Giuseppe Martucci, figura decisiva nel mondo musicale italiano

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Giuseppe Martucci, figura decisiva nel mondo musicale italiano

Giuseppe Martucci,

nativo di Capua, è stata una figura decisiva nel mondo musicale italiano: il primo che ha introdotto la grande musica tedesca nel nostro Paese.

Le opere che presentiamo sono tra i suoi capolavori:

  • La Canzone dei ricordi. (Adriana Di Paola, mezzo soprano e Monica Leone pianoforte)
  • Quintetto 45 ( Michele Campanella  pianoforte con il Quartetto d’archi del Teatro alla Scala)

Adriana Di Paola è una voce straordinaria con una carriera in continua crescita. Il Quartetto del Teatro alla Scala è composto dalle prime parti dell’Orchestra, tutti solisti di grande caratura.

Monica Leone è una delle signore della musica classica, con una formidabile esperienza cameristica. Il tutto guidato da Michele Campanella, tra i più grandi pianisti italiani considerato internazionalmente uno dei maggiori virtuosi e interpreti lisztiani.

Insegnante, direttore d’orchestra, compositore, Giuseppe Martucci esercitò l’arte musicale come un apostolato.

Il suo stile compositivo risente soprattutto della musica romantica centroeuropea, con punti di riferimento principali in Brahms, Schumann e Wagner, ma ciò non gli impedì di sviluppare tematiche personali, più vicine alla cultura popolare italiana.

La sua musica ha trovato uno strenuo sostenitore nel celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini, che spesso eseguì nei suoi programmi concertistici i lavori sinfonici di Martucci.

Il compositore Gian Francesco Malipiero dichiarò che fu nella Seconda sinfonia di Martucci che riconobbe l’inizio del rinnovamento della musica non operistica italiana.

Il suo catalogo conta un centinaio di opere, tra cui spiccano l’oratorio Samuel, il romantico ciclo per voce e orchestra “La canzone dei ricordi”, due sinfonie, due concerti per pianoforte e orchestra, alcuni brani di musica da camera ed una notevole mole di musica pianistica.

“La Canzone dei ricordi” è un poemetto lirico, comprendente un ciclo di sette liriche distinte. Fu composta originariamente per canto e pianoforte.

Venne poi dall’autore stesso trascritta per canto e orchestra. Il testo poetico è di Rocco Pagliara, che fu bibliotecario del R. Conservatorio di S. Pietro a Maiella di Napoli e amico intimo di Martucci.

Il Quintetto op.45 è un lavoro pienamente romantico e soprattutto “sintonizzato” sulla tradizione della scuola cameristica tedesca. Vi troviamo tanto Schumann e tanto Brahms: nella capacità di instaurare un fitto reticolo di richiami tematici a distanza, nella fantasia di articolazione della forma, nella capacità di disegnare un ordine complesso, denso, orientato a un segno poetico malinconico di fondo.

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