
è un sentimento di invalicabili perché
-orogenesi tra noi-
che svuota di universi il cuore.
FRANCO CALISE
FIGLIO
È mio figlio
disperazione della mia anima
cuore in frantumi
occhi distrutti.
Non volevo con te volare
… ma provarci sì
non carezze sul petto
ma neanche questi pugnali
io… sono stato io
a darti una barca troppo piccola
e tu non riesci a navigare
in questo mare.
CLEMENTINA PETRONI
CREPUSCOLO
Si colorano di rosa
le nuvole,
all’orizzonte il sole va morendo.
Tormentati cuori si acchetano.
Col suo velo ammantato d’oro
cala la sera.
SACHA SAVASTANO
E sputo
Aspetto.
Nudo modello sulla tela del mondo.
Attendo.
Un cadere di stelle e l’orrore profondo.
Ammiro.
Risate eterne di pochi istanti.
Respiro.
Disgustoso vomitare di tanti altri pianti.
E sputo.
Incerto viaggiatore di luoghi inospitali.
Mi perdo
Le maschere, la gente, come candidi pitali.
Non vedi?
Assassino feroce di sogni insensati.
Non senti?
La puzza di morto, i vermi saziati.
Aspetto.
Feto morente di aborti tardivi.
Ti attendo.
Dalla putrida luce dei tuoi occhi fuggivi.
PRESENTAZIONE
VIRGINIA MURRU
Vive in Sardegna, dove è nata.
Ha sempre amato la scrittura come via di sublimazione, e la lettura fin da ragazzina. Ha vinto premi in tanti concorsi letterari, anche importanti, restando continuamente legata ad una realtà che non ammette presunzioni né facili trionfalismi.
Parlando di se stessa dice:
“La parola ha un fascino che m’attrae, mi rimbalzano dentro i suoni che produce e senza sapere mi ritrovo nella sua orbita; in questi moti di pensiero la poesia è una forza di gravità alla quale piacevolmente mi sospendo.”
Ed in effetti dalla lettura dei suoi versi si deduce che quasi sempre è la poesia a cercare lei, quasi s’insinuasse in momenti d’assenza e contendesse l’attenzione ad altre vie di pensiero.
Afferma inoltre che:
“Comunque si scriva, i versi giungono dalla miniera dell’estro, e non di rado allo stato ‘grezzo’, come quei minerali che hanno necessità d’essere ‘ripuliti’, affinati, per seguire una logica in sintonia col tema trattato.
Scrivere per me è fuga, rifugio simile ad un riparo sottoroccia, dunque solido arrivo, libertà d’essere, almeno nei momenti in cui riesco a evadere dalle mie intime prigioni.”
PRESENTAZIONE
SACHA SAVASTANO
È nato a Napoli, ma si è trasferito a Ischia fin dall’adolescenza
Sono molti gli interessi che muovono questa giovane speranza della cultura ischitana.
Sacha è tra i fondatori di quell’embrionale agorà telematica che fu Ischianet.org, tra i primi esempi in Campania di Community Online.
In campo musicale risulta apprezzato cantante di diversi gruppi rock locali di buon successo.
Si è laureato in “Scienze della Comunicazione” a Napoli.
Scrive per alcune free press locali e cura la rubrica culturale di alcuni siti Internet di divulgazione scientifica.
Ovviamente il suo approccio alla Poesia non poteva non risentire di interessi tanto variegati.
Lui, autore disinibito, non nasconde i propri dubbi, i propri tormenti interiori dietro parole edulcorate ed ovattate.
Getta sul piatto della poesia versi e parole che paiono illuminare tutto di una fredda luce al neon. Esterna tutto il proprio disagio interiore come a voler esorcizzare la potenza distruttiva della sofferenza e del male.
Anche quando si fa sognante, questo autore mantiene il senso pieno della realtà dell’esistere e del soffrire. Ci fa partecipi di toccanti pur se implacabili stati interiori che poco hanno a che vedere col languido e quasi compiaciuto male d’amore.
Sacha Savastano è un autore che lascerà tracce evidenti di innovazione e di spregiudicatezza.
PRESENTAZIONI
ALBERTO LIGUORO:
Ex magistrato, Procuratore Generale, Avvocato, da tempo si dedica alla scrittura in prosa e in poesia.
LIGA LAPINSKA:
Poetessa lettone, ha tradotto lei stessa in italiano le sue poesie, poi liberamente interpretate poeticamente da altri autori del gruppo.
NUNZIA BINETTI:
Poetessa pugliese, è Presidentessa della Sezione F.I.D.A.P.A di Barletta , associazione che promuove la donna nelle Arti, nelle Professioni e negli Affari.
LUCIANO SOMMA:
Poeta, compositore di canzoni, ha collaborato con molte emittenti radiofoniche. IL GIORNALE nel 2000 ha segnalato il suo come il nome del poeta più presente in internet
***
FRANCO CALISE
Originario di Lacco Ameno, tra un impegno lavorativo e l’altro si dedica alla poesia.
CLEMENTINA PETRONI
Risiede nel Castello Aragonese e oltre a dedicarsi a molte iniziative culturali dipinge, scrive e pubblica racconti, poesie e favole.
SACHA SAVASTANO
Originario di Napoli si è laureato in Scienze della Comunicazione. Tra i suoi molteplici interessi c’è quello per la poesia.
03 GENNAIO VIDEO SERATA COMPLETA
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