Il Dispari 2016-11-07

Il Dispari 2016-11-07

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Editoriale

Seguendo la traccia avviata la scorsa settima quando abbiamo pubblicato su questa pagina, in anteprima assoluta, le splendide copertine che Saverio Dionizio, celebre scenografo di Rai Tre, ha voluto graziosamente mettere a disposizione dell’Antologia “Otto milioni 2016” (che presenteremo a Milano il prossimo 20 Novembre nell’ambito dei palinsesti di Bookcity e di EXPO in città), questa settima replichiamo con una nuova primizia consistente nell’introduzione scritta da Roberta Panizza per l’antologia, nella quale, tra l’altro, sono presenti poesie finaliste della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”.

ROBERTA PANIZZA |INTRODUZIONE ALL’ANTOLOGIA “OTTO MILIONI 2016″”

Negli ultimi nove anni sono molte le antologie curate da Bruno Mancini con la direzione artistica di Roberta Panizza, ma questa ha caratteristiche che la contraddistinguono dalle altre in quanto si tratta di un volume in cui gli “AAVV” non sono più solamente singole voci diverse che trovano spazio tra le pagine di un testo, ma diventano Associazioni varie che collaborano alla diffusione della cultura e dell’arte e che, tramite queste pagine, trovano il modo di rendere partecipe chi lo desidera delle proprie potenzialità.

Si tratta, in particolare, di: “Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola .
Particolarità di questa, come di tutte le altre nostre antologie, è l’intenzione di continuare a sperimentare la strada della pubblicità (presente, infatti, anche qui tra le pagine di poesia e prosa) per conseguire le risorse necessarie allo sviluppo di progetti culturali i quali, solo con le intenzioni e l’amore per la cultura, non potrebbero altrimenti essere realizzati.
Se, però, la prima fase della pubblicazione di antologie è stata concretizzata grazie ai contributi di piccole aziende locali e la seconda ha visto impegnati gruppi imprenditoriali di livello regionale, ora siamo forti della collaborazione della Scuola di Canto lirico “Lina Cavaliere”e d’istituzioni museali quali il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia.
Avere tali importanti partner a sostegno delle nostre attività fa bene sperare nella positiva realizzazione dei progetti in corso.
Le pagine di questa pubblicazione sono così suddivise:

  • • poesie finaliste della quinta edizione del Premio internazionale di Poesia “Otto milioni”;
    • poesie premiate a concorsi banditi da associazioni culturali amiche della nostra DILA;
    • testi di autori già selezionati per la pubblicazione in precedenti nostre antologie;
    • testi di Soci della nostra associazione DILA;
    • testi di Bruno Mancini e Roberta Panizza;
    • presentazioni e/o interviste di personalità che collaborano in vario modo alle nostre attività;
    • immagini;
    • sponsor.

Una volta stampato, il volume sarà presentato, oltre che in occasione della cerimonia di premiazione delle poesie vincitrici del premio Otto milioni che si terrà nel Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia, anche in altre sedi quali il Bookcity di Milano, il programma MANCINEIDE (che andrà in onda su Teleischia a partire da Settembre 2016), e nelle pagine culturali del quotidiano Il Dispari.
Il programma degli eventi previsti a complemento di questo libro è ricco e intenso e giova ricordare che esso sarà realizzato, anche in questa occasione, grazie solo ai contributi volontari di amici e simpatizzanti che collaborano alle attività culturali da noi proposte.
A tale proposito basterà precisare che presso il Museo del Mare a Ischia, così come a Vermiglio in Trentino, a San Possidonio in Emilia Romagna, e in numerose altre località italiane e straniere, sono in atto e continueranno ad essere proposti incontri culturali che spaziano in ogni settore del panorama artistico non solo italiano.
Il tutto, nella decisa convinzione che Ischia possa qualificarsi a livello internazionale non solo per il sole e per la bellezza del suo ambiente naturale, ma ANCHE come luogo d’origine di un genere di cultura priva di mediazioni lobbistiche atte a mortificare la qualità e il merito degli Artisti.
Doverosi e sentiti ringraziamenti desideriamo rivolgerli a Saverio Dionizio, illustre scenografo RAI, che ci ha regalate, inedite e autografe, le copertine del volume; ad Antonella Ronzulli per l’attiva collaborazione; a Ludoviza Zoli, vicepresidente della LITHO commerciale, editrice di questa antologia.
Con l’augurio di ritrovarvi, oltre le pagine di questo libro, tra i partecipante alle varie iniziative da noi organizzate vi auguriamo buona lettura.
Roberta Panizza

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MIMÌ QUILICI BUZZACCHI

ELEGANZA E POESIA DI COLORI E LUCI

Alla poetica del paesaggio quale spazio entro cui ritrovare le emozioni tra ricordi nostalgie, presenze e assenze è dedicato il percorso della mostra con protagonista Mimì Quilici Buzzacchi ((Mendole Mantova 1903 -Roma 1990) tra le più importanti artiste di opere grafiche del XX secolo.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, e curata da Federica Pirani, Gloria Raimondi e Maria Catalano, la mostra, “MIMÌ QUILICI BUZZACCHI TRA SEGNO E COLORE”, allestita presso le tre sale della Galleria di Arte Moderna di Roma, aperta fino al 27 novembre 2016, presenta circa cinquanta opere di questa straordinaria artista tra dipinti, opere grafiche e documenti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna e dall’Archivio Mimì Quilici Buzzacchi.
Un percorso attraverso le fasi più significative della sua attività dagli anni Venti ferraresi agli anni Quaranta quando si trasferisce a Roma, fino alla morte nel 1990.
Un’occasione per conoscere meglio la sua attività incisoria e in particolare la xilografia cui si dedica fin dagli esordi, mostrando una grande attitudine e abilità tecnica, apprezzata tra gli altri in modo particolare da De Pisis che la incoraggia ad andare avanti su questa strada dedicandole anche un’interessante articolo sulle pagine del “Corriere Padano” a metà anni Venti.
Tra le altre figure di artisti e intellettuali a lei vicine negli anni ferraresi accanto a De Pisis, amico del marito Nino Quilici, sono Achille Funi e Carlo Socrate.
Numerose le esposizioni nazionali e internazionali di prestigio cui Mimì Quilici ha preso parte negli anni Trenta tra cui le Biennali veneziane e le Quadriennali di Roma, senza dimenticare la sua partecipazione, insieme a Funi e agli altri artisti dell’”officina ferrarese” al progetto decorativo che interessò i molti edifici realizzati in Libia durante il governatorato di Italo Balbo.
Per l’occasione creò l’affresco “La glorificazione delle Sante Felicita e Perpetua” nella cappella del Villaggio Corradini uno dei centri agricoli destinati ai coloni italiani.
Marine, scorci di edifici e campagne ferraresi, ritratti, le vedute di Roma dove spicca Monte Mario, ed ancora i paesaggi della sua produzione più recente, testimoniano l’evolversi di uno stile personalissimo, dove il segno caratterizza l’immagine esaltata da tratti decisi e da un colore forte e vibrante, tenue e caldo.
Attraverso la sua opera di grafica e pittura ha dato vita ad atmosfere di grande spessore emotivo, dove appaiono luoghi a lei famigliari o altri in cui si è recata successivamente come Bologna, Torino, Milano e Roma.
Intensi i paesaggi con il Tevere e la collina di Monte Mario (Sole su Monte Mario, Monte Mario e neve, e Luci di Roma), come anche le opere degli anni Venti: Mare e barche a Cesenatico e Campagna ferrarese, senza dimenticare Scogliere a Maratea del 1971 e il capolavoro Gli obelischi (xilografia su carta).
A chiudere la mostra, la proiezione del video “Immagini da sequenze amatoriali tratte dall’archivio privato della famiglia Quilici” e diverse opere di artisti a lei più vicini quali: Tato, Carlo Socrate, Virgilio Guidi e Filippo De Pisis. Quest’ultimo ha esposto ad Ischia presso il Castello Aragonese.

Silvana Lazzarino

Il Dispari 2016-11-07

Alessio Manega visto da Guido Arbonelli

Un nuovo, e questa volta giovanissimo musicista, si aggiunge al gruppo di Artisti che continuano a proporre la propria collaborazione ai progetti culturali MADE in Ischia, ideati e realizzati dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.
Si tratta di Alessio Manega classe 1990, compositore e musicista, che il M° Guido Arbonelli (vincitore del premio per la composizione dell’inno “Otto milioni” con la canzone “Girotondo di emozioni” dedicata ad Ischia), ci consiglia di seguire con attenzione, presentandolo a tutti noi con la scheda che segue.
E se Guido Arbonelli afferma che il “ragazzo vale”, noi gli crediamo anche ad occhi chiusi, ma ad orecchie bene aperte!
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Nato a Soave, classe 1990, Alessio Manega si dedica da alcuni anni alla composizione della cosiddetta musica “colta”.
È iscritto al nono anno, presso il conservatorio E. F. Dall’ Abaco di Verona, al corso di composizione tenuto dal Maestro Federico Zandonà.
È arrivato ad intraprendere questo tipo di percorso dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore presso l’Istituto d’Arte N. Nani di Verona, indirizzo architettura e arredo ed aver studiato, presso Lams di Verona, chitarra elettrica con Roberto Vanni e Rodolfo Speri.
Lo studio e la conoscenza della chitarra elettrica gli hanno permesso di apprendere tutti quei generi che fanno ormai parte del repertorio chitarristico contemporaneo come il blues, il funk, l’hard rock, il metal ecc…
Grazie a questo tipo di percorso, Alessio Manega si è affermato in diversi concorsi internazionali di composizione e, nel 2016, è riuscito ad aggiudicarsi il primo premio al Concorso Internazionale “2 Agosto” di Bologna, in cui viene esplicitamente richiesto, da bando, di sollecitare l’incontro tra diverse culture, invitando i concorrenti a far uso, se lo vogliono, anche di stilemi musicali tratti da tradizioni folkloriche, dal jazz, dal blues e/o dal rock.
L’obiettivo compositivo che ora si è prefissato è quello di continuare sulla strada del sincretismo, ovvero nel mescolare sapientemente i vari generi musicali, per creare qualcosa di personale e che lo contraddistingua e, non meno, per avvicinarsi alla sensibilità del pubblico contemporaneo.
Di sogni ovviamente ne ha tanti, ma il principale, per il momento, è quello di potersi affermare come compositore e di essere apprezzato nelle maggiori sale da concerto perché, secondo la sua personale opinione, è compito dell’artista quello di diffondere e far capire alle persone la propria arte e il proprio messaggio.
Un artista che fa di tutto per non farsi capire, viene meno alla sua funzione.
Appena ha saputo che avrei proposto la sua partecipazione ai progetti MADE in Ischia, la sua reazione è stata lapidaria: “Un’isola che da secoli è fonte di ispirazione per moltissimi grandi artisti. Una delle tante meraviglie che l’Italia può vantare.
Guido Arbonelli

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Il Dispari 2016-10-31

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Editoriale vanitoso:

vi propongo alcuni stralci di bozzetti ischitani tratti dal racconto “Così o come” pubblicato in “Per Aurora volume terzo”.

… le ascelle pelose della postina calabra lucana piemontese marchigiana durante l’ultima consegna in uno dei tanti pomeriggi asciutti di ferragosto.
Le scarpe di questa donna, sandali plastificati in una cantina del Viet Cong con impresso a fuoco sulla punta un simbolo parigino romano londinese napoletano giapponese brasiliano americano, ai suoi piedi apparivano deformi e più sconnesse delle mille strade prive di ordinaria manutenzione che avevano calcato nelle assolate giornate di agosti stremanti finanche per le cicale ed i grilli.
I bozzi degli alluci, deformati da ogni tipo di trauma, i calli ed i duroni a grappoli ed arcipelaghi, i solchi tra la pelle morta e stratificata sui calcagni, avevano, dopo anni di battaglie, avuto ragione dei tessuti fibrosi utilizzati nei laboratori artigianali dei bravi sudditi asiatici.
Filomena.
In dialetto Failina.
Per la gente del luogo “Failina ‘a pustera!”.
Solo chi non è stato ad Ischia durante la lunga esperienza lavorativa di questa donna non sa di chi parlo, per gli altri, per tutti gli altri, residenti o vacanzieri di pochi giorni, la sua esistenza è stata notata…
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Sebastiano, il meraviglioso esempio d’accogliente giullare che a cassetta della carrozza (perfetta nella struttura come una Jaguar, addobbata e truccata allo stesso modo della mitica Silvana), lasciando ai passeggeri l’emozione di tenere le redini, descrivendo luoghi a lui solo noti e raccontando aneddoti da nessuno mai verificati, riusciva, quando il musicale rotolamento dei cerchi sferragliava sul selciato in gran parte segnato dalla erosione delle acque piovane, intanto che un volo di passeri disordinato frusciava nell’aria dei meriggi cocenti ed abbaglianti, e mentre i capelli al vento della bella straniera schizzavano di giallo rosso nero biondo castano scuro moro le parti posteriori del cavallo sudato stanco, AOH, OH OH OH, CLOP CLOP, sotto il refolo di una scoreggia puzzolente che anticipava mini serie di botti petiferi vaporizzati sul muso della splendida turista in gita di nozze (o quasi), Sebastiano, si chiamava Sebastiano, in dialetto Bastiano, per la gente del luogo Bastian ‘o cucchiere, semplice come il mio racconto, riusciva a far ridere e creare poesia…
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… Se oggi, nel 2005, un tipo si chiamasse Giliberto Giliberto, tutti noi avremmo difficoltà a trattenere il riso.
Giliberto era alto un metro e… solo un metro e un poco.
L’individuo più basso che ho incontrato nell’ultimo decennio era almeno di statura pari a quella di Giliberto in piedi sul predellino della sua lambretta.
Il piccolo uomo, alla fine degli anni cinquanta, aveva acquistato un innovativo motociclo che le prime volte guidava con tanto poca perizia da non riuscire a fermare fin che non ne esauriva la benzina.
Nei mesi successivi, in marcia su quel suo cavallo bianco di stagnola acciaio ferroso, il minuto caro fotografo girava in tondo tra via D’Avalos e via Gianturco, via Colonna ed il lungomare, via Roma via Mia e via Vostra, fino a quando, se tutto andava bene, il piede pigiava accidentalmente il punto in cui una leva di ferro fungeva da freno…
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… -«B u o n g h i o r no, chi Renato artista? Pittore? Fa capelli mio f i g h i o?»
«Scene Madama, eccomi, tutto per te.
Francesco, acconcia il ragazzo, io penso alla froileine
Al topo, al topo, ahhh… une top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo la colazione?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone sconosciute!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Madame non si preoccupi, ora lo risistemiamo nei suoi alloggi.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapesse come era malconcio!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciamo con taglio moderno, a spazzola, oppure con basette lunghe alla amburghes?
Franco, Franco… e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scenda, Madamoselle Froilein, non morde, vuole solo digerire il latte ed i biscotti che ha mangiato nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scende, e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la tedescona. Così eh così con il braccio intorno alla mia spalla, scendi piano piano, piano, piano, lentamente, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzone, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati, aspetta non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paura ora ti prendo in braccio e ti porto al sicuro nel retrobottega, Francooooo, tieni a bada il ragazzo.»…

Qualche ora dopo

Bongiur, chi lé Renatò pittooor artistà? Pittor? Fet capellì mio petìt?»
Bell Madama, eccomi, tutto per tuà.
Frances, acconcia il ragas, io penso alla Francès
«Al top, al top, ahhh… an top… uhhh…»
Franco, quante volte devo dirti di non fare uscire sciù sciù dopo cena?
Riponilo in gabbia, vedi, la Signora ha paura.
Ti ho detto mille volte di non lasciarlo libero se ci sono persone estranee!
Non lo conoscono, poverine, e credono sia un topo!
Sciù sciù!
Cherì, non ti preoccup, ora lo risistemiam nel suo allogg natural.
L’abbiamo cresciuto noi, da piccolo. Sapess com lu er tre malconc!
Dai Franco, sbrigati.
Al piccolo i capelli li facciam con taglio modern a spazzola, oppure con baset lunghe alla marsiglies?
Franco, Franco… … e acchiappalo, sotto la sedia… come sempre il birichino.
Scend, petit cherì madame, non morde, vuole solo digerire il pollo e le patatine fritte che ha mangiat nella dispensa, è bravo, sciù sciù, non mord, scendi, Matam e scendi Signora, appoggiati, bella Signora, Madame la franceson. Così ohhh così con il braccio intorno alla mia spal, scendi piano piano, piano, piano, lentament, fammi sentire le braccia sul collo, cazzo che zizzona, FERMATI, sciù sciù è sotto il lavello, Franco sbrigati, spicciati… … aspetta, non correre, piano, afferralo senza fretta, Madame è bona… azzo se è bona…»
Ahh… Ahh… eccolo…»
Niente paur ora ti prendo in bracc e ti porto al sicur nel retrobotté.

Francooooo… … e tieni a bada il ragazzino!»

Bruno Mancini

Per Aurora volume terzo

ISBN 9781409282013
Pagine166
Prezzo € 11,29 (IVA esclusa)

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Per Aurora volume terzo e-book
Prezzo € 3,12 (IVA esclusa)

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Salvatore Vitaliano:

L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista

Diplomato in Clarinetto presso il Conservatorio di Vibo Valentia con votazione 110/110 nell’anno 2003/2004 si dedica alla musica orchestrale presso l’orchestra “Fausto Torrefranca di Vibo Valentia”.
Dopo qualche anno si arruola presso l’arma dei Carabinieri, dove inizia un duro percorso professionale non tralasciando mai la passione della musica.
Nel corso del tempo si dedica interamente alla musica moderna e contemporanea, fino ad arrivare alla musica blus e jazz, esibendosi in vari concerti e memorial di artisti di chiara fama purtroppo scomparsi.
Vincitore numerosi premi in concorsi musicali tra i quali basta citare il 1° Premio al 16° Concorso Nazionale giovani musicisti Benedetto Albanese 02/07 Maggio 2011 (Categoria BIG); il 1° Premio al 4° European Competition Città di Palmi 05/10 Aprile 2011(categoria BIG) e il 1° Premio al XI Concorso premio Borse di studio “Pasquale Benintende” Lions club “Fata Morgana” Villa San Giovanni 16 Dicembre 2012(Categoria BIG).
Nel periodo della sua carriera militare Vitaliano Salvatore non lascia mai la musica, continuando la ricerca della riflessione del suono attraverso l’anima.
Ciò al fine di comunicare le sue sensazioni personali, acquisite con il tempo attraverso l’esperienze quotidiane di vita, e trasmetterle in modo comprensibile a tutti.
Così si chiede e ci chiede: “Quale migliore mezzo della musica per migliorare uno stato d’animo?” Amante della natura e compositore di poesie, attualmente collabora con la Namaste Sound e Soul di clarinetti diretta dal M° Guido ARBONELLI, con la Sicily Choir clarinet come primo clarinetto, e con il gruppo musicale “Samarcanda”di Catania con il progetto cinema e musica.

Con una sua dichiarazione rilasciata in occasione della pubblicazione di questo articolo dice che: “A me e a mia moglie piace tanto viaggiare: siamo stati in tutta Europa e in altri continenti a visitare posti e tradizioni locali, nonché, la cosa più importante, assaggiare piatti locali tradizionali dove si può veramente capire di più la storia del posto.
L’isola di Ischia è una tappa che manca alla nostra lista, ma spero che un giorno potremmo visitarla anche perché tanti amici la consigliano come una tappa obbligatoria.
Chiudiamo questa breve presentazione con un suo aforisma: “Non ci sarà niente o nessuno che soddisferà la mia curiosità.”

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Il Dispari 2016-10-24

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Editoriale 

Editoriale breve e conciso come si conviene quando la notizia è più importante del commento.

Se poi la notizia è un’immagine in anteprima assoluta, allora non c’è spazio da rubarle per nessuna ragione che non sia la didascalia che l’accompagnerà.

Oggi, infatti, vi mostriamo per la prima volta, fresche di stampa, le due copertine dell’Antologia “Otto milioni 2016” che presenteremo il prossimo 20 Novembre a Milano nell’Aula Magna della SIAM quale evento inserito nei palinsesti di EXPO in città e di Bookcity.

Le copertine, disegnate dal famoso scenografo della RAI Saverio Dionizio (al quale rivolgiamo grandi ringraziamenti), daranno indubbiamente lustro al nostro evento che, giova ricordarlo, è l’unico Made in Ischia presente da due anni nei programmi dell’EXPO e del Bookcity.

Bruno Mancini      

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Cod 19: Elisa Ruthenberg

Bruce Lee profeta delle arti marziali
Te ne sei andato Bruce
profeta delle arti marziali
te ne sei andato nei miti
delle tenebre senza confine,
dov’è il Dio del mondo del Kung-fu.

Ove il vento trasporta le tue urla,
le tue gesta immortali e ti sei spento,
e con te si è “stutato”
il tuo modo unico dell’arte del combattimento.

No, Bruce! Tu vivi,
tu sei qui con il tuo essere vivo
e la tua trasparente filosofia.

Combatti, fammi vivere con te
la tua vita di eroe insoddisfatto
e come le platee che per te
sono andate in delirio nel mondo intero
anch’io chinerò il capo ricordandoti.

Ma poi rivedendo i tuoi film
e ascoltando la tua filosofia
di sublime maestro di Kung-fu
ritornerà in me la gioia
di sorridere e vivere.-

… Posa in pace Bruce.

 

Cod 29: Ester Margherita Barbato

Una nota sola
Sono una nota persa per la via
da un violino miscredente
che partoriva gemiti
pizzicando lamenti

Mi svendo per una serenata
che questa notte canti appassionata

Sarò nota puttana
regalando carezze mai narrate
al primo falso amore che incontrerò per via
-sia quello che sia-

Sarò dolce e obbediente, remissiva o tagliente
lasciva come mai, dominante e impudente
sarò serva e regina
fata e bambina

Sarò scaltra e cortese
e bacerò ogni bocca che mi sappia vivere
questa notte

Sarò amante sincera
-ve lo giuro-
per non restare un’altra notte

sola.

 

09: Janis Lapinskis

Le montagne raggiunte
Le montagne che abbiamo raggiunto
poi diventano solo colline.
Forse le montagne vere non esistono,
solo le cime bianche sempre nell’orizzonte.

E, se noi, raggiunta una cima, finalmente,
non potremo più trovare le montagne?
Scala scala, amico mio caro,
anche se le montagne non raggiunte

sono più una pianura concreta e disponibile.

In ogni caso, tu, amico caro
stai viaggiando verso la montagna vera,
poiché, tra le pianure e le colline,
le montagne vere non esistono, generalmente.

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SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

I linguaggi dell’arte contemporanea che spaziano dalla pittura spesso materica alla fotografia, dal digitale al video, fino alla performance, raccontano con uno stile incisivo e immediato, spesso essenziale, ma sempre originale, aspetti legati al vissuto umano e sociale tra quotidiano ed extraquotidiano, visibile e invisibile.

Rappresentazioni di atmosfere reali, rielaborate nel tempo della memoria spesso nostalgica, o immaginiate dove diventa possibile cogliere quei processi interiori legati a stati d’animo e sensazioni individuali e collettive, appartengono allo scenario che di volta in volta restituisce l’arte contemporanea nel suo descrivere e interpretare le armonie e le incertezze dell’esistenza.

A dare voce al rapporto tra arti visive e scrittura nel loro creare rappresentazioni di parole e immagini, ripercorrendo la storia dell’arte dell’ultimo secolo dalle avanguardie storiche all’arte Concettuale del secondo Novecento, è la suggestiva mostra “Segni, alfabeti, scritture. Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro” in corso al Macro di Roma in Via Nizza fino al 2 novembre 2016.

Promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Antonia Arconti, il percorso, attraverso diverse opere non figurative di autori importanti del Novecento tra cui esponenti del Cubismo, Futurismo, Dadasimo e ancora della Pop Art e della Poesia Visiva, fino ad arrivare all’Arte Concettuale, indaga le varianti di questo rapporto arte/scrittura.

Quest’ultima può essere considerata sia in senso gestuale o calligrafico, sia in senso concettuale dove lettere e parole si inseriscono entro giochi linguistici e compositivi in divenire. Così lettere e parole possono divenire pure immagini, elementi compositivi indipendenti dal significato; e l’immagine, viceversa, creata dai segni dell’artista può diventare a sua volta scrittura.

Protagonisti di questa collettiva sono artisti di fama internazionale che hanno attraversato il secolo scorso o che si affacciano su questo attuale con diverse opere che sono entrate a far parte della collezione permanente del Museo.

Accanto a Giuseppe Capogrossi (del quale ricordiamo l’esposizione, nel 1997, presso la Galleria d’Arte Contemporanea del Monte di Forio d’Ischia) con l’opera “Superficie 572” realizzata nel 1955 (proveniente dalla Galleria di Arte Moderna di Via Crispi) che fa da incipit al percorso, ci sono Carla Accardi, Achille Perilli, Bice Lazzari, Antonio Sanfilippo, Gastone Novelli, Pietro Consagra, Gianfranco Baruchello e ancora Nicola De Maria, Domenico Bianchi, Vasco Bandini, Naoya Takahara, Maurizio Arcangeli, Claudio Adami, Luca Maria Patella e H. H. Lim.

A chiudere il percorso è l’opera di Claire Fontaine “Dignitybeforebread” del 2011, l’installazione al neon dedicata alla Primavera araba in Tunisia.

Da citare anche la presenza di artisti quali Alighiero Boetti e Emilio Isgrò, le cui opere provengono da prestiti esterni.

Ad Alighiero Boetti nel 2009 il Madre di Napoli ha dedicato un’interessante retrospettiva “Mettere all’arte il mondo: Alighiero & Boetti” curata da Achille Bonito Oliva.

Ciascun artista partendo dalla fascinazione della scrittura attraverso linguaggi diversi che vanno dalla pittura alla scultura, dalla fotografia al digitale alternano semplicità e complessità nella forma e nella composizione per toccare tra verità e mistero luoghi fisici e metafisici

Opere che tra visto e immaginato, realtà e improvvisazione raccontano con nuova energia stati d’animo ed emozioni dell’individuo nel rapportarsi agli altri e ai luoghi della natura.

Silvana Lazzarino

SEGNI, ALFABETI, SCRITTURE.

Percorsi nell’arte contemporanea attraverso la collezione Macro

MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma

Sale Collezione, Via Nizza 138- Roma

Orario: da martedì alla domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Chiuso il lunedì

Fino al 2 novembre 2016

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Testo pubblicato sulla quarta di copertina dell’Antologia “Otto milioni 2016”

Questo volume rappresenta un’ulteriore evoluzione nella lunga serie di pubblicazioni realizzate negli ultimi nove anni da Bruno Mancini con la Direzione Artistica di Roberta Panizza.

Nate dall’idea innovativa di coniugare arte e business, le antologie che hanno preceduto questa “Otto milioni 2016” hanno avuto almeno due principali comuni caratteristiche.

La prima consistente nell’inserimento di pagine pubblicitarie, e la seconda riconducibile alla varietà dei testi provenienti da Autori Vari.

Mentre, riguardo la prima caratteristica, la grande diffusione (nazionale ed internazionale) dei volumi fin qui pubblicati ha convinto finanche il Museo Etnografico del Mare della Città di Ischia ad inserirvi sue pagine promozionali, la partecipazione di AAVV effettua, in questo libro, un ulteriore balzo in avanti in quanto, non solo risulta composta da Autori Vari, ma ha origine dalla collaborazione di numerose Associazioni culturali certamente tra le più attive del variegato mondo associativo italiano.

“Da Ischia L’Arte – DILA” presieduta da Bruno Mancini, “L’Arte del suonare” presieduta da Maria Luisa Neri e “CentroInsieme Onlus – Progetto Vela: Rendere Consapevoli” presieduta da Vincenzo Monfregola sono una garanzia di qualità artistica e letteraria che potrete apprezzare insieme alle fascinose immagini con le quali il celebre scenografo Saverio Dionizio ha voluto comporre le copertine del volume.

 

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Il Dispari 2016-10-17
Editoriale

Il Dispari all’EXPO in città & al Bookcity di Milano con il progetto DILA

E allora si inizia a “lavorare” per realizzare nel miglior modo possibile il BIG evento che vedrà l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” partecipare nel contesto di due palinsesti tra i più importanti del panorama culturale italiano e certamente i più qualificati della città di Milano e dell’intera Lombardia.
DILA, infatti, come è stato ampiamente descritto su queste colonne nello scorso 19 Settembre, unica rappresentanza culturale ed artistica MADE in Ischia, farà la sua parte domenica 20 Novembre sia nel novero degli eventi ammessi all’EXPO in Città e sia nel ristretto gruppo di manifestazioni approvate dal comitato organizzatore della quinta edizione del Bookcity, la quale, è opportuno precisare, è promossa dall’Assessorato alla cultura del Comune di Milano, dalle Fondazioni “Corriere Della Sera”, “Arnaldo e Alberto Mondadori”, “Giangiacomo Feltrinelli” e “Umberto ed Elisabetta Mauri”.
TITOLO DELL’EVENTO:
“Da Ischia L’Arte – DILA”
NOMI DEI PROTAGONISTI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Anna Di Trani, Guido Arbonelli, Natalia Benedetti, Maria Luisa Neri, Guido Menichelli, Silvana Lazzarino, Alberto Ghirardini, Gaetano Di Meglio, Ivan Caldarese, Antonella Ronzulli, Autori finalisti del premio “Otto milioni!”, Soci Associazione culturale DILA.
AUTORI E PRESENTATORI:
Bruno Mancini, Antonio Mencarini, Paola Occhi, Maria Luisa Neri, Gaetano Di Meglio. DESCRIZIONE DELL’EVENTO:
Momenti di cultura consistenti in letture di opere poetiche e di prosa; realizzazioni di opere grafiche in estemporanea; esecuzione di brani musicali appositamente creati per i nostri eventi; annuncio poesie vincitrici della quinta edizione del premio internazionale “Otto milioni” e loro lettura; illustrazione progetti Museo Etnografico del Mare “DILA”, Teleischia “Mancineide”, Giornale Il Dispari “Redazione culturale”, Nazionale Cantanti Lirici; presentazione e gratuita distribuzione di centinaia di copie, sia dell’antologia “Otto milioni 2016”, d’imminente pubblicazione, e sia dei quattro volumi antologici pubblicati per le quattro precedenti edizioni del Premio “Otto Milioni”.
TIPOLOGIA DELL’EVENTO:
Reading, comunicazioni, concerto, illustrazione progetti, arti varie.
LUOGO E DATA:
Aula magna della SIAM – Società Incoraggiamento Arti e Mestieri -Via Santa Marta 18 – 20123 Milano; domenica 20 Novembre 2016 dalle ore 10:00 alle ore 12:30.
INFO E CONTATTI: emmegiischia@gmail.com – Cellulare 3914830355

Ovviamente non poteva restare senza un segno di riconoscenza la grande disponibilità dimostrata da questa testata giornalistica verso i progetti culturali DILA e, pertanto, si è deciso di mettere a disposizione 10 inviti omaggio in favore dei lettori del Dispari che ne facciano richiesta per primi telefonando al 3914830355 (tutti i giorni dalle 14 alle 24 con l’avvertenza che NON rispondiamo a numeri segnalati come anonimi).
Bruno Mancini

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Il Dispari 2016-10-17

L’ORLANDO FURIOSO

festeggia 500 Anni dalla prima edizione con la mostra “I voli dell’Ariosto. L’Orlando furioso e le arti”

Opera simbolo del Rinascimento italiano, L’Orlando Furioso, per i suoi contenuti che raccontano di imprese cavalleresche tra amori, amicizia, vendette e incantesimi, e per i luoghi entro cui si svolgono le scene, ha acquistato un valore sempre più figurativo tanto che nel corso dei secoli sono stati diversi gli artisti che ad esso si sono ispirati per le loro opere.
In occasione dei cinquecento anni dalla pubblicazione della prima edizione dell’opera di Ludovico Ariosto nel 1516, considerata l’ultimo tra i romanzi cavallereschi e il primo tra i moderni, a Tivoli è stata allestita, fino al 30 ottobre 2016, una mostra nel suggestivo scenario di Villa d’Este.
Disincantato, misterioso e di ispirazione fantastica, L’Orlando Furioso si impose quale poema classico italiano conquistando subito diversi lettori dell’epoca del calibro di Cervantes e Machiavelli, e successivamente di Voltaire nel Settecento, fino ad arrivare a Pirandello e Calvino nel Novecento.
Curata da Marina Cogotti, Vincenzo Farinella e Monica Preti, la mostra è organizzata dal Polo Museale del Lazio e ripercorre attraverso sette sezioni l’impatto esercitato dal poema fino ad oggi sulle arti figurative.
La mostra, che pende spunto dalla fortuna visiva del poema, presenta disegni, dipinti, sculture, incisioni, ceramiche, e ancora arazzi, medaglie, carte geografiche, documenti e libri illustrati (opere realizzate tra il Cinquecento e il Novecento) a ripercorrere i temi del poema coinvolgendo visivamente ed emotivamente il visitatore.
Dalla prima sezione dove sono le prime tre edizioni storiche dell’“Orlando Furioso” (1516, 1521 e 1532) e alcuni ritratti cinquecenteschi di Ludovico Ariosto, messi in rapporto con rievocazioni storiche di episodi della vita dello stesso autore, si passa alla nascita e sviluppo di una nuova iconografia ariostesca con i dipinti di Dosso Dossi e Simone Peterzano.
È poi la volta di dipinti e cicli decorativi per palazzi cittadini e ville realizzati su committenza tra sul tema del poema.
Da ricordare anche Ruggero e Angelica di Ferdinando Tacca e Orlando Paladino di Tempesta.
All’età romantica è dedicata la sezione “Distrazioni romantiche”dove risaltano le opere di Giuseppe Bisi e di Massimo Taparelli d’Azeglio.
In Francia in quegli anni Jean AugusteDominique Ingres e Eugène Delacroix realizzano due opere in cui è descritto, con diverse sfumature, il momento in cui Angelica viene liberata da Ruggero a consolidare il tema del cavaliere che salva la dama.
Alla regia di Luca Ronconi è dedicata la sezione con le foto bianco e nero scattate da Ugo Mulas durante la rappresentazione a Milano, accompagnate dai disegni preparatori delle scenografie e dei costumi di Pier Luigi Pizzi per la versione televisiva del 1975.
Un viaggio nei sentimenti tra amori, gelosie, sfide, inganni che abitano un mondo fantastico e immaginario, ma che talora affiorano nella società di oggi.
Diversi sono i riferimenti ad ISCHIA presenti nell’opera di Ariosto: come quello presente nel Canto XVI, stanza 23 dove viene accennato ad un evento mitologico riferito al gigante Tifeo fulminato da Giove e schiacciato sotto il monte Epomeo, utilizzato da Ariosto per descrivere la furia di Rodomonte.
E ancora quello del canto XXXIII stanze 24/30 dove nel tratteggiare le guerra dei francesi in Italia si racconta dell’impresa di Carlo VIII che dalla Francia giunge fino al regno di Napoli senza toccare Ischia.

Silvana Lazzarino

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Il Dispari 2016-10-17

Redazione |NELLE FERITE DEL TEMPO

Antologia ideata e curata da Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio

Gioia Lomasti, da sempre vicina ai progetti culturali made in Ischia ed opinionista di questa testata, ha messo a segno un ulteriore e pregevole progetto non solo poetico letterario ed artistico ma anche rivolto al sociale ed alla solidarietà.
Da qualche giorno, infatti, è disponibile nelle librerie e nei canali di distribuzione web “Nelle ferite del tempo. Poesia e racconti per l’Italia”.
Si tratta di un’antologia di poesia e racconti curata dai poeti Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio, ivi presenti con due liriche.
L’opera si apre con una prefazione a cura del poeta Luciano Somma ed è impreziosita da un’opera xilografica del maestro Stephen Alcorn.
Il ricavato vendite andrà in primis per i terremotati del centro Italia.
Secondo le condivisibili intenzioni di Gioia Lomasti ed Emanuele Marcuccio, l’acquisto di questo testo, la cui lettura è gradevole anche per i giovani, potrà permettere alle nuove generazioni di avvicinarsi alla solidarietà in modo attivo e diretto.
Complimenti ed auguri dalla Redazione di questa testata e dall’Associazione DILA.

SCHEDA DEL LIBRO
TITOLO: Nelle ferite del tempo
SOTTOTITOLO: Poesia e racconti per l’Italia
A cura di: Gioia Lomasti e Emanuele Marcuccio
PREFAZIONE: Luciano Somma
Editing Cover Images: Marcello Lombardo e Gioia Lomasti
EDITORE: Photocity Edizioni
Link di acquisto: http://ww4.photocity.it/Vetrina/DettaglioOpera.aspx?versione=22932&formato=11894
GENERE: Poesia/Narrativa/Antologie
PAGINE: 128
ISBN: 978-88-6682-798-6
COSTO: € 10
FAN PAGE: https://www.facebook.com/nelleferitedeltempo/

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DILA Il Dispari EXPO

Il Dispari 2016-10-14

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Il Dispari 2016-10-10

Il Dispari 2016-10-10

Editoriale

Roberto Prandin sta scrivendo una sinfonia per Ischia & DILA!

Roberto Prandin, cooptato da Guido Arbonelli per aggiungersi alla folta schiera di valenti artisti che compongono il gruppo d’assalto con il quale la nostra Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” intende portare il MADE in Ischia, Arte in generale e Poesia in particolare, sul palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana, si è presentato scrivendo una lunga lettera della quale riportiamo qui di seguito le parti salienti.

La sua valentia è riconosciuta a livello più che nazionale, e noi siamo orgogliosi di poterlo già considerare un membro collaboratore della nostra Tribù, ma ciò che maggiormente ci entusiasma è la prospettiva che ISCHIA potrebbe avere, dopo tante canzoni e canzonette, finalmente, la sua SINFONIA!
Ecco cosa ci ha scritto Roberto Prandin intitolando la lettera
SYMPHONY FOR ISCHIA
Avete presente un globetrotter? Ecco, quello sono io.
Da 40 anni a questa parte o forse da sempre.
Una vita a correre di qua e la con la musica nel cuore, una specie di febbre che ti spinge a creare a cercare cose nuove, e nel contempo soluzioni lavorative che permettano di arrivare a fine mese con dignità ma anche con due soldi in tasca, il che non guasta mai. Anzi.
E così, nato da famiglia decisamente povera, emigrata in Svizzera nel 45, alcuni mesi dopo la fine della seconda Guerra mondiale, quelli della valigia di cartone tanto per intenderci, perfettamente rievocati da Nino Manfredi in Pane e cioccolata, nel film di Franco Brusati, mi sono sin da bambino dato una mossa per non essere completamente sulle spalle dei miei che lavoravano per farsi una casa in Italia.
Ciò che fecero per poi svenderla all’atto in cui si separarono.
Un destino comune a molti figli di gente che a qui tempi cercarono fortuna lontano dal suolo italico.
Chi andava in Belgio, chi Francia, chi in Svizzera, oppure in America o in Australia.
Vita dura condizionata nel negativo da un’ignoranza abissale, intesa nel senso del “non sapere”, ma molto spesso rivalutata con la voglia di fare e di crescere anche se alle spalle ben pochi avevano degli anni di studio.
Mi padre, Attilio -Venesian de la Serenissima-, pressoché analfabeta, faceva il muratore e lo scalpellino e quando scriveva qualche cosa sbagliava tutte le doppie e non riusciva a cogliere la differenza tra il li e gli.
Non parliamo poi dei congiuntivi.
E forse li sbaglio anch’io.
D’altronde buon sangue non mente.
Scherzi a parte, cosi, ho fatto un po’ di tutto: il lavandaio, il garcon del fiorista, l’aiuto commesso, il boccia del muratore, anzi del manovale, questo verso i 15 anni.
Lavori, ovviamente effettuati nel tempo libero e quando la scuola me l’avesse permesso, che mi stavano distruggendo le mani. Ci si chiederà, quale fosse il motivo e se mio padre e mia madre non avessero a sufficienza denaro per garantirmi un livello di vita più o meno normale.
Avevo un progetto.
Amavo la musica alla follia.
Onestamente più delle ragazze anche se non mi sono certo mai tirato indietro.
Ma come non di rado avveniva, ai quei tempi ci si sentiva rispondere: se studi musica poi finisci sotto un ponte.
Ovviamente in veneto stretto.
E quindi: niet.
Non lo dico a caso…. Ma io no, insistevo: testa dura.
Pertanto, a 10 anni mi ero messo in mente di suonare la chitarra classica.
Con la complicità di mia madre che non ne comprendeva totalmente il senso, ma che mi amava alla follia, riuscimmo a trovarne una, forse di quarta mano.
Le madri sono sempre più dolci e accondiscendenti rispetto ai padri.
Ricordo che nella cassa aveva un crepa.
Pazienza.
In fondo le note uscivano ugualmente.
La rivendetti qualche anno dopo per comperare un primo flauto, scalcagnato pure quello.
I compositori.
Ne rimasi affascinato sin dal mio primo ascolto discografico: Le Stagioni di Vivaldi e subito dopo la Sinfonia del Nuovo mondo di Dvorak.
Con Beethoven ebbi qualche problema, dovetti attendere fino ai 18.
Stravinsky a 19.
Con Puccini fu amore a prima vista, visceralmente vissuto sin dalle prime note di Tosca che vidi al Donizetti di Bergamo verso i 16 e portato lì dalle mie zie e da mia nonna Ines, patite del Belcanto. Anzi ammalate di Del Monaco e della Tebaldi. Artisti immensi.
Nel 1963 dal teutonico lago di Costanza ci trasferimmo a Lugano.
Per mio padre rappresentava un passo verso il ritorno in Italia.
Ma non fu esattamente cosi poiché, ci rimanemmo per più di 40 anni.
Nel frattempo i miei genitori lasciarono questo mondo. Forse li ritroverò più oltre. Ci terrei.
Oggi vivo a Perugia ma a Lugano di tanto in tanto ci ritorno, principalmente per salutare i numerosi amici che continuo ad avere alla pari di tanti altri conosciuti qua per le strade del mondo.
Torno per un attimo alla mia adolescenza.
Dai 15 ai venticinque studiai flauto e composizione.
Molto seriamente.
Specie composizione che per me rappresenta la massima soddisfazione fisico-sonora in assoluto. Quando avevo 12 anni mi emozionavo fortemente nel sentire un accordo eseguito sul pianoforte. Una specie attrazione fatale.
Mi diplomai a 23 in flauto ma non in composizione: suonavo male il pianoforte poiché non trovavo il tempo per studiarlo come si sarebbe dovuto, anche perché, tra il 1979 ed il 91, avevo trovato da vivere facendo il cronista per il Giornale del Popolo di Lugano.
Mi impegnava 12 ore al giorno: non era mai finita. Ma è il destino del giornalista.
O cosi, oppure il mestiere non ti entra.
Per conseguire il diploma di composizione ci vuole l’ottavo di pianoforte. Impossibile.
Ciò mi ha creato un senso di colpa che porterò con me sino al giorno del giudizi, se ci sarà.
Però studiai anche Marketing Management & Communication a Milano, conseguendo un Master. Ciò mi ha aperto la strada all’insegnamento universitario.
Nel frattempo avevo vinto alcuni concorsi: presso la Malta University of Malta dove insegnai per 5 anni Cultural Management, poi All’Uni per Stranieri di Perugia, nei Master della Regione Toscana, al Conservatorio di Cesena e all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Questo tra il 1997 e il 2009.
Nel frattempo il Governo Berlusconi fece la riforma universitaria. Rimasi a piedi.
Non gli porto rancore: è una questione di fair play e un po’ di credenza nel destino.
Io che ero a contratto, sempre reiterato senza problemi mi trovai immerso in un dramma.
Ritornai in Svizzera e feci il prof invitato all’Università professionale.
Due anni fa mi prepensionai e mi ritirai a Perugia, dove scrivo a getto continuo.
Ovviamente musica.
Torno per un attimo alla mia adolescenza. Intrapresi lo studio della composizione a 15 anni. E prosegui fino ai 25: armonia e contrappunto, Palestrina, Monteverdi, Orlando di Lasso, Gesualdo da Venosa, Mozart, Beethoven, e via di seguito, alla stregua di un certosino, impegnandomi fino 10 ore al giorno.
Ritengo che l’armonia per un compositore sia l’essenziale, anche se si è scelto la contemporanea. Per ciò che mi riguarda, ho definito uno stile che attinge in parte al newjazz trasformandone le movenze e le sequenze sonore attraverso un ibrido che transita dal Bel canto all’esperienza contemporanea.
Ma di quest’ultima non sono un patito anche se riconosco nei vari Berio, Stockhausen, Fukushima e altri ancora, una vera e propria genialità.
Io mi esprimo in modo diverso.
Negli ultimi 7 anni ho scritto un centinaio di pezzi. Recentemente ho terminato due dei 4 Concertus Peruginensis per Archi, l’Opera 31 e pochi giorni fa il Duetto d’amore per due clarinetti Op. 33 Nr1 per i miei amici Guido Arbonelli e Natalia Benedetti.
E Ischia cosa centra con tutto ciò? Domanda più che pertinente.
Quando, circa in mese fa, il mio amico Guido mi ha illustrato il progetto che sta attuando con l’Associazione culturale Da Ischia L’Arte – DILA presieduta da Bruno Mancini, oltre a rimanerne affascinato ed entusiasta, ho ricordato che a 20 anni feci, in compagnia di un amico di Imola, pure lui figlio di emigranti, un viaggio nel Meridione.
Ci fermammo alcuni giorni a Napoli.
Ricordo perfettamente il Golfo, qualche cosa che a definire meravigliosa è ancora riduttivo.
Penso, una delle meraviglie del mondo: da mozzare il fiato.
Ci spiegarono la conformazione geografica e culturale di tutto quanto “vive” nel golfo.
Ebbene tra me e me, ricordo, come se fosse oggi, mi dissi, additando quell’isola: mi piacerebbe andare, ad Ischia.
A Napoli ci tornai di sfuggita 20 anni or sono: ero di passaggio.
Ischia non ebbi l’occasione di visitarla. Ma ho intenzione di recuperare. Spero presto, anche per il fatto che gli anni trascorrono inesorabilmente.
Questa nuova sfida artistica e culturale rappresentata dal new Made in Ischia di Mancini e del suo gruppo internazionale, unita all’azzurro del cielo ischitano che si specchia nel mare argenteo, mi danno la speranza ed il desiderio di scrivere un pezzo: For Ischia.
Sì, un pezzo proprio per Ischia e per DILA.
Forse per piccola orchestra. Ci sto pensando. Non so cosa ne potrebbe uscire, poiché quando mi metto a scrivere, fino a un secondo prima di mettere giù la prima nota, non so le dita cosa improvviseranno.
La composizione è un mistero.
Ecco in due righe e in estrema sintesi uno spaccato della mia vita.
Come si può vedere, è stato un vagabondare a destra e a manca, sicuramente con un senso, ma anche con il sentimento di chi cerca e a volte trova, a volte no, e allora cambia strada e guarda altrove, da un’altra parte.
Sono rimasto fedele al mondo popolare. In fondo sono impregnato dello spirito che contraddistingue la gente comune.
Non giro con la valigia di cartone, ma dentro di me è come se l’avessi.
Ciao Ischia, verrò. Presto.”
Roberto Prandin

P.S. L’ultima informazione ricevuta ieri dice che la Sinfonia è già pronta all’80% e sarà completata entro un paio di mesi!

Il Dispari 2016-10-10

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Il Dispari 2016-10-03

Il Dispari 2016-10-03

COSÌ O COME

-Un racconto–

Parte prima
Capitolo terzo

C’era una volta ed ora non c’è più, è una espressione di dolore dissimulato, la maniera atavica di considerare una perdita, qualsiasi essa sia stata, al pari di un accadimento ineluttabile, una forza del destino, una scelta divina, a secondo delle diverse dottrine alle quali ci si voglia rapportare.
C’era una volta ed ora non c’è più, è comunque una frase meno sferzante e dolorosa di: c’erano una volta ed ora non ci sono più.
Meno sotto tutti gli aspetti: quantità, certezze, valori.
Non sempre è possibile accertare, per singoli eventi, quanti siano stati coloro che “C’erano!”.
Nel tentativo d’identificare chi o cosa valga l’affetto che gli dedichiamo, e ne sia degno fino al punto da meritare l’inserimento nel nostro personale elenco speciale dei “C’erano!”, dobbiamo ricostruire molte difficili certezze.
Non sono certo che esista, per ogni situazione, uno specifico sistema adatto a farmi assegnare valore alle univoche diversità, nel caso in cui esse rappresentino i tanti o tante che “C’erano!”
“Così o come”: così trama e dubbio (sempre lui), o come da rivolo a torrente, il mio segreto addio saluta le PINETE D’ISCHIA.
C’erano.
Grazie ai miei amici ed ai miei nemici, se mai ne ho avuti degli uni e/o degli altri, le PINETE D’ISCHIA non ci sono più.

Bruno Mancini
Per Aurora volume terzo
Copertina morbida, 166 pagine,
ISBN: 9781409282013
€ 11,29 (IVA esclusa)
http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/per-aurora-volume-terzo/paperback/product-470688.html

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Michele D’Anca: Da “Centovetrine” a Jim Morrison

Ischia è conosciuta per la bellezza del territorio, per la sua arte e cultura e in particolare per il Film Festival, dove tanti artisti nazionali e internazionali si incontrano.
Per lui Ischia è un’isola straordinaria, dove riscoprire se stessi.
Michele D’Anca è uno degli attori più amati della soap “Centovetrine”, l’affascinante Sebastian Castelli.
Figlio di siciliani, bolognese di nascita e romano d’adozione, approda nel mondo del teatro e si diploma all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, dove apprende dai grandi maestri l’arte della recitazione.
L’incontro con Luca Ronconi è stato determinante.
Da allora il suo percorso artistico e professionale è segnato da numerose partecipazioni in film, fiction e rappresentazioni teatrali di successo.
Dal suo ingresso nella soap di canale 5, continua ad essere apprezzato per quel talento che lo ha portato alla popolarità.
Ma dalla sua parte ha anche una grande sensibilità che gli appartiene.
Abbiamo il piacere di incontrarlo per una breve intervista rilasciata in esclusiva per la pagina culturale del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio.

Quanto è stata importante la preparazione all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”?
L’Accademia mi ha dato modo di entrare nel mondo della recitazione dalla porta principale e più ambita. In questa scuola di stato si è formata la stragrande maggioranza dei teatranti italiani più noti e di talento.
È stata fondamentale perché mi ha fornito una preparazione totale, sia pratica che teorica e, soprattutto, mi ha dato modo di avere come maestri grandi artisti del palcoscenico come Luca Ronconi, Marisa Fabbri, Marise Flach, Angelo Corti, e tanti altri da cui ho ereditato gli insegnamenti del periodo d’oro della scuola teatrale italiana.
Quello che va all’incirca dagli anni 60 agli anni 80.
Ad esempio, avere la possibilità di recitare, a soli vent’anni, ne Il Sogno di Strindberg con la regia di Ronconi è stata per me un’esperienza formativa di altissimo livello artistico.

Lei è noto al pubblico per il ruolo di Sebastian Castelli in “Centovetrine”, qual è il punto di forza di questo personaggio e perché è così amato?
Penso che il punto di forza di Sebastian sia stato il suo essere un uomo senza scrupoli ma affascinante.
Un uomo che lotta nel bene e nel male per ciò in cui crede, e soprattutto per i suoi affetti più cari.
Un uomo che sa amare e odiare con la stessa intensità.
Un altro punto di forza è stato la mia preparazione.
Il duro lavoro.
La cura maniacale di ogni minimo dettaglio del mio ruolo.
La serietà con la quale ho affrontato lo studio e la messa in scena di questo bellissimo personaggio.
C’è stata una magica compenetrazione fra il mio lavoro e quello degli autori, che si sono divertiti a sfruttare al massimo quasi tutte le mie potenzialità recitative, facendo agire il mio personaggio nelle trame più disparate e intense, affiancandolo agli attori più preparati e amati della soap.
Inoltre, lavorare su Sebastian, mi ha coinvolto molto dal punto di vista emotivo e ne è uscito fuori un ruolo molto intenso e carismatico che ha saputo imporsi fra i tanti personaggi della soap fino a diventare un pilastro di Centovetrine.

Progetti?
In questo momento sto lavorando a una serie di progetti ideati ediretti da me, ai quali ho dato il nome di The Lizard King Project e che riguardano l’opera artistica del cantante e poeta Jim Morrison, di cui sono un profondo conoscitore e amante.
Riguarderanno reading, performance in voce e in musica, spettacoli teatrali e forme di collaborazione che avranno lo scopo di divulgare gli aspetti più umani e i testi scritti dal cantante dei Doors, dei quali indagherò le dinamiche sciamaniche, rituali, teatrali e poetiche.

Michela Zanarella
Socia Fondatrice dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

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Cod 18: Tina Bruno
A Mia madre
IL tuo sorriso levigato dalla bellezza,
Su un viso illuminato da un raggio di sole,
Oggi si è spento.
La tua anima come una libellula
È volata via
Spostandosi lentamente nell’aria
Fino a raggiungere il cielo stellato
Nel cui grembo è stata ammantata.
Mi manca quello sguardo
Al quale chiedevo la fine
Del mio pianto,
Sussurravo le mie angosce,
Parlavo del mio dolore,
Delle mie gioie
E trovavo la soluzione
Alle mie pene d’amore.
Mamma, aspetterò
Che la notte affondi,
E con un volo sulle ali del destino
Ti raggiungerò:
Per ammirare quel viso,
Illuminato dal sole,
Scolpito nel mio cuore.

Cod 28: Luca Cipolla
Luna nuova
Manto che rivesti la pianura,
ricamo d’infinite notti a sognare,
una laguna, spirto di ninfe,
quale arcano mistero disseti..
Non hai parole, solo versi,
strumento di vita,
grano di sabbia fine
che urla al vento la sua presenza.
Sposa dell’incanto, candida,
ora al cielo
ti lasci nuda,
sola a pensare.
La tua purezza
monda il mio sentire
e m’eclisso,
un’alba senz’accenti
che cerca il suo cammino.

Cod 08: Liga Sarah Lapinska
Se io fossi la strada
Come avrei voluto con i miei ultimi occhi,
adesso vedo da ogni direzione
-hai l’aureola azzurra, certo,
con le rughe come le ha tutta la terra.
Hai l’aureola sopra la testa piegata
nel crepuscolo che s’alza, di nuovo ignoto,
prima che s’accendono lampioni
sul mio boulevard tra muri già scuri.
Vedo, senza i miei, ancora i tuoi occhi.
La mia mano, trasparente nella sera
s’alza sul tuo collo. Un attimo
-e vibra la tua chakra timida!
Di mattina vado via, mentre i prati
diventano gialli di pollini e di api.
Amavo lo splendore dell’acqua
tra le canne pesanti nel vento…
Se io fossi la strada, io ritornerei
da te, dagli alberi,
nel boulevard tra muri già scuri.
Ma io sono solo il cuore. Io ero.
Se io fossi la strada, io ritornerei
dopo un giro tra soli nuovi,
riavendo gli occhi più chiari.

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Ultimi giorni, fino al 6 Ottobre, per ammirare la mistica mostra di icone allestita da DILA nel Museo del Mare c/o il Palazzo dell’Orologio di Ischia ponte.

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Il Dispari 2016-09-26

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Editoriale

Feltrinelli. Oh! stupore.

Per la serie Esopo news

Nella mia immaginazione di scrittore dilettante, giungere a pubblicare un volume in una qualsiasi delle collane della Feltrinelli è sempre stato paragonato all’ottenimento di una gratificazione più importante finanche dei più apprezzati Premi riconosciuti in ambito nazionale.
Ciò, in quanto il rigore propositivo insito nel DNA della casa editrice è sempre stato valutato, non certamente solo da me, come un marmo bianco impossibile da scalfire utilizzando qualsiasi stratagemma che non sia la valenza stessa dell’opera proposta.
A dire il vero non sono state molte le case editrici alle quale, in tanti anni di scrittura, ho inviato mie opere letterarie allo scopo di ottenerne la pubblicazione, né le ricordo tutte, però posso affermare tranquillamente che contattare la Feltrinelli, se mai l’ho fatto, l’ho sempre ritenuto un atto di enorme presunzione.
Bene, in questi giorni, invogliato dalla intrigante introduzione scritta da Silvia Borri, non solo ho voluto iniziare a leggere il TRAUMNOVELLE di Arthur Schnitzler, da lei tradotto con il titolo “Doppio Gioco” per la collana “I Classici Universale Economica Feltrinelli”, ma, e nonostante il quasi immediato senso d’inutilità per l’azione che stavo compiendo proseguendo nella lettura, mi sono imposto di giungere alla fine violentando fortemente l’istinto di gettare a mare il volume ben prima della conclusione.
Difatti, ed è forse questa la ragione vera per la quale ho proseguito nella lettura, il mio contatto con il libro è iniziato ed è terminato in due giorni trascorsi quasi interamente su una spiaggia semisconosciuta dell’isola d’Ischia.
Ciò detto, so bene di avere espresso un giudizio negativo per il racconto, ma questo non implica un giudizio negativo per la casa editrice in quanto, pensavo mentre proseguivo nella lettura, può darsi che sia io a non coglierne le beltà vuoi di un’inventiva strabiliante e vuoi di un lessico all’avanguardia del suo tempo.
Infatti, non sono un conoscitore della letteratura austriaca e non ho idea di quale fossero le strutture letterarie in vigore, prevalenti ed apprezzate, di classicismo o di avanguardia, presenti in Austria intorno al 1924.
Silvia Borri ha iniziato l’introduzione scrivendo che questa novella “è una delle più affascinanti della sua produzione letteraria”, le ho dato credito… fino al rigo successivo a quando ho letto, ormai a poche pagine dalla fine (pagina 104), “… comprò nel negozio successivo tutto ciò che fosse commestibile;… ”.
Immaginandomelo carico di borse e di pacchi, diretto al covo della prostituta per la quale lui (dottore di buona reputazione che durante tutta la novella aveva sprecato una quantità considerevole di denaro in mance e ricompense) aveva espresso il cuor suo il desiderio di ricompensarla per alcuni atteggiamenti di particolare sensibilità con i quali l’aveva intrattenuto la notte precedente, ho avuto la sorpresa di leggere il proseguimento della frase “… e mentre camminava lungo i muri delle case con il piccolo pacchetto, si sentì addirittura felice…”.
Piccolo pacchetto? Aveva svaligiato un negozio di generi alimentavi e si trovava con un piccolo pacchetto? Felice di portare un piccolo pacchetto di generi alimentari ad una prostituta?
La critica letteraria potrà assolvere l’Autore e/o la traduttrice in base alle loro reali responsabilità.
L’opinione pubblica potrà assolvere la Casa Editrice Feltrinelli per un insufficiente controllo sulla bontà del testo.
Ma io non potrò mai assolvermi dal reverente rispetto verso la Feltrinelli che mi ha inibito in ogni tentativo di approccio.
Se pubblica “Doppio sogno”, non c’è ragione che non possa prendere in considerazione i miei scritti.
Bruno Mancini

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Il Dispari 2016-09-26

CS |Fondata la Nazionale Cantanti Lirici – no profit
Realizzato il sogno del soprano leggero Paola Occhi.
Paola Occhi, Ambasciatrice della cultura e portatrice di pace, è riuscita a realizzare un grande progetto, mai avvenuto nella storia del Canto lirico italiano.

Grazie alla sua carriera di soprano leggero, portando il suo talento a livello internazionale, è riuscita a far avvicinare adulti e bambini al bel canto.
Il soprano avendo sempre avuto molta grinta e spirito d’iniziativa nell’organizzare eventi a scopo benefico, ha deciso di puntare in alto e, prendendo spunto da un’idea lanciata per gioco, ha costituito la Nazionale Cantanti Lirici per dar vita a un qualcosa mai vista prima nella storia della Lirica italiana.
I più grandi nomi nel mondo della Lirica, si sono uniti nel formare con tempestività la Nazionale Cantanti Lirici.
Accettando di far parte di questo immenso progetto, cantanti lirici d’indiscutibile professionalità, sono stati pronti ad iscriversi per collaborare, a livello sia artistico sia sportivo amatoriale, sfatando così il mito di Artisti superbi per ribaltarlo in quello più reale di professionisti umili.
Il Presidente e fondatore Paola Occhi sarà lieta di presentare UFFICIALMENTE la Nazionale Cantanti Lirici, il 9 ottobre 2016 alle ore 10:30 nel Teatro Mauro Pagano di Canneto sull’Oglio -MN.
In tale occasione Paola Occhi ringrazierà il Sindaco Raffaella Zecchina che ha già avuto modo di dichiarare di sentirsi onorata dalla scelta effettuata eleggendo il loro Teatro a sede per un’iniziativa così importante, nonché l’Assessore Attilio Facconi insieme a tutta la Giunta Municipale per aver creduto nell’importanza di tale avvenimento.
Tutto ciò grazie al nuovo incarico, ricevuto dal Presidente dell’Associazione Culturale “Da Ischia L’Arte–DILA”, Bruno Mancini, che consiste nell’avvenuto conferimento della qualifica di: AMBASCIATRICE DI PACE, titolo che si aggiunge alle precedenti attribuzioni di Ambasciatrice Cultura e Arte, responsabile delle regioni Emilia Romagna e Basilicata, Direttrice delle Scuole di Canto Lirico “Lina Cavalieri” di S. Possidonio (MO) e Ischia (NA).
La neo Presidente della Nazionale Cantanti Lirici, Paola Occhi, annuncerà anche di aver voluto estendere il suo incarico alla Nazionale Cantanti Lirici designando quindi Ambasciatori di Pace tutti gli iscritti e i componenti delle loro famiglie.

Anna Di Trani
Addetto stampa Nazionale Cantanti Lirici
Info: nazionalecantantilirici@gmail.com

Paola Occhi (a destra) con il Sindaco Raffaella Zecchina di Canneto sull'Oglio

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Dalla Redazione | Premio MAGNA GRECIA città di Latina

Il Premio MAGNA GRECIA città di Latina, curato dalla prof.ssa Milena Petrarca, presidente dell’Associazione Internazionale Magna Grecia Latina – New York, oltre ad avere un’importanza internazionale per l’attribuzione di riconoscimenti speciali a grandi personalità del mondo dell’arte, della moda, dello spettacolo, del teatro, del giornalismo e del sociale è caratterizzato dal coinvolgimento di diverse scuole elementari e medie superiori del territorio pontino, le quali, durante il corso dell’anno scolastico, con saggi, spettacoli e concorsi si siano distinte nel campo storico, pittorico, poetico, musicale e teatrale.
Fra i personaggi illustri presenti al Premio 2016 vanno ricordati: Valentina Cannavacciuolo, cantautrice di diciotto anni che ha cantato a San Remo “Unlimited” premiata da Johon Martinotti, produttore di Madonna e di Micheal Jackson (Premio Canto); Maria Rizzi, figlia del fondatore dell’associazione Iplac che racchiude diverse associazioni culturali italiane, Adriana Vidali Veronese ed Assunta Gneo (Premi Letteratura); Tony De Nonno, filmaker di Brooklyn (Premio Cinema); Elisa Saltarelli, giornalista di Parvopolis (Premio Giornalismo); Rosaria Zizzo che ha presentato le sue poesie NIAF negli USA (Premio Poesia); Giuseppe Poli campione italiano tra i Master sugli 800 metri (Premio Sport).
Nell’albo d’oro del Premio Internazionale Magna Grecia è presente in posizioni vincenti anche la poetessa Angela Maria Tiberi attuale finalista della quinta edizione del premio internazionale di poesia “Otto milioni”, nonché opinionista della pagina culturale del quotidiano “Il Dispari”.

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DILA Il Dispari EXPO

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

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Editoriale

La continua presenza di questi miei articoli ha fatto sì che mi siano pervenute una certa quantità di domande su cosa ne pensi io dell’Arte nei suoi rapporti con la società.
 
Volendo rispondere in maniera generale ho riesumato un articolo scritto il 29 Settembre 2014 in occasione di una simile serie di domande che mi era pervenuta in ragione di un’altra iniziativa editoriale nella quale ero impegnato.
 
Lo ripropongo attualizzando alcune frasi e, ovviamente, oscurando i riferimenti personali presenti nel testo originario.
 
L’arte è la proiezione universale della Libertà
 
L’essere poeti, scrittori, o, più in generale, l’essere artisti non impone necessariamente di essere idealisti.
Personalmente forse non sono un poeta; non sono uno scrittore; non sono, in generale, un artista; ma non sono, certamente, un idealista a tutto tondo.
Una strutturata dicotomia parcellizza la mia interpretazione dei rapporti tra l’Arte e la Società civile.
 
Da una parte, sono assolutamente solidale con tutti coloro che intraprendono azioni indirizzate alla maggiore diffusione possibile dell’Arte (naturalmente escludendo le iniziative speculative delle lobby editoriali e delle monopolistiche multinazionali finanziarie e commerciali) anche tramite associazioni, fondazioni, enti e gruppi di vario genere, mentre, in parallelo, mi sento attivamente propenso a dichiarare l’assoluta libertà delle espressioni artistiche svincolate da ogni orpello e da ogni legaccio.
 
Quando si entra in una simile crisi, l’unica via d’uscita resta quella di capire che l’etimologia greca della parola indica la traduzione “scelta”.
Ciascuno di noi ha una predisposizione più o meno marcata ad effettuare scelte importanti nei momenti determinanti.
L’attitudine alla scelta definisce anche le singole personalità, fino al punto che, mi pare ovvio, chi non sceglie sarà scelto e di conseguenza gli sarà impedito di agire per il cambiamento.
 
Io ho scelto.
 
Da oltre otto anni propongo, con la Direzione Artistica di Roberta Panizza, una lunga serie di progetti culturali nei quali vige il concetto che “L’arte e gli Artisti sono la proiezione universale della Libertà”.
Ossia viene ribadito con forza che l’Arte è uno spirito di vita che non ammette professori in cattedra, non si adegua alle mode del momento o del secolo, non subisce limitazioni dagli editti accademici, non si deprime davanti al vuoto che può generare, e, per focalizzare meglio l’arte poetica, dico che essa non s’infarina tra forme retoriche e ricerca di parole desuete, né tanto meno si pone l’obiettivo d’essere compresa nella sua emozionalità attraverso ricerche lessicali di puro stampo retorico e/o dottrinale.
Questo è il mio mondo.
 
Leggendo nella nota introduttiva ad un gruppo fb che “… qui si cercano i vocaboli perfetti per riuscire a trasformare la semplice scrittura in musica e materia, colori e sapori, odori, sensazioni o volendo interi mondi…”, a parte l’evidente paradosso dei vocaboli che diventano materia in un’iperbole giustificata solo dall’enfasi promozionale, mi sono sentito catapultato nella dimensione in cui alla poesia sia riconosciuta la dignità esistenziale simile a quella di un ectoplasma di natura sconosciuta il quale possa evidenziarsi solo se il medium (poeta) abbandoni lo stato di trance e si metta a consultare il vocabolario.
Questo non è il mio mondo.
 
Bruno Mancini
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Paolo Zanarella, il pianista fuori posto.

Lo abbiamo visto e ascoltato esibirsi con il suo pianoforte a coda in luoghi insoliti e in tante città italiane.

Paolo Zanarella, padovano, classe 1968, musicista autodidatta, compositore e improvvisatore, ha studiato in seminario, è padre di tre figli, ed è stato anche imprenditore meccanico.

Vive portando in giro per il mondo il suo pianoforte a coda, regalando la sua musica alla gente in strada. Ogni anno pubblica un cd e fa più di 300 concerti “non convenzionali”. Ha pubblicato con Cairo Editore “La musica di un sogno. Storia del pianista fuori posto”, il racconto di un amore bruciante, per la musica e per la vita.

Il libro è la storia di un uomo, Paolo Zanarella, che per troppo tempo ha relegato la sua passione nel sottofondo, colonna sonora che lo accompagnava tutti i giorni nel suo lavoro di imprenditore. Ma, come un fiume che preme contro una diga, il suo amore per la musica è straripato dagli argini pretendendo che gli fosse riconosciuto il ruolo che gli spettava.

Così un giorno, armato solo di un grande coraggio, Zanarella ha lasciato la sicurezza economica e si è rimesso in gioco con l’unica certezza che se non l’avesse fatto avrebbe rischiato di morire dentro.

Dopo anni di carriera come imprenditore ha rivestito gli umili panni dello studente e si è seduto di fronte a un pianoforte lasciando che le note facessero il resto. Ma i teatri e le sale da concerto non aprono facilmente le porte agli autodidatti, spesso i critici snobbano chi non segue un cursus honorum tradizionale e così Paolo Zanarella si è trovato a essere un pianista fuori posto, letteralmente, senza un luogo in cui suonare.

Ed ecco che di fronte a questa nuova sfida ha saputo trovare una risposta meravigliosa: non chiudere le sue melodie dietro una porta ma portarle per le strade e per le piazze d’Italia e regalarle a tutti. 

Paolo Zanarella, conosciuto come “il pianista fuori posto”, ti abbiamo visto e ascoltato con il tuo pianoforte a coda in molte città italiane, in luoghi anche insoliti, da cosa nasce il tuo amore per la musica?

Siamo giusti nel caso in cui è meglio dire che una passione non nasce: è innata. Ho amato la musica da sempre e mi sono tuffato nel suo magico mondo appena da bambino a 9 anni circa ho avuto la possibilità di avere per le mani un pianoforte.

Hai pubblicato con Cairo Editore “La musica di un sogno. Storia del pianista fuori posto”, la tua storia di uomo ed artista. Cosa ti ha spinto a raccontarti in un libro?

La mia esperienza umana e artistica sono solito dire è come un vestito che tutti possono indossare. Mi spiego meglio; tutti nella vita siamo chiamati ad aver coraggio per seguire un sogno. Io ho voluto semplicemente raccontare la mia avventura per ricordare a tutti che i sogni sono la nostra forza per la vita e se non li inseguiamo ci facciamo del male da soli. Ho approfittato del mio breve percorso narrativo per esprimere cosa penso della musica e del magico potere che ha sulla vita di noi tutti. 

So che hai appena concluso “il tour che fa bene” contro la violenza sulle donne. Le tue note sono già arrivate ad Ischia? Ci anticipi qualche tappa per il 2016?

Ho grandi progetti sul cassetto e come spesso faccio, preferisco presentarmi di sorpresa… 

Marco Rossi

Paolo Zanarella

Il Dispari 2016-02-15

Alberto Ghirardini,

socio fondatore dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”, fotografo per hobby, collabora alla diffusione dei progetti e delle pagine che pubblichiamo su questo quotidiano.

Autopresentazione di Alberto Ghirardini

Nato a Mantova giusto in tempo per incontrare, 22enne a Bologna -1963, il caro Bruno Mancini.
Le sue prime ispirazioni poetiche scarabocchiate su foglietti, e le mie “cocciute” speranze di dar spazio ai sogni, si incrociarono felicemente DA ALLORA!
Laurea in Economia.
IBM scalata ai vari livelli manageriali per oltre 30 anni.
Assegnazioni internazionali a Parigi /Londra /NewYork State: valori alti per la professione ed esperienze sociali che hanno dato veramente MOLTO a me e alla mia famiglia.
Oggi : “retired”, e una seconda vita da “contadino dei due mondi”.
Lavoro la terra in cascina (Ovada-Piemonte) e faccio il pendolare con la casa a Cape Cod/USA  allietata da nipoti e figlio ivi residenti.
Anche una figlia: professionista in campo internazionale.
Segni particolari:  ottimista, testardo, segno zodiacale leone, egocentrico, razionale.
Prediligo la gestione della famiglia secondo un personale concetto di “Democrazia guidata”… guidata da me… of course!
Byeeee
Alberto Ghirardini ( Mantova 1941/Milano fin che dura! ).

Alberto Ghirardini - Ritratto

Alberto Ghirardini – Ritratto

Da sinistra gli ischitani Scotti e Di Iorio con Strada, Ghirardini e un loro collega - Bologna 1962-63

Da sinistra gli ischitani Scotti e Di Iorio con Strada, Ghirardini e un loro collega – Bologna 1962-63

Premio Otto milioni 2016 sponsor 1

Scadenza presentazione testi: 28 Febbraio 2016

Premio internazionale di poesia

“Otto milioni”

Quinta edizione 2016 con la collaborazione del quotidiano

“Il Dispari”

Il regolamento di partecipazione è disponibile alla pagina

http://www.ildispari24.it/it/premio-otto-milioni-2016/

Info: tel. 3914830355; e-mail emmegiischia@gmail.com

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Il Dispari 2016-02-08

Il Dispari 20160208 comp 
Editoriale
 
Anticipando di qualche giorno la festa di San
Valentino, nella pagina odierna offriamo
spazio ad una poesia e ad un’immagine scelte
tra quelle che ci sono pervenute per partecipare
al premio indetto da DILA con la collaborazione
della testata “Il Dispari” che ci ospita con molta
affabilità.
Da parte mia, desidero dedicare il presente
editoriale a tutti gli innamorati, augurando loro
di vivere intensamente e il più a lungo possibile
la Poesia dell’Amore.
 
SEMBRI

Oggi.
Oggi dai trespoli selvagge cocorite
oggi da Chio sovrana tralci di vitigni
oggi etiopi zefiri ambrati
giallo deserto
di sabbie egiziache
oggi sui prati delle tue lusinghe
affascinanti.

Così o come
nel fertile appanno
la goccia sul vetro.

Domani.
Domani ti pongo addosso trina d’Alsazia
domani raggiante ritorno d’incenso e di eucalipto
domani che dipana i nostri intrighi
le foto con sorrisi
le lettere d’amore
domani incise negli angoli dei mondi
dal picco della mia follia.

Discesa o risalita
con docile affanno
la mano alla roccia.

Oggi o domani.
Oggi o domani forse ingorde speranze
sonnamboliche ipnosi
nella veglia incredula
della nostra vita.

Atlante affaticato
io
resto piolo.
Calliope appartata
tu
sembri una sposa.

BRUNO MANCINI

Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita

Il Dispari 20160201 editoriale

PAOLA OCCHI E IL SUO PROGETTO INNOVATIVO 

INAUGURATA LA SCUOLA DI CANTO LIRICO E NON SOLO 

IN MEMORIA DI LINA CAVALIERI

A San Possidonio, a pochi chilometri da Mirandola, il pomeriggio dello scorso 31 Gennaio 2016 si è respirata un’atmosfera tutta nuova quando, negli spazi del Palazzetto dello Sport “Palazzurro”, è stata inaugurata la SCUOLA DI CANTO LIRICO E POESIA in memoria di Lina Cavalieri, straordinaria cantante lirica vissuta tra fine Ottocento e prima metà del secolo scorso, apprezzata non solo per la sua voce avvolgente e intensa, ma anche per la sua bellezza tanto da essere definita da Gabriele D’Annunzio “Venere in terra”.

Un evento di grande risonanza a livello regionale e nazionale di cui nei giorni precedenti già avevano dato notizia diverse testate giornalistiche tra cui il “Resto del Carlino”, “Carpi e Bassa” e “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, proprio per sottolineare la grandiosità del progetto sul piano artistico e culturale che prevede accanto al canto lirico, quale corso base, altre discipline, sia legate alla musica come il soul, il jazz ed il pop, sia proiettate verso altre espressioni artistiche come la danza, la poesia e la pittura.

Una Scuola di Canto lirico e non solo, unica nel suo genere, voluta da Paola Occhi (che ne è la direttrice), cantante lirica affermata e di successo con un curriculum davvero eccellente.

Durante la tanto attesa serata inaugurale, cui era presente anche il Sindaco di San Possidonio Rudi Accorsi, Paola Occhi ha mostrato gioia e commozione nel condividere un momento così significativo insieme al pubblico giunto numeroso e ai parenti e amici entusiasti di quest’altro importante traguardo da lei raggiunto. Un traguardo realizzato dalla soprano grazie al sostegno della Pro Loco di San Possidonio, che ha creduto nel progetto e alla costante collaborazione di figure affermate nel settore artistico a lei vicine tra cui: Santina Amici pianista e coordinatrice onoraria della Scuola, Anna Bruno cantante lirica e direttore artistico,Anna Di Trani ufficio stampa e fotografa e Valentina Coppola assistente personale.

Una ventata di positività attraverso un progetto che unisce arte e cultura sostenuto in modo particolare da DILA Associazione Culturale Da Ischia L’Arte di cui è presidente Bruno Mancini,affermato poeta e scrittore, che pochi mesi fa ha nominato Paola Occhi ambasciatrice della cultura in Emilia Romagna e in Basilicata per conto della stessa DILA il cui progetto è creare un dialogo interattivo tra le diverse espressioni artistiche, proprio come è accaduto in questa serata inaugurale dove si sono ripercorse le emozioni della vita tra gioia e passione, malinconia e poesia.

Dopo i due brani intonati da Paola Occhi “Amazing Grace” e “Alleluia” che hanno aperto la rappresentazione, a nome di DILA Antonio Mencarini, poeta dalla voce dal timbro corposo e avvolgente, ha letto il saluto e l’augurio da parte di Roberta Panizza, Vicepresidente DILA, rivolto alla Scuola; cui sono seguite le letture di alcune poesie tratte dall’Antologia di  DILA e dalle raccolte personali di Bruno Mancini. In particolare sono state lette  “Inaspettatamente l’amore” della sottoscritta giunta seconda classificata alla 4 edizione del Premio Internazionale “Otto Milioni” e “Non rubate la mia vita” di Bruno Mancini.

Un viaggio nei luoghi della memoria e della storia, del sorriso e della speranza tra canto lirico, danza classica, musical, poesia in cui i presenti sono stati catturati dalle interpretazioni avvincenti e originali dei protagonisti tra cantanti, musicisti, ballerini, tutti molto bravi e spontanei nei loro ruoli. Regina della serata Paola Occhi ha incantato con la sua voce intensa e vellutata, passando dalla musica sacra a quella profana mostrando disinvoltura e professionalità, cui non è mancato quel guizzo di ingegno nel proporre interpretazioni originali e spiritose come quella che l’ha vista entrare in scena, vestita da Mary Poppins, spinta stando su una carriola, per poi, una volta scesa, dirigere il coro della SoLaRe sulle note di “Supercalifragili”. Di grande respiro la sua interpretazione di un brano tratto dall’Operetta “La vedova Allegra” insieme al tenore Roberto Costi, il quale nel corso dello spettacolo ha omaggiato la canzone napoletana interpretando con intensità e passione “Core ‘ngrato” e “Dicitencello vuje”.

Intenso e avvolgente il duo Santina Amici alla tastiera e Alba Rodilosso all’oboe nel brano di Ennio MorriconeGabriel’s Oboe”. A dare spessore alla rappresentazione sul piano lirico ed emotivo la presenza della Filarmonica Novese di Novi MO) diretta dal maestro Stefano Bergamini che ha fatto rivivere anche due brani del repertorio del Maestro Somadossi. E poi l’eleganza e l’istrionismo degli acuti del violino di Michele Marmo nella sua composizione “Egitto”.

L’atmosfera dello spettacolo ha visto anche esibirsi le ballerine della scuola ArteDanza diretta da Stefania Pignatti, mentre il ballerino Gabriele Vaccargiu ha raccontato della bellezza e del ritmo dinamico del tip tap. Accanto a lui sono stati presentati altri insegnanti della scuola tra cui Susanna De Luca che ha parlato dell’importanza della musicoterapia quale strumento per venire incontro a situazioni di disagio e Ezio Diazzi docente di e. musicale alla scuola media Margherita Hack di Carpi che ha inserito un metodo innovativo di didattica musicale per il solfeggio con l’uso di vari programmi al computer.

A donare incanto al cuore e alla mente le voci cristalline e avvolgenti di Paola Occhi e Anna Bruno insieme per il gran finale dove si è cantato il celebre “Libiamo….” di Giuseppe Verdi.

Canto, musica, danza nel loro sprigionare passione ed emozione, senso di libertà e speranza, sono state valorizzante anche dall’effetto scenico dei costumi eleganti e raffinati, allegri e originali che hanno caratterizzato ancor più i protagonisti.

Alternando situazioni ora intense e sobrie, ora dinamiche e spiritose coinvolgendo e conquistando l’attenzione del pubblico, Paola Occhi con talento e originalità e quell’ironia che fa sembrare tutto più leggero, ha costruito il viaggio ideale dell’uomo tra cuore e mente, sentimento e ragione. Viaggio dove lasciarsi catturare e rapire dai messaggi forti e intensi che la lirica insieme alle altre forme musicali restituisce attraverso storie, situazioni che parlano delle emozioni di tutti, oltre il tempo e contro il tempo..

Oltre a voler creare un’interazione tra le diverse forme d’arte, la Scuola di Canto Lirico in memoria di Lina Cavalieri, con sede presso l’Auditorium Principato di Monaco, ha voluto puntare su un insegnamento innovativo offrendo, a quanti saranno interessati, un programma aperto alla lirica e alle altre espressioni musicali e artistiche che ad essa si legano, Uno spazio unico nel suo genere che speriamo sia di vanto per la regione Emilia Romagna e per tutto il nostro Paese, dove creare momenti di interazione tra le arti, superando quel sottile confine per ritrovare affinità tra visione ed emozione, finito e infinito.

Se a tutto ciò si aggiunge la prospettiva di creare un qualche tipo di costante sinergia con DILA, allora davvero si dovrebbe parlare di un evento prodromo di sviluppi interessanti per tutte le iniziative turistiche e culturali, o meglio turistico-culturali, dell’intera isola d’Ischia. Nessuno l’ha detto, né tanto meno qualcuno l’ha ufficializzato, ma alcuni indizi ci lasciano credere che, presto, ci troveremo a seguire progetti nati e gestiti sull’asse che da Ischia giunge in Emilia Romagna… e viceversa.

Silvana Lazzarino

INAUGURAZIONE
DELLA SCUOLA DI CANTO LIRICO
IN MEMORIA DI LINA CAVALIERI
Palazzetto dello Sport Palazurro
Via Focherini, 9- San Possidonio (MO)
31 gennaio 2016 ore 16.30

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AppleMark

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Vince il “Premio San Valentino
-edizione 2016, sezione immagini-
indetto dall’Associazione culturale
Da Ischia L’Arte – DILA” con la
collaborazione del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano
Di Meglio, la fotografia
“GIULIETTA E ROMEO” di Katia
Massaro.
Nell’offrirvene la visione
rivolgiamo vive congratulazioni
alla brava fotografa.

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Vince il “Premio San Valentino-edizione 2016, sezione poesie- indetto dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” con la collaborazione del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, la poesia “VORREI ESSERE” scritta da Silvana Lazzarino.

Nell’offrirvene la lettura,rivolgiamo vive congratulazionialla brava autrice.

VORREI ESSERE

L’aria che respiri,
gli abiti che indossi.
la pioggia che ti bagna,
il sole che ti scalda,
il brivido che ti assale,
la serenità che ti circonda,
l’amore che ti imprigiona e libera:
questo vorrei essere per te
oggi come ieri.

La poesia è edita (raccolta poetica
Cosmogonia edizioni Progetto Cultura – E.P.C.ammo2013)

Dati autrice:
Silvana Lazzarino
Nata a Roma il 14/02/1971
Residente a Roma
Cell 339/1408826
e-mail: sissilazza@virgilio.it

Da Sinistra Silvana Lazzarino secondo premio Otto Milioni - Paola Occhi soprano - Santina Amici Pianista

Da Sinistra Silvana Lazzarino secondo premio Otto Milioni – Paola Occhi soprano – Santina Amici Pianista

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Editoriale

Dachau - Foto di Katia Massaro comp

Dachau – Foto di Katia Massaro

Durante le scorse settimane, tanti Artisti, amici di questa pagina e dell’Associazione DILA che ha il privilegio di curarne la redazione, hanno accolto di buon grado il nostro invito a manifestare la loro attenzione nei confronti della “Giornata della Memoria” inviandoci una loro opera per la pubblicazione. Tanti che, pur avendo dedicata lunedì scorso l’intera pagina alla celebrazione della Shoah, non siamo stati in grado di dare spazio a tutte le loro cooperazioni. Superiamo l’inghippo aggiungendo oggi due delle opere più significative restate pazientemente in lista d’attesa. Ringraziamo pertanto l’amante della natura e paladina della Pace, super nota super ischitana super fotografa super ambientalista Katia Massaro, e la lettone Liga Sarah Lapinska che

Liga Sarah Lapinska - Selvaggi

Liga Sarah Lapinska – Selvaggi

potremmo ritenere a giusta ragione cittadina onoraria d’Ischia in considerazione dell’alto livello di diffusione culturale con il quale riesce, da quasi un decennio, a diffondere nella sua Nazione i valori artistici, ambientali e sociali della nostra isola.

Ieri a San Possidonio in provincia di Modena la soprano Paola Occhi, Ambasciatrice DILA per l’Emilia Romagna e per la Basilicata, ha inaugurata un’innovativa “Scuola di Canto lirico e di Poesia”. Erano presenti Silvana Lazzarino e Antonio Mencarini in qualità di inviati speciali di questa testata. In seguito al protrarsi della “festa” fino a tarda sera, non siamo riusciti ad impaginare i loro articoli in tempo utile per questa edizione, ma ci riserviamo di darvene ampio riscontro la prossima settimana. Intanto prendiamo atto, con una non celata soddisfazione, che “Il Resto del Carlino” ha dedicato all’evento un articolo a tutta pagina!

Un’altra notizia, riguardante la diffusione di uno dei progetti implementati dall’Associazione “Da Ischia L’Arte -DILA”, ci giunge da un’altra regine d’Italia. Si tratta del Trenino, dove Roberta Panizza (che vi ricordo essere la Vicepresidente DILA nonché l’iniziatrice di tutto il processo che ha portato le nostre apparenti utopie a realizzarsi attraverso DILA e i suoi programmi), in stretta collaborazione con biblioteche, scrittori ed assessorati, ha calendarizzato, per ora in maniera sperimentale ma a lei non manca certo la costanza per renderli effettivamente duraturi nel tempo, una serie d’incontri dedicati alla promozione della Poesia.

Infine desidero invitarvi a discutere di una considerazione che potrà apparire polemica, ma che, se anche lo fosse, sarebbe una polemica unicamente “costruttiva”, mancando in essa qualsiasi discriminazione di ordine politico. Infatti, scrivendo ora che le istituzioni isolane sono poco attive in campo culturale mi rivolgo indistintamente ed impersonalmente a TUTTE  le amministrazioni che operano sul territorio isolano con il dichiarato scopo di aggiungere forme di benessere, anche economico e sociale oltre che culturale, in favore alla popolazione locale.

Per suffragare tale tesi prendo in prestito l’articolo di Silvana Lazzarino, ritenendo che in esso le precisazioni non scritte siano quasi altrettanto importanti di quelle messe in evidenza.

Silvana Lazzarino conclude la sua interessante presentazione della mostra fotograficaHenri Cartier-Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia ITALIA INSIDE OUT” ricordandoci che almeno due dei fotografi esposti, ossia Henri Bresson e McCurry, immortalarono suggestivi scorci dell’isola d’Ischia. Ciò che Silvana Lazzarino non dice è che alla mostra, esposta a Milano dal 10 novembre fino al prossimo 7 febbraio 2016, NON è stato presentato neppure uno solo degli scatti effettuati sulla nostra isola.

In soldoni, voglio dire che un’attenta gestione delle risorse culturali, generate o presenti nella nostra isola, che fosse attivata da una o da tutte insieme le amministrazioni comunali, potrebbe portare ad una divulgazione internazione di “Ischia” praticamente GRATUITA e di notevole diffusione. Come? Semplicemente proponendosi in qualità di referente culturale dell’isola d’Ischia.  E allora anche nella mostra in esame, FORSE, si vedrebbe qualche fotografia made in Ischia, e quindi, ancora FORSE, si dovrebbe pensare ad un serio Assessorato alla cultura intercomunale, piuttosto che continuare a penalizzare gestioni campanilistiche riducendole alla realizzazione di sausicciate e spettacoli di dilettanti allo sbaraglio.

 Bruno Mancini

Il resto del Carlino comp

Il resto del Carlino

Il Dispari 20160201 1 comp

VIAGGIO IN ITALIA ATTRAVERSO LA FOTOGRAFIA

Henri Bresson e McCurry immortalarono gli scorci più suggestivi dell’isola d’Ischia

Il nostro Paese scrigno di civiltà, cultura e bellezza vanta un patrimonio artistico e paesaggistico come pochi al mondo. Un gruppo di fotografi di fama internazionale, dagli anni Trenta del secolo scorso ad oggi hanno testimoniato con immagini suggestive questi scenari unici per lirismo e bellezza.

A presentare i loro scatti suggestivi e intensi che raccontano l’Italia di ieri e di oggi è la mostra in corso a Milano a Palazzo della Ragione fino al 7 febbraio 2016. L’esposizione “Henri Cartier-Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia ITALIA INSIDE OUT” a cura di Giovanna Calvenzi, promossa dal Comune di Milano Cultura, suddivisa in sette aree tematiche attraverso capolavori di Henri Cartier-Bresson e di altri protagonisti tra cui Robert Capa, Sebastião Salgado, Claude Nori, Cuchi White e Helmut Newton, restituisce un’immagine del nostro Paese vista con gli occhi di chi, provenendo da altri luoghi, ne resta affascinato per le sue bellezze e per la semplicità della gente.

Luoghi d’arte e paesaggi, popolazioni che vivono a contatto con la natura, ma anche ambienti legati alla guerra e gli effetti dell’avanzare delle tecnologie, propongono una storia indiretta della fotografia e dell’evoluzione dei suoi linguaggi. Un viaggio per apprezzare meglio il nostro patrimonio naturale, storico e artistico che si apre con Henri Cartier- Bresson, pioniere del foto-giornalismo, capace come pochi di cogliere la vita nei suoi attimi più fugaci fermando sguardi e gesti anche poco visibili. Suggestivo il suo autoritratto. David Seymour rilegge con accenti eleganti il mondo della fede, mentre intenso è il reportage di Robert Capa al seguito delle truppe americane durante la Campagna d’Italia del 1943. Poi la visione innovativa di William Klein che entra da protagonista nel provocatorio racconto di Roma del 1956, e la poesia dell’uomo nel suo legame profondo con l’ambiente naturale negli scatti di Sebastião Salgado che racconta l’epopea degli ultimi pescatori di tonni in Sicilia. Intensa e poetica è la visione della capitale proposta da Helmut Newton che in “72 ore a Roma” ricrea una passeggiata notturna nel centro monumentale della città. Sperimentazione e nuove tecnologie proprie della fotografia di oggi restituiscono un nuovo volto di scorci e piazze di città come proposto da Alexey Titarenko che racconta una Venezia magica o Abelardo Morell che, utilizzando le tecniche del “foro stenopeico,” crea visioni in cui si fondono interni ed esterni. Poi è la volta di Steve McCurry che a Venezia coglie l’alchimia estetica tra le persone e l’ambiente, e Martin Parr sulla costiera Amalfitana gioca con l’immagine dei turisti mentre ritraggono se stessi sullo sfondo di straordinari paesaggi. Fu McCurry che nel 2013 affascinato dalle bellezze dell’isola di Ischia ne immortalò gli scorci più suggestivi tra i quali il Castello Aragonese. Prima di lui anche Henri Bresson durante i suoi spostamenti in Italia negli anni Cinquanta si fermò ad Ischia che ritrasse con grande perizia e attenzione.

Silvana Lazzarino

Henri Cartier-Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia

ITALIA INSIDE OUT

a cura di Giovanna Calvenzi

Milano, Palazzo della Ragione Fotografia

Orario: martedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 9.30 alle 20.30,

giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30. Chiuso il lunedì

Per informazioni: http://milano.fanpage.it/

fino al 7 febbraio 2016

Foto di Henri Bresson

Il Dispari 20160201 tutto ridim

LEGGERE POESIA

Vuoi far parte anche TU del “Gruppo di letture poetiche” formato da persone interessate alla poesia?

Ti aspettiamo.

Durante gli incontri leggiamo poesie scelte, di autori noti e meno noti, e poesie dei partecipanti che lo desiderano. Si partecipa per il piacere di vivere la poesia, quindi ognuno può farlo come desidera: da semplice ascoltatore o come creatore di versi.

Per cominciare ci troviamo nella saletta sopra il Museo accanto alla biblioteca di Vermiglio:

giovedì 11 febbraio 2016 ore 20.30 e giovedì 25 febbraio 2016 ore 20.30

L’iscrizione (necessaria per agevolare l’informazione sulle date degli incontri) è gratuita.

Per informazioni e iscrizioni: biblioteca di Vermiglio tel. 0463.759018 vermiglio@biblio.infotn.it

BIBLIOTECA COMUNALE E ASSESSORATO ALLA CULTURA DI VERMIGLIO

Locandina Leggere poesie

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Il Dispari 2016-01-25

Editoriale

Mercoledì 27 Gennaio in tutto il mondo si commemorerà la “Giornata della memoria”, ricorrenza voluta dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 per celebrare l’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, avvenuto il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche.

Affinché non appaia “strana”, se non addirittura ”inopportuna”, questa nostra pagina dedicata all’avvenimento, è necessario che io esponga brevemente la “riflessione” (che non è per nulla sinonimo, almeno in questo scritto, con la parola “contestazione”) che ne ha determinata la pubblicazione.

A tale proposito, così come ho già avuto modo di precisare in alcuni precedenti interventi nella Biblioteca comunale Antoniana, spostando e spingendo il discorso di base dalla pura e semplice celebrazione di un singolo evento (anche se efferato oltre molti limiti e devastante per un’intera comunità) verso la visione generale della crudeltà imposta dal potere sui deboli e sugli indifesi, desidero esprimere un doveroso chiarimento atto a consentirmi di precisare, senza generare equivoci, che noi, uomini e donne dell’Associazione culturale DILA, non siamo qui in veste di storiografi, sociologi, o di altre discipline tese a classificare eventi ed a chiarirne genesi, cause ed effetti, e che noi non siamo qui neppure nella veste di un gruppo politicizzato per il quale esistano i “Sempre nel giusto” ed i “Sempre malvagi”, e che noi non siamo qui infine, e sembra un paradosso, nemmeno come portatori di nostre personalità semplicemente umane, le quali comunque potrebbero invogliarci per debolezze a giustificare e per vendetta a punire,

NO, noi siamo qui come ARTISTI, per la maggior parte Scrittori e Poeti, ma anche Pittori, Fotografi, Musicisti ecc ecc e siamo qui per proporre sentimenti ed emozioni indotti dalla parole PACE, la quale, sebbene celebrata in mille e mille modi diversi, non consentiremo mai che venga scritta con la penna di un solo colore.

Scegliere tra rosso e nero può andare bene in un gioco stupido come la roulette, ma l’ARTE ha altre ambizioni, l’Arte è rosso, nero, giallo, verde.
ARTE sono i grigi delle nebbie, le variazioni d’indaco dei mari, le terre di Siena, i viola…
L’Arte ha diritti e cittadinanza, forza e bellezza sebbene espressa e scritta con qualsiasi colore dell’arcobaleno.

Ma ciò non basta a definire del tutto gl’ideali che il nostro gruppo intende proporre in questo breve incontro dedicato alla celebrazione della “Giornata della memoria”, poiché noi crediamo che la parola PACE non sia soltanto in antitesi, in contrasto, l’opposto della parola GUERRA, ma possa esprimere una forza di contrasto ineguagliabile nei confronti di altre iatture e di tutte le reali nefandezze perpetrate da parti infime ed infide del genere umano: RAZZISMO, MAFIA, SPECULAZIONI DI OGNI TIPO, ABUSI DI POTERE ECC ecc sono tutte Guerre contro le quali gli “Artisti” innalzano lo stendardo della PACE.

Così come abbiamo affermato che gl’inchiostri di tutti i colori sono adatti a scrivere la parola PACE, nello stesso modo e con identica determinazione garantiamo che combatteremo e contrasteremo con ogni mezzo non violento, come abbiamo sempre fatto, tutti coloro che hanno voluto, vogliono o vorranno intingere le penne d’oca utilizzate per la scrittura della parola PACE in calamai pieni delle lacrime dei popoli affamati, oppressi, schiavizzati, così come nel sangue innocente dei morti sul lavoro.

Bruno Mancini

25C-2 Q63

Selvaggi di Liga Sarah Lapinska

Il Dispari 20160118 1 comp

La poesia nella “Settimana della memoria” a Roma

A distanza di anni, interviste, articoli, inchieste, film e romanzi hanno descritto con forte spessore comunicativo la tragedia della shoah che ha lasciato attonito il mondo intero. Una pagina di storia che fa rabbrividire e che svela il volto peggiore del genere umano quello diabolico che non trova spiegazioni e giustificazioni.

L’abbattimento dei cancelli di Auschwitz il 27 gennaio del 1945, ha fatto conoscere al mondo e alla storia questo abisso della civiltà, lo sterminio del popolo ebraico, dei Sinti e Rom, degli omosessuali, dei Testimoni di Geova e l’eliminazione dei deportati militari e politici nei campi nazisti.

Anche quest’anno la Casa della Memoria e della Storia conferma il suo ruolo di primo piano a Roma per le celebrazioni intorno al “Giorno della Memoria. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo – Dipartimento Cultura di Roma Capitale, Assessorato alla Memoria, Assessorato alla Cultura della Comunità Ebraica di Roma e dal Museo Ebraico di Roma, a cura delle Associazioni residenti (ANPI, ANED, ANEI, ANPPIA, FIAP, IRSIFAR e Circolo G. BOSIO) e della Biblioteca della Casa della Memoria e della Storia con il coordinamento organizzativo di Roma Capitale, presenta, fino al giorno 1 febbraio 2016, un ricco programma tra cinema, arte, libri che restituiscono questa pagina sconvolgente e inquietante della storia dell’umanità attraverso il racconto quotidiano della vita degli ebrei italiani prima delle leggi razziali e la descrizione degli orrori degli scenari dei lager.

La poesia con la sua forza emotiva quale contenitore della memoria è protagonista con “La Memoria la Poesia” che vede poeti e scrittori dare voce attraverso versi intensi e toccanti ad un periodo storico da non dimenticare. La memoria ricorda e diviene attiva. Un tema che condiziona anche la nostra storia contemporanea e l’umanità intera. Poeti e scrittori invitati a partecipare leggono un proprio brano, tra loro: Fulvio Abbate, Luca Archibugi, Tomaso Binga/Bianca Menna, Maria Grazia Calandrone, Marco Caporali, Roberto Deidier, Marco Giovenale, Valerio Magrelli, Dacia Maraini, Elio Pecora, Roberto Piperno e Filippo Senatore. Ricordi ed emozioni in poesia e prosa sono accompagnati dalla fisarmonica del M° Marco Lo Russo aka Rouge che esegue brani della tradizione ebraica rivisitati e celebri colonne sonore di film che hanno narrato la memoria. Intenso e drammatico il libro di Maria Eisenstein “L’internata numero 6″ che sarà presentato dai relatori Marina Beer, Elisa Guida e Luigi Lombardi Satriani.

Curato da Carlo Spartaco Capogreco il libro diario di Maria Eisenstein, internata nel campo di concentramento di Lanciano in seguito alla legislazione antiebraica italiana, aiuta a comprendere più a fondo la realtà dell’internamento nell’Italia fascista. Una testimonianza diretta che ripercorre i nodi della storia e della memoria italiane.

Silvana Lazzarino

Dachau foto Katia Massaro 3 comp

Dachau foto Katia Massaro

Il Dispari 20160125 tutto ridim

In un carcere ammazzano un uomo.

L’arco s’apre rotondo
lampade a coppe aeree
sbadigli:
avanza un uomo dal fondo.

Colonne reggono l’arco
passa guardiano
sbadigli:
prende il suo posto di un’ora.

Colonne reggono travi
s’alza e cammina.
Silenzio.

Conta le lampade
passando
pesta le colonne
con forza
misura l’arco
uscendo.

In un carcere ammazzano un uomo.

Bruno Mancini

lanostraisola

Cuori senza terra

Quando anche l’odio
stremato
rovinerà esanime
nella sua nera pozza
ogni più piccolo granello
di terra
sarà infine recapitato
all’indirizzo più forte,
busta color pelle
e colla rossa.

Nello stupito silenzio
di una pace non cercata
appoggerete il capo
a riposare,
ma il gemito
di labbra mute
per sempre
calpesterà il respiro
e la mente confonderanno
e gli occhi
i purpurei vapori della terra.

Impazziti correndo
nella notte
la polvere di giovani ossa
vi bruci allora le suole
e la cancrena il cuore.

Roberta Panizza

lanostraisola su livestream.com. Broadcast Live Free

 

Fravecature

All’ acqua e a ‘o sole fràveca
cu na cucchiara ‘mmano,
pe’ ll’ aria ‘ncopp’ a n’anneto
fore a nu quinto piano
Nu pede miso fauzo,
nu movimento stuorto,
e fa nu volo ‘e l’angelo:
primma c’arriva, è muorto
Nu strillo; e po’ n’accorrere
gente e fravecature.
-Risciata ancora… E’ Ruoppolo!
Tene ddoie criature!
L’ aizano e s’ ‘o portano
Cu na carretta a mano.
Se move ancora ll’ anneto
Fore d’ ‘o quinto piano.
E passa stu sparpetuo
cchiù d’uno corre appriesso;
e n’ato, ‘ncopp’a n’anneto,
canta e fatica ‘o stesso.
‘Nterra, na pala ‘e cavece
cummoglia a macchia ‘e sango,
e ‘ sghizze se scereano
cu ‘e scarpe sporche ‘e fango.
Quanno o spitale arrivano,
‘a folla è trattenuta,
e chi sape ‘a disgrazia
racconta comm’è gghiuta.
E attuorno, tutt’ ‘o popolo:
-Madonna!—Avite visto?
-D’ ‘o quinto piano—‘E Virgine!
-E comme, Giesucristo…?!
E po’ accumpare pallido
chillo c’ ha accumpagnato:
e, primma ca ce ‘o spiano,
fa segno ca è spirato.
Cu ‘o friddo dint’a ll’anema
‘a folla s’alluntana
‘e lume gia s’appicciano
‘a via se fa stramano.
E a’ casa, po’, ‘e mannibbele,
muorte, poveri figlie,
mentre magnano, a tavola ,
ce ‘o diceno a ‘e famiglie.
‘E mamme ‘e figlie abbracciano,
nu sposo abbraccia ‘a sposa …
E na mugliera trepida ,
aspetta, e nn’ arreposa.
S’appenne ‘a copp’a ll’asteco
sente ‘o rilorgio : ‘e nnove!
Se dice nu rusario…
e aspetta nun se move.
L’acqua p’ ‘o troppo vòllere
s’è strutta int’ ‘a tiena,
‘o ffuoco è fatto cènnere
Se sente na campana.
E ‘e ppiccerelle chiagnano
pecchè vonno magnà’:
-Mamma, mettiamo ‘a tavula!
-Si nun vene papà?
‘A porta ! Tuzzuleano:
-Foss’isso?—E va ‘arapi’.
-Chi site?—‘O capo d’opera.
Ruoppolo abita qui?
-Gnorsì, quacche disgrazia?
Io veco tanta gente…
-Calmateve, vestiteve…
-Madonna!—E’ cosa ‘e niente.
E sciuliato ‘a l’anneto
d’’o primmo piano.—Uh, Dio!
e sta o spitale?—E’ logico.
-Uh, Pascalino mio!
‘E ddoie criature sbarrano
ll’uocchie senza capì;
‘a mamma, disperannose,
nu lamp a se visti’;
‘e cchiude ‘a dinto; e scenneno
pe’ grade cu ‘e cerine.
-Donna Rache’! –Maritemo
che ssà, sta e’ Pellerine.
E’ sciuliato ‘a ll’anneto.
-Si, d’ ‘o sicondo piano
E via facendo st’anneto,
ca saglie chiano chiano.
-Diciteme, spiegateme.
-Curaggio.—E’ muorto?!—E’ muorto!
D’ ‘o quinto piano.’All’anneto.
Nu pede miso stuorto.
P’ ‘o schianto, senza chiagnere,
s’abbatte e perde ‘e senze.
E’ Dio ca vo na pausa
a tutte ‘e sofferenze.
E quanno a’ casa ‘a portano,
trovano e ppìccerelle
‘nterra, addurmute. E luceno
‘nfaccia ddoie lagremelle.

Raffaele Viviani
Poesie – 1930

Guarda il video in diretta streaming dal lanostraisola a livestream.com

 

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Il Dispari 2016-01-18

UN’ANTOLOGIA CHE RACCONTA DELL’ASSOCIAZIONE DILA

Dare nuova visibilità al mondo dei poeti e non solo, ma anche all’universo di quanti coltivano e portano avanti l’arte, dalla poesia alla pittura, dalla letteratura alla musica, è l’idea che sta alla base dell’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” di cui è presidente lo scrittore e poeta Bruno Mancini.

L’Associazione culturale, nata nell’autunno del 2014, con sede ad Ischia (NA) organizza e promuove numerose attività culturali che spaziano in tutti i campi dell’Arte: dalle mostre di pittura e fotografia, agli incontri di lettura e presentazioni di libri, da convegni e dibattiti a celebrazioni di ricorrenze storiche e artistiche.

L’Associazione DILA, che sempre più sta prendendo piede a livello nazionale coordinando importanti eventi, vede al fianco di Bruno Mancini diverse figure di artisti, poeti, scrittori che fin dagli inizi hanno creduto in questo progetto il cui obiettivo, come afferma lo stesso Bruno Mancini, è quello di “Operare affinché l’Arte in generale e la Poesia in particolare riconquistino il palco di primo piano che compete loro nell’attuale società italiana”.

Con questi presupposti ciascun artista che sia poeta, scrittore, pittore, cantante può guardare oltre il proprio luogo comunemente destinato alla presentazione e promozione del proprio prodotto, per proiettarsi verso una forma pubblicitaria più ampia e a largo raggio.

Così Bruno Mancini, insieme ai suoi principali collaboratori (tra i quali vanno ricordati Roberta Panizza vice presidente di DILA ed Antonio Mencarini), ha intuito di poter diffondere maggiormente la cultura attivando nuovi canali di divulgazione, del tutto fuori dall’ordinario, con il coinvolgimento di imprese e di aziende commerciali quali sostenitori e sponsor.

La pubblicità è diventata strumento per promuovere l’arte e la cultura.

L’Antologia Da Ischia L’arte è la prima pubblicata dopo la nascita dell’Associazione DILA.

Curata da Bruno Mancini e Roberta Panizza con la collaborazione di Antonella Ronzulli e le copertine di Liga Sarah Lapinska, si è proposta come prezioso canale di diffusione di pensieri, parole e versi legati a poeti ed a figure di artisti più o meno vicini ai progetti già dai loro albori.

Tra le iniziative ideate da DILA, e che trovano ampia diffusione proprio in questa Antologia, vi è il Premio Internazionale di Poesia “Otto Milioni” (4^ edizione), presentato durante lo scorso 2015 all’Expo di Milano, dove ha trovato, anche in Bookcity, una vetrina d’indubbia importanza internazionale.

Infatti, la quarta edizione del Premio Internazionale “Otto Milioni” (cui hanno partecipato poeti da tutta Italia e dall’estero), ha trovato nell’Expo di Milano la sua vetrina ideale, sia a Giugno 2015 in una performance ideata da Alberto Liguoro, e sia poi ad Ottobre quando, dal 20 al 25 è stata in primo piano nel corso degli eventi denominati “Carro di Tespi” e  Bookcity, durante i quali è stata anche presentata l’Antologia e sono stati resi noti i nomi dei vincitori del Premio.

Un grande risultato specialmente in considerazione dei consensi ricevuti dal pubblico, dagli organi d’informazione e dalle istituzioni, prime tra tutte la CCIAA e l’Assessorato alla cultura del Comune di Milano.

ntologia, accanto alle storie e presentazioni dei personaggi attivi fin dagli inizi al fianco di Bruno Mancini tra cui Panizza, Mencarini, Massaro, Neri, Lapinska e Fiore, propone le poesie finaliste del Premio sviluppate sul tema: “unione, pace, amicizia”.

Ciascun poeta ha raccontato, con un proprio stile e ritmo, le emozioni e le ansie legate ad un argomento così forte e attuale.

Molti lo hanno personalizzato, fino a svelarne i lati più profondi e segreti, altri ne hanno descritto l’aspetto più legato ad un sentire corale rispecchiando il sentimento di un’umanità affranta e devastata dall’egoismo, ma pronta a rinascere.

Come sopra accennato, accanto alla sezione dedicata alle poesie finaliste del Premio Internazionale di Poesia “Otto Milioni”, l’Antologia svela la profonda sensibilità, l’attaccamento alla propria terra e l’entusiasmo della vita di diversi protagonisti, alcuni del gruppo dei pionieri, altri entrati successivamente al loro fianco.

La poetessa Antonella Ronzulli, direttrice editoriale di Litho Commerciale si mostra nella sua veste artistica e imprenditoriale.

Donna semplice e concreta racconta attraverso i suoi versi ora leggeri come carezze, ora graffianti come spine, il suo attaccamento alla vita dalla quale ha ricevuto, suo malgrado, prove molto dure con cui confrontarsi.

Antonio Fiore, poeta e scrittore, nei suoi versi si sofferma sull’uomo, sul senso del destino e sul bisogno di alzare lo sguardo al cielo e pensare oltre questa vita con speranza.

Significativa a riguardo è la poesia “La tela del tempo” che, come commenta Roberta Panizza, “Dipinge davanti ai nostri occhi un paesaggio naturale che è anche percorso metafisico dell’intera umanità”.

Intensa e poliedrica è la vita di Antonio Mencarini, altro protagonista di questo viaggio avvincete centrato sulle diverse esperienze poetiche dei protagonisti.

Esperto di marketing e impresa Mencarini si è appassionato alla poesia fin da giovanissimo restando nel tempo affascinato da autori dialettali quali Viviani, Trilussa, Belli.

Avvolgente e misteriosa è l’arte della lettone Liga Sarah Lapinska che, attraverso la poesia e il disegno, guarda alla natura e alle sue sfaccettature cogliendone le essenze tra sogno e nostalgia, immaginazione e verità.

Oltre il tempo e attraverso il tempo dell’uomo ci portano le poesie di Roberta Panizza, innamorata di Ischia, che da dieci anni segue e collabora con Bruno Mancini.

I versi di Roberta Panizza si riempiono delle bellezze di Ischia, ma anche della sua terra, il Trentino, di cui fa intravedere con sofferto silenzio i segni della Grande Guerra, avvenimento devastante che ha segnato i destini di giovani vite innocenti.

Poliedrico per il suo essere uomo di spettacolo, poeta e sportivo di livello internazionale, Pasquale Di Costanzo, detto Dragon, parla non di sé, perché di lui forse già si sa molto, ma di suo padre, uomo coraggioso e pieno di risorse, dalla vita intensa e avventurosa.

Proiettate verso il simbolico e il fantastico sono i racconti e le poesie di Artista di Strada, figura interessante affascinata dall’esoterismo e dalle filosofie orientali.

Sfogliando ancora lungo le pagine di questa avvincente Antologia si incontra il talento a tutto campo nel settore dell’arte di Emanuela Di Stefano. Romana, si dedica con successo alla fotografia, al restauro, alla pittura, al design di arredo.

Anche Aniello Buonocore, ischitano DOC, ha messo in mostra, con risultati da prendere in notevole considerazione, la poliedricità delle discipline artistiche nelle quali ama esprimere le sensazioni indotte in lui dal fascino della sua isola d’Ischia non sempre rispettata con civiltà.

La storiografia degli uomini e delle vicende vissute in Emilia Romagna sono gli argomenti dei libri suggeriti da Enzio Strada.

Fotografie suggestive per gli ambienti e per i personaggi ritratti dagli scatti di Katia Massaro e di Alberto Ghirardini tessono ricami tra le varie parti del libro.

Il cantautore , dalla sua Torrenova in provincia di Messina, c’illustra il CD musicale dal titolo “Nelle bugie dei sogni” contenente l’omonimo brano che funge da inno e da colonna sonora in tutte le manifestazioni pubbliche nelle quali sono e saranno presenti l’Antologia e il Premio.

Bruno Mancini, scrittore e poeta, oltre a raccontare di sé e della sua attività di presidente di DILA,  impegnato nel dare visibilità alla poesia attraverso la realizzazione di eventi in cui convergono le diverse arti, lascia che il lettore si incuriosisca accostandosi ai suoi versi intensi e ironici, dove si intrecciano i desideri dell’uomo tra l’amore per la natura e il mare in particolare, il suo bisogno di libertà e quella sensualità rivelata con soffuso umorismo.

E poi… il volume si chiude in maniera brillante proponendo poesie tradotte in inglese dal già citato Antonio Mencarini e dalla poetessa-pittrice americana di origine italiana Pamela Allegretto Franz.

In conclusione c’è da dire che la prima edizione dell’Antologia “Da Ischia L’Arte” è andata esaurita nel giro di meno di tre mesi dalla sua pubblicazione, e che le copie di una seconda edizione sono disponibili su www.lulu.com con il 50% di sconto, accedendo all’url

http://www.lulu.com/shop/bruno-mancini/da-ischia-larte/paperback/product-22519196.html

Silvana Lazzarino

ANTOLOGIA DA ISCHIA L’ARTE

A cura di Bruno Mancini e Roberta Panizza con la collaborazione di Antonella Ronzulli

Litho Commerciale Editore

Il Dispari 20160118 1 comp

Premio internazionale di poesia

“Otto milioni”

Quinta edizione 2016 con la collaborazione del quotidiano

“Il Dispari”

Il regolamento di partecipazione è disponibile alla pagina

http://www.ildispari24.it/it/premio-otto-milioni-2016/

Info: tel. 3914830355; e-mail emmegiischia@gmail.com

 Premio Otto milioni 2016 sponsor 1

Il Dispari 20160118 tutto ridim

Antologia Da Ischia L'Arte pagina 3 - Foto di Emanuela Di Stefano

Antologia Da Ischia L’Arte pagina 3 – Foto di Emanuela Di Stefano

Scrivi poesie EXPO

Bookcity foto finale

Bruno EXPO 11

DILA Il Dispari EXPO

Partecipazione antologie LENOIS

Il Dispari: una pagina per DILA

Il Dispari 2015 – 05 – 25

Il Dispari 2015 – 06 – 01

Il Dispari 2015 – 06 – 08

Il Dispari 2015 – 06 – 15

Il Dispari 2015–06–22

Il Dispari 2015–06–29

Il Dispari 2015-07-06

Il Dispari 2015-07-10 bus

Il Dispari 2015-07-13 foto

Il Dispari 2015-07-20

Il Dispari 2015-07-27 Sam – Zanarella

Il Dispari 2015-08-03

Il Dispari 2015-08-10

Il Dispari 2015-08-17

Il Dispari 2015-08-24

Il Dispari 2015-08-31

Il Dispari 2015-09-07

Il Dispari 2015-09-14

Il Dispari 2015-09-21

Il Dispari 2015-09-28

Il Dispari 2015-10-05

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Il Dispari 2015-11-09

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Il Dispari 2015-12-14

Il Dispari 2015-12-21

Il Dispari 2015-12-28

IL DISPARI 2016

Il Dispari 2016-01-04

DILA

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