Fantasia chi sa se tornerò – legge Antonio Mencarini

Fantasia chi sa se tornerò – legge Antonio Mencarini

Fantasia chi sa se tornerò

Dalla raccolta di poesie “La mia vita mai vissuta”
(1990 – 2014): 

Fantasia – Chi sa se tornerò

Ho fermato il rotto della cuffia
e sono fuori
come un cavallo alato
dalla nuova leggenda dei porcospini:

elfi di foreste germaniche
incappucciati,
seduti su ignari dormienti,
ammaliano giovani con incantesimi da incubo;

silfi tra nuvole teutoniche
evanescenti eteree
nel pantheon d’immaginifiche leggende
timide ingannano con inquietanti silenzi;

gnomi celtici in labirintici sottosuoli
barbuti o baffuti
ammantano tesori immondi
di fate, coboldi, folletti e demoni.

Non fuggo!
Verifico.

Li vedo ancora intenti a bivaccare
intorno a finto buio
artate nebbie
e squallide desolazioni d’anime.
Argonauta dei miei bisticci,
claunesca bocca forno
col cuore in panne,
cristallo amorfo di lava
oggi neolitica ossidiana,
ipotenusa – obliqua geometria distante dalla genesi –
d’irrisolti dilemmi in rotte divergenti,
vendo i miei versi a meno di un centesimo!

Non fuggo!
Sfido!

Venite avanti
sciacalli ipocondriaci,
voi tracimando,
aggiungerò al dolce amaro
il nero cardamono nepalese del blasfemo.

Che sia notte di festa!
Natale, Capodanno, Ferragosto,
la vincita al lotto, il viaggio verso l’eremo
… oppure no,
è notte di emozioni
violente vertigini
con turbolenta imbambolata sull’amaca in giardino;
è notte di poesia
perfetta sbilenca
come murena in fuga tra gli anfratti;
è notte di abbandoni-addii
rotonda frustrante
per me che non m’ubriaco più di niente,
distorta contorta equivalenza.

Non fuggo!
Cerco.

Io vado come a funghi coi petardi
lasciati in giro ancora non esplosi
fragile
rosolio-assenzio
amante amato dalla mia sola Lei
Fantasia-Poesia
che ancora non ha infranto il gusto del proibito,
né so se tornerò con sensi umani e basta.

Soltanto dopo la morte, scommetti pure, Argo,
sarò cornice immobile di un film in movimento.
 

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E tu – legge Antonio Mencarini – Biblioteca Antoniana

E tu – legge Antonio Mencarini – Biblioteca Antoniana

E tu… biblioteca Antoniana 

E tu…

Dalla raccolta di poesie “Non rubate la mia vita”
(2005 – 2007): 

E tu come nebbia che offusca
 
… e tu come nebbia che offusca
i bracieri fumanti
delle prime caldarroste
lì,
lungo viali alberati
della mia cara Bologna indaffarata….

Nessun miraggio di gioie
confonde al cane il suo padrone.

… e tu come pioggia che inzuppa
la rotaia urbana
di un tram al capolinea
lì,
tra portici uniformi
della silenziosa Torino d’ottobre…

Nessun deserto è breve
per la lucertola randagia.

… e tu come neve che ovatta
frontoni e guglie
di fedi spudorate
lì,
tra cabaret da sballo
della Parigi fulminante le mie notti…

Nessun miracolo gonfia le piume
di uno stanco uccello migratore.

…e tu…

…e tu…

…e tu come sole d’aprile che intenerisce
le zolle soffocate
tra bosco e spiaggia
lì,
oltre il canneto dai ciuffi in cima
sull’ultimo approdo della mia isola perduta…

Nessun mistero
soltanto attesa.

 

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E sento bestemmiare il cielo letta da Antonio Mencarini

E sento bestemmiare il cielo letta da Antonio Mencarini

E sento bestemmiare il cielo

Dalla raccolta di poesie
Davanti al tempo 1960 – 1963

E sento bestemmiare il cielo

E sento bestemmiare il cielo
e sento l’aria pungermi la carne
e sento quel malvagio gallo
in vicinanza di morte
di Cristo ricordarmi il tradimento.

E suona ancora la mia campana
e sono ancora sulla mia pelle vive
le sinfonie di quei silenzi d’alba,
ma ora mi riporta il primo sole
la sola angoscia di sentirmi osso.

 

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Casablanca letta da Antonio Mencarini con sigla

Casablanca letta da Antonio Mencarini con sigla

Casablanca mp4

Casablanca wmv

Dalla raccolta di poesie
Non sono un principe 2012 – 2014

A Casablanca

Farfalle filigranate
in vetri di Murano
questi giorni di stasi e di attese
queste notti di sonni convulsi,
brutali desideri di muovere la vita.

E ancora non si fermano,
pensieri endecasillabi,
domani, ieri,
sbalzati fuori del presente.

Apro il sipario
sui mondi paralleli
tra patatine fritte e birre popolari,
scovo puttana priva di spocchia
dietro lo schermo piatto
-come da un altro mondo
la sua vocina aliena
sberleffa
“Amor, amor…”-,
accartoccio speranze e delusioni
in plico sigillato
destinatario “Il mio destino”,
umetto la linguella di chiusura
-sigillo gli fu negato-,
sconfino nel banale
lì dove un notiziario intitola
che non c’è festa a Capablanca.

Spiaccicata
scandalosa memoria,
non più brillo d’entusiasmi,
contro me stesso, trucido pirata,
incatenate anamnesi
alla ruota della tortura,
vorrò misura saldo
tra passioni e delusioni,
gemme
tempeste
inganni,
fin quando in sconveniente epilogo
folle apoteosi d’una mia poesia
sarà farfalla incastonata
-mosaico decorativo-
sul girotondo opaco di una coppa.

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