NA09 – Angela Maria Tiberi – Ritorno alla terra

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NA09 – Angela Maria Tiberi – Ritorno alla terra

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Ritorno alla Terra

I parenti di Nino non leggevano i giornali e così non potevano venire a conoscenza del successo e dell’abbandono della lirica.

La mamma scriveva a Nino delle avventure del padre con le donne e del suo successo di venditore di arance con lo zio Benedetto.

Il padre si invaghì di una bella donna milanese e le mandava arance senza che gliele pagasse, ma presto si verificò un danno di duecento milioni di lire scoperte e la contemporanea sparizione della bella donna.

Fu costretto a vendere tutto il patrimonio e prese un’azienda in affitto, ma la mamma non lo seguì rendendosi indipendente con il ricamo.

Il padre scrisse a Nino di ritornare a Catania insieme a Gianna e alla bimba, affermando che avrebbe smesso di seguire le donne.

Il giovane fiducioso si mise a lavorare i campi ma, poiché tutto il ricavato lo teneva e lo gestiva il padre, Nino andò a lavorare presso terzi ricevendo molta stima.

Il 14 settembre 1956, a casa della mamma, a Nino nasce il figlio Salvatore.

Gianna era bellissima tra le lenzuola ricamate, e tutti gli amici andarono a trovarla e a rendere onore alla sua famiglia.

Il lavoro andava a gonfie vele e il Barone Ricca gli affittò il suo feudo, visto che era molto anziano.

Ma la produzione fu rovinata dal gelo (molti contadini si suicidarono) e Nino ebbe anche la brutta sorpresa di trovare il trattore rovinato dall’acido muriatico.

Non si perse di coraggio perché la principessa Pignatelli lo aiutò, ma anche lì un operaio invidioso distrusse il trattore di Nino, il quale, infuriato per il danno subito, lo picchiò mandandolo in ospedale, ma i testimoni lo difesero.

Nino continuò a lottare facendosi coraggio e riprese a lavorare i campi finché il 6 dicembre 1958 nasce Giorgio e poco dopo ritorna a Roma per cercare lavoro.

Finalmente lo trova a Casalotto, fuori Roma come autista del pulmino SITA e apprende la notizia della morte di Mario Lanza.

Una sera Nino si mise a cantare “O sole mio” perché era stato invitato alla cena dal compare di Carmen.

Era stato tutto escogitato per farlo ritornare a cantare presso la R.C.A. proseguendo il programma di Mario Lanza.

Passano alcuni giorni e tutta la famigliola venne invitata a un ricevimento della casa del fratello di Gianna, architetto, perché volevano ascoltarlo, ma nessuno suonava il pianoforte.

Nino andò a prendere in macchina il registratore, senza coprirsi, faceva molto freddo e si ammalò.

Non riusciva a guarire dopo lunghi mesi e, preso dallo sconforto bruciò tutti i suoi ricordi nella stufa accesa in quanto il destino era stato crudele con lui.

La R.C.A. fu clemente con Nino perché lui restituì l’anticipo e ritornò in Sicilia con Gianna e i bambini.

Angela Maria Tiberi

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Bruno Mancini

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