Il Dispari 20180820 – Redazione culturale

Il Dispari 20180820 – Redazione culturale

Il Dispari 20180820


Editoriale

L’inizio della seconda parte del mio racconto “La notizia virgola, la condanna punto” tratto dalla raccolta “per Aurora”

La Condanna punto – Capitolo 1°

Non avevo ancora completamente realizzato cosa fare, se accettare da Aurora il nuovo attestato di amicizia, salutare ed abbandonare il suo regno pur essendo a conoscenza degli eventi pronti ad investirla con nuova e più grande pericolosità, oppure, rimettendo in moto la narrazione (con Edoardo, Tom ed Edith sul palco), lasciare che i miei timori balenassero nella sua psiche se non come certezza, almeno come sospetto.

Così agendo, ne ero consapevole, poteva tuttavia accadere che lei, Aurora, interpretasse in maniera non assolutamente conforme ai miei intenti i risvolti delle azioni e dei convincimenti insiti nella narrazione della parte del racconto che avrei dovuto proporre.

Non muovevo, né in un senso, né nell’altro la mia determinazione, quasi imbambolato, sognante, ad occhi aperti immobili, con a fianco la mia Anima e il mio Cervello tutti magicamente adagiati nelle oblianti attenzioni della nostra amica.

Nessuna altra idea.

L’uomo vestito di bianco riprese il suo posto al pianoforte suonando in nostro onore le più belle melodie napoletane del suo immenso repertorio.

Un’indubbia corrente di pensieri gli consentiva di percepire i miei desideri, tramutandoli in musicalità prima che io li esprimessi. “Indifferentemente” ritornava ad ogni mio impulso, sempre con maggiore intensità.

Una volta intonata da trombe parlanti, ed era lui vestito di bianco a farlo, la successiva, come se cime di palme e di eucalipti, ondeggiando, rumoreggiassero più simili a violoncelli e contrabbassi che ad alberi tra venti tropicali in foreste dense di pioggia.

“E nuie pe’ recità l’urtima scena…”

La donna dalle mani ambrate e con un ventaglio di seta…

ISBN 9781445237534 – Copyright Bruno Mancini – Pagine 454 – Copertina morbida con rilegatura termica – Inchiostro contenuto bianco e nero – ID 6048193 – Spedizione in 3-5 giorni feriali
Prezzo € 16,92 (IVA esclusa)
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News

Grazie alla costante e tenace attività di Caterina Guttadauro La Brasca (opinionista di questa testata giornalistica Il Dispari diretta da Gaetano Di Meglio), la celebre Direttrice d’orchestra Patrizia Bernelich, in collaborazione con Aldo Gallina (vedi nostra presentazione nell’edizione del quotidiano “IL Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio) del 13 Agosto 2018), sono impegnati nella ricerca di sponsor e di orchestrali atti a far sì che la sinfonia “Per Ischia” scritta dal Roberto Prandin venga eseguita in diretta durante l’evento “Otto milioni” organizzato dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ed inserito nel palinsesto della manifestazione internazionale #BCM18 Bookcity Milano (17 Novembre 2018 Aula Magna della SIAM di Milano).

Chi è Patrizia Bernelich lo scriveremo in dettaglio in una successiva occasione, oggi basterà dire che lei è Direttore d’orchestra, di coro, pianista.

Patrizia Bernelich è diplomata al Conservatorio S. Cecilia di Roma con il massimo dei voti e la lode.
Dopo aver frequentato corsi di perfezionamento tecnico e interpretazione pianistica con V. Vitale, C. Bruno ha studiato direzione d’orchestra con il maestro Fabrizio Dorsi.

Dal 2004 dirige il Coro Lirico Ponchielli Vertova con il quale svolge intensa attività di divulgazione del repertorio lirico di tradizione e dal 2006 dirige anche il Coro Filarmonico di Piacenza.

Ha suonato a Lugano, Ginevra, Zurigo, Monaco di Baviera, Parigi, Bellinzona, Rejkjavik, Berlino.

Ha diretto numerosi concerti lirico-sinfonici e opere liriche quali: Cavalleria Rusticana di Mascagni, Le Villi di Puccini, La Traviata di Verdi, Oberto, Conte di San Bonifacio di Verdi, Lucia di Lammermoor di Donizetti.

Ha diretto Carmina Burana di C. Orff a Cremona, la Messa da Requiem di G. Verdi e il Requiem di Faurè nel Duomo di Cremona.

È titolare della cattedra di Pianoforte Principale al Conservatorio G. Nicolini di Piacenza.

Bruno Mancini


Premio Ragunanza sesta edizione

L’Associazione di promozione sociale “Le Ragunanze” con il patrocinio del Consiglio Regionale del Lazio, Roma Capitale XII Municipio, Ambasciata di Svezia a Roma; in collaborazione con EMUI Euro Med University, Golem Informazione, Associazione Culturale Euterpe, Da Ischia L’Arte – DILA, Come Una Marea Onlus, Radio 00, Leggere Tutti, Nuova Accademia Monteverde, Premio internazionale di Poesia e Narrativa Città di Latina, promuove la sesta Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA.

La partecipazione è aperta a tutti coloro che, dai 16 anni in su –per i minorenni è necessaria l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci- senza distinzioni di sesso, provenienza, religione e cittadinanza, accettano i 13 articoli del bando disponibile al link https://premiarti.it/ragunanza-di-poesia-narrativa-pittura-6-edizione-2019/

Il regolamento per la sesta Ragunanza di POESIA, NARRATIVA e PITTURA, prevede quattro sezioni.

I nostri Giurati, i cui nomi saranno resi noti solo a conclusione della votazione, valuteranno, a loro insindacabile giudizio, gli scritti e le opere pittoriche pervenuti.

Michela Zanarella, Socia Fondatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”

Oliviero Rainaldi, Le otto opere della misericordia

3 Silvana Lazzarinio Oliviero Rainaldi, Le otto opere della misericordia

Oliviero Rainaldi: “Le otto opere della misericordia”.

Foto di un articolo scritto da Silvana Lazzarino che pubblicheremo nella pagina culturale del 27 Agosto 2018 del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio

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Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

Il Dispari 2017-12-11

Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

Editoriale Il Dispari 2017-12-11

Caterina Guttadauro La Brasca: BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina

Chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Nata e vissuta per molti anni in Sicilia, dove ha completato gli studi classici, risiede A Bologna.. Sposata, è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.
È da sempre amante dello scrivere.

Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, è stata Presidente di Giuria in tre edizioni del concorso letterario nazionale “L’Anfora di Calliope”, nonché Giurata al World Literary Price, concorso letterario mondiale itinerante alla riscoperta delle capitali mondiali.

Nel 2015 ha ricevuto a Parigi il Premio alla Cultura; nel 2017, al concorso letterario internazionale ”VOCI” di Abano Terme, ha ricevuto la Medaglia al Merito del Senato della Repubblica Italiana per talento e meriti letterari.

Ha collaborato con la TV Umbra, nella trasmissione “Vita Vera”.

Ha fatto parte del direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni ed ha pubblicato un Romanzo Collettivo assieme ad altri scrittori.
Scrive per Fattitaliani, per Agenparl Umbria, per Scrivonline (giornale online siciliano), per il Magazine La Macina, e per la Rivista parigina “La Voce” che diffonde la cultura italiana all’estero.

Il suo primo libro “La Barriera Invisibile”, pubblicato nel 2010, ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale “Città di Cattolica”.

Nel 2011 ha dato alle stampe il romanzo: “Silenzi d’Amore” che ha vinto il primo premio per la sezione “PIANETA DONNA” nella 2^ edizione del premio letterario internazionale “Montefiore”; il premio speciale della Giuria nell’Edizione 2012 del premio letterario “Histonium”; il premio assoluto della critica al concorso letterario internazionale “Il Golfo dei Poeti”.

Nel 2013 ha pubblicato il suo terzo libro “La Vita appesa ai muri” che ha vinto il Premio della Giuria al concorso letterario internazionale “Città di Pontremoli” ed è tra i primi cinque ed unici vincitori per la narrativa al concorso letterario “La Città del Tricolore”.

Nel 2015 ha pubblicato “La voglio gassata”.

Il libro, per concessione del Presidente Nazionale dall’A.I.L, Prof. Mandelli, reca in copertina il logo nazionale dell’Associazione; ha vinto il primo premio assoluto della narrativa nella XXXI edizione del concorso letterario “HISTONIUM”; si è piazzato al terzo posto per la narrativa edita al concorso di Pontremoli nel 2017.
Caterina Guttadauro La Brasca, già dalle prossime settimane, proporrà un sua rubrica in questa pagina, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare ai lettori di questo giornale e a tutti coloro che seguono con interesse i progetti culturali diffusi dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-11

Il Dispari 2017-12-11

Liga Sarah Lapinska intervista KSENIA SVETLOVA Deputata del Knesset israeliano

LIGA SARAH: «Qual è il tuo gusto nel campo della cultura italiana e che cosa ne pensi delle tradizioni italiane? Come vedi lo sviluppo tra Italia ed Israele?»

KSENIA: «Le nostre culture sono molto simili. Il sapore del Mediterraneo si sente sia qui sia là.
Il clima, il profumo del mare, il temperamento della gente, la cucina stupenda.
Bastano queste qualità per cercare contatti sempre più stretti uno con l’altro?
In Israele abitano tanti emigranti italiani, quindi la cucina italiana qui da noi è molto conosciuta.

In Russia, da bambina, crescendo, ho guardato il Festival di San Remo.

Anche adesso ascolto volentieri Toto Cutugno.
Insomma, la cultura italiana in Israele viene ben apprezzata.
Israeliani spesso visitano l’Italia, per ragioni di studio, di affari, come turisti, oppure per scambi scientifici e culturali.
Negli ultimi 10 anni sono stati tradotti 105 libri di scrittori italiani.

Un’associazione forte è Italkim, attiva in favore di coloro che sono rimpatriati dall’Italia in Israele.
Consolida i rapporti di cultura tra i nostre due paesi e sviluppa il riconoscimento della vera cultura italiana.

L’Istituto della Cultura Italiana ha iniziato ad organizzare un buon elenco di eventi nel Centro della Cultura Ebrea di origine libica nella città di Or-Yehuda.
Sono state aperte iscrizioni per il corso di lingua italiana.»
LIGA SARAH: «Novità entro l’anno 2017 in Israele nel campo di cultura?»
KSENIA: «Nell’inverno israeliano, il deserto Negev fiorisce ed è magnifico.

La festività Darom Adon è specialmente dedicata a questo miracolo unico della natura.
Vengono organizzati mercatini

In Israele si ama la musica operistica e quella da camera,il teatro.
Il teatro qui viene inscenato in russo, in yiddish, in francese, in marocchino.

E certo il cinema.
Ogni anno in Cinematek lungo tutto il paese ha luogo il festival di film e di documentari “Dokaviv”, che ha gran successo sia per gli israeliani sia per gli ospiti di nostro paese.
Entro questo anno, in Israele avrà luogo il festivial del cinema russo, dove parteciperanno Leonid Parfenov, Aleksey Uchitel, Valery Todorovsky, Karen Shahnazarov ed altri famosi registi.

Inoltre, entro Gennaio 2018, Toto Cutugno farà un concerto a Tel-Aviv.
Come ho già detto, qui tutti conoscono Toto Cutugno, un uomo leggenda, che ha conquistato il pubblico di San Remo con la sua canzone “L’Italiano”.»

LIGA SARAH: «Come si stanno sviluppando i rapporti tra le culture ebrea e araba?»

KSENIA: «Le basi di queste due culture, senza dubbi, hanno le stesse origini.
Durante tanti secoli, ebrei ed arabi hanno abitato nella stessa zona geografica.
Per colpa del conflitto tra palestinesi ed israeliani la gente ha cominciato ad allontanarsi uno dall’altro.
Questo problema è stato uno degli scopi che mi hanno spinta a diventata giornalista.
Provare a riportare alla gente tutto lo splendore e la profondità dalla cultura araba, cosi tanto in comune con la tradizione ebrea.
Ovunque, gli interessi nel campo della cultura avvicinano i popoli più rapidamente di quelli politiche.

Niente è più importante dei rapporti positivi tra i popoli.
Sono aperta sempre al dialogo, e non dipende dalla nazionalità o status sociale di coloro con cui parlo.»

LIGA SARAH: «Scrivi anche tu qualcosa, intendo di tua creatività? Come ti riposi?»

KSENIA: «Scrivo articoli di analisi dedicati alla situazione nel Vicino Oriente e poi sto scrivendo il libro ”Verso il Vicino Oriente sui tacchi alti”, in cui descrivo le situazioni reali dalla mia carriera di giornalista.

Amo viaggiare, nonostante sia molto occupata.

Apprezzo di passare il mio tempo libero insieme con i miei cari figli e mio marito.
Viaggiamo per tutto il mondo, anche se nel nostro paese ci sono tanti posti da ammirare.
Le mie città più amate sono Yerusalem e Zihron Yakov.
All’estero Roma, Barcellona, Il Cairo.»

Ringrazio per l’intervista esclusiva rilasciata tramite me all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formulo tanti auguri alla Deputata del Knesset israeliano Kseina Svetlova per il successo editoriale del suo libro che, non è escluso, possa essere presentato nell’isola d’Ischia da me tanto amata.

Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 2017-12-11Il Dispari 2017-12-11

Twitterone

1) L’Ambasciatrice DILA in Lettonia, Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, ha regalato la nostra antologia “Da Ischia sempre poesia

Da Ischia sempre poesia

Da Ischia sempre poesia

edita nel 2016, allo storico Margers Vestermanis, sopravvissuto all’olocausto, celeberrimo fondatore ed ex direttore del museo “Ebrei in Lettonia”.

2) Eva Strazdina, vincitrice in “Otto milioni” di due premi poetici, ha ricevuto in dono dall’Ambasciatrice DILA in Lettonia, Liga Sarah Lapinska, due copie della nostra antologia “Penne Note Matite”edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.
A sua volta, Eva Strazdina ne ha regalata una copia alla biblioteca di Sesava.

3) Le pagine culturali del 27/11/2017 e del 4/12/2017 di questo quotidiano sono nella rassegna stampa di Bookcity #BCM17

4) Einars Repse, classificato al quarto posto nel premio di grafica “Otto milioni” , ha ricevuto la nostra antologia “Penne Note Matite” da Liga Sarah Lapinska per conto di DILA.
Einars è un importante attivista nella lotta contro le malattie oncologiche.

Margers Vestermanis

Einars Repse,

Eva Strazdina

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Editoriale

BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina, a Daniela Mancini.

Chi è Daniela Mancini?

Dopo la laurea in “Filosofia della scienza e logica” si è dedicata all’insegnamento e da venti anni è Dirigente Scolastico di istituti superiori.
Nell’ambito dell’istruzione si occupa di formazione dei docenti sui temi del disagio e, anche per i colleghi dirigenti, sull’innovazione tecnologica.

Ha ideato due sceneggiature su questi argomenti: “La malaskuola” e “Resistenze”.
Appassionata di tradizioni popolari, ha pubblicato, in varie antologie, alcuni racconti sugli antichi mestieri e su altri vari argomenti.
Nel 2016 ha pubblicato ”La tua storia nella mia”, il cui testo è stato introdotto dalla lettera di apprezzamento del Prof. Adriano Prosperi, Storico e Docente della Scuola Normale di Pisa.

Ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Firenze e dei Comuni di Empoli, Cerreto Guidi, Fucecchio, Vinci.

Nel 2017, con la stessa casa editrice dei precedenti volumi, ossia la Ibiskos Ulivieri, è uscito il suo romanzo “Per distrazione”.

Daniela Mancini ha vinto diversi premi letterari tra i quali citiamo il Premio Letterario Internazionale Sissa, il Padus d’oro come scrittrice dell’anno 2017, il Premio Letterario Domenico Rea- Città di Empoli e il Premio Letterario Firenze Capitale D’Europa 2017.

Avremo presto modo di parlare ampiamente di Daniela Mancini e di farvi leggere suoi articoli e stralci di sue opere letterarie.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-04

L’ATTORE VIKTOR MISHIN INTERVISTATO DA LIGA SARAH LAPINSKA: “DEVO CONQUISTARE IL PUBBLICO”

Viktor Mishin, è un attore piuttosto famoso in Lettonia per aver partecipato a diversi film appartenenti al filone delle così dette soap opera, è un regista quotato e ha un suo proprio teatro ”Il Gallo d’Oro”, in russo “Zolotoi Petuh”.
Lo conosco perché l’ho contattato nella speranza che potesse promuovere spettacoli e concerti per la gente comune.

Qui in Lettonia alcuni si divertano quasi ogni giorno, ma migliaia di persone, purtroppo, si sono già quasi abituate a vivere senza feste e senza il teatro vero.
Troppa gente ha perso la speranza di essere felice, e pensa solo alla sopravvivenza, anzi a combattere contro gli altri per una vita migliore.
Che cosa significa vita migliore?
La carriera?
I tanti soldi?
Senza le qualità delle cose importanti, perché le più importanti qualità sono la gioia, la speranza, l’amore.
Viviamo senza essere felici e non festeggiamo più niente.
Viktor sa di creare sentimento di festa.
La sua voce è piena di emozioni. Lui declama a suo modo, proponendo, sempre fresche, le strofe sentite tante volte.
Ho pianto sentendo come questo attore declama con la forza dell’amore.

LIGA SARAH: «Secondo Lei, chi è il vero attore?»
VIKTOR: «L’attore non deve essere pigro. L’anima di un attore è piena di domande ed è ardente, altrimenti l’attore non è un attore.
Quale sala preferisco?
Il mio compito è conquistare ogni sala, piccola o grande che sia. Conquistare anche gli spettatori, a volte indifferenti, che mangiano durante lo spettacolo con intensità i loro cioccolatini.
Con le mie idee.
Con le idee di differenti autori.
Con i pensieri, con le emozioni.
Devo animare il pubblico, devo sorprenderlo per diventare vincitore senza guerre. »

LIGA SARAH: «Dove è nato, dove è cresciuto, e dove ha sviluppato la sua arte? Quali sono i suoi riferimenti?»

VIKTOR: «Sono nato e sono cresciuto a Riga, in Lettonia. Amo la mia città.
Ho studiato da saggi maestri, sia registi, sia attori.

Firs Shishigin, regista nel teatro di Jaroslavj in Russia ha detto “Dopo che avete guardato un film o uno spettacolo provate a riscriverne il senso in una sola parola.”

Aleksandr Dunajev era un regista ed attore molto interessante che sapeva dirigere l’intero processo di uno spettacolo: tra regia, attori e spettatori.

Sergey Tihonov è stato l’unico che mi ha aperto il Segreto di essere attore.
Mi ha regalato la chiave di questo mestiere.
Sono molto riconoscente a lui per questo.
Sergey Tihonov non è abbastanza apprezzato oggi, purtroppo, ma per 17 anni ha guidato un teatro molto noto a Mosca ed era anche un profondo pedagogo.

Nella mia gioventù preferivo il repertorio di Shukshin.

Mi sono esibito in diversi teatri ed anche in film commerciali dal 2011al 2014.
Ho sempre amato Aleksandr Geiman per la sua partecipazione nel sociale, Ostrovsky, Shakespeare.

Per il pubblico in Russia ho recitato Florindo, il personaggio del testo di Carlo Gozzi “Il Bugiardo”.

Poi ho fondato il mio teatro personale “Zolotoi Petuh”.

Ho uno studio dove gli attori possono preparare i loro ruoli, ma non ho la sala per lo spettacolo.
Il mio teatro viaggia verso i suoi spettatori e non viceversa.
Scelgo il repertorio, decido tutto nel mio teatro. Sono padrone del mio teatro, ma preferirei avere uno sponsor più pratico di me nel settore commerciale.
Quante umiliazioni a fare le file da un ufficio ad un altro per le pratiche necessarie all’attività del mio teatro!

Abbiamo tanti spettacoli per i bambini.

Per gli adulti abbiamo tanti spettacoli non solo classici, ma anche a sfondo sociale e filosofico.
Qualche tempo fa non erano così popolari come quelli per i bambini.
Un tempo molti spettatori aspettavano più sensazioni che spettacoli classici, adesso di nuovo sono pronti ad ascoltare le poesie delle betulle di Jesenin oppure guardare, per esempio, “Il Piccolo principe” di Sent-Exuperry, adatto sia ai bambini e sia agli adulti.»

Ringraziamo per l’intervista esclusiva rilasciata all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formuliamo tanti auguri a Viktor Mishin che, tra meno di un anno, festeggerà il 50° anniversario della sua carriera d’attore.
Infatti, Viktor apparve per la prima volta sul palcoscenico l’8.10.1968.

Liga Sara Lapinska

Il Dispari 2017-12-04

Twitterone

1) Dopo l’incontro al MUDEC di Bookcity #BCM 17, tutti a Sermoneta!
Tanto è stato grande l’entusiasmo per aver partecipato all’evento made in Ischia “Otto milioni” inserito nel programma Bookcity #BCM17 e proposto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte –DILA” nel Museo Delle Culture MUDEC, che tutto il gruppo di Artisti e di Soci DILA ha deciso di creare le condizioni affinché non se ne disperda il patrimonio di collaborazione e di amicizie.
A tal fine ci si è dati appuntamento a Sermoneta, dove, organizzata da Angela Maria Tiberi Presidente DILA per la provincia di Latina, il prossimo 10 Dicembre si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori delle quattro sezioni del premio “Otto milioni” 2017.

2) Continua la collaborazione redazionale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi, il cui nuovo numero della rivista Eudonna sarà acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia a partire dal prossimo 14 Dicembre.
La copertina è fantastica, gli articoli sono certamente superlativi… e poi in essa vi troverete la sorpresa DILA!
So che Mariapia Ciaghi non mi smentirà se affermo che TUTTE le meravigliose Artiste che hanno fatto parte di uno dei progetti culturali made in Ischia, organizzati negli ultimi dieci anni da me con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, avranno il privilegio di partecipare alla redazione della sezione culturale affidata da “Il Sextante” alla nostra associazione DILA”. A tale scopo basterà contattarmi al 3914830355, oppure inviarmi una mail a emmegiischia@gmail.com. Vi aspetto.

3) Lo scorso 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, una nutrita compagine di Soci e simpatizzanti dell’associazione DILA, capeggiati da Angela Maria Tiberi che ne è la presidente per la provincia di Latina, ha partecipato al convegno organizzato a Norma, presso l’aula consiliare, dalla Consulta delle donne e dall’assessorato alle Pari Opportunità.

Alla presenza del Sindaco Gianfranco Tessitore e della Vicesindaco Elisa Ricci; del dottor Mario Mellacina, primario del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina; della dottoressa Manuela Iaione, capo di gabinetto della Questura di Latina; della delegata Anci Lazio, Carmela Cassetta; di Irene Zara, psicologa e psicoterapeuta, responsabile dei servizi della cooperativa Utopia 2000, è stato possibile ammirare opere delle pittrici Angela e di Flora Rucco e di Milena Petrarca (prima classificata al premio di arti grafiche “Otto milioni”). Angela Maria Tiberi ha declamato la poesia “Eppure se” di Bruno Mancini. Le canzoni dei ragazzi del centro Musicale Orfeo hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’evento


Il Dispari 2017-11-27


FRANCESCO MACCIONI HA VINTO!

Con la poesia “NELLO SPIRAGLIO DI LUCE”, il poeta sardo Francesco Maccioni ha vinto la sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

La classifica finale è stata annunciata, il 18 Novembre scorso, nel prestigioso Museo Delle Culture di Milano (MUDEC) durante l’evento Made in Ischia organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA che ha avuto il privilegio di essere stato inserito nel palinsesto del Bookcity Milano 2017, #BCM17, notoriamente uno dei più importanti eventi artistici e letterari italiani.

Il secondo posto è stato conquistato dalla poesia “Quando sarò la pietra” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il terzo posto è stato conquistato dalla poesia “Dove mi aspetta” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il quarto posto è stato conquistato dalla poesia “Prova a credere” della poetessa lettone Eva Strazdiņa; e il quinto posto è stato conquistato dalla poesia “Amicizia” della poetessa italiana Angela Maria Tiberi.

La cerimonia di premiazione di tutti i vincitori dei quattro premi (poesia, arti grafiche, musica, giornalismo) avverrà a Sermoneta (provincia di Latina) il 10 Dicembre 2017 nella medioevale Abbazia di Valvisciolo.

La tradizione racconta che questa Abbazia, edificata in puro stile romanico-cistercense sia stata fondata nel XII secolo da frati greci e successivamente, nel XIII secolo, sia stata popolata e ristrutturata dai Templari ai quali, nel XIV secolo, subentrarono i Cistercensi.

Su di essa si racconta un’antica leggenda medioevale, in cui si narra che nel 1314, allorquando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay, gli architravi delle chiese si spezzarono.

Nell’Abbazia, il Maestro Luca Hoti dirigerà un coro di 28 bambini.

La cerimonia di premiazione si concluderà in Sermoneta con un allegro convivio, tra specialità culinarie locali ed intermezzi artistici, nella Trattoria “Da Elena” gestita dal mitico Raffaele Walter Poli che ci farà gustare un menù speciale “Otto milioni” (Antipasto di affettati misti, verdure grigliate, bruschette ecc. più due mezzi primo di ravioli alla carne e pasta al forno, acqua, vino, caffè per un totale di soli 20€ a persona).
Per partecipare potrete prenotarvi contattando (Tel. 3205584216) la Presidente della Sede operativa DILA di Sermoneta, Angela Maria Tiberi.

Ed, ora con tutti i nostri complimenti, spazio alla poesia di Franco Maccioni vincitrice della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

Cod. 07

Franco Maccioni
Nello spiraglio di luce

L’incredula notte
nascondeva avanzi consumati.
Dietro lo spiraglio aperto
la luna filtrava argentei raggi
tra gli alberi sommersi dal sonno.
Avevo i tuoi occhi di pianto
uniche stelle generose
che dall’immenso cielo
potevo tuffarmi con gioia.
Dall’immensità del nostro amore
nell’incredula notte trascorsa,
l’orizzonte scopriva il nuovo giorno.
Le nostre mani si tenevano strette
e i tuoi occhi risplendevano ancora.
La luce del giorno abbagliava
tracciando nei nostri volti
una tremenda forza di vivere.

Bruno Mancini

Franco Maccioni

Antologia Penne Note Matite

 Abbazia di Valvisciolo

Trattoria da Elena

Sermoneta

Il Sextante di Mariapia Ciaghi propone “SOUL IN THE ART”

Nella seicentesca sede dell’ex oratorio di S. Maria del Suffragio a Perugia si svolgerà la prestigiosa rassegna SOUL IN THE ART che ospiterà un gruppo di 24 rinomati artisti.

Spaziando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al designer, saranno esposte circa una cinquantina di opere.

Nella collettiva Soul in the Art, ogni artista, ogni pittore proietta la propria anima all’interno dell’opera, così come quando il poeta compone un sonetto e un musicista una sinfonia.

È in questo modo che l’arte vive e regala emozioni.

L’iniziativa è promossa da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, editore dell’Antologia made in Ischia “Mare Monti Mare” contenente opere finaliste dei premi “Otto Milioni” organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

La selezione delle opere pittoriche e scultoree della rassegna SOUL IN THE ART, che dal 7 al 17 Dicembre saranno esposte presso la Ipso Arts Gallery in via L. Bonazzi a Perugia, è stata curata da Elisa Bergamino, affermata critica d’arte, la quale scrive nell’introduzione del catalogo edito da Il Sextante:

“L’arte si sa parla un linguaggio universale, è come un sogno a occhi aperti, una realtà sì fisicamente riscontrabile, ma spesso non vera, immaginata, semplicemente una copia di una ben più importante realtà.(….)

Con il titolo “Soul in the art” si connota il carattere di una mostra collettiva incentrata sul valore del “visibile/invisibile”, quale universo di una verità formalizzata secondo strutturazioni linguistiche di un “parlare” che fa da contrappunto in una poetica di grande respiro.

La mostra è un momento importante per avvicinare idee diverse, mondi culturalmente lontani tra loro, dove spesso le forme assumono valenza di visione interiore struggente e dove gli artisti dimostrano di saper raffrenare le proprie energie per indirizzare l’estro verso la formulazione d’un progetto espressivo tutt’altro che affidato alla mera casualità esecutiva.

Difficile non rimanere emotivamente coinvolti e affascinati da lavori che trasudano di alchimia creativa, dal suggestivo sopravvento dell’immaginazione sulla realtà.
Una realtà che in alcuni casi rappresenta memorie di incontri reali tradotta in una rappresentazione d’istinto sebbene particolarmente vigile e scrupolosa.

Con le loro opere, gli Artisti danno mostra di una visione intellettuale e colta della vita in una ricerca sempre in divenire volta a catturare l’inafferrabile, l’imponderabile, impulso creativo e vitale che rende i loro lavori unici.
Lavori, dunque, che impegnano oltre che la fantasia la coscienza morale, aggiungendo significati emotivi ulteriori.

Nel corso del Vernissage è previsto venerdì 8 Dicembre il recital del soprano Tania RenzulliTra sacro e profano“. Saranno eseguiti brani di Pergolesi, Paisiello, Mercadante, Schubert, Brahms, Verdi, Bizet, Gershwin, Di Capua: un breve excursus musicale dal Settecento ad oggi… dall’aria da camera all’opera, dal musical alla canzone napoletana.

Il Dispari 2017-11-27 Redazione culturale

Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma

L’Associazione “Arte del suonare” di Maria Luisa Neri (Socia fondatrice nonché direttrice musicale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”), indice ed organizza il VII Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma, al fine di promuovere la cultura musicale.

L’obiettivo principale è stimolare i giovani allo studio della musica e valorizzare il lavoro di moltissimi docenti che con passione sviluppano le loro capacità espressive.

Dedicato a tutti gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado e a tutti gli allievi privatisti, il Concorso si svolgerà c/o il Liceo Musicale “Giordano Bruno” di Roma e si svolgerà in 2 sezioni: solisti e gruppi.

Il programma è libero.

Sono previste sei categorie in base.

Le domande dovranno essere inviate tramite mail a nerimarialuisa@libero.it entro e non oltre il 7/4/2018.

I partecipanti potranno avvalersi della collaborazione del pianista accompagnatore.

L’organizzazione mette a disposizione solo il pianoforte, ogni altro accessorio o strumento dovrà essere portato dai concorrenti.

Le Commissioni saranno formate da Maestri di provata esperienza per ogni fascia d’età e formazione.

I concorrenti sono tenuti ad informarsi del giorno e dell’orario a loro assegnato per la prova.

Il voto finale sarà la sintesi di tutti i voti della Commissione e saranno resi pubblici per la trasparenza del Concorso.

I Premi: il vincitore del VII Concorso “Note sul mare” riceverà 200 €; il solista o gruppo che avrà raggiunto il punteggio di 100/100 riceverà una targa di primo premio assoluto e un concerto; saranno assegnati, inoltre, un premio speciale giovanissimi di 100 €, un premio speciale archi di 100 €, Uun premio speciale chitarristi di 100 €, un premio speciale scuole di 100 €.

Il concorso si svolge nei giorni compresi tra il 7 e il 12 Maggio 2018.

Il concerto dei finalisti e la proclamazione dei vincitori avverrà 12 Maggio 2018 alle ore 18.30
Lo schema della domanda di iscrizione va scaricato dal sito: www.artedelsuonare//wordpress.com

Info: Prof.ssa Neri Maria Luisa 347-0804603 / 328-1288700
oppure alle mail nerimarialuisa@libero.it
È possibile chiedere aiuto per soggiorni a Roma a prezzo ridotto.

Il Dispari 2017-11-20

Il Dispari 2017-11-20 Redazione culturale

Editoriale

BOOKCITY – MUDEC
Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA

Il 18 Novembre 2017 nell’ambito del palinsesto del Bookcity Milano #BCM17, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, durante l’evento che ha proposto nel Museo Delle Culture di Milano –MUDEC, ha comunicato i vincitori delle quattro sezioni in cui è stata articolata la sesta edizione del premio internazionale “Otto milioni” 2017.
Franco Maccioni ha vinto il premio “Poesia”.
Milena Petrarca ha vinto il premio “Arti grafiche”.
Liga Sarah Lapinska ha vinto il premio “Recensione”
Alvils Cedriņš ha vinto il premio “Inno musicale”.

Tra gli altri, hanno partecipato all’incontro culturale Paola Occhi (cantante), Maria Luisa Neri scrittrice), Stefano Degli Abbati (scrittore), Dalila Boukhalfa (scrittrice algerina), Milena Petrarca (pittrice), Patrizia Canola (pittrice), Lorenzo Milani (fotografo), Domenico Umbro (musicista), Alberto Ghirardini (Socio Fondatore DILA), Angela Maria Tiberi (scrittrice), Assunta Gneo (scrittrice), Abdeldjalil Amri (scrittore algerino), Ugo De Angelis (scrittore), Maria Teresa Tedde (scrittrice)

Ve ne diamo un’anteprima con le foto di Lorenzo Milani, rimandando alla prossima settimana la cronaca dettagliata dell’evento.

Bruno Mancini

 

Domenico Umbro – Il Dispari 2017-11-20

Foto di gruppo – Il Dispari 2017-11-20

Angela Maria Tiberi – Il Dispari 2017-11-20

Bruno Mancini e A – Il Dispari 2017-11-20

Stefano Degli Abbati, Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa – Il Dispari 2017-11-20

Dalila Boukhalfa – Il Dispari 2017-11-20

Maria Luisa Neri – Il Dispari 2017-11-20

Milena Petrarca – Dispari 2017-11-20

Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Patrizia Canola – Il Dispari 2017-11-20

Foto di gruppo – Il Dispari 2017-11-20

Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa, Bruno Mancini, Maria Luisa Neri, Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Stefano Degli Abbati, Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa, Bruno Mancini, Maria Luisa Neri, Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Maria Luisa Neri – Il Dispari 2017-11-20

 

 

  DILA

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La Belle Époque con Toulouse Lautrec

La Belle Époque di Toulouse Lautrec a Verona Palazzo Forti

La Parigi di fine Ottocento con protagoniste cantanti, attrici, ballerine, acrobate riprese nei loro contesti tra sale da ballo, caffè-concerto e i palcoscenici sono al centro dell’opera di TOULOUSE LAUTREC (Albi 1864- Saint-André-du-Bois1901) che con la sua arte provocatoria e anticonformista ha caratterizzato l’epoca de la Belle Époque.

La Belle Époque Toluouse Lautrec a Verona

Nato in una delle più nobili e antiche famiglie francesi, le cui origini risalivano all’epoca di Carlo Magno, Toulouse Lautrec ben presto lascia il suo ambiente per trasferirsi a Parigi dove entra a contatto con l’atmosfera vivace e disincantata, ma anche triste e degradata della città. Pittore della Belle Époque ambigua e contraddittoria, della vita fugace buona e cattiva, innocente e perversa, egli si fa interprete raffinato e sensibile dello spaccato umano parigino cogliendone abitudini, vizi, gioie e dolori.

A questo straordinario artista, considerato il più famoso maestro di manifesti e stampe tra il XIX e XX Secolo, capace di scandagliare nei ritmi dell’esistenza fra ambienti nobili, borghesi, atmosfere sfarzose ed effimere dei locali notturni, è dedicata un’interessante mostra  TOULOUSE LAUTREC. LA  BELLE  ÉPOQUE in corso a Verona a AMO Palazzo  Forti fino al 3 settembre 2017. Morto a soli 36 anni devastato dalla sifilide e dall’alcolismo, Toulouse Lautrec è ricordato in particolare per i manifesti

La Belle Époque Toulouse Lautreca a Verona

pubblicitari e i ritratti di personaggi dell’epoca come le ben note immagini del  balletto  al  Moulin Rouge  e  di  Aristide  Bruant  e  delle  discinte  prostitute  nelle maisons closes (le  case  chiuse)  in  cui  aveva  il  suo atelier.

Curata da Stefano Zuffi e patrocinata dal Comune di Verona, prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia, la mostra attraverso circa centosettanta opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene, tra acquerelli, manifesti, litografie, disegni e illustrazioni insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca, restituisce uno spaccato della Parigi bohémienne. Distribuite in dieci sezioni, le opere con forte realismo raccontano l’universo parigino borghese e la vita notturna e artificiosa di Montmatre in cui vivono madri, amiche di famiglia, ballerine, chanteuses, attrici, prostitute, ma anche intellettuali e artisti. Senza accenti disincantati, senza ipocrisia, ma con toccante verità Toulouse-Luatrec sottolinea volti, atteggiamenti e stati d’animo di questi protagonisti descrivendo i luoghi da loro frequentati dai cabaret ai varietà, dal circo alle case di piacere, alle sale da ballo, come il Moulin Rouge, il Moulin de la Galette, le Folies Bergère. La linea sinuosa e aggressiva, il colore uniforme e privo di modulazioni, la libertà di inquadrature e prospettiva regalano movimento alle

La Belle Époque Toulouse Lautrec a Verona

figure e il senso della profondità spaziale. Accanto a Jane Avril, 1893) la stella del cabaret parigino ritratta con guanti neri fino al gomito, Divan Japonais 1893, La Revue Blanche (1895),La Troupe de Mademoiselle Églantine(1896) e May Belfort (1895), sono La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893. E poi i disegni di grande incisività realizzati a penna e a matita, tra questi il ritratto del padre conte Adolphe de Toulouse-Lautrec Portrait of H. de Toulouse-Lautrec (1895), le grafiche promozionali e illustrazioni per giornali come per “La Revue blanche” del 1895 e anche. per il libro “Au Pied du Sinaϊ” (1897).

Entro una realtà parigina effervescente e amara, vivace e malinconica, si muovono i suoi personaggi ritratti con accenti di profonda umanità ad evidenziare l’interesse dell’artista nel rivelare ciò che si nasconde dietro la superficiale apparenza della realtà. Egli così diceva: “la novità è raramente l’essenziale. Questo ha a che fare con una cosa sola: rappresentare un soggetto meglio di quanto faccia la sua natura intrinseca”.

Silvana Lazzarino

 

 TOULOUSE LAUTREC La  Belle  Époque

AMO Arena Museo Opera

Palazzo Forti Verona

Via Achille Forti, 1.

ORARI Lunedì 14.30 -19.30, da martedì a domenica 9.30 -19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Fino al 3 settembre 2017

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Il Dispari 2017-03-13

Il Dispari 2017-03-13

Il Dispari 2017-03-13

Il Dispari 2017-03-13

Editoriale

Oggi il tema principale di questa pagina verte sul Premio internazionale “Otto milioni” che, giunto alla sesta edizione, comunica in anteprima i nominativi degli Artisti finalisti nelle quattro sezioni in cui esso si dipana.

Consentitemi una breve premessa, che non vuole assolutamente essere polemica, ma intende evitare eventuali illazioni.
Desidero precisare, infatti, che l’internazionalità del premio è facilmente riscontrabile dal nome degli Artisti finalisti (e noi ne siamo fieri ed orgogliosi), mentre la mancanza tra i finalisti di nominativi riconducibili a personaggi della cultura isolana è la diretta conseguenza del fatto che NESSUNA richiesta di partecipazione ci è pervenuta da poeti, musicisti, pittori, giornalisti normalmente attivi nella nostra isola.

Eppure “Otto milioni”

sta operando da oltre 10 anni in questa isola, eppure sono state alcune decine di migliaia le Antologie distribuite qui grazie agli sponsor tra i quali l’Istituto Agostino Lauro che le ha rese disponibili in gratuita lettura su tutto il naviglio della Flotta Lauro, eppure il nostro premio (quasi unico in Italia) non prevede alcuna tassa d’iscrizione, eppure “Otto milioni” ha ricevuto notevoli attenzioni da gran parte dei media locali, tanto che risulta difficile pensare ad una carenza di comunicazione.
Allora la ragione di tale assenza deve essere cercata altrove, e ci piacerebbe che qualcuno riuscisse a darci qualche indicazione.

Gli Autori finalisti della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Angela Maria Tiberi Amicizia
Liga Sarah Lapinska No, non felici
Vera Roke M’inchino
Jānis Lapinskis Per l’uomo
Giovanni Arbonelli Spacciatore di droga
Modris Andzàns L’arco limitato
Franco Maccioni Nello spiraglio di luce
Antonio Fiore A mia madre
Angela Maria Tiberi Cancellarmi
Eva Strazdiņa Prova a credere
Mairita Dūze I pensieri
Didzis Laidins Il vento dondola
Elīna Zālīte Dedicata al musicista di strada
Ligija Kovaļevska Per la mia Latgalia
Janis Zarins “Jan” il poeta
Eva Martuza Mi accarezzo al buio
Anita Zvaigzne Non importa
Liga Sarah Lapinska Verso
Giuseppe Capoluongo Dentro l’angolo
Francesca Luzzio Prego Maria
Milena Petrarca Esplorando il tuo paradiso perduto
Milena Petrarca Schegge di una vita spezzata
Milena Petrarca Sospesa nel tempo
Antonio Mencarini Per un amico scomparso
Antonio Fiore Vecchio lenzuolo
Nika Kolinz Ma in questo mondo niente non è imparziale
Nika Kolinz Zittisco
Liga Sarah Lapinska Dove mi aspetta
Liga Sarah Lapinska Quando sarò la pietra
Anna Rancàne Ogni giorno qualcuno

Gli Autori finalisti della seconda edizione del premio internazionale di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Antonio Molina Vasconselos 2
Heino Blum
Janis Drozdovs 7
Liga Sarah Lapinska 7
Miguel Piñero
Pēteris Grūbe 4
Liga Sarah Lapinska 10.
Sergey Kyrychenko 1
Vilis Vizulis 3
Liga Sarah Lapinska 14
Sergey Kyrychenko 2
Pēteris Grūbe 5
Vilis Vizulis 5
Vilis Vizulis 7
Liga Sarah Lapinska 5
Ajub Ibragimov 15
Einars Repše 2
Heino Blum 1
Liga Sarah Lapinska scultura 1
Miguel Piñero 1
Nadeem Ansari 3
Sergey Kyrychenko 3
Simone Vela 1
Yuri Serebryakov 5
Yuri Serebryakov 11
Sergey Kyrychenko
Ajub Ibragimov 2
Yuri Serebryakov 10
Yuri Serebryakov 9
Liga Sarah Lapinska panorama 1
Sergey Kyrychenko 1
Einars Repse 11
Liga Sarah Lapinska panorama 8
Liga Sarah Lapinska panorama 3
Simone Vela
Liga Sarah Lapinska panorama 11
Liga Sarah Lapinska panorama 2
Einars Repse 22
Maurizio Pedace
Liga Sarah Lapinska foto 9
Heino Blum 3
Liga Sarah Lapinska panorama 4
Milena Petrarca 1
Milena Petrarca 3

Gli Autori finalisti della seconda edizione del premio internazionale di musica “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Alvils Cedrins Inno
Valentina Gavrish Caffè sera
Enzo Salvia L’amore verrà
Valentina Gavrish Ballata della vita
Eva Strazdiņa Insieme con i fuochi di neve

Gli Autori finalisti della prima edizione del premio internazionale di recensione “Otto milioni” edizione 2017 sono:

Liga Sarah Lapinska Ischia nostalgia
Liga Sarah Lapinska Il pensiero mitologico del popolo lettone

Nelle prossime edizioni, compatibilmente con gli spazi disponibili, e con i complimenti da parte di tutta la Redazione, daremo un’ampia sintesi delle opere finaliste.

Bruno Mancini

premio-poesia-otto-milioni-2017-logo-bozza-2-bis

Il Dispari 20170313 1 - Comp

LE CARTE DA GIOCO COME OPERE D’ARTE NEL 900

Il gioco porticato attraverso lo sport o quello di società ha sempre accompagnato il percorso esistenziale dell’umanità: dalla fanciullezza, all’adolescenza, alla maturità, dando all’individuo l’occasione di sperimentare l’entusiasmo del giocare sia come puro svago nel tempo libero, sia quale strumento per migliorare le proprie prestazioni.
Sono molti, tra l’altro, i giochi studiati per migliorare le capacità psicofisiche.

Proprio il gioco e in particolare quello legato alle carte era coltivato da Paola Masino (1908-1989) colta intellettuale e scrittrice anticonformista, compagna di Massimo Bontempelli che ebbe modo di conoscere e frequentare letterati, musicisti, pittori italiani e stranieri nelle residenze a Roma, Milano, Firenze, Venezia, Parigi e d’estate a Castiglioncello e Forte di Marmi.
Oltre ad amare il gioco delle carte che condivideva con Bontempelli e altri protagonisti del panorama letterario del Novecento quali Pirandello, era anche una collezionista di mazzi di carte da gioco, passione questa che la spinse a farsi realizzare dagli amici artisti delle carte dipinti.

Così, nell’arco di quarant’anni, dal 1947 alla fine degli anni Ottanta iniziò a raccogliere diversi generi di carte: napoletane, tarocchi, francesi dipinte dando vita ad una collezione unica al mondo.

Una collezione in cui le carte da gioco,

al di fuori del loro contesto abituale diventano delle vere e proprie opere d’arte e simbolo metafisico.
Questa originale collezione di carte donata da Alvise Memmo, nipote della scrittrice, al Museo di Roma, è protagonista della mostra aperta a Roma nelle sale del piano terra del Museo di Palazzo Braschi fino al prossimo 30 aprile 2017.

Curata da Marinella Mascia Galateria e Patrizia Masini, e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, l’esposizione I pittori del ’900 e le carte da gioco, La collezione di Paola Masino, accanto alle 352 carte dipinte realizzate dai più famosi protagonisti della scena artistica del Novecento tra cui: Prampolini, Carrà, Consagra, Burri, Accardi, Capogrossi, Campigli, Cagli, Fautrier e Cocteau, e ancora Guttuso, Carlo Levi, Fausto Pirandello, presenta diversi ritratti di Paola Masino tutti degli anni Trenta a firma di noti artisti quali: Bucci, Cagli, De Chirico, De Pisis, Funi, Sironi e fotografi come: Bragaglia, Carell, Sommariva.

Ad Ischia presso il Complesso Museale di Villa Arbusto nel 2010 è stata esposta una mostra dedicata a De Chirico con 28 dipinti e 5 sculture della collezione Fondazione Giorgio e Isa De Chirico.

Silvana Lazzarino

Silvana Lazzarino Mostra carte da gioco IMMAGINE LE CARTE MOSTRA

Il Dispari 20170313 tutto - Comp

Bruno Mancini |Bellezza-Dolcezza nelle opere di Maria Bigazzi

Maria Bigazzi, pittrice, fotografa e poetessa, vive a Firenze.
La sua partecipazione ai progetti Made in Ischia risale alle prime iniziative editoriali che furono da noi avviante con la costruttiva disponibilità divulgativa concessaci da Domenico prima e da Gaetano Di Meglio poi.

In quarta di copertina del suo ultimo “lavoro” POESIE DIPINTE (con testi in italiano ed in inglese) è scritto che: “Partecipa assiduamente a vari eventi e manifestazioni artistiche in tutta Italia.
Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive.
Maria si ispira alle emozioni e meraviglie della natura, cercando di coniugare l’espressione bellezza-dolcezza in un unico dualismo artistico: la bellezza della pittura, la dolcezza della poesia e le meraviglia della fotografia”.
I testi sono in italiano ed in inglese. Il volume contiene un’ampia galleria di immagini a colori dei suoi dipinti, ed ha il grande pregio-difetto di non essere inserito nei circuiti commerciali!
A questo punto avete già capito che cercheremo di convincerla a presentarlo, insieme ad una mostra personale delle sue opere, nel Museo Etnografico del Mare di Ischia diretto da Rino Lauro?

Giardino dell’eternità

Tante barche bianche veloci,
corrono nel cielo azzurro,
trasportano i nostri sogni,
le fatiche, le speranze,
sulla strada dei nostri pensieri.
Chissà se il vento ad una,
ad una le accarezzerà,
per trasformarle in realtà?
Forse le agiterà come schiuma,
per disperdersi in bolle di sapone,
galleggianti nel giardini dell’eternità.

Maria Bigazzi 3

Il Dispari 2017-03-06

Il Dispari 2017-03-06

Editoriale

Liga Sarah Lapinska, poetessa pittrice, Ambasciatrice in Lettonia per conto dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ha scritto questo toccante ricordo dell’Artista Vilis Vizulis (iscritto al nostro premio “Otto milioni 2017”), morto in povertà nello scorso mese di Febbraio.
Poiché Liga è anche una valente traduttrice e conosce alquanto bene la lingua italiana, abbiamo preferito non intervenire con correzioni sul suo testo per lasciarne intatto il pathos.

Dopo una pausa lunga,

durante la quale noi due realmente non avevamo la possibilità di contattarci, finalmente, invitando i partecipanti per il nostro concorso OTTO MILIONI-2017, ho chiamato Vilis Vizulis, essendo sicura del suo sì.
Gli ho chiesto, se volesse partecipare al nostro concorso con i suoi dipinti.
“Certo sì” mi ha risposto, e mi ha detto, come sempre, di aver piena fiducia in me tanto che potevo scegliere le sue opere come volevo io.
Anche perché lui,proprio come me, non aveva più il computer per riguardare le proprie opere che ormai non erano più nel suo studio.

Si avvicinava il suo compleanno, 29 Gennaio.
Ammetteva di sentirsi malato e scherzava dicendo che certamente io non avrei voluto visitare un uomo vecchio che abita vicino al lago, quindi, in uno dei distretti di Riga-Jugla.
Malato, sì, ma non seriamente.
Stava lavorando per il suo quadro che intendeva finire quasi come un regalo per il suo compleanno, le mani sporche di colori misti, nell’anima un po’ di stanchezza e nuove idee, senza limiti, di risvegli.

Purtroppo per me non era possibile fare visita a Vilis

Talvolta Jelgava, la città dove attualmente abito, quando mancano i soldi per il bus, quando si è malati, quando soffiano i venti gelidi, è tanto distante da Riga, più di quanto indicato in kilometri.
Dopo, ho chiamato ancora Vilis tante volte.
Anche se ho conosciuto Vilis di persona tanti anni fa, solo adesso ho saputo il suo indirizzo, in quanto esso era necessario per compilare i moduli del concorso “Otto milioni”.
Sapevo bene che Vilis ha tanti amici nel campo dell’arte, non solo artisti di arti grafiche, ma anche scrittori e musicisti.

Sapevo che lui scrive sia descrizioni dei suoi numerosi viaggi, sia poesie e novelle, sia recensioni.
Sapevo anche che lui ama profondamente la musica, specialmente quella classica.
“Puoi raccomandarmi qualche musicista da invitare al nostro concorso?” gli ho chiesto.
Ho sentito, con la paura improvvisa, nella sua voce inasprimento ed agitazione prima non sentiti..

Lui sospirò

“Sì, conosco buoni musicisti, per esempio in USA e in Svezia, ma non ho più il computer per cercarli, per scrivere, e poi, mi manca il credito per il cellulare, e quindi non posso più fare telefonate all’estero.
Ho tanti amici nell’arte all’estero, questo sì…”
E infine, “… come mai posso guarire, se non ho i soldi per le medicine!
Vilis era nello stesso tempo un uomo di alta cultura, e, come di solito lo sono quelli di alta cultura, era anche un uomo selvaggio, cacciatore, pescatore e viaggiatore, che comparava se e i suoi antenati con gli antichi vichinghi, ben stabile, curioso, aperto per nuove esperienze ed avventure, appassionato.
Ho sentito nella sua voce l’ansia non voluta che può succedere quello che non deve succedere, solo perché mancano alcuni euro per le farmacie e altre cose necessarie per ogni malato, per ogni non malato.

Aveva tanti amici.

Però, questo lo so, nell’inizio di Febbraio lui era da solo, insieme con il suo amico migliore -un cane non più giovane.
Ho chiamato a Vilis ancora e ancora.
Non potevo aiutarlo con i soldi.
Ho pensato tra coloro che conosco io chi avrebbe potuto aiutarlo.
Sapevo che proprio i soldi e la presenza di altri potevano salvarlo.
Avevo la tentazione di invitare i miei amici di andare immediatamente a Jugla insieme a me per vedere Vilis e capire meglio le sue condizioni, per non lasciarlo da solo con il suo cane sincero.

Avevo la voglia di chiamare tutti coloro che conosco e dire: “Beh, andiamo a Jugla, non possiamo più ritardare!”
Speravo che qualcuno dei suoi amici gli facesse visita in Jugla al lago e l’aiutasse.
Sentivo sempre questo suo allarme.
Poi, dopo una nostra ultima conversazione, sono diventata un po’ più tranquilla.
Lui diceva che si sente,comunque, meglio, invece il suo cane è già invecchiato ed ammalato.
Quindi, sono malati tutti e due gli amici.
Dopo la notizia che lui si sente un po’ meglio, non mi ha risposto più.
Ho chiamato, chiamato, ho lasciato messaggi al suo numero.

Che cosa è successo?

Si trova all’ospedale e il suo cane amico sincero sta morendo di fame a casa?
Il cellulare è rotto?
Davvero Vilis è morto?
Quando l’ho chiamato ancora ho capito che la batteria del suo cellulare era spenta.
A tarda sera ho trovavo una telefonata proveniente dal distretto di polizia di Jugla.
Un Ispettore di Jugla mi ha chiesto se Vilis Vizulis fosse un mio parente.
Certo di no, ma quale differenza c’è tra parente o non parente?
L’Ispettore mi ha capito e mi ha raccontato della morte di Vilis.

Morto il 14 febbraio in strada.

Forse, immagino, malatissimo, costretto ad andare a fare la spese per se e per il suo cane, diventato troppo debole in una sua lotta quasi solitaria contro la sua malattia e la malattia del suo cane, non capace di chiedere con urgenza i soldi ai suoi tanti amici, caduto, perdendo le ultime forze fisiche, e immediatamente morto, sulla strada, sulla sua sempre amata terra, non nella gabbia chiamata “appartamento”.
Era fiume tra fiumi, fuoco tra fuochi, suolo tra suoli, quindi moriva sulla terra.
Meno male, immagino così.

Tanti sapevano che lui era malato e diventato povero.
Sapevano che era un amico onesto e un pittore di grande talento.

Probabilmente noi costruiremo per lui un monumento.

È gradito.
Probabilmente scriveremo di lui monografie, infiocchettare in modo lussuoso, con fogli splendidi, non solo i necrologi.
Perché no, è gradito.
Però le sue creazioni sono ancora vive e avranno sempre maggior valore come la memoria più affettuosa.
L’ispettore di polizia mi raccontava anche che il suo cane, invece, si è salvato e vive da una signora amorevole.
Io so che Vilis adesso è contento sapendo che almeno il suo amico migliore si è salvato.
Come Vilis lo considero io?

Non era uno dagli artisti che pensa che altri artisti siano i suoi concorrenti.

Aveva da tanto tempo interesse per la mia arte, sopratutto quella significativa, piena dei simboli, con il senso filosofico, e anche dei miei incanti.
Assicurava che “…non sono indifferente alle fiabe, ai miti, alle tradizioni.”
Come un vero figlio della natura.
Preferiva dipingere ad olio e con l’acquarello.
Aveva il gusto di immagini e di segni intensamente colorati, talvolta dipingeva nello stile cinese, specialmente nel senso di colori ricchi, comunque dolci con un suo ritmo quasi musicale.
Dava ai suoi quadri titoli significativi e li commentava come un poeta e un filosofa, molto rispettoso sia di Thoreau, sia di Hemingwey, sia dell’India.

Caratterizzava il suo simbolo di donna come una, l’anima duale, dea e demonio, che sale liberamente sopra l’abisso ma cade, all’improvviso, contro un ago piccolissimo di pino.
Metafora profondissima.
Più di tutti, capace di compiere imprese ingenue e forti, flessibili nel senso più positivo e goffe.
Smarrito, sapendo la sua vera strada, non per colpa sua, ma per la sua fiducia.

Credeva al risveglio a Varanasi.

Certo, l’incontrerò a Varanasi e non solo là.
Mai dimenticando la sua voce chiara, ma ansiosa: “Ma come posso guarire senza le medicine, senza i soldi?”
Mi sento colpevole di non essere stata con te all’inizio di Febbraio.
Non potevo?
Potevo invitare tutti coloro che conosco, per salvarti, colpevole insieme con tutti coloro che sapevano, più o meno, della tua malattia e della tua povertà,Vilis.
Ci risveglieremo non solo a Varanasi, con la speranza timida di una società che apprezzerà di più ogni vita come tale, non solo le opere dell‘arte, polverose nei musei.
Perdonaci.
No, so, che l’hai fatto già, Vilis.

Liga Sarah Lapinska

Tutta la Redazione del giornale Il Dispari e l’Associazione “Da Ischia L’Arte – DILA” esprimono sentite condoglianze ai familiari e agli amici di Vilis Vizulis

P.S. Le immagini si riferiscono alle tre opere di Vilis Vizulis designate come finaliste nel premio Made in Ischia di arti grafiche “Otto milioni” edizione 2017.

Cod. 09 35 Vilis Vizulis 3

Cod. 14 37 Vilis Vizulis 7

*

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Il Dispari 20170306 1 - comp

DANIEL BERQUINY

Daniel, l’indiano, fai parte
dei ricordi dell’antico FAR WEST.
Come un’estate calda sei tu,
scaldi il cuore di antiche immagini circensi
quando con le tue braccia forti
stringevi i tuoi compagni atleti come te
capaci di affascinare il pubblico con meravigliose acrobazie.
Ora ami gli animali
che preziosi più dell’oro e dei gioielli
son per te e fanno parte della tua vita.
Il tuo cuore è grande
come il Parco Zoo delle Star di Aprilia,
unico al mondo come sei tu,
indiano della nostra amata America,
lontana ma vicina alla nostra anima
insieme a Little Italy
a cui tutti noi apparteniamo con orgoglio e
con vigore.
Rendiamo omaggio alla sua bellezza
così come al tuo splendore
dai capelli bianchi e lunghi raccolti all’ingiù
da Capo indiano di un’antica tribù.

ANGELA MARIA TIBERI

Angela Maria Tiberi è Presidente delegata Regione Lazio per conto dell’Accademia internazionale arte e cultura di Michelangelo Angrisani ed è Ambasciatrice per la Provincia di Latina e per il Comune di Sermoneta in rappresentanza dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
In questa lirica rende onore al maestro circense Daniel Berquiny il quale, in virtù della sua passione e della sua grande professionalità in un mondo amato sia dai bambini e sia dagli adulti, ha ricevuto ricchi premi e due medaglie d’oro dal Festival internazionale del circo.
Angela Maria Tiberi ci ha raccontato che “Daniel Berquiny ha saputo farsi amare dal mio caro cane di razza bobtail, Fiore, che gli ha ubbidito diligentemente durante le riprese della pubblicità della carta Foxy senza che avesse mai avuto prima esperienze di recitazione.
Ammirevole ed esemplare è la sua anima sensibile e indimenticabile.”

Daniel Berquiny dirige il Parco Zoo delle Star di Aprilia- Latina che vi consigliamo di visitare.

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Daniel Berquiny dirige il Parco Zoo delle Star di Aprilia

 

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INTERVISTA A ROBERTO PRANDIN

Compositore italiano che vive a Perugia.
Ha scritto molta musica di taglio classico-moderno, non appartenente al mondo dello sperimentalismo. Ha una propria concezione estetica che porta avanti giorno dopo giorno, scrivendo musica per tanti esecutori italiani ed esteri. Per Ischia ha in serbo delle sorprese.

Con Bruno Mancini ha da poco scritto due pezzi per voce e pianoforte.
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D- Cosa rappresenta per te la composizione?

R- È un mezzo espressivo a cui non riesco e non posso rinunciare.
Il motivo è dato dal fatto che gli studi di composizione si fanno in giovane età.
Nel mio caso tra i 15 ed i 25.
Ovviamente si continua a studiare anche in età avanzata, ma come un po’ in tutte le discipline di tipo formativo, quando si intraprende uno studio sistematico e profondo, poi uno se lo porta appresso sino all’ultimo giorno della propria vita.

D- Si può parlare di specializzazione nel campo della composizione?

R- Direi proprio di sì.
Io per esempio scrivo musica classica contemporanea.
Già questa definizione rimane un poco generica.
Meglio sarebbe dire quale sia lo stile compositivo e quale l’estetica a cui ci si rifà.

D- E qui, nel caso tuo specifico?

R- Non faccio parte dell’avanguardia.
Per certi versi sono un conservatore.
Mi riallaccio molto volentieri all’estetica del primo Novecento fino al 1970.
Anno più anno meno.

D- E il mondo contemporaneo vero e proprio?

R- Difficile dare una risposta esaudiente, specie in poche righe.
La metterei cosi: Tra il 1950 e il 2000, si annovera una produzione d’avanguardia e di ricerca molto, molto interessante, che conosco, anche per averla eseguita prima come flautista e poi come direttore d’orchestra. Voglio però sottolineare che non me la sono sentita di percorrere strade come quella dello sperimentalismo. Come detto sono legato in parte all’impressionismo ed all’espressionismo.

D- Compositori di riferimento?

R- Debussy, Ravel, Puccini, Stravinsky, Prokofiev.

D- Quanta musica hai scritto?

R- Negli ultimi 6-7 anni circa 120 pezzi completi.
In genere quando inizio un brano, lo porto a termine.
L’80% sono brani da camera (3-4 strumenti), il rimanente per orchestra: archi e orchestra classica e cioè quartetto d’archi più quartetto o quintetto a fiati.

D- Mi risulta che hai scritto delle cose per Ischia. Che rapporto hai con questa realtà?

R- Recentemente ho scritto due pezzi per voce e pianoforte: una ballata su testo di Liga Sarah Lapiska liberamente tradotto da Bruno Mancini “La porta, aperta dal vento” Op 35 Nr 1 e una romanza, sempre per voce e pianoforte su poesia di Bruno Mancini: “Tra eutanasia e ghigliottina” Op. 35 Nr2.

D- Esiste un criterio per la scelta del poeta o del genere poetico?

R- Ti dirò che non sono romantico (nel senso estetico) ma realista d’inizio secolo per tanto cerco opere che si distanzino da un’espressività che si rifaccia all’Ottocento romantico e post romantico.
Trovo l’opera di Mancini, almeno in parte sia molto stimolante sul piano dei contenuti e della struttura ritmica che esula dalla tradizione ottocentesca, la sua poetica mi stimola sul piano della fantasia, sa scrivere.

D- Immagino che tale scelta complichi un po’ le cose all’atto della messa in musica del testo.

R- Sì. L’aspetto ritmico ed accentuativo pone delle condizioni e cioè di trovare formule melodiche compiute, e non lo dico a caso, che forzatamente non siano nella tradizione ma che comunque non si inoltrino troppo nel mondo dello sperimentale.

D- È discorso tecnico difficile da comprendere, dacci qualche spiegazione aggiuntiva.

R- Cercherò.
Il problema è che tutta l’estetica contemporanea esce dai binari della tradizione.
Dovendo scrivere nel 2017 io cerco di recuperare parte del Belcanto rivestendolo di armonia spesso moderatamente dissonante che a volta fa uso di armonia tradizionale.
Insomma, è una via di mezzo.
Come detto, l’avanguardia tout-court non fa parte del mio DNA.
In particolare quando scrivo per voce umana, non vado più in là del necessario.

D- Non c’è il rischio di essere considerato un passatista?

R- Si, c’è, ma io sono convinto della scelta fatta, che è stata lungamente ponderata (decenni).
La mia musica ha una struttura ben definita.
Nelle mie composizioni la si individua.
Certo, il rischio di non essere considerato “contemporaneo al 100%” esiste, non lo nego.

D- È possibile parlare allora di differenza di trattamento tra musica vocale e strumentale?

R- Sì, nella musica strumentale si osa di più poiché si sa che gli artisti esecutori sono in grado di eseguire con perizia musiche per niente tonali, anzi ben lontano da tale estetica.
A volte scrivo proprio a tonale, ma tratto le parabole musicali in modo tale che vi sia sempre una logica compositiva intelligibile.

D-Domanda sibillina: ma allora come la mettiamo con l’opera contemporanea?

R- È veramente un problema al momento insuperato.
Il linguaggio che viene usato dai compositori contemporanei di musica teatrale, a mio avviso, non rispecchia il rapporto-testo musica.
Inoltre esiste un grande problema da risolvere ed è l’esecuzione vera e propria, spesso difficilissima e che necessita di grandi specialisti.
È chiaro che dopo il 1950, l’opera lirica si sia fermata.
In proposito, riporto un’interessante osservazione di Pierre Boulez, direttore d’orchestra e compositore in un’intervista rilasciata 3 anni or sono a La Repubblica: a suo dire, ci vorrebbe qualcuno in grado di rinnovare il linguaggio dell’opera lirica, un po’ come fece Richard Wagner.
La riflessione di Boulez è d’attualità e piuttosto stimolante, inoltre pone le basi per un approfondimento più che auspicabile.
Il suo non è un pessimismo totale, come precisato nell’intervista al quotidiano, visto che c’è anche la speranza che la cultura non venga intaccata ulteriormente dalla crisi economica.
La riflessione di Boulez è piuttosto interessante e consente di approfondire un argomento di cui non si parla poi così tanto: l’opera lirica è ancora viva?
E se lo è chi sono i compositori più rappresentativi di cui ci si potrà ricordare in futuro, come si fa oggi con Verdi, Puccini,Bellini e Donizetti?

D– E quindi, cosa ci si aspetta per il futuro lirico-teatrale?

R- Una rivoluzione musicale vera e propria.
Ma ho l’impressione che al momento non ci siano all’orizzonte soluzioni nuove.
Attendiamo.

D- Restando nel tema: non hai mai pensato di scrivere un’opera lirica?

R- Si, tre i problemi di fondo: trovare un libretto contemporaneo veramente interessante sia sul piano dei contenuti, sia sul piano poetico.
E poi l’aspetto “messa in scena”.
Il rischio è che uno scriva per un anno di seguito, in pratica tutti i giorni in stretta collaborazione con il poeta-librettista che non può essere d’estrazione romantica, dopo di che l’opera rimanga nel cassetto poiché nessun direttore artistico di teatro si prende il rischio di un flop di pubblico ed anche economico.
Voglio anche dire che i pezzi che scrivo per voce e pianoforte hanno un taglio teatrale pur rimanendo in ambito cameristico.
Il tutto potrebbe partire da tale ambito.

D-Tornando ad Ischia, un giorno mi hai accennato ad una sinfonia per orchestra espressamente scritta per Ischia. A che punto sono i lavori?

R- Ne ho scritto per 20 minuti, in pratica i primi due tempi.
La formazione è quella dell’orchestra classica.
Ora sto abbozzando i secondi due.
La sinfonia è in forma di Balletto contemporaneo ed è basato su una storia di estrazione popolare avvenuta nel 1300 a Ischia.
Mi riservo di dare ulteriori particolari tra qualche mese.
Comunque, per pura curiosità dirò che è lo storia triste di Polindorfo e Numella vissuti attorno al 1370.
Non fatemi dire di più.

D- Altre novità?

R- Lo scorso 21 gennaio, a Berlino, la flautista italiana Rita D’Arcangelo ha proposto in prima esecuzione assoluta il pezzo “Tizzy” per flauto solo che lei mi ha commissionato. Lo sta registrando in questo mese, sempre a Berlino, e sarà incluso in un CD per flauto solo con tutti brani che vari compositori contemporanei hanno scritto per l’artista italiana residente a Berlino.
Per la cronaca, Rita d’Arcangelo è una solista di livello internazionale: tiene spesso concerti negli Stati Uniti, in Giappone, in Europa e collabora sistematicamente con musicisti della Filarmonica di Berlino e della Deutsche Oper.

D- Ti ringrazio molto anche a nome di Bruno Mancini e di Gaetano Di Meglio Direttore del quotidiano “Il Dispari” nella cui pagina culturale verrà presto pubblicata questa intervista esclusiva ed interessante. Ti aspettiamo a Ischia.

R- Ringrazio voi tutti per l’attenzione verso la mia arte e sono convinto che molto presto potrò avere il piacere di essere a Ischia per la prima esecuzione della mia sinfonia dedicata alla vostra stupenda isola.

Silvana Lazzarino
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Il Dispari 2016-05-16

Il Dispari 2016-05-16

Il Dispari 20160516 comp

Editoriale

Oggi, prima di dare parole all’argomento del quale ho in programma la trattazione, sento il bisogno di partire con una premessa, piuttosto articolata, atta a consentire l’autentica interpretazione del brano con il quale mi propongo d’illustrare, in maniera tanto succinta (molto) quanto poco accademica (spero) “Dalla sedia alla poltrona”, ovvero quello che in un precedente editoriale  ho definito come “il pamphlet scritto da Nicola Pantalone”.
Inizio da “Pamphlet” riconducendone il significato alla sua origine latina, quando, un tizio tuttora sconosciuto e in un luogo molto vago situato tra l’attuale Francia e l’Italia, in un anno indefinito del XII secolo, scrisse la commedia latina medievale in versi dal titolo, anch’esso non perfettamente definito, di “Pamphilus seu de amore – o Pamphilus de amore”.
L’opera, d’impronta ovidiana, conobbe grande fortuna e diffusione in tutta l’Europa letteraria del XII secolo e divenne nota in Francia con il titolo popolare, appunto, di Pamphilet, oggi Pamphlet.
Ai dotti tra voi che, dopo aver letto il Pamphlet scritto da Nicola, mi contesteranno (con buone ragioni) le dissonanze stilistiche tra il latino “Pamphilus seu de amore – o Pamphilus de amore” e l’attuale “Dalla sedia alla poltrona” propongo ciò che Wikipedia scrive: “Dal punto di vista esteriore, il pamphlet è spesso un testo breve… (omissis). Siccome i pamphlet erano a basso prezzo e facili da produrre, furono spesso utilizzati per diffondere idee personali… (omissis). Tendenzialmente, l’autore del pamphlet presenta il proprio testo come uno sfogo estemporaneo, come una reazione viscerale di fronte a una situazione… (omissis)
Un altro tratto tipico è l’equiparazione della presa di parola a un atto di coraggio: l’autore è, nella generale acquiescenza e omologazione delle idee, l’unico individuo in grado di cogliere gli eventi nella piena luce della verità.”
Ogni vita può diventare racconto quando si avverte l’esigenza di narrarla”, così inizia la prefazione scritta da Lina D’Onofrio per il “pamphlet di Nicola.

Allora, chiarito che “pamphlet” è il riconoscimento di una forza divulgativa nata mille anni fa, devo ancora precisare “perché” Nicola Pantalone compare in questa pagina. Ciò in quanto, se (in un’ipotesi molto probabile) qualcuno tra voi, conoscendo il rapporto amichevole che intercorre tra me e Nicola, fosse propenso a pensare che io intenda “magnificare” l’amico per le caratteristiche letterarie del suo libro, allora a lui/loro suggerisco un’interpretazione capovolta, tramite la quale, dalla lettura di questa nota risulta evidente che a Nicola,  autore di “Dalla sedia alla poltrona”, è riservata la giusta gratificazione per essere un mecenate distributore di emozioni verso amici e conoscenti.
“Dalla sedia alla poltrona”, si presenta come l’autobiografia artistica di colui che da una sessantina d’anni canta e suona con il mare e il sole ischitano a passeggio tra dita e ugola.

Si presenta, ma in realtà non lo è poiché il testo viene meno ad alcuni dei requisiti canonici delle autobiografie: il narcisismo, l’autoNicolaeMinareferenzialità, la voglia di stupire e, non ultimo, manca l’oblio in cui, nelle autobiografiche, vengono di solito adagiati i personaggi che nella storia reale abbiano svolto ruoli secondari.
Nicola, invece, non perde occasione per decantare le doti dei suoi amici del lungo viaggio musicale che l’ha portato ad esibirsi in centinaia di locali e alla presenza di spettatori internaziNicolaeBaudoonali.

A Mina, Pippo Baudo e ad altri personaggi super famosi del calibro di Bert Grund o di Mario Merola, tutti intervenuti con apprezzamenti positivi per la sua musica e per la sua simpatica umanità, non è stato riservato, nelle 70 pagine del volume, più spazio o più amabile considerazione di quello che Nicola ha dedicato a Franco Di Costanzo, Ugo Pirone, Rino Lange,  Aurelio Buono, MarioNicola e Merola comp Di Noto, Enrico Roja, Gino Pinto, Saverio Toma,  Gianni De Luca, Pepito Casanoiva e tanti, tanti altri musicisti dei quali solo pochi lettori, forse, hanno ancora qualche sbiadito ricordo.

Far occupare alla musica il trono di regina –mai tiranna, ma mai contestata o contrastata- di un’esistenza vissuta a briglie sciolte è una felicità nascosta, comprensibile solo a coloro i quali abbiano il sangue blu delle passioni prive di secondi o terzi fini. La passione per l’Arte, sinonimo di Vita è pregio abbastanza raro. Nicola Pantalone ha saputo, scrivendo “Dalla sedia alla poltrona”, rendere onore alla sua e a quella dei suoi amici.
Bruno Mancini

Dalla sedia alla poltrona copertina comp

Il Dispari 20160516 1 comp

Silvana Lazzarino

TRA I FINALISTI AL PREMIO INTERNAZIONALE A.U.P.I.  di Milano
La Casa Editrice Otma Edizioni di Otmaro Maestrini, attiva da trent’anni e che organizza con successo importanti Premi letterari, dalla poesia alla narrativa toccando anche le arti pittoriche, in collaborazione con il Comune di Milano, quest’anno ha di nuovo indetto il PREMIO INTERNAZIONALE A.U.P.I. Albo Ufficiale Poeti Pittori Italiani.
Un premio prestigioso dedicato alla poesia (in lingua italiana e in vernacolo), al libro edito, al libro di narrativa inedito, e alla pittura, che ha visto la partecipazione di numerosi poeti e artisti non solo italiani, le cui opere sono state ritenute di alto livello sotto il profilo dello stile e dei contenuti.
La cerimonia di premiazione tenutasi a Milano presso il Circolo Alessandro Volta, introdotta da Otmaro Maestrinied, ha visto una giuria composta da nomi prestigiosi del panorama letterario quali: Lorenzo Croce, Lucia Ferrante, Cristina Flumiani, Ugo Perugini e Maria Teresa Piantanida. Elisabetta Viviani, nota subrette ed anche pittrice intensa ed espressiva, ne è stata la sorridente conduttrice.
Tra i poeti finalisti per la Sezione Poesia a tema libero cui è stato consegnato il Diploma con grande Medaglia Aurea è stata premiata, e tutta la redazione di questa testata si complimenta con lei,  anche la nostra opinionista Silvana Lazzarino (finalista con menzione d’onore) per la poesia L’albatro che riportiamo qui di seguito.
Lo scorso anno nei due Premi della Otma Edizioni “Premio A.U.P.I” e Premio Internazionale “Città di Varallo” cui ha partecipato per la sezione libro edito, Silvana Lazzarino si era classificata al quarto posto assoluto rispettivamente con “Oltre le immagini Tra visione ed emozione” (Pagine srl 2014) e “Cosmogonia” (Edizioni Progetto Cultura 2013). Raccolte poetiche che si soffermano sui ritmi del pensiero. Attraversare l’esistenza tra visibile e invisibile partendo dai luoghi della natura: scrigno di possibili verità.
L’albatro
Un volo senza meta
libero, istintivo
ad ali spiegate
lungo le distese marine
incontaminate
nella solitudine di un cielo
plumbeo, grigio
che prepara alla tempesta.
Tempesta dei sogni
verso l’oscuramento del mondo.

Il Dispari 20160516 tutto ridim
Aniellantonio Mascolo e il padre dei Fauves
MATISSE IN MOSTRA A TORINO A PALAZZO CHIABLESE

L’opera dell’artista ischitano Aniellantonio Mascolo (1903-1979), che nella sua Ischia ha sempre trovato fonte di ispirazione, è stata accostata a quella di Matisse.
Sebbene abbia rinunciato al colore, ma non alla luce in contrasto con gli sfondi scuri, Mascolo si è richiamato al padre dei Fauves per l’uso di forme semplici e appiattite ancorate però ad un certo realismo con cui ha rappresentato i suoi soggetti legati al mondo dei contadini e dei pescatori.
L’energia del disegno, l’uso di un colore puro seppur disteso sulla tela in modo originale nel far emergere figure e oggetti attraverso rappresentazioni dove non esistono più profondità e chiaroscuri, diventano i punti di forza su cui si fonda il movimento dei Fauves nato agli inizi del Novecento di cui Henri Matisse è figura di spicco, originale per la sua potenza espressiva evidenziata dall’uso di una linea incisiva e dal colore avvolgente.
A Matisse che con la sua arte ha rivoluzionato la pittura del Novecento dando inizio ad un nuovo modo di riprodurre la realtà, distante dall’oggettività, è stata dedicata un’interessante esposizione a Torino presso Palazzo Chiablese. Matisse, e il suo tempo, promossa dal Comune di Torino– Assessorato alla Cultura, ha offerto un percorso a scoprire l’universo dell’artista capace, come pochi, di far vibrare il colore nei suoi rimandi espressivi imprimendo alla linea forza ed energia, eleganza e bellezza.
Le circa cinquanta opere di Matisse e quarantasette di artisti a lui contemporanei quali Picasso, Renoir, Bonnard, Modigliani, Miró, Derain, Braque, Marquet, Léger –tutte provenienti dal Centre Pompidou di Parigi- hanno descritto la poetica del grande “maestro dei colori”, le influenze nella produzione e l’esatto contesto delle amicizie e degli scambi artistici. Attraverso dieci sezioni è stata ricostruita la carriera del padre del Fauvismo: dai suoi esordi alla fine dell’Ottocento fino alla sua scomparsa negli anni Sessanta del Novecento; un viaggio alla scoperta del grande precursore delle avanguardie storiche e allo stesso tempo degli altri artisti che hanno animato Parigi nella prima metà del XX secolo.
Accanto alle sottili influenze, le fonti comuni d’ispirazione, è stato evidenziato anche una sorta di “spirito del tempo” che, come un filo rosso, ha unito Matisse agli altri artisti durante il modernismo degli anni Quaranta e Cinquanta.
Il tema della figura umana affrontato seguendo, come per le nature morte e gli ambienti interni una concezione antitradizionale, si sofferma sull’immagine femminile descritta con la sua purezza, sensualità, ed un sottile mistero.
Accanto ad Odalisca con pantaloni rossi (1921) sono state esposte le rappresentazioni dell’atelier: L’Atelier IX (1952-56) di Braquee Lo studio, (1955) di Picasso.
Partendo da figure appiattite e linee controllate, Matisse passa alla tecnica divisionista della separazione dei colori, guardando poi alla bidimensionalità e agli aspetti volumetrici di Cezanne per definire una propria ricerca nel costruire la sintesi della forma definita dal disegno e rivestita dal colore che diventa tessuto avvolgente con cui la figura è proiettata nel contesto rappresentativo.
Inoltre opere di Matisse quali Icaro (1947), Grande interno rosso (1948), Ragazza vestita di bianco, su fondo rosso (1946) sono state messe a confronto con i quadri di Braque Toeletta davanti alla finestra (1942), di LégerIl tempo libero–Omaggio a Louis David (1948-1949) edi Picasso Nudo con berretto turco (1955).
Silvana Lazzarino

Matisse e il suo tempo a Torino

Matisse e il suo tempo
a Torino

Il Dispari 2016-05-09

Il Dispari 20160509 comp

Editoriale

L’editoriale di questa settimana, più di quanto non sia successo finora, vorrebbe disporre di numerose pagine per fomentare la vostra attenzione verso processi culturali quasi tutti disattesi, ingiustamente, dai “padroni del vapore”.
Con ciò volendo intendere gli organi d’informazione che sono pedisseque emanazioni di lobby editoriali.
1) Si è chiusa al Museo di Villa Arbusto, con successo di critica più che di pubblico, la mostra “C’era una volta…” promossa dal Centro per la Letteratura Estone per Bambini di Tallinn, dall’Associazione Italia Estonia di cui è Presidente Ülle Toode, dal Centro Studi sull’Estonia e il Baltico con il supporto di ELKK e la partecipazione dell’Ambasciata di Estonia e il patrocinio del Ministero della Cultura della Repubblica di Estonia.
2) Nicola Pantalone, Nik per tutti, ha stampato un pamphlet sulla sua storia artistica “Dalla sedia alla poltrona” in cui scrive, poco poco, dei suoi incontri con una certa Mina, con un certo Pippo Baudo e con altri personaggi super famosi del calibro di Bert Grund o di Mario Merola e, tanto per non lasciarsi andare alle nostalgie dei ricordi ha anche composto una nuova canzone  “Il brivido più lungo”, vibrante di un’impercettibile ma decisa sensualità.
3) Jo Scaglione ha gratificato l’antologia “Otto milioni 2016” rilasciando licenza di pubblicazione per tre sue poesie edite nella raccolta ”A ritroso nel tempo“.
4) La cantante Rita Cuccaro ha deciso di presentare ad Ischia il suo nuovo CD, contenete canzoni scritte per lei da musicisti di tutta Italia, subito dopo l’inaugurazione della nuova scuola di canto e di musica che avvierà con la nostra ambasciatrice Paola Occhi che ne fungerà anche da Direttrice Artistica.
5) La scrittrice Tina Bruno, ha deciso di volere iniziare a collaborare con la redazione di questa testata.
6) Il critico d’arte Enzo Ruju è in contatto con Pasquale “Dragon” Di Costanzo per organizzare qualcosa di speciale in ambito artistico nell’isola d’Ischia.
7) Gli organi amministrativi dell’Associazione nazionale AICS hanno messo all’ordine del giorno della loro prossima convocazione assembleare il patrocinio ad un nostro progetto culturale.
8) Dall’ufficio preposto alla definizione del palinsesto del prossimo Bookcity ci è stata garantita la disponibilità di una loro sede per lo svolgimento di un nostro evento culturale attinente la quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.
9) Ad EXPO in città abbiamo inoltrato domanda di partecipazione che, realisticamente, riteniamo verrà approvata così come è accaduto per l’omologa dello scorso anno.
10) La CCIAA di Milano ci ha invitati a presentare progetti sponsorizzabili da inserire nella bacheca dell’Ente.
11) Il gemellaggio tra Ischia e Torrenova sta riscuotendo l’interesse di molte altre località, tanto che è probabile addirittura l’avvio di una richiesta da parte di una CAPITALE europea.
12) Ecc.
Dall’inizio di Aprile abbiamo preparato un elenco di Artisti attingendo dall’antologia “Adotta una poesia”, in quanto essa fu edita con la sponsorizzazione di questa testata giornalistica e con la fattiva collaborazione di Gaetano Di Meglio. Di Nunzia Zambardi, Vito Iacono, Maria Bigazzi ed Elisa Barone abbiamo scritto  nelle passare settimane; di Sacha Savastano scriviamo oggi, e restano in attesa le presentazioni  di Virginia Murru, Michela Zanarella, Maria Calise, Antonio Mencarini, Alberto Liguoro, Nunzia Binetti, Luciano Somma, Antonio Guarracino, Liga Sarah Lapinska, Vera Roke, Katia Massaro.
Sacha Savastano
Nasce a Napoli nel 1984 e si trasferisce a Ischia fin dell’adolescenza.
Pur trovandosi catapultato in una realtà del tutto diversa, riesce quasi subito a tradurre le sue molte passioni artistiche e sociali in iniziative concrete, specialmente inerenti l’aggregazione giovanile (privilegiando l’allora neonato medium di Internet), figurando tra i fondatori di quell’embrionale agorà telematica che fu Ischianet.org, tra i primi esempi in Campania di Community Online.
Riesce anche ad assecondare la sua passione per la musica, divenendo apprezzato cantante di diversi gruppi rock locali di buon successo.
Al momento della scelta del corso di studio, è stato naturale dare seguito all’amore verso il comunicare, iscrivendosi e laureandosi con lode in “Scienze della Comunicazione” a Napoli. Nel frattempo, ha intrapreso la carriera giornalistica scrivendo per alcune free press locali e curando la rubrica culturale di alcuni siti Internet di divulgazione scientifica.
Ovviamente, l’approccio alla Poesia dell’Autore non poteva non risentire di interessi tanto variegati.
In alcune poesie di Sacha Savastano si può leggere finanche un tormento interiore manifestato nella sua più cruda essenza.
Lui, autore disinibito, non nasconde i propri dubbi, i propri dolori dietro parole edulcorate ed ovattate.
Getta sul piatto della poesia versi e parole che paiono illuminare l’ambiente in cui si pone ad agitare i suoi pensieri di una fredda luce al neon che nulla nasconde e tutto il proprio disagio interiore vuole esternare, come ad esorcizzare la potenza distruttiva della sofferenza e del male.
Savastano si muove controcorrente nel grande fiume della poesia contemporanea che il più delle volte vede i propri versi farsi voce unicamente per idilliache espressioni sentimentali o lamento straziato di cuori romanticamente infranti.
Anche quando si fa sognante, questo autore mantiene il senso pieno della realtà dell’esistere e del soffrire e ci fa partecipi di toccanti pur se implacabili stati interiori noti certo a molti e che poco hanno a che vedere col languido e quasi compiaciuto male d’amore.
Sacha Savastano è un autore che lascerà tracce evidenti di innovazione e di spregiudicatezza.
Bruno Mancini

Il Dispari 20160509 1 comp

EGOSUPEREGOALTEREGO

In questa società dominata sempre più dalla forza dell’immagine capace di comunicare, nell’immediato, fatti, azioni ed emozioni, si sta facendo strada il bisogno di apparire dando sempre più spazio al proprio ego che esprime la necessità dell’individuo di mostrarsi il più possibile.
In questa ricerca di visibilità attraverso le immagini, un ruolo importante lo svolgono i media che guardano al compiacimento dell’ego di ciascun soggetto nel suo mostrarsi e farsi notare.
Sul concetto di immagine legata al volto e al corpo che rappresentano la fisicità della persona si orienta la mostra EGO-SUPEREGO-ALTEREGO VOLTO E CORPO CONTEMPORANEO DELL’ARTE in corso al MACRO -Museo d’Arte Contemporanea di Roma- fino all’8 Maggio 2016. Curata da Claudio Crescentini, essa propone un’analisi del volto e del corpo attraverso diverse opere in cui l’artista si fa rappresentare e si auto-rappresenta.
Volti e corpi sono restituiti attraverso dipinti, fotografie, installazioni site specific, stencil di diversi artisti contemporanei su cui gioca il concetto di egocentrismo e di protagonismo.
Il percorso offre quindi un’analisi del volto e del corpo nell’arte contemporanea con particolare attenzione alle fotografie ed ai filmati in cui l’artista stesso è protagonista nel suo rappresentare e autorappresentarsi, divettando attore e spettatore insieme.
Accanto ad opere in cui l’artista si autorappresenta come quelle di Vito Acconci, Franco Angeli, Giorgio de Chirico, Stefano Di Stasio, Giosetta Fioroni, Bruce Nauman, ve ne sono altre in cui è lui stesso ad essere ripreso, “rappresentato”, da un altro artista, come nelle fotografie di Claudio Abate, Marco Delogu, Mimmo Iodice, Nino Migliori.
E poi vi sono opere di Ennio Calabria, Luigi Ontani, Luca Maria Patella, Sissi, Sten e Lex dove l’artista, pur non ritraendo se stesso, si ritrova in un altro personaggio da lui ripreso.
Sul gioco del rivedersi e del riprendere si indirizza il doppio focus dedicato ad Alberto Moravia e Achille Bonito Oliva.
I ritratti di Moravia realizzati da Renato Guttuso, Carlo Levi e Mario Schifano e quelli di Achille Bonito Oliva realizzati da Sandro Chia, Francesco Clemente e Mario Schifano diventano occasione per esplorare i modi con cui viene colto e restituito lo sguardo della persona, compresa la sua gestualità.
Nell’ambito dell’esposizione rientra la rassegna di film e video IO È UN ALTRO (auto) ritratti d’artista dalla collezione della Cineteca nazionale e del MACRO con proiezioni di film d’artista e video in cui gli artisti, fra gli anni Sessanta e Ottanta si sono soffermati sul tema del volto e del corpo umano con prospettive di autorappresentazione e presentazione di grande impatto tecnico e visivo.
Nel percorso anche il fenomeno del selfie che si è imposto rapidamente a livello mass-mediale, dando al volto e al corpo, nuovamente, un ruolo di primo piano nella società.
Tra gli artisti citati Mario Schifano, esponente della Pop Art italiana, è stato protagonista di diverse mostre in terra napoletana tra cui quella a Salerno presso la Galleria Il Catalogo nella primavera del 2015 e quella più recente a Nola “Ratio et obsessio” allestita presso il convento di Santo Spirito dove sono state esposte 50 sue opere rare.
Silvana Lazzarino

immagine mostra macro 3

Il Dispari 20160509 tutto ridim
Cod 12: Marta Zemgune

L’estate, la terra del fuoco
L’autunno… L’eclisse del sole,
e poi la luna piena e rossa come sangue.
Dove sono le tracce, le schegge
dalle illuminazioni del sole?
Non c’é la soluzione in un’altra costa.
Il cielo…
Dove c’è il ballo dell’amore?
L’amore mio…
L’estate…
Come il desiderio del profumo
dei gelsomini.
La terra del fuoco e gli amanti innocenti,
inoltre, prigionieri dietro se stessi.
Il mio territorio predestinato.
Mentre raggiungerai di nuovo la costa,
mai lasciata.

Cod 22: Mario Di Nicola

Gennaio 1976
Lavo delicatamente i respiri.
Mescolo zucchero e ferro,
per riempire le mie vene.
Nel caldo focolaio della cucina,
addomestico fiamme di quercia.
Mio nonno dorme.
I suoi pantaloni verdi di velluto,
a ricordo del mezzadro.
Spinto.
Fuori nevica,
e le patate bruciate,
ombrano di scuro i denti.
Il gatto struscia alla gamba del tavolo,
mia nonna saggia,
prepara maglie per l’inverno.
Io,
guardo negli occhi una mosca.
E penso di essere l’unico a farlo.

Cod 2: Silvana Lazzarino

Il bacio
Con la velocità di un battito di ciglia,
con la forza dirompente di un uragano,
con la leggerezza nel posarsi di una farfalla sui petali di un fiore,
l’energia di un bacio sfiorato, deciso,
avvicina, unisce due corpi, due anime
emozionandole
lasciando dietro tutto il resto.
Mentre intorno una luce si disperde
a donare vitalità e incanto a questo attimo
che diventa eterno.

 

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Il Dispari 2016-04-25

Il Dispari 2016-04-25

Editoriale

considerata l’amabile accoglienza ricevuta dall’editoriale dell’11 Aprile nel quale abbiamo ripreso
due stralci di presentazioni (di Nunzia Zambardi ad opera di Arianna Mercanti e di Vito Iacono scritto da Roberta Panizza) pubblicati nell’antologia “Adotta una poesia”(Edizione Lulu – http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/adotta-una-poesia/paperback/product-20480490.html– ISBN 978-1-4717-1209-8), ne è scaturita la logica conseguenza di continuare a dare spazio a succinte carrellate di Artisti che, a vario titolo e in differenti occasioni, hanno fatto parte delle iniziative Made in Ischia realizzate con la Direzione culturale di Roberta Panizza.
A tale scopo abbiamo preparato un primo elenco di Artisti ed il relativo calendario di pubblicazione attingendo dalla già citata antologia “Adotta una poesia”, in quanto essa fu edita con la sponsorizzazione di questa testata giornalistica e con la fattiva collaborazione di Gaetano Di Meglio.
Maria Bigazzi, Elisa Barone, Michela Zanarella, Maria Calise, Antonio Mencarini, Alberto Liguoro, Virginia Murru, Nunzia Binetti, Luciano Somma, Sacha Savastano, Antonio Guarracino, Liga Sarah Lapinska, Vera Roke, Katia Massaro, Nunzia Zambardi, sono i quindici personaggi che, due per settimana, compariranno su queste colonne tramite i testi pubblicati appunto in “Adotta una poesia”. Non ve ne sveliamo la cronologia di pubblicazione, per non farvi perdere il piacere della sorpresa nel momento in cui andrete in edicola ad acquistare le vostre copie del giornale!
Con la ovvia avvertenza che si tratta di articoli scritti alcuni anni fa (a firma mia e di Roberta Panizza) sui quali non è stato effettuato alcun intervento di aggiornamento, che ne pensate di dare la precedenza a due gentilissime Signore?
Silvana Lazzarino, dinamica, intraprendente e dagli interessi plurimi, aggiunge a questa pagina un’intervista al giovane campione Tommaso Occhi.
La pagina viene chiusa da tre poesie finaliste della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni” scritte da Antonella Ronzulli, Giuseppe Capoluongo, Ester Margherita Barbato.

Maria Bigazzi
Nasce nel 1956.
Vive la sua infanzia in campagna nel Valdarno fiorentino, a contatto con la natura.
All’età di otto anni si trasferisce a Firenze, dopo la perdita del padre, dove attualmente vive e lavora.
Ha iniziato a dipingere fin dall’adolescenza come autodidatta.
Dopo gli studi professionali ha maturato la sua esperienza artistica attraverso la ricerca e lo studio di diverse tecniche espressive e pittoriche, dall’olio all’acrilico per approdare infine all’acquerello. Partecipa assiduamente a vari eventi e manifestazioni artistiche in tutta Italia.
È iscritta all’Associazione artistica UCAI e ANLA di Firenze.
Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in varie Gallerie d’arte a Firenze e zone limitrofe.
Oltre alla pittura si dedica anche alla poesia e alla fotografia ispirandosi alle emozioni e meraviglie della natura, cercando di coniugare l’espressione “bellezza-dolcezza” in un unico dualismo artistico: la bellezza della pittura, la dolcezza della poesia e la meraviglia della fotografia.
Le pennellate vaporose, la selettiva determinazione delle tinte quasi mai miscelate sulla tela, né mai ripetitive, la visione paesaggistica propria di uno spirito artistico proiettato verso quanto di più positivo e lucente possa offrire la natura, fanno delle composizioni pittoriche di Maria Bigazzi un gradevolissimo connubio di sogno e di realtà, di tecnica e di sperimentalismo, di passioni
e di meditazioni che calano i disincantati visitatori delle sue mostre e del suo atelier nella condizione di Nirvana propria dell’estasi artistica.
Maria Bigazzi è artista a tutto tondo proponendosi anche come scrittrice di testi poetici.
Insieme a Liga Sarah Lapinska, Maria è l’unica Pioniere di LENOIS a far parte di questa nuova antologia sia nella sezione immagini sia nella sezione poetica.

Elisa Barone
Vive a Como dove tuttora svolge la professione di avvocato da oltre la metà dei suoi anni, ma è nata a Salerno.
Ha usato poesia e narrativa per comunicare sentimenti, ricordi, rimpianti, struggimento e commozione anche per fatti non vissuti direttamente ma, talvolta, empaticamente condivisi.
Ha pubblicato una silloge dal titolo “Farfalla” (ed. Ikona, Como, 2001), un libro di narrativa dal titolo “Il romanzo che non c’è” (ed Il Filo, Viterbo).
Poesie e racconti sono pubblicati in varie antologie e si è distinta con importanti riconoscimenti in molti premi letterari.
Della sua passione per la scrittura dice: “Fin dall’infanzia la poesia mi è stata compagna, sfogo, evasione e non ha mai voluto essere altro che un modo di esprimere in versi sentimenti, ricordi, pensieri, emozioni personali o empaticamente condivisi. La prima parte della vita si è svolta a Salerno, l’altra a Como; le due parti della vita, per la diversità dei luoghi, delle abitudini, dei legami affettivi, del clima, dei paesaggi, dell’età sembrerebbero contrapposte eppure si ovrappongono nelle poesie in cui presente e passato si intrecciano, sfumando l’una nell’altra fra ricordi e nostalgia, rimpianti e struggimento. Solo da tre anni ho scritto in prosa, e precisamente
due romanzi che ho presentato a Roma, Como e Salerno.”

Bruno Mancini

Il Dispari 20160425 1 comp

INTERVISTA A TOMMASO OCCHI CAMPIONE DI MINIMOTO

La scuola di canto lirico e poesia in memoria di Lina Cavalieri è un progetto voluto dalla soprano Paola Occhi (intraprendente Socia dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per la quale svolge il ruolo di Ambasciatrice nelle regioni Emilia Romagna e Basilicata) al quale collaborano figure a lei vicino esperte nel settore come Santina Amici, pianista e coordinatrice onoraria, e Anna Di Trani ufficio stampa e fotografa.
Un progetto innovativo che a detta di Paola Occhi intende dare spazio non solo al canto e alla musica, ma anche alle altre espressioni artistiche quali la danza e la poesia.
A queste, magari in un prossimo futuro, si potrebbe accostare anche lo sport.
Lo sport aiuta a migliorare la qualità della vita anche se praticato come passatempo e divertimento. A livello agonistico lo sport aiuta a forgiare il carattere attraverso una sana competizione che apre al confronto e alla comunicazione con gli altri.
A proposito di sport, durante la visita alla Scuola di Canto lirico che ho compiuto per scriverne su questa pagina, era presente un ospite molto importante, una futura promessa del motociclismo: —-Tommaso Occhi, giovanissimo campione di minimoto, che a soli 12 anni ha raggiunto importanti successi. La fortuita circostanza ha consentito questa breve intervista.

-Tommaso, come nasce la passione per la minimoto.
Il mio interesse risale all’età di tre anni quando trovandomi a casa di mia nonna ero attratto dal rumore dellemoto sull’asfalto e così scendevo per vederle passare sulla strada.
A 5 anni ho chiesto la minimoto, ma era troppo presto a detta dei miei genitori e così ho dovuto aspettare. Finalmente a 9 anni è arrivata la prima minimoto e da quel momento ho partecipato a diverse competizioni.
– A quanti anni hai raggiunto il primo risultato importante?
A dieci anni quando nel 2014 ho partecipato al Trofeo del Persico classificandomi al primo posto dopo quattro gare.
– La tua emozione per questo premio?
Ero felice. Era la prima volta che partecipavo ad un campionato.
– Un inizio importante che ti ha spinto e incoraggiato a proseguire?
Sì, infatti, poi sono arrivati altri risultati come il 3 posto al Trofeo XBikes e il 1° posto nel Trofeo Estense 2014. Poi il 2° posto al Trofeo Emilia Romagna UISPe il 5° posto nel Trofeo Italia (Categoria Pulcini) nel 2015.
– Quante volte ti alleni durante la settimana?
Due volte la settimana. Il sabato e la domenica vado in varie piste per provare.
– Come ti senti l’istante prima della partenza?
Emozionato e teso e l’adrenalina è al massimo. La tensione è forte e questo è dovuto alla paura di cadere e commettere errori.
– A chi rivolgi un pensiero quando corri?
Alla mia famiglia e a quanti mi hanno aiutato.
– In questo percorso dove gli allenamenti richiedono impegno e fatica si forma il carattere del campione, costantemente messo alla prova perché si vince, ma si può anche perdere.
Che pensi a riguardo?
Nello sport si compete con gli avversari dando il meglio di se stessi e mantenendo un comportamento corretto, ma può capitare di perdere. L’importante è non mollare e rialzarsi quando si cade. Ho sempre in mente una frase di Marco Simoncelli che dice: “Si vive di più andando 5 minuti al massimo di quanto faccia certa gente in una vita intera”.

La passione, la grinta e la determinazione aiuteranno Tommaso Occhi a procedere in questo suo sogno, grazie anche alla vicinanza e al sostegno della sua famiglia.
Già così giovane ha dimostrato di avere talento e tutte le carte per raggiungere altri risultati importanti. Chissà magari potrà diventare un futuro campione di motociclismo, proprio come il suo idolo Simoncelli.
Auguriamo a Tommaso un futuro costellato di altri grandi successi e soddisfazioni.
Silvana Lazzarino

SILVANA E TOMMASO OCCHI comp

Il Dispari 20160425 tutto ridim
Cod 16: Antonella Ronzulli
Oltre la libertà
Anime vagabonde
una moto, una tenda
una sacca sul dorso
nell’assenza di stagioni e d’approdi
Esplorano il mondo
oltre lo stesso pensare
assaporano l’essenza
nella libertà del loro insieme
Due cuori, un solo -inestimabile- desiderio
amarsi
in ogni dove
in ogni tempo

Cod 26: Giuseppe Capoluongo
Davanti al fuoco
Ormai è sera
arde ancora il ceppo
seccato dal tempo, passato
in legnaia, in attesa
fiamma che scalda
il povero corpo che ha freddo
lingue rosse nel giallo
verso il cielo, un’offerta
se stesso, per me
seduto in poltrona
sereno, ricordo
le illusioni sul domani
e brucio anch’io
le memorie, una lacrima
non vuole scendere, ondeggia
nell’iride perso, su quei ceppi
già pieni di odori, uccellini
cinguettanti per l’aria, alla ricerca
di cibo, compagni
nella primavera fiorita
dispersa senza paura
delle ombre danzanti nel buio
che mi fanno compagnia
questa sera.

Cod 06: Ester Margherita Barbato
Fatica
Una nuvola sbanda
fra colpi di vento
L’inverno è già qui
nel silenzio che incombe
sul giorno che muore
e il buio è una fitta ancestrale.
Ossessione di scelte irrisolte
di parole non dette
una sete infinita di te che non sei
di ciò che non so
e un’arsura che non trova pace.
Solo i dubbi rinascono all’alba
forti e insani e la vita ora stenta
fra le dita che più non si chiudono
a mordere sogni.
È solo fatica di andare.

Bruno Il dispari

Il Dispari 2016-04-22

Il Dispari 2016-04-22

Una nuova realtà si profila all’orizzonte

Presto il gemellaggio tra il comune di Ischia e Torrenova

Il prossimo 10 Giugno avrà inizio il penultimo atto ufficiale della cerimonia di giuramento del patto di Gemellaggio tra la Città di Ischia e il Comune di Torrenova.
In tale data, infatti, una delegazione dell’Amministrazione comunale di Ischia, in compagnia di rappresentati delle varie attività sociali operanti sul territorio, sarà attesa dall’Amministrazione di Torrenova per dare seguito, mediante la firma di un documento pubblico, alla volontà di realizzare il Gemellaggio espressa attraverso votazioni all’unanimità da parte di entrambi i Consigli comunali.
In data 4 Aprile il Vicesindaco di Ischia Dott. Vincenzo Ferrandino ha indicato, all’Amministrazione Comunale di Torrenova, il sottoscritto quale “referente per eventuali comunicazioni e per il regolare prosieguo delle successive iniziative da intraprendere”, ed ora con la Determinazione Sindacale del 21 Aprile il Comune di Torrenova ha dato incarico ad Enzo Salvia di gestire “… gli adempimenti procedurali finalizzati alla costituzione di apposito Comitato per dare attuazione concreta al gemellaggio con il Comune di Ischia“. Enzo ha intenzione di riunire, a breve, tutte le Associazioni non solo di Torrenova ma anche di alcuni Comuni limitrofi per organizzare al meglio l’evento.
L’incontro determinante tra le due comunità è avvenuto attraverso la partecipazione al Premio Internazionale di Poesia “Otto milioni – 2013” Made in Ischia, che fu realizzato con la Direzione Artistica della poetessa trentina Roberta Panizza, la collaborazione, appunto, del cantautore siciliano Enzo Salvia, e le sponsorizzazioni dell‘Istituto Agostino Lauro e del Comune di Torrenova.
Caratteristiche territoriali di Torrenova
Regione Sicilia, Provincia Messina.
Sindaco Dott. Salvatore Castrovinci
Popolazione 4,252 abitanti (01/01/2013 – Istat)
Superficie12,93 km²
Densità 328,92 ab./km²
Alcuni chilometri di spiagge prospicienti le isole Eolie.
Confinante con il Parco naturale dei Nebrodi
Altitudine da 0 a 327 mt.
Ricettività alberghiera n. 2 alberghi per circa 50 posti
Bed and breakfast n. 30 posti
Pubblici esercizi n. 30 circa
Attività commerciali n. 50 circa
Cinema: 0
Associazioni n. 11
Enti 0
Circoli n. 1
Musei 0
Teatri 0
Biblioteche n. 1
Impianti sportivi n. 10
Parchi n. 2
Nella prospettiva di rendere tale atto di Gemellaggio un’occasione utile allo sviluppo della vita sociale, economica, sportiva e culturale delle due comunità, e poiché tra la Città d’Ischia e il Comune di Torrenova esistono numerose analogie nei suddetti ambiti (compreso quello territoriale e storico) che ne hanno consigliato e che ora ne facilitano il processo di Gemellaggio, questo sembra il momento opportuno per iniziare a diffondere in maniera sommaria, ma precisa, qualche caratteristica della cittadina siciliana, e lo facciamo con l’interessante articolo di Enzo Salvia “Cenni storici di Torrenova”.

Per tutte le informazioni: emmegiischia@gmail.com Tel. 3914830355
Bruno Mancini

Il Dispari 20160422 1 comp

Cenni storici di Torrenova

La storia di Torrenova non è altro che la cronologia storica della Sicilia. Il retaggio architettonico lasciato dai vari popoli che la dominarono, oltre 13 colonizzazioni, è davvero unico al mondo. La stratificazione di tutte queste civiltà è ben visibile nel paese, anche se bisogna fare ancora molto per valorizzarlo. Basti pensare alla famosa Grotta di Scodonì dove, all’interno e nell’area antistante, sono stati trovati manufatti litici e frammenti ceramici appartenenti all’età del Rame e più precisamente alla cultura di Piano Conte.
Torrenova, inizialmente, è stata frazione di San Marco e la sua storia è legata a quella del comune Aluntino. I primi insediamenti umani nel territorio di Torrenova sembrerebbero risalire al Neolitico. Pare, infatti, che un piccolo gruppo di persone si fosse aggregato nei pressi della grotta di Scodonì, dove sono stati ritrovati diversi reperti.
In età greco-romana il territorio appartenne ad Alunzio e fu importante scalo portuale.
Fino ad ora, la prima notizia certa di Torrenova è quella di un toponimo citato da Camillo Camiliani, nella carta topografica allegata alla relazione sulla sua ricognizione del 1584, dove sono esposti in successione: Zappulla, Pietra di Roma, Torre Nuova, Foggia della Rosa Marina (foce del Rosmarino). L’immagine topografica più arcaica che si conosce ed in grado di mostrare la diversità dell’insediamento urbano tra San Marco e Torrenova, è la planimetria redatta da Filippo Davì nel 1852, in cui i nuclei abitati vengono così definiti: Caseggiato di San Marco e villaggio di Torrenuova.
Il nome deriva verosimilmente dalle numerose torri d’avvistamento che dominavano la costa, costruite dopo la fine del medioevo per arginare i continui assalti.
Il toponimo potrebbe alludere ad una delle torri che la Deputazione del regno costruì alla fine del 500 e che Camiliani indica con l’espressione “De Novo Costruita”.
Con la fine delle guerre corsare nel mediterraneo, ed il contemporaneo progredire dei sistemi difensivi, cominciò ad avviarsi un processo di crescita urbana lungo le strade litorali, che portò alla costruzione di villaggi legati alla produzione agricola.
L’Abitato, si sviluppa lungo gli assi viari S.S. 113, la strada Provinciale (che coincide con l’antica via Consolare Pompea), e arterie di raccordo.
Gli impianti urbani, quindi, non sono più unitari come quelli dei centri medievali arroccati sulle montagne ma presentano una configurazione planimetrica che denota un’espansione incontrollata.
Il nucleo urbano originario è da ricercarsi nell’attuale “contrada mare”, con un sistema dispositivo a pettine, composto da un lungo e dritto asse viario parallelo alla linea di costa e da una serie di collegamenti perpendicolari in direzione del mare.
L’economia del paese, si basava prevalentemente su due attività: la coltivazione, lavorazione ed esportazione degli agrumi e la pesca.
Mentre la seconda attività, andò via via dissolvendosi a causa delle forti ondate migratorie degli abitanti verso l’Australia, la prima anche grazie all’estensione della piana torrenovese, che si prestava a questo tipo di coltivazioni, resistette fino alla fine degli anni settanta, anni in cui si potevano contare numerose attività di lavorazione ed esportazione degli agrumi.
Oggi, a testimonianza di ciò, rimane una bellissima struttura, meritevole di restauro (già vincolata dalla Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Messina), adoperata all’epoca per l’estrazione dello spirito.
Il 24 Novembre 1984, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, Torrenova dopo aver condiviso secoli di storia con San Marco d’Alunzio ottenne l’Autonomia divenendo così il 108° comune della provincia di Messina.
Enzo Salvia

Il Dispari 2016-04-22
nomina ad esperto compnomina ad esperto (2) comp

Il Dispari 2016-04-18

Il Dispari 20160418 comp

Editoriale
La storia e la poesia.
La storia non si scrive una volta e basta

La proposta è di guardare alla Poesia come ad un mondo la cui avvenenza  non si esaurisca nella frase: “è bello ciò che piace”.
Se è vero che nelle varie sfere delle attività umane l’ancestrale bisogno di espressione sia benvenuto, restano pur sempre numerose le difficoltà da superare affinché siano realizzate tutte le componenti utili e necessarie alla distesa e completa formulazione dei concetti che ne sono alla radice.
Accurata conoscenza del vocabolario, della grammatica e della sintassi non sempre sono sufficienti alla realizzazione di tale risultato.
Nei confronti della Poesia ciò scaturisce, in primo luogo, dal nostro disagio critico di distinguere il bello dal brutto prescindendo, in maniera assoluta, da tutti gli altri parametri che abbiano presumibilmente o concretamente contribuito alla realizzazione dell’opera.
Ci sarebbero minori intralci se esistesse un’immutabile definizione del bello o meglio, dell’arte.
Infatti, chiusi gli occhi sul passato e sul presente dell’Autore, basterebbe applicare, se esistessero, le opportune scale -come per la fisica degli elementi- per avere preciso e pronto il brodo di giuggiole poetiche in cui trastullare i nostri bisogni di fantasiosa immedesimazione.
Purtroppo, o meno male, la storia non si scrive una volta e basta.
E con essa i concetti vengono rivoltati, addomesticati, ingarbugliati, in una epopea che raramente ha trovato ingegni abili ad interpretarla definitivamente.
Ciò che possiamo immaginare sia stato il concetto fondante della poetica latina, durante l’apparentemente lontano passato (quasi 2000 anni fa significa meno di 30 vite umane), non accetterebbe per suoi neppure una minima frazione degli attuali confini nei quali racchiudiamo le nostre attuali preferenze letterarie.
E viceversa.
A questo si può aggiungere una teoria provocatoria, secondo la quale, negli anni futuri, a fronte di qualunque usura e distruzione possibile, il lento ma assiduo deterioramento di ogni sistema di trasmissione dei supporti contenenti le informazioni delle nostre attuali forme di vita, letteratura compresa, andrà riducendo costantemente ed inesorabilmente il loro numero (dei supporti, cioè dei libri dei cd dei filmati ecc). E se ciò sembra di una banalità disarmante, tale non è la conclusione (appunto provocatoria) secondo la quale, nell’anno X di un futuro remoto (ma neppure è certo che occorreranno ancora altri duemila anni), la decimazione avrà consentito la salvezza solo di alcuni supporti e, quindi, per l’ancora più banale calcolo delle probabilità riesce facile credere che allora, in quel futuro anno X, la nostre arte sarà quasi sicuramente identificata con un giornalino di Topolino ritrovato all’interno di un misterioso contenitore molto simile alla cartella che usavamo andando alle scuole elementari.
Miliardi di copie di Topolino, avranno il sopravvento su tutti i libri dei premi Nobel e dintorni!
Catullo è stato veramente il più grande della sua epoca? Boh! Non abbiamo certezze.
In pratica, ciò viene affermato dalle stesse persone che pavoneggiano i best seller spudoratamente propinati e messi in vendita come meravigliose espressioni artistiche dalle immorali case editrici internazionali.
Apprezzare la forza della Poesia implica un lungo percorso che ci porta molto lontano, e non può essere compiutamente affrontato in un balzo solo.
Ne occorrono tanti e piccoli, eseguiti, con tempo e pazienza, per far sì che il puzzle della visione poetica occupi la nostra mente, fino a dare un senso alla frase iniziale che invita a guardare alla Poesia come ad un titolo che non si esaurisca nella frase “è bello ciò che piace”.
Bruno Mancini  

Il Dispari 20160418 1 comp

LO SGUARDO LUCIDO DI TOULOUSE LAUTREC
NELLA VITA PARIGINA
TRA CABARET E CAFFÈ CONCERTO

La realtà umana e sociale che anima Parigi di fine Ottocento e dintorni, è al centro dell’opera di Toulouse-Lautrec (Albi 1864 – Malromé – Bordeaux 1901).
Nato in una delle più nobili e antiche famiglie francesi, ben presto lascia il suo ambiente per trasferirsi a Parigi dove entra a contatto con l’atmosfera vivace e disincantata, ma anche triste e degradata della città. Pittore della Belle Époque ambigua e contraddittoria, della vita fugace innocente e perversa, egli si fa interprete raffinato e sensibile dello spaccato umano parigino cogliendone abitudini, vizi, gioie e dolori.
A questo straordinario artista, capace di scandagliare nei ritmi dell’esistenza fra ambienti nobili, borghesi, atmosfere sfarzose ed effimere dei locali notturni, comprese l’ambiente delle corse dei cavalli, è dedicata la mostra Henri de Toulouse-Lautrec, la collezione del Museo di Belle Arti di Budapest in corso a Roma al Museo dell´Ara Pacis fino all’8 maggio 2016.
Promossa e prodotta da Roma Capitale, da Arthemisia Group e Zètema Progetto Cultura, curata da Zsuzsa Gonda e Kata Bodor attraverso circa 170 litografie della collezione, la mostra da risalto all’opera grafica dell’artista tra manifesti, illustrazioni, copertine di spartiti e locandine, alcune delle quali autentiche rarità stampate in tirature limitate, firmate e numerate e corredate dalla dedica dell’artista. Toulouse-Lautrec coglie gli aspetti transitori della realtà a lui circostante soprattutto quella della gente comune descritta con oggettività e profondo realismo. Realismo con cui coglie atteggiamenti e stati d’animo di personaggi che animano la vita notturna e artificiosa di Montmartre: dalle amiche di famiglia alle ballerine, dalle chanteuse alle attrici, fino alle prostitute, compresi intellettuali e artisti ripresi entro cabaret, case di piacere, sale da ballo come il Moulin Rouge al Moulin de la Galettea le Folies Bergère.
Suddiviso in cinque aree tematiche il percorso che procede dalle opere dei primi anni della sua produzione sotto la guida del maestro René Princeteau, fino alle opere post-impressioniste, conduce entro un contesto umano e sociale vitale e leggero, ma anche anticonformista e talora provocatorio lungo rappresentazioni di ambienti notturni della Parigi di fine secolo tra cabaret e caffè concerto: Al Moulin Rouge: La Goulue e sua sorella (1892) e Caudieux(1893).
Il successo di ballerine e cantanti del momento è esaltato da sue litografie e stampe come Aristide Bruant nel suo cabaret (1893) realizzata per il cantautore e cabarettista francese Aristide Bruant e DivanJaponais (1893) in cui ritrae Jane Avril celebre stella del cabaret parigino. L’atmosfera leggera dei bordelli è contenuta anche in “Elles” serie di cromolitografie del 1896: Donna alla tinozza e La clownessa seduta. Anche il tema dell’amore lesbico è trattato con sensibilità in Il grande palco (1897). Intense le raffigurazioni di scene teatrali come il capolavoro della litografia Bustodi Mademoiselle Marcelle Lender (1895) con cui immortala la bellezza dell’attrice del Théâtre des Variétés il cui busto è stampato in otto colori. È poi dato risalto alla vita privata dell’artista tra la passione per le corse dei cavalli, le gite al Bois de Boulogne, l’interesse per una donna sconosciuta vista su una nave: Il fantino, Gita in campagna e Passeggiata in yacht (1895).
Il catalogo della mostra è a cura di Skira.
Toulouse Lautrec è tra i personaggi presenti nel musical per il grande schermo, ispirato all’opera La Traviata di G Verdi,“Moulin Rouge!” (2001) del regista australiano Baz Luhrmannc he ad Ischia in occasione del “Global Film” ha ricevuto il Luchino Visconti Legend Award 2013.
Silvana Lazzarino

TOULOUSE LAUTREC
La collezione del Museo di Belle Arti di Budapest
Roma – Museo dell’Ara Pacis
Orario: tutti i giorni dalle 9,30 alle 19,30, chiuso il 1 Maggio
(La biglietteria chiude un’ora prima)
www.arapacis.it
fino all’8 maggio 2016

Partie de campagne

Partie de campagne

Il Dispari 20160418 tutto ridim

Cod 17: Annamaria Vezio

Mondi di fuori

Traiettorie importanti
attraversano il fianco
In luci accecanti disarmanti
allineano e conducono in luoghi proibiti
Lambiscono con note sublimi
All’occhio della mente mostrano colori
Lì, accanto e discreti
È  il mondo di fuori
di là del mondo di ora
di là del pensiero
In tenera attesa d’esser riconosciuto
tende mani colme:
consapevolezza amore perdono
Cornucopia di vita purissima assoluta
difficile da incontrare
difficile da riconoscere
Difficile
Traiettorie importanti
attraversano il fianco
fendono il passato
cambiano il futuro.

Cod 27: Ester Margherita Barbato

Il peso della razionalità

Hai posato
le tue certezze
sulle mie ali disarmate
-angoli consequenziali
a piani d’allegrezza–
razionalizzando
Ma rigorosa
la logica non garantisce
morbidi atterraggi
a queste deboli
evoluzioni di follia
Fragili cristalli
s’infrangeranno
fra cirro-cumuli
di oculate sentenze

Cod 07: Massimo Rozzi

Quasi l’alba.

Laggiù il cielo si staglia,
limpido fra le  montagne tetre
di un inverno da annuario.
L’azzurro sembra dare sorrisi
fra il grigiore delle cime
senza colore di questo febbraio.
Il silenzio della valle dormiente,
rotto dalla statale appena ingombra,
quei pendolari che nulla sospettano.
Così fermo non voglio rompere
L’abbraccio di questo miscuglio
fra natura e uomo incosciente.
Sognatore estremo rubo l’attimo,
sveglio la gioia del secondo,
dopo un trillo troppo repentino.
Una folata di brina scende,
quel camion sembra il vento
che volteggia sulla polvere notturna.

coupon (7) 18 Aprile 2016

Il Dispari 2016-04-18

Bruno Il dispari

 

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

Il Dispari 2015 – 05 – 25

Il Dispari 2015 – 06 – 01

Il Dispari 2015 – 06 – 08

Il Dispari 2015 – 06 – 15

Il Dispari 2015–06–22

Il Dispari 2015–06–29

Il Dispari 2015-07-06

Il Dispari 2015-07-10 bus

Il Dispari 2015-07-13 foto

Il Dispari 2015-07-20

Il Dispari 2015-07-27

Il Dispari 2015-08-03

Il Dispari 2015-08-10

Il Dispari 2015-08-17

Il Dispari 2015-08-24

Il Dispari 2015-08-31

Il Dispari 2015-09-07

Il Dispari 2015-09-14

Il Dispari 2015-09-21

Il Dispari 2015-09-28

Il Dispari 2015-10-05

Il Dispari 2015-10-12

Il Dispari 2015-10-19

Il Dispari 2015-10-26

Il Dispari 2015-11-02

Il Dispari 2015-11-09

Il Dispari 2015-11-16

Il Dispari 2015-11-20

Il Dispari 2015-11-23

Il Dispari 2015-11-30

Il Dispari 2015-12-07

Il Dispari 2015-12-14

Il Dispari 2015-12-21

Il Dispari 2015-12-28

IL DISPARI 2016

Il Dispari 2016-01-04

Il Dispari 2016-01-11

Il Dispari 2016-01-18

Il Dispari 2016-01-25

Il Dispari 2016-02-01

Il Dispari 2016-02-08

Il Dispari 2016-02-15

Il Dispari 2016-02-20

Il Dispari 2016-02-22

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Il Dispari 2016-03-07

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