Il Dispari 2016-04-18

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Il Dispari 2016-04-18

Il Dispari 20160418 comp

Editoriale
La storia e la poesia.
La storia non si scrive una volta e basta

La proposta è di guardare alla Poesia come ad un mondo la cui avvenenza  non si esaurisca nella frase: “è bello ciò che piace”.
Se è vero che nelle varie sfere delle attività umane l’ancestrale bisogno di espressione sia benvenuto, restano pur sempre numerose le difficoltà da superare affinché siano realizzate tutte le componenti utili e necessarie alla distesa e completa formulazione dei concetti che ne sono alla radice.
Accurata conoscenza del vocabolario, della grammatica e della sintassi non sempre sono sufficienti alla realizzazione di tale risultato.
Nei confronti della Poesia ciò scaturisce, in primo luogo, dal nostro disagio critico di distinguere il bello dal brutto prescindendo, in maniera assoluta, da tutti gli altri parametri che abbiano presumibilmente o concretamente contribuito alla realizzazione dell’opera.
Ci sarebbero minori intralci se esistesse un’immutabile definizione del bello o meglio, dell’arte.
Infatti, chiusi gli occhi sul passato e sul presente dell’Autore, basterebbe applicare, se esistessero, le opportune scale -come per la fisica degli elementi- per avere preciso e pronto il brodo di giuggiole poetiche in cui trastullare i nostri bisogni di fantasiosa immedesimazione.
Purtroppo, o meno male, la storia non si scrive una volta e basta.
E con essa i concetti vengono rivoltati, addomesticati, ingarbugliati, in una epopea che raramente ha trovato ingegni abili ad interpretarla definitivamente.
Ciò che possiamo immaginare sia stato il concetto fondante della poetica latina, durante l’apparentemente lontano passato (quasi 2000 anni fa significa meno di 30 vite umane), non accetterebbe per suoi neppure una minima frazione degli attuali confini nei quali racchiudiamo le nostre attuali preferenze letterarie.
E viceversa.
A questo si può aggiungere una teoria provocatoria, secondo la quale, negli anni futuri, a fronte di qualunque usura e distruzione possibile, il lento ma assiduo deterioramento di ogni sistema di trasmissione dei supporti contenenti le informazioni delle nostre attuali forme di vita, letteratura compresa, andrà riducendo costantemente ed inesorabilmente il loro numero (dei supporti, cioè dei libri dei cd dei filmati ecc). E se ciò sembra di una banalità disarmante, tale non è la conclusione (appunto provocatoria) secondo la quale, nell’anno X di un futuro remoto (ma neppure è certo che occorreranno ancora altri duemila anni), la decimazione avrà consentito la salvezza solo di alcuni supporti e, quindi, per l’ancora più banale calcolo delle probabilità riesce facile credere che allora, in quel futuro anno X, la nostre arte sarà quasi sicuramente identificata con un giornalino di Topolino ritrovato all’interno di un misterioso contenitore molto simile alla cartella che usavamo andando alle scuole elementari.
Miliardi di copie di Topolino, avranno il sopravvento su tutti i libri dei premi Nobel e dintorni!
Catullo è stato veramente il più grande della sua epoca? Boh! Non abbiamo certezze.
In pratica, ciò viene affermato dalle stesse persone che pavoneggiano i best seller spudoratamente propinati e messi in vendita come meravigliose espressioni artistiche dalle immorali case editrici internazionali.
Apprezzare la forza della Poesia implica un lungo percorso che ci porta molto lontano, e non può essere compiutamente affrontato in un balzo solo.
Ne occorrono tanti e piccoli, eseguiti, con tempo e pazienza, per far sì che il puzzle della visione poetica occupi la nostra mente, fino a dare un senso alla frase iniziale che invita a guardare alla Poesia come ad un titolo che non si esaurisca nella frase “è bello ciò che piace”.
Bruno Mancini  

Il Dispari 20160418 1 comp

LO SGUARDO LUCIDO DI TOULOUSE LAUTREC
NELLA VITA PARIGINA
TRA CABARET E CAFFÈ CONCERTO

La realtà umana e sociale che anima Parigi di fine Ottocento e dintorni, è al centro dell’opera di Toulouse-Lautrec (Albi 1864 – Malromé – Bordeaux 1901).
Nato in una delle più nobili e antiche famiglie francesi, ben presto lascia il suo ambiente per trasferirsi a Parigi dove entra a contatto con l’atmosfera vivace e disincantata, ma anche triste e degradata della città. Pittore della Belle Époque ambigua e contraddittoria, della vita fugace innocente e perversa, egli si fa interprete raffinato e sensibile dello spaccato umano parigino cogliendone abitudini, vizi, gioie e dolori.
A questo straordinario artista, capace di scandagliare nei ritmi dell’esistenza fra ambienti nobili, borghesi, atmosfere sfarzose ed effimere dei locali notturni, comprese l’ambiente delle corse dei cavalli, è dedicata la mostra Henri de Toulouse-Lautrec, la collezione del Museo di Belle Arti di Budapest in corso a Roma al Museo dell´Ara Pacis fino all’8 maggio 2016.
Promossa e prodotta da Roma Capitale, da Arthemisia Group e Zètema Progetto Cultura, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor attraverso circa 170 litografie della collezione, la mostra da risalto all’opera grafica dell’artista tra manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali autentiche rarità stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell’artista. Toulouse-Lautrec coglie gli aspetti transitori della realtà a lui circostante soprattutto quella della gente comune descritta con oggettività e profondo realismo. Realismo con cui coglie atteggiamenti e stati d’animo di personaggi che animano la vita notturna e artificiosa di Montmartre: dalle amiche di famiglia alle ballerine, dalle chanteuse alle attrici, fino alle prostitute, compresi intellettuali e artisti ripresi entro cabaret, case di piacere, sale da ballo come il Moulin Rouge al Moulin de la Galettea le Folies Bergère.
Suddiviso in cinque aree tematiche il percorso che procede dalle opere dei primi anni della sua produzione sotto la guida del maestro René Princeteau, fino alle opere post-impressioniste, conduce entro un contesto umano e sociale vitale e leggero, ma anche anticonformista e talora provocatorio lungo rappresentazioni di ambienti notturni della Parigi di fine secolo tra cabaret e caffè concerto: Al Moulin Rouge: La Goulue e sua sorella (1892) e Caudieux(1893).
Il successo di ballerine e cantanti del momento è esaltato da sue litografie e stampe come Aristide Bruant nel suo cabaret (1893) realizzata per il cantautore e cabarettista francese Aristide Bruant e DivanJaponais (1893) in cui ritrae Jane Avril celebre stella del cabaret parigino. L’atmosfera leggera dei bordelli è contenuta anche in “Elles” serie di cromolitografie del 1896: Donna alla tinozza e La clownessa seduta. Anche il tema dell’amore lesbico è trattato con sensibilità in Il grande palco (1897). Intense le raffigurazioni di scene teatrali come il capolavoro della litografia Bustodi Mademoiselle Marcelle Lender (1895) con cui immortala la bellezza dell’attrice del Théâtre des Variétés il cui busto è stampato in otto colori. È poi dato risalto alla vita privata dell’artista tra la passione per le corse dei cavalli, le gite al Bois de Boulogne, l’interesse per una donna sconosciuta vista su una nave: Il fantino, Gita in campagna e Passeggiata in yacht (1895).
Il catalogo della mostra è a cura di Skira.
Toulouse Lautrec è tra i personaggi presenti nel musical per il grande schermo, ispirato all’opera La Traviata di G Verdi,“Moulin Rouge!” (2001) del regista australiano Baz Luhrmannc he ad Ischia in occasione del “Global Film” ha ricevuto il Luchino Visconti Legend Award 2013.
Silvana Lazzarino

TOULOUSE LAUTREC
La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest
Roma – Museo dell’Ara Pacis
Orario: tutti i giorni dalle 9,30 alle 19,30, chiuso il 1 Maggio
(La biglietteria chiude un’ora prima)
www.arapacis.it
fino all’8 maggio 2016

Partie de campagne

Partie de campagne

Il Dispari 20160418 tutto ridim

Cod 17: Annamaria Vezio

Mondi di fuori

Traiettorie importanti
attraversano il fianco
In luci accecanti disarmanti
allineano e conducono in luoghi proibiti
Lambiscono con note sublimi
All’occhio della mente mostrano colori
Lì, accanto e discreti
È  il mondo di fuori
di là del mondo di ora
di là del pensiero
In tenera attesa d’esser riconosciuto
tende mani colme:
consapevolezza amore perdono
Cornucopia di vita purissima assoluta
difficile da incontrare
difficile da riconoscere
Difficile
Traiettorie importanti
attraversano il fianco
fendono il passato
cambiano il futuro.

 

Cod 27: Ester Margherita Barbato

Il peso della razionalità

Hai posato
le tue certezze
sulle mie ali disarmate
-angoli consequenziali
a piani d’allegrezza–
razionalizzando
Ma rigorosa
la logica non garantisce
morbidi atterraggi
a queste deboli
evoluzioni di follia
Fragili cristalli
s’infrangeranno
fra cirro-cumuli
di oculate sentenze

 

Cod 07: Massimo Rozzi

Quasi l’alba.

Laggiù il cielo si staglia,
limpido fra le  montagne tetre
di un inverno da annuario.
L’azzurro sembra dare sorrisi
fra il grigiore delle cime
senza colore di questo febbraio.
Il silenzio della valle dormiente,
rotto dalla statale appena ingombra,
quei pendolari che nulla sospettano.
Così fermo non voglio rompere
L’abbraccio di questo miscuglio
fra natura e uomo incosciente.
Sognatore estremo rubo l’attimo,
sveglio la gioia del secondo,
dopo un trillo troppo repentino.
Una folata di brina scende,
quel camion sembra il vento
che volteggia sulla polvere notturna.

coupon (7) 18 Aprile 2016

Il Dispari 2016-04-18

Bruno Il dispari

Il Dispari 2016-04-11

Il Dispari 20160411 comp

Editoriale

In attesa di ricevere alcune notizie/informazioni utili alla preparazione, per la prossima settimana, di un esclusivo reportage incentrato sulle caratteristiche del Gemellaggio tra Ischia e Torrenova (che non sarà certamente di facciata ma concorrerà a rendere operative le lunghe serie di intese culturali, sociali, ed imprenditoriali già studiate e pronte ad essere realizzate), oggi mi diletterò a trascrivere due brevi stralci di presentazioni di Artisti ischitani pubblicati nelle nostre antologie, lasciando alla sempre più dinamica Silvana Lazzarino il compito d’illustrare le sue impressioni su una delle colonne dello sport e della cultura ischitana: Pasquale Dragon Di Costanzo.
Tratti dall’Antologia “Adotta una poesia”(Edizione Lulu –  http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/adotta-una-poesia/paperback/product-20480490.html-  ISBN 978-1-4717-1209-8): Arianna Mercanti ha descritto Nunzia Zambardi; Roberta Panizza ha presentato Vito Iacono; la mia poesia “Intorno a mezzanotte”.
«Nunzia Zambardi Nasce ad Ischia nel 1941. Il suo schema compositivo nasce dall’istinto, dalla
manifestazione del pathos corrodendo l’idea della forma come dato precostituito, rifiutando le configurazioni linguistiche stantie per porre nuovi interrogativi e dare vita a ulteriori soluzioni estetiche.
La stessa scelta di materiali non convenzionali e la conseguente alterazione del modus operandi
generano un’arte combinatoria agitata da accadimenti, da spazi insondati in cui quella che la stessa
Nunzia chiama “curiosità” per la materia diviene capacita di trasmutazione quasi alchemica delle sostanze da corpi inerti a elementi attivi, vivi della composizione.
Le singole unita, i rapporti tra linea, colore e forma si organizzano in una coesione strutturale delle parti creando un’integrazione unica tra la materia ed il suo involucro spaziale.
La luce stessa sembra scaturire dalla pasta materia ed irradiarsi nel perimetro delle bordature concepito non più come ricettacolo vuoto ma come campo energetico, come luogo privilegiato per l’azione dell’artista. ARIANNA MERCANTI»

«Vito Iacono, l’autore sul quale ci sembra interessante con queste pagine attirare la vostra attenzione,  è ischitano, scrittore da sempre, grande viaggiatore e quindi conoscitore del mondo e dei suoi abitanti, spesso anche importanti, ma ha trovato nel web il luogo principe dove esprimere la propria arte con la libertà desiderata.

Chi ritiene, sottraendole buona parte delle sue incredibile prerogative, che la poesia sia un perdersi in idilliache ed eteriche descrizioni di nature incantate e di struggenti smarrimenti d’amore, non legga le sue poesie: ne rimarrebbe fortemente deluso.
Vito Iacono ha infatti la capacita di scomporre sensazioni ed emozioni a trecentosessanta gradi e di presentarle al lettore, ricostruite mediante parole, immagini e versi tali da metterlo a stretto contatto con l’interezza della sua sensibilità di poeta.
Un poeta che vive nella realtà del suo tempo e tale realtà ci fa conoscere attraverso occhi disincantati, profondi e sempre chiaramente intenti a sondare le pieghe della verità che la costituiscono.
Ecco quindi i temi della poesia del nostro autore, spaziare dal privato di situazioni interiori personali di uomo del terzo millennio, agli accadimenti di un mondo in cui idillio e bucolico hanno il più delle volte ben poco spazio. ROBERTA PANIZZA»

   Intorno a mezzanotte,
magari un’ora prima
nelle notti di giugno,
l’ombra si schiara:
fra neutri e neri
la sua evidenza appare meno netta.

Bislacca
ammanta basilico e gerani,
mentre io mi giro a porgerti un gelato,
a prenderti la mano
tu non ricordi quante volte
vezzosa tra i capelli.

L’ombra mi segue.

Tranquilla
lei non domanda altro
se poi si spande in lungo e in largo
sui nostri petali distratti
dal lento moto specchiato al sole
di chi vagheggia l’eliotropismo.

Sì che non tema – venuta l’alba –
d’essere solo l’ombra di un sigillo,
ed io non sappia – verso il tramonto –
lasciare indietro l’ombra di me stesso,
magari sbircio tra le finestre chiuse
e immagino i segreti di chi tace.

Bruno Mancini

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Il Dispari 20160411 1 comp
PASQUALE DI COSTANZO
elegante e aristocratico uomo delle sfide impossibili.

Dotato di grande intraprendenza e creatività, elegante e aristocratico nel portamento e nell’animo, Pasquale Di Costanzo originario di Ischia, terra da lui molto amata non solo per scorci mozzafiato e paesaggi tra i più suggestivi al mondo, ma anche per la gente incontrata e conosciuta, ha saputo conquistarsi un posto privilegiato nello scenario artistico con spettacoli di piazza e performance grazie al suo talento innato di grande showman e comunicatore, cui si aggiunge il fascino istrionico e quella simpatia con cui ha sempre ammaliato il suo pubblico.
Il temperamento forte e determinato, dovuto anche ad un’infanzia non certo facile, i molteplici interessi culturali e filosofici -tra teatro, recitazione, musica, danza e sport- lo hanno portato con tanto lavoro e costanza a costruirsi un’immagine molto interessante di uomo di spettacolo, colto, sportivo e pronto alle sfide. In prima persona ha conquistato le piazze di Ischia, di Napoli e di tantissimi luoghi della nostra penisola. Sia mediante spettacoli davvero coinvolgenti e sia partecipando a feste ed eventi legati anche alle tradizioni locali.
Il suo recitare diversi ruoli tra fantasia e mitologia (puntando sull’aspetto verbale e gestuale della comunicazione corporea), le danze e le performance acrobatiche di forte impatto visivo hanno conquistato un pubblico di adulti ragazzi e bambini, attento ed elettrizzato per le sue esibizioni sempre dense di entusiasmo e sorprese. L’esperienza maturata in questo contesto (dove sono necessari impegno, costanza e applicazione come del resto anche nello sport) lo ha portato a ritagliarsi una figura molto suggestiva: il DRAGON.
Ispirato al drago simbolo della mitologica che in sé associa nove animali tra cui l’aquila, la carpa, il serpente, espressione di forza, coraggio e esuberanza, questa figura cui si lega il nome di Pasquale Di Costanzo, coniuga disinvoltura, creatività e abilità tecnica.
L‘innata capacità di muoversi con disinvoltura e creatività su diversi fronti legati allo sport e allo spettacolo, unita al coraggio e ad un pizzico di gusto per il rischio, gli hanno permesso di andare oltre il banale. La sua capacità di concentrazione e le abilità fisiche lasciano sempre col fiato sospeso il suo pubblico. Il suo nome è tra i campioni di karatè, avendo vinto diversi titoli in tale disciplina, così come la sua immagine si lega al personaggio del citato Dragon per aver messo in scena uno spettacolo nuovo e originale dove a dominare è il fuoco da lui stesso creato soffiando su una torcia arroventata le cui fiamme, via via, si sollevano verso il cielo a creare delle vere e proprie enormi vampate.
Il suo spettacolo “con i fuochi”, esibito nelle piazze anche durante manifestazioni e feste legate alle ricorrenze tradizionali, è diventato un appuntamento di grande richiamo non solo nella sua Ischia, ma anche fuori dall’isola.
Ma Pasquale di Costanzo è anche uomo delle sfide impossibili, come quella del 2010 che lo ha visto sfidare il peso di ben 30 Kg di pietre di tufo le quali, poste l’una sull’altra sopra il suo addome, venivano spaccate una per volta senza creargli alcuna ferita.
Una tra le tante sfide da cui Pasquale Di Costanzo è uscito senza neanche un graffio, ma che ha messo alla prova la sua concentrazione e l’equilibrio interno. Una prova di forza e potenza che gli ha regalato una grande soddisfazione e che gli ha dato l’occasione d’essere tra i protagonisti di “Italia’s Got Talent”: lo show di Canale 5 dove vengono presentate le sfide più appassionanti ed originali, giudicate da Maria De Filippi, Gerry Scotti e Rudy Zerbi.
Con questa straordinaria prova di forza Pasquale Di Costanzo è rientrato nel World Record.
Ad accompagnare Pasquale Di Costanzo in questo percorso tra esibizioni originali, spettacolari e piene di sorpresa e sfide impossibili e dense di suspense, è la sua passione per tutto ciò che ruota intorno all’arte, allo sport e alla cultura e in questo senso è stato importante il suo incontro con l’Associazione Culturale “Da Ischia l’Arte – DILA” di cui è Presidente Bruno Mancini, affermato scrittore e poeta del quale proprio in questi giorni è in uscita il suo ultimo libro Erotismo, sì!
Pasquale Di Costanzo è tra i rappresentanti più noti di questa Associazione, insieme a Roberta Panizza, Antonio Mencarini, il mitico Don Backy e Gaetano Di Meglio (Direttore di questa testata giornalistica), ed in essa svolge un ruolo attivo impegnato con spettacoli ed eventi in linea con il programma della stessa Associazione che sempre più si sta diffondendo a livello nazionale grazie alla diffusione di diverse pubblicazioni editoriali ed a numerosi tipi di spettacoli: concerti, letture poetiche, incontri, convegni, mostre ecc.
Pasquale Di Costanzo nello sport e nelle performance artistiche ha dato prova di grande forza e concentrazione mentale, oltre che di creatività e originalità, portando un’atmosfera di novità nel percorso della DILA di Bruno Mancini.
Silvana Lazzarino

Il Dispari 20160411 tutto ridim

Il Dispari 2016-04-11

Il Dispari 20160411 circo ridimBruno Il dispari

Il Dispari 20160404 comp

Editoriale

Due amici di gioventù:
due Artisti di cuore e di cervello

Joe Scaglione
A ritroso nel tempo

«… per caso mi è capitata tra le mani una vecchia borsa nera che avevo riposto sopra una libreria e avevo dimenticato in quell’angolo per quasi trent’anni.»
Inizia così la PREMESSA con la quale Joe Scaglione ci presenta la sua prima pubblicazione editoriale “A ritroso nel tempo”.
Lui continua scrivendo: «La borsa conteneva alcune cose che avevo scritto (poesie, brevi racconti, pensieri, appunti) in un arco di tempo che va dal 1966 al 1983, anno in cui, purtroppo persi prematuramente un fratello. Un’esperienza molto dolorosa che mi ha segnato per tutta la vita, e che mi indusse di punto in bianco a smettere di scrivere

Introdotta da una dotta presentazione ad opera di Francesco Rispoli dal titolo “Il paradosso della poesia” che ci fa penetrare nelle misteriose sfere del divenire umano, la raccolta ha la forza attrattiva della semplicità non di facciata ma espressione inscindibile dell’indole del ragazzo, cresciuto poeta… fino ad un certo punto: fino al dramma che scatena la mortificazione delle esternazioni emotive e passionali.
Joe Scaglione ha vissuto la stagione dei grandi cambiamenti culturali e sociali, a cavallo degli anni ’60, orbitando intorno ad un gruppo di ragazzi, ischitani e villeggianti di poco più grandi di lui, che avevano la smania dell’Arte nella testa.
Prima di ogni altra investigazione esistenziale, per Renato Romano, Nicola Pantalone, Bianca Pace, Gino Pinto e tanti altri amici e amiche dei quali mi sfugge il nome, c’era il demone dell’Arte.
Joe, seguiva, ascoltava, si immedesimava (e lui che me l’ha ricordato) e poi si faceva prendere dalla voglia di emulazione… con molta timida riservatezza.
Nell’Agosto del 1968 Joe scriveva la lirica dal titolo “La vita è terra”  che vi trascrivo a chiusura di questa presentazione e che immagino possa indurvi a cercare di leggere tutto il volume.
Ho scritto “cercare di leggere” perché il libro non è disponibile in commercio… e non lo sarà fino a quando qualcosa non smuoverà la perenne “timida riservatezza” del suo Autore.
La vita è terra
Cosa fare
per convincerti
che gli angoli di sogno
sono estranei
al tempo che viviamo?
La vita
è terra, e sangue.

Joe Scaglione

Nicola Pantalone
La musica e la vita

«La musica è stata la discreta e fedele compagna di tutta la mia esistenza, una musa intrigante, che mi ha coinvolto col suo idillio fin dall’adolescenza.
Io credo sia stata lei a trovarmi. Una passione quando è così forte, riesce ad avere ragione anche delle montagne. »
Con questa frase inizia la presentazione di Nicoa Pantalone scritta nel Novembre 2011 dalla poetessa sarda Virginia Murru che termina l’articolo in questo modo:
D – Se dovessi esprimere un parere su chi ha meglio interpretato te stesso… la vita o la musica… cosa risponderesti?
– «La musica è stata la colonna sonora della mia vita, se dovessi fare un resoconto, direi che il disavanzo è stato sempre positivo; ogni esistenza ha la sua partita doppia, io in fin dei conti ho un animo inesorabilmente romantico, per non perdere nessuno dei valori ai quali ho sempre tenuto, ho cercato di “raggirare” il destino tenendo il piede in più staffe, preservando la famiglia e non rinunciando mai alla musica. Oggi il bilancio è sempre attivo, e dietro le  spalle ho una strada con pochi sassi, ossia rimpianti, che tormentano la mia memoria

Molte volte gli Artisti (eccelsi o mediocri che siano poco importa, anzi correggo il molte volte in quasi sempre) sono plagiati da se stessi: edonismo.
E metto anche me tra i mediocri cagionevoli di tale malanno.
Nicola ha rallegrato, durante una sessantina di anni, con la sua musica e con le sue canzoni, la bazzecola di qualche milione di persone nelle piazze e nei più prestigiosi alberghi non solo dell’isola d’Ischia ma di molte località italiane.
Nicola ha scritto canzoni che, per chi le conosce, restano indimenticabili.
Canzoni musicalmente adatte a chiudere gli occhi e sognare, in canto amico, non tanto l’impossibile quanto un volto amato o una giornata particolarmente viva per emozioni fluenti come il mare che egli ha sotto e sopra la pelle.
Nicola ha letto poesie facendo vibrare gli ascoltatori e smuovendo l’anima ai loro autori.
Ma Nicola non si è dipinta una maschera di “ego sum”. Nicola ha desiderato, ha voluto, ha preteso fare della sua arte la splendida creatura di un “semplice” Menestrello.
Ed ora ho che chiuso il “pezzo” mi preme esternare una confessione: erano anni che mi prefiggevo di scrivere di lui, però ogni volta la penna restava a guardare il foglio bianco temendo di proporre banalità condite di sentimentalismo, fino a quando (oggi) Joe Scaglione non mi ha riportato nel tempo passato delle nostre “eterne” amicizie.

Bruno Mancini

Da sinistra Bruno Mancini, Nicola Pantalone, Enrico Roja. Accovacciato Franco Esposito

Da sinistra Bruno Mancini, Nicola Pantalone, Enrico Roja. Accovacciato Franco Esposito

Il Dispari 20160404 1 comp

SERPENTI FORM

LA MAGIA ED IL FASCINO DEL SERPENTE DAL GIOIELLO ALLE OPERE D’ARTE

Misterioso, seducente, inquietante, capace di trasformarsi mutando pelle talora per confondersi con i colori della natura, il serpente ha accompagnato la storia dell’uomo attraverso i secoli diventando simbolo di fertilità, creatività e immortalità per diversi popoli in India e in Cina, ma anche spunto per la realizzazione di monili indossati nell’antica Roma e nelle popolazioni africane. Procedendo fino al secolo scorso e guardando nell’universo legato al gioiello, il serpente ha avuto un forte fascino.

Dotato della capacità di rinnovarsi, di restare a terra e di staccarsi da essa anche attorcigliandosi su tronchi e alberi, abile nel nascondersi a predatori riuscendo a sorprenderli, il serpente è stato preso come motivo di ispirazione in molti altri settori, dall’arte alla fotografia alla moda.

La mostra  SERPENTI/FORM- Arte, Gioielleria, Design  aperta a Roma presso il Museo di Palazzo Braschi fino al 10 aprile 2016, ripercorre, accanto alle creazioni di Bulgari ispirate proprio al serpente, anche diversi esempi di opere legate al design, alla moda, alla fotografia che hanno tratto spunto da questo affascinante simbolo. L’esposizione promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali si articola in un percorso che a partire dall’antichità ad oggi mette in scena le molteplici forme creative che il serpente ha assunto nell’arte, nella gioielleria e nel design. Curata da Lucia Boscaini e Bulgari Heritage Curator, la mostra presenta, accanto a gioielli antichi provenienti da Pompei, dal Museo Archeologico di Napoli, anche creazioni Serpenti dell’Archivio Storico di Bulgari, opere d’arte contemporanea, fotografie ed illustrazioni artistiche, e ancora abiti vintage, costumi teatrali e cinematografici, oggetti di design. Le creazioni di Bulgari sui Serpenti vanno dai primi modelli stilizzati realizzati con la tecnica Tubogas, fino a quelli più realistici con scaglie in oro rivestite di smalti policromi. Da citare le opere degli artisti Keith Haring, Alexander Calder, Paul Klee e poi quelle dei fotografi Robert Mapplethorpe, Richard Avedon ed Helmut Newton. Una sezione è riservata ai costumi di scena indossati da Elizabeth Taylor nel film “Cleopatra” (1963) durante le cui riprese, molte delle quali girate ad Ischia, l’attrice incontrò Richard Burton che per il fidanzamento le regalò una spilla pendente con uno smeraldo colombiano da 23 carati.

Silvana Lazzarino

SERPENTI/FORM
ARTE GIOIELLERIA DESIGN
Museo di Roma- Palazzo Braschi
Via San Pantaleo- Roma
Orario da martedì a domenica ore 10.00-19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Informazioni 060608 tutti i giorni 9.00-21.00
fino al 10 aprile 2016

immagine Serpenti Form 3

Il Dispari 2016-04-04

Il Dispari 2016-03-29

Il Dispari 2016-03-29

Editoriale

Inizia oggi la serie di dieci puntate con la quale, in assoluta anteprima, vi offriremo in lettura tutte le poesie finaliste della quinta edizione del Premio Internazionale di Poesia “Otto milioni” che vedrà il suo epilogo durante il lungo evento programmato nell’ambito dell’EXPO in città e del Bookcity di Milano.
Con cadenza settimanale pubblicheremo, tre per volta, tutte le trenta poesia finaliste.
Ogni settimana sarà presente su questa pagina un coupon predisposto per la votazione della poesia da voi preferita. C’è da dire che i vostri voti saranno determinanti non solo per l’aggiudicazione del premio finale, ma essi saranno considerati anche come un’importante indicazione per l’assegnazione del premio speciale “Il Dispari” che verrà attribuito da una giuria designata dal Direttore Gaetano Di Meglio.
Si apre il sipario e le trenta finaliste si svelano per voi!
Ed ora alcune notizie spicciole.
Gennaro Conte, ha studiato filosofia, è di Casamicciola, ha scritto prose e poesie e ci ha rilasciato una video intervista che abbiamo sbobinato per pubblicarla qui.
Paola Occhi e Rita Cuccaro si stanno attivando per aprire, con l’insegna della nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, una nuova scuola di canto e di poesia in una località della Campania, dopo quella aperta da poco in provincia di Modena.
Conoscendo la determinazione, la professionalità ed il pregevole fascino persuasivo delle due donne, tutto lascia intendere che il nostro Made in Ischia otterrà una nuova prestigiosa vetrina artistica.
Solo per carenza di spazio devo fare a meno d’illustrare oggi i nuovi progetti editoriali che spaziano da una raccolta di articoli scritti meditati nel filone dell’attenzione verso il sociale “Alla ricerca del percome”, ad un florilegio di testi in prosa e in poesia destinato ad un pubblico che non disdegna ciò che chiaramente è indicato nel titolo “Erotismo, sì!”, fino alla prossima pubblicazione di un’antologia poetica tradotta in lingua lettone da Liga Sarah Lapinska ben nota pittrice, poetessa, traduttrice nonché vincitrice di numerosi premi per le sue attività artistiche.
Di questi progetti certamente ne parleremo in maniera esaustiva nella pagina della prossima settimana.
Chiude la pagina la dettagliata illustrazione che la nostra “giramondo” Silvana Lazzarino ci propone della mostra di opere grafiche dell’Artista Maurits Cornelis Escher.
Buona lettura
Bruno Mancini
INFO: tel 3936937717 (tutti i giorni dalle 14 alle 24)

Il Dispari 2016-03-29
Intervista a Gennaro Conte

Buona sera a tutti, siamo qua riuniti in Piazza Marina di Casamicciola Terme per vedere l’esibizione del “Dragon”, ossia il maestro Pasquale Di Costanzo.
Sono in compagnia anche del poeta Bruno Mancini al quale ho sottoposto la mia intenzione di entrare nel loro gruppo per l’antologia poetica che a breve sarà presentata a Milano.
Quindi vorrei anche io dare un contributo inserendo nella raccolta alcune me liriche.
Ho visto che Bruno ha preso questa mia iniziativa con molto entusiasmo ed è soddisfatto di vedere che c’è ancora un po’ di fermento artistico anche se noi siamo dei modesti rappresentanti isolani.
Io ho già pubblicato alcune raccolte di poesie.
La prima s’intitolava “Sognare in versi”: una raccolta edita da De Frede in cui si trattano vari temi: dall’amore al mio rapporto con il divino, con la natura ecc.
Poi ho pubblicata un’altra raccolta inserendo anche un piccolo racconto mitologico dal titolo “L’isola verde tra mito e poesia”. Anche qui più che altro le liriche erano dedicate ai posti più suggestivi ed emblematici dell’isola d’Ischia come il Castello Aragonese, il Fungo o con particolare riguardo verso le nostre bellezze naturali, come le acque termali ecc.
Poi ho pubblicato una breve raccolta di liriche sulla mia squadra del cuore, delle poesie sul Napoli. “Rinascita” si chiamava, dal fallimento al ritorno ai fasti di un tempo.
E poi l’ultimo libro. Con Graus editore ho pubblicato “L’invisibile esiste nel visibile” in cui vi è inserito un racconto fantastico e alcune mie liriche.
Quindi adesso sono ben lieto di partecipare a questa antologia poetica che gli scrittori isolani hanno portato avanti da alcuni anni con molto entusiasmo.
Arrivederci a tutti… e ci rivediamo!

Video intervista Gennaro Conte 

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Il Dispari 2016-03-29

Cod 14: Eva Strazdina
La prigioniera dell’amore
Ogni attimo in questa vita pulsante
non voglio essere senza le tue carezze,
senza i pensieri di te,
nei sogni vuoti e bianconeri senza te.
Invece cosi, non libera, posso respirarti
come profumo di lillà bianche e violette
e il vento tra i rami fioriti.
No, non libera, sentendoti sempre, non libera.
La prigioniera di questa vita pulsante
e delle primavere, piene delle lillà
come io sono piena con tutte le tue variazioni.
Le tue carezze. I miei pensieri. I nostri sogni.

Cod 24: Ester Margherita Barbato
Fammi la primavera
Di notte mi perdo
dietro i passi del vento
che semina dubbi nella terra aperta
e i rami avvolge di brividi verdi
Fuori stagione ho già farfalle in volo
dalle mie foglie ancora stropicciate
e tu contrasti la cattiva sorte
Viaggiatore inatteso che spegni la notte
con un respiro ampio di poesia
fammi la primavera che ti piace
e sciogli a suon di flauti e di ritorni
questo gelo che ancora mi fa sua.

Cod 4: Solidea Basso
MEZZANOTTE
Il piacere vigliacco di un bicchiere di vino
che mai sarà l’ultimo,
goccia a goccia consuma le torri di carta che abitano in me.
Superstite, in un altro giorno da dimenticare
che si insinua insopportabile,
finchè la vista si annebbia e la foschìa sui pensieri e sul cuore
mi risparmia l’ennesima sconfitta.
Mi arrendo ancora al mondo intero e a me stessa,
incapace di lottare contro il vuoto che mi riempie,
mi allaga, mi avvolge, mi annienta.
Ti aspetto, nera Signora che consegni oblìo,
oggi, domani… che importa?
Il tempo rotola via, così,
lasciando mezzanotte dentro.

coupon (4) 20160329

Bruno Il dispari

A TREVISO, UNA SUGGESTIVA MOSTRA DEDICATA A MAURITS CORNELIS ESCHER

Sequenze geometriche per descrivere rappresentazioni, reali e oniriche, legate all’universo esterno e a quello interiore nel suo rapportarsi ai processi esistenziali, attraversano l’opera di Maurits Cornelis Escher (Leuwarden -Paesi Bassi- 1898; -Laren 1972), incisore e grafico olandese di raffinato gusto e sorprendente originalità.
L’interesse per le grandi teorie di inizio Novecento, quali la relatività e lo sviluppo della psicanalisi, oltre alla vicinanza di un padre ingegnere e diverse discussioni con fisici e matematici, hanno suscitato in lui un nuovo modo di osservare la realtà circostante di cui ha saputo cogliere gli aspetti scientifici entro i flussi delle emozioni.
Alla sua opera è dedicata una suggestiva mostra che, dopo Roma e Bologna, giunge a Treviso presso il Complesso Monumentale di Santa Caterina, dove rimarrà fino al 3 aprile 2016. L’esposizione Escher, patrocinata dal Comune di Treviso, curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea e prodotta da Arthemisia Group, attraverso 140 opere -provenienti da prestigiosi musei, biblioteche e istituzioni nazionali- ripercorre l’iter dell’artista con rappresentazioni che danno vita a costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi e geometrie paradossali.
Tra queste spiccano Mano con sfera riflettente, Metamorfosi II e Casa di scale (relatività).
Attraverso lo studio di rapporti tra spazio e profondità, Escher invita ad un nuovo modo di osservare la natura e il suo paesaggio mediante un punto di vista diverso che fa emergere in filigrana quella bellezza della regolarità geometrica mostrata come magia.
Il percorso, suddiviso in sei sezioni, procede dagli anni Venti del secolo scorso in cui si evincono le influenze dell’incisore Jessurun de Mesquita al periodo trascorso in Italia (1923-1935) dove Escher si sofferma sulla dimensione del paesaggio, per arrivare agli anni vissuti dopo il 1941 nella cittadina di Baarn, oggi sede della Escher Foundation. È, inoltre, posto l’accento su aspetti mai affrontati prima come il rapporto con Piranesi e il confronto con la dimensione concettuale di Luca Patella.
Attraverso le opere con cui traduce i principi della relatività e della relazione tra piani e spazio, Escher ha dato vita a forme geometriche in continuo divenire, elaborando una spazialità nuova entro cui le stesse geometrie creano ritmi armonici ed equilibrati, proprio come equilibrato è l’universo matematico.
Lo sguardo di Escher, a partire dall’osservazione diretta della natura sull’onda del fascino che esercitarono su di lui i paesaggi dell’Italia comprese le coste, i luoghi più grigi della Svizzera e dell’Olanda, ha saputo catturare non solo le meraviglie offerte dagli scorci del nostro paese, ma anche le piccole realtà naturali: dai soffioni agli scarabei, dalle foglie alle cavallette, dai frattali ai gechi. Suggestive: Ex libris), Scarebei, Metamorfosi,Su e Giùe Convesso e Concavo.
L’Italia ha un peso rilevante nella vita di Escher. L’artista olandese vive infatti a Roma dal 1923 al 1935 con sua moglie Jetta Umiker che sposa a Viareggio nel 1924. È in Italia che nascono i suoi figli George ed Arthur. Escher ricorderà i suoi anni in Italia come “I migliori anni della sua vita”. Escher approfitta del soggiorno italiano per percorrere la penisola in lungo e in largo in cerca di ispirazione. Oltre ad innamorarsi del sole, del mare e dei paesaggi del Belpaese, l’artista è attratto dai piccoli villaggi della Calabria, della Sicilia, del Golfo di Napoli e della Costiera Amalfitana, che lo colpiscono per la particolare composizione e per la struttura dei centri abitati che sembrano fondersi col paesaggio.
Anche Napoli nel 2005 ha dedicato ad Escher una suggestiva esposizione a Castel Sant’Elmo con alcune opere legate al paesaggio italiano ed alla costa mediterranea
Silvana Lazzarino

mano con sfera riflettente Escher

Bruno Il dispari

Il Dispari 2016-03-21

Il Dispari 20160321 comp

Editoriale
Come apertura di questa pagina desidero puntualizzare una breve annotazione relativa all’editoriale della scorsa settimana, in quanto in esso ho commesso un’imprecisione riguardante la comunicazione della stampa delle due opere finaliste del premio di grafica “Otto milioni” la cui pubblicazione, a differenza di come annunciato, era prevista per questa settimana.
Quindi, ripeto che le due opere classificate prime a pari merito nel premio di grafica “Otto milioni”  delle quali sono autrici Antonella Ronzulli e Liga Sarah Lapinska, e che ora vi mostriamo in anteprima assoluta in bianco e nero, potrete ammirarle nella splendida colorazione originale sulle due copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che sarà pubblicata entro il prossimo mese di Agosto. Complimenti ad Antonella Ronzulli e Liga Sarah Lapinska che hanno ottenuto questo ulteriore meritato successo.
Silvana Lazzarino ci parla della mostra allestita in omaggio di Renzo Arbore, illustre amico dell’isola d’Ischia e ci ricorda uno sfizioso aneddoto riconducibile ad una sua vacanza nella nostra isola.
Da Angela Maria Tiberi, vincitrice della quarta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”, riceviamo un’interessante relazione sul convegno che si è tenuto a Sermoneta in occasione della festa della donna infiocchettato con un suo vibrante omaggio poetico alla scrittrice  Silvana Arbia che ricopre (ed ha ricoperto) ruoli importantissimi nell’amministrazione della giustizia italiana ed internazionale (Giudice della Corte d’Appello di Milano,  Cancelliere Capo della Corte Penale Internazionale dell’AIA, C.I.E.F. OF PROSECUTIONS TRIBUNALE ONU RUANDA, fondatrice del Tribunale Internazionale dei diritti umani, Presidente della Fondazione Silvana Arbia ecc.).
Poiché a Pasquetta, com’è ovvio, non saremo in edicola, la chiusura di questo scritto è tutta dedicata agli auguri per una serena Pasqua e giorni collaterali. Auguri a tutti indistintamente, sperando che dall’uovo pasquale escano, anche, notizie positive per il gemellaggio con Torrenova, per la definizione dei progetti al Bookcity e per una maggiore attenzione generale da parte di tutti (amministratori, sponsor, aziende, turisti, cittadini…) verso l’Arte e la cultura MADE in Ischia.
Bruno Mancini

Liga Sarah Lapinska premio di grafica Otto milioni comp

Antonella Ronzulli premio di grafica Otto milioni compIl Dispari 20160321 2 comp

LA CARRIERA DI RENZO ARBORE RACCONTATA IN UNA MOSTRA A ROMA
Renzo Arbore lungo cinquant’anni di carriera con il suo carisma e la sua originalità ha dato un nuovo impulso alla canzone e alla storia della televisione e del costume del nostro Paese.
I suoi programmi radiofonici, le indimenticabili trasmissioni televisive, i concerti con la sua Orchestra Italiana, hanno dato spazio al suo talento di musicista, compositore e interprete di canzoni, conduttore e regista, cui non è mai mancata quella vena ironica espressa sia nell’ambito dello spettacolo sia nella vita privata.
Ai 50 anni della sua straordinaria carriera legati alla Rai Radiotelevisione Italiana è dedicata una suggestiva mostra aperta a Roma presso il Macro Testaccio (spazi della Pelanda) fino al 3 aprile 2016. La mostra RENZO ARBORE. La mostra videos, radios, cianfrusaglies che si apre con un invito a liberare la mente da ogni preoccupazione, espresso nella frase “lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”, attraverso dieci sezioni, traccia il suo iter artistico tra spettacoli, tour internazionali, film, libri, cui si accompagna il suo costante impegno umanitario a fianco della Lega del Filo d’Oro di cui è testimonial da anni.
Il percorso allestito dai suoi storici collaboratori per le scenografie degli spettacoli: Alida Cappellini e Giovanni Licheri, guida i visitatori nel suggestivo mondo di uomo di spettacolo, appassionato di musica, radio, cinema, collezionismo. Si procede da spettacoli televisivi “Quelli della Notte” e “Indietro Tutta” a quelli radiofonici “Bandiera Gialla” e “Alto Gradimento”, dalle prime esperienze musicali con la Barilla Boogie Band, agli Swing Maniacs, fino ai concerti dell’Orchestra italiana, per arrivare ai suoi film, sketch pubblicitari, documenti audio e video, poster, album e fotografie. Con la sua Orchestra Italiana fondata nel 1991, Arbore ha fatto di un sogno una vera e propria “mission”: far rivivere il nuovo/antico suono di Napoli attraverso una rinnovata emozione conquistando i grandi teatri d’Italia e del mondo così da promuovere la musica italiana più internazionalmente conosciuta.
Le stazioni del percorso, che rappresentano le sue passioni: l’America, il Collezionismo e la Plastica, il Cinema, i Viaggi, la Televisione, le Città e gli Amici, la Moda e il Design, la Radio e infine la Lega del Filo d’Oro attraverso suoni, colori, immagini ed oggetti svelano curiosità e momenti importanti della sua vita, raccontando anche un pezzo della storia d’Italia e degli Italiani. Accanto alle “cianfrusaglies” di ogni tipo con oggetti di plastica vi sono i suoi strumenti musicali tra cui i clarinetti, le radio d’epoca, le cravatte sgargianti, i gilet dai vari colori, e i cappelli di diverse fogge. Amato da tutti per simpatia e semplicità Arbore è testimonial della Lega del Filo d’Oro, associazione che si dedica all’assistenza, alla riabilitazione e al reinserimento nella società delle persone sordo-cieche e pluriminorate psicosensoriali.
L’interesse di Arbore per il collezionismo ha un riferimento aneddotico che si svolse ad Ischia, quando, negli anni ‘70, durante una sua sosta serale presso il Bar Italia in compagnia della già affermata Mariangela Melato, fu attratto da una vetrina contenente un cospicuo numero di esemplari diversi delle così dette mignonnettes di liquore (veri pezzi da collezione), scegliendone e decidendo di comprarne un numero esagerato… tanto che la Melato mostrò qualche segno di irrequietezza per il tempo che lui stava dedicando alle “bottigline”.
Silvana Lazzarino 

RENZO ARBORE
La mostra.
Videos, radios, cianfrusaglies
“Lasciate ogni tristezza voi ch’entrate”
MACRO, Testaccio, La Pelanda – Centro di produzione culturale
Roma- Piazza Giustiniani 4
Orario: da martedì a venerdì ore 14.00-20.00,
Sabato e domenica ore 10.00-20.00; chiuso lunedì,
Aperto 28 marzo ore 10.00-20.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Fino al 3 aprile 2016
Informazioni e prenotazioni: tel. 199.15.11.21

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Il Dispari 20160321 tutto ridim

ACCADEMIA INTERNAZIONALE ARTE E CULTURA DI MICHELANGELO ANGRISANI
Nuovo cenacolo della poesia – Festa della donna
 
Sermoneta, 8 marzo 2016
Presso la trattoria “Da Elena” Corso Garibaldi 8 Sermoneta cell. 3247885259

l’8 Marzo è solo giorno dell’anno da ricordare per tutto l’anno o è il punto di partenza per comprendersi e stare bene fra amici, nella famiglia, nella società?
Da dove si deve iniziare per stare bene e felicemente insieme?
Si deve dialogare con profondo rispetto e trovare la base comune fra la coppia e abbattere ogni barriera esistente nell’ambito familiare e nell’ambito sociale?
Si può fare di più ma l’importante è iniziare a costruire le fondamenta di un rapporto fra l’uomo e la donna.
Le fondamenta per costruire la base comune: iniziamo a meditare sul significato della parola donna.
Donna.
Femmina fisicamente adulta della specie umana. L’espressione ebraica per donna è ‘ishshàh (lett. uomo femmina) ed è resa anche “moglie”. Similmente il termine greco gyné viene tradotto sia “donna” che “moglie”.
Significato della parola uomo
Termine ebraico adhàm significa uomo, dal greco ànthropos significa “uomo, genero umano”, anér significa “uomo, maschio, marito”.
Dove si incontrarono l’uomo e la donna nella storia? Nel Paradiso terrestre o sulla Terra.
La leggenda della civiltà umana la conosciamo tutti.
Pensate che Dio prese una costola dell’uomo vicino al cuore e non un arto o altra parte del corpo umano cioè il luogo dei sentimenti e della vita e dalla scacciata degli esseri umani nell’Epoca d’oro iniziarono le sofferenze fra gli esseri umani e le incomprensioni e l’odio e tutte le bruttezze della generazione umana.
Si augura a tutti un buon vivere insieme e si ringraziano tutte le associazioni di volontariato che si occupano della donna come il Centro Donna Lilith di Latina, A.E.D.E., Servizio Antiviolenza Donna 1522, e tutte le autorità che si occupano della parità dei diritti umani.
Si ringrazia il drammaturgo Mario Fratti italo-newyorkese che ha dedicato la sua vita a scrivere opere che valorizzano le donne e la loro lotta per i loro diritti spesso negati dai tiranni, ricevendo oltre 18 AWARD, e le sue opere vengono tradotte in 20 lingue e vengono rappresentate nei principali teatri mondiali.
Si può uscire da questa situazione d’incomprensione e di odio?
Si, con l’Amore e la poesia
Poesia significa comporre, creare, capacità di esprimere un contenuto di idee e sentimenti in modo atto a commuovere, a suscitare emozioni, a eccitare la fantasia: “Tutti gli uomini…hanno nel fondo dell’anima una tendenza alla poesia” (Berchet).
Per creare la base comune della vita fra gli esseri umani si ricorre all’amicizia.
Si tralascia per la festa della serata: la storia e la riconoscenza dell’esistenza dei diritti umani.
Si può dedicare una serata d’incontro per illustrare questa parte avvincente sui diritti umani sulla donna  invitando l’Illustre Giudice della Corte d’Appello di Milano, dott. Silvana Arbia, scrittrice – Cancelliere Capo della Corte Penale Internazionale dell’AIA, C.I.E.F. OF PROSECUTIONS TRIBUNALE ONU RUANDA, Silvana Arbia, fondatrice del Tribunale Internazionale dei diritti umani e Presidente della Fondazione Silvana Arbia.

Dedico al giudice Silvana Arbia la poesia “Un ruggito”.

Un ruggito
 
Un ruggito squarcia il tempo,
là nell’orizzonte mondiale, si nota una luce d’ammirare.
Una donna amazzone con un urlo simile al leone combatte,
senza stancarsi, le atrocità, le violenze, i genocidi della povera gente.
Non importa il colore, ha importanza il cuore.
Tutti si risvegliano dal grande rumore.
è nato il Tribunale Internazionale che combatte l’orrore da non dimenticare: “Ruanda”
La piccola donna è vicina al mio cuore e mi emana tanto calore di Umanità,
perché la giustizia umana esiste e vince sulla vasta infamità.
Finalmente esiste la libertà e la giustizia dei dimenticati.
Libero sono da ogni atrocità!
 
Angela Maria Tiberi

 

Bruno Il dispari

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

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