Kenro Izu allo Spazio Damiani a Bologna con la mostra “Seduction”

L’artista giapponese è in mostra  dal 22 marzo 2019 nello Spazio Damiani con i suoi scatti che vanno oltre la realtà per restituire Immagini in cui l’ombra crea espansioni di corpi e oggetti

Dall’interesse per i luoghi sacri delle grandi antiche civiltà  a quello per le persone ai margini della società in particolare quella indiana, fino al richiamo per PompeiKENRO IZU attraverso la fotografia ha restituito aspetti della storia dell’uomo con sguardo attento e partecipe cogliendo quel senso di rinascita e smarrimento e quelle luci e ombre che attraversano l’esistenza. Allo stesso tempo anche lo studio della natura morta lo porta ad una interpretazione nuova del soggetto di cui cattura l’essenza spirituale insita nei corpi e negli stessi oggetti.

Nato ad Osaka in Giappone nel 1949, KENRO IZU si è formato a Tokyo alla Art at Nippon University, scegliendo poi di trasferirsi a New York nel 1974 dove attualmente vive e lavora.

Kenro Izul esposizione “Seduction”, Spazio Damiani, Bologna

A questo protagonista della fotografia contemporanea, le cui opere sono state esposte in diverse gallerie dall’Asia all’ Europa agli Stati Uniti tra cui: il Rubin Museum of Art di New York, l’Arthur M. Sackler Gallery di Washington, il Kiyosato Photographic Art Museum in Giappone, la Serindia Gallery di Bangkok e la Galleria Forma a Milano, è dedicata l’esposizione “SEDUCTION” presso lo Spazio Damiani a Bologna. La personale del fotografo giapponese, che inaugura il 22 marzo 2019 alle 18.30, aperta fino al 31 luglio, presenta 15 scatti della serie “Still Life” realizzati da Kenro Izu tra il 1991 e il 2017, in cui il concetto di ombra viene valorizzato in quanto fenomeno che restituisce un nuovo modo di osservare l’oggetto, i corpi e lo spazio dove essi si collocano ed inseriscono.

Si tratta di fotografie dai soggetti eleganti e raffinati prese dalle quattro sezioni in cui si articola la serie: Flora, Body, Blue e Orchard. Si procede da soggetti quali fiori, frutta e corpi umani cui viene restituita una nuova visione, a composizioni di oggetti dal sapore metafisico, per poi passare all’omaggio a Picasso del periodo blu con due cianotipie tratte dalla sezione Blue. Le forme astratte del corpo femminile, grazie a questa tecnica della cianotipia su platino sviluppata dal fotografo, emergono dal colore blu e dalle ombre profonde del platino.

Il suo lento processo creativo nello svelare l’essenza spirituale di corpi e oggetti, lo porta a rendere palese un atto di seduzione tra l’artista stesso e il soggetto osservato, Dalla cultura tradizionale giapponese egli riprende il fenomeno delle ombre che al pari della luce, definiscono i corpi, gli oggetti e gli spazi assumendo un valore positivo rispetto a quanto ritenuto nella cultura occidentale.

Viene utilizzata per tredici fotografie la tecnica di stampa al palladio, la più raffinata delle tecniche di stampa in bianco e nero attraverso cui le immagini presentano una vasta ampiezza nelle sfumature, dando valore alla resa del gioco di luci e ombre.

Il suo primo accostamento alla fotografia digitale avviene con la serie “ Requiem”  che fa riferimento alla vicenda della città di Pompei quasi duemila anni fa distrutta dall’eruzione del Vesuvio.

A seguito del viaggio in Cambogia nel 1993 in cui constata le condizioni di estrema povertà della popolazione con molte carenze nel sistema sanitario, si decide a fondare un’associazione no-profit, Friends Without A Border (Friends). per dare vita in Cambogia a Siem Reap, all’ospedale pediatrico Angkor Hospital for Children (AHC), che da allora ha curato oltre un milione e seicentomila bambini. Inoltre nel 2015 ha fondato un secondo ospedale pediatrico a Luang Prabang, in Laos, il Lao Friends Hospital for Children (LFHC).

Diversi i volumi da lui pubblicati tra cui “Sacred Places” (Arena Editions), “Bhutan sacred within” (Nazraeli), “Teritories of Spirits” (Skira Books), “Eternal Light (Steidle)”, “Seduction” (Damiani).

Numerosi anche i premi e riconoscimenti ricevuti tra cui: il National Endowment for Arts, il New York Foundation for Arts e la Guggenheim Fellowship.

Silvana Lazzarino

 

KENRO IZU

“Seduction”

Spazio Damiani,

Via dello Scalo 3/2 abc, Bologna

Orario: dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 18.00, il venerdì dalle 9.00 alle 16.30,

Inaugurazione venerdì 22 marzo 2019 ore 18.30

Dal 22 marzo al 31 luglio 2019

 

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Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

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Il Dispari 2017-12-11

Il Dispari 2017-12-11 Redazione culturale

Editoriale Il Dispari 2017-12-11

Caterina Guttadauro La Brasca: BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina

Chi è Caterina Guttadauro La Brasca?

Nata e vissuta per molti anni in Sicilia, dove ha completato gli studi classici, risiede A Bologna.. Sposata, è madre di una figlia, medico-psicoterapeuta.
È da sempre amante dello scrivere.

Relatrice alla Fiera dell’Editoria World book International di Cattolica nel 2014, è stata Presidente di Giuria in tre edizioni del concorso letterario nazionale “L’Anfora di Calliope”, nonché Giurata al World Literary Price, concorso letterario mondiale itinerante alla riscoperta delle capitali mondiali.

Nel 2015 ha ricevuto a Parigi il Premio alla Cultura; nel 2017, al concorso letterario internazionale ”VOCI” di Abano Terme, ha ricevuto la Medaglia al Merito del Senato della Repubblica Italiana per talento e meriti letterari.

Ha collaborato con la TV Umbra, nella trasmissione “Vita Vera”.

Ha fatto parte del direttivo dell’Associazione Culturale “Lo Specchio di Alice”, dove scriveva sulla Rivista Quaderni ed ha pubblicato un Romanzo Collettivo assieme ad altri scrittori.
Scrive per Fattitaliani, per Agenparl Umbria, per Scrivonline (giornale online siciliano), per il Magazine La Macina, e per la Rivista parigina “La Voce” che diffonde la cultura italiana all’estero.

Il suo primo libro “La Barriera Invisibile”, pubblicato nel 2010, ha vinto il Premio Speciale della Giuria al Premio Letterario Internazionale “Città di Cattolica”.

Nel 2011 ha dato alle stampe il romanzo: “Silenzi d’Amore” che ha vinto il primo premio per la sezione “PIANETA DONNA” nella 2^ edizione del premio letterario internazionale “Montefiore”; il premio speciale della Giuria nell’Edizione 2012 del premio letterario “Histonium”; il premio assoluto della critica al concorso letterario internazionale “Il Golfo dei Poeti”.

Nel 2013 ha pubblicato il suo terzo libro “La Vita appesa ai muri” che ha vinto il Premio della Giuria al concorso letterario internazionale “Città di Pontremoli” ed è tra i primi cinque ed unici vincitori per la narrativa al concorso letterario “La Città del Tricolore”.

Nel 2015 ha pubblicato “La voglio gassata”.

Il libro, per concessione del Presidente Nazionale dall’A.I.L, Prof. Mandelli, reca in copertina il logo nazionale dell’Associazione; ha vinto il primo premio assoluto della narrativa nella XXXI edizione del concorso letterario “HISTONIUM”; si è piazzato al terzo posto per la narrativa edita al concorso di Pontremoli nel 2017.
Caterina Guttadauro La Brasca, già dalle prossime settimane, proporrà un sua rubrica in questa pagina, invitandoci ad entrare nel mondo artistico e letterario che lei ambisce di presentare ai lettori di questo giornale e a tutti coloro che seguono con interesse i progetti culturali diffusi dalla nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-11

Il Dispari 2017-12-11

Liga Sarah Lapinska intervista KSENIA SVETLOVA Deputata del Knesset israeliano

LIGA SARAH: «Qual è il tuo gusto nel campo della cultura italiana e che cosa ne pensi delle tradizioni italiane? Come vedi lo sviluppo tra Italia ed Israele?»

KSENIA: «Le nostre culture sono molto simili. Il sapore del Mediterraneo si sente sia qui sia là.
Il clima, il profumo del mare, il temperamento della gente, la cucina stupenda.
Bastano queste qualità per cercare contatti sempre più stretti uno con l’altro?
In Israele abitano tanti emigranti italiani, quindi la cucina italiana qui da noi è molto conosciuta.

In Russia, da bambina, crescendo, ho guardato il Festival di San Remo.

Anche adesso ascolto volentieri Toto Cutugno.
Insomma, la cultura italiana in Israele viene ben apprezzata.
Israeliani spesso visitano l’Italia, per ragioni di studio, di affari, come turisti, oppure per scambi scientifici e culturali.
Negli ultimi 10 anni sono stati tradotti 105 libri di scrittori italiani.

Un’associazione forte è Italkim, attiva in favore di coloro che sono rimpatriati dall’Italia in Israele.
Consolida i rapporti di cultura tra i nostre due paesi e sviluppa il riconoscimento della vera cultura italiana.

L’Istituto della Cultura Italiana ha iniziato ad organizzare un buon elenco di eventi nel Centro della Cultura Ebrea di origine libica nella città di Or-Yehuda.
Sono state aperte iscrizioni per il corso di lingua italiana.»
LIGA SARAH: «Novità entro l’anno 2017 in Israele nel campo di cultura?»
KSENIA: «Nell’inverno israeliano, il deserto Negev fiorisce ed è magnifico.

La festività Darom Adon è specialmente dedicata a questo miracolo unico della natura.
Vengono organizzati mercatini

In Israele si ama la musica operistica e quella da camera,il teatro.
Il teatro qui viene inscenato in russo, in yiddish, in francese, in marocchino.

E certo il cinema.
Ogni anno in Cinematek lungo tutto il paese ha luogo il festival di film e di documentari “Dokaviv”, che ha gran successo sia per gli israeliani sia per gli ospiti di nostro paese.
Entro questo anno, in Israele avrà luogo il festivial del cinema russo, dove parteciperanno Leonid Parfenov, Aleksey Uchitel, Valery Todorovsky, Karen Shahnazarov ed altri famosi registi.

Inoltre, entro Gennaio 2018, Toto Cutugno farà un concerto a Tel-Aviv.
Come ho già detto, qui tutti conoscono Toto Cutugno, un uomo leggenda, che ha conquistato il pubblico di San Remo con la sua canzone “L’Italiano”.»

LIGA SARAH: «Come si stanno sviluppando i rapporti tra le culture ebrea e araba?»

KSENIA: «Le basi di queste due culture, senza dubbi, hanno le stesse origini.
Durante tanti secoli, ebrei ed arabi hanno abitato nella stessa zona geografica.
Per colpa del conflitto tra palestinesi ed israeliani la gente ha cominciato ad allontanarsi uno dall’altro.
Questo problema è stato uno degli scopi che mi hanno spinta a diventata giornalista.
Provare a riportare alla gente tutto lo splendore e la profondità dalla cultura araba, cosi tanto in comune con la tradizione ebrea.
Ovunque, gli interessi nel campo della cultura avvicinano i popoli più rapidamente di quelli politiche.

Niente è più importante dei rapporti positivi tra i popoli.
Sono aperta sempre al dialogo, e non dipende dalla nazionalità o status sociale di coloro con cui parlo.»

LIGA SARAH: «Scrivi anche tu qualcosa, intendo di tua creatività? Come ti riposi?»

KSENIA: «Scrivo articoli di analisi dedicati alla situazione nel Vicino Oriente e poi sto scrivendo il libro ”Verso il Vicino Oriente sui tacchi alti”, in cui descrivo le situazioni reali dalla mia carriera di giornalista.

Amo viaggiare, nonostante sia molto occupata.

Apprezzo di passare il mio tempo libero insieme con i miei cari figli e mio marito.
Viaggiamo per tutto il mondo, anche se nel nostro paese ci sono tanti posti da ammirare.
Le mie città più amate sono Yerusalem e Zihron Yakov.
All’estero Roma, Barcellona, Il Cairo.»

Ringrazio per l’intervista esclusiva rilasciata tramite me all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formulo tanti auguri alla Deputata del Knesset israeliano Kseina Svetlova per il successo editoriale del suo libro che, non è escluso, possa essere presentato nell’isola d’Ischia da me tanto amata.

Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 2017-12-11Il Dispari 2017-12-11

Twitterone

1) L’Ambasciatrice DILA in Lettonia, Liga Sarah Lapinska, per conto di DILA, ha regalato la nostra antologia “Da Ischia sempre poesia

Da Ischia sempre poesia

Da Ischia sempre poesia

edita nel 2016, allo storico Margers Vestermanis, sopravvissuto all’olocausto, celeberrimo fondatore ed ex direttore del museo “Ebrei in Lettonia”.

2) Eva Strazdina, vincitrice in “Otto milioni” di due premi poetici, ha ricevuto in dono dall’Ambasciatrice DILA in Lettonia, Liga Sarah Lapinska, due copie della nostra antologia “Penne Note Matite”edita da Il Sextante di Mariapia Ciaghi.
A sua volta, Eva Strazdina ne ha regalata una copia alla biblioteca di Sesava.

3) Le pagine culturali del 27/11/2017 e del 4/12/2017 di questo quotidiano sono nella rassegna stampa di Bookcity #BCM17

4) Einars Repse, classificato al quarto posto nel premio di grafica “Otto milioni” , ha ricevuto la nostra antologia “Penne Note Matite” da Liga Sarah Lapinska per conto di DILA.
Einars è un importante attivista nella lotta contro le malattie oncologiche.

Margers Vestermanis

Einars Repse,

Eva Strazdina

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Il Dispari 2017-12-04

Editoriale

BENVENUTA, in DILA e nella redazione di questa pagina, a Daniela Mancini.

Chi è Daniela Mancini?

Dopo la laurea in “Filosofia della scienza e logica” si è dedicata all’insegnamento e da venti anni è Dirigente Scolastico di istituti superiori.
Nell’ambito dell’istruzione si occupa di formazione dei docenti sui temi del disagio e, anche per i colleghi dirigenti, sull’innovazione tecnologica.

Ha ideato due sceneggiature su questi argomenti: “La malaskuola” e “Resistenze”.
Appassionata di tradizioni popolari, ha pubblicato, in varie antologie, alcuni racconti sugli antichi mestieri e su altri vari argomenti.
Nel 2016 ha pubblicato ”La tua storia nella mia”, il cui testo è stato introdotto dalla lettera di apprezzamento del Prof. Adriano Prosperi, Storico e Docente della Scuola Normale di Pisa.

Ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Firenze e dei Comuni di Empoli, Cerreto Guidi, Fucecchio, Vinci.

Nel 2017, con la stessa casa editrice dei precedenti volumi, ossia la Ibiskos Ulivieri, è uscito il suo romanzo “Per distrazione”.

Daniela Mancini ha vinto diversi premi letterari tra i quali citiamo il Premio Letterario Internazionale Sissa, il Padus d’oro come scrittrice dell’anno 2017, il Premio Letterario Domenico Rea- Città di Empoli e il Premio Letterario Firenze Capitale D’Europa 2017.

Avremo presto modo di parlare ampiamente di Daniela Mancini e di farvi leggere suoi articoli e stralci di sue opere letterarie.

Bruno Mancini

Il Dispari 2017-12-04

L’ATTORE VIKTOR MISHIN INTERVISTATO DA LIGA SARAH LAPINSKA: “DEVO CONQUISTARE IL PUBBLICO”

Viktor Mishin, è un attore piuttosto famoso in Lettonia per aver partecipato a diversi film appartenenti al filone delle così dette soap opera, è un regista quotato e ha un suo proprio teatro ”Il Gallo d’Oro”, in russo “Zolotoi Petuh”.
Lo conosco perché l’ho contattato nella speranza che potesse promuovere spettacoli e concerti per la gente comune.

Qui in Lettonia alcuni si divertano quasi ogni giorno, ma migliaia di persone, purtroppo, si sono già quasi abituate a vivere senza feste e senza il teatro vero.
Troppa gente ha perso la speranza di essere felice, e pensa solo alla sopravvivenza, anzi a combattere contro gli altri per una vita migliore.
Che cosa significa vita migliore?
La carriera?
I tanti soldi?
Senza le qualità delle cose importanti, perché le più importanti qualità sono la gioia, la speranza, l’amore.
Viviamo senza essere felici e non festeggiamo più niente.
Viktor sa di creare sentimento di festa.
La sua voce è piena di emozioni. Lui declama a suo modo, proponendo, sempre fresche, le strofe sentite tante volte.
Ho pianto sentendo come questo attore declama con la forza dell’amore.

LIGA SARAH: «Secondo Lei, chi è il vero attore?»
VIKTOR: «L’attore non deve essere pigro. L’anima di un attore è piena di domande ed è ardente, altrimenti l’attore non è un attore.
Quale sala preferisco?
Il mio compito è conquistare ogni sala, piccola o grande che sia. Conquistare anche gli spettatori, a volte indifferenti, che mangiano durante lo spettacolo con intensità i loro cioccolatini.
Con le mie idee.
Con le idee di differenti autori.
Con i pensieri, con le emozioni.
Devo animare il pubblico, devo sorprenderlo per diventare vincitore senza guerre. »

LIGA SARAH: «Dove è nato, dove è cresciuto, e dove ha sviluppato la sua arte? Quali sono i suoi riferimenti?»

VIKTOR: «Sono nato e sono cresciuto a Riga, in Lettonia. Amo la mia città.
Ho studiato da saggi maestri, sia registi, sia attori.

Firs Shishigin, regista nel teatro di Jaroslavj in Russia ha detto “Dopo che avete guardato un film o uno spettacolo provate a riscriverne il senso in una sola parola.”

Aleksandr Dunajev era un regista ed attore molto interessante che sapeva dirigere l’intero processo di uno spettacolo: tra regia, attori e spettatori.

Sergey Tihonov è stato l’unico che mi ha aperto il Segreto di essere attore.
Mi ha regalato la chiave di questo mestiere.
Sono molto riconoscente a lui per questo.
Sergey Tihonov non è abbastanza apprezzato oggi, purtroppo, ma per 17 anni ha guidato un teatro molto noto a Mosca ed era anche un profondo pedagogo.

Nella mia gioventù preferivo il repertorio di Shukshin.

Mi sono esibito in diversi teatri ed anche in film commerciali dal 2011al 2014.
Ho sempre amato Aleksandr Geiman per la sua partecipazione nel sociale, Ostrovsky, Shakespeare.

Per il pubblico in Russia ho recitato Florindo, il personaggio del testo di Carlo Gozzi “Il Bugiardo”.

Poi ho fondato il mio teatro personale “Zolotoi Petuh”.

Ho uno studio dove gli attori possono preparare i loro ruoli, ma non ho la sala per lo spettacolo.
Il mio teatro viaggia verso i suoi spettatori e non viceversa.
Scelgo il repertorio, decido tutto nel mio teatro. Sono padrone del mio teatro, ma preferirei avere uno sponsor più pratico di me nel settore commerciale.
Quante umiliazioni a fare le file da un ufficio ad un altro per le pratiche necessarie all’attività del mio teatro!

Abbiamo tanti spettacoli per i bambini.

Per gli adulti abbiamo tanti spettacoli non solo classici, ma anche a sfondo sociale e filosofico.
Qualche tempo fa non erano così popolari come quelli per i bambini.
Un tempo molti spettatori aspettavano più sensazioni che spettacoli classici, adesso di nuovo sono pronti ad ascoltare le poesie delle betulle di Jesenin oppure guardare, per esempio, “Il Piccolo principe” di Sent-Exuperry, adatto sia ai bambini e sia agli adulti.»

Ringraziamo per l’intervista esclusiva rilasciata all’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” per il quotidiano “Il Dispari” di Gaetano Di Meglio e formuliamo tanti auguri a Viktor Mishin che, tra meno di un anno, festeggerà il 50° anniversario della sua carriera d’attore.
Infatti, Viktor apparve per la prima volta sul palcoscenico l’8.10.1968.

Liga Sara Lapinska

Il Dispari 2017-12-04

Twitterone

1) Dopo l’incontro al MUDEC di Bookcity #BCM 17, tutti a Sermoneta!
Tanto è stato grande l’entusiasmo per aver partecipato all’evento made in Ischia “Otto milioni” inserito nel programma Bookcity #BCM17 e proposto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte –DILA” nel Museo Delle Culture MUDEC, che tutto il gruppo di Artisti e di Soci DILA ha deciso di creare le condizioni affinché non se ne disperda il patrimonio di collaborazione e di amicizie.
A tal fine ci si è dati appuntamento a Sermoneta, dove, organizzata da Angela Maria Tiberi Presidente DILA per la provincia di Latina, il prossimo 10 Dicembre si terrà la cerimonia di premiazione dei vincitori delle quattro sezioni del premio “Otto milioni” 2017.

2) Continua la collaborazione redazionale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la casa editrice “Il Sextante” di Mariapia Ciaghi, il cui nuovo numero della rivista Eudonna sarà acquistabile presso l’edicola della Piazzetta San Girolamo di Ischia a partire dal prossimo 14 Dicembre.
La copertina è fantastica, gli articoli sono certamente superlativi… e poi in essa vi troverete la sorpresa DILA!
So che Mariapia Ciaghi non mi smentirà se affermo che TUTTE le meravigliose Artiste che hanno fatto parte di uno dei progetti culturali made in Ischia, organizzati negli ultimi dieci anni da me con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, avranno il privilegio di partecipare alla redazione della sezione culturale affidata da “Il Sextante” alla nostra associazione DILA”. A tale scopo basterà contattarmi al 3914830355, oppure inviarmi una mail a emmegiischia@gmail.com. Vi aspetto.

3) Lo scorso 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulla donna, una nutrita compagine di Soci e simpatizzanti dell’associazione DILA, capeggiati da Angela Maria Tiberi che ne è la presidente per la provincia di Latina, ha partecipato al convegno organizzato a Norma, presso l’aula consiliare, dalla Consulta delle donne e dall’assessorato alle Pari Opportunità.

Alla presenza del Sindaco Gianfranco Tessitore e della Vicesindaco Elisa Ricci; del dottor Mario Mellacina, primario del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina; della dottoressa Manuela Iaione, capo di gabinetto della Questura di Latina; della delegata Anci Lazio, Carmela Cassetta; di Irene Zara, psicologa e psicoterapeuta, responsabile dei servizi della cooperativa Utopia 2000, è stato possibile ammirare opere delle pittrici Angela e di Flora Rucco e di Milena Petrarca (prima classificata al premio di arti grafiche “Otto milioni”). Angela Maria Tiberi ha declamato la poesia “Eppure se” di Bruno Mancini. Le canzoni dei ragazzi del centro Musicale Orfeo hanno contribuito in maniera determinante alla riuscita dell’evento


Il Dispari 2017-11-27


FRANCESCO MACCIONI HA VINTO!

Con la poesia “NELLO SPIRAGLIO DI LUCE”, il poeta sardo Francesco Maccioni ha vinto la sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

La classifica finale è stata annunciata, il 18 Novembre scorso, nel prestigioso Museo Delle Culture di Milano (MUDEC) durante l’evento Made in Ischia organizzato dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA che ha avuto il privilegio di essere stato inserito nel palinsesto del Bookcity Milano 2017, #BCM17, notoriamente uno dei più importanti eventi artistici e letterari italiani.

Il secondo posto è stato conquistato dalla poesia “Quando sarò la pietra” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il terzo posto è stato conquistato dalla poesia “Dove mi aspetta” della poetessa ebrea Liga Sarah Lapinska; il quarto posto è stato conquistato dalla poesia “Prova a credere” della poetessa lettone Eva Strazdiņa; e il quinto posto è stato conquistato dalla poesia “Amicizia” della poetessa italiana Angela Maria Tiberi.

La cerimonia di premiazione di tutti i vincitori dei quattro premi (poesia, arti grafiche, musica, giornalismo) avverrà a Sermoneta (provincia di Latina) il 10 Dicembre 2017 nella medioevale Abbazia di Valvisciolo.

La tradizione racconta che questa Abbazia, edificata in puro stile romanico-cistercense sia stata fondata nel XII secolo da frati greci e successivamente, nel XIII secolo, sia stata popolata e ristrutturata dai Templari ai quali, nel XIV secolo, subentrarono i Cistercensi.

Su di essa si racconta un’antica leggenda medioevale, in cui si narra che nel 1314, allorquando venne posto al rogo l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay, gli architravi delle chiese si spezzarono.

Nell’Abbazia, il Maestro Luca Hoti dirigerà un coro di 28 bambini.

La cerimonia di premiazione si concluderà in Sermoneta con un allegro convivio, tra specialità culinarie locali ed intermezzi artistici, nella Trattoria “Da Elena” gestita dal mitico Raffaele Walter Poli che ci farà gustare un menù speciale “Otto milioni” (Antipasto di affettati misti, verdure grigliate, bruschette ecc. più due mezzi primo di ravioli alla carne e pasta al forno, acqua, vino, caffè per un totale di soli 20€ a persona).
Per partecipare potrete prenotarvi contattando (Tel. 3205584216) la Presidente della Sede operativa DILA di Sermoneta, Angela Maria Tiberi.

Ed, ora con tutti i nostri complimenti, spazio alla poesia di Franco Maccioni vincitrice della sesta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

Cod. 07

Franco Maccioni
Nello spiraglio di luce

L’incredula notte
nascondeva avanzi consumati.
Dietro lo spiraglio aperto
la luna filtrava argentei raggi
tra gli alberi sommersi dal sonno.
Avevo i tuoi occhi di pianto
uniche stelle generose
che dall’immenso cielo
potevo tuffarmi con gioia.
Dall’immensità del nostro amore
nell’incredula notte trascorsa,
l’orizzonte scopriva il nuovo giorno.
Le nostre mani si tenevano strette
e i tuoi occhi risplendevano ancora.
La luce del giorno abbagliava
tracciando nei nostri volti
una tremenda forza di vivere.

Bruno Mancini

Franco Maccioni

Antologia Penne Note Matite

 Abbazia di Valvisciolo

Trattoria da Elena

Sermoneta

Il Sextante di Mariapia Ciaghi propone “SOUL IN THE ART”

Nella seicentesca sede dell’ex oratorio di S. Maria del Suffragio a Perugia si svolgerà la prestigiosa rassegna SOUL IN THE ART che ospiterà un gruppo di 24 rinomati artisti.

Spaziando dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al designer, saranno esposte circa una cinquantina di opere.

Nella collettiva Soul in the Art, ogni artista, ogni pittore proietta la propria anima all’interno dell’opera, così come quando il poeta compone un sonetto e un musicista una sinfonia.

È in questo modo che l’arte vive e regala emozioni.

L’iniziativa è promossa da Il Sextante di Mariapia Ciaghi, editore dell’Antologia made in Ischia “Mare Monti Mare” contenente opere finaliste dei premi “Otto Milioni” organizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

La selezione delle opere pittoriche e scultoree della rassegna SOUL IN THE ART, che dal 7 al 17 Dicembre saranno esposte presso la Ipso Arts Gallery in via L. Bonazzi a Perugia, è stata curata da Elisa Bergamino, affermata critica d’arte, la quale scrive nell’introduzione del catalogo edito da Il Sextante:

“L’arte si sa parla un linguaggio universale, è come un sogno a occhi aperti, una realtà sì fisicamente riscontrabile, ma spesso non vera, immaginata, semplicemente una copia di una ben più importante realtà.(….)

Con il titolo “Soul in the art” si connota il carattere di una mostra collettiva incentrata sul valore del “visibile/invisibile”, quale universo di una verità formalizzata secondo strutturazioni linguistiche di un “parlare” che fa da contrappunto in una poetica di grande respiro.

La mostra è un momento importante per avvicinare idee diverse, mondi culturalmente lontani tra loro, dove spesso le forme assumono valenza di visione interiore struggente e dove gli artisti dimostrano di saper raffrenare le proprie energie per indirizzare l’estro verso la formulazione d’un progetto espressivo tutt’altro che affidato alla mera casualità esecutiva.

Difficile non rimanere emotivamente coinvolti e affascinati da lavori che trasudano di alchimia creativa, dal suggestivo sopravvento dell’immaginazione sulla realtà.
Una realtà che in alcuni casi rappresenta memorie di incontri reali tradotta in una rappresentazione d’istinto sebbene particolarmente vigile e scrupolosa.

Con le loro opere, gli Artisti danno mostra di una visione intellettuale e colta della vita in una ricerca sempre in divenire volta a catturare l’inafferrabile, l’imponderabile, impulso creativo e vitale che rende i loro lavori unici.
Lavori, dunque, che impegnano oltre che la fantasia la coscienza morale, aggiungendo significati emotivi ulteriori.

Nel corso del Vernissage è previsto venerdì 8 Dicembre il recital del soprano Tania RenzulliTra sacro e profano“. Saranno eseguiti brani di Pergolesi, Paisiello, Mercadante, Schubert, Brahms, Verdi, Bizet, Gershwin, Di Capua: un breve excursus musicale dal Settecento ad oggi… dall’aria da camera all’opera, dal musical alla canzone napoletana.

Il Dispari 2017-11-27 Redazione culturale

Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma

L’Associazione “Arte del suonare” di Maria Luisa Neri (Socia fondatrice nonché direttrice musicale dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”), indice ed organizza il VII Concorso Musicale Internazionale “Note sul mare” di Roma, al fine di promuovere la cultura musicale.

L’obiettivo principale è stimolare i giovani allo studio della musica e valorizzare il lavoro di moltissimi docenti che con passione sviluppano le loro capacità espressive.

Dedicato a tutti gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado e a tutti gli allievi privatisti, il Concorso si svolgerà c/o il Liceo Musicale “Giordano Bruno” di Roma e si svolgerà in 2 sezioni: solisti e gruppi.

Il programma è libero.

Sono previste sei categorie in base.

Le domande dovranno essere inviate tramite mail a nerimarialuisa@libero.it entro e non oltre il 7/4/2018.

I partecipanti potranno avvalersi della collaborazione del pianista accompagnatore.

L’organizzazione mette a disposizione solo il pianoforte, ogni altro accessorio o strumento dovrà essere portato dai concorrenti.

Le Commissioni saranno formate da Maestri di provata esperienza per ogni fascia d’età e formazione.

I concorrenti sono tenuti ad informarsi del giorno e dell’orario a loro assegnato per la prova.

Il voto finale sarà la sintesi di tutti i voti della Commissione e saranno resi pubblici per la trasparenza del Concorso.

I Premi: il vincitore del VII Concorso “Note sul mare” riceverà 200 €; il solista o gruppo che avrà raggiunto il punteggio di 100/100 riceverà una targa di primo premio assoluto e un concerto; saranno assegnati, inoltre, un premio speciale giovanissimi di 100 €, un premio speciale archi di 100 €, Uun premio speciale chitarristi di 100 €, un premio speciale scuole di 100 €.

Il concorso si svolge nei giorni compresi tra il 7 e il 12 Maggio 2018.

Il concerto dei finalisti e la proclamazione dei vincitori avverrà 12 Maggio 2018 alle ore 18.30
Lo schema della domanda di iscrizione va scaricato dal sito: www.artedelsuonare//wordpress.com

Info: Prof.ssa Neri Maria Luisa 347-0804603 / 328-1288700
oppure alle mail nerimarialuisa@libero.it
È possibile chiedere aiuto per soggiorni a Roma a prezzo ridotto.

Il Dispari 2017-11-20

Il Dispari 2017-11-20 Redazione culturale

Editoriale

BOOKCITY – MUDEC
Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA

Il 18 Novembre 2017 nell’ambito del palinsesto del Bookcity Milano #BCM17, l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, durante l’evento che ha proposto nel Museo Delle Culture di Milano –MUDEC, ha comunicato i vincitori delle quattro sezioni in cui è stata articolata la sesta edizione del premio internazionale “Otto milioni” 2017.
Franco Maccioni ha vinto il premio “Poesia”.
Milena Petrarca ha vinto il premio “Arti grafiche”.
Liga Sarah Lapinska ha vinto il premio “Recensione”
Alvils Cedriņš ha vinto il premio “Inno musicale”.

Tra gli altri, hanno partecipato all’incontro culturale Paola Occhi (cantante), Maria Luisa Neri scrittrice), Stefano Degli Abbati (scrittore), Dalila Boukhalfa (scrittrice algerina), Milena Petrarca (pittrice), Patrizia Canola (pittrice), Lorenzo Milani (fotografo), Domenico Umbro (musicista), Alberto Ghirardini (Socio Fondatore DILA), Angela Maria Tiberi (scrittrice), Assunta Gneo (scrittrice), Abdeldjalil Amri (scrittore algerino), Ugo De Angelis (scrittore), Maria Teresa Tedde (scrittrice)

Ve ne diamo un’anteprima con le foto di Lorenzo Milani, rimandando alla prossima settimana la cronaca dettagliata dell’evento.

Bruno Mancini

 

Domenico Umbro – Il Dispari 2017-11-20

Foto di gruppo – Il Dispari 2017-11-20

Angela Maria Tiberi – Il Dispari 2017-11-20

Bruno Mancini e A – Il Dispari 2017-11-20

Stefano Degli Abbati, Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa – Il Dispari 2017-11-20

Dalila Boukhalfa – Il Dispari 2017-11-20

Maria Luisa Neri – Il Dispari 2017-11-20

Milena Petrarca – Dispari 2017-11-20

Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Patrizia Canola – Il Dispari 2017-11-20

Foto di gruppo – Il Dispari 2017-11-20

Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa, Bruno Mancini, Maria Luisa Neri, Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Stefano Degli Abbati, Milena Petrarca, Dalila Boukhalfa, Bruno Mancini, Maria Luisa Neri, Paola Occhi – Il Dispari 2017-11-20

Maria Luisa Neri – Il Dispari 2017-11-20

 

 

  DILA

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Mirò. Sogno e colore a Bologna

MIRÓ tra Sogno e Colore oltre la metamorfosi delle forme in mostra a Palazzo Albergati

I sogni, la fantasia entro il ritmo poetico proteso verso orizzonti lontani dove realtà e immaginazione si confondono appartengono all’arte di Joan Miró (Barcellona 1893- Palma di Maiorca1983) che disegna un universo di forme, oggetti visti, pensati e immaginati come attraverso una dimensione mistico-magica.

Dalla scuola di Barcellona all’esperienza con la pittura fauves di cui apprezza ritratti e paesaggi,

Mirò Sogno e Colore in mostra a Bologna palazzo Albergati

dall’incontro parigino con il movimento cubista in particolare con Picasso suo coetaneo, a quello con il dadaismo di Tzara, il suo itinerario artistico trova la piena realizzazione a contatto con la corrente surrealista. Il Surrealismo, infatti, sintetizza i contenuti ritmico-espressivi della sua pittura protesa verso una sperimentazione libera di dar vita a nuove forme e colori che, pur appartenendo alla realtà sono proiettati in una dimensione “altra”, distante perché riferibile all’inconscio onirico. A Joan Miró, anticonformista e trasgressivo che lega nella sua poetica artistica sogno e colore verso un linguaggio mai banale, unico e universale ad un tempo, è dedicata una suggestiva mostra in corso a Bologna presso Palazzo Albergati fino al 17 settembre 2017- Patrocinata dal Comune di Bologna e curata da Pilar Baos Rodríguez, la mostra “MIRÓ! Sogno e colore”, organizzata da Arthemisia, attraverso 130 opere tra cui 100 olii di sorprendente bellezza e di grande formato provenienti dalla Fondazione Pilar i Joan Miró, si sofferma sulla produzione degli ultimi trent’anni della vita dell’artista catalano in cui si avverte il suo profondo legame con la sua isola Maiorca dove visse dal 1956 fino alla morte nel 1983. Sono gli anni Sessanta e Settanta durante i quali predilige temi legati alle donne, ai paesaggi e agli uccelli. Così accanto a paesaggi monocromi e ai lavori realizzati con le dita, stendendo il colore con i pugni mentre si cimentava nella pittura materica, spalmando gli impasti su compensato, cartone e materiali di riciclo; sono le sculture realizzate sperimentando diversi materiali, e poi collage, “dipinti-oggetto” Attraverso forme in divenire, colori brillanti e vivaci sospesi entro il ritmo del sogno affiora l’interiorità dell’artista, l’attaccamento alle proprie radici.sempre alla ricerca di novità espressive per raccontare la realtà trasformata in altro da sé in un discorso rivolto all’immaginario, al pensiero puro che svela e nasconde.

Mirò Sogno e Colore in mostra a Bologna palazzo Albergati

Serenità, voglia di vivere, gioire e sognare mondi lontani eppure possibili riempiono il microcosmo di Mirò abitato da insetti, animali, teste, costellazioni che si combinano diventando testimoni di un altro modo di leggere l’esistenza.

Ma dalla serenità Mirò è capace anche di piombare in stati malinconici, abitati da tormenti, come è espresso nelle cosiddette “pitture selvagge” in cui l’artista sembra richiamare le tematiche angosciose e notturne di Françisco Goya, dove i colori tendono a scurirsi e le forme degli oggetti a contrarsi. Accanto a capolavori come “Femme au clair de lune” (1966),” Oiseaux” (1973) e “Femme dans la rue” (1973) sono gli schizzi tra cui quello per la decorazione murale per la Harkness Commons-Harvard University che sottolineano la sperimentazione ricercata da Miró all’interno delle principali correnti artistiche del ventesimo secolo come il Dadaismo, il Surrealismo e l’Espressionismo. Sarà anche possibile ammirare lo studio di Mirò ricostruito scenograficamente negli spazi del palazzo: uno studio dove lavorava protetto dal silenzio e dalla pace che solo la natura poteva offrirgli.

Femme clair de lune di Mirò
in mostra a palazzo Albergati

Forme e colori entro lo spazio di un sogno che sulla tela diventano materializzazione di un pensiero, un gesto o una parola appartenenti all’immaginario che dà voce all’indicibile. Segni, immagini che capovolgono il senso della realtà esprimendo nuovi linguaggi entro gli spazi liberi, incontaminati della fantasia.

La mostra MIRÓ! Sogno e colore è dedicata alla memoria del Maestro Camillo Bersani, arista e scultore bolognese, nonché storico proprietario dell’edificio cinquecentesco, scomparso lo scorso febbraio 2017 le cui opere sono state rese visibili al pubblico in occasione dell’inaugurazione della mostra, Grazie a Camillo Bersani Palazzo Albergati è diventato uno dei più importanti luoghi espositivi in Italia. GENERALI ITALIA ha sponsorizzato la mostra che rientra nel programma Valore Cultura avviato dalla stessa Generali Italia nel 2016 con l’obiettivo di sostenere le migliori iniziative artistiche e culturali per renderle accessibili ad un pubblico sempre più vasto e per promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del nostro territorio.

Sponsor tecnico Trenitalia e special partner Ricola. La mostra prevede anche un’offerta didattica fornendo agli alunni gli strumenti per leggere, comprendere e riconoscere il modus operandi dell’artista e il messaggio insito nella sua opera.

Silvana Lazzarino

 

MIRÓ!

SOGNO E COLORE

Palazzo Albergati

Via Saragozza, 28- 40123 Bologna

Orario; tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)

fino al 17 settembre 2017

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Il Dispari 2016-11-07

Il Dispari 2016-11-07

il-dispari-20161107-comp

Editoriale

Seguendo la traccia avviata la scorsa settima quando abbiamo pubblicato su questa pagina, in anteprima assoluta, le splendide copertine che Saverio Dionizio, celebre scenografo di Rai Tre, ha voluto graziosamente mettere a disposizione dell’Antologia “Otto milioni 2016” (che presenteremo a Milano il prossimo 20 Novembre nell’ambito dei palinsesti di Bookcity e di EXPO in città), questa settima replichiamo con una nuova primizia consistente nell’introduzione scritta da Roberta Panizza per l’antologia, nella quale, tra l’altro, sono presenti poesie finaliste della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

ROBERTA PANIZZA |INTRODUZIONE ALL’ANTOLOGIA “OTTO MILIONI 2016″”

Negli ultimi nove anni sono molte le antologie curate da Bruno Mancini con la direzione artistica di Roberta Panizza, ma questa ha caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre in quanto si tratta di un volume in cui gli “AAVV” non sono più solamente singole voci diverse che trovano spazio tra le pagine di un testo, ma diventano Associazioni varie che collaborano alla diffusione della cultura e dell’arte e che, tramite queste pagine, trovano il modo di rendere partecipe chi lo desidera delle proprie potenzialità.

Si tratta, in particolare, di: “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola .
Particolarità di questa, come di tutte le altre nostre antologie, è l’intenzione di continuare a sperimentare la strada della pubblicità (presente, infatti, anche qui tra le pagine di poesia e prosa) per conseguire le risorse necessarie allo sviluppo di progetti culturali i quali, solo con le intenzioni e l’amore per la cultura, non potrebbero altrimenti essere realizzati.
Se, però, la prima fase della pubblicazione di antologie è stata concretizzata grazie ai contributi di piccole aziende locali e la seconda ha visto impegnati gruppi imprenditoriali di livello regionale, ora siamo forti della collaborazione della Scuola di Canto lirico “Lina Cavaliere”e d’istituzioni museali quali il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia.
Avere tali importanti partner a sostegno delle nostre attività fa bene sperare nella positiva realizzazione dei progetti in corso.
Le pagine di questa pubblicazione sono così suddivise:

  • • poesie finaliste della quinta edizione del Premio internazionale di Poesia “Otto milioni”;
    • poesie premiate a concorsi banditi da associazioni culturali amiche della nostra DILA;
    • testi di autori già selezionati per la pubblicazione in precedenti nostre antologie;
    • testi di Soci della nostra associazione DILA;
    • testi di Bruno Mancini e Roberta Panizza;
    • presentazioni e/o interviste di personalità che collaborano in vario modo alle nostre attività;
    • immagini;
    • sponsor.

Una volta stampato, il volume sarà presentato, oltre che in occasione della cerimonia di premiazione delle poesie vincitrici del premio Otto milioni che si terrà nel Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia, anche in altre sedi quali il Bookcity di Milano, il programma MANCINEIDE (che andrà in onda su Teleischia a partire da Settembre 2016), e nelle pagine culturali del quotidiano Il Dispari.
Il programma degli eventi previsti a complemento di questo libro è ricco e intenso e giova ricordare che esso sarà realizzato, anche in questa occasione, grazie solo ai contributi volontari di amici e simpatizzanti che collaborano alle attività culturali da noi proposte.
A tale proposito basterà precisare che presso il Museo del Mare a Ischia, così come a Vermiglio in Trentino, a San Possidonio in Emilia Romagna, e in numerose altre località italiane e straniere, sono in atto e continueranno ad essere proposti incontri culturali che spaziano in ogni settore del panorama artistico non solo italiano.
Il tutto, nella decisa convinzione che Ischia possa qualificarsi a livello internazionale non solo per il sole e per la bellezza del suo ambiente naturale, ma ANCHE come luogo d’origine di un genere di cultura priva di mediazioni lobbistiche atte a mortificare la qualità e il merito degli Artisti.
Doverosi e sentiti ringraziamenti desideriamo rivolgerli a Saverio Dionizio, illustre scenografo RAI, che ci ha regalate, inedite e autografe, le copertine del volume; ad Antonella Ronzulli per l’attiva collaborazione; a Ludoviza Zoli, vicepresidente della LITHO commerciale, editrice di questa antologia.
Con l’augurio di ritrovarvi, oltre le pagine di questo libro, tra i partecipante alle varie iniziative da noi organizzate vi auguriamo buona lettura.
Roberta Panizza

il-dispari-20161107-1-comp

MIMÌ QUILICI BUZZACCHI

ELEGANZA E POESIA DI COLORI E LUCI

Alla poetica del paesaggio quale spazio entro cui ritrovare le emozioni tra ricordi nostalgie, presenze e assenze è dedicato il percorso della mostra con protagonista Mimì Quilici Buzzacchi ((Mendole Mantova 1903 -Roma 1990) tra le più importanti artiste di opere grafiche del XX secolo.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, e curata da Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano, la mostra, “MIMÌ QUILICI BUZZACCHI TRA SEGNO E COLORE”, allestita presso le tre sale della Galleria di Arte Moderna di Roma, aperta fino al 27 novembre 2016, presenta circa cinquanta opere di questa straordinaria artista tra dipinti, opere grafiche e documenti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Archivio Mimì Quilici Buzzacchi.
Un percorso attraverso le fasi più significative della sua attività dagli anni Venti ferraresi agli anni Quaranta quando si trasferisce a Roma, fino alla morte nel 1990.
Un’occasione per conoscere meglio la sua attività incisoria e in particolare la xilografia cui si dedica fin dagli esordi, mostrando una grande attitudine e abilità tecnica, apprezzata tra gli altri in modo particolare da De Pisis che la incoraggia ad andare avanti su questa strada dedicandole anche un’interessante articolo sulle pagine del “Corriere Padano” a metà anni Venti.
Tra le altre figure di artisti e intellettuali a lei vicine negli anni ferraresi accanto a De Pisis, amico del marito Nino Quilici, sono Achille Funi e Carlo Socrate.
Numerose le esposizioni nazionali e internazionali di prestigio cui Mimì Quilici ha preso parte negli anni Trenta tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma, senza dimenticare la sua partecipazione, insieme a Funi e agli altri artisti dell’”officina ferrarese” al progetto decorativo che interessò i molti edifici realizzati in Libia durante il governatorato di Italo Balbo.
Per l’occasione creò l’affresco “La glorificazione delle Sante Felicita e Perpetua” nella cappella del Villaggio Corradini uno dei centri agricoli destinati ai coloni italiani.
Marine, scorci di edifici e campagne ferraresi, ritratti, le vedute di Roma dove spicca Monte Mario, ed ancora i paesaggi della sua produzione più recente, testimoniano l’evolversi di uno stile personalissimo, dove il segno caratterizza l’immagine esaltata da tratti decisi e da un colore forte e vibrante, tenue e caldo.
Attraverso la sua opera di grafica e pittura ha dato vita ad atmosfere di grande spessore emotivo, dove appaiono luoghi a lei famigliari o altri in cui si è recata successivamente come Bologna, Torino, Milano e Roma.
Intensi i paesaggi con il Tevere e la collina di Monte Mario (Sole su Monte Mario, Monte Mario e neve, e Luci di Roma), come anche le opere degli anni Venti: Mare e barche a Cesenatico e Campagna ferrarese, senza dimenticare Scogliere a Maratea del 1971 e il capolavoro Gli obelischi (xilografia su carta).
A chiudere la mostra, la proiezione del video “Immagini da sequenze amatoriali tratte dall’archivio privato della famiglia Quilici” e diverse opere di artisti a lei più vicini quali: Tato, Carlo Socrate, Virgilio Guidi e Filippo De Pisis. Quest’ultimo ha esposto ad Ischia presso il Castello Aragonese.

Silvana Lazzarino

Il Dispari 2016-11-07

Alessio Manega visto da Guido Arbonelli

Un nuovo, e questa volta giovanissimo musicista, si aggiunge al gruppo di Artisti che continuano a proporre la propria collaborazione ai progetti culturali MADE in Ischia, ideati e realizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Si tratta di Alessio Manega classe 1990, compositore e musicista, che il M° Guido Arbonelli (vincitore del premio per la composizione dell’inno “Otto milioni” con la canzone “Girotondo di emozioni” dedicata ad Ischia), ci consiglia di seguire con attenzione, presentandolo a tutti noi con la scheda che segue.
E se Guido Arbonelli afferma che il “ragazzo vale”, noi gli crediamo anche ad occhi chiusi, ma ad orecchie bene aperte!
——————–
Nato a Soave, classe 1990, Alessio Manega si dedica da alcuni anni alla composizione della cosiddetta musica “colta”.
È iscritto al nono anno, presso il conservatorio E. F. Dall’ Abaco di Verona, al corso di composizione tenuto dal Maestro Federico Zandonà.
È arrivato ad intraprendere questo tipo di percorso dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore presso l’Istituto d’Arte N. Nani di Verona, indirizzo architettura e arredo ed aver studiato, presso Lams di Verona, chitarra elettrica con Roberto Vanni e Rodolfo Speri.
Lo studio e la conoscenza della chitarra elettrica gli hanno permesso di apprendere tutti quei generi che fanno ormai parte del repertorio chitarristico contemporaneo come il blues, il funk, l’hard rock, il metal ecc…
Grazie a questo tipo di percorso, Alessio Manega si è affermato in diversi concorsi internazionali di composizione e, nel 2016, è riuscito ad aggiudicarsi il primo premio al Concorso Internazionale “2 Agosto” di Bologna, in cui viene esplicitamente richiesto, da bando, di sollecitare l’incontro tra diverse culture, invitando i concorrenti a far uso, se lo vogliono, anche di stilemi musicali tratti da tradizioni folkloriche, dal jazz, dal blues e/o dal rock.
L’obiettivo compositivo che ora si è prefissato è quello di continuare sulla strada del sincretismo, ovvero nel mescolare sapientemente i vari generi musicali, per creare qualcosa di personale e che lo contraddistingua e, non meno, per avvicinarsi alla sensibilità del pubblico contemporaneo.
Di sogni ovviamente ne ha tanti, ma il principale, per il momento, è quello di potersi affermare come compositore e di essere apprezzato nelle maggiori sale da concerto perché, secondo la sua personale opinione, è compito dell’artista quello di diffondere e far capire alle persone la propria arte e il proprio messaggio.
Un artista che fa di tutto per non farsi capire, viene meno alla sua funzione.
Appena ha saputo che avrei proposto la sua partecipazione ai progetti MADE in Ischia, la sua reazione è stata lapidaria: “Un’isola che da secoli è fonte di ispirazione per moltissimi grandi artisti. Una delle tante meraviglie che l’Italia può vantare.
Guido Arbonelli

alessio-manega

Il Dispari 2016-10-31

il-dispari-20161031-comp

Editoriale vanitoso:

vi propongo alcuni stralci di bozzetti ischitani tratti dal racconto “Così o come” pubblicato in “Per Aurora volume terzo”.

… le ascelle pelose della postina calabra lucana piemontese marchigiana durante l’ultima consegna in uno dei tanti pomeriggi asciutti di ferragosto.
Le scarpe di questa donna, sandali plastificati in una cantina del Viet Cong con impresso a fuoco sulla punta un simbolo parigino romano londinese napoletano giapponese brasiliano americano, ai suoi piedi apparivano deformi e più sconnesse delle mille strade prive di ordinaria manutenzione che avevano calcato nelle assolate giornate di agosti stremanti finanche per le cicale ed i grilli.
I bozzi degli alluci, deformati da ogni tipo di trauma, i calli ed i duroni a grappoli ed arcipelaghi, i solchi tra la pelle morta e stratificata sui calcagni, avevano, dopo anni di battaglie, avuto ragione dei tessuti fibrosi utilizzati nei laboratori artigianali dei bravi sudditi asiatici.
Filomena.
In dialetto Failina.
Per la gente del luogo “Failina ‘a pustera!”.
Solo chi non è stato ad Ischia durante la lunga esperienza lavorativa di questa donna non sa di chi parlo, per gli altri, per tutti gli altri, residenti o vacanzieri di pochi giorni, la sua esistenza è stata notata…
———————
Sebastiano, il meraviglioso esempio d’accogliente giullare che a cassetta della carrozza (perfetta nella struttura come una Jaguar, addobbata e truccata allo stesso modo della mitica Silvana), lasciando ai passeggeri l’emozione di tenere le redini, descrivendo luoghi a lui solo noti e raccontando aneddoti da nessuno mai verificati, riusciva, quando il musicale rotolamento dei cerchi sferragliava sul selciato in gran parte segnato dalla erosione delle acque piovane, intanto che un volo di passeri disordinato frusciava nell’aria dei meriggi cocenti ed abbaglianti, e mentre i capelli al vento della bella straniera schizzavano di giallo rosso nero biondo castano scuro moro le parti posteriori del cavallo sudato stanco, AOH, OH OH OH, CLOP CLOP, sotto il refolo di una scoreggia puzzolente che anticipava mini serie di botti petiferi vaporizzati sul muso della splendida turista in gita di nozze (o quasi), Sebastiano, si chiamava Sebastiano, in dialetto Bastiano, per la gente del luogo Bastian ‘o cucchiere, semplice come il mio racconto, riusciva a far ridere e creare poesia…
———————–
… Se oggi, nel 2005, un tipo si chiamasse Giliberto Giliberto, tutti noi avremmo difficoltà a trattenere il riso.
Giliberto era alto un metro e… solo un metro e un poco.
L’individuo più basso che ho incontrato nell’ultimo decennio era almeno di statura pari a quella di Giliberto in piedi sul predellino della sua lambretta.
Il piccolo uomo, alla fine degli anni cinquanta, aveva acquistato un innovativo motociclo che le prime volte guidava con tanto poca perizia da non riuscire a fermare fin che non ne esauriva la benzina.
Nei mesi successivi, in marcia su quel suo cavallo bianco di stagnola acciaio ferroso, il minuto caro fotografo girava in tondo tra via D’Avalos e via Gianturco, via Colonna ed il lungomare, via Roma via Mia e via Vostra, fino a quando, se tutto andava bene, il piede pigiava accidentalmente il punto in cui una leva di ferro fungeva da freno…
————————-
… -«B u o n g h i o r no, chi Renato artista? Pittore? Fa capelli mio f i g h i o?»
«Scene Madama, eccomi, tutto per te.
Francesco, acconcia il ragazzo, io penso alla froileine
Al topo, al topo, ahhh… une top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo la colazione?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone sconosciute!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Madame non si preoccupi, ora lo risistemiamo nei suoi alloggi.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapesse come era malconcio!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciamo con taglio moderno, a spazzola, oppure con basette lunghe alla amburghes?
Franco, Franco… e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scenda, Madamoselle Froilein, non morde, vuole solo digerire il latte ed i biscotti che ha mangiato nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scende, e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la tedescona. Così eh così con il braccio intorno alla mia spalla, scendi piano piano, piano, piano, lentamente, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzone, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati, aspetta non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paura ora ti prendo in braccio e ti porto al sicuro nel retrobottega, Francooooo, tieni a bada il ragazzo.»…

Qualche ora dopo

Bongiur, chi lé Renatò pittooor artistà? Pittor? Fet capellì mio petìt?»
Bell Madama, eccomi, tutto per tuà.
Frances, acconcia il ragas, io penso alla Francès
«Al top, al top, ahhh… an top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo cena?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone estranee!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Cherì, non ti preoccup, ora lo risistemiam nel suo allogg natural.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapess com lu er tre malconc!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciam con taglio modern a spazzola, oppure con baset lunghe alla marsiglies?
Franco, Franco… … e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scend, petit cherì madame, non morde, vuole solo digerire il pollo e le patatine fritte che ha mangiat nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scendi, Matam e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la franceson. Così ohhh così con il braccio intorno alla mia spal, scendi piano piano, piano, piano, lentament, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzona, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati… … aspetta, non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paur ora ti prendo in bracc e ti porto al sicur nel retrobotté.

Francooooo… … e tieni a bada il ragazzino!»

Bruno Mancini

Per Aurora volume terzo

ISBN 9781409282013
Pagine166
Prezzo € 11,29 (IVA esclusa)

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Per Aurora volume terzo e-book
Prezzo € 3,12 (IVA esclusa)

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Salvatore Vitaliano:

L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista

Diplomato in Clarinetto presso il Conservatorio di Vibo Valentia con votazione 110/110 nell’anno 2003/2004 si dedica alla musica orchestrale presso l’orchestra “Fausto Torrefranca di Vibo Valentia”.
Dopo qualche anno si arruola presso l’arma dei Carabinieri, dove inizia un duro percorso professionale non tralasciando mai la passione della musica.
Nel corso del tempo si dedica interamente alla musica moderna e contemporanea, fino ad arrivare alla musica blus e jazz, esibendosi in vari concerti e memorial di artisti di chiara fama purtroppo scomparsi.
Vincitore numerosi premi in concorsi musicali tra i quali basta citare il 1° Premio al 16° Concorso Nazionale giovani musicisti Benedetto Albanese 02/07 Maggio 2011 (Categoria BIG); il 1° Premio al 4° European Competition Città di Palmi 05/10 Aprile 2011(categoria BIG) e il 1° Premio al XI Concorso premio Borse di studio “Pasquale Benintende” Lions club “Fata Morgana” Villa San Giovanni 16 Dicembre 2012(Categoria BIG).
Nel periodo della sua carriera militare Vitaliano Salvatore non lascia mai la musica, continuando la ricerca della riflessione del suono attraverso l’anima.
Ciò al fine di comunicare le sue sensazioni personali, acquisite con il tempo attraverso l’esperienze quotidiane di vita, e trasmetterle in modo comprensibile a tutti.
Così si chiede e ci chiede: “Quale migliore mezzo della musica per migliorare uno stato d’animo?” Amante della natura e compositore di poesie, attualmente collabora con la Namaste Sound e Soul di clarinetti diretta dal M° Guido ARBONELLI, con la Sicily Choir clarinet come primo clarinetto, e con il gruppo musicale “Samarcanda”di Catania con il progetto cinema e musica.

Con una sua dichiarazione rilasciata in occasione della pubblicazione di questo articolo dice che: “A me e a mia moglie piace tanto viaggiare: siamo stati in tutta Europa e in altri continenti a visitare posti e tradizioni locali, nonché, la cosa più importante, assaggiare piatti locali tradizionali dove si può veramente capire di più la storia del posto.
L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista, ma spero che un giorno potremmo visitarla anche perché tanti amici la consigliano come una tappa obbligatoria.
Chiudiamo questa breve presentazione con un suo aforisma: “Non ci sarà niente o nessuno che soddisferà la mia curiosità.”

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Il Dispari 2016-10-24

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Editoriale 

Editoriale breve e conciso come si conviene quando la notizia è più importante del commento.

Se poi la notizia è un’immagine in anteprima assoluta, allora non c’è spazio da rubarle per nessuna ragione che non sia la didascalia che l’accompagnerà.

Oggi, infatti, vi mostriamo per la prima volta, fresche di stampa, le due copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che presenteremo il prossimo 20 Novembre a Milano nell’Aula Magna della SIAM quale evento inserito nei palinsesti di EXPO in città e di Bookcity.

Le copertine, disegnate dal famoso scenografo della RAI Saverio Dionizio (al quale rivolgiamo grandi ringraziamenti), daranno indubbiamente lustro al nostro evento che, giova ricordarlo, è l’unico Made in Ischia presente da due anni nei programmi dell’EXPO e del Bookcity.

Bruno Mancini      

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Cod 19: Elisa Ruthenberg

Bruce Lee profeta delle arti marziali
Te ne sei andato Bruce
profeta delle arti marziali
te ne sei andato nei miti
delle tenebre senza confine,
dov’è il Dio del mondo del Kung-fu.

Ove il vento trasporta le tue urla,
le tue gesta immortali e ti sei spento,
e con te si è “stutato”
il tuo modo unico dell’arte del combattimento.

No, Bruce! Tu vivi,
tu sei qui con il tuo essere vivo
e la tua trasparente filosofia.

Combatti, fammi vivere con te
la tua vita di eroe insoddisfatto
e come le platee che per te
sono andate in delirio nel mondo intero
anch’io chinerò il capo ricordandoti.

Ma poi rivedendo i tuoi film
e ascoltando la tua filosofia
di sublime maestro di Kung-fu
ritornerà in me la gioia
di sorridere e vivere.-

… Posa in pace Bruce.

 

Cod 29: Ester Margherita Barbato

Una nota sola
Sono una nota persa per la via
da un violino miscredente
che partoriva gemiti
pizzicando lamenti

Mi svendo per una serenata
che questa notte canti appassionata

Sarò nota puttana
regalando carezze mai narrate
al primo falso amore che incontrerò per via
-sia quello che sia-

Sarò dolce e obbediente, remissiva o tagliente
lasciva come mai, dominante e impudente
sarò serva e regina
fata e bambina

Sarò scaltra e cortese
e bacerò ogni bocca che mi sappia vivere
questa notte

Sarò amante sincera
-ve lo giuro-
per non restare un’altra notte

sola.

 

09: Janis Lapinskis

Le montagne raggiunte
Le montagne che abbiamo raggiunto
poi diventano solo colline.
Forse le montagne vere non esistono,
solo le cime bianche sempre nell’orizzonte.

E, se noi, raggiunta una cima, finalmente,
non potremo più trovare le montagne?
Scala scala, amico mio caro,
anche se le montagne non raggiunte

sono più una pianura concreta e disponibile.

In ogni caso, tu, amico caro
stai viaggiando verso la montagna vera,
poiché, tra le pianure e le colline,
le montagne vere non esistono, generalmente.

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SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

I linguaggi dell’arte contemporanea che spaziano dalla pittura spesso materica alla fotografia, dal digitale al video, fino alla performance, raccontano con uno stile incisivo e immediato, spesso essenziale, ma sempre originale, aspetti legati al vissuto umano e sociale tra quotidiano ed extraquotidiano, visibile e invisibile.

Rappresentazioni di atmosfere reali, rielaborate nel tempo della memoria spesso nostalgica, o immaginiate dove diventa possibile cogliere quei processi interiori legati a stati d’animo e sensazioni individuali e collettive, appartengono allo scenario che di volta in volta restituisce l’arte contemporanea nel suo descrivere e interpretare le armonie e le incertezze dell’esistenza.

A dare voce al rapporto tra arti visive e scrittura nel loro creare rappresentazioni di parole e immagini, ripercorrendo la storia dell’arte dell’ultimo secolo dalle avanguardie storiche all’arte Concettuale del secondo Novecento, è la suggestiva mostra “Segni, alfabeti, scritture. Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro” in corso al Macro di Roma in Via Nizza fino al 2 novembre 2016.

Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Antonia Arconti, il percorso, attraverso diverse opere non figurative di autori importanti del Novecento tra cui esponenti del Cubismo, Futurismo, Dadasimo e ancora della Pop Art e della Poesia Visiva, fino ad arrivare all’Arte Concettuale, indaga le varianti di questo rapporto arte/scrittura.

Quest’ultima può essere considerata sia in senso gestuale o calligrafico, sia in senso concettuale dove lettere e parole si inseriscono entro giochi linguistici e compositivi in divenire. Così lettere e parole possono divenire pure immagini, elementi compositivi indipendenti dal significato; e l’immagine, viceversa, creata dai segni dell’artista può diventare a sua volta scrittura.

Protagonisti di questa collettiva sono artisti di fama internazionale che hanno attraversato il secolo scorso o che si affacciano su questo attuale con diverse opere che sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo.

Accanto a Giuseppe Capogrossi (del quale ricordiamo l’esposizione, nel 1997, presso la Galleria d’Arte Contemporanea del Monte di Forio d’Ischia) con l’opera “Superficie 572” realizzata nel 1955 (proveniente dalla Galleria di Arte Moderna di Via Crispi) che fa da incipit al percorso, ci sono Carla Accardi, Achille Perilli, Bice Lazzari, Antonio Sanfilippo, Gastone Novelli, Pietro Consagra, Gianfranco Baruchello e ancora Nicola De Maria, Domenico Bianchi, Vasco Bandini, Naoya Takahara, Maurizio Arcangeli, Claudio Adami, Luca Maria Patella e H. H. Lim.

A chiudere il percorso è l’opera di Claire Fontaine “Dignitybeforebread” del 2011, l’installazione al neon dedicata alla Primavera araba in Tunisia.

Da citare anche la presenza di artisti quali Alighiero Boetti e Emilio Isgrò, le cui opere provengono da prestiti esterni.

Ad Alighiero Boetti nel 2009 il Madre di Napoli ha dedicato un’interessante retrospettiva “Mettere all’arte il mondo: Alighiero & Boetti” curata da Achille Bonito Oliva.

Ciascun artista partendo dalla fascinazione della scrittura attraverso linguaggi diversi che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al digitale alternano semplicità e complessità nella forma e nella composizione per toccare tra verità e mistero luoghi fisici e metafisici

Opere che tra visto e immaginato, realtà e improvvisazione raccontano con nuova energia stati d’animo ed emozioni dell’individuo nel rapportarsi agli altri e ai luoghi della natura.

Silvana Lazzarino

SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Sale Collezione, Via Nizza 138- Roma

Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Chiuso il lunedì

Fino al 2 novembre 2016

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Testo pubblicato sulla quarta di copertina dell’Antologia “Otto milioni 2016”

Questo volume rappresenta un’ulteriore evoluzione nella lunga serie di pubblicazioni realizzate negli ultimi nove anni da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.

Nate dall’idea innovativa di coniugare arte e business, le antologie che hanno preceduto questa “Otto milioni 2016” hanno avuto almeno due principali comuni caratteristiche.

La prima consistente nell’inserimento di pagine pubblicitarie, e la seconda riconducibile alla varietà dei testi provenienti da Autori Vari.

Mentre, riguardo la prima caratteristica, la grande diffusione (nazionale ed internazionale) dei volumi fin qui pubblicati ha convinto finanche il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia ad inserirvi sue pagine promozionali, la partecipazione di AAVV effettua, in questo libro, un ulteriore balzo in avanti in quanto, non solo risulta composta da Autori Vari, ma ha origine dalla collaborazione di numerose Associazioni culturali certamente tra le più attive del variegato mondo associativo italiano.

“Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola sono una garanzia di qualità artistica e letteraria che potrete apprezzare insieme alle fascinose immagini con le quali il celebre scenografo Saverio Dionizio ha voluto comporre le copertine del volume.

 

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Il Dispari 2016-10-17
Editoriale

Il Dispari all’EXPO in città & al Bookcity di Milano con il progetto DILA

E allora si inizia a “lavorare” per realizzare nel miglior modo possibile il BIG evento che vedrà l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” partecipare nel contesto di due palinsesti tra i più importanti del panorama culturale italiano e certamente i più qualificati della città di Milano e dell’intera Lombardia.
DILA, infatti, come è stato ampiamente descritto su queste colonne nello scorso 19 Settembre, unica rappresentanza culturale ed artistica MADE in Ischia, farà la sua parte domenica 20 Novembre sia nel novero degli eventi ammessi all’EXPO in Città e sia nel ristretto gruppo di manifestazioni approvate dal comitato organizzatore della quinta edizione del Bookcity, la quale, è opportuno precisare, è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, dalle Fondazioni “Corriere Della Sera”, “Arnaldo e Alberto Mondadori”, “Giangiacomo Feltrinelli” e “Umberto ed Elisabetta Mauri”.
TITOLO DELL’EVENTO:
“Da Ischia L’Arte – DILA”
NOMI DEI PROTAGONISTI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Anna Di Trani, Guido Arbonelli, Natalia Benedetti, Maria Luisa Neri, Guido Menichelli, Silvana Lazzarino, Alberto Ghirardini, Gaetano Di Meglio, Ivan Caldarese, Antonella Ronzulli, Autori finalisti del premio “Otto milioni!”, Soci Associazione culturale DILA.
AUTORI E PRESENTATORI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Maria Luisa Neri, Gaetano Di Meglio. DESCRIZIONE DELL’EVENTO:
Momenti di cultura consistenti in letture di opere poetiche e di prosa; realizzazioni di opere grafiche in estemporanea; esecuzione di brani musicali appositamente creati per i nostri eventi; annuncio poesie vincitrici della quinta edizione del premio internazionale “Otto milioni” e loro lettura; illustrazione progetti Museo Etnografico del Mare “DILA”, Teleischia “Mancineide”, Giornale Il Dispari “Redazione culturale”, Nazionale Cantanti Lirici; presentazione e gratuita distribuzione di centinaia di copie, sia dell’antologia “Otto milioni 2016”, d’imminente pubblicazione, e sia dei quattro volumi antologici pubblicati per le quattro precedenti edizioni del Premio “Otto Milioni”.
TIPOLOGIA DELL’EVENTO:
Reading, comunicazioni, concerto, illustrazione progetti, arti varie.
LUOGO E DATA:
Aula magna della SIAM – Società Incoraggiamento Arti e Mestieri -Via Santa Marta 18 – 20123 Milano; domenica 20 Novembre 2016 dalle ore 10:00 alle ore 12:30.
INFO E CONTATTI: emmegiischia@gmail.com – Cellulare 3914830355

Ovviamente non poteva restare senza un segno di riconoscenza la grande disponibilità dimostrata da questa testata giornalistica verso i progetti culturali DILA e, pertanto, si è deciso di mettere a disposizione 10 inviti omaggio in favore dei lettori del Dispari che ne facciano richiesta per primi telefonando al 3914830355 (tutti i giorni dalle 14 alle 24 con l’avvertenza che NON rispondiamo a numeri segnalati come anonimi).
Bruno Mancini

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Il Dispari 2016-10-17

L’ORLANDO FURIOSO

festeggia 500 Anni dalla prima edizione con la mostra “I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti”

Opera simbolo del Rinascimento italiano, L’Orlando Furioso, per i suoi contenuti che raccontano di imprese cavalleresche tra amori, amicizia, vendette e incantesimi, e per i luoghi entro cui si svolgono le scene, ha acquistato un valore sempre più figurativo tanto che nel corso dei secoli sono stati diversi gli artisti che ad esso si sono ispirati per le loro opere.
In occasione dei cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’opera di Ludovico Ariosto nel 1516, considerata l’ultimo tra i romanzi cavallereschi e il primo tra i moderni, a Tivoli è stata allestita, fino al 30 ottobre 2016, una mostra nel suggestivo scenario di Villa d’Este.
Disincantato, misterioso e di ispirazione fantastica, L’Orlando Furioso si impose quale poema classico italiano conquistando subito diversi lettori dell’epoca del calibro di Cervantes e Machiavelli, e successivamente di Voltaire nel Settecento, fino ad arrivare a Pirandello e Calvino nel Novecento.
Curata da Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti, la mostra è organizzata dal Polo Museale del Lazio e ripercorre attraverso sette sezioni l’impatto esercitato dal poema fino ad oggi sulle arti figurative.
La mostra, che pende spunto dalla fortuna visiva del poema, presenta disegni, dipinti, sculture, incisioni, ceramiche, e ancora arazzi, medaglie, carte geografiche, documenti e libri illustrati (opere realizzate tra il Cinquecento e il Novecento) a ripercorrere i temi del poema coinvolgendo visivamente ed emotivamente il visitatore.
Dalla prima sezione dove sono le prime tre edizioni storiche dell’“Orlando Furioso” (1516, 1521 e 1532) e alcuni ritratti cinquecenteschi di Ludovico Ariosto, messi in rapporto con rievocazioni storiche di episodi della vita dello stesso autore, si passa alla nascita e sviluppo di una nuova iconografia ariostesca con i dipinti di Dosso Dossi e Simone Peterzano.
È poi la volta di dipinti e cicli decorativi per palazzi cittadini e ville realizzati su committenza tra sul tema del poema.
Da ricordare anche Ruggero e Angelica di Ferdinando Tacca e Orlando Paladino di Tempesta.
All’età romantica è dedicata la sezione “Distrazioni romantiche”dove risaltano le opere di Giuseppe Bisi e di Massimo Taparelli d’Azeglio.
In Francia in quegli anni Jean AugusteDominique Ingres e Eugène Delacroix realizzano due opere in cui è descritto, con diverse sfumature, il momento in cui Angelica viene liberata da Ruggero a consolidare il tema del cavaliere che salva la dama.
Alla regia di Luca Ronconi è dedicata la sezione con le foto bianco e nero scattate da Ugo Mulas durante la rappresentazione a Milano, accompagnate dai disegni preparatori delle scenografie e dei costumi di Pier Luigi Pizzi per la versione televisiva del 1975.
Un viaggio nei sentimenti tra amori, gelosie, sfide, inganni che abitano un mondo fantastico e immaginario, ma che talora affiorano nella società di oggi.
Diversi sono i riferimenti ad ISCHIA presenti nell’opera di Ariosto: come quello presente nel Canto XVI, stanza 23 dove viene accennato ad un evento mitologico riferito al gigante Tifeo fulminato da Giove e schiacciato sotto il monte Epomeo, utilizzato da Ariosto per descrivere la furia di Rodomonte.
E ancora quello del canto XXXIII stanze 24/30 dove nel tratteggiare le guerra dei francesi in Italia si racconta dell’impresa di Carlo VIII che dalla Francia giunge fino al regno di Napoli senza toccare Ischia.

Silvana Lazzarino

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Il Dispari 2016-10-17

Redazione |NELLE FERITE DEL TEMPO

Antologia ideata e curata da Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio

Gioia Lomasti, da sempre vicina ai progetti culturali made in Ischia ed opinionista di questa testata, ha messo a segno un ulteriore e pregevole progetto non solo poetico letterario ed artistico ma anche rivolto al sociale ed alla solidarietà.
Da qualche giorno, infatti, è disponibile nelle librerie e nei canali di distribuzione web “Nelle ferite del tempo. Poesia e racconti per l’Italia”.
Si tratta di un’antologia di poesia e racconti curata dai poeti Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio, ivi presenti con due liriche.
L’opera si apre con una prefazione a cura del poeta Luciano Somma ed è impreziosita da un’opera xilografica del maestro Stephen Alcorn.
Il ricavato vendite andrà in primis per i terremotati del centro Italia.
Secondo le condivisibili intenzioni di Gioia Lomasti ed Emanuele Marcuccio, l’acquisto di questo testo, la cui lettura è gradevole anche per i giovani, potrà permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi alla solidarietà in modo attivo e diretto.
Complimenti ed auguri dalla Redazione di questa testata e dall’Associazione DILA.

SCHEDA DEL LIBRO
TITOLO: Nelle ferite del tempo
SOTTOTITOLO: Poesia e racconti per l’Italia
A cura di: Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Luciano Somma
Editing Cover Images: Marcello Lombardo e Gioia Lomasti
EDITORE: Photocity Edizioni
Link di acquisto: http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=22932&formato=11894
GENERE: Poesia/Narrativa/Antologie
PAGINE: 128
ISBN: 978-88-6682-798-6
COSTO: € 10
FAN PAGE: https://www.facebook.com/nelleferitedeltempo/

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DILA Il Dispari EXPO

Il Dispari 2016-10-14

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Il Dispari 2016-10-10

Il Dispari 2016-10-10

Editoriale

Roberto Prandin sta scrivendo una sinfonia per Ischia & DILA!

Roberto Prandin, cooptato da Guido Arbonelli per aggiungersi alla folta schiera di valenti artisti che compongono il gruppo d’assalto con il quale la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” intende portare il MADE in Ischia, Arte in generale e Poesia in particolare, sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana, si è presentato scrivendo una lunga lettera della quale riportiamo qui di seguito le parti salienti.

La sua valentia è riconosciuta a livello più che nazionale, e noi siamo orgogliosi di poterlo già considerare un membro collaboratore della nostra Tribù, ma ciò che maggiormente ci entusiasma è la prospettiva che ISCHIA potrebbe avere, dopo tante canzoni e canzonette, finalmente, la sua SINFONIA!
Ecco cosa ci ha scritto Roberto Prandin intitolando la lettera
SYMPHONY FOR ISCHIA
Avete presente un globetrotter? Ecco, quello sono io.
Da 40 anni a questa parte o forse da sempre.
Una vita a correre di qua e la con la musica nel cuore, una specie di febbre che ti spinge a creare a cercare cose nuove, e nel contempo soluzioni lavorative che permettano di arrivare a fine mese con dignità ma anche con due soldi in tasca, il che non guasta mai. Anzi.
E così, nato da famiglia decisamente povera, emigrata in Svizzera nel 45, alcuni mesi dopo la fine della seconda Guerra mondiale, quelli della valigia di cartone tanto per intenderci, perfettamente rievocati da Nino Manfredi in Pane e cioccolata, nel film di Franco Brusati, mi sono sin da bambino dato una mossa per non essere completamente sulle spalle dei miei che lavoravano per farsi una casa in Italia.
Ciò che fecero per poi svenderla all’atto in cui si separarono.
Un destino comune a molti figli di gente che a qui tempi cercarono fortuna lontano dal suolo italico.
Chi andava in Belgio, chi Francia, chi in Svizzera, oppure in America o in Australia.
Vita dura condizionata nel negativo da un’ignoranza abissale, intesa nel senso del “non sapere”, ma molto spesso rivalutata con la voglia di fare e di crescere anche se alle spalle ben pochi avevano degli anni di studio.
Mi padre, Attilio -Venesian de la Serenissima-, pressoché analfabeta, faceva il muratore e lo scalpellino e quando scriveva qualche cosa sbagliava tutte le doppie e non riusciva a cogliere la differenza tra il li e gli.
Non parliamo poi dei congiuntivi.
E forse li sbaglio anch’io.
D’altronde buon sangue non mente.
Scherzi a parte, cosi, ho fatto un po’ di tutto: il lavandaio, il garcon del fiorista, l’aiuto commesso, il boccia del muratore, anzi del manovale, questo verso i 15 anni.
Lavori, ovviamente effettuati nel tempo libero e quando la scuola me l’avesse permesso, che mi stavano distruggendo le mani. Ci si chiederà, quale fosse il motivo e se mio padre e mia madre non avessero a sufficienza denaro per garantirmi un livello di vita più o meno normale.
Avevo un progetto.
Amavo la musica alla follia.
Onestamente più delle ragazze anche se non mi sono certo mai tirato indietro.
Ma come non di rado avveniva, ai quei tempi ci si sentiva rispondere: se studi musica poi finisci sotto un ponte.
Ovviamente in veneto stretto.
E quindi: niet.
Non lo dico a caso…. Ma io no, insistevo: testa dura.
Pertanto, a 10 anni mi ero messo in mente di suonare la chitarra classica.
Con la complicità di mia madre che non ne comprendeva totalmente il senso, ma che mi amava alla follia, riuscimmo a trovarne una, forse di quarta mano.
Le madri sono sempre più dolci e accondiscendenti rispetto ai padri.
Ricordo che nella cassa aveva un crepa.
Pazienza.
In fondo le note uscivano ugualmente.
La rivendetti qualche anno dopo per comperare un primo flauto, scalcagnato pure quello.
I compositori.
Ne rimasi affascinato sin dal mio primo ascolto discografico: Le Stagioni di Vivaldi e subito dopo la Sinfonia del Nuovo mondo di Dvorak.
Con Beethoven ebbi qualche problema, dovetti attendere fino ai 18.
Stravinsky a 19.
Con Puccini fu amore a prima vista, visceralmente vissuto sin dalle prime note di Tosca che vidi al Donizetti di Bergamo verso i 16 e portato lì dalle mie zie e da mia nonna Ines, patite del Belcanto. Anzi ammalate di Del Monaco e della Tebaldi. Artisti immensi.
Nel 1963 dal teutonico lago di Costanza ci trasferimmo a Lugano.
Per mio padre rappresentava un passo verso il ritorno in Italia.
Ma non fu esattamente cosi poiché, ci rimanemmo per più di 40 anni.
Nel frattempo i miei genitori lasciarono questo mondo. Forse li ritroverò più oltre. Ci terrei.
Oggi vivo a Perugia ma a Lugano di tanto in tanto ci ritorno, principalmente per salutare i numerosi amici che continuo ad avere alla pari di tanti altri conosciuti qua per le strade del mondo.
Torno per un attimo alla mia adolescenza.
Dai 15 ai venticinque studiai flauto e composizione.
Molto seriamente.
Specie composizione che per me rappresenta la massima soddisfazione fisico-sonora in assoluto. Quando avevo 12 anni mi emozionavo fortemente nel sentire un accordo eseguito sul pianoforte. Una specie attrazione fatale.
Mi diplomai a 23 in flauto ma non in composizione: suonavo male il pianoforte poiché non trovavo il tempo per studiarlo come si sarebbe dovuto, anche perché, tra il 1979 ed il 91, avevo trovato da vivere facendo il cronista per il Giornale del Popolo di Lugano.
Mi impegnava 12 ore al giorno: non era mai finita. Ma è il destino del giornalista.
O cosi, oppure il mestiere non ti entra.
Per conseguire il diploma di composizione ci vuole l’ottavo di pianoforte. Impossibile.
Ciò mi ha creato un senso di colpa che porterò con me sino al giorno del giudizi, se ci sarà.
Però studiai anche Marketing Management & Communication a Milano, conseguendo un Master. Ciò mi ha aperto la strada all’insegnamento universitario.
Nel frattempo avevo vinto alcuni concorsi: presso la Malta University of Malta dove insegnai per 5 anni Cultural Management, poi All’Uni per Stranieri di Perugia, nei Master della Regione Toscana, al Conservatorio di Cesena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Questo tra il 1997 e il 2009.
Nel frattempo il Governo Berlusconi fece la riforma universitaria. Rimasi a piedi.
Non gli porto rancore: è una questione di fair play e un po’ di credenza nel destino.
Io che ero a contratto, sempre reiterato senza problemi mi trovai immerso in un dramma.
Ritornai in Svizzera e feci il prof invitato all’Università professionale.
Due anni fa mi prepensionai e mi ritirai a Perugia, dove scrivo a getto continuo.
Ovviamente musica.
Torno per un attimo alla mia adolescenza. Intrapresi lo studio della composizione a 15 anni. E prosegui fino ai 25: armonia e contrappunto, Palestrina, Monteverdi, Orlando di Lasso, Gesualdo da Venosa, Mozart, Beethoven, e via di seguito, alla stregua di un certosino, impegnandomi fino 10 ore al giorno.
Ritengo che l’armonia per un compositore sia l’essenziale, anche se si è scelto la contemporanea. Per ciò che mi riguarda, ho definito uno stile che attinge in parte al newjazz trasformandone le movenze e le sequenze sonore attraverso un ibrido che transita dal Bel canto all’esperienza contemporanea.
Ma di quest’ultima non sono un patito anche se riconosco nei vari Berio, Stockhausen, Fukushima e altri ancora, una vera e propria genialità.
Io mi esprimo in modo diverso.
Negli ultimi 7 anni ho scritto un centinaio di pezzi. Recentemente ho terminato due dei 4 Concertus Peruginensis per Archi, l’Opera 31 e pochi giorni fa il Duetto d’amore per due clarinetti Op. 33 Nr1 per i miei amici Guido Arbonelli e Natalia Benedetti.
E Ischia cosa centra con tutto ciò? Domanda più che pertinente.
Quando, circa in mese fa, il mio amico Guido mi ha illustrato il progetto che sta attuando con l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA presieduta da Bruno Mancini, oltre a rimanerne affascinato ed entusiasta, ho ricordato che a 20 anni feci, in compagnia di un amico di Imola, pure lui figlio di emigranti, un viaggio nel Meridione.
Ci fermammo alcuni giorni a Napoli.
Ricordo perfettamente il Golfo, qualche cosa che a definire meravigliosa è ancora riduttivo.
Penso, una delle meraviglie del mondo: da mozzare il fiato.
Ci spiegarono la conformazione geografica e culturale di tutto quanto “vive” nel golfo.
Ebbene tra me e me, ricordo, come se fosse oggi, mi dissi, additando quell’isola: mi piacerebbe andare, ad Ischia.
A Napoli ci tornai di sfuggita 20 anni or sono: ero di passaggio.
Ischia non ebbi l’occasione di visitarla. Ma ho intenzione di recuperare. Spero presto, anche per il fatto che gli anni trascorrono inesorabilmente.
Questa nuova sfida artistica e culturale rappresentata dal new Made in Ischia di Mancini e del suo gruppo internazionale, unita all’azzurro del cielo ischitano che si specchia nel mare argenteo, mi danno la speranza ed il desiderio di scrivere un pezzo: For Ischia.
Sì, un pezzo proprio per Ischia e per DILA.
Forse per piccola orchestra. Ci sto pensando. Non so cosa ne potrebbe uscire, poiché quando mi metto a scrivere, fino a un secondo prima di mettere giù la prima nota, non so le dita cosa improvviseranno.
La composizione è un mistero.
Ecco in due righe e in estrema sintesi uno spaccato della mia vita.
Come si può vedere, è stato un vagabondare a destra e a manca, sicuramente con un senso, ma anche con il sentimento di chi cerca e a volte trova, a volte no, e allora cambia strada e guarda altrove, da un’altra parte.
Sono rimasto fedele al mondo popolare. In fondo sono impregnato dello spirito che contraddistingue la gente comune.
Non giro con la valigia di cartone, ma dentro di me è come se l’avessi.
Ciao Ischia, verrò. Presto.”
Roberto Prandin

P.S. L’ultima informazione ricevuta ieri dice che la Sinfonia è già pronta all’80% e sarà completata entro un paio di mesi!

Il Dispari 2016-10-10

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Il Dispari 2016-10-03

Il Dispari 2016-10-03

COSÌ O COME

-Un racconto–

Parte prima
Capitolo terzo

C’era una volta ed ora non c’è più, è una espressione di dolore dissimulato, la maniera atavica di considerare una perdita, qualsiasi essa sia stata, al pari di un accadimento ineluttabile, una forza del destino, una scelta divina, a secondo delle diverse dottrine alle quali ci si voglia rapportare.
C’era una volta ed ora non c’è più, è comunque una frase meno sferzante e dolorosa di: c’erano una volta ed ora non ci sono più.
Meno sotto tutti gli aspetti: quantità, certezze, valori.
Non sempre è possibile accertare, per singoli eventi, quanti siano stati coloro che “C’erano!”.
Nel tentativo d’identificare chi o cosa valga l’affetto che gli dedichiamo, e ne sia degno fino al punto da meritare l’inserimento nel nostro personale elenco speciale dei “C’erano!”, dobbiamo ricostruire molte difficili certezze.
Non sono certo che esista, per ogni situazione, uno specifico sistema adatto a farmi assegnare valore alle univoche diversità, nel caso in cui esse rappresentino i tanti o tante che “C’erano!”
“Così o come”: così trama e dubbio (sempre lui), o come da rivolo a torrente, il mio segreto addio saluta le PINETE D’ISCHIA.
C’erano.
Grazie ai miei amici ed ai miei nemici, se mai ne ho avuti degli uni e/o degli altri, le PINETE D’ISCHIA non ci sono più.

Bruno Mancini
Per Aurora volume terzo
Copertina morbida, 166 pagine,
ISBN: 9781409282013
€ 11,29 (IVA esclusa)
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-470688.html

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Michele D’Anca: Da “Centovetrine” a Jim Morrison

Ischia è conosciuta per la bellezza del territorio, per la sua arte e cultura e in particolare per il Film Festival, dove tanti artisti nazionali e internazionali si incontrano.
Per lui Ischia è un’isola straordinaria, dove riscoprire se stessi.
Michele D’Anca è uno degli attori più amati della soap “Centovetrine”, l’affascinante Sebastian Castelli.
Figlio di siciliani, bolognese di nascita e romano d’adozione, approda nel mondo del teatro e si diploma all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, dove apprende dai grandi maestri l’arte della recitazione.
L’incontro con Luca Ronconi è stato determinante.
Da allora il suo percorso artistico e professionale è segnato da numerose partecipazioni in film, fiction e rappresentazioni teatrali di successo.
Dal suo ingresso nella soap di canale 5, continua ad essere apprezzato per quel talento che lo ha portato alla popolarità.
Ma dalla sua parte ha anche una grande sensibilità che gli appartiene.
Abbiamo il piacere di incontrarlo per una breve intervista rilasciata in esclusiva per la pagina culturale del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio.

Quanto è stata importante la preparazione all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”?
L’Accademia mi ha dato modo di entrare nel mondo della recitazione dalla porta principale e più ambita. In questa scuola di stato si è formata la stragrande maggioranza dei teatranti italiani più noti e di talento.
È stata fondamentale perché mi ha fornito una preparazione totale, sia pratica che teorica e, soprattutto, mi ha dato modo di avere come maestri grandi artisti del palcoscenico come Luca Ronconi, Marisa Fabbri, Marise Flach, Angelo Corti, e tanti altri da cui ho ereditato gli insegnamenti del periodo d’oro della scuola teatrale italiana.
Quello che va all’incirca dagli anni 60 agli anni 80.
Ad esempio, avere la possibilità di recitare, a soli vent’anni, ne Il Sogno di Strindberg con la regia di Ronconi è stata per me un’esperienza formativa di altissimo livello artistico.

Lei è noto al pubblico per il ruolo di Sebastian Castelli in “Centovetrine”, qual è il punto di forza di questo personaggio e perché è così amato?
Penso che il punto di forza di Sebastian sia stato il suo essere un uomo senza scrupoli ma affascinante.
Un uomo che lotta nel bene e nel male per ciò in cui crede, e soprattutto per i suoi affetti più cari.
Un uomo che sa amare e odiare con la stessa intensità.
Un altro punto di forza è stato la mia preparazione.
Il duro lavoro.
La cura maniacale di ogni minimo dettaglio del mio ruolo.
La serietà con la quale ho affrontato lo studio e la messa in scena di questo bellissimo personaggio.
C’è stata una magica compenetrazione fra il mio lavoro e quello degli autori, che si sono divertiti a sfruttare al massimo quasi tutte le mie potenzialità recitative, facendo agire il mio personaggio nelle trame più disparate e intense, affiancandolo agli attori più preparati e amati della soap.
Inoltre, lavorare su Sebastian, mi ha coinvolto molto dal punto di vista emotivo e ne è uscito fuori un ruolo molto intenso e carismatico che ha saputo imporsi fra i tanti personaggi della soap fino a diventare un pilastro di Centovetrine.

Progetti?
In questo momento sto lavorando a una serie di progetti ideati ediretti da me, ai quali ho dato il nome di The Lizard King Project e che riguardano l’opera artistica del cantante e poeta Jim Morrison, di cui sono un profondo conoscitore e amante.
Riguarderanno reading, performance in voce e in musica, spettacoli teatrali e forme di collaborazione che avranno lo scopo di divulgare gli aspetti più umani e i testi scritti dal cantante dei Doors, dei quali indagherò le dinamiche sciamaniche, rituali, teatrali e poetiche.

Michela Zanarella
Socia Fondatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

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il-dispari-20161003-tutto-ridim
Cod 18: Tina Bruno
A Mia madre
IL tuo sorriso levigato dalla bellezza,
Su un viso illuminato da un raggio di sole,
Oggi si è spento.
La tua anima come una libellula
È volata via
Spostandosi lentamente nell’aria
Fino a raggiungere il cielo stellato
Nel cui grembo è stata ammantata.
Mi manca quello sguardo
Al quale chiedevo la fine
Del mio pianto,
Sussurravo le mie angosce,
Parlavo del mio dolore,
Delle mie gioie
E trovavo la soluzione
Alle mie pene d’amore.
Mamma, aspetterò
Che la notte affondi,
E con un volo sulle ali del destino
Ti raggiungerò:
Per ammirare quel viso,
Illuminato dal sole,
Scolpito nel mio cuore.

Cod 28: Luca Cipolla
Luna nuova
Manto che rivesti la pianura,
ricamo d’infinite notti a sognare,
una laguna, spirto di ninfe,
quale arcano mistero disseti..
Non hai parole, solo versi,
strumento di vita,
grano di sabbia fine
che urla al vento la sua presenza.
Sposa dell’incanto, candida,
ora al cielo
ti lasci nuda,
sola a pensare.
La tua purezza
monda il mio sentire
e m’eclisso,
un’alba senz’accenti
che cerca il suo cammino.

Cod 08: Liga Sarah Lapinska
Se io fossi la strada
Come avrei voluto con i miei ultimi occhi,
adesso vedo da ogni direzione
-hai l’aureola azzurra, certo,
con le rughe come le ha tutta la terra.
Hai l’aureola sopra la testa piegata
nel crepuscolo che s’alza, di nuovo ignoto,
prima che s’accendono lampioni
sul mio boulevard tra muri già scuri.
Vedo, senza i miei, ancora i tuoi occhi.
La mia mano, trasparente nella sera
s’alza sul tuo collo. Un attimo
-e vibra la tua chakra timida!
Di mattina vado via, mentre i prati
diventano gialli di pollini e di api.
Amavo lo splendore dell’acqua
tra le canne pesanti nel vento…
Se io fossi la strada, io ritornerei
da te, dagli alberi,
nel boulevard tra muri già scuri.
Ma io sono solo il cuore. Io ero.
Se io fossi la strada, io ritornerei
dopo un giro tra soli nuovi,
riavendo gli occhi più chiari.

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Ultimi giorni, fino al 6 Ottobre, per ammirare la mistica mostra di icone allestita da DILA nel Museo del Mare c/o il Palazzo dell’Orologio di Ischia ponte.

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Il Dispari 2016-09-26

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Editoriale

Feltrinelli. Oh! stupore.

Per la serie Esopo news

Nella mia immaginazione di scrittore dilettante, giungere a pubblicare un volume in una qualsiasi delle collane della Feltrinelli è sempre stato paragonato all’ottenimento di una gratificazione più importante finanche dei più apprezzati Premi riconosciuti in ambito nazionale.
Ciò, in quanto il rigore propositivo insito nel DNA della casa editrice è sempre stato valutato, non certamente solo da me, come un marmo bianco impossibile da scalfire utilizzando qualsiasi stratagemma che non sia la valenza stessa dell’opera proposta.
A dire il vero non sono state molte le case editrici alle quale, in tanti anni di scrittura, ho inviato mie opere letterarie allo scopo di ottenerne la pubblicazione, né le ricordo tutte, però posso affermare tranquillamente che contattare la Feltrinelli, se mai l’ho fatto, l’ho sempre ritenuto un atto di enorme presunzione.
Bene, in questi giorni, invogliato dalla intrigante introduzione scritta da Silvia Borri, non solo ho voluto iniziare a leggere il TRAUMNOVELLE di Arthur Schnitzler, da lei tradotto con il titolo “Doppio Gioco” per la collana “I Classici Universale Economica Feltrinelli”, ma, e nonostante il quasi immediato senso d’inutilità per l’azione che stavo compiendo proseguendo nella lettura, mi sono imposto di giungere alla fine violentando fortemente l’istinto di gettare a mare il volume ben prima della conclusione.
Difatti, ed è forse questa la ragione vera per la quale ho proseguito nella lettura, il mio contatto con il libro è iniziato ed è terminato in due giorni trascorsi quasi interamente su una spiaggia semisconosciuta dell’isola d’Ischia.
Ciò detto, so bene di avere espresso un giudizio negativo per il racconto, ma questo non implica un giudizio negativo per la casa editrice in quanto, pensavo mentre proseguivo nella lettura, può darsi che sia io a non coglierne le beltà vuoi di un’inventiva strabiliante e vuoi di un lessico all’avanguardia del suo tempo.
Infatti, non sono un conoscitore della letteratura austriaca e non ho idea di quale fossero le strutture letterarie in vigore, prevalenti ed apprezzate, di classicismo o di avanguardia, presenti in Austria intorno al 1924.
Silvia Borri ha iniziato l’introduzione scrivendo che questa novella “è una delle più affascinanti della sua produzione letteraria”, le ho dato credito… fino al rigo successivo a quando ho letto, ormai a poche pagine dalla fine (pagina 104), “… comprò nel negozio successivo tutto ciò che fosse commestibile;… ”.
Immaginandomelo carico di borse e di pacchi, diretto al covo della prostituta per la quale lui (dottore di buona reputazione che durante tutta la novella aveva sprecato una quantità considerevole di denaro in mance e ricompense) aveva espresso il cuor suo il desiderio di ricompensarla per alcuni atteggiamenti di particolare sensibilità con i quali l’aveva intrattenuto la notte precedente, ho avuto la sorpresa di leggere il proseguimento della frase “… e mentre camminava lungo i muri delle case con il piccolo pacchetto, si sentì addirittura felice…”.
Piccolo pacchetto? Aveva svaligiato un negozio di generi alimentavi e si trovava con un piccolo pacchetto? Felice di portare un piccolo pacchetto di generi alimentari ad una prostituta?
La critica letteraria potrà assolvere l’Autore e/o la traduttrice in base alle loro reali responsabilità.
L’opinione pubblica potrà assolvere la Casa Editrice Feltrinelli per un insufficiente controllo sulla bontà del testo.
Ma io non potrò mai assolvermi dal reverente rispetto verso la Feltrinelli che mi ha inibito in ogni tentativo di approccio.
Se pubblica “Doppio sogno”, non c’è ragione che non possa prendere in considerazione i miei scritti.
Bruno Mancini

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Il Dispari 2016-09-26

CS |Fondata la Nazionale Cantanti Lirici – no profit
Realizzato il sogno del soprano leggero Paola Occhi.
Paola Occhi, Ambasciatrice della cultura e portatrice di pace, è riuscita a realizzare un grande progetto, mai avvenuto nella storia del Canto lirico italiano.

Grazie alla sua carriera di soprano leggero, portando il suo talento a livello internazionale, è riuscita a far avvicinare adulti e bambini al bel canto.
Il soprano avendo sempre avuto molta grinta e spirito d’iniziativa nell’organizzare eventi a scopo benefico, ha deciso di puntare in alto e, prendendo spunto da un’idea lanciata per gioco, ha costituito la Nazionale Cantanti Lirici per dar vita a un qualcosa mai vista prima nella storia della Lirica italiana.
I più grandi nomi nel mondo della Lirica, si sono uniti nel formare con tempestività la Nazionale Cantanti Lirici.
Accettando di far parte di questo immenso progetto, cantanti lirici d’indiscutibile professionalità, sono stati pronti ad iscriversi per collaborare, a livello sia artistico sia sportivo amatoriale, sfatando così il mito di Artisti superbi per ribaltarlo in quello più reale di professionisti umili.
Il Presidente e fondatore Paola Occhi sarà lieta di presentare UFFICIALMENTE la Nazionale Cantanti Lirici, il 9 ottobre 2016 alle ore 10:30 nel Teatro Mauro Pagano di Canneto sull’Oglio -MN.
In tale occasione Paola Occhi ringrazierà il Sindaco Raffaella Zecchina che ha già avuto modo di dichiarare di sentirsi onorata dalla scelta effettuata eleggendo il loro Teatro a sede per un’iniziativa così importante, nonché l’Assessore Attilio Facconi insieme a tutta la Giunta Municipale per aver creduto nell’importanza di tale avvenimento.
Tutto ciò grazie al nuovo incarico, ricevuto dal Presidente dell’Associazione Culturale “Da Ischia L’Arte–DILA”, Bruno Mancini, che consiste nell’avvenuto conferimento della qualifica di: AMBASCIATRICE DI PACE, titolo che si aggiunge alle precedenti attribuzioni di Ambasciatrice Cultura e Arte, responsabile delle regioni Emilia Romagna e Basilicata, Direttrice delle Scuole di Canto Lirico “Lina Cavalieri” di S. Possidonio (MO) e Ischia (NA).
La neo Presidente della Nazionale Cantanti Lirici, Paola Occhi, annuncerà anche di aver voluto estendere il suo incarico alla Nazionale Cantanti Lirici designando quindi Ambasciatori di Pace tutti gli iscritti e i componenti delle loro famiglie.

Anna Di Trani
Addetto stampa Nazionale Cantanti Lirici
Info: nazionalecantantilirici@gmail.com

Paola Occhi (a destra) con il Sindaco Raffaella Zecchina di Canneto sull'Oglio

il-dispari-20160929-tutto-ridim
Dalla Redazione | Premio MAGNA GRECIA città di Latina

Il Premio MAGNA GRECIA città di Latina, curato dalla prof.ssa Milena Petrarca, presidente dell’Associazione Internazionale Magna Grecia Latina – New York, oltre ad avere un’importanza internazionale per l’attribuzione di riconoscimenti speciali a grandi personalità del mondo dell’arte, della moda, dello spettacolo, del teatro, del giornalismo e del sociale è caratterizzato dal coinvolgimento di diverse scuole elementari e medie superiori del territorio pontino, le quali, durante il corso dell’anno scolastico, con saggi, spettacoli e concorsi si siano distinte nel campo storico, pittorico, poetico, musicale e teatrale.
Fra i personaggi illustri presenti al Premio 2016 vanno ricordati: Valentina Cannavacciuolo, cantautrice di diciotto anni che ha cantato a San Remo “Unlimited” premiata da Johon Martinotti, produttore di Madonna e di Micheal Jackson (Premio Canto); Maria Rizzi, figlia del fondatore dell’associazione Iplac che racchiude diverse associazioni culturali italiane, Adriana Vidali Veronese ed Assunta Gneo (Premi Letteratura); Tony De Nonno, filmaker di Brooklyn (Premio Cinema); Elisa Saltarelli, giornalista di Parvopolis (Premio Giornalismo); Rosaria Zizzo che ha presentato le sue poesie NIAF negli USA (Premio Poesia); Giuseppe Poli campione italiano tra i Master sugli 800 metri (Premio Sport).
Nell’albo d’oro del Premio Internazionale Magna Grecia è presente in posizioni vincenti anche la poetessa Angela Maria Tiberi attuale finalista della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”, nonché opinionista della pagina culturale del quotidiano “Il Dispari”.

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DILA Il Dispari EXPO

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

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DILA

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MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

ELEGANZA E POESIA DI COLORI E LUCI 

Alla poetica del paesaggio quale spazio entro cui ritrovare le emozioni tra ricordi nostalgie, presenze e assenze è dedicato il percorso della mostra con protagonista Mimì Quilici Buzzacchi ((Mendole Mantova 1903-Roma 1990) tra le più importanti artiste di opere grafiche del XX secolo.

MIMI0 QUILLICI BUZZACCHI Autoritratto al torchio

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI
Autoritratto al torchio

Promossa da Roma Capitale- Assessorato alla Cultura e curata da Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano, la mostra, MIMI’ QUILICI BUZZACCH. TRA SEGNO E COLORE, allestita presso le tre sale della Galleria di Arte Moderna di Roma (Via Francesco Crispi, 24) aperta fino al 27 novembre 2016, presenta circa cinquanta opere di questa straordinaria artista tra dipinti, opere grafiche e documenti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Archivio Mimi Quiici Buzzacchi. Un percorso attraverso le fasi più significative della sua attività iniziata a Ferrara negli anni Venti e proseguita a Roma quando vi si trasferì a metà degli anni Quaranta, fino alla morte nel 1990. Un’occasione per conoscere meglio la sua attività incisoria e in particolare la xilografia cui si dedica fin dagli

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI Campagna ferrarese

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI
Campagna ferrarese

esordi mostrando una grande attitudine e abilità tecnica, apprezzata tra gli altri in modo particolare da De Pisis che la incoraggia ad andare avanti su questa strada dedicandole anche un interessante articolo uscito sulle pagine del “Corriere Padano” a metà anni Venti. Tra le altre figure di artisti e intellettuali a lei vicine negli anni ferraresi accanto a De Pisis, amico del marito Nino Quilici  giornalista, sono Achille Funi e Carlo Socrate.

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI Monte Mario e neve

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI
Monte Mario e neve

Numerose le esposizioni nazionali e internazionali di prestigio cui Mimì Quilici ha preso parte negli anni Trenta tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma, senza dimenticare la sua partecipazione, insieme a Funi e agli altri artisti dell’”officina ferrarese” al progetto decorativo che interessò i molti edifici realizzati in Libia durante il governatorato di Italo Balbo. Per l’occasione tra il 1938 e il 1940 creò l’affresco “La glorificazione delle Sante Felicita e Perpetua” nella cappella del Villaggio Corradini uno dei centri agricoli destinati ai coloni italiani. Marine, scorci degli edifici e delle campagne della bella Ferrara, e poi ritratti, le vedute di Roma dove spicca Monte Mario a primavera e con la neve, ed ancora i paesaggi della sua produzione più recente, testimoniano l’evolversi di uno stile personalissimo dove il segno caratterizza l’immagine esaltata da tratti decisi e da un colore forte e vibrante, ma anche con tonalità tenui e calde. La sua costante ricerca

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI Gli obelischi

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

nell’esplorare le infinite possibilità espressive del segno sia nella grafica sia nella pittura, in cui un ruolo fondamentale è dato dal dialogo tra luci e ombre, le ha permesso di dare vita ad atmosfere di grande spessore emotivo dove appaiono luoghi a lei famigliari o altri frequentati successivamente passando da Ferrara a Bologna, per poi giungere a Torino, Milano, fino a a Roma. Intensi i paesaggi legati al Tevere e alla collina di  Monte Mario e di Villa Madama, in cui

MIMI' QUILLICI BUZZACCHI

MIMI’ QUILICI BUZZACCHI

si avverte il dialogo diretto con la natura ed i suoi spazi: a riguardo citiamo: Sole su Monte Mario, Monte Mario e neve, e Luci di Roma, E poi intense anche le opere degli anni Venti come Mare e barche a Cesenatico e Campagna ferrarese, senza dimenticare Scogliere ai Maratea del 1971 e il capolavoro Gli obelischi (xilografia su carta).

.A completare la mostra è una selezione di documenti e la proiezione del videoImmagini da sequenze amatoriali tratte dall’archivio privato della famiglia Quilici” (F. Quilici – R. Pastori – M. Grassi, 1998, con musiche di A. Breschi) volti ad illustrare la figura e l’attività dell’artista. Infine sono presenti anche diverse opere di artisti a lei più vicini quali: Tato, Carlo Socrate, Filippo De Pisis e Virgilio Guidi.

Silvana Lazzarino

 

MIMÌ QUILICI BUZZACCHI. TRA SEGNO E COLORE

Galleria d’Arte Moderna

Roma Via Francesco Crispi, 24

Orario: da martedì a domenica 10.00 – 18.30, lunedì chiuso

L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura.

Fino al 27 novembre 2016

 

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