Per Aurora – volume quarto – Capitolo quarto

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Per Aurora – volume quarto – Capitolo quarto

Capitolo quarto

PARTE TERZA

I sogni

Capitolo quarto

Bruno: -«Ora che sapete tutto non mi sembra essenziale continuare a tediarci con queste malinconiche divagazioni.
Con tanti interessi che non riusciamo a soddisfare, gingilliamo la puerile infermità d’intrattenerci raccontando simili personalistici abbandoni nostalgici.
È proprio vero che si ritorna bambini quando il tempo rende maturi grappoli di esperienze estreme.
Infantili, ingenui.
Ad otto anni “c’era una volta la fata turchina”, a trenta il “lupo cattivo”, e, dietro l’angolo, alla mia età “il mitico Maradona” assurge a fulcro, non solo dell’assurdo racconto di un folle amore, ma di un turpe inganno e di un giusto suicidio.
Nei miei precedenti interventi la comunicazione si è protratta con approcci apparentemente non omogenei, disuniti, privi di filo conduttore, disarticolati, finanche arroganti nella sfacciata indifferenza verso la tua disponibilità.
Quindi, intendo fare ammenda spostando su un diverso obiettivo il bersaglio offerto dalle mie sciocchitudinanti notturne ricerche di
“Le belle storie d’amore”.
Io non sono la pioggia che bagna i teneri germogli delle melanzane e dei pomodori, né il microfono utilizzato nel mitico assalto all’Indipendiente o lo speaker della notte scura di Sonny Liston, non sono il regista dell’indimenticabile Ungaretti e neppure l’autore di papaveri e papere.
Io non sono il vostro padre pio con le sofferenze non curate.
Tutto altro.
Carnefice.
Giacobino, gesuita, stalinista, mi sono interessato unicamente del mio presente futuro.
Un nuovo ricamo per
“Le belle storie d’amore”
e giunto al termine, ma ormai non potrai evitare a te stessa di bere il calice… »
Aurora: -«Avvelenato?»
Bruno: -«Mai. Sempre un confronto leale.
Il calice del giudizio finale.
Il mio piacere è servire le idee e le frasi che voglio, il tuo diritto è scegliere un altro autore.
Ma questa è l’apparenza?
Forse la realtà è nascosta da una lacca lucida e non trasparente che mi sono imposto di spalmare su questa futile storia di quotidianità provinciale per, per cosa sennonché per l’unico, irriducibile quanto malsano, tanto prorompente quanto disconosciuto, desiderio di…»
Aurora: -«È più comune -consueto- che si alzino gli cchi al cielo per seguire il tragitto di un elicottero, in special modo se ci si ritrova in una notte di luna su una spiaggia del mar Tirreno, piuttosto che ammirate il cielo stellato durante la grigliata notturna di ferragosto per confrontare la parità della nostra minima esistenza con l’immensa indeterminatezza di tutto quanto ci circonda, ci permea, ci ingloba.
Se oggi, nella piazza grande del paese marinaresco trasformata in arena -riflettori e suoni a centomila, giovani accalcati, vocianti, frementi, impazienti-, per tutta la sera di quest’ultimo giorno d’agosto -i temporali pronti a scatenare putiferi di lampi e tuoni-, un mitico gruppo rock si esibisse dal vivo (unica tappa in Europa, biglietti introvabili, bagarini arricchiti, rampolli di uomini importanti accanto ai figli dei fiori)-, e se d’improvviso crollasse il palco -mille metri quadrati, struttura avveniristica montata e smontata in due amen, orgoglio e vanto del principale produttore mondiale di scenografie stupefacenti-, e se anche, se come, se tutto ciò che vuoi… se un uomo sconosciuto continuasse a suonare in un angolo appartato, con il trombone di Vic Dickenson il brano Cryn’ out my heart for you (di Hopkins), tu credi che qualcuno vorrebbe sapere chi sia o chi non sia il solitario sconosciuto e tenterebbe di abbracciarlo?
È più comune -consueto- attendere il miracolo, che non riconoscerlo nell’istante di un suo avvento non programmato.
L’amore del popolo napoletano verso Diego Armando Maradona è stato lo sguardo al cielo stellato, ed allo stesso tempo, il personale esclusivo abbraccio al solitario sconosciuto suonatore di tromba.
Diego Armando Maradona, in piena autonomia, aveva eletto il Suo Popolo Napoletano alla dimensione di un Mito.
Il Suo Mito.
Un mito d’amore.
È vero.
Nella storia dei grandi avvenimenti pubblici e sociali, quasi mai ci si è trovati di fronte ad un reciproco amore tra l’autorevole emblema e la spontanea sudditanza.
O l’una o l’altra.
È anche vero che la mia promessa di indulgenza attiene ai protagonisti di
“Le belle storie d’amore”,
ma questa volta mi hai sorpresa ed imbarazzata.
Non posso negare di essere stata coinvolta dallo svolgimento dei fatti narrati, ma ugualmente non posso ammettere di essere in grado d’identificare gli autori delle azioni maggiormente significative.»
Bruno: -«Perché vuoi essere selettiva, se il cielo è stellato, le stelle formano il cielo.
Il popolo di Napoli è la fonte dell’amore.
La gente di Napoli si è chiesta di essere il popolo di Diego.»
Aurora: -«I contrabbandieri di Santa Lucia, i femminielli dei Gradoni di Chiaia, i mariuoli dei Cagnazi, gli avvocati dei Quattro Palazzi, i politici di Piazza Municipio, i cozzicari di Mergellina, i pescivendoli, i medici, gli ambulanti, bambini e mamme ciascuno per proprio conto?»
Bruno: -«Esatto loro, i contrabbandieri di Santa Lucia, i femminielli dei Gradoni di Chiaia, i mariuoli dei Cagnazi, gli avvocati dei Quattro Palazzi, i politici di Piazza Municipio, i cozzicari di Mergellina, i pescivendoli, i medici, gli ambulanti, bambini e mamme ciascuno per proprio conto»
Aurora: -«Sei folle: Folle ed impudente.
Ti ho elevato a paladino dei protagonisti di
“Le belle storie d’amore”,
e dopo alcune scelte ben riuscite, per esempio la coppia di “L’Appuntamento”, ecco che ti presenti, sfacciato, folle, e proponi di elevare addirittura un intero popolo al rango ed ai benefici di “Eletto Per Amore”.
Ed hai creduto…
Uomini donne e finanche bambini d’equivoci comportamenti…»
Bruno: -«Si può essere la peggiore canaglia, un pessimo esempio di sfacciata arroganza, il postino delle nostre calamità, il massimo intruglio di malefici e malvagità, la carogna delle carogne, un distillato delinquenziale oppure il nettare avvelenato, la iattura personificata, la madre di Cogn, la figlia di …, Bash, il figlio di Giuda, il fratello di Abele, un vecchio inquisitore, Gambadilegno, Diabolik, l’anello forte della forca, la lama della ghigliottina, la polvere radioattiva, il pattume industriale, chi ruba la mia vita, ma, se hai amato una volta nella vita, Amato con la A maiuscola -e Diego è stato da loro Amato, Amato con la A maiuscola-, allora la redenzione non solo è possibile, quanto, ne converrai, addirittura certamente auspicabile.»
Aurora: -«Solo quando avrò smesso di seguire le tue follie, mi lascerò andare ad un’analisi approfondita dei miei comportamenti snaturati.
Solo quando avrò smesso di accettare la speranza come forza motrice di giustizia ed umanità -la tua scelta-, potrò comprendere se sia più saggio guardare il cielo stellato nell’impotenza di una notte d’agosto, oppure seguire il volo di un elicottero per essere attenta a prestare un eventuale soccorso.
Solo quando avrò smesso di accettare la tua categorica supremazia dell’amore, saprò infine decidere se voler essere completamente umana.
Il Popolo ha vinto.
Il Popolo è.
Il Popolo Napoletano è nominato
“POPOLO D’AMORE”.
Diego Armando Maradona ha vinto.
Diego Armando Maradona è.
Diego Armando Maradona è nominato
“PIBE D’AMORE”.
E tu, Petrus, fai brillare il cielo con i fuochi pirotecnici dell’antica Piedigrotta, riempi le strade e le piazze di pazzarielli, scugnizzi, carnacottari e tutti i genuini figli della tradizione popolare partenopea.
Voglio sentire fremere le passioni, accecate dai raggi del sole napoletano, salmastre come il mare a Posillipo, profumate come le ginestre dei Camaldoli (ginestra fiore amato dalla sua donna), dolci come l’uva del Vesuvio e vellutate come le ali dei gabbiani in volo radente sugli scogli di Mergellina.
Poi chiedi che l’uomo dal fiore all’occhiello suoni la nostra musica napoletana, ‘O sole mio, Maria Marì, Indifferentemente, per convincere Il nostro amico Bruno, da noi oggi eletto
“POETA DELLA VITA”
a non lasciarci prima di aver regalato alla nostra notte di follia la recitazione delle sue ultime tre
“POESIE DEI SOGNI”.
Brindate tutti a questo evento!
… E tu… bevi una birra gigantesca. »

TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Dedica

Il furto della foto

PARTE PRIMA

Agosto

PARTE SECONDA

Primo giorno

Secondo giorno

Terzo giorno

Quarto giorno

Quinto giorno

Sesto giorno

Settimo giorno

Ottavo giorno

Nono giorno

Decimo giorno

Undicesimo giorno

PARTE TERZA

CAPITOLO PRIMO

CAPITOLO SECONDO

CAPITOLO TERZO

CAPITOLO QUARTO

PARTE QUARTA

Poesie dei sogni

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Per Aurora – volume quarto – Vetrina LULU

Per Aurora volume quarto di Bruno Mancini

seconda edizione

ID 4wwn72

ISBN 9781471072789


Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-7278-9
Versione 2 | ID 4wwn72
Creato: 28 ago 2022
Modificato: 29 ago 2022
Libro, 89 Pagine
Libro stampato: A5 (148 x 210 mm)
Standard Bianco e nero, 60# Bianco
Libro a copertina morbida
Lucido Copertina
Prezzo di vendita: EUR 14.00


Informazioni sul copyright
Revisiona le informazioni sul copyright
Titolo Il furto della foto di Maradona
Sottotitolo Per Aurora volume quarto
Collaboratori Bruno Mancini
ISBN 978-1-4710-7278-9
Marchio editoriale Lulu.com
Edizione Originale digitale
Seconda edizione
Licenza Tutti i diritti riservati – Licenza di copyright standard
Titolare del copyright Bruno Mancini
Anno del copyright 2022

Descrizione
Fatti e misfatti realmente accaduti, ma un po’ romanzati
Note sui collaboratori (1454 / 2500)
Per Bruno Mancini: brevi commenti amichevoli.
“Percorso di memoria o ricerca di spazi temporali virtuali?”
“Il continuo intersecarsi di livelli di identità con ipotesi e incarnazioni simboliche…”
“…sembrano accarezzare un sogno lontano, una speranza che non sarà mai certezza, un miraggio di felicità che si perde oltre l’orizzonte illusorio di fragili esistenze.”
“…a volte lirismo crepuscolare, intriso di soffusa malinconia, di struggente tristezza.”
“Opera interessante per i contenuti e le tematiche affrontate, nonché per i valori estetici…”
“… seria preparazione, corredata da rimarchevole fantasia.”
“… lavoro meditato, armonioso di buon afflato poetico.”
“… sincero, elegante, sempre aderente al soggettivismo letterario del particolare momento che attraversiamo.”
“Non racconto né romanzo, più che risolverli lascia aperti molti quesiti anche sul piano puramente tecnico linguistico.”
“Una prosa lacerata e sfuggente…”
“Le aperture liriche, più che segnare il passo dell’emozionalità, offrono un ulteriore invito a perdersi nei labirinti della parola scritta…”
“Quasi poesia cruda, percuote e carezza, giovane e antica…”
“Lavoro intenso, vissuto nella profondità della sua composizione, fatta di toni e di immagini…”
“Una voce nuova che chiama ad ascoltarla ed a giudicarla senza inibizioni, come liberamente essa è sviluppata.”
“Troverete un urlo e un soffio di amore, un vuoto, immersi nella forza e nella malinconia di chi comprende che…”

Per Aurora volume quarto

seconda edizione

Racconti
Il furto della foto.
Poesie dei sogni

Per Aurora – volume quarto – TESTO COMPLETO IN LETTURA LIBERA

Per Aurora volume quarto

Info: Bruno Mancini
Cell. 3914830355 tutti i giorni dalle 14 alle 23
emmegiischia@gmail.com

 

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Bruno Mancini

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