Il Dispari 20240205 – Redazione culturale DILA APS

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Così o come

Un racconto di Bruno Mancini inserito in

“Per Aurora volume terzo”

https://www.lulu.com/it/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-29y6wr.html?page=1&pageSize=4

Seconda puntata (la prima puntata è stata pubblicata il 29 gennaio 2024)

 Parte Prima

CAPITOLO PRIMO

Una teoria secondo la quale la Germania avrebbe avuto dei vantaggi se l’Italia non fosse entrata in guerra al suo fianco? Eccola.

Nella autentica versione.

Ebbi personalmente modo di ascoltarla dal suo ideatore, da Questo Uno, al quale non voglio dare un nome.

Costui grande bevitore, nei momenti di euforia, di tanto in tanto andava «esplicitando» la sua teoria, personale inedita rivoluzionaria, delle ragioni per le quali la Germania aveva perso la seconda guerra mondiale.

“Così o come” non si è mai grandi profeti se non s’insozzano di paure e d’illazioni le menti semplici, ugualmente non si penetrano le essenze recondite delle storie se non si galleggia senza pudori su frasi fatte, ipotesi eccellenti, rapporti indiscussi, prospettive calcificate, verità dogmatizzate, fatti…

… scusate, notizie di fatti mai verificati, eroi, vigliacchi, generali, ritirate, avanzate, strategie, reclusioni, folli indifese, potenza, potenti, potentati, potenzialità. Inoltre, per ogni rivolgimento di situazione provocato da un cambio di condottiero, non solo bisogna adattarsi ad agitare nuove bandiere vociando! “Arrivano i nostri”, ma spesso si è indotti ad accettare di tesserarsi alla nuova “ideologia”, e finanche, non di rado, occorre dedicarsi a rielaborare nostri “nuovi” particolari paragrafi (particelle pronominali e parcelle personali comprese).

A “Costui” nessuno pensò mai di appiccicare sulla schiena l’etichetta d’opportunista venduto incoerente stupido ignorante.

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Inizio:

-«La ragione! Una sola!»

Tutti i presenti sapevano di doverlo invogliare con frasi tipo:

-«Davvero?»

-«Ma quale?»

-«Incredibile.»

-«Fioooooooo…»

-«Possibile?»

-«Impossibile!»

-«Uhhhh!»

-«è la verità?»

-«Enorme!»

-«Dicci.»

-«Dimmi.»

-«L’avevo sospettato.»

-«Mamma mia!»

-«è uno scoop.»

-«Sei un genio.»

-«Avanti, racconta.»

-«Stupiscici.»

-«Sei unico.»

-«Racconta.»

E Lui Colui Il Grande Bevitore lasciandosi convincere dalle amichevoli lusinghe, sistemò un posacenere nell’angolo destro del tavolo, spostò una bottiglia sull’opposto spigolo sinistro, pose al centro dell’improvvisato ripiano scacchiera, con decisione, il pugno chiuso intorno al bicchiere colmo di birra commerciale dalla schiuma bionda:

-«Le guerre si perdono per troppi nemici, ma anche per alleati inadeguati.

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Mettiamo il caso che io voglia penetrare nella villa di un ricco pappone per tentare di privarlo, con un improvviso attacco criminale, del cofanetto nel quale egli custodisca i gioielli -frutto d’estorsioni, ricatti, tangenti, usura, traffici di armi, d’uomini, di farmaci e di segreti-, poi aggiungiamo un’ulteriore ipotesi secondo cui la sfarzosa residenza bunker, oltre che da cinque gorilla umani – di origine italiana indiana indonesiana indiscriminata- provvisti di armi -semi automatiche a tamburo canne mozze dirompenti-, risulti protetta da un circuito -tele audio sensitivo cablato afferente combinato interagente- collegato con sette satelliti, sette stazioni terrestri, sette ripetitori ausiliari, sette velivoli urbani, sette posti di controllo, sette controlli di ascolto, sette postazioni di visione, sette visoni addestrati nella ricerca di uomini, sette strati di filo spinato elettrificato, sette stadi di verifica termica, sette, sette, sette… sette cani -misti tra dobermann pit bull mastino… bracco (quest’ultimo per identificare gli odori e dare l’allarme)-, precisato che un mio piano perfetto preveda il geniale superamento delle difese opposte dai gorilla ecc.… dalle trappole e dalle tagliole ecc. …, ipotizziamo anche che nella elaborazione del mio progetto sia inserito lo sviluppo di una complessa azione vincente (mutuata dalla strapotente strategia della Partita di Donna così come fu adottata in 33 delle 34 partite del celebre match per il campionato mondiale di scacchi tra Capablanca ed Alechin nel 1927), supponiamo infine che questo stesso intento abbia funzione di fulcro intorno al quale sia stato attivato il gioco perverso di un Uomo Cattivo nel tentativo d’oppressione degli ebrei polacchi austriaci cecoslovacchi ungheresi francesi belgi olandesi… che faccio?

Tento la sortita portandomi come alleato un «gatto» affamato spelacchiato privo di artigli di artiglieri e di artiglieria?

La villa è difesa da cani!

Io vado con un gatto?

I cani ci sbranano.

Così fu.»

-«Va bene, ma non fermarti, continua.»

-«Proprio adesso.»

-«No, no.»

-«Mi deludi.»

-«Cosa racconterò ai miei nipotini, una storia monca?» -«Ti prego.»

-«Fallo per me.»

-«Fallo per chi vuoi, ma fallo.»

-«Vuoi una birra nazional popolare?» -«Una birra a Costui!»

-«Una birra ed una sigaretta.»

-«Tutte bionde. Ah, Ah, Ah.»

-«Non ridere, scema.»

-«La curiosità mi scuote le vene.»

-«Tu, poi, figuriamoci…»

-«Che vuoi dire?»

-«Niente.»

-«Bugiardo.»

-«Ma sì, sei tutta scossa. Sei una scossa, va bene? E basta così. Dai, Costui, prosegui.»

-«Ti farò una foto sul leone di bronzo.»

Costui rimase affascinato dall’accostamento che gli veniva proposto in coda a tanta affettuosa insistenza.

Una sua foto, sul monumento simboleggiante la custodia del palazzo reale, quale premio per una teoria storica! Magnifico!

Chiese conferma:

-«Quando?»

-«Anche adesso. Quando vuoi.»

-«Bene. Le belle idee vincenti non sono, all’origine, differenti…».

Costui, con un inizio strascicato e pensante, quasi paladino della necessaria concentrazione che doveva lentamente liberarsi dalle velleitarie sovrapposizioni d’altri futili pensieri e preoccupazioni, più o meno attuali, che durante la breve pausa si erano celati nelle menti dei provvisori ascoltatori, Lui, concesse il bis alla maniera del migliore Ungaretti, con un irripetibile ed unico stile televisivo:

-«…o distanti, nel formulario delle loro composizioni scientifiche filosofiche, da ubbriacanti teoremi destituiti di credibilità.

Io credo…»

Questo fu l’incipit con cui avviò la successiva narrazione spettacolo.

Quindi ne proseguì l’esposizione in un suo personale folcloristico parossistico edonismo.

Vagando tra due birre commerciali bionde fredde indifferenti, e nebulizzandosi fra sigarette bionde fuoco aspirate violentemente attraverso i baffi di colore giallo arancione indaco nero. Incipriandola con effetti mutuati dalla storia della cinematografia: il polso del protagonista alla fronte (nel gesto dello sconforto per la notizia di una disfatta), il cammina e cammina di Monica nel mitico Deserto Rosso, John Waine alle prese con Jane Russel (pareggio ai punti).

Quando tutto ciò non gli parve sufficiente ad ammattire i docili astanti, utilizzò iconologie riconducibili al bagno nella fontana di Trevi, a Totò, ad Albertone e la pastasciutta. Fino al punto da osare d’inserirvi anche sporadiche fragili simbologie canore tipo “Voooolareee…”.

Non ricordo di averlo notato proporsi con allegorici riferimenti politici, religiosi.

Li schifava entrambi.

-«… io credo che il vero disastro per il “cattivo” abbia avuto origine nella vanitosa attesa di un applauso. Chi avrebbe potuto assecondarlo?

Chiaro, un altro “cattivo” meno potente.

Quasi sempre è per questo motivo che il numero Uno consente ad un piccolo inferiore di seguirlo nelle feste, nei festini, nelle orge, ed in quanto altro è prodotto dalla libidine di potenza, lasciando che lui ne apprezzi le molliche.

Devo dire che le briciole non sono uguali per tutte le valutazioni! Piccole porzioni di pane non hanno evidentemente ugual pregio di minime elargizioni territoriali.

L’impero! Un impero, anche se inutile, è pur sempre un impero. Se ci regalano l’Isola d’Ischia in cambio del vilipendio di uno sputo in faccia, ci sembra di aver fatto un ottimo affare? Dipende!

Dipende da chi – come – io – tu – se – ma – quando – dove – e via così. Nel caso in esame, al Piccolo Inferiore era stato promesso che avrebbe potuto fare quello che voleva: Capo, Presidente, Duce, Super Duce, Super Capo, Extra Presidente.

Va bene, ma non basta, l’Africa non è niente di fronte all’Albania la Grecia Nizza e Savoia.

Vieni con me, caro, – disse il numero Uno – e sarai il faro dell’immenso golfo del Nuovo Mediterraneo, da Nizza a Cipro da Trieste a Gibilterra.

Per te mari e coste e Porti-giane più sensuali e variegate delle tue belle Corti-giane Abissine.

Il diavolo disse al diavoletto.

E il diavoletto che era bravo (alle elementari aveva avuto sei in storia), rispose “Obbedisco”.»

segue lunedì prossimo

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