Il Dispari 20190401 – Redazione culturale

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Il Dispari 20190401 – Redazione culturale

Il Dispari 20190401

DILA al Museo Crocetti di Roma con Adriana Iftimie Ceroli e Dalila Boukhalfa.

A scuola con le Istituzioni” questo il titolo del progetto messo in campo da IPACS, che parte dalla ASL Roma 4 sino a coinvolgere altre realtà delle sanità del Lazio.

Nell’evento del 6 aprile che si svolgerà presso il Castello di Santa Severa, Santa Marinella, sette donne della sanità pubblica del Lazio sono invitate a raccontarsi su esperienze di criticità, integrazione e multidisciplinarità affrontate nella implementazione del Piano delle Cronicità.

Francesca Cioffi, fondatore di IPACS, afferma che

Le donne hanno un ruolo centrale anche in sanità, perché sono quelle che veicolano stili di vita positivi e si prendono cura degli altri.
Sono vettori di cambiamento e portatrici di competenze positive in tutti gli ambiti della vita sociale.
Il loro tocco, la capacità di gestire relazioni, fa bene anche nei luoghi di lavoro, specialmente se operano in ruoli dirigenziali.”

e poi continua dicendo

“Le donne sono un elemento nevralgico nella promozione della salute e non a caso abbiamo deciso di unire le loro storie ad un progetto istituzionale che prevede l’utilizzo di una metodologia integrata di coaching applicata ai professionisti delle strutture sanitarie del Lazio, per facilitarne il raggiungimento di obiettivi di sistema, attraverso il potenziamento delle competenze.”

In continuità con tale progetto, sarà aperta al pubblico dal 25 maggio al 5 giugno presso il Museo Crocetti, in Via Cassia, una mostra interattiva e “viva”’ “RiTratti di donne” dell’artista Mimmo Martorelli e curata da Massimo Sgroi.

L’integrazione mediatica tra le dimensioni socio sanitaria e culturale sarà presentata, in un contesto internazionale, con l’evento ”Sette donne si raccontano” organizzato il 6 giugno a chiusura della mostra, in collaborazione con la Dott.ssa Mariapia Ciaghi de Il Sextante, presso il Museo Crocetti di Via Cassia a Roma.

Due delle sette donne, ossia Dalila Boukhalfa e Adriana Iftimie Ceroli opinioniste della pagina cultuale del quotidiano “Il Dispari” diretto da Gaetano Di Meglio, saranno valenti e prestigiose Ambasciatrici delle idee e dei progetti Made in Ischia organizzati e diffusi dall’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA”.

Dalila e Adriana, due delle sette ambasciatrici culturali -donne straniere- portatrici di rivoluzioni umane e personali, immortalate su pannelli, racconteranno le loro storie e testimonianze durante un reading performativo che unirà arte, cultura e società.

Complimenti alle partecipanti e, naturalmente, questa redazione continuerà a seguire da vicino tutti gli sviluppi dell’iniziativa.

“Promo uno” di Bruno Mancini – Quarta puntata

Dando seguito a quanto è già stato pubblicato il 15 febbraio e 11 e il 18 marzo sulle colonne di questa pagina, continuo oggi a pubblicare, in anteprima, tutte le poesie inserite nel mio volume “Promo uno”.

Poiché in “Promo uno” propongo in ordine alfabetico un florilegio di 52 poemi tratti da tutte le raccolte pubblicate (Davanti al tempo – Iª edizione 1964; Agli angoli degli occhi – Iª edizione 1966; Segni -Iª edizione 1988; Sasquatch – Iª edizione 2000 ISBN 9781445220161; La sagra del peccato – Iª edizione 2006 ISBN 9781446187777; Incarto caramelle di uva passita – Iª edizione 2007 ISBN 9781326738006; Non rubate la mia vita – Iª edizione 2008 ISBN 9781409233848; Io fui mortale – Iª edizione 2010 ISBN 9781326785390; La mia vita mai vissuta – Iª edizione 2013 ISBN 9781291629972; Non sono un principe – Iª edizione 2014 ISBN 9781291664447;) userò lo stesso criterio alfabetico nella determinazione dei testi da pubblicare di volta in volta su questa pagina.
Buona lettura

Dalla raccolta “La sagra del peccato”
C’è un patto

C’è un patto crudele
nel mio dono:
tu
devi prendere la mia sedia
la birra
il sigaro
la penna
per nascere.

“Ti giro intorno
e non ti tocco”.

C’è un patto scellerato
nel tuo domani:
tu
devi prendere il mio sonno
il letto
il lume
le ombre,
per vivere.

“Ti guardo dentro
e mi conosco”.

C’è un patto assurdo
nel tuo destino:
tu
devi prendere il mio amore
lo cerchi
ti sfugge
lo stringi
per essere:

“Ignazio di Frigeria e D’Alessandro
col cuore di un poeta”.

Dalla raccolta “Davanti al tempo”
Ceri nel buio di una notte

Ceri nel buio di una notte
oltre desiderate vane trasparenze.

Desiderate notti
quando solo si sentiva muovere
senza posa, incantata,
una mano su un cuore
– ed era niente finanche l’eterno –
e l’addolciva e lo spaccava
fiore di neve su azzurro.

Stelle sul mio cammino,
e una scala mostrava e velava,
e tu, che pure velavi.

Ceri nel chiuso di una stanza,
alti sopra disumana speranza.

Speranza di ritorno
solitario a carpire volo d’affetto,
veloce abbaglio
che la mente perdona.

E chiuderò nell’ossessione incerta.

Simbolicamente il colore bianco

La maggior parte dei popoli antichi quando raffiguravano i punti cardinali, coloravano di bianco l’Est e l’Ovest, cioè gli estremi misteriosi dove il sole, l’astro del pensiero diurno, nasce e muore ogni giorno.

È un colore di passaggio della mutazione dell’essere secondo lo schema classico di ogni inizio: morte e rinascita.

Il bianco del tramonto ci introduce nel mondo lunare, freddo, guidandoci verso il vuoto notturno e la sparizione della coscienza.

Il bianco dell’alba è quello del ritorno, che riapre il cielo ancora senza colori ma carico di manifestazioni con le quali il macrocosmo è stato rigenerato durante la notte.

Ogni simbolismo del bianco va usato nei rituali, osservando la natura e su questa base tutte le culture umane hanno edificato sistemi filosofici e religiosi.

Il pittore W. Kandinsky diceva che il bianco è un non-colore, costituendo un simbolo del mondo in cui tutti i colori, nella loro qualità materiale, si fossero vaporizzate.
Il bianco agisce sulle anime come un silenzio assoluto, che abbonda di vita.

Mircea Eliade sottolineava che il bianco è il colore della prima fase dell’iniziazione nei rituali, rappresentando la lotta contro la morte.

È il colore essenziale della saggezza, secondo i sofisti.

Essendo solare, il bianco diventa simbolo della coscienza diurna assoluta che tocca e tinge verso la realtà.

È il colore che si avvicina al dorato e questo spiega l’associazione di entrambi i colori sulla bandiera del Vaticano, volendo affermare l’impero di Dio cristiano sulla terra.

Adriana Iftimie Ceroli

Il Dispari 20190325 – Redazione culturale

Il Dispari 20190325

Il Dispari 20190325 – Redazione culturale

La redazione | Editoriale

Giornata mondiale della poesia a Roma con Paola Valori, Mariapia Ciaghi, Adriana Ifìtimie Ceroli, Il Dispari, DILA e i progetti artistici Made in Ischia.

In un’atmosfera di profondo amore per l’arte, Paola Valori affabile “padrona di casa” piena di attenzioni tese a rendere piacevole la serata agli ospiti dell’evento, e Mariapia Ciaghi intraprendete editrice ed organizzatrice di avvenimenti culturali di valenza internazionale, hanno aperto le porte della galleria Micro in Roma ad una suggestiva celebrazione della giornata mondale della Poesia istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente.

La data, che segna anche il primo giorno di primavera, riconosce all’espressione poetica un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo e della comprensione interculturale, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.

Con il titolo “Dissonanze: linguaggi e prospettive nella fotografia contemporanea” è stato sviluppato un progetto a più voci attraverso i nuovi linguaggi video e della fotografia di cinque fotografi, selezionati tra grandi maestri e giovano emergenti con opere di Claudio De Micheli, Sergio Silvestrini, Carlo Maria Crespi Perellino, Gianni Boattini e Alessandro Pizzo.

L’esposizione, curata da Paola Valori per le iniziative di Micro, in partnership con la casa editrice Il Sextante di Mariapia Ciaghi, che ne edita il catalogo, come punto di partenza comune, approfondimento e riflessione sul contemporaneo, ha fatto parte del Mese della fotografia, accogliendo un doppio evento per celebrare il giorno internazionale della Poesia con la partecipazione di voci internazionali quali il poeta e scrittore spagnolo Joan Barcelò, il poeta e scrittore inglese David Wilkinson, il poeta ischitano Bruno Mancini, la poetessa bulgara Anna Maria Perrova Ghiuselev, la poetessa romena Adriana Iftimie Ceroli, per concludersi con una performance su “Baudelaire, e la madre Caroline” di e con l’intesa e professionale padronanza scenica dell’attrice Federica Bassetti.

L’arte fotografica, l’arte teatrale e l’arte poetica sono state garbatamente e competentemente introdotte ed illustrate dal giornalista Aldo Forbice e della saggista Caterina Dominici.

Non è mancato un chiaro riferimento alla seduzione che riesce a sprigionare l’isola d’Ischia rendendo la sua insularità simile ad un microcosmo vibrante di proprie indefinibili caratteristiche fascinose ed ammalianti.

Con i saluti da parte di tutta l’Associazione culturale “Da Ischia L’Arte – DILA” ed i ringraziamenti al quotidiano “Il Dispari”, diretto da Gaetano Di Meglio, per l’appoggio divulgativo che rende possibile tramite l’affidamento alla nostra redazione della pagina culturale pubblicata ogni lunedì, sono state distribuite in omaggio agli spettatori ed agli artisti presenti in sala alcune decine di copie sia della rivista Eudonna edita da Il Sextante, sia delle antologie pubblicate in occasione dei premi “Otto milioni” e sia di varie edizioni del giornale “Il Dispari” riportanti cronache e notizie dell’incontro.

Joan Barcelò e Adriana Iftimie Ceroli hanno riempito di pathos le proprie esposizioni leggendo alcuni brani tratti dai loro volumi poetici, mentre una seducente dama in rosso, l’attrice Chiara Pavoni, ha completato le presentazioni degli altri autori leggendo alcune loro poesie.

Come ad ogni festa che si rispetti non sono mancate le “bollicine” offerte, insieme ad un gustoso assortimento di stuzzicanti tartine, dall’azienda vinicola “Anna Spinato” produttrice di vini bianchi, rossi e frizzanti che hanno un loro top nel DOCG Valdobbiadene prosecco, vero gioiello della provincia di Treviso.

Tutta la serata è stata trasmessa in diretta da Aracne TV living che, nata dall’intuizione e dalla tenacia dell’editore Gioacchino Onorati per documentare i convegni e le presentazioni dei libri, è ora in una fase di grande sviluppo e sarà presto visibile anche sul digitale terrestre

https://www.facebook.com/AracneTv/videos/2197455627172850/

Tra gli spettatori -sappiamo che c’erano molti volti noti del mondo della fotografia e della letteratura- abbiamo riconosciuto Maria Luisa Neri (presidente dell’Associazione “Arte del suonare”, già più volte presente a Ischia con le sue proposte musicali tra le quali è degna di menzione quella indimenticabile del violinista Giulio Menichelli nel Museo del Mare) e Assunta Gneo scrittrice, poetessa, recensita su questa pagina lo scorso 18 Febbraio da Angela Maria Tiberi.

Qui di seguito vi proponiamo le due poesie di Bruno Mancini che l’attrice Chiara Pavoni ha scelto dalla raccolta “Promo uno” per leggere in sala.

Dalla raccolta “Erotismo, sì!”
Il brivido più lungo

Ti vedo seduta ogni giorno.
Una mano gingilla tra i riccioli
accarezzandoti la gola.
Il cavalletto attende le curve le tinte le forme.
A volte una coda di auto rallenta il percorso del bus.
Ed io ti guardo fremere per un attimo più lungo.

Ti voglio sdraiata una notte.
Una mano gingilla sul mio petto
accarezzandomi innocente.
Il calice attende le bollicine dello sballo.
A volte un sorriso ferma del tutto il tempo,
ed io ti guardo nuda, prima del brindisi più lungo.

Tunnel dietro la curva.
Un attimo e tu già mostri
avvinto il prima con il dopo.
Il buio mescolerà per noi il sogno e la realtà.
A volte, stavolta, vincente è la passione,
e tu m’inviterai al brivido più lungo.

Dalla raccolta “La mia vita mai vissuta”
Volteggio

Volteggio
con un tutù che non mi dona
-il rosa pallido del tulle e le scarpette bianche-
seguendo
melliflua sdolcinata
sviolinata
“Oh, com’è bello il ballo del mio cigno!”.

Intanto
il vento di ponente
ha sbrindellato stoppini e maschere,
sconvolge e ricompone,
superbo,
nel moto andante-maestoso
sipari-nuvole
di stelle e di galassie.

Ho smesso d’essere clessidra,
ma non sarò batacchio in dondolo
per indicare l’ora di un cucù.

Galleria fotografica

Video

Il Dispari 20190318 – Redazione culturale

Il Dispari 20190318

Il Dispari 20190318

“Promo uno” di Bruno Mancini – Terza puntata

Dando seguito a quanto è già stato pubblicato il 15 febbraio e l’11 marzo sulle colonne di questa pagina, continuo oggi a pubblicare, in anteprima, tutte le poesie inserite nel mio volume “Promo uno”.

Poiché in “Promo uno” propongo in ordine alfabetico un florilegio di 52 poemi tratti da tutte le raccolte pubblicate (Davanti al tempo – Iª edizione 1964; Agli angoli degli occhi – Iª edizione 1966; Segni -Iª edizione 1988; Sasquatch – Iª edizione 2000 ISBN 9781445220161; La sagra del peccato – Iª edizione 2006 ISBN 9781446187777; Incarto caramelle di uva passita – Iª edizione 2007 ISBN 9781326738006; Non rubate la mia vita – Iª edizione 2008 ISBN 9781409233848; Io fui mortale – Iª edizione 2010 ISBN 9781326785390; La mia vita mai vissuta – Iª edizione 2013 ISBN 9781291629972; Non sono un principe – Iª edizione 2014 ISBN 9781291664447;) userò lo stesso criterio alfabetico nella determinazione dei testi da pubblicare di volta in volta su questa pagina.
Buona lettura
Bruno Mancini

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”
Agli angoli degli occhi

Agli angoli degli occhi
sotto pigrizie amiche
prepara a morte
nostalgia.
Passa più parti
lampo di tempo indietro
indietro secoli
e sempre come sempre.
Cambia
se non adesso
a morte.
Alla viola nasce il pensiero
e posso ancora muovermi
venirti accanto
e senti la corteccia
vecchia e inutile

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”
Bagna la pioggia di un’ora tarda

Bagna la pioggia di un’ora tarda
i giorni dell’estate.
Tardo a venirti incontro
e non mi scuote
l’odore più bello della polvere
la mia polvere bagnata.
Attendo il sonno
più lungo di luce
che mi conquisto sperando motivi,
tante parole,
vissute molto in fretta
alla luce dei neon
e delle immagini riflesse.
Se giunge un canto
se giunge una goccia.
Se cerco un nome
almeno quello dammi
come io ti do.

Dalla raccolta “Sasquatch”
Berenice e i suoi dilemmi
Uno spunto dalla tragedia “Berenice” di J. B. Racine

M’attende
stanotte il mio domani,
mantice di fisarmonica regina
nella balera dove m’invito,
ostico astante.
a dare una misura alla mia sete.

M’appare
irriguardoso senso di memoria
di lei, l’altra bugiarda,
che andava in altalena,
morbosa perversione,
sui miei perdoni inammissibili.

M’accosta
d’ingannatrice residuo lembo
vagheggiato teorema di improbi sigilli
mortificante effimera dolcezza
divaricata sintesi
risucchio d’anime.

M’oltraggia
ludibrio inaccettabile,
Polinice in pasto ai cani
ed io sarò d’Antigone la sabbia.
Modello la visione onirica
e lascio Berenice ai suoi dilemmi.

Non canto e non sorrido.

Aspetto l’alba sveglio.

Dalla raccolta “Agli angoli degli occhi”
Brulichio

Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra.
Come fai a parlarmi?
Quel fiore che vive una notte
per ogni
cent’anni.
Come fai a parlarmi?
Ricordarmi qualcosa.
A quest’ora. A quest’ora.
La pelle ubbriacata
come s’ io stessi ancora
ad ungerla di gin
nell’ombelico vuoto piccola coppa,
e a grande mano
stendessi al seno,
al collo.
Girati.
Tutta la schiena
e natiche.
Piuma.
Sulle montagne
un forte vento di neve
ha ricoperto gli alberi.
Come fai a parlarmi?
Quella tua lunga verginità
presa in due ore
su un letto di tovaglie.
Brulichio di tante palline
buttate a caso insieme per terra…

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Simbolicamente l’isola: Ischia.

È un eccellente simbolo del centro spirituale primordiale.
Ci si arriva soltanto volando o sull’acqua.

Omero parlava della Siria primitiva la cui radice è la stessa di Surya, il nome ascritto del sole, ed era un’isola centrale o polare del mondo.

Può essere identificata con Tula iperborea o la Thula greca, etimologicamente ritrovata dagli aborigeni dell’Atlantide.
Thula si scopre anche nei miti indiani, cambogiani: è l’isola bianca dei felici.

Secondo i musulmani, il paradiso terrestre si trova in un’isola di nome Ceilon, e Zeus è originario dall’isola sacra Minas, la patria dei misteri.

Un’isola centrale dal punto di vista religioso è citata nella Ricerca del Santo Graal.

Lì sarebbe situato un tempio nel bacino quadrato del lago Anavalapta.

Si dice che questo posto faccia guarire le malattie del corpo e della mente.

I celti hanno sempre rappresentato l’altro mondo e le meravigliose rive al di là delle navi irlandesi sotto forma di isole situate al ovest o al nord del mondo.

Le divinità irlandesi delle tribù della dea Diana sono arrivate sulla terra portando alcuni talismani magici e le quattro isole del Nord del mondo, mentre l’Irlanda, con la sua provincia centrale, Meath (colei di mezzo) è anch’essa un’isola divina.

Sembra che la Gran Bretagna fosse l’isola per eccellenza, secondo i racconti di Cesare e i testi irlandesi.

Pare che li vi andassero i druidi per cesellare e completare le conoscenze sulla sacra scienza e per rafforzare la dottrina ortodossa.

La psicanalisi moderna ha sottolineato, specialmente, un lato essenziale dell’isola: il fatto che essa evoca un rifugio.
La ricerca dell’isola da scoprire, o sconosciuta, o ricca di sorprese, è una delle tematiche fondamentali della letteratura, dei sogni e desideri.

Gigi Sabani soffriva della psicosi dell’isola.
Non vi andava mai perché non si sentiva al sicuro.
Gli mancava la terra ferma.
Gli dava il senso della claustrofobia.

Adriana Iftimie Ceroli

 

Una vera amazzone della cultura italiana: Assunta Gneo, nuova amica del quotidiano “IL Dispari”.

Assunta Gneo è una donna capace di trascinare con le sue opere, tanto da cambiare la rotta del lettore, perché lo invita a lottare senza tregua e senza paura di raggiungere i suoi obiettivi, come fanno le protagoniste dei suoi libri “Tira fuori l’anima” e “Si chiama Vittoria” che riescono a vincere le loro difficoltà grazie anche alla presenza delle loro nonne sapienti e caparbie.

Nella vita, Assunta Gneo ha saputo cambiare il suo stile di vita e in varie interviste ha raccontata la sua storia.
Alla discussione della sua prima laurea in ostetricia – Assunta ha ben quattro lauree! – giovanissima, venne apprezzata da un professore medico che immediatamente le diede un incarico professionale.

Da quel 110 e lode ha fatto nascere oltre mille bambini con gioia.

Ha avuto essa stessa due figli.

Sono passati diversi anni durante i quali ha coltivato sempre la passione per lo studio e diverse attività di volontariato.
Lei dice: “Dobbiamo volare alto, lontano dalle invidie, dalla cattiveria, dalle gelosie, dalla distruttività che schiaccia a livello emozionale e anche fisicamente. nel fare, nel partecipare, nell’esserci.
La protagonista del suo libro “Tira fuori l’anima”, Luce, è un inno alla resistenza attiva che muove la forza interiore, quella che ti permette di reagire e vivere serenamente nonostante le ferite, gli ostacoli terribili della vita.

Chiedo all’autrice:

D- Questa storia sincopata, forte, dolorosa ma colma di positività e speranza, è autobiografica?.
R- “Ho scritto la storia di Luce perché ho voluto dare valore al mio quotidiano.
Pur mantenendo il mio matrimonio, i miei figli, il mio impegno professionale e personale come servizio per gli altri, ho desiderato arricchire la mia vita di una nuova soddisfazione, di cose belle.
Per questo m’impegno ogni giorno, senza mollare niente.
Le batoste che insegnano l’arte del vivere a Luce vogliono dire alle donne che non dobbiamo sopportare un’esistenza al limite ma dobbiamo lottare, cambiare strada e affrontare il buio, se necessario.
Questa storia è per me, per tutte le donne, alcuni episodi sono autobiografici, altri di fantasia, altri ancora sono capitati a persone conosciute.
Vedo persone andare in terapia, senza trovare pace, perché non ce la fanno ad affrontare la realtà, a spezzare le catene emotive che le costringono a vivere ogni giorno eventi passati dolorosi che le inchiodano ad un’esistenza difficile.
Luce ci insegna a fare punto e a capo.

D- Quest’esperienza di scrittura ti ha portato tante amicizie?
R- “Sì, decisamente. La passione per le cose belle e per la cultura mi hanno spinto, insieme all’amico poeta Giovanni Rotunno, a creare un gruppo che viene ospitato, grazie alla generosità della direttrice, dott. Manuela Francesconi, ogni prima domenica del mese, al Museo Terra Pontina, in un crescendo di musica, poesia, letteratura, politica, giornalismo, arte pittorica, passato e partecipazione di pubblico. Sono momenti di gioia, di soddisfazione, di co-ricerca del bello. Nella mia vita è a 360 gradi. Intorno a me, e trovo molta gioia nei momenti di consenso ai quali non mi sentivo preparata. Ricevere attenzioni e affetto è bello.”!

Angela Maria Tiberi

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Bruno Mancini

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